CS Buren e illy a Monumenta 2012_maggio

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CS Buren e illy a Monumenta 2012_maggio
Daniel Buren a Monumenta 2012 con illy
L’opera “Excentrique(s)” lavoro in situ, la pubblicazione “Les Ecrits, 1965-2011" e la nuova illy Art Collection
Parigi, maggio 2012. Daniel Buren è il protagonista della quinta edizione di Monumenta, a Parigi dal 10
maggio al 21 giugno al Gran Palais, con l’opera “Excentrique(s)” lavoro in situ.
illy ha collaborato alla sua realizzazione come partner del Centre National des Arts Plastiques. Lo spazio bar
all’interno della navata è stato studiato come parte integrante del progetto e l’artista ha realizzato una illy
Art Collection ideata per l’occasione. L’azienda contribuisce anche alla pubblicazione di "Les Ecrits, 19652011" edita da Flammarion, collezione che racchiude gli studi effettuati da Daniel Buren nel corso dei suoi
oltre cinquanta anni di attività.
La illy art collection creata da Daniel Buren per Monumenta 2012 - quattro tazzine in edizione numerata
limitata – ritrova l’elemento visivo scelto nel 1965 dall’artista, diventato poi ricorrente nelle sue opere:
strisce bianche e colorate in alternanza, larghe 8,7, ispirate alla stampa di un tessuto molto impiegato in
quell’epoca per confezionare tende da sole, sedie a sdraio, materassi e cuscini. Un “outil visuel” che
l’artista utilizza per ridefinire gli spazi e costringere l’occhio a creare un nuovo rapporto con il luogo e
l’oggetto.
Le quattro tazzine nere poggiano su piattini dal diametro sempre più ampio; la striscia nera al centro, come
un racconto che si svela poco a poco, lascia spazio al bianco; poi al verde, al giallo, all’arancione e al blu che
colorano il lato nascosto del piattino ridisegnando l’opera e l’ambiente di cui è parte.
E’ la seconda volta che illy e Buren si incontrano. La prima è stata nel 2004 in occasione di un altro grande
progetto pensato per gli spazi del Palais de Tokyo, allora l’artista applicò la propria cifra concettuale alla
struttura della tazzina.
Si ringrazia GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Le Moulin
Buren al Gran Palais
“Entusiasta della trasparenza e della luminosità della cupola, ma anche consapevole della sfida dettata dal
magnifico scenario” Daniel Buren ha pensato per la navata del Grand Palais un’opera che mira a far
riscoprire la struttura in una prospettiva totalmente inedita: il visitatore diventa attivamente partecipe alla
creazione del nuovo spazio e quindi dell’opera stessa scoprendo attraverso la lente dell’outil visuel le
dimensioni nascoste dello spazio, il suo potenziale invisibile, il suo passato e il suo presente.
Il risultato è quello di una dimensione sospesa nello spazio e nei colori, dove ogni sensazione è amplificata
e coinvolti tutti i sensi.
Daniel Buren
Nato nel 1938 nei dintorni di Parigi, Daniel Buren si diploma presso L’Ecole Nationale Supérieure des
Métiers d’Art di Parigi nel 1960. Già dal 1965 adotta la striscia di 8,7 cm: l’elemento caratterizzante di tutta
la sua opera che deriva da un tessuto per tendaggi molto comune in Francia e non solo. Nel 1966 è tra i
fondatori del gruppo minimalista concettuale Buren, Mosset, Parmentier e Toroni. Sin dalla sua prima
esposizione internazionale collettiva “Prospect 68”, a Düsseldorf, nonché a partire dalla sua esposizione
personale presso la Galleria Apollinaire di Milano, sempre nel 1968, utilizza insieme architettura e pittura
lavorando in situ. Nel 1986 rappresenta la Francia alla Biennale di Venezia e gli viene assegnato il “Leone
d’oro” per il migliore padiglione. Le sue opere architettoniche l’hanno portato a lavorare sui supporti più
diversi o direttamente sulle strutture sulle quali interviene. Le sue opere, quasi sempre monumentali, sono
site-specific e vengono in seguito quasi sempre rimosse. Ne rimane testimonianza grazie alle registrazioni
fotografiche o ai filmati che esegue lui stesso. Tali documenti vengono definiti “foto ricordi” e non vengono
mai esposti oppure venduti. Si limitano a illustrare testi all’interno di libri o cataloghi. Questi “foto ricordi”,
come il loro stesso nome suggerisce, non sostituiscono mai l’opera stessa. Daniel Buren ha creato in tutto il
mondo e si dichiara cittadino del luogo in cui lavora.
