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Corriere dell'Alto Adige - TRENTO sezione: 1ACULTURA - data: 2008-05-31 num: - pag: 19
categoria: REDAZIONALE
Restauro La galleria tornerà in attività il 17 gennaio, centenario del movimento, con
un caffè artistico
Riapre «Casa Depero», inno al Futurismo
La nuova sede del museo a Bolzano, una sede di Manifesta che promette di restare al Trentino
come luogo permanente per l'arte contemporanea, e ora la Casa d'Arte Futurista Fortunato
Depero che annuncia la riapertura per l'inizio del prossimo anno dopo un lungo periodo di
restauro: indubbiamente in regione l'arte è di casa. Dopo il periodo d'oro degli anni Ottanta e
Novanta che ha visto il nascere di strutture come Mart, Museion, Galleria Civica di Trento e
Ar/ge Kunst, la regione infatti sta dimostrando di essere continuamente in corsa e di sapersi
rinnovare con energia. In questa atmosfera già forte e variegata, l'annuncio della riapertura
della «casa del mago» squilla comunque come un assolo ineguagliabile vista l'unicità di questo
esperimento del genio futurista.
L'inaugurazione dell'edificio restaurato — a cura dell'architetto Renato Rizzi e ad opera del
comune di Rovereto e del Mart — è fissata per il 17 gennaio 2009, nel centenario del primo
manifesto futurista e a cinquant'anni esatti dall'apertura ufficiale del '59, avvenuta un anno
prima della morte di Depero e un paio d'anni dopo che aveva cominciato a lavorare a questo
progetto. La casa d'arte è però un'idea che l'artista ha portato avanti fin da dall'inizio. È alla
fine degli anni Cinquanta che il Comune di Rovereto ha concesso l'edificio di via della Terra per
farne la sua galleria museo, ma Depero già nel '19 ha fondato la Casa d'arte futurista. Voleva
uno studio dove creare i suoi arazzi, i cartelli pubblicitari, i mobili, ma, soprattutto, era la
summa di tutto il pensiero futurista, di una rilettura dell'universo, di un'arte totale, di una
creatività non solo visiva ma propria di tutti i campi del vivere. Qui si sono dati appuntamento
nel '22 i suoi amici artisti. Arrivano per due veglie, a cui partecipano anche gli altri oriundi
trentini Baldessari e Melotti. Protagonisti di questi happening le parolibere e i
costumi-locomotive con l'idea di un corpo e una parola che debbono correre veloci come treni.
È l'anno in cui Depero ha realizzato la personale al Winter Club di Torino preceduta da un
lancio di inviti sopra la città dall'aereo pilotato da Fedele Azari: aveva appena inventato una
nuova forma di pubblicità, totalizzante, prima dell'avvento della comunicazione di massa.
La rinnovata Casa d'arte Futurista sarà entrambe le cose: museo e laboratorio creativo. Ai
piani superiori potrà finalmente ospitare gli arazzi di grandi dimensioni.
Altri spazi saranno invece dedicati all'esperienza unica negli Stati Uniti, visto che Depero è
stato il solo futurista a lavorare e ad avere successo nella metropoli per eccellenza che era New
York, simbolo di tutta quella modernità e quella velocità tanto osannate dal gruppo. Ci sarà
anche spazio destinato alla produzione artistica; così nell'ottica di Gabriella Belli che cura il
progetto museografico c'è la volontà di posizionare un telaio. A rendere Casa Depero luogo di
ritrovo dell'ambiente artistico potrà essere la caffetteria che aprirà sulla corte interna creata
dalla fusione dell'originale edificio con quello adiacente per poter ospitare le strutture di
servizio. Ahinoi l'atmosfera non è più così rovente come in quegli anni; ora tutto è talmente
veloce che si aspira alla calma. Ma non preoccupiamoci delle contraddizioni e dei tempi
cambiati. Per Depero il futurismo significava innanzitutto libertà: libertà dagli schemi, dalle
divisioni fra le arti, dalle tradizioni del passato, ma anche libertà di creare un museo futurista
in un edificio medievale in centro alla cittadina. Nulla lo condizionava, nemmeno le pareti
dell'antico banco dei pegni che oggi sono state ripensate.
M. R.