A Crespi riparte la storica centrale Il business strizza l`occhio al turismo

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A Crespi riparte la storica centrale Il business strizza l`occhio al turismo
L’ECO DI BERGAMO
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GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2014
Provincia
Per lo start un investimento
da circa tre milioni di euro
Per far ripartire la centrale idroelettrica di Crespi si sta predisponendo un intervento che costerà complessivamente circa tre milioni di euro.
I lavori dovrebbero iniziare entro fine anno.
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A Crespi riparte
la storica centrale
Il business strizza
l’occhio al turismo
Una veduta interna della
centrale idroelettrica di
Crespi d’Adda, a Capriate: ora
potrà ripartire la produzione
Capriate: dopo vent’anni di fermo, Adda Energi
riavvierà l’impianto idroelettrico del villaggio
Accordo con il Comune per renderla visitabile
Crespi d’Adda
REMO TRAINA
Via libera ai progetti di recupero
della centrale idroelettrica del
villaggio di Crespi d’Adda, patrimonio mondiale dell’umanità
dell’Unesco, di valorizzazione
ambientale e di archeologia industriale.
In futuro la centrale, costruita
nel 1909 e ferma da una ventina
d’anni, produrrà nuovamente
energia pulita. Ma diventerà anche un sito industriale storico
fruibile turisticamente. Infatti,
il Comune di Capriate San Gervasio e «Adda Energi srl», che ha
sede a Breno in Val Camonica ed
è proprietaria della centrale,
hanno stipulato una convenzione che fissa le linee d’intervento
prioritario per le opere di manutenzione e di riattivazione della
produzione idroelettrica.
Inoltre, sono previste opere di
valorizzazione ambientale e architettonica delle aree di intervento coinvolte, per consentire
l’accessibilità dei siti con la messa insicurezza. A seguito del rilascio dell’Autorizzazione unica da
parte della Provincia, «Adda
Energi» realizzerà le opere di
manutenzione straordinaria e
risanamento conservativo dell’immobile della centrale storica,
della casa del custode e della cabina di trasformazione. Inoltre,
IL COMMENTO
Dieci, cento
mille Crespi
per un’Italia
che riparte
la stessa azienda ricostruirà il
ponte carraio e ciclopedonale di
collegamento della strada comunale attigua al canale di derivazione e l’Isola, con la sistemazione della strada bianca di collegamento tra il ponte e l’edificio storico. I lavori avranno un costo di
circa tre milioni di euro e dovrebbero iniziare entro fine an-
no assicura Luca Gnali, presidente di «Adda Energi» che aggiunge: «Esaurite le pratiche amministrative e rilasciata l’Autorizzazione unica, i nostri uffici
tecnici sono al lavoro per redigere i progetti esecutivi e relativi
computi per poi indire le gare
d’appalto delle opere edili ed
elettromeccaniche. Quando la
centrale ritornerà in funzione
produrrà energia elettrica per
circa 3,7 Gwh annui. C’è stata e
c’è tuttora un’ottima collaborazione con la Soprintendenza per
i beni architettonici, la Provincia
di Bergamo, il Comune di Capriate San Gervasio, il Parco Adda Nord e la Regione Lombardia
che ha deliberato un contributo
di 100 mila euro per le opere di
restauro dell’edificio storico della centrale idroelettrica».
L’impianto è un’opera di alta
ingegneria idraulica non molto
conosciuta dal pubblico che visita il villaggio di Crespi, perché si
trova dietro la fabbrica, un po’
nascosta tra la vegetazione e la
riva dell’Adda, a differenza delle
centrali Enel che sono più visibili.
«A breve questo altro gioiello
del villaggio di Crespi potrà essere visitato – spiega entusiasta il
sindaco di Capriate, Valeria Radaelli – poiché proprio attraverso la convenzione con Adda
Energi il nostro Comune provvederà a fissare le modalità per rendere fruibile a livello turistico,
didattico e naturalistico l’isola e
per poter visitare la centrale
idroelettrica, in accordo con il
Parco Adda Nord. L’obiettivo è
di mettere a disposizione la strada ciclopedonale sull’isola, dal
ponte nuovo alla centrale, di poter avere in concessione d’uso
una parte della casa del custode,
respi d’Adda è stata fino
ad oggi un esempio di come l’Italia sprechi le sue
risorse. Chi va nel Galles
ha modo di vedere come insediamenti industriali fortemente inquinanti come le acciaierie
del secolo scorso si siano trasformate in opportunità di turismo e di risanamento del territorio. Non vi è in Europa occidentale luogo a protezione Unesco che non sia stato rimesso a
nuovo, spesso con i contributi
europei oppure con l’intervento
dei privati.
