Frantoiani del Vùlture

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Frantoiani del Vùlture
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Frantoiani del Vùlture
E’ una attestazione di origine di recentissima istituzione. L’olio da olive Vù, a marchio Dop Vùlture racconta una Basilicata
tutta da svelare. Gli olivi sono coltivati su terreni vulcanici ubicati in collina. L’olio ha note olfattive erbacee, è morbido e
vellutato al palato, con lievi e gradevoli punte di piccante in chiusura
Luigi Caricato
Nel presentare la Basilicata nel mio ultimo libro, dal titolo molto
evocativo di Atlante degli oli italiani, fresco di stampa per le edizioni
Mondadori (2015), ho voluto porre subito, in apertura di capitolo,
alcuni versi del poeta lucano Rocco Scotellaro, suggeriti dall'amico
(lucano) Alfonso Pascale, quale citazione autorevole – che qui ho il
piacere di riproporre, anche perché, a rileggere tali versi, pur a
distanza di tanti anni dalla loro stesura, mi sembrano perfettamente
in linea con il progetto intrapreso da Frantoiani del Vùlture, già a
partire dai diretti protagonisti, i frantoiani, uniti qui nel nome di Vù,
con il dichiarato intento di valorizzare una materia prima preziosa
quanto essenziale qual è appunto l’olio da olive, coronando la fedele
aderenza al territorio di produzione attraverso il marchio di origine
Dop Vùlture.
Così il poeta Scotellaro:
E’ tempo d’ulive da cogliere
e s’adunano attorno ai fuochi possenti
i frantoiani. Il vino è nelle botti
il grano nei cestoni.
Nelle grotte le macine lente
sono di fianco al letto delle squadre:
come negli otri curano i cafoni
anche l'olio quest'oro lucente.
E’ tempo d’ulive, e come ogni anno arriva puntuale l’olivagione, in attesa dell’olio nuovo, appena franto. Le attese
solitamente non deludono mai, anche per via del grande impegno che vi sta dietro. Si lavora costantemente, e con grande
professionalità. Nulla è lasciato al caso. E così, potranno esserci in alcune annate meno olive, ma quando le attenzioni in
campo sono qualificate, e l’areale di produzione è altamente vocato come la zona del Vùlture, la qualità è assicurata.
La denominazione di origine protetta a nome Vùlture serve a certificarne il processo produttivo, la qualità dei passaggi dal
campo alla bottiglia, oltre che a garantire la provenienza. La Dop è stata conseguita allo scopo di tutelare il territorio, ma
anche di svelarlo a chi ancora non lo conosce in maniera approfondita. L’olio che porta tale attestazione di origine
presenta di conseguenza un profilo sensoriale ben definito, che costituisce un paradigma per l’intera area. Poi c’è la
capacità di personalizzare ulteriormente ciò che il territorio abitualmente consegna, e qui sta il perno su cui poggia l’arte
olearia di coloro che si applicano su una materia prima ricca di molteplici espressioni. Questa materia prima – le olive da
cui si estrae con ogni cura l’olio – non è declinata al singolare, ma al plurale. Non c’è una varietà singola, ma tante
differenti varietà da cui l’olio Vù è ottenuto, espressione di un vasto patrimonio di risorse genetiche in gran parte
autoctone, con, in primo piano, l’Ogliarola del Vùlture, e, a seguire, le cultivar Coratina, Cima di Melfi, Palmarola,
Provenzale, Cannellino, Rotondella, Nocellara, la poco conosciuta Laudolia e le più popolari e diffuse varietà Leccino e
Frantoio; ma la protagonista di primo piano è in particolare l’Ogliarola.
La sapiente combinazione di queste molteplici cultivar fa la differenza. Ecco perché è molto importante la professionalità,
frutto di esperienza e conoscenza maturata in campo. Vista da fuori, a un primo impatto, la presentazione dell’olio Vù può
apparire una iniziativa strettamente connessa a una promozione come tante altre ve ne sono in giro, ma non è così. Non
è così, proprio a partire dagli stessi versi di Scotellaro riportati in apertura e che oggi rappresentano alla perfezione il
mondo agricolo lucano così come era un tempo, ma frattempo trasformato, avendo mutato aspetto e vestito l’abito buono,
non più quello del “cafone”, senza tuttavia mai perdere l’identità più profonda e vera, l’essenza caratterizzante che lo
contraddistingue.
Dai tempi in cui Scotellaro scrisse i versi citati, c’è stata un’evoluzione radicale che ci consegna oggi la Lucania (l’altro bel
nome, alternativo a Basilicata) in una chiave di lettura moderna, in una luce diversa, affrancata da quello che raccontano
le cronache di dignitosa povertà di mezzi del passato
Oggi, rispetto ai tempi in cui Scotellaro (irrinunciabile la lettura del volume Tutte le poesie,1940-1953), c’è come una
acquisita consapevolezza delle proprie forze, con il manifesto coraggio di apparire con i propri volti, le proprie mani, senza
più la vergogna di rappresentare un mondo periferico, lntano dalla città, confinato nelle campagne. Oggi, attraverso Vù,
c’è sicuramente il riscatto, e tutto lo scatto d’orgoglio di una regione, la Basilicata, vissuta fino a non molto tempo fa ai
margini, come un po’ tutto il Sud dell’Italia. Oggi non è così, e basta partire dal progetto dei frantoiani del Vùlture per
rendersene conto. Si sono uniti – fattore inusuale per chi conosce l’Italia, sempre divisa e separata – e hanno trovato nel
nome Vù il proprio elemento distintivo e connotante.
L’impegno di Frantoiani del Vùlture è stato riconosciuto ufficialmente con l’istituzione della Dop Vùlture, collocata in
un’area posta all’estremità nord della regione. Sono oli che si ricavano dalla spremitura di olive raccolte da alberi coltivati
su terreni vulcanici ubicati in collina. Sono oli tendenzialmente morbidi e vellutati, che presentano note olfattive erbacee e,
al gusto, si caratterizzano per le lievi e gradevoli punte di piccante.
L’area di coltivazione della Vùlture comprende i comuni di Atella, Barile, Ginestra, Maschito, Melfi, Rapolla, Rionero in
Vulture, Ripacandida e Venosa, tutti in provincia di Potenza.
Luigi Caricato - 22-09-2015 - Tutti i diritti riservati
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