IL CATASTO NAZIONALE DELLE
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IL CATASTO NAZIONALE DELLE
fondazione Geometri Italiani Rivista dei Geometri e dei Geometri laureati le INTERVISTE giacomelli antonello Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico il catasto nazionale delle infrastrutture «...chi intende posare la fibra potrà andare a colpo sicuro ed evitare di scavare inutilmente. Non solo: potrà utilizzare cavidotti già esistenti per posare la fibra ottica.» 60 geocentro magazine INTERVISTE Antonello GIACOMELLI Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico il catasto nazionale delle infrastrutture Dopo una gestazione durata anni, la Conferenza StatoRegioni ha finalmente dato il via libera al testo del decreto ministeriale che ha istituito il Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (SINFI) — quello che più comunemente si indica come “catasto nazionale delle infrastrutture”. È senza dubbio un passo fondamentale per il “Piano nazionale banda ultralarga”. Può spiegarci meglio di che cosa si tratta? In sostanza si mettono in comune le informazioni sulle reti (elettricità, acqua, gas, telecomunicazioni, teleriscaldamento, eccetera) per velocizzare la posa delle reti in fibra ottica per la banda ultralarga e risparmiare sui costi. Il catasto sarà anche un importante strumento di trasparenza nei confronti di cittadini e imprese e aiuterà a seguire i tempi di applicazione del Piano banda ultralarga approvato nel marzo 2015: per esempio, diventerà fondamentale per monitorare la cablatura in fibra ottica delle scuole primarie e secondarie, come previsto dal protocollo che il Mise ha firmato con il Miur, e l’avanzamento dell’etichettatura “broadband ready” per gli edifici di nuova costruzione. In che cosa questo provvedimento faciliterà — sia dal punto di vista delle procedure, sia da quello dei costi — l’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità, ovvero delle cosiddette “autostrade informatiche”? In concreto chi intende posare la fibra potrà andare “a colpo sicuro” ed eviterà di scavare inutilmente. Non solo: potrà utilizzare cavidotti già esistenti per posare la fibra ottica. Dove il Catasto delle infrastrutture è già stato già realizzato (per esempio in Lombardia) si calcola che i costi si siano ridotti di almeno il 30 per cento. A chi spetterà il compito di coordinare tutti gli operatori che gestiscono i sottoservizi e raccogliere, gestire ed aggiornare tutte le informazioni relative alle infrastrutture esistenti nel sottosuolo? E quali sono i tempi concessi alle amministrazioni locali e agli operatori per comunicare le informazioni al catasto? “Il catasto sarà anche un importante strumento di trasparenza nei confronti di cittadini e imprese e aiuterà a seguire i tempi di applicazione del Piano banda ultralarga...” 61 geocentro magazine Sarà gestito dal Ministero dello Sviluppo economico insieme con Infratel Spa, società in house del Mise, e dovrà contenere tutte le informazioni relative alle infrastrutture presenti sul territorio, sia nel sottosuolo che nel soprasuolo. Dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale le amministrazioni pubbliche avranno a disposizione 180 giorni per comunicare le informazioni al “sistema informativo”, mentre per gli operatori di luce, acqua, gas e telecomunicazioni i giorni saranno 90. Quali misure sono state predisposte per evitare il pericolo che il mancato rispetto di questi termini azzeri, nella realtà, gli evidenti vantaggi del SINFI? Chi fornirà le informazioni al SINFI avrà anche accesso ai dati del catasto. All’Anci abbiamo spiegato di recente che nel piano banda ultralarga sarà data priorità ai Comuni che avranno già sottoscritto impegni sia sui tempi di rilascio delle autorizzazioni e l’attivazione dei servizi digitali, ma anche sulla partecipazione al Catasto nazionale. In tutte le classifiche relative alla digitalizzazione e alla diffusione della banda ultralarga l’Italia ha sempre occupato posti bassi, rispetto agli altri Paesi europei. Possiamo concludere che l’istituzione del SINFI fa muovere al nostro Paese un significativo balzo in avanti rispetto al passato, imprimendo una decisiva spinta verso l’obiettivo delle smart cities? È vero che l’Italia è agli ultimi posti nelle classifiche europee sulle reti di nuova generazione ma è la situazione che abbiamo ereditato e alla quale stiamo ponendo rimedio con uno sforzo senza precedenti con il Piano nazionale Banda ultralarga, approvato dal Consiglio dei ministri nel marzo dell’anno scorso. Il Sinfi è solo un pezzo di questo piano, non il solo. Ad agosto abbiamo sbloccato i primi 2,2 miliardi del Fondo Sviluppo e coesione ai quali vanno aggiunti i 2 miliardi dei Fondi europei gestiti direttamente dalle Regioni (FESR e FEASR) che saranno spesi per costruire la rete pubblica di nuova generazione nelle “aree bianche”, le zone del paese dove gli operatori non intendono investire. L’obiettivo è di non ritrovarci con un paese a due o tre velocità sulla banda ultralarga. Scuole, tribunali e ospedali saranno collegati con la fibra in tutta Italia entro il 2020. Al di là del tema urgente della messa in posa di infrastrutture utilizzabili per lo sviluppo di nuove reti in fibra ottica, ritiene che, in futuro, il SINFI potrà rivelarsi un importante punto di riferimento per i professionisti dell’edilizia, oltre che uno strumento di trasparenza per tutta la cittadinanza? Credo di sì. Se ne parla da dieci anni, ora finalmente si fa.