La prima domanda dei turisti
stranieri in visita al villaggio
operaio, come per esempio i tedeschi del gruppo Studiosus, è
come mai il paese non venga
rilanciato e si segua invece una
rassegnata manutenzione di
routine. Con le notizie di questi
giorni qualcosa si muove. Niente di eccezionale, ma quando
tutto è fermo anche un alito di
vento fa notizia. I privati con
Addaenergy si muovono e intendono attivare la vecchia centrale elettrica dello stabilimento
tessile. Non ne fanno un museo
ma un centro produttivo, cioè
un fornitore di energia elettrica.
Come dire un ritorno al passato
glorioso. Un modo di declinare
le potenzialità della storia con
le esigenze della modernità.
La Regione Lombardia ha
colto il segno di un cambio di
indirizzo, e cioè di una lenta
uscita dalle palude della mancanza di iniziativa. Gli operatori
economici escono lentamente
dal letargo e la Regione premia
l’investimento con una sovvenzione ulteriore all’azienda che
lo compie. Anche il comune di
Dopo
le manutenzioni
produrrà energia
elettrica
Sorta nel 1909,
è uno dei gioielli
del sito patrimonio
dell’Unesco
C
La storia
Così iniziò l’era industriale
del villaggio operaio modello
È nata per essere un gioiello industriale la centrale idroelettrica di
Crespi d’Adda.
Ma chi l’ha voluta, più di un secolo
fa, ha chiesto ai progettisti che
fosse anche un capolavoro architettonico. Con il suo straordinario
pavimento in parquet, la centrale
era stata avviata dalla famiglia
Crespi che non aveva certo badato
a spese: nel 1908, quando si decise
di abbandonare il funzionamento
meccanico per passare all’idroe-
lettrico, avevano fatto costruire
l’impianto idroelettrico per sfruttare la portata dell’Adda (che arriva anche a 60 metri cubi al secondo), fu dotata di tre turbine all’avanguardia collocate in una sala
macchine situata in un contesto
unico e bellissimo dal punto di
vista del paesaggio.
Ferma da ormai quasi vent’anni
dopo essere stata chiusa perché
ormai aveva poca resa, la centrale
verrà rimodernata e, una volta
Capriate San Gervasio ottiene
la sua parte e riceve contributi
per un miglioramento dell’arredo urbano della frazione di Crespi d’Adda . Non parliamo di milioni ma di qualche decina di
migliaia di euro. Per un’azione
di una qualche rilevanza praticamente nulla, ma resta il gesto.
Il pubblico vede la strategicità
dell’azione del privato e ne rimarca la valenza di prospettiva.
La rivalutazione di un’entità
di archeologia industriale è fonte di ricchezza per il territorio,
non è un peso. È un discorso che
si amplia ai centri storici che
vanno restaurati e riabitati dopo l’abbandono degli ultimi decenni. Le case dei nostri nonni
erano divenute un peso, le abbiamo lasciate nell’incuria e gli
immigrati di fatto hanno occupato quello che era il cuore pul-
sante della comunità. Un segno
di evidente decadenza che è stato equivocato con il desiderio di
modernità. Si cementificava il
territorio perché si volevano le
abitazioni moderne quando con
la stessa cifra si sarebbe potuto
benissimo restaurare il vecchio.
Le nuove politiche urbanistiche hanno riscoperto il valore
delle radici e quindi ora si cerca
di valorizzare l’antico, quel vecchio che è parte di tutti noi e
quindi della nostra identità.
Una conferma che il problema
italiano non sono i soldi, ma le
idee. La capacità di definire progetti per il futuro che vadano
oltre l’immediata fruizione e si
inseriscano in un progetto complessivo di sviluppo del territorio. Che fare di un luogo come
Crespi d’Adda ? Si sono mai riuniti esperti del settore e hanno
terminato l’intervento, sarà resa
fruibile al pubblico. Un pezzo della
grande storia industriale della
Lombardia e dell’Italia intera che
si potrà ammirare nel villaggio
costruito alla fine del 1800 dalla
famiglia Crespi attorno al cotonificio.
