Potatura e legatura - Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

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Potatura e legatura - Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Potatura e legatura tradizionale della vite:
l’archetto alla valtellinese o alla cappuccina
di Michela Badii
Tra le tradizionali modalità di potatura e legatura in Valtellina una tra quelle più ricorrenti, che si
ritrova ancora nei vecchi terrazzamenti recuperati è la cosiddetta legatura ‘alla Cappuccina’ più
conosciuta con il nome di ‘archetto alla valtellinese’.
Ieri: la legatura alla cappuccina o archetto valtellinese cadeva nel mese di febbraio/marzo, una volta
eseguito il lavoro di potatura delle piante. Così la descrive lo storico e viticoltore Diego Zoia
(pag.143):
“ 1. si lega il fusto della vite al palo di sostegno, all’altezza della curvatura (in qulache caso si fissava
una seconda volta al palo più basso). 2. Si fissava lo sperone di rinnova al fusto della vite. 3. Si
legavano in più èunti i vari fusti secondari con capo afrutto terminali, i liscè, o cò, alla struttura
orizzontale principale (…). 4. Si curvavano questi ultimi verso il filo o bastone inferiore e si fissavano
allo stesso, solitamente due volte, in corrispondenza della fine della piegatura ed al termine della
breve porzione rettilinea finale. In genere dalle 12 alle 20 legature per vite.
Nella relazione della Cattedra ambulante si sollevano dubbi sul tipo di potatura che tende a
indebolire la pianta e a rendere lo spazio poco razionale.
L’arte della legatura col salice
La legatura col salice è una dei saperi pratici più affinati e affascinanti per l’alta manualità che
richiede e che può essere spiegata solo mediante l’osservazione di chi questo gesto lo compie da
anni, come i contadini esperti. Così Zoia ne descrive i passaggi salienti:
“Si lasciava libera una adeguata porzione iniziale e più rigida del rametto; si girava quindi la parte
mediana dello stesso inotrno al tutore e ai capi a riuniti (spesso con due giri completi) e si faceva
quindi ruotare la porzione più robusta originariamente non utilizzata introno a quella più sottile, in
modo da serrare, con la necessaria fermezza, ma ‘senza strozzarli’ i due rami; si torceva infine, con
un movimento a rientro, la residua prozione robusta, fermando il tutto. I vignaioli esperti riuscivano
a superare le 20/30 viti l’ora”.
Potatura e legatura oggi
Le forme tradizionali di cura hanno subito delle progressive trasformazioni, in particolari quelle di
potatura e legatura per i problemi evidenziati già a inizio Nocecento dalla Cattedra ambulante.
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L’eccessiva lunghezza dei tralci e l’indebolimento degli stessi è stato risolto con potature e legature
più corte che hanno trasformato il tradizionale archetto alla valtellinese in un semi-archetto o in un
ibrido con il cordone speronato, forma moderna in uso in molte aree viticole europee; inoltre anche
l’altezza della pianta è stata ridotta per ovviare ai cambiamenti climatici in modo da favorire una
maggiore e più costante trasmissione del calore; inoltre al salice è stato sostituito il filo di plastica e
la pinzatrice a nastro per le operazioni di legatura (Cit. pag 146-147 Zoia).
Testi e fonti di archivio utilizzate:
Campi Cinzio, Cattedra Ambulante di agricoltura per la provincia di Sondrio, Relazione del Direttore
sulle attività del quinquennio (1906-1910; 1925)
Ligari Pietro, Ragionamenti di agricoltura, 1752 (ristampa a cura di Leoni B, Togno W., Sondrio,
Banca Popolare di Sondrio, 1988
Diego Zoia, La vite e il vino in Valtellina e Valchiavenna, L’officina de libro, 2004
Illustrazioni/Mappe storiche:
Carta storica della Valtellina 18, Istituto Geografico Militare
http://www.igmi.org/ancient/immagine.php?cod=6998
Gioia M., Statistica del Dipartimento dell’Adda, 1811
Campi sperimentali di allevamento della vite post-filossera anni ’10 in: Campi Cinzio, Cattedra Ambulante di
agricoltura per la provincia di Sondrio, Relazione del Direttore sulle attività del quinquennio (1906-1910)
Apparato fotografico dal campo per scheda sulle tecniche tradizionali:
Antico metodo di potatura e legatura (Tavola tratta dal testo di Ligari Pietro, Ragionamenti di agricoltura,
1752 (ristampa a cura di Leoni B, Togno W., Sondrio, Banca Popolare di Sondrio, 1988)
Diego Zoia, La vite e il vino in Valtellina e Valchiavenna, L’officina de libro, 2004 (foto impianto tradizionale e
legatura p. 131-132; foto vendemmia e strumenti 165-167)
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