Circolare n. 185_1516 27 Gennaio -Giorno della memoria.

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Circolare n. 185_1516 27 Gennaio -Giorno della memoria.
L I C E O S C I E N T I F I C O S T A T A L E D’ A L E S S A N D R O – BA G H E R I A
Circ. n. 185
Bagheria lì 22-01-2016
Ai Docenti
Agli Studenti delle classi
Seconde-Terze-Quarte-Quinte-1°D
Al Sito
Oggetto: 27 Gennaio- Giorno della memoria
Come da consolidata tradizione, ai sensi della legge n°211 del 20 Luglio 2000, la nostra
Scuola celebrerà il “Giorno della memoria” della Shoah presso l’AUDITORIUM del
Liceo con le seguenti modalità:
LUNEDI 25 Gennaio proiezione del film”Vento di primavera” di Rose Bosch:
dalle ore 8,30 alle ore 10,30-------Classi 1°D- 2° A-B-C-D;
dalle ore 11,00 alle ore 13,00------ Classi 2° E-F-G-H-I-L.
MARTEDI 26 Gennaio, proiezione del film” In Darkness di AGNIESKA HOLLAND:
dalle ore 8,25 alle ore 10,50------- Classi 3° A-B-C-D;
MARTEDI 26 Gennaio,proiezione del film” Hannah Arendt” di Margarethe Von
Trotta in lingua italiana:
dalle ore 11,10 alle ore 13,00------Classi 4°A-B-C-D-E-F-G.
MERCOLEDI 27 Gennaio,proiezione del film” In Darkness di AGNIESKA
HOLLAND:
dalle ore 8,25 alle ore 10,50------- Classi 3° E-F-G-H.
MERCOLEDI 27 Gennaio, proiezione del documentario ” I fantasmi del Terzo Reich”
di Claudia Sobral e Tommaso Valente:
dalle ore 11,10 alle ore 11,55---------Classi 5° A-C-D-E-G;
dalle ore 12,00 alle ore 12,45---------Classi 5° B-F-H-I.
Si invita, altresì, la comunità scolastica a rispettare gli orari e assumere un comportamento
corretto durante la proiezione dei film e del documentario. Si confida, a tal fine, in una
sentita collaborazione da parte dei docenti.
N.B.: gli alunni, al termine della proiezione, rientreranno in classe per continuare le
attività.
Si allega scheda didattica ....
L’assistenza è affidata ai docenti secondo il loro orario di servizio.
Con il coinvolgimento dei Consigli di classe, in particolare dei docenti di Lettere e
Filosofia, giorno 27 Gennaio, con modalità del tutto autonome, si riserverà un’ora di
lezione all’approfondimento,alla riflessione e al dibattito sul tema, per dare una più
significativa valenza formativa all’attività.
La coordinatrice del Dipartimento
di Storia e Filosofia
(Prof.ssa Giuseppa Scardina)
Il Dirigente Scolastico
(Prof. Pietro Rammacca)
VIA S. IGNAZIO DI LOYOLA – 90011 BAGHERIA (PA) – Cod. Min. PAPS09000V – c.f. 81003210820
TEL +39 091962583 – FAX +39 091961119 http://www.lsdalessandro.it – e-mail:[email protected]
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Vento di primavera
(La rafle ♥ di Rose Bosch)
LA TRAMA DEL FILM:
Francia, luglio 1942. Nella Parigi occupata dai nazisti migliaia di famiglie ebree, si spostano nel
sommesso quartiere di Montmartre. Il rastrellamento passa al setaccio tutta Parigi e si
ritroveranno ammassati nel Vélodrome D'Hiver; poi il dolore, le umiliazioni, il calvario del campo
di concentramento francese di Beaune-La-Rolande dove, tuttavia, qualche anima buona proverà
a
sollevare
la
testa
dalla
melma
e
a
spendersi
in
loro
favore.
