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Musei, collezioni e biodiversità.
La biodiversità globale
41
Il Museo virtuoso: Proposte per un archivio responsabilmente condiviso della
biodiversità globale
Alessandro MINELLI
Dipartimento di Biologia, Università di Padova, Via Ugo Bassi 58 B – 35131 Padova,
[email protected]
Le esigenze e le attese della società, da un lato, e
quel Museo Nazionale che il nostro Paese non ha
della ricerca scientifica, dall’altro, impongono al
mai avuto fino ad oggi, dapprima perché l’Italia
Museo di Storia naturale strategie divergenti. Il
non era ancora uno stato nazionale e più tardi
Museo come luogo di divulgazione, didattica e con-
perché una generosa ma tardiva ipotesi di Museo
sulenza in materia naturalistica è chiamato in modo
Nazionale
sempre più diretto a rispondere alle esigenze del
ambizioso, e per qualcuno ingombrante, fratello
territorio sul quale insiste e spesso, in maniera più
maggiore per il quale non si poté trovare una sede.
rigida e riduttiva, a quelle dell’amministrazione
Credo invece che l’indiffe-ribile progettazione e
locale dal quale dipende. Il Museo come archivio
realizzazione di un Museo Nazionale di Storia
della biodiversità, invece, appartiene alla comuni-tà
Naturale debba seguire una strada diversa, stretta-
scientifica internazionale, alla quale devono essere
mente limitata alla gestione delle collezioni
garantiti la corretta conservazione e la reperibilità
scientifiche. Una strada che porti alla costituzione
delle collezioni il cui valore documentario, anche se
di una sorta di Sopraintendenza alle collezioni
variegato, è sempre irripetibile. È possibile, e
naturalistiche, autorevole e dotata di mezzi
doveroso, riconoscere all’interno delle collezioni
adeguati, sia tecnici ed economici che normativi e
museali una scala di priorità, che si apre con il
disciplinari,
materiale tipico e prosegue con il materiale non
conservazione e fruizione delle collezioni stesse che
tipico
di
è richiesta dalla comunità scientifica. Si verrà a
l’estendersi
creare così anche un interlocutore unico e credibile
dell’informatizzazione delle collezioni e con la
attraverso il quale l’Italia potrà dialogare con i
sempre più diffusa disponibilità in rete degli archivi
grandi Musei di Storia Naturale degli altri paesi
che ne derivano, nessun esemplare può essere
europei, colmando quel vuoto di presenza che da
considerato a priori come ‘disponibile’ per usi
troppo tempo ha caratterizzato il nostro Paese in
diversi da quello documentario. Una gestione
molte utili e prestigiose iniziative internazionali.
che
è
pubblicazione.
stato
Ma
comunque
con
oggetto
responsabile di questo immenso patrimonio diffuso
richiede strumenti operativi completamente diversi
da quelli che possono invece essere idonei per la
definizione
dei
programmi
di
trasmissione
culturale. Parlare di gestione responsabile di un
patrimonio diffuso non significa però affidarsi a
(cioè, fidarsi di) quel meta-museo che gli strumenti
tecnici dell’era informatica hanno già in parte
realizzato. Significa, invece, costruire, o ricostruire,
42
concepiva
capace
quest’ultimo
di
come
garantire
un
quella
Biodiversità vegetale e collezioni d’erbario: l’esempio del Corno d’Africa
Guido MOGGI
Museo di Storia Naturale, Sez. Botanica, Università degli Studi, Via La Pira 4, 50121
Firenze, [email protected]
Le raccolte d’erbario costituiscono la base
abbastanza semplice in quanto questi materiali
fondamentale per la documentazione della
in generale sono depositati negli erbari
biodiversità vegetale. Il campione d’erbario
pubblici del territorio a cui si riferiscono.
infatti è il documento tangibile dell’esistenza
Diversa è la situazione per la flora africana (ed
di una determinata specie in un determinato
in particolare per quella del Corno d’Africa)
luogo ad una determinata data. Si possono
poiché la collocazione delle raccolte d’erbario
tuttavia
risente della storia di questi paesi, con
distinguere
documentazione:
quella
due
tipi
storica
e
di
particolare
quella
riferimento
ai
viaggi
di
recente. I documenti storici, riferibili per lo più
esplorazione del XIX secolo, al periodo
ai secoli XVIII e XIX, sono di due categorie.
