LA NUOVA SARDEGNA LA NUOVA SARDEGNA Giù le mani dai

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LA NUOVA SARDEGNA LA NUOVA SARDEGNA Giù le mani dai
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
Rassegna stampa
Beni culturali
della Sardegna
Segni di una grande civiltà
a cura del Servizio Promozione
Testata
LA NUOVA SARDEGNA
Data
2 novembre 2010
Pagina
2
Sezione
Cagliari
Stamattina la mobilitazione di piazza organizzata da «Città Ciclabile»
Giù le mani dai ficus del Siotto
CAGLIARI. Ancora una manifestazione di protesta, ancora una volta i cittadini impegnati a difendere il verde pubblico
dall’assalto delle seghe elettriche comunali: stamani i cagliaritani chiamati a raccolta dall’associazione ‘Città ciclabile’ si
ritroveranno nella piazza di fronte al liceo Siotto, dove alcuni alberi sono stati capitozzati e il Comune si prepara a
espiantarli per fare spazio alla nuova rotatoria destinata a regolare la circolazione in entrata e in uscita dal quartiere dei
Fenicotteri, a Santa Gilla. L’assessore al traffico Maurizio Onorato ha chiarito che le piante saranno trasferite solo
temporaneamente e una volta conclusi i lavori torneranno al loro posto. Ma l’associazione non si fida. Tre giorni fa è
stata la sovrintendenza ai beni culturali a bloccare i lavori perchè nella piazzetta si trova ‘sa cruxi’ medievale, che
segnava il confine daziario della città. In un’imbarazzante autoprecisazione l’Immobiliare Europea ha spiegato - sul
giornale aziendale - che il monumento non sarà toccato e che comunque resterà a una distanza di almeno venti metri
dalla rotatoria. Quindi non dovrebbe correre rischi.
Intanto il comitato spontaneo di cittadini che difende i trentatrè ficus retusa di piazza Garibaldi dal taglio annunciato secondo le indicazioni del dirigente-agronomo comunale Claudio Papoff - ha consegnato al sindaco una petizione con
1500 firme di persone contrarie al progetto di ristrutturazione dello spazio pubblico e all’eliminazione parziale o totale
delle piante. Bocciato il progetto di rifacimento della pavimentazione con l’uso di granito e di altri materiali considerati
incompatibili con l’architettura della scuola Riva.