Parigi, estate 1942, la Francia è sotto l'occupazione tedesca. Gli ebrei vengono prima costretti a
portare la stella gialla, poi vengono allontanati da ogni luogo pubblico, dal loro impiego, dalle
scuole. Nel quartiere di Montmartre vivono molte famiglie ebree tra cui quella di Joseph, 10
anni. La situazione peggiora di giorno in giorno e la città si divide: alcuni cercano di proteggere e
aiutare i loro vicini semiti, altri li insultano e li deridono. Nella notte tra il 15 e il 16 Luglio, il
destino degli ebrei di Parigi cambia per sempre: in seguito ad un accordo tra Hitler e il generale
Pétain, migliaia di ebrei, tra cui anche Joseph e la sua famiglia, vengono condotti al Vélodrome
d'Hiver, dove restano per giorni senza acqua, senza servizi igienici e con pochissimo cibo. Ad
aiutarli pochi parigini coraggiosi come l’infermiera Annette Monod e i pompieri che non solo li
dissetano con gli idranti, contravvenendo agli ordini, ma accettano di consegnare in segreto
messaggi per parenti e amici. Deportati al campo di concentramento Beaune-la-Rolande, ancora
in territorio francese, gli ebrei conservano la speranza e soprattutto le famiglie sono ancora
insieme. Ma un mattino Joseph e gli altri bambini vengono separati dai genitori. Dopo l'invasione
della Francia da parte delle truppe tedesche, Hitler ha deciso di procedere allo sterminio di
massa e vuole che il governo di Vichy gli procuri dalla sola Parigi almeno 20.000 dei 25.000
ebrei residenti. I suddetti verranno dapprima condotti in campi di raccolta e poi, una volta
ultimati i lavori per i forni crematori nei lager, avviati a morire. Il maresciallo Pétain aderisce
senza difficoltà alla richiesta e la notte del 16 luglio la retata si svolge. Tredicimila uomini, donne
e bambini ebrei vengono prelevati dalle loro abitazioni e portati nel Vélodromo d'Hiver, prima
tappa del loro calvario.
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In Darkness
In Darkness” racconta la storia vera di Leopold Socha, operaio del sistema fognario e
ladruncolo a Lvov, nella Polonia occupata dai Nazisti. Dopo essersi imbattuto in un
gruppo di ebrei nelle fogne della città, Socha accetta di nasconderli per denaro. Quello
che inizia come un mero accordo “economico” prende, però, una piega inaspettata. Tutti
dovranno trovare un modo per scampare alla morte nei 14 mesi vissuti in un continuo stato
di allerta.
Polonia, Lvov nel 1943, sotto l’occupazione nazista: il debole opprime il più debole, il
povero ruba al meno povero. Leopold Socha, operaio nelle fognature e ladruncolo, si
industria per sbarcare il lunario e mantenere moglie e figlia. Il suo amico Bortnik, un alto
ufficiale ucraino, avanza la promessa di una vita migliore: tutto quello che Socha deve fare
è trovare gli ebrei nascosti nelle fogne. Dopotutto, nessuno conosce il sistema meglio di lui
che lo utilizza per nascondere la refurtiva. Ben presto Socha si imbatte in un gruppo di
ebrei che vuole nascondersi nelle fognature per tentare di fuggire all’imminente
rastrellamento del ghetto. I fuggiaschi gli offrono denaro in cambio di protezione. Sebbene
Socha sia pienamente consapevole che aiutare un ebreo potrebbe voler dire fucilazione
immediata per lui e la sua famiglia, considera la proposta come un modo per ottenere soldi
facili, così stringe un accordo. Nel gruppo Mundek Margulies non si fida per niente di lui.
Ciononostante, quando i Nazisti battono in perlustrazione, Socha aiuta gli ebrei, tra cui due
bambini, a rifugiarsi nelle fogne. Iniziano le difficoltà per Socha, che deve fugare i sospetti
di Bortnik sempre più convinto che l’amico abbia un segreto. Socha valuta la situazione: da
una parte il denaro (non sufficiente) che riceve, dall’altra la minaccia di morte certa per lui
e la sua famiglia. Sopraffatto dalla pressione, decide di abbandonare il gruppo al suo
destino.
Tuttavia, capita qualcosa di assolutamente imprevisto. Socha salva la vita di Mundek
aiutandolo a uccidere un miliziano ucraino e, imbattutosi nei due bambini che vagano senza
meta nelle fogne, sconvolti, si rende conto che non può abbandonare queste persone.