coloniale,
Della prima fanno parte i campioni d’erbario di
l’Etiopia infatti quasi tutte le raccolte storiche
specie ormai scomparse dal luogo originale di
sono conservate al di fuori del territorio
raccolta o comunque la cui distribuzione è
etiopico (a Kew, Firenze, Londra, Parigi, ecc.),
variata
di
mentre quelle attuali almeno dagli anni ’60 del
significativi documenti di situazioni pregresse
XX secolo sono concentrate con prevalenza
oggi non più esistenti. Della seconda fanno
negli erbari del posto (specialmente ETH,
parte i typi, cioè i campioni “primi” utilizzati
Addis Abeba). Diversa è la situazione per la
per la descrizione di specie nuove e quindi
Somalia, dove non esistono erbari e dove
esemplari d’erbario storici, insostituibili e
l’attuale
basilari per la sistematica. La documentazione
anarchia impedisce la realizzazione di un
recente invece è costituita dai campioni
erbario locale. I campioni di piante somale
raccolti negli ultimi 20-30 anni e depositati in
infatti, sia quelli antichi che quelli recenti,
erbari pubblici: questi sono quindi lo strumento
sono tutti reperibili all’estero, specialmente
per l’identificazione della biodiversità attuale e
negli erbari europei (K, FT, UPS, P, BM, ecc.).
per la costruzione dei testi riepilogativi
Per quello che riguarda il controllo della
comunemente denominati Flore. Per quanto
biodiversità attuale attraverso l’esame di
riguarda l’Europa il reperimento sia dei
esemplari d’erbario recenti, per l’Etiopia ciò è
campioni storici che di quelli attuali si presenta
possibile per mezzo dell’erbario di Addis
nel
tempo:
si
tratta
quindi
43
ecc. Per quello che riguarda
situazione
politica
di
completa
Abeba (ETH), oggi contenente più di 80000
d’Africa, analogamente a quanto è stato
campioni, mentre per la Somalia tale controllo
effettuato per altre aree (ad es. per l’Australia).
richiederebbe lo studio di campioni sparsi in
Va tenuto presente tuttavia che la conoscenza
almeno tre erbari (UPS, FT e K). Ciò è
della flora di questi territori (specialmente
confermato dalle recenti opere di sintesi sulla
della Somalia) non è da ritenersi del tutto
flora di queste aree, che hanno utilizzato i
completa, poiché alcune aree necessitano
materiali d’erbario come strumento di base. Un
ancora di una accurata indagine floristica.
quadro completo sulla biodiversità vegetale
attuale di questi territori si potrà avere quindi
soltanto
attraverso
la
catalogazione
informatizzata di tutti i campioni presenti negli
erbari che contengono esemplari del Corno
44
Spedizioni zoologiche e gestione delle collezioni: l’esperienza del vicino ed estremo
oriente
Leonardo LATELLA
Museo Civico di Storia Naturale di Verona, Lungadige Porta Vittoria, 9 37129 Verona,
[email protected]
Il Museo di Storia Naturale di Verona è, dagli
In particolare le 15 missioni condotte in Cina
anni ’80 del secolo scorso, impegnato in
hanno visto il coinvolgimento di ricercatori di
diverse attività di ricerca nel vicino ed estremo
diversi enti di ricerca italiani e cinesi, per il
oriente. Tra le più significative si possono
lavoro di campo, e studiosi di diversi altri paesi
ricordare quelle compiute in Turchia, in India,
per lo studio dei materiali. Più di trenta
nelle Filippine, in Cina e in Pakistan. Molte
missioni di ricerca all’estero negli ultimi
delle spedizioni effettuate avevano come scopo
decenni hanno portato all’acquisizione di un
principale l’esplorazione delle grotte e lo
ingente numero di esemplari e di dati.Le
studio della fauna presente. In alcuni casi, in
modalità di acquisizione dei materiali, la
particolare per le spedizioni degli anni ’80, si è
gestione e lo studio delle collezioni, nonché la
trattato
pochi
pubblicazione dei dati, sono ovviamente
ricercatori interessati in particolare ad alcuni
diverse a seconda del paese e degli enti
gruppi animali, per molte altre si è trattato
coinvolti e sono analizzate nella presente
invece di spedizioni “multidisciplinari” e sono
comunicazione.
di
ricerche
condotte
da
spesso state programmate e realizzate in
cooperazione con diversi altri enti di ricerca
italiani ed esteri.
