FRANCIA Una politica per i piccoli appalti

Transcript

FRANCIA Una politica per i piccoli appalti
Anno 2008, Numero 264
17 settembre 2008
Istituto Grandi Infrastrutture
APPALTI e CONCESSIONI
Europa e Regioni
FRANCIA
Una politica per i piccoli appalti
Premessa
Uno studio recente dell’Observatoire économique de l’achat public (OEAP) rileva che la parte degli
appalti pubblici attribuita alle PMI è pari al 75%, quanto al valore numerico degli appalti, ed al 45%
quanto al valore economico complessivo di tutti gli appalti pubblici.
Inoltre, tale percentuale numerica è più accentuata per gli appalti delle autorità locali che dello Stato
(66% contro 56%).
Lo studio deduce che le PMI ottengono più appalti, ma con importi unitari minori.
Ciò significa che le PMI devono partecipare a più gare per aggiudicarsi un pari importo di appalti
rispetto alle grandi imprese.
Questo comporta un aggravio a carico delle PMI, anche se le procedure per gli appalti minori
risultano, ai sensi del Code 2006, “plus légères” e sono dette “adaptées”.
A questa situazione di relativo svantaggio delle PMI, il Code 2006 risponde non con una politica di
quote riservate, ma con il duplice criterio:
1)
dell’obbligatoria suddivisione in lotti degli appalti (art. 10 e art. 47 del Code) cui
corrisponde, per gli appalti di valore al di sotto delle diverse soglie comunitarie, una generale libertà
delle forme procedurali di attribuzione pur nel rispetto dei principi generali,
2)
di una forte responsabilizzazione delle singole stazioni appaltanti quanto alle scelte
procedurali.
In particolare, l’art. 28 del Code 2006 prevede che tutti gli appalti di forniture, di servizi e di lavori
inferiore alle soglie siano attribuiti “con una procedura adaptée”, le cui modalità sono liberamente
stabilite da parte della stazione appaltante in funzione della natura e delle caratteristiche dei bisogni
da soddisfare, del numero e della localizzazione degli operatori economici suscettibili di rispondere
nonché delle circostanze dell’appalto.
Infatti, in base all’art. 40 del Code 2006, “tutti gli appalti o gli accordi quadro di importo superiore
a 4.000 € sono preceduti da pubblicità” (1º par.).... ed in particolare (2º par.) “per gli appalti di
forniture, servizi e lavori di importo compreso tra 4.000 e 90.000 €, le stazioni appaltanti scelgono
IGI
Istituto Grandi Infrastrutture
Piazza Cola di Rienzo, 68 - 00192 Roma
tel. 06/3608481 - fax 06/36084841
[email protected] - www.igitalia.it
Anno 2008, Numero 264
17 settembre 2008
Istituto Grandi Infrastrutture
APPALTI e CONCESSIONI
Europa e Regioni
liberamente le modalità di pubblicità ‘adaptées’ in rapporto alle caratteristiche dell’appalto”
(importi e natura).
L’applicazione della procedura adaptée
La norma del Code relativamente alla pubblicità delle procedure adaptées pare sufficientemente
chiara, ma l’applicazione concreta non manca di problematicità, soprattutto nel punto della
“congruità della pubblicità”.
Ciò nonostante la giurisprudenza di supporto del Conseil d’Etat che, prendendo spunto dall’analoga
disposizione del Code 2004, aveva fissato una “soglia di riferimento” nella famosa sentenza 7
ottobre 2005 Région Nord-Pas-de-Calais, nº 278732, affermando che, “salva la possibilità di
verifica di legittimità da parte del giudice amministrativo, la persona responsabile dell’appalto è
libera di decidere di ricorrere alla procedura detta adaptée e di definirne le modalità concrete della
pubblicità”.
Tale libertà trova il limite nei principi generali della libertà di accesso, di uguaglianza di trattamento
e di trasparenza delle procedure pubbliche: ma in molti casi si palesa una libertà difficile da tradurre
in pratica per i soggetti pubblici, nonostante l’intervento reiterato della giurisprudenza, che ha
“inquadrato” tale libertà (da ultimo, Sentenza 9 luglio 2007, Syndacat Entreprises générales de
France – Bâtiment travaux publics (EGF-BTP) – che ha visto tra i ricorrenti anche l’IGI –, nº
297711).
