Approfondimento Capitolo 4
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Approfondimento Capitolo 4
CAPITOLO 4 – APPROFONDIMENTO L’IMPRONTA ECOLOGICA L’MPRONTA ECOLOGICA L’impronta ecologica (IE) è il più recente indicatore globale di sostenibilità dell’attuale sistema di sviluppo, proposto per la prima volta nel 1996 da Mathis Wackernagel – dirigente di Redefinig Progress degli Stati Uniti e coordinatore del Centro Studi sulla Sostenibilità in Messico – e William E. Rees della University of British Columbia a Vancouver (Canada). L’impronta ecologica è uno strumento di calcolo attraverso il quale individuare di quanta superficie produttiva, cioè l’area fornita dall’insieme degli ecosistemi terrestri e acquatici, una nazione necessita per produrre le risorse che consuma e per assimilare i rifiuti che essa stessa produce. Questo concetto è applicabile a ogni singolo cittadino. L’impronta ecologica è un indicatore che contrasta con quelli impiegati dai Paesi industrializzati. Questi adottano per le loro analisi socio-economiche indicatori monetari come il PIL (Prodotto Interno Lordo). Il PIL è un indicatore quantitativo e sottende l’idea che la ricchezza di un Paese è strettamente connessa con l’incremento della produzione. Le nazioni industrializzate fondano la loro economia proprio su questo principio e identificano lo sviluppo esclusivamente con la crescita finanziaria illimitata. Le risorse naturali, però, sono limitate. Lo studio delle problematiche ecologiche affrontato nei precedenti capitoli ci porta a dire che la Terra è ecologicamente un pianeta sovraccarico. Alcuni studiosi addirittura sostengono che l’attuale modello di sviluppo sta diventando autodistruttivo. Il motivo principale che giustifica il ricorso all’IE come indicatore di sostenibilità è proprio il vertiginoso aumento dei consumi energetici che da una parte garantisce il costante incremento di beni e dall’altra la produzione di rifiuti, sia urbani sia industriali. Diventa inevitabile porsi una domanda: fino a quando il “sistema Terra” potrà sostenere il modello di sviluppo adottato dai Paesi industrializzati? Come ridurre, allora, l’impatto ecologico dell’uomo sulla Terra? L’IE tenta di capire quali attività antropiche gravano maggiormente sull’ambiente e di fornire indicazioni utili per porvi rimedio. Molti analisti hanno sottolineato il fatto che l’IE è maggiore nei Paesi il cui PIL è molto alto; l’IE dei Paesi europei è doppia di quella calcolata per i Paesi in via di sviluppo (figura 1). 9,61 10 9 Figura 1 L’impronta ecologica attribuibile alle 7 regioni del mondo riferita a quella dell’intero pianeta (fonte: Manuale dell’IE 2002). ettari pro capite 8 7 6 4,97 5 3,68 4 3 2,8 2,17 2,07 2 1,36 1,37 1 0 Pianeta Africa Medio oriente C. Cavalli, Nuovo Ecologia e geopedologia, © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2012 Asia America latina America Europa Europa del Nord occidentale orientale regioni del mondo 1 CAPITOLO 4 – APPROFONDIMENTO L’IMPRONTA ECOLOGICA Carrying capacity La Carrying capacity (Cc) esprime la capacità di carico ecologico di un habitat, cioè la capacità di mantenere, per un tempo illimitato, un certo numero di organismi viventi. Quando il limite viene superato il sistema tutto si degrada. L’uomo, per soddisfare le proprie crescenti esigenze (alimentari, trasporti, abbigliamento ecc.) nel corso dei secoli ha necessariamente incrementato la sua Carrying capacity. I ricercatori sostengono che in passato, quando l’uomo era cacciatore, il rapporto uomo/ettari di superficie era di 1:100; oggi tale rapporto si è notevolmente ridotto ed è circa di 1:1. Questo significa che per mantenere una persona è sufficiente la produzione agricola di un ettaro. Le scoperte scientifiche e il progresso tecnologico fanno ben sperare anche per il futuro. Tuttavia nessuno riesce ancora a quantificare l’incremento massimo delle produzioni e, soprattutto, a determinare l’impatto che le nuove tecnologie avranno a carico dell’ambiente e dell’uomo (figura 2). L’IE diventa utile per approfondire l’analisi dei settori critici e per individuare le possibili alternative. Alcuni ambientalisti sostengono che l’uomo, per evitare di superare in modo irreversibile la propria Carrying capacity, deve imboccare la strada della decrescita. Questo concetto non sottende l’idea di un ritorno al passato ma la speranza di un futuro senza paura in cui le strategie siano comuni e riguardino energia senza petrolio, lavoro senza sfruttamento, benessere senza consumismo, ricchezza senza ingiustizia, denaro senza speculazione, partecipazione senza delega, conoscenza senza alienazione (figura 3). 