Lino Tosetti - La Chiesa forma il credente

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Lino Tosetti - La Chiesa forma il credente
Contributo all’Assemblea Ecclesiale 2011
Ognuno di noi è figlio delle esperienze che hanno scandito la sua vita giovanile, gli anni formativi. Ognuno di
noi deve il suo - più o meno ricco - itinerario di fede, d’impegno sociale, a qualche grande figura di educatore,
a qualche significativa esperienza associativa che ha rappresentato per lui la mediazione della grazia di Dio.
Anche la memoria educativa, che è alla base di tutte le nostre esperienze e vite, va recuperata e messa
maggiormente al servizio del bene comune.
Vorrei allora, seppur brevemente, ricordare in questa Assemblea Ecclesiale la figura del compianto Don
LINO ZAMBONELLI, a 10 anni dalla sua morte. Don Lino, fu, ricordo per chi non l’ha conosciuto
direttamente, un eccellente assistente e formatore di giovani studenti, ai quali seppe infondere il gusto della
ricerca, dello studio e dell’analisi del pensiero umano, sollecitandoli ad uno spiccato interesse per la persona.
Nel tentativo di combattere l’indifferenza e nel “cercare un fine” allo studio, Don Lino s’impegnò con
intelligenza e amore nel ridare la parola e la voglia di comunicare a tanti giovani, aiutandoli a superare quella
frammentazione molto spesso causa della perdita di fiducia e impedimento alla crescita umana e spirituale.
Cari amici e giovani qui presenti, se da un lato è giusto non nascondere che nel cammino di fede vi possono
essere momenti segnati da fatiche e sofferenze, è altrettanto vero rilevare che il vivere l’esperienza di Chiesa è
certamente arricchente: le consolazioni rinfrancano e le speranze non deludono.
Cari Reverendi Sacerdoti, è appunto attraverso il vostro farvi “miti e umili di cuore” che rendete possibile
l’incontro con le persone, e in particolare con i giovani, prendendovi cura della loro vita, della loro vocazione
alla gioia, del loro essere figli di Dio.
A voi non mancherà l’incomparabile consolazione di aver offerto un “senso” alle relazioni personali, non fatte
di costrizione e prepotenza, ma intrise di passione persuasiva, di forza e di calore amorevole, in grado di
rendere un po' più agevole e solidale l'avventura umana. Dunque, l’occasione mi è propizia per rinnovare, qui,
la mia stima e gratitudine per l’opera educativa svolta dai sacerdoti in favore dei giovani in ricerca.
Ora, vengo alle considerazioni finali.
La dedizione crescente al servizio pastorale da parte dei laici battezzati, come risposta immediata ad
un’emergenza prodotta dal calo verticale delle vocazioni, in molti casi, può finire per alimentare un
ripiegamento intraecclesiale, in cui rischia di appannarsi la vocazione più specifica alla testimonianza e
all’animazione cristiana dell’ordine temporale. Questo appannamento non deve far dimenticare un principio
solennemente ribadito dal Concilio, che tutte le realtà che costituiscono l’ordine temporale (cioè i beni della
vita, della famiglia, la cultura, l’economia, le arti e le professioni, le istituzioni della comunità politica, le
relazioni internazionali e così via, come pure il loro evolversi e progredire), non soltanto sono mezzi con cui
l’uomo può raggiungere il suo fine ultimo, ma hanno un «valore» proprio, riposto in esse da Dio (Aa, n. 7).
In riferimento ad un intervento della prima serata, dove si faceva esplicito invito ai movimenti eccclesiali,
forti, alcuni, di una robusta presenza di giovani motivati e generosi, ad aver cura non solo delle esigenze del
proprio movimento o associazione, ma ad essere attenti anche alle necessità della chiesa diocesana, oso
semplicemente aggiungere con il rispetto e l’ammirazione per il carisma di ciascun movimento: << che non è
importante che pensiamo tutti le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è
invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la
salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiamo il proprio libero spazio intangibile, nel quale vivere la propria
esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali
ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo, lavorando ciascuno a proprio modo, ad escludere cose mediocri,
per fare posto a cose più grandi>>.
Chieve, 19 marzo 2011
Lino Tosetti Via Lanfranco 10/B 26010 Chieve (Cremona)
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Lino Tosetti