petrolio - Denis Riva

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petrolio - Denis Riva
n.09
mensile di economia
attualita'
e cultura
nov 2012
p et r o l i o
In copertina Avvocato di Denis Riva
Un mese con_ p. 12
Economix_ p. 20
> Per realizzare un matrimonio da
sogno ci vogliono fiori, nervi saldi
e tacco dodici
> Solidarietà? Un affare per tutti!
Nuove prospettive nel rapporto
tra imprese e mondo no profit
Virna Modena
e Morena Martini
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
PREZZO 3 €
www.imprenditori.it
C’erano una volta
le donazioni
petrolio
Avvocato
Denis Riva
2011
Futuribile_ L’azienda inglese Air Fuel Synthesis ha
sviluppato un progetto per produrre petrolio dall’aria
e dall’acqua, trovando un buon numero di finanziatori.
COLORE
È generato dal lievito
madre, ovvero l’acqua
in cui l’artista lascia
macerare i pennelli.
Lievito madre e pastello su
carteggio notarile antico
cm 30x21
Immagine e parola. Inscindibili,
avviluppate nello stesso concetto,
nutrite da un inesauribile lievito
madre, che è l’acqua in cui Denis
macchie
Il colore viene versato sulla
carta e poi direzionato per
suggerire la figura.
Riva lascia macerate i pennelli,
ma anche il fluido di un bacile di
pietra, in cui si sciolgono presente
e passato, idee turbinanti e
frammenti scomposti di un tempo
che fu. Centrale nella ricerca
dell’artista emiliano è, infatti,
il tema della memoria, che si
esplica nella poetica del recupero
(carte antiche, lastre da incisione,
pennelli consunti, etc.) e nel gusto
per la catalogazione, ossia la
trasposizione di ogni nuova serie
di opere in un oggetto stampato,
che potremmo facilmente
immaginare «nella vetrina di una
vecchia libreria inglese». Uno
sguardo al passato per leggere
il presente, attraverso ricerche
che propongono un’analisi lucida,
«Fin da bambino
ho sempre
immaginato
cose osservando
le macchie di
olio o di benzina
sull’asfalto, anche
le muffe nei muri
o gli intonaci
rovinati»
a volte tagliente, della società
contemporanea. È questo il caso
dell’opera di copertina, parte
dei Carteggi dal Regno d’Italia,
in cui avvocati, notai, pretori,
giudici, procuratori e conservatori
prendono corpo dalle loro stesse
carte, per esserne poi fagocitati.
CARTA
È antica, recuperata da carteggi
di avvocati, notai e pretori del
Regno d’Italia.
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petrolio
intervista
Denis Riva
Rapporto con la natura, recupero compulsivo, sperimentazione senza sosta. Pittura, disegno,
incisione e installazione: tanti linguaggi che confluiscono in un unico percorso di ricerca,
che odora di libro antico e di bosco, ma stringe sul contemporaneo. Senza compromessi
di Chiara Serri
I
Nato_
1979 a Cento (FE)
Vive e lavora_
Tra Palata Pepoli (BO) e Follina (TV)
Studi_
Istituto d’Arte Dosso Dossi,
Ferrara
Mostre personali_
- Il senso onirico dell’esistere
(Valente Arte Contemporanea,
Finale Ligure, 2010);
- Le semeur (Loft Gallery, Corigliano Calabro, 2011);
- Cartomane seriale vulcanizzato (Galleria D406, Modena,
2012).
Progetti_
The Others Fair, Torino, 9-11
novembre 2012.
Galleria di riferimento_
D406, Modena
Sito web_
www.denisriva.com
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IMPRENDITORI nov 2012
l petrolio non è un topos artistico
ricorrente. Ma questa sostanza potrebbe richiamare la poetica della
macchia che caratterizza la tua opera...
Fin da bambino ho sempre immaginato
cose, osservando le macchie di olio o di
benzina sull’asfalto, anche le muffe nei
muri o gli intonaci rovinati. Con lo stesso concetto analizzo e studio le macchie
che creo, versando il mio lievito madre
sulla carta. Direziono e sovrappongo le
colature per creare immagini, a partire
dall’acqua in cui faccio macerare i pennelli. Un liquido prezioso, che non lascio
mai esaurire e rigenero continuamente. Al di là della macchia, devo dire che
il petrolio non ha nulla a che fare con il
mio stile di vita, rivolto costantemente al recupero. Un pensiero quotidiano
paragonabile a quello di una formica. Il
petrolio, invece, è lo schifo che ricopre la
terra e gonfia di miseri soldi gli eterni
malvagi dei quali tutti siamo schiavi. Me
compreso, purtroppo.
Nella tua ricerca lo scarto viene portato a nuova vita, dalle carte antiche
ai pennelli consunti, che confluiscono
tutti nell’installazione che Non è da
annaffiare. Di cosa si tratta?