illy, mecenate a Parigi
A Parigi hanno preso vita alcuni dei progetti artistici che hanno segnato il percorso di illy nel mondo
dell’arte contemporanea. Prima ancora del progetto realizzato con Daniel Buren nel 2004, il Palais de Tokyo
ha ospitato le esposizioni di Louise Bourgeois “Le jour, la nuit, le jour”- in occasione del decennale delle illy
Art Collection nel 2002 - e “Nightshift” di Tobias Rehberger. Parigi ha accolto nel 2004 anche la mostra del
fotografo Sebastiao Salgado dedicata all’India nell’ambito del progetto “In Principio”: una storia di persone,
di paesaggi, di rapporto armonioso con la terra. Un viaggio fotografico alla ricerca delle radici della cultura
del caffè.
Nel 2008 Jan Fabre ha creato mille esemplari della illy Art Collection “Art kept me out of jail (and out of
museums)” in occasione dell’omonima perforamance al Louvre. L’esordio dell’attività di supporto all’arte
nella capitale francese risale però al 1994 con la partecipazione alla mostra di Marino Marini “Place
Vendome”.
Illy, le illy Art Collection, l’arte contemporanea
La filosofia che ha guidato illy all’apertura di un canale di comunicazione privilegiato con il mondo dell’arte
contemporanea si basa su un’interpretazione estesa del concetto di “cultura del caffè”. La bevanda che ci
sveglia ogni mattina è la medesima che durante il giorno assume un altro significato: incarna il puro piacere
di un rito. Lo stesso caffè che fisiologicamente ridesta i nostri sensi, si trasforma in occasione di incontro, di
dialogo, di stimolo per l’intelletto. La sua valenza è dunque fisiologica, estetica, sociale e intellettuale. Con le
illy Art collection, l’azienda triestina ha perseguito questa filosofia fino a realizzare fisicamente un oggetto in
grado di riassumere e reinterpretare la cultura del caffè. Così chi assapora un espresso illy in una tazzina
d’artista, associa nel medesimo gesto l’aroma e il gusto della miscela a un’esperienza estetica completa,
visiva e tattile, di contatto con l’arte contemporanea.
La tazzina d’artista (e in seguito anche i barattoli), arricchita dal segno grafico o concettuale è il luogo dove
si incontrano e infine si fondono i diversi linguaggi dell’universo illy: la scienza dell’espresso e la cultura del
caffè. Un progetto che in questi primi vent’anni hanno visto coinvolti oltre oltre 70 artisti.
Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovic, Jeff Koons, Bob Rauschenberg, James Rosenquist e Julian
Schnabel sono solo alcuni dei grandi maestri che hanno contribuito a questo progetto. Lo stesso Rosenquist
che ha ideato nel 1996 l’attuale logo dell’azienda, a dieci anni di distanza ha decorato un’edizione limitata
del barattolino di caffè con l’immagine della sua opera “Coffee Flavours Ideas”.
Come naturale conseguenza di questo approccio, illy ha deciso di contribuire come parte attiva alla
diffusione dell’arte contemporanea, sostenendo grandi mostre internazionali e lavorando fianco a fianco
con artisti affermati ed emergenti per la creazione di nuovi progetti.
Nel 1997 e nelle edizioni 2003, 2005, 2007, 2009 e 2011 l’azienda è stata partner in Italia della Biennale Arti
Visive di Venezia. E’ inoltre presente alle più importanti fiere e autorevoli istituzioni d’arte internazionale:
Armory Show (New York), Frieze (Londra), Arco (Madrid), Artissima (Torino), Art Forum (Berlino), SP-Arte
(San Paolo), Art Rotterdam (Rotterdam).
Per ulteriori informazioni:
Anna Adriani/Christine Pascolo, illycaffè, Tel. 040/389.0111 – Fax 040/389.0490
Alessandra Bettelli/Giulia Perani, Cohn & Wolfe, Tel. 02/20239.374/352
[email protected]; [email protected]