Modalità della pubblicità
La sentenza del Conseil d’Etat nota come Louvre II, menziona la scelta di un giornale di annunci
legali quale supporto della pubblicità di un appalto di 35.000 € di materiale informatico, come
inadeguata rispetto all’oggetto dell’appalto ed inefficace rispetto alla diffusione geografica
essenzialmente regionale delle imprese interessate: la pubblicità avrebbe dovuto quanto meno
essere replicata a livello del sito internet del Consiglio Regionale del luogo di esecuzione
dell’appalto.
In un altro caso, il Tribunale Amministrativo di Mamoudzou con sentenza 2 maggio 2006 nº
0600089 Sté Réunion villes progres, ha sanzionato la stazione appaltante di Mayotte (territorio
metropolitano dell’Isola della Réunion), che ha scelto la sola pubblicità locale per un appalto
specialistico di forniture da 130.000 €.
Di fronte a queste decisioni molte stazioni appaltanti hanno optato per la soluzione più semplice:
pubblicità universale in ogni caso.
IGI
Istituto Grandi Infrastrutture
Piazza Cola di Rienzo, 68 - 00192 Roma
tel. 06/3608481 - fax 06/36084841
[email protected] - www.igitalia.it
2
Anno 2008, Numero 264
17 settembre 2008
Istituto Grandi Infrastrutture
APPALTI e CONCESSIONI
Europa e Regioni
Ma un’altra sentenza, quella del Tribunale Amministrativo di Montpellier del 14 marzo 2006, Sté
Azur BTP, ha sancito l’obbligo della pluralità delle forme di pubblicità nonchè del livello di
pubblicità, generale e locale, in rapporto all’oggetto dell’appalto e soprattutto, della necessità di
indirizzare quella generale verso un giornale specializzato nel settore, per garantirsi una pubblicità
che possa raggiungere realmente le imprese potenzialmente interessate.
Tuttavia, le varie soluzioni prospettate dalla giurisprudenza urtano spesso contro la logica propria
della procedura “adaptée” , quella cioè di contenere i costi e di semplificare gli adempimenti.
La “tecnica” dei piccoli lotti
Nel rispetto dei principi comunitari di selezione degli offerenti sulla base dei requisiti riferiti alla
totalità dei lotti costituenti l’opera, la politica dell’allotissement persegue vari obiettivi: rende
possibile applicare le regole procedurali più leggere delle procedure “adaptées” (anche se il valore
cumulato dei petits lots è superiore alla soglia di riferimento), consente di individuare operatori
economici di alta specializzazione anche se di limitata dimensione, permette di alimentare una rete
di PMI locali e di garantire risparmi di spesa pubblica.
Quanto ai requisiti da commisurarsi all’oggetto dell’appalto (petit lot), la giurisprudenza del Conseil
d’Etat è molto precisa: va rispettata per l’aggiudicazione la regola comunitaria dei requisiti riferiti
all’insieme dei lotti-mediante forme aggregative di PMI-, ma all’esecutore del petit lot-la PMI
esecutrice dell’opera- devono essere richiesti requisiti “leggeri” adeguati all’oggetto specifico del
lotto in attuazione. E le eccezioni sul punto vanno motivate: in tal senso, CE 17 nov. 2006, ANPE,
nº 290712 e CE 10 mai 2006, Sté Bronzo, nº 281976.
Quanto, poi, all’importo dei petit lots previsto dal Code, questo è fissato nel massimo in 80.000 €
IVA esclusa per gli appalti di forniture e servizi ed in 1.000.000 € IVA esclusa per i lavori, a
condizione che l’ammontare globale dei lotti non sia superiore a 5.150.000 € IVA esclusa e
l’ammontare dei petits lots non superi il 20% di tale valore.
Petit marchés e l’informatizzazione delle procedure
Parallelo allo sforzo crescente di dare applicazione al principio generale del Code 2006
sull’allotissement, la Francia persegue la tendenziale estensione della cosiddetta dematérialisation
des marchés, particolarmente estesa per gli appalti maggiori, ma diffusa pure per i petits marchés in
forza di “piattaforme” gestionali che raccolgono le istanze di varie amministrazioni e le organizzano
con programmi informatici ad ampia diffusione (come quello denominato PUMA, relativo agli
acquisti inferiori a 90.000 €, gestito dal Centre National de la Recherche Scientifique – CNRS –).
(CR)
IGI
Istituto Grandi Infrastrutture
Piazza Cola di Rienzo, 68 - 00192 Roma
tel. 06/3608481 - fax 06/36084841
[email protected] - www.igitalia.it
3