45
Biodiversità del Madagascar: oltre 20 anni di raccolte erpetologiche (e non solo), fra
fieldsurvey e conservazione
Franco ANDREONE
Museo Regionale di Scienze Naturali, Sezione di Zoologia, Via G. Giolitti, 36, I-10123
Torino, [email protected]
L’attività di studio della biodiversità in
quali WWF. WCS, CARE, CI e MFG, mentre
Madagascar, iniziata nel 1988 e proseguita
collaborazioni ufficiali sono state stipulate con
nell'ambito delle iniziative di ricerca della
il Parc Botanique et Zoologique de Tsimbazaza
Sezione di Zoologia del Museo Regionale di
ed
Scienze Naturale, ha portato ad una serie di
Contestualmente, l’attività di conservazione in
rilevanti risultati ad oltre 20 anni di distanza.
Madagascar fornisce una rinnovata chiave
Fra questi la realizzazione di campagne in
interpretativa dell’attività di un museo di storia
diverse aree a foresta pluviale, foresta decidua,
naturale come istituzione necessariamente
plateau d'alta quota e savana, la descrizione di
vocata alla ricerca, nonostante le ben note
29 nuove specie di Anfibi e 14 di Rettili,
limitazioni
conseguente deposito di materiale tipico e
museologiche
costituzione
tematiche
di
un'importante
collezione
il
Madagascar
che
di
National
caratterizzano
italiane.
le
realtà
L’attenzione
verso
conservazione
sfociata
nell’Iniziativa
costituisce
della
Strategy for the Amphibians of Madagascar)
collezione erpetologica del MRSN: a tutt'oggi
ed evidenzia come le spedizioni “oltre mare”
sono complessivamente 4400 i record e 231 le
organizzate da personale afferente a musei
specie riferibili ad anfibi malgasci (pari al 69%
naturalistici non siano necessariamente limitate
e al 43% dell'intera collezione), nonché 1239 i
ad aspetti di acquisizione di materiale, ma
record e 203 le specie di rettili malgasci (pari
possano diventare importanti occasioni di
al 35% e al 33% della stessa). Oltre a ciò,
sviluppo, formazione e salvaguardia della
durante le spedizioni sono stati anche raccolti
biodiversità.
cospicua
frazione
svariati esemplari di Mammiferi Tenrecidae e
Nesomyidae, nonché altro materiale zoologico.
Complessivamente sono stati 60 gli articoli
aventi per tematica il Madagascar pubblicati su
giornali internazionali
ed indicizzati.
Le
spedizioni sul terreno sono state svolte in
collaborazione con varie ONG ambientaliste,
46
(A
è
zoologica. La componente del Madagascar
una
ACSAM
Parks.
Conservation
Il ruolo del Museo Tridentino di Scienze Naturali nella documentazione, gestione delle
collezioni e dei dati, monitoraggio e conservazione della biodiversità delle foreste
montane dell'Eastern Arc della Tanzania
Francesco ROVERO, Michele MENEGON
Sezione di Biodiversità Tropicale, Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento
Da oltre un decennio, il Museo Tridentino di
banche
Scienze Naturali di Trento è coinvolto in
tassonomiche, filogenetiche ed ecologiche, con
attività
e
la forte presenza sul territorio e protratta
di
aree
attività di monitoraggio ecologico, hanno
Tanzania
che
portato allo stabilirsi di un contesto adatto allo
di
conservazione
forestali
ricerca,
della
montuose
monitoraggio
biodiversità
della
dati
e
le
svilupparsi
maggior valore biologico. Nel loro complesso
conoscenza e conservazione a lungo termine di
le
un
hanno
contribuito
in
modo
territorio.
attività
analisi
rappresentano una delle aree del pianeta a
ricerche
delle
conseguenti
Tra
necessarie
queste la
alla
consulenza
significativo alla conoscenza degli ecosistemi
scientifica per agenzie preposte alla gestione
di studio, in termini di nuove specie descritte
delle aree protette e la produzione di
(anfibi, rettili e mammiferi), meccanismi
informazioni necessarie alla pianificazione
evolutivi e biogeografici, dinamiche spazio-
d’uso
termporali
ed
Udzungwa, una delle aree più importanti del
indicatrici dello stato degli ecosistemi. Inoltre,
continente, tale approccio ha portato alla
la crescente interazione e rete di collaborazioni
fondazione
instaurata con gli enti locali, governativi e non,
monitoraggio ed educazione ambientale che è a
e con le agenzie internazionali preposte alla
tutti gli effetti una Sezione distaccata del
conservazione, hanno permesso un rilevante
Museo. Verranno presentati gli aspetti più
incremento di continuità e incisività del
rilevanti delle attività e alcuni dei risultati più
programma. Il risultato è che l’integrazione di
esemplificativi ottenuti negli ultimi anni.
di
popolazioni
minacciate
alcune delle più canoniche attività museali,
quali la ricerca, la realizzazione di collezioni e
47
delle
aree
di
una
forestali.
