SERENELLA Tutto apparve nero negli occhi di Serenella

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SERENELLA Tutto apparve nero negli occhi di Serenella
SERENELLA
Tutto apparve nero negli occhi di Serenella, come se la luce buona che sinora l’aveva
accompagnata avesse perso tutto il suo vigore. Fu il principio d’un travaglio che Serenella non
aveva mai immaginato di poter vivere. Di certo, il suo futuro era tra le sue stesse mani e quella
mattina avrebbe dovuto disporre cosa ne sarebbe stato di lei. In casa le mancavano parecchie
cose e la sua bambina aveva fame. Così la preparò, la prese in braccio e scese in strada. Era
piccolissima la sua Giselle, piccola e fragile come petali di rosa percossi dal vento. Era il suo
unico amore, l’aveva avuta quando ancora l’età era sulle nuvole dell’ilarità più innocente e
solare. La accolse nel suo grembo come il più bel fiore che la terra avesse potuto ricevere in
dono. La amò ancora prima di vederla e la strinse a sé sin dal suo primo tenero gemito con
tutte le lacrime di cui era capace. La adorò prima ancora di concepirla. Era la sua luna, la sua
stella, l’universo intero. Sola, senza alcuna certezza, cresceva la sua creatura come fosse un
miracolo nuovo, al mattino, quando i suoi occhi si svegliavano e rinnovavano la gioia d’un
amore tanto immenso. Da una vita, ormai, aveva imparato che nessuno ci sta vicini quando ne
avvertiamo il maggiore bisogno. Da tempo imparò a vivere. Così, quella mattina presto scese
in strada. Era pieno di gente. Ciascuno camminava assorto nei propri sorrisi incertezze idee
capaci di cambiare il mondo, lo si intuiva da quella singolare fiamma che accende gli occhi di
chi ha nell’animo il fervore, il potere di illuminare le stelle. Ciascuno aveva nel cuore la brezza
leggera d’un tiepido tramonto al cui soffio sembra di respirare il mondo. Ciascuno portava il
dolore di vicende che non si possono mutare e che conducono alla tristezza. Anche Serenella
accostava alla tristezza della sua condizione la bellezza della sua bimbetta, sua unica fortuna.
Ma come farle vivere la vita in un completo sogno di felicità, senza pene, senza errori! Come
crescerla nella pienezza dei valori morali e sociali a cui lei stessa prestava fede nella maniera
più concreta, reale! La amava otre ogni misura, e voleva farle conoscere solo il bene, il meglio
del creato, di tutto lo scibile. Ecco perché aveva sacrificato la sua giovinezza, i sogni persi tra i
fumi delle assurdità. Aveva un solo desiderio, che forse nel futuro sarebbe stato la sua
condanna, ma che nel momento era l’unica sua aspettativa, un unico obiettivo: crescere la sua
bimba come fosse una principessa, lontana dalle ombre e dalle oscurità. La piccola cresceva
con coscienza e devozione verso la madre, senza che nulla potesse scalfirla. Essa era felice e
serena, all’insaputa di tutto, proprio come la madre auspicava. Le strade percorse dalla madre
erano un cattivo segno del destino che con la sua adorata bimba sarebbe stato di certo più
clemente, Serenella ne era convinta. Essa timida e impacciata, riuscì a raggranellare qualcosa
da una sua amica, non aveva niente in tasca e contava in una cospicua risorsa che a momenti
doveva metterla al sicuro, almeno per un po’. Non disse niente a nessuno, salutò l’amica, che
anche questa volta aveva alleviato le sue angosce e si defilò per la via. Con la sua bambina per
mano sembrava la donna più felice del mondo. Nel tragitto verso casa madre e figlia ridevano,
giocherellavano con tutto ciò che destava la loro attenzione, con immensa gaiezza, con
spontanea voglia di vita. Niente sembrava adombrare la loro fresca contentezza della
quotidianità, per le piccole cose che danno la gaiezza che null’altro può far raggiungere. Lo
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stare insieme era un punto fermo, certo, per entrambe. Bastava solo questo e non contava più
nulla. Ma Serenella sapeva quanta salita c’era ancora davanti a sé! Già si figurava gli occhi
della sua bambina quando il sole non avrebbe più illuminato la sua mamma con la stessa luce.
E gli occhi le si empivano di lacrime, quasi non respirava per la pena. Tutto sarebbe dipeso
dall’esito dell’incontro che la attendeva in strada. Se qualcosa non avesse funzionato e i suoi
piani fossero andati a monte, sarebbe stato l’inizio d’un incubo senza soluzione. Però tutto ha
un fine e Serenella ne provava sollievo al solo pensiero. Ma quando! I giorni passavano e le
angosce si facevano sempre più pesanti. Vide qualcuno per strada. Ebbe un moto di scatto.
Guardò la sua piccola e si rattristò. Non poteva parlare con quell’uomo davanti alla sua bimba
e così rallentò il passo per trovare un appiglio. Ma niente pareva venire in suo aiuto, tutto il
mondo le girava intorno con una tale freddezza che Serenella sentì un brivido, ed il cuore le si
gelò. Non sapeva come fare finché la bimba vide qualcosa in una vetrina e si spinse in quella
direzione. Serenella colse l’occasione. Senza perderla di vista si avvicinò a quell’uomo e
velocemente cercò di concludere l’affare. Dentro si sentiva morire ma quei riccioli d’oro della
sua piccola non le davano altra scelta: doveva muoversi e subito. Prese il denaro e lo nascose
rapidamente nella borsa. S’appressò alla sua bambina, le diede una dolcissima carezza sulla
guancia e scomparve tra la gente con la bimba aggrovigliata tra le braccia e grosse lacrime che
le annebbiavano la vista. Piangeva Serenella e in quel dolore c’era riposta ogni sua speranza.
Corse a casa, infilò poche cianfrusaglie in uno zainetto, prese un taxi e come un fulmine fu con
la sua bimba su un aereo, senza meta, senza destinazione. Ogni angolo del mondo sarebbe
stata la sua parte migliore, la vita nuova che avrebbe portato un po’ di bene alle loro miserie. Il
cuore era come in preda alle furie dei venti, senza posa, senza tregua. Le batteva così forte che
le sembrava avesse preso le ali e spuntasse fuori dal suo corpo sospeso tra le scia dei sogni
che la sorreggevano. Una festa nella sua mente, un addensarsi di mille pensieri, immagini che
la rendevano folle, quasi estranea da se stessa. Cosa poteva voler dire tutto questo se non
libertà, da tutto, soprattutto dalle proprie insicurezze! Le angosce di oggi sarebbero diventate
un ricordo vano del tempo perduto, della stupidità che spesso nella vita s’impossessa delle
cose più belle. Cos’altro poteva ora desiderare Serenella lì, su quell’aereo, con la sua bimba
stretta a sé? Solo pace, tanta letizia, voglia di dimenticare. Ah quanta bellezza negli occhi della
sua bambina! E quanto orgoglio nel cuore di Serenella!
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