160 140 120 100 80 60 40 20 140 120 100 80 60 40 20 0 0 1 2 3 4 5 periodo temporale 2 Figura 3 Il grafico esprime il concetto di decrescita: ridurre i consumi riportando il sistema naturale in equilibrio. % della Carryng capacity % della Carryng capacity Figura 2 Il grafico mostra l’andamento della Cc (linea continua) e quello dei consumi (linea tratteggiata). Con il passare del tempo la Cc aumenta per stabilizzarsi attorno a un valore (limite naturale), mentre quella dei consumi è inarrestabile. Quando i consumi superano la Cc il sistema è in sovraccarico. 6 7 1 2 3 4 5 6 7 periodo temporale C. Cavalli, Nuovo Ecologia e geopedologia, © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2012 CAPITOLO 4 – APPROFONDIMENTO L’IMPRONTA ECOLOGICA Superficie disponibile pro capite Dallo studio condotto da William E. Rees e Mathis Wackernagel si evince che ciascuno di noi dispone di 2 ettari di territorio così suddivisi: 0,25 ettari di terreni agricoli; 0,6 ettari a pascoli; 0,6 di foreste; 0,05 di aree edificate; 0,5 di aree marine (figura 4). I 2 ettari, però, non sono tutti a disposizione dell’uomo. Il 12% della capacità ecologica della Terra, secondo la Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo, dovrebbe essere preservata a garanzia della biodiversità. Ne consegue che l’uomo, di fatto, può utilizzare 1,7 ettari pro capite. Con l’attuale tasso di crescita della popolazione mondiale si prevede che nel 2050 gli abitanti della Terra saranno 9,5 miliardi e la superficie scenderà a 1,4 ettari pro capite. La superficie pro capite tende quindi a diminuire, mentre i consumi pro capite, nei Paesi industrializzati, tendono ad aumentare. L’IE dell’Italia è molto alta. Ogni italiano dispone di 1,5 ettari di superficie mentre consuma per 4,2 ettari con un deficit ecologico di 2,7 ettari (tabella 1). Questo significa che ogni italiano consuma 2,8 volte quanto potrebbe. A tale proposito Figura 4 Suddivisione della superficie disponibile pro capite. Ogni abitante della Terra attualmente dispone di 2 ettari, dei quali 0,24 riservati agli altri organismi viventi (fonte: L’IE 2000). superficie edificabile 0,05 aree marine 0,5 foreste 0,6 terreni agricoli 0,25 pascoli 0,6 Tabella 1 Deficit ecologico di alcuni Paesi. Tale valore si ottiene sottraendo all’IE nazionale quella mondiale (fonte: Living Planet Report 2008 – WWF). Paese IE mondiale IE nazionale Deficit ecologico Stati Uniti 9,4 5 – 4,4 Paesi Bassi 5,6 1,5 – 4,1 Giappone 4,9 0,6 – 4,3 Belgio 5,1 1,7 – 3,4 Germania 4,2 1,9 – 2,3 Italia 4,8 1,2 – 3,6 Canada 7,1 20 + 12,9 Brasile 2,4 7,3 + 4,9 Colombia 2,3 4,9 + 2,6 Cina 2,1 0,9 – 1,2 mondo 2,7 2,1 – 0,6 C. Cavalli, Nuovo Ecologia e geopedologia, © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2012 3 CAPITOLO 4 – APPROFONDIMENTO L’IMPRONTA ECOLOGICA Rees e Wackernagel ritengono che qualora tutti gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo consumassero quanto gli abitanti dei Paesi industrializzati occorrerebbero tre pianeti come la Terra. Qual è la nostra personale IE? Per soddisfare questa curiosità molte associazioni ambientaliste hanno pubblicato sui loro siti Internet fogli di calcolo facili da applicare. Ogni azione quotidiana contribuisce a incrementare o, al contrario, a ridurre l’IE personale. Riferendoci ai trasporti è importante sottolineare che l’IE della bicicletta è 17 volte minore di quella dell’automobile e che l’IE del treno è 5 volte minore di quella del taxi. Per il settore alimentare colpisce il fatto che l’IE della verdura e della frutta è 15 volte minore di quella della carne. CURIOSITÀ Calcola la tua impronta ecologica. Individua le caselle che rispondono al comportamento personale e somma per ogni riga i punteggi indicati. Successivamente somma tra loro i punteggi di ogni singola riga. Se il punteggio totale è inferiore a 5 l’IE è da considerarsi bassa; con punteggio 6-10 l’IE è media; con punteggio maggiore di 10 l’IE è elevata. Settori di attività Demografico Abitativo Trasporti Alimentare N. componenti del nucleo familiare Punti N. vani pro capite Punti Mezzo utilizzato Punti Consumi di carne, pesce, salumi Punti Totale punti riga 1 4 >3 4 automobile 4 ogni giorno 4 ................... 2 3 3 3 moto 3 ogni 2-3 giorni 3 ................... 3 2 2 2 tram, treno, pullman 2 ogni 4-6 giorni 2 ................... >3 1 <1 1 bicicletta, a piedi 1 > 7 giorni oppure mai 1 ................... TOTALE PUNTEGGIO ................... 4 C. Cavalli, Nuovo Ecologia e geopedologia, © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2012