Bossetti, il furgone ripreso 14 volte attorno alla palestra

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Bossetti, il furgone ripreso 14 volte attorno alla palestra
22 Città
L’ECO DI BERGAMO
MARTEDÌ 3 MARZO 2015
Bossetti, il furgone
ripreso 14 volte
attorno alla palestra
Gli inquirenti non hanno dubbi: il muratore
si aggirava attorno al centro sportivo di Yara
dalle 17,42 alle 18,47, poi alle 19,51 dopo il delitto
I 13 passaggi del furgone ripresi attorno alla palestra. La mappa non comprende la telecamera della banca
della banca di Credito cooperativo, che si trova in via Rampinelli, vicino alla casa di Yara.
I Ris di Parma, in collaborazione con i tecnici della Iveco,
hanno realizzato una ricostruzione 3D del furgone di Bossetti
che – stando alle analisi scientifiche – è perfettamente sovrapponibile all’autocarro ripreso
nei video della sera del delitto.
Non solo. I Ros di Brescia hanno
individuato in collaborazione
con la casa produttrice tutti i
14.735 mezzi che «per caratteristiche e allestimento» sono simili a quello di Bossetti. Ne hanno estrapolati 4.450 con il cassone ribaltabile in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Trentino Alto Adige. Coinvolgendo le stazioni dei carabinieri di tutto il Nord Italia, ne
hanno fotografati circa 2 mila e
poi ristretto il cerchio a solo 5
veicoli molto simili a quello ripreso nei filmati. Hanno interrogato i proprietari e stabilito
che nessuno di loro la sera del 26
novembre 2010 poteva trovarsi
a Brembate. Tranne Bossetti.
Nel secondo colloquio in carcere, intercettato, è la stessa moglie di Bossetti, Marita Comi, a
chiedere conto di quei ripetuti
passaggi, dopo aver appreso della cosa da indiscrezioni televisive: «Non so se hai visto alla tele
è uscita una foto col camioncino,
il tuo... eri tu?». Bossetti: «Non
lo so, però passavo anche io di lì».
Di nuovo nel colloquio del 4 dicembre, Massimo Bossetti si difende.
Bossetti: «Può essere che sia
passato, ma non cinque o sei volte».
Comi: «Avanti e indietro ogni
due o tre minuti!».
B.: «Impossibile Marita».
C.: «Si vede che sei passato, e
sei tornato indietro, a fare sei
tornato indietro?»
B.: «Può essere che sia passato, ma che c... ne so?»
C.: «Avanti e indietro ogni
due o tre minuti? Ma possibile
che non ti è venuto in mente
niente di cosa hai fatto quel giorno?».
Sempre nell’interrogatorio
del 4 dicembre i coniugi tornano
sull’argomento.
Comi: «Però capisci che c’è
qualcosa che non va, ok?»
Bossetti: «Eh! ma come faccio io a sapere... in quel momento dove passavo, se passavo? Mi
Porta a Porta: il legale
chiese forte somma
per intervista a Marita
che Marita potrebbe rilasciare in
tv a «Porta a Porta». Nadia: «L’unica condizione che vogliono per
dargli anche un po’ di soldi è che
ci sia lei (Marita, la moglie di Bossetti,ndr) e lei non ci vuole andare». La madre: «Ma dopo “Gente”
(allude a un’intervista rilasciata in
precedenza al settimanale,ndr)
può prendere ancora? Il contratto
cosa dice?». Nadia cerca di spiegare perché Marita non vuole andare in tv: «No, perché ha detto che
ne ha fatta una e basta, gli danno
probabilmente 100 (centomila
euro, ndr)».