Era il 1878 quando Cristoforo Benigno Crespi acquistò 85 ettari di
terra dai comuni di Capriate San
Gervasio e Canonica d’Adda. I lavori di costruzione vennero affidati
all’architetto Ernesto Pirovano e
all’ingegnere Pietro Brunati.
Nel 2013 il complesso dell’ex cotonificio è stato acquistato da Antonio Percassi, per farne il quartier
generale delle sue aziende.
abbozzato un’idea che definisca
il futuro prossimo del territorio? Abbiamo dovuto aspettare
l´intervento di un privato, Percassi, per uscire dal limbo
dell´apatia.
Dei soldi della Regione siamo
riconoscenti, ma siamo anche
consapevoli che manca una regia, cioè un centro che ci dica
dove va la nostra regione e quindi il nostro territorio. La ricerca
scientifica è il futuro per un motivo molto semplice: il costo del
lavoro in Germania, cioè della
quarta potenza industriale del
mondo, è quattro volte quello
della Cina. Eppure hanno il record delle esportazioni. Chiediamoci il perché e troveremo
la risposta per i tanti Crespi
d´Adda d´Italia.
Alberto Krali
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’interesse della delegazione
degli amministratori tedeschi
U
na delegazione tedesca di 36 sindaci e amministratori del Landkreis di Esselingen
am Neckar (del Baden
Wurtemberg, nei pressi di Stoccarda) ha concluso il suo tour orobico al villaggio Crespi d’Adda. Accompagnata dal professor Fabrizio Brena, docente all’università
di Tubinga in Germania e coordinatore del centro culturale delle
Grazie, la delegazione è stata accolta dal sindaco di Capriate Valeria Radaelli con il vicesindaco
Carlo Arnoldi e l’assessore Alfredo Pozzi. Gli amministratori tedeschi hanno visto un filmato di PromoIsola e visitato i capannoni della filatura e la centrale idroelettri-
ca, illustrata dal presidente di Adda Energi Luca Gnali. «Sono rimasti meravigliati –afferma il sindaco – e ci hanno chiesto quale sarà
il futuro del sito. Abbiamo spiegato che l’imprenditore Antonio
Percassi ha acquistato la fabbrica
e in parte sarà occupata dai suoi
uffici; in futuro anche gli altri spazi avranno idonea sistemazione».
Produrrà energia green
con l’acqua dell’Adda
l’Autorizzazione unica per la sua
riattivazione e stiamo appaltando la fornitura dei macchinari –
aggiunge Rizzi – e Crespi rappresenta per noi l’investimento più
importante del prossimo futuro».
L’impianto è di una società della Valle Camonica
del gruppo «InBre» specializzata nell’idroelettrico
A luglio «InBre» è sbarcata in
borsa, sul mercato Aim Italia,
dove ha collocato azioni per un
controvalore complessivo di
22,6 milioni di euro. Il flottante
è pari al 27,8% del capitale sociale; il resto è detenuto dal socio di
riferimento Finanziaria di Valle
Camonica (quasi 120 soci, imprenditori camuni e bresciani;
presidente e consigliere delegato
è Battista Albertani, membro del
consiglio di sorveglianza di Ubi
Banca dal 2008 al 2013) e da Istituto Atesino di Sviluppo (caratterizzato da un azionariato diffuso di tremila soci). La società ha
13 dipendenti, affidando in outsourcing le fasi di progettazione
e costruzione delle centrali; gestisce in proprio gli impianti traendo profitto dalla vendita dell’energia elettrica prodotta.
