Manuale PIXIE - Istituto Comprensivo di Pisogne
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Manuale PIXIE - Istituto Comprensivo di Pisogne
Matthew Lipman PIXIE Manuale Alla ricerca dei significati Adattamento cura e traduzione di Antonio Cosentino Liguori Editore 1 Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione di questa pubblicazione a fini didattici è libera Looking fir meaning (Instructional Manual to accompany Pixie) : © Matthew Lipman e Ann Sharp Adattamento cura e traduzione: Antonio Cosentino Seconda edizione italiana Maggio 2000 Liguori Editore, Srl via Posillipo 394 I 80123 Napoli http://www.liguori.it Copyright © Liguori Editore, S.r.l. 2000 Lipman, Matthew : Pixie - Manuale: Alla ricerca dei significati/Matthew Lipman Napoli : Liguori, 2000 ISBN 88 - 207 - 2963 - 6 Ristampe: ———————————————————————————————————— 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 2 2005 2004 2003 2002 2001 2000 PREFAZIONE di Antonio Cosentino La cosiddetta "Philosophy for children" non è una filosofia adattata ai bambini. Questa espressione denota, piuttosto, la possibilità di filosofare prima e, anche, a prescindere, dalla conoscenza delle filosofie. "Filosofare" e "filosofie" vengono qui usati come termini contrapposti indicanti, rispettivamente, il processo ed il prodotto. Apprendere i prodotti della tradizione filosofica non significa necessariamente filosofare, così come saper riconoscere i prodotti della pittura non equivale a saper dipingere. "La filosofia è il mezzo che ci permette di esporre in maniera chiara ciò che si pensa in relazione a tutti gli argomenti che riguardano la nostra vita e il nostro mondo. Dunque ci abitua a riflettere sulle cose della vita e ad interpretarle in maniera diversa dal solito: a volte in 1 maniera addirittura fantasiosa" . L’utilizzazione del "filosofare" come risorsa didattica trasversale e globale, distinta, pertanto, dalla tradizionale disciplina accademica, prende l’avvio nei primi anni ‘70 negli Stati Uniti per opera di Matthew Lipman, il quale vede in questa prospettiva didattica la via verso una nuova forma di attivismo pedagogico, capace di superare il prevalente orientamento tecnicistico ed economicistico dell’educazione americana. Lipman è piuttosto radicale nel ritenere che il filosofare “rappresenta paradigmaticamente l’educazione del futuro come forma di vita che non è ancora stata realizzata, e come tipo di prassi. La riforma dell’educazione deve portare l’indagine filosofica comune in classe come modello euristico. Senza la guida di un modello del genere, 2 noi continuiamo a vagare ed il programma continuerà ad essere un guazzabuglio" . Il modello di educazione tradizionale è in crisi non per il fatto che rimane sempre arretrato rispetto ai ritmi di sviluppo della tecnologia, ma perché educa fondamentalmente alla passività. Esso ci presenta "studenti che studiano le discipline, e in realtà le imparano, mentre tuttavia non riescono a pensare nei termini di queste discipline o ad appropriarsene completamente. Raramente l’educazione tradizionale è stata capace di rispondere alla sfida di Vico, che asseriva che l’unico modo per capire veramente qualche cosa è quello di compierla nuovamente in qualche modo: si può capire cosa sia essere narratore solo diventando narratore, pittore solo 3 diventando pittore" . Quello che soprattutto serve in una società complessa e del mutamento è l’educazione del pensiero 4 complesso . Qual è la forma propria del pensiero complesso (high order thinking)? Dal punto di vista di Lipman esso è unità articolata di pensiero logico (analitico), pensiero creativo e di caring (impegno di carattere etico-affettivo). Esso trova la sua compiutezza nella meta-cognizione, sia come consapevolezza delle 5 procedure di volta in volta adottate, sia come capacità di controllo dei processi in corso Per attivare il pensiero complesso nelle classi scolastiche risultano particolarmente efficaci i materiali con impianto narrativo e, nello stesso tempo, l’adozione del modello relazionale-didattico della "comunità di ricerca", che opera con lo strumento del dialogo (non solo di parole, quanto di stili di pensiero, metodi di analisi, punti di vista epistemologici e metafisici). Educare al pensiero complesso significa tendere ad obiettivi quali la ragionevolezza, l’autonomia di giudizio, la creatività. 