stazione
Nei
di
Monti
ricerca,
Alla scoperta della biodiversità: il ruolo dei naturalisti esploratori italiani dall’unità
d’Italia al primo novecento
Stefano MAZZOTTI
Museo Civico di Storia Naturale, Via De Pisis 24 – 44100 Ferrrara, [email protected]
L’Ottocento è il secolo d’oro delle esplorazioni
questo il periodo in cui vengono promosse
scientifiche sulla biodiversità, anche l’Italia,
spedizioni
soprattutto dopo la sua nascita dello stato
scienziati naturalisti di istituzioni scientifiche
unitario fu fra i protagonisti di questa epoca. In
come il Regio Museo Zoologico di Torino, il
questo glorioso periodo delle esplorazioni
Museo
scientifiche geografi, geologi, zoologi, botanici
appoggiati dalla Società Geografica Italiana. E’
ed etno-antropologi, furono accomunati da uno
anche il periodo delle grandi imprese di
spirito di conoscenza e d’esplorazione delle
circumnavigazione del globo fra le quali quelle
“Terre incognite” di un Pianeta Terra ancora
della pirocorvetta Magenta con a bordo gli
tutto da scoprire. Anche per l’Italia l’Ottocento
zoologi Enrico Hyllier Giglioli e Filippo De
è
del
Filippi che toccò tutti i principali continenti e
pensiero positivista e del colonialismo ed è
le regioni più a nord del mondo e quelle della
proprio in questo periodo che discipline in erba
pirocorvetta Vettor Pisani che effettuò tre
come l’etno-antropologia, la biogeografia,
peripli. A queste missioni ufficiali dello Stato
l’ecologia, e, nell’insieme, le conoscenze sulla
si affiancarono anche le imprese di esploratori
biodiversità, iniziano il loro lungo percorso di
e naturalisti con l’interesse e la volontà di
crescita e di sviluppo metodologico, di
incrementare le raccolte dei musei delle loro
evoluzione dei concetti e delle loro basi
città e che diedero un contribuito consistente a
teoriche. Uomini dalle diverse origini e
questo significativo momento della storia della
motivazioni
viaggi
scienza. Fra le tante richiamiamo alla memoria
straordinari in continenti inesplorati: Orazio
il viaggio in Darien ed Ecuador del naturalista
Antinori, in Eritrea ed Etiopia, Odoardo
Enrico Festa, mecenate torinese; le spedizioni
Beccari a Borneo, Elio Modigliani a Sumatra,
al Polo, al Ruwenzori e al Karakorum
Enrico Baudi di Vesme in Somalia, Pellegrino
dell’esploratore alpinista Luigi Amedeo di
Matteucci dal Mar Rosso al Golfo di Guinea,
Savoia,
Luigi Maria d’Albertis in Nuova Guinea,
dell’antropologo Paolo Mantegazza al Rio
Filippo de Filippi in India e Tibet, Giacomo
della Plata in America meridionale e Tenerife e
Bove in Patagonia, Leonardo Fea nelle isole di
la spedizione assieme al botanico ed etnologo
Capo Verde e tanti altri che dedicheranno gli
Stephen Sommier in Lapponia.
il
secolo
dell’industrializzazione,
intraprenderanno
anni migliori della loro vita alle scoperte
geografiche, naturalistiche, antropologiche. E’
48
di
che vedono fra i protagonisti
Storia
duca
degli
Naturale
Abruzzi;
di
il
Genova,
viaggio
Gli Orti Botanici italiani per la conservazione della biodiversità
Pietro PAVONE
Coordinatore nazionale Gruppo Orti botanici e Giardini storici della SBI
Gli Orti Botanici sono Musei viventi nei quali si
hanno differente gestione: 31 sono universitari e 45
realizza la salvaguardia della biodiversità vegetale.
non
Il
della
vertiginosa riduzione di molti ecosistemi naturali,
conservazione naturalistica e della salvaguardia del
causata dalle attività antropiche e dai cambiamenti
territorio attraverso diverse tipologie di intervento,
climatici,
tra le quali:
conservazione del patrimonio vegetale in-situ. Gli
loro
obiettivo
principale
è
quello
conservazione ex-situ, ricerca e
universitari
ha
(civici, regionali,
reso
impossibile
ecc.).