Quanto è affascinante lo scarto! Da
sempre lavoro, ricerco e recupero carte antiche, perché più reali. Molte delle
mie collezioni sono realizzate su vecchi
carteggi o vecchi libretti di lavoro. Per
me la carta è sacra, così come i pennelli in pensione, che vanno a comporre
delle piante che crescono con il passare
del tempo, ma che, appunto, non sono
da annaffiare…
Negli ultimi anni ti sei avvicinato all’incisione. L’idea del recupero è centrale
anche in queste nuove opere?
Un paio di anni fa ho conosciuto lo
stampatore fiorentino Lorenzo Bencini,
che ha avuto voglia di dialogare con me
e di perdere tempo su alcuni progetti.
Da quel momento, carico di idee, ho iniziato a fare sperimentazioni in ambito
calcografico, lavorando sul retro delle
lastre utilizzate da altri artisti, sulle
micro incisioni o sulle molteplici battute con lastre ritagliate. Un percorso
romantico che mi tiene legato al passato e mi fa incontrare persone interessanti.
Le tue incisioni all’acquaforte, come
spesso accade alle tue opere, sono
raccolte in un libro (Alieni di pianura, Logos Edizioni, 2011) Com’è nato
il progetto? Adoro e odoro i libri; credo che siano una parte fondamentale
per comprendermi. Mentre realizzo una
collezione penso già a come trasformarla in un oggetto stampato, perché
desidero catalogare ogni mio ciclo. Alieni di pianura è una raccolta di incisioni
con brevi racconti, un piccolo volume
che, per grafica, illustrazioni e carta, si
potrebbe immaginare nella vetrina di
una vecchia libreria inglese.
Progetti in cantiere?
Mi è un po’ difficile parlare in modo
sintetico dei miei cantieri (ride, ndr). Ho
sempre lavorato contemporaneamente
a molti progetti. Ultimamente passo da
grandi ritratti di animali a disegni rea-
Nella pagina a fianco: Denis Riva.
In questa, dall’alto: “Non è da
annaffiare” (pennelli in pensione e vaso
di vetro, 2011); “Giorno libero” (42x29,7
cm, lievito madre, china e pastello su
vecchio carteggio notarile, 2011).
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petrolio
lizzati tamponando il mio pavimento,
ad assemblaggi di legno e sovrapposizioni di timbri o caratteri mobili che
diventano immagini, fino alla progettazione di sciarpe multiuso... La mia
ricerca è un continuo senza fine.
acquaforte
Tecnica calcografica indiretta
nata nel Medioevo per decorare
le armi. Resa celebre da Dürer,
Parmigianino e altri autori
rinascimentali, è stata praticata
con continuità nei secoli passati,
fino al ‘900 di Picasso, Chagall
e Morandi. La tecnica classica,
oggi oggetto di sperimentazioni,
prevede la morsura di una lastra
di metallo, per ricavare immagini
da trasporre su un supporto
generalmente cartaceo.
Dove potremo vedere le tue opere?
Il posto migliore per vedere le mie opere, come dico sempre, è il mio studio.
Con la Galleria D406, che mi rappresenta, parteciperò alle fiere di Torino
e di Parigi. Nel 2013 terrò, inoltre, due
personali allestite presso la Galleria il
Carbone di Ferrara e la Galleria GourBenforti di Bastia, in Corsica.
Da qualche giorno hai uno studio tutto nuovo in Valdobbiadene. Oggi un
artista può vivere lontano dai centri
riconosciuti dell’arte senza precludersi opportunità importanti?
Ho vissuto per trentatre anni in quello
che chiamo Ganzamonio, il triangolo
bermudale-emiliano delimitato da Bologna, Modena e Ferrara. Non penso di
essermi precluso opportunità importanti solo perché il mio studio era a
Palata Pepoli, un piccolissimo paese
in campagna. Ho avuto la possibilità di
lavorare e di proseguire nel mio percorso. E quando mi va, vado in città.
Dopo anni di ricerca, ho trovato un posto che forse riuscirà a esaudire i miei
desideri lavorativi e di vita. Così ora
sono davanti al camino di una casa su
una collina, in alto Veneto. Scendendo
a piedi per uno stradello circondato dal
bosco si arriva nel mio nuovo studio,
che condivido con MimiCoco Design, in
una specie di Combo Magic.
Oltre che artista sei anche sassofonista dei Trabant Mobil e hai recentemente partecipato a una mostra dedicata a Michelangelo Antonioni. Come
convivono le tue diverse passioni?
Ho sempre cercato di far convivere e
mantenere forti dentro di me le passioni più grandi, come la musica e il
cinema. È stato dunque inevitabile
che le ricerche trovassero punti di incontro, come nel caso di Timbrologie
Occulte Non Sostituibili, una performance dove si fondono istinto, ritmo
e immagine.
In questa pagina, dall’alto: “Scoiattolo” (115x185 cm, acrilico,
pastello e carta su legno, 2011); “Mutazione in corso” (160x120
mm, incisione all’acquaforte e puntasecca, 2011) e “Spedizione
lunare” (14,5x22,5 cm, acrilico, pastello, penna e pavimento su
scarto di passepartout, 2011). A fianco: “Esce dall’acqua una volta
ogni cento anni” (80x103 cm, acrilico e pastello su carta, 2010).
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