1 Cfr. "100. La filosofia coi bambini in Europa", N. 3/1997. Questo giornale viene scritto dai bambini di sei scuole elementari di altrettanti paesi europei (Olanda, Galles, Portogallo, Spagna, Belgio, Italia) ed è pubblicato grazie ai finanziamenti della Comunità Europea (Progetto Socrates-Comenius). 2 3 M. LIPMAN, Pratica filosofica e riforma dell’educazione, in "Bollettino SFI", N. 135/88, p. 33. Ivi, p. 34. 4 Cfr. in particolare M. STRIANO, Per un’educazione al pensiero complesso, in "Bollettino SFI", N. 159/97. Inoltre, per un utile orientamento sul tema della complessità, si veda AA.VV., La sfida della complessità, Feltrinelli, Milano 1985. 5 Cfr. M. LIPMAN, Thinking in Education, Cambridge University Press, 1991. 3 Se un naturale atteggiamento di curiosità esplorativa connota il bambino, la scuola tradizionale appare orientata piuttosto a spegnere progressivamente questa spinta nel momento in cui pone l’accento più sull’apprendimento ricettivo che sulla pratica della ricerca. Così spiega Lipman: "Siccome la nostra cultura definisce in modo caratteristico l’intelligenza in termini di abilità a rispondere alle domande e in termini di competenza a risolvere problemi piuttosto che di competenza a riconoscerli e formularli, non c’è molto da meravigliarsi se filosofia ed infanzia 6 sono generalmente considerate come escludentesi reciprocamente" . Il curriculum di Lipman ha una fondamentale ispirazione filosofica, ma non è un programma per insegnare filosofia. Rappresenta soltanto un prototipo, una forma ed una metodologia applicabile a tutte le discipline e in tutti i cicli scolastici, il cui principio ispiratore di fondo è la metafora della “comunità di ricerca”(CdR). Ma, come si organizza una classe come CdR? Innanzitutto, la comunità si forma e poi alimenta la sua vitalità basandosi essenzialmente sulla comunicazione. I ragazzi non hanno problemi per questo: sono chiacchieroni nati. Solo che la loro naturale attitudine a chiacchierare viene giudicata dagli insegnanti più un impedimento all’azione didattica che una circostanza fortunata, ed è vero. L’alternativa che l’insegnante cerca è generalmente il silenzio. Allora, quando l’operazione riesce, la classe diventa una specie di luogo sacro, in cui regnano il silenzio degli allievi e la voce dell’insegnante, in cui prevalgono l’egoismo e lo spirito della competizione, in cui il pensare è un’attività solipsistica e 7 monologica . Una classe incomincia a prendere la forma della CdR nel momento in cui dal "vociare" confuso ed egocentrico si passa non al silenzio ma all’uso ordinato e produttivo della comunicazione: saper aspettare il proprio turno per parlare e saper ascoltare gli altri con attenzione ed interesse costituisce la condizione sine qua non per la trasformazione di una classe in CdR. La capacità di comunicazione ordinata dà luogo a quel flusso di scambio delle idee che prepara il terreno al dialogo contrassegnato dall’impegno collaborativo dei partecipanti, animati da un comune interesse a perseguire una finalità condivisa. Il dialogo, nel senso in cui lo intendiamo in questo particolare contesto, non è né conversazione, nè dibattito, ma sforzo di costruire un percorso di ricerca a cui ognuno partecipa col proprio contributo. La comunicazione come dialogo euristico, acquista un andamento circolare, auto-critico, auto-correttivo: diventa ricerca. La ricerca, in quanto tale, esalta più il processo che il prodotto. Una ricerca che si esaurisca nel trovare il libro su cui è scritta la risposta che stiamo cercando è ben poca cosa: ai fini della formazione non è niente. La ricerca autentica è dialogo, confronto del proprio discorso con quello degli altri in vista della possibilità che il discorso diventi uno solo, per quanto corale. Il dialogo euristico non è un dibattito in cui ciascuno espone la sua posizione e la difende. Nel dialogo le divergenze non si risolvono con un voto di maggioranza, ma con argomenti e contro-argomenti, appellandosi a criteri e a principi, svelando assunzioni implicite e conseguenze di quello che si sta dicendo. In tal modo un dialogo euristico ben condotto riflette il pensiero di tutta la comunità, i suoi progressi e le sue difficoltà. Il ruolo che l’insegnante si attribuisce è l’altro insostituibile elemento necessario per dar vita ad una "comunità di ricerca": egli deve saper far parte della comunità, senza abdicare, tuttavia, alle sue specifiche responsabilità. Il suo compito fondamentale consiste non nel distribuire risposte, ma nel fare domande, quelle giuste al momento giusto, con l’obiettivo preciso di incrementare l’interesse e la passione per la ricerca. Il controllo delle domande rappresenta il fondamento del potere e del ruolo dell’insegnante. Pensate a quanto somiglia la tradizionale interrogazione (con tutto il suo rituale classico) all’interrogatorio di polizia o, per altri versi, alla confessione. La valutazione, quando ancora è un atto unilaterale e più o meno arbitrario, è la prova residuale di quanto la scuola sia genealogicamente analoga alla caserma, o anche al carcere, ossia a quei dispositivi che la modernità ha architettato per il 8 disciplinamento degli individui e che M. Foucault ha lucidamente smascherato nella loro essenza . Ma ci sono domande e domande. Faccio degli esempi. Se io chiedo ad uno studente: "Quando ha avuto inizio la Prima Guerra Mondiale?", è chiaro che non è propriamente questa data che io voglio sapere, quanto piuttosto controllare se lo studente ha imparato le pagine di storia che io avevo assegnato. Il domandare, qui, ha esclusivamente una funzione di controllo fiscale e, perciò, è il segno del potere dell’insegnante sullo studente. Se io rivolgo ad uno studente domande come queste: "Che cosa intendi esattamente quando dici...?", "In base a quali presupposti, hai affermato che...?", "In quali circostanze quello che dici potrebbe essere vero/falso?", "Che cosa si può ricavare da questa affermazione?", e così via, si capisce che qui la situazione precedente appare già rovesciata: le mie 4 6 M. LIPMAN, Philosophy in the classroom, Temple University Press, Filadelfia 1980, p. 60. 7 Cfr. F. VALENTINO, La classe come "comunità di ricerca", in "CRIF-Bollettino", N. 4/96. 8 Cfr. M. FOUCAULT, Sorvegliare e Punire, Einaudi, Milano 1975. domande hanno valore maieutico, ossia servono da stimolo e da guida per ampliare la ricerca e il livello di consapevolezza, non solo dei contenuti, ma anche delle procedure. Il valore euristico delle domande riguarda anche le domande che gli alunni rivolgono all’insegnante. Anche questa volta, l’andamento della relazione dipende dall’insegnante. Se egli si limita a dare una risposta chiusa (di tipo nozionistico) non fa altro che ribadire lo stato di ignoranza dello studente e, contemporaneamente, la sua autorità quale depositario del sapere. Se, al contrario, si comporta, come un facilitatore della ricerca, risponderà alla domanda con un’altra domanda, così da tenere desta la curiosità e la tensione verso la scoperta da parte dell’alunno. Afferma Lipman: "Quando si chiede agli alunni ‘Perché?’ si lancia loro una sfida a scavare più a fondo nelle loro 9 assunzioni, a fare miglior uso delle loro risorse intellettuali" . In questo contesto il ruolo dell’insegnante è quello di sollecitare, facilitare e orientare il dialogo. Egli si colloca all’interno del gruppo, come uno dei suoi membri e non utilizza la sua autorità per far prevalere i suoi punti di vista. Soprattutto, egli vigila sulla correttezza e l’efficacia dei procedimenti di ricerca, facendo domande, chiedendo ragioni ed esempi. Questo ruolo chiaramente negativo assegnato all’insegnante non deve far pensare a certe posizioni di puerocentrismo spontaneistico che hanno già dato cattiva prova di sé nel passato. La comunità, in tanto è CdR in quanto è capace di auto-disciplinarsi, di produrre dal suo stesso interno le regole e la direzione dei suoi processi di crescita, di secernere essa stessa un logos che si costruisce su se stesso non in modo arbitrario e irrazionale. Come un’opera d’arte, esso prende vita da un originario atto creativo, ma nel suo farsi, non può più sottrarsi a quella logica interna che inerisce al suo processo evolutivo. In seno alla CdR gli studenti imparano a criticare i ragionamenti deboli e ad impiantare ragionamenti forti; imparano a farsi carico delle responsabilità dei loro processi di apprendimento e di crescita, imparano ad accettare la loro dipendenza dagli altri, ad impegnarsi nell’auto-correzione collettiva quando questo è necessario e ad essere fieri dei risultati del gruppo come di quelli personali; imparano, inoltre, a formulare giudizi corretti nel contesto del dialogo e della ricerca in comune. La CdR coinvolge, oltre alle attività cognitive, importanti fattori di natura psicologica e socio-psicologica. Essi includono la crescita personale nella relazione con gli altri, la collocazione in prospettiva del proprio Io, il controllo crescente dell’egocentrismo, l’interiorizzazione mediante la pratica effettiva dei valori e delle regole della democrazia. 10 Così, l’operazione di recupero dell’incessante interrogarsi del filosofare pone le basi per ampliare notevolmente gli orizzonti formativi e la gamma di utilizzazioni didattiche della filosofia. Nello stesso tempo, l’esercizio della ricerca filosofica indica, nel suo svolgersi, procedure e modalità di lavoro che si sintetizzano in una metodologia implicante rilevanti ricadute sull’organizzazione del lavoro scolastico in generale, a partire dai modi di condurre la comunicazione in classe fino a toccare l’operazionalizzazione delle finalità più significative dell’istruzione scolastica. L’assunto fondamentale in base al quale l’interrogarsi sulla realtà non ha senso se non in quanto si svolge all’interno di una comunità mette in gioco, sin dall’inizio, la dimensione socio-affettiva dell’educazione, connettendosi con il tema e con la problematicità di un’educazione morale in una società in cui vale, innanzitutto, il pluralismo dei valori, il rispetto delle differenze e una formazione collocata nell’ottica della multiculturalità. La posta in gioco è l’educazione di individui capaci di pensare con la propria testa e di assumere decisioni consapevoli e responsabili come membri di una comunità, secondo lo spirito proprio della democrazia. Precisa Lipman: "L’educazione morale non consiste soltanto nell’aiutare gli studenti a sapere quello che si deve fare; bisogna anche mostrare loro come fare, e bisogna farli esercitare nella pratica a fare le 11 cose che possono scegliere di fare in una situazione moralmente significativa" . Del resto un’educazione morale non può sottovalutare il ruolo che in questo ambito in particolare è chiamata a svolgere l’affettività. Così continua Lipman: "Non è sufficiente criticare la dicotomia tra pensare e fare per affermare la necessità di tenere in conto entrambi in un efficace programma di educazione morale. Appare ugualmente 12 necessario insistere sull’indissolubile legame tra pensare e sentire" . Volendo sintetizzare, il quadro delle premesse che stanno alla base del programma della "Philosophy for children" comprende i seguenti elementi: 9 M. LIPMAN, Philosophy in the classroom, cit., p. 95. 10 Sul valore formativo del domandare "radicale" nella pratica del "confilosofare", si veda M. DE PASQUALE, Didattica della filosofia, Angeli, Milano 1994. 11 M. LIPMAN, Philosophy in the classroom, cit., p. 160. 12 Ivi, p.161. 