garantire
La
la
all’esigenza
Orti botanici, grazie all’attività di raccolta e scambi
didattica di docenti e studenti universitari, nacquero
di semi (Index seminum), sono stati individuati
i primi Orti Botanici accademici: Pisa, nel 1544;
come
Padova e Firenze nel 1545; Bologna nel 1567. Gli
Nell’ultimo decennio si sono sperimentate nuove
Orti Botanici divennero presto non solo luoghi di
strategie
studio,
di
attraverso la creazione di Banche del germoplasma.
sperimentazione e di didattica, ma anche luoghi di
Queste rappresentano uno dei migliori strumenti per
ricerca e di diffusione delle informazioni. Sin
prevenire la perdita di biodiversità genetica e
dall'inizio del 16° secolo, gli Orti botanici sono stati
garantire la conservazione delle specie a rischio di
sede di Erbari che venivano incrementati dalle
estinzione. Sedici strutture aderenti al Gruppo sono
attività di raccolta e utilizzati per lo studio e il
provviste di banca del germoplasma. Inoltre, gli
riconoscimento delle piante. Questi erbari sono un
Orti Botanici si sono sempre più specializzati in
patrimonio
valenza
attività non solo rivolte alla divulgazione scientifica
scientifica ma anche storica. Le funzioni e i compiti
attraverso l’organizzazione di incontri specifici e
riconosciuti oggi agli Orti e ai Giardini Botanici
pubblicazioni, ma anche educative rivolte alle
sono numerosi e definiti in seno all’IABG
scolareche, alla cittadinanza e ai turisti. Gli Orti
(International Association of Botanic Gardens). In
botanici stanno diventando di fatto i luoghi in cui
particolare le
l’Educazione Ambientale assume un importante
sperimentazione.
di
Per
rispondere
formazione
museale
di
finalità e
scientifica,
grandissima
i compiti degli Orti
luoghi
di
per
la
conservazione
conservazione
“Action Plan for Botanic Gardens in the European
internazionale
Union”, pubblicato nel 2000 dal BGCI (Botanic
sostenibile ponendosi, anche, come luoghi di
Gardens Conservation International). Ben 76 Orti
incontri su tematiche culturali differenti e ospitando
botanici italiani aderiscono ad un gruppo di lavoro
mostre, eventi e manifestazioni artistiche.
49
più
termine
ruolo
di
del
lungo
Botanici europei sono delineati nel documento
della Società Botanica Italiana. Queste strutture
all’interno
a
ex-situ.
Educazione
ampio
progetto
allo
sviluppo
Il Progetto VertEx - Vertebrata Extincta: primi risultati
Paola NICOLOSI1, Flavia GALLO1, Franco ANDREONE2 ,Giorgio BARDELLI3, Giorgio
CHIOZZI3, Paolo Eusebio BERGÒ4, Stefano BOVERO2 , Roberta PALA2, Marco PAVIA2, 4,
Michela PODESTÀ3, Stefano SCALI3, Carlotta BETTO1, 2
1
Museo di Zoologia Università di Padova, 2Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino,
3
Museo Civico di Storia Naturale di Milano, 4Università degli Studi di Torino
Il progetto VertEx, presentato durante il XVII
documentazione fotografica e bibliografica.
congresso
attivo
Finora hanno aderito a VertEx 20 Musei e
ufficialmente dal 2008 grazie alla sigla di un
hanno contribuito con i dati delle proprie
protocollo d’intesa triennale tra il Museo di
collezioni 8 istituti. I dati confluiscono in un
Zoologia dell’Università degli Studi di Padova,
catalogo in corso di realizzazione, già in parte
il Museo Regionale di Scienze Naturali di
consultabile
Torino e il Museo Civico di Storia Naturale di
www.vertebrataextincta.org, on line dal 15
Milano. L’intento del progetto è quello di
luglio 2010. Il sito web costituisce un
censire
minacciate,
importante strumento di divulgazione del
conservate nei musei di storia naturale italiani,
progetto, non solo per la comunità scientifica
incluse
(Unione
ma anche per il grande pubblico. Il progetto
Mondiale per la Conservazione della Natura)
valorizza il ruolo dei musei di storia naturale
Estinta (Extinct), in Pericolo Critico (Critically
italiani favorendo l’inclusione delle loro
Endangered), in Pericolo (Endangered) e
collezioni in ricerche scientifiche nazionali e
Vulnerabile (Vulnerable). Dopo avere raccolto
internazionali sul tema fondamentale della
le adesioni dei musei al progetto, attraverso
conservazione della biodiversità e rimarcando
uno specifico questionario, il protocollo di
il ruolo dei musei quali diffusori della cultura
ricerca prevede la redazione di liste di
scientifica naturalistica. In questa sede sono
esemplari appartenenti a specie inserite nelle
presentati i primi risultati della catalogazione
categorie di minaccia, secondo le Liste Rosse
per quanto riguarda le collezioni dei musei di
dell’UICN (www.iucnredlist.org) basate sui
Torino, Milano, Padova e altre sedi venete.