Le prove per Socha e il gruppo sono incessanti. Una donna è costretta a partorire lì nelle
fogne con conseguenze tragiche. Mundek si innamora della giovane e risoluta Klara e
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decide di cimentarsi in una missione disperata: penetrare nell’orrore, nel cuore di tenebra di
Janowska, il campo di concentramento dove si trova la sorella dell’amata, e liberarla.
Convince Socha ad aiutarlo, salvo poi scappare dal campo costringendolo ad affrontare
rischi ancora peggiori. Inevitabilmente, i soldi degli ebrei finiscono, ma a questo punto non
è possibile tornare indietro. Socha acquista loro del cibo con i propri risparmi, li sposta da
un condotto all’altro, li protegge mentre fuori la guerra si trascina e Bortnik è vicino come
non mai a smascherarlo. E poi, la catastrofe. Un’alluvione improvvisa e devastante inonda
le fognature. Bortnik scopre l’effettivo tradimento del suo amico e Socha è costretto a un
ultimo, disperato atto di coraggio.
Genere:drammatico
Regia:Agnieszka Holland
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Titolo Originale:In Darkness
Distribuzione:Good Films
Produzione:Wojciech Danowski, David F. Shamoon, Dr. Carl Woebken,
Christoph Fisser
Data di uscita al cinema:24 gennaio 2013
Durata:145'
Sceneggiatura:Erwin Prib
Direttore della Fotografia:Jolanta Dylewska
Montaggio:Michal Czarnecki
Scenografia:Erwin Prib
Costumi:Katarzyna Lewinska, Jagna Janicka
Attori:Robert Wieckiewicz, Benno Furmann, Agnieszka Grochowska
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HANNAH ARENDT
Genere: Drammatico
Regia di:Margarethe Von Trotta
Cast principale: Barbara Sukowa, Axel Milberg, Janet McTeer, Michael
Degen, Ulrich Noethen
Tematiche: male,umanità,filosofia,Olocausto,nazismo
Scheda
La filosofa ebrea Hannah Arendt, seguendo il processo di un criminale nazista a
Gerusalemme, elabora le teorie alla base del saggio “La banalità del male” che
suscitano scalpore e aspre critiche per la loro originalità nell’approcciarsi a un tema
delicato come quello dell’Olocausto
Recensione
Il titolo del film può trarre in inganno: non siamo infatti di fronte a una vera e propria
biografia della filosofa tedesca Hannah Arendt, ma al racconto di un preciso momento
della sua vita, quello che va dal 1961 al 1964. Gli anni in cui la donna elaborò e
pubblicò “La banalità del male”, celebre opera che contiene alcune delle sue più
originali e controverse considerazioni sull’Olocausto. Il film prende le mosse dalla
cattura a Buenos Aires del criminale nazista Adolf Eichmann ad opera del Mossad e
dall’avvio del suo processo a Gerusalemme per crimini contro l’umanità. Nel 1961
Hannah Arendt, ebrea tedesca scampata durante la guerra a un campo di
concentramento francese e poi trasferitasi a New York dove vive e insegna come
docente universitaria e continua la sua attività di ricerca fino alla morte,è una stimata
intellettuale, punto di riferimento per la comunità ebraica e non solo. Per questo
motivo il noto periodico New Yorker accetta la sua richiesta di assistere come inviata
al processo che lei considerava un’occasione unica per conoscere da vicino l’origine
di quel male mostruoso che tanto dolore aveva inflitto a lei e al suo popolo.