Ieri la trasmissione di Bruno
Vespa ha affidato una nota all’Ansa: «Non è costume di Porta a Porta pagare interviste a persone
coinvolte in fatti di cronaca». Il
VITTORIO ATTANÀ
«La sicura presenza di
Bossetti Massimo nella zona circostante il centro sportivo di
Brembate Sopra proprio nei momenti cruciali dell’uscita di Yara
dalla palestra viene oggettivamente dimostrata dall’analisi
dei filmati relativi alle telecamere insistenti sulla zona e acquisiti al tempo della scomparsa della
ragazza». Gli inquirenti non
hanno alcun dubbio e lo mettono per iscritto nell’informativa
con cui hanno chiuso le indagini
sul muratore di Mapello: il furgone ripreso la sera del delitto
è quello dell’indagato e si aggira
attorno alla palestra per un’ora,
dalle 17,42 alle 18,47, per poi ricomparire un’ora dopo, alle
19,51, quando forse il delitto si è
già consumato. Non uno, non
due, ma ben 14 passaggi del furgone di Bossetti (i 13 elencati nel
grafico qui accanto, più uno in
via Rampinelli) sono documentati dalle registrazioni di quattro
telecamere: quella della stazione
di servizio Shell davanti al centro sportivo, quelle di due aziende in via Caduti dell’Areonautica
(la via che dalla palestra conduce
verso Locate-Mapello), e quella
C’è un’altra polemica
che si innesta nel caso Bossetti:
quella relativa all’ipotesi che vi
siano state trattative per far rilasciare interviste televisive alla
moglie Marita dietro compenso
economico «come le avrebbero
chiesto gli avvocati – si legge nell’informativa dei Ros – per poter
recuperare soldi da utilizzare nell’attività difensiva».
È il pomeriggio del 19 settembre 2014 quando una cimice capta
all’interno dell’auto del cognato di
Bossetti, Agostino Comi, una conversazione fra quest’ultimo, la
moglie Nadia e la mamma di lei.
Parlano di una possibile intervista
Il furgone con il quale Massimo Bossetti ha girato attorno al centro sportivo
sarei ricordato anch’io».
C.: «Ho capito Massi! Ma se
mi dicono sì! È il tuo! Vuol dire
che sei proprio dentro... ok?».
B.: «Ma ci dev’essere anche
qualcosa che dimostra perché io
passavo di lì, sicuramente!».
Sulla giornata e in particolare
la serata del 26 novembre Bossetti non è mai riuscito a fornire
una versione convincente per gli
inquirenti. Ma dai colloqui in
carcere emergono anche tutti i
dubbi di sua moglie. Nel colloquio del 20 novembre il muratore spiega alla donna di ricordare
che quel pomeriggio il suo tele-
fono si era spento perché scarico.
Comi: «Come fai a ricordati
di quello, e non ti ricordi dov’eri?!?»
Bossetti: «Io mi ricordo che
ho salutato il Massi (un amico,
ndr) ok?»
C: «Vuol dire che ti ricordi
quel giorno lì di novembre?»
B.: «Certo che mi ricordo, l’ho
detto anche a Salvagni! (l’avvocato difensore, ndr)».
E ancora Marita: «Ti ricordi
questi piccoli particolari e non
ti ricordi un giorno? Non coincide Massi!». Insiste: «Però hai
capito, riesci a girare di là tre
quarti d’ora, è tanto capito? Non
puoi girare tre quarti d’ora così,
a meno che non aspettavi qualcuno!». E ancora: «Non mi hai
mai detto cosa hai fatto quella
sera! Quel giorno, quella sera! Io
non mi ricordo a che ora sei venuto a casa, non mi ricordo!».
Marita insiste anche nel colloquio del 17 gennaio: «Cosa
passavi a fare ogni cinque minuti?». La risposta di Bossetti:
«Lascia lavorare loro (gli inquirenti, ndr), loro sapranno la risposta». 1
tazioni tra i parenti di Bossetti e
di sua moglie si è parlato della
eventualità che il programma
avrebbe pagato per un’intervista,
ha informato il magistrato di come si sono svolti realmente i rapporti con l’avvocato Salvagni. Riferiremo di questi rapporti anche
all’Ordine degli Avvocati di Como
per le verifiche necessarie», prosegue la nota, che si conclude così:
«Va ricordato che pochi giorni dopo la signora Bossetti è stata intervistata da Matrix».