ANMS
le
nelle
specie
del
2007,
animali
categorie
è
IUCN
cataloghi cartacei e/o informatizzati dei singoli
musei. Per ciascun esemplare considerato
viene
raccolta
anche
l’eventuale
50
sul
sito
Il monitoraggio delle specie alloctone per la tutela della biodiversità: Le banche dati del
Museo di Storia Naturale di Venezia
Mauro BON, Luca MIZZAN, Raffaella TRABUCCO, Enrico RATTI
Museo di Storia Naturale di Venezia
è
valutazione del fenomeno e un valido supporto
attualmente considerata una delle principali
per valutazioni di carattere gestionale. Le
minacce per la biodiversità a livello mondiale,
banche dati riguardano i molluschi alloctoni
assieme alla trasformazione e alla riduzione
del Mediterraneo e le specie alloctone marine
degli habitat. La Laguna di Venezia, che
della Laguna di Venezia, i vertebrati alloctoni
rappresenta uno dei più importanti porti
del Veneto, i coleotteri alloctoni europei, con
commerciali e uno dei maggiori ambienti
particolare riguardo per l’Italia e per le
lagunari del Mediterraneo, è tra le aree
intercettazioni avvenute al Porto di Venezia.
maggiormente esposte a questo fenomeno. Per
Sono stati raccolti tutti i dati bibliografici
questo il Museo di Storia Naturale di Venezia
disponibili evidenziando, quando possibile, il
ha da anni intrapreso una serie di ricerche volte
periodo di introduzione, la prima località di
a monitorare il problema delle specie esotiche,
rinvenimento e la modalità di immissione; è
in particolare in ambito lagunare e marino
stata
costiero. I risultati ottenuti sul campo, a
tassonomica, oltre che una valutazione critica
integrazione di una grande quantità di dati
delle segnalazioni. In taluni casi, per le specie
bibliografici, sono stati raccolti e organizzati
naturalizzate, è stato possibile ricostruire le
entro banche dati che, pur se disomogenee per
tappe
ambito geografico considerato, rappresentano
provenienza alle zone colonizzate.
La
diffusione
delle
specie
alloctone
un importante strumento di aggiornamento e
51
inoltre
percorse,
effettuata
dall’area
una
revisione
geografica
di
Obiettivo Uomo. La variabilità umana nella fotografia antropologica di Paolo
Mantegazza
Monica ZAVATTARO, Maria Gloria ROSELLI
Museo di Storia Naturale, Sezione di Antropologia e Etnologia,Università degli Studi di
Firenze, via del Proconsolo 12, [email protected], [email protected]
L’Archivio fotografico del Museo di Storia
avrebbero dovuto avvicinare l’osservatore al
Naturale di Firenze, custodito presso la sezione
“carattere dell’individuo e della sua cultura di
di Antropologia e Etnologia, comprende
appartenenza”.
migliaia di immagini attraverso le quali è
prosegue con le foto di viaggio che ritraggono
possibile ripercorrere il pensiero scientifico di
usi e costumi dei popoli visitati, il modo di
Paolo Mantegazza e l’approccio allo studio
vestire e di acconciarsi, la tipologia delle
dell’uomo
ricerca
abitazioni e dei mezzi di trasporto, degli
antropologica della seconda metà dell’’800.
utensili domestici e degli attrezzi da lavoro. Le
Mantegazza fece della fotografia un metodo di
foto
osservazione e indagine della realtà umana e la
etnologiche, documenti delle diversità culturali
utilizzò
che
e delle alterità. Infine, si trovano le foto di
considerava gli aspetti fondamentali dello
studio della fisionomia e della mimica: una
studio dell’uomo: la morfologia del corpo
serie di fotografie dedicate allo studio dei tratti
umano, le differenze tra le popolazioni, le
somatici
funzioni degli organi e le facoltà psichiche.
considerate espressione dell’interiorità, dei
Nell’anno della biodiversità, che coincide con
sentimenti e delle emozioni. La mostra,
il centenario della scomparsa del grande
intitolata “Obiettivo Uomo”, rappresenta un
antropologo, il Museo di Storia Naturale di
importante strumento di divulgazione della
Firenze ha voluto rendere fruibili al grande
storia
pubblico le immagini dell’archivio fotografico
strumenti e dei metodi che gli antropologi di
attraverso una mostra temporanea allestita
fine ‘800 utilizzavano per indagare sulla natura
lungo il percorso di visita del Museo. La
della specie umana e sugli aspetti biologici e
mostra comprende una sezione di “foto
culturali della sua variabilità.