L’immagine dell’ex gerarca nazista, accusato di essere uno dei principali responsabili
dello sterminio, è affidato a immagini di repertorio (già proposte una quindicina di anni
fa da un notevole documentario, Uno specialista - Ritratto di un criminale moderno di
Eyal Sivan) che ne immortalano l’atteggiamento impassibile dinnanzi alle accuse della
corte, dalle quali si difende sostenendo di avere solamente eseguito degli ordini dai
quali era impossibile sottrarsi: nessuna richiesta di perdono, nessun apparente
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pentimento, solo una serie di numeri e rimandi a sigle e carteggi, come se si stesse
trattando di merce e non di uomini condotti a una fine tragica. Un atteggiamento da
impiegato, quello di Eichmann, che stupisce la filosofa, che si era preparata a
incontrare l’incarnazione del male ideologico, feroce e bestiale, mentre scopre un
uomo mediocre che “se ne sta seduto nella sua gabbia di vetro, ha pure il raffreddore
e parla da burocrate. È il nulla”. Questa considerazione diventa il cardine del suo
pensiero e del lungo articolo che scriverà per il New Yorker: il male introdotto in
Occidente dal totalitarismo non è più radicale e profondo ma frutto dell’opera di gente
priva di pensiero che ha rifiutato di essere umana, non si spiega quindi con l’egoismo
di chi lo compie ma con la volontà di privare l’uomo di senso e di renderlo superfluo: la
mediocrità dei carnefici non coincide con la profonda malvagità delle loro azioni. Parte
del suo resoconto, inoltre, contiene un’aspra critica ai “capi” della comunità ebraica e
alla loro commistione con i nazisti: se gli ebrei non avessero avuto gerarchie, sostiene
espressamente la Arendt, il numero di morti accatastati nei campi di concentramento
non sarebbe stato così alto. Si tratta di concetti duri da digerire per un popolo che
ancora sentiva bruciare le ferite della Shoah e che vedeva nella posizione della donna
(già in passato criticata per la sua relazione con il pensatore Martin Heidegger)
un’assoluzione del criminale, quando invece la Arendt condannò sempre fortemente
Eichmann, ma fu solo colpevole di guardarlo da un punto di vista filosofico, senza
pregiudizi e sete di vendetta ma ponendosi delle domande per capire di più l’uomo e il
senso del male. Quando la rivista newyorkese, dopo diversi dubbi, pubblicò due anni
dopo gli articoli (che costituirono poi la base per il libro della Arendt), si levarono da
più parti dure critiche e attacchi che portarono la reporter, accusata di essere
arrogante, priva di sentimento e nemica del popolo ebraico, a dover lottare contro
amici e nemici per affermare le sue idee coraggiose e originali. Lo stile didascalico,
che pure a tratti risulta quasi eccessivo per il suo rigore, ha il pregio di affrontare con
chiarezza un tema delicato e di delineare nitidamente i tratti di una donna acuta e
risoluta (impersonata da un’ottima Barbara Sukova). E se mentre poco incisive
appaiono le finestre che si aprono sul passato della Arendt e del suo rapporto con
Heidegger,la sottile ironia che più volte affiora, specchio di un altro aspetto saliente
della donna, riesce a rendere lieve il tratteggiare un’importante pagina di uno dei più
grandi drammi della storia.
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Regia: Claudia Sobral, Tommaso Valente
Anno di produzione: 2012
Durata: 47'
Tipologia: documentario
Genere: sociale/storico
Paese: Italia
Produzione: SD Cinematografica
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di ripresa: HD
Camera: Sony EX3
Sistema di montaggio: Avid
Titolo originale: I Fantasmi del Terzo Reich
Altri titoli: The ghosts of Third Reich
Sinossi: Il documentario racconta le storie toccanti e angoscianti della seconda e terza
generazione dei Nazisti, che hanno deciso di confrontarsi con il loro passato. Storie di
persone molto differenti tra loro ma che condividono i più profondi sentimenti di colpa,
vergogna e sofferenza. Dagli individui i cui famigliari furono solamente dei sostenitori del
partito nazista a quelli imparentati con il secondo ufficiale di Hitler; tutti condividono il
medesimo desiderio di prendere le distanze dall’ideologia nazista e dalle azioni dei propri
antenati, e di liberarsi dalla colpa e dalla vergogna per qualcosa che non hanno commesso
loro. Storie incredibili di gente apparentemente comune ossessionata dai “fantasmi del
passato”. Storie di forza e di coraggio da parte di singoli individui che affrontano il proprio
passato nel tentativo di cambiare il proprio futuro.
Ambientazione: Altausse (Austria) / Auschwitz (Polonia) / Israele
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