La risposta di Salvagni è secca:
«Non ritengo di dover replicare a
notizie che non abbiano valore
processuale, peraltro destituite di
fondamento alcuno». 1
L’avvocato Claudio Salvagni
comunicato del programma di
Rai1 ricostruisce così i fatti: «Dopo
l’intervista concessa dalla moglie
di Bossetti al settimanale Gente
la redazione di Porta a Porta ha
contattato i legali di Bossetti per
chiedere un’intervista alla moglie
Marita e al legale stesso. Dopo una
lunga trattativa in cui mai si è parlato di compensi, il legale, al momento di definire le date di questa
partecipazione, ha chiesto una
fortissima somma di denaro sulla
quale non è stata aperta alcuna
trattativa economica. Non è costume della nostra trasmissione
pagare interviste a persone coinvolte in fatti di cronaca e mai ciò
è stato ventilato ai protagonisti».
E ancora: «Appena la redazione ha appreso che nelle intercet-
«Cycling for Armenia»
Apre la prima sala operatoria
Una bicicletta di inestimabile
valore come riconoscenza per un gesto
benefico di elevato spessore.
Così il ciclista Ivan Basso, presente ieri a Le Due Torri di Stezzano,
ha voluto rendere onore a Francesco Camporese di Venezia che ha
partecipato alla raccolta fondi per
il progetto Cycling for Armenia,
l’iniziativa benefica intrapresa da
Eos Onlus in collaborazione col
primario del reparto di Chirurgia
maxillo-facciale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII Antonino Cassisi che si propone di costruire un
reparto di chirurgia maxillo-facciale infantile a Yerevan (Armenia). Il vincitore è stato estratto a
sorte tra tutti coloro i quali hanno
voluto donare anche solo pochi
euro per questa ambiziosa avventura: come premio il vincitore del
Giro d’Italia 2006 e 2010 gli ha
consegnato la bicicletta della sua
nuova squadra, la Tinkoff-Saxo
del campionissimo Alberto Contador. «Non ci ho pensato due volte a rendermi disponibile – ha detto Basso col solito volto disteso e
l’animo gentile – perché ho visto
da vicino la passione e il duro lavoro del dottor Cassisi, che merita il
supporto di tutti noi corridori».
Ivan Basso ha ricordato a Francesco che il premio prevede anche
un’uscita d’allenamento insieme
Ivan Basso ieri a Le Due Torri per donare la sua bici FOTO BEDOLIS
a lui, facendo accendere un sorriso
ancor più emozionato sul suo volto: «Ho corso in bicicletta da giovane – ha spiegato il veneto – poi
per motivi di studio e lavoro ho
dovuto abbandonare l’attività, ma
il ciclismo ce l’ho nel cuore e sicuramente non perderò occasione
per sfruttare questa bicicletta così
preziosa e una pedalata con un
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V. A.
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campione come Ivan».
Alla consegna erano presenti
anche il corridore bergamasco
Alessandro Vanotti – uno dei più
attivi nel progetto – e don Andrea
Pedretti – curato di Martinengo e
rappresentantediEosOnlus–che
ha spiegato: «Proprio stamattina
(ieri ndr) abbiamo raccolto 5 mila
euro, che ci serviranno per il tavolo operatorio. Per raggiungere
l’obiettivo dobbiamo arrivare a
500 mila: sono tanti ma stiamo
trovando sulla nostra strada tanti
gregari preziosi». Al momento la
cifra complessiva è di 50 mila: «Un
traguardo importante – ha spiegato Cassisi – che ci consentirà, per
fine aprile, di aprire la prima sala
operatoria». 1
Federico Biffignandi