Negli anni scorsi «InBre» ha
respinto il richiamo delle sirene
dell’eolico, del fotovoltaico e delle biomasse, «ma abbiamo resistito – spiega ancora il procuratore – decidendo di restare fedeli
al nostro dna. Siamo nati con
l’idroelettrico e vogliamo continuare a operare in questo settore, l’unico che è nato e si è sviluppato prima dell’arrivo degli incentivi statali». La Lombardia è
una delle regioni italiane dalle
caratteristiche più favorevoli per
lo sfruttamento della tecnologia
idroelettrica, tanto che nella nostra regione si concentra il 27,6%
della capacità idroelettrica nazionale. La società camuna è specializzata nel segmento degli impianti di medie e piccole dimensioni (con una potenza inferiore
cioè ai 3 Mw) e il parco produttivo è rappresentato per la maggior parte da centrali idroelettriche ad acqua fluente, di taglia
significativamente differente: si
va da 118 kw a 3.500 kw. Di conseguenza, varia l’accesso alle diverse tipologie di incentivi (tariffa
onnicomprensiva, ritiro dedicato e certificati verdi) «che non
hanno però provocato quella
bolla speculativa che ha contraddistinto il fotovoltaico». 1
Crepi d’Adda
GIUSEPPE ARRIGHETTI
di allestire uno spazio esterno
per il pic-nic, di creare punti panoramici garantendo l’accessibilità al pubblico gratuitamente.
L'amministrazione comunale
cerca di mettere in campo tutte
le sinergie possibili: dal pubblico
al privato comprendendo anche
le associazioni, per far crescere
il nostro villaggio sito dell’Unesco, perché diventi sempre più
una meta importante per il turismo e un’opportunità per il territorio».
«Da Regione Lombardia un
segnale concreto del sostegno
agli amministratori locali nella
promozione della crescita e della
tutela identitaria dei territori attraverso un vero e proprio “salva
cultura”» spiega l’assessore alle
Culture, identità e autonomie di
Regione Lombardia, Cristina
Cappellini, commenta il riparto
del bando a favore del patrimonio archeologico e i siti Unesco
per cui sono pervenute 34 domande con altrettanti progetti di
cui 20 sono stati finanziati: in
provincia di Bergamo si tratta,
appunto, dei tre progetti di Crespi d’Adda, finanziati con un importo complessivo di 188.500 euro. Al Comune di Capriate San
Gervasio 63 mila euro per la valorizzazione del sito Unesco di
Crespi; ad «Adda Energi srl» per
la manutenzione straordinaria
e la riattivazione della centrale
idroelettrica storica, 85 mila euro. In più, nell’ambito del progetto «Le civiltà dell’acqua», sono
stati stanziati altri 40.500 euro. 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Siamo convinti che l’energia
idroelettrica sia l’unica fonte rinnovabile realmente sostenibile
dal punto di vista industriale». A
parlare è Alberto Rizzi, il procuratore di Iniziative Bresciane
(InBre), la società camuna con
sede a Breno che entro fine anno
tramite la sua controllata Adda
Energi srl farà partire i lavori per
riattivare la centrale idroelettrica di Crespi d’Adda. «InBre» l’anno scorso nei suoi 16 impianti
dislocati tra le province di Brescia, Bergamo (due a Fara Gera
d’Adda, due a Casnigo e uno a
Villa d’Almé) e Cremona ha prodotto 93,3 Gwh di energia elettrica, pari al fabbisogno annuo di
circa 34.500 famiglie. E «InBre»,
nata nel 1988, nel settore idroelettrico intende continuare a
crescere proprio nella Bergamasca dove è impegnata nella costruzione di quattro nuove centrali: tre a Casnigo e una a Villa
d’Alme, in tutti e quattro i casi
sfruttando il deflusso minimo
vitale degli impianti già esistenti.
Ma ad affascinare maggiormente l’immaginario è l’intervento previsto a Crespi d’Adda:
grazie a un investimento di tre
milioni e mezzo di euro, e dopo
un confronto con gli enti pubblici (Crespi d’Adda è patrimonio
dell’Unesco) definito «collaborativo» dallo stesso Rizzi, la centrale dopo quasi vent’anni di
inattività tornerà a essere operativa la prossima estate. Nel piano
interrato verranno inseriti tutti
i nuovi macchinari: la potenza
installata prevista è pari a 2.700
kw, mente la produzione attesa
è pari a 4,3 Gwh. Il piano terra,
invece, quello storico, non verrà
modificato per non alterarne la
bellezza. «Abbiamo in mano
La facciata della centrale FOTO COLLEONI
Gli investimenti
Altre quattro
centrali
in provincia
Il prezzo di collocamento di «InBre»
(che ha esordito sul mercato Aim
Italia il 15 luglio) è stato fissato a 21
euro per azione. Le ultime quotazioni fissavano il titolo a un prezzo poco
sotto 23 euro, con un incremento del
10% circa rispetto al prezzo di collocamento. Nel 2013 la società ha registrato ricavi per 15,4 milioni di euro
e un Ebitda pari a 11,9 milioni di euro.