5 - la ricerca filosofica intesa come un domandare radicale e creativo; - l’idea che il sapere è un cammino senza fine che si alimenta del continuo confronto tra diversi st ili di pensiero e diversi punti di vista (Il modello popperiano della ricerca scientifica rappresenta un referente significativo); - la convinzione che la scuola deve aiutare gli alunni a crescere nella loro autonomia. Il che significa, da una parte liberarli da modalità di apprendimento passivo e dal vincolo delle motivazioni estrinseche e, dall’altra, emanciparli da un malinteso senso del "puerocentrismo"; - la convinzione che il processo formativo richiede contesti strutturati consapevolmente a questo scopo. Accanto alla famiglia, al gruppo e agli altri agenti che agiscono sulla formazione, la scuola ha un ruolo insostituibile; - la convinzione che la specificità e l’efficacia della scuola poggia, soprattutto, sull’intenzionalità dei suoi interventi e sulle specifiche competenze tecniche dei suoi operatori. Appare chiaro, dunque, che all’insegnante che si accinge ad introdurre il programma della Philosophy for children nella sua pratica d’insegnamento è richiesto quell’impegno proprio della ricerca sul campo che qualifica la sua attività in termini di assunzione di responsabilità e di consapevolezza. Senza negare il valore delle indicazioni più attuali delle scienze dell’educazione, si fa appello alla creatività dell’insegnante ed alla specificità della sua azione, mai riducibile a nessuna tecnica, mai spiegabile nei soli termini della teoria. L’insegnamento è, essenzialmente, azione. Da questo presupposto deriva anche il corollario che un’autentica formazione dell’insegnante è soprattutto una questione di pratica e di modelli in azione. La “comunità di ricerca” non è soltanto la classe, ma anche la comunità - o le comunità - degli insegnanti che non intendono vivere la loro professione come stanca routine e, così come per gli studenti, la comunità è fonte di formazione anche per gli insegnanti. Corsi di formazione condotti secondo questo modello vengono organizzati in molti paesi del mondo, ad incominciare dall’Università di Montclair (New Jersey) dove ha sede l’Institute for the Advancement of Philosophy for Children diretto da M. Lipman. In Italia corsi di formazione per gli insegnanti sono offerti dal CRIF (Centro di Ricerca per l’Insegnamento Filosofico) che ha sede in Roma (Via Frigento 4/16A - Tel/Fax: 0982-92084 - mailto:[email protected]) e dal CIREP, con sede a Rovigo (Via Carducci 8 - mailto:[email protected]). I corsi, in genere, vengono tenuti nelle scuole o in sedi universitarie. A questo proposito, un utile strumento di informazione è il “CRIF-Bollettino”, periodico quadrimestrale dedicato alla Philosophy for Children italiana. Altra fonte di informazione è il sito web del CRIF. (http://www.getnet.it/sfi). Ancora su Internet si possono visitare i seguenti siti internazionali: http://www.ndirect.co.uk/~sapere http://www.deakin.edu.au/arts/SSI/p4c http://www.extec.es/ http://www.montclair.edu/Pages/IAPC (L’Istituto fondato da Lipman presso l’Università di Montclair nel New Jersey) http://www.apple.be/kidcity/ 6 INTRODUZIONE P ixie è un programma per l’apprendimento del ragionamento, della lettura e del linguaggio che tende ad affinare le abilità di pensiero offrendo ai ragazzi l’opportunità, mediante la ricerca dialogica in comune, di riflettere filosoficamente su idee di loro interesse. Esso è rivolto, in linea di massima, ad alunni del secondo ciclo della scuola elementare (9-11 anni) Probabilmente l’obiettivo primario del racconto è quello di suscitare curiosità e perplessità nei lettori. Una ragione consiste nel fatto che si può iniziare avvicinandosi quanto più possibile allo stato di meraviglia e di disorientamento che caratterizza la fanciullezza. Oltretutto, se l’educazione significa iniziare dal punto in cui l’alunno si trova, piuttosto che dal punto in cui si trova l’insegnante, cosa potrebbe