che
per
caratterizzò
documentare
la
quelli
antropometriche”, immagini di soggetti ripresi
secondo un protocollo finalizzato a consentire
una corretta valutazione delle caratteristiche
morfometriche, prosegue con una galleria di
ritratti, immagini collezionate da Mantegazza
come documento dei costumi dei vari popoli,
foto che Mantegazza definiva “artistiche” e che
52
di
Il
viaggio
e
del
delle
percorso
della
diventano
espressioni
pensiero
mostra
quindi
del
antropologico,
foto
volto,
degli
La biodiversità vegetale vista da vicino attraverso le collezioni di piante locali ed
esotiche del Giardino Botanico Rea
Rosa CAMOLETTO
Museo Regionale di Scienza Naturali (MRSN), Regione Piemonte, Torino
[email protected]
Il Giardino Botanico Rea è stato acquistato
storia evolutiva della Terra e alle moderne
dalla Regione Piemonte per integrare le attività
conoscenze botaniche, sono state potenziate le
culturali del Museo Regionale di Scienze
collezioni di felci, piante acquatiche, carnivore,
Naturali di Torino. Nell’autunno del 1991 le
officinali,
collezioni conservate in questa struttura mi
spontanee locali. Tra le piante ornamentali a
sono stata assegnate, in aggiunta alle collezioni
fiore vistoso sono state potenziate le collezioni
d’erbario, come Conservatore Responsabile
di iris e di fuchsie spontanee e ibride, le prime
della Sezione Botanica del museo stesso.
a fioritura primaverile, le seconde a fioritura
Il lavoro di adeguamento delle strutture e di
estiva. Con questo sistema di gestione delle
ristrutturazione
basati
collezioni di piante vive, affiancando ad esse
entrambi su progetti museologici precisi, sono
esemplari d’erbario e immagini documentarie,
stati affrontati come una vera e propria ricerca
nel
scientifica
velocemente
delle
collezioni,
dedicata
all’innovazione
velenose,
2010
è
stato
un
alimentari,
piante
possibile
sviluppare
programma
espositivo
museologica botanica. In questo modo, mentre
intitolato
proseguiva il censimento e lo studio delle
biodiversità
piante rimaste in coltura dopo il cambio di
collegato
gestione, sono stati individuati dei nuclei
dell’anno. Anche quest’attività ha permesso di
tematici
essere
verificare come in un giardino botanico
successivamente
museale sia necessaria un’elevata varietà di
utilizzati per i percorsi culturali che il Museo
elementi, locali ed esotici, per poter accendere
avrebbe potuto avere la necessità di proporre al
l’interesse dei mezzi di comunicazione e del
pubblico nel giardino stesso e in mostre
pubblico.
potenziati,
che
avrebbero
valorizzati
e
potuto
temporanee allestite in musei, piazze, castelli,
altri orti botanici e istituzioni varie. Per poter
illustrare le più svariate tematiche legate alla
53
“Giardino
vegetale
al
Botanico
vista
programma
Rea:
da
la
vicino”,
museologico
Erbari non convenzionali per presentare la biodiversità vegetale in museo
Rosa CAMOLETTO
Museo Regionale di Scienza Naturali (MRSN), Regione Piemonte, Torino
[email protected]
La progettazione e la sperimentazione di nuovi
delle briofite e di alcune parti di piante
materiali per un maggior inserimento dei
vascolari si è cercato di mantenere una lieve
vegetali
tridimensionalità,
nelle
esposizioni
dei
musei
attraverso
pressatura
naturalistici è uno dei numerosi filoni di
differenziata.
ricerca che vengono sostenuti da diversi anni
successivamente inglobati in un bagno di
dal Museo Regionale di Scienze Naturali della
metacrilato a formare delle grandi lastre
Regione Piemonte. In alcuni casi, come per la
trasparenti di notevole impatto visivo. Questo
collezione espositiva di licheni, è stato
metodo è stato sviluppato nel museo di Torino
sufficiente avviare l’allestimento di una serie
a seguito di un’esperienza ottimamente riuscita
di esemplari essiccati senza ricorrere alla
del museo di Ferrara e sperimentato in Torino
pressatura tipica degli erbari tradizionali. Per le
con successo nel 2005. Un centinaio di lastre
piante vascolari è stato potenziato l’archivio di
di metacrilato trasparente di minore formato
materiali di maggior consistenza, come le
sono state realizzate nel 2010 per rappresentare
radici, i rami che presentano particolari
altri tre temi divulgativi: le 24 classi del
caratteristiche, i frutti e i semi legnosi o fibrosi.