Nei primi sei mesi di quest’anno la
società camuna ha registrato ricavi
netti per 9,9 milioni di euro (in crescita del 9% rispetto allo stesso periodo del 2013) e un Ebitda di 8,1 milioni (+39%). L’indebitamento finanziario netto è sceso a 63,6 milioni; era
di 72,4 milioni a fine dicembre 2013.
Attualmente è impegnata nella realizzazione di quattro centrali idroelettriche tra Casnigo e Villa d’Almé
che entreranno in esercizio entro la
fine del 2014. Quest’anno ha sottoscritto sette nuove concessioni per
la costruzione di altrettanti centrali
idroelettriche che genereranno altri
36,5 Gwh di energia all’anno. Ha presentato domanda agli enti di competenza (le Province) per altri 39 impianti.
Con Alberobello l’alleanza sotto il segno dell’Unesco
CAPRIATE SAN GERVASIO
Alberobello, in Puglia, e
Capriate San Gervasio sono due
città che possono vantare i siti
Patrimonio mondiale dell’Unesco: il villaggio di Crespi d’Adda e
i trulli di Alberobello. Recentemente tra le due amministrazioni
comunali è iniziato uno scambio
culturale. Ambasciatore della città di Capriate per queste iniziative
è l’assessore Alfredo Pozzi, delegato dal sindaco Valeria Radaelli,
che spiega: «Accogliendo l’invito
del sindaco di Alberobello, Michele Maria Longo, che mi ha fatto
all’inizio di luglio a Cerveteri in
occasione dell’assemblea sulle As-
sociazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco, recentemente mi sono recato nella bellissima città pugliese dove ho incontrato il primo cittadino e gli amministratori, ai quali ho esteso il
saluto del nostro sindaco e della
nostra comunità. L’incontro è stato un’occasione per avviare rapporti istituzionali tra le due amministrazioni. Riteniamo fondamentale la collaborazione con i
rappresentanti degli altri siti
Unesco, sfruttando ogni occasione per accrescere la nostra competenza riguardo le differenti realtà e i sistemi di gestione, oltre
naturalmente a promuovere la
conoscenza del villaggio di Crespi
d’Adda – racconta l’assessore –.
Durante la visita nella cittadina
pugliese ho partecipato all’inaugurazione della mostra personale
dell’artista locale Nino Salamida
e presidente della Pro loco, dal
titolo “La Puglia dei trulli degli
ulivi dei muretti a secco”, che si è
svolta nella Casa D’Amore. La mostra di pittura è ricca di opere interessanti che fotografano con passione, armonia e serenità il paesaggio delle Murge, quasi a volerne conservare il ricordo del tempo
che passa. Durante questa cerimonia a cui hanno partecipato
anche l’assessore Pietro Susca e il
L’assessore Pozzi consegna il libro su Crespi al sindaco di Alberobello
Lo sbarco a Piazza Affari
©RIPRODUZIONE RISERVATA
consigliere Pietro Carucci, ho
consegnato al sindaco Longo il
volume “Crespi d’Adda”, redatto
da don Luigi Cortesi. La nota ospitalità e la cortesia, classiche del
nostro meridione, non sono venute meno – aggiunge Pozzi –. Oltre
al municipio ho potuto visitare il
Trullo Sovrano, il Rione Aia Piccola e il Rione Monte. Mi hanno
colpito particolarmente l’ottimo
stato di conservazione dei trulli,
la luce abbagliante che riverbera
dal bianco candido dei muri di
queste originali costruzioni e la
folta presenza di turisti provenienti dall’Estremo Oriente».
L’assessore Pozzi ha concluso
il meeting rivolgendo, a nome dell’amministrazione capriatese,
l’invito a visitare il Villaggio di
Crespi e la città di Capriate. 1
R. T.