esserci di meglio? Quando si dice che i ragazzi sono disorientati, in genere pensiamo al loro sforzo di spiegarsi il mondo che li circonda. Ma questa potrebbe essere benissimo una proiezione del disorientamento degli adulti ed essere influenzata dal pensiero scientifico, perché i ragazzi si chiedono non solo le cause delle cose: loro si interrogano anche sul semplice fatto che le cose sono così come sono. Così, per esempio, i ragazzi sono perplessi riguardo alle relazioni famigliari, con le loro regole intricate e le loro origini misteriose. Possono, inoltre, meravigliarsi delle parole e, ancora una volta, non è tanto l’origine delle parole che li interessa, quanto, invece, le relazioni tra una parola e le altre e il loro riferimento al mondo. Né sono necessariamente interessati più ai fini che alle cause: il ragazzo che guarda la sua faccia allo specchio o fissa la faccia del suo cane può non tanto cercare di capire le cause di queste cose, ma più semplicemente cercare di capire che cosa sono e il fatto che sono. I ragazzi si meravigliano del mondo. È una meraviglia intrisa di timore tale che, quando si presenta in un adulto, parliamo di religiosità. I ragazzi si meravigliano e sono curiosi. Hanno una inesauribile sete di ragioni. Quando pongono domande come questa: “Come può essere?” è come se si aspettassero che qualcuno giustificasse il mondo ai loro occhi. In verità, c’è una stretta connessione tra l’incapacità infantile di tollerare il mondo senza giustificazioni e la loro profonda avversione per l’ingiustizia. Leggendo Pixie insieme in classe, i ragazzi riconoscono il disorientamento della protagonista come simile al loro stesso e saranno felicissimi di questo riconoscimento. Allo stesso modo si riconosceranno nella sua insistente curiosità e nella richiesta di ragioni. Irragionevole come spesso è, in Pixie si scopre, nonostante le sue numerose ricadute, un desiderio di essere ragionevole e il desiderio che anche gli altri siano ragionevoli. Anche questo è un tratto che i giovani lettori percepiranno come un legame affettuoso con Pixie. Gli adulti, mediante l’enorme potere dell’apparato scientifico a loro disposizione, cercano di capire l’universo e, possibilmente, di controllarlo. Il ruolo dell’intelligenza per i ragazzi può non essere di natura così strumentale ed operativo. Essi elaborano l’esperienza riflettendo su di essa. Il mondo di cui si meravigliano non è tanto qualcosa che cercano di catturare e controllare, ma qualcosa di cui vogliono cogliere il significato. Cercano di dare senso a ciò che li meraviglia, anche se, con ogni probabilità, non sarebbero contenti se il senso fosse meno bello della meraviglia. Per questo motivo amano tanto le storie. Le storie danno senso al mondo, ma lo fanno in modo piacevole. Chi racconta storie non ha bisogno, per darci spiegazioni, prima di uccidere il mondo e poi di dissezionarlo. Allora, le abilità di ragionamento sono correlate con la scoperta di significati. Più i ragazzi sono abili ad estrapolare inferenze, ad identificare relazioni, a distinguere, a connettere, a valutare, a definire, a fare domande, più sono ricche le totalità di significato che sono capaci di ricavare dalle loro esperienze. In questo senso l’esperienza è grezza: più sono potenti le tecniche di raffinamento, e più efficacemente il metallo puro sarà separato dalle scorie. Formare le abilità di ragionamento è il cammino più promettente da seguire se il nostro scopo è quello di aiutare i ragazzi a scoprire che cosa rende significativa la loro esperienza. Lettura e scrittura come forme di ragionamento Sappiamo che potenzialmente tutti i bambini, già quando sono molto piccoli, imparano a parlare il linguaggio dei loro genitori. Questa non è una cosa semplice. Si tratta di apprendere pronuncia, 7 inflessione, proprietà grammaticali (cose terribilmente complicate come l’uso dei pronomi personali) e di imparare a conversare in modo significativo e comprensibile con le persone. Non solo, ma per molti bambini leggere la lingua che pure parlano così speditamente è un’impresa particolarmente ardua e scriverla, poi, è ancora più difficile. Il bambino che chiede che gli si racconti una storia tante e tante volte, tuttavia esita a leggerla da solo, mentre un bambino che legge voracemente può, tuttavia, bloccarsi quando deve incominciare a scrivere. Si tende a trascurare, durante l’insegnamento della lettura, quanto sono meccaniche le tecniche usate, come quelle che danno molto peso alla grammatica e alla fonetica e quanto queste tecniche rischiano di bloccare la capacità di leggere dei bambini. Inoltre, raramente si ha la consapevolezza dell’intima relazione che corre tra leggere, conversare e scrivere, così che le procedure per insegnare la lettura costringono i ragazzi, molto spesso, ad uno stile formale che appare completamente estraneo al loro modo di parlare. E poi ci si chiede come mai essi non riescono a leggere e a scrivere. Se, invece, leggere e scrivere venissero considerate come il naturale sviluppo della conversazione, e se la conversazione venisse vista come la maniera di comunicare naturale dei ragazzi, allora si arriverebbe a stabilire un ordine di priorità didattiche del tutto diverso da quello generalmente applicato, un ordine di grande valore per la costruzione di un curriculum per la prima infanzia. Da un punto di vista ideale, cosa dovrebbe fare un programma per la lettura, il ragionamento ed il linguaggio nelle prime fasi della scolarizzazione? Dovrebbe: 1. Garantire la continuità tra leggere e conversare da una parte, e tra conversare e scrivere dall’altra. 2. Presentare il materiale da padroneggiare nella forma di un’esperienza unificata al livello dei bambini. 3. Sottolineare il significato piuttosto che la forma, dando priorità alle relazioni tra linguaggio e mondo anziché tra linguaggio e grammatica. 4. Collegare l’esperienza dei ragazzi con l’esperienza letteraria dell’umanità, di modo che la meraviglia dei bambini di fronte alla vita di ogni giorno venga scoperta nella sua somiglianza con la meraviglia del folklore e delle favole. 5. Stimolare l’attività del pensiero. 6. Aiutare i bambini a fare miglior uso delle parole più comuni, soprattutto di quelle parole semplicissime ma problematiche che hanno un ruolo critico nell’utilizzazione del linguaggio, termini come se, ma, e, tutti, nessuno, come. È molto più importante un’operazione del genere anziché mettere i bambini di fronte a liste di parole nuove, che difficilmente incontreranno di nuovo. 8 LAVORARE COL PROGRAMMA DI PIXIE. Il programma di Pixie è mirato a guidare i bambini nello sviluppo di abilità cognitive in maniera sia sequenziale che globale. Una volta presentati, i concetti vengono subito tradotti in pratica per mezzo di esercizi e di piani di discussione. Le abilità di ragionamento vengono sviluppate applicando la logica a questioni che interessano gli alunni. Questo programma, come gli altri che costituiscono il curriculum della Philosophy for children, contiene tante idee filosofiche che i ragazzi possono non solo discutere ma anche fare proprie e rivivere. La sequenzialità del programma risiede, innanzitutto, nei livelli di difficoltà di lettura. Il livello di difficoltà di lettura di Pixie è intorno a 3. Ma, per quanto riguarda le idee filosofiche, non esiste una sequenzialità corrispondente alle differenze di età. Idee come apparenza e realtà, unità e molteplicità, similarità e differenza, e tante altre, sono riferibili ai ragazzi più piccoli come agli adulti. Certamente non possiamo ritenere che ragazzi di otto o nove anni siano capaci di affrontare discussioni filosofiche come quando saranno un poco più grandi. Ma, già mentre cresceranno, andranno migliorando le loro capacità di lavorare insieme, le loro abilità logiche e la padronanza del linguaggio e delle idee. La funzione di Pixie consiste nell’incrementare questa prontezza e, contemporaneamente, nel fornire un’esperienza intellettuale che risulterà gratificante per se stessa. Se la curiosità è l’atteggiamento che i bambini condividono con i filosofi, allora l’interesse per la natura della similarità e della differenza è un loro interesse intellettuale comune. Noi, afferma Platone nel Politico, paragoniamo le cose sia tra di loro, sia con un modello ideale. Qui il "noi" sta sia per i filosofi che per i bambini, che per chiunque altro. Si scoprono similarità e differenze stabilendo confronti e fare confronti significa svelare relazioni simili e diverse. Pertanto, i protagonisti di Pixie sono impegnati ad esaminare la natura dei paragoni esatti e di quelli non esatti (letterali e figurativi) e, così facendo, si ritrovano ad indagare su proporzioni e similitudini, metafore ed analogie. In realtà, se volessimo indicare quale obiettivo maggiormente qualifica questo programma, dovremmo dire che si tratta della padronanza del ragionamento analogico. Il programma fornisce una sequenza di esercizi che danno la possibilità ai ragazzi di esercitarsi a fare confronti sia tra “cose” (piuttosto che tra “parole”) che tra relazioni. Quando si tratta di fare associazioni divertenti o stravaganti, alcuni ragazzi sono piuttosto produttivi, altri timidi ed inibiti. Tuttavia, l’obiettivo per tutti gli alunni deve essere il conseguimento di abilità quasi artigianali di cogliere ed esprimere similitudini e differenze; coloro che usano il linguaggio con un’esuberante talento per l’espressione figurativa dovranno poter andare al di là di tale competenza, mentre coloro che si esprimono con difficoltà scopriranno che questo esercizio di fare paragoni apre improvvisamente nuovi orizzonti nella descrizione e nella spiegazione del mondo intorno a loro. La prima fanciullezza è un periodo in cui il linguaggio viene appreso ad un ritmo incredibilmente rapido. È diffusa l’inclinazione a dare peso all’espansione del vocabolario, anche quando essa rappresenta l’acquisizione di termini sempre più esotici da parte di alunni la cui capacità di usare parole poco attraenti come “tutti”, “solo”, “perché”, “stesso”, “differente” risulta ancora incerta e traballante. Questa smania per le novità può apparire miope e poco saggia. Infatti, fino a quando non è ben saldo il controllo delle operazioni fondamentali dell’uso del linguaggio, imparare nuovi termini può portare a peggiorare la situazione. E il problema non si affronta con una energica ripassata della grammatica, giacché i problemi che i ragazzi si trovano a dover affrontare quando imparano l’uso del linguaggio, sono di natura sostanziale, come formale, di carattere filosofico come sintattico, pratico come logico. Allorché la consapevolezza sintattica, semantica e pragmatica procedono di pari passo, la crescita del vocabolario non rappresenta un problema di rilievo. Ambiguità Apprendere parole nuove non è meno importante, in se stesso, che imparare che una parola familiare non ha uno solo ma molteplici significati e che assume tali significati in determinati contesti. Quando i bambini apprendono qualcosa sul linguaggio, sulle persone e sul mondo in generale, c’è il pericolo che si facciano un’immagine super-semplificata di questi oggetti. Possono ritenere, per esempio, che le persone intendono sempre significare quello che dicono o che le cose sono sempre quelle che sembrano 9 essere. L’ingenua fiducia dei bambini in un ordine giusto e buono è destinata, prima o poi, a cadere quando il bambino cercherà di imporre una rete di ordinate spiegazioni ad un mondo che è multiforme, turbolento nei suoi mutamenti e frequentemente assurdo. È per questo motivo che un lavoro di comprensione delle ambiguità è una più che valida preparazione non solo rispetto ai giochi di parole, gli equivoci ed i doppi sensi del discorso ordinario, ma anche verso la ricchezza di allusioni della letteratura, la reciprocità delle relazioni umane e l’enigma della stessa natura. Inoltre