Systema Naturae di Linneo e la biodiversità
Nel 2009 è stato impostato l’allestimento di
vegetale di due ambienti pedemontani. Per la
nuove esposizioni dedicate all’evoluzione dei
mostra del 2010 dedicata alla biodiversità sono
vegetali e alla biodiversità locale e generale.
stati inoltre allestiti esemplari più tradizionali,
Per la presentazione dei diversi gruppi di
essiccati ma non molto pressati, inseriti in
vegetali attualmente presenti sulla Terra sono
teche apposite che permettono di allontanarsi
stati ricercati e preparati esemplari di funghi,
dalla prevedibilità di un classico erbario
alghe,
montato su carta.
licheni,
briofite,
pteridofite,
gimnosperme e antofite. Una parte di questi
materiali è stata pressata ed essiccata come gli
esemplari degli erbari tradizionali. Nel caso
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Questi
la
materiali sono stati
Variabilità di un animale domestico: il pesce rosso (Carassius auratus)
Mario MARINI, Daniela MINELLI
Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale, Università degli Studi di Bologna
Il Carassius auratus, specie alloctona a larga
ranchu, occhi a bolla d’acqua, chicco di riso, da
diffusione in Emilia–Romagna, ha dimostrato di
Cina, Malesia, Tailandia, Singapore. Per quanto
essere una specie dotata di un grande potenziale
riguarda l’allevamento le maggiori problematiche
genetico e di notevole variabilità. La colorazione
appaiono la difesa dei pesci da uccelli predatori
xantica ha subito attirato l’attenzione dell’uomo, tra
(aironi e cormorani), risolto da taluni, in modo
il 265 e il 419 in Cina, dove la specie si trovava
incruento, mediante l’utilizzo di reti disposte sui
nelle risaie. In seguito in Giappone e poi dal 1600
maceri utilizzati per l’allevamento, e gli attacchi da
in Europa e Stati Uniti, attraverso selective
parassitosi negli allevamenti dovute a Crostacei,
breeding, sono state create numerose varietà dalle
Copepodi (Lernaea), Protozoi (Ichthyophthirius,
forme molto curiose, vistose ed appariscenti. Questi
Trichodina)
e
pesci si suddividono in varietà a coda singola con
Gyrodactylus).
L’allestimento
pinna dorsale (pesce rosso comune, cometa,
permanente, in appositi acquari con le varietà più
shubunkin); varietà a coda doppia con pinna dorsale
significative
(fantail, veiltail, oranda, ryukin, chicco di riso,
Dipartimento
black moor); varietà a coda doppia senza pinna
Sperimentale
dorsale (testa di leone, ranchu, occhi a bolla
rappresentare la testimonianza di una attività tipica
d’acqua, celestial). Mentre in altri Paesi del mondo
delle provincie di Bologna e Ferrara. In aggiunta
si è affermata una vera e propria cultura del pesce
Carassius auratus, ad opera dell’uomo, in pochi
rosso, in Italia essa non è radicata: la varietà
secoli ed in ambiente controllato, costituisce un
comune ha il ruolo di accesso all’acquariologia, ma
ulteriore esempio di biodiversità, avendo prodotto
le varietà più particolari restano poco note. Da
una formidabile radiazione di forme estremamente
un’indagine
diversificate tra loro, assolutamente inadatte alla
presso
le
maggiori
Ditte
che
di
Biologia
rossi. Questa situazione ha permesso alle Ditte
emiliane di affermarsi a livello internazionale per la
produzione di pesci ornamentali; queste allevano
principalmente pesce rosso comune, canarino, blu
shubunkin per un commercio di milioni di individui
ed importano soprattutto fantail, oranda, black
moor, ryukin e in misura minore testa di leone,
55
del
Evoluzionistica
bolognese,
attribuzione intuitiva alla medesima specie.
ed i maceri vengono utilizzati per allevare pesci
mostra
all’interno
è emerso che in Italia l’allevamento è praticato
secolo, l’industria della canapa viene abbandonata
naturali
una
vita
Ferrara; in queste provincie nel corso del XIX
ambienti
di
appariscenti
dell’Ateneo
(soprattutto
commercializzano pesci rossi (Barilli e Biagi, COF)
quasi esclusivamente in provincia di Bologna e di
in
ed
Platelminti
e
di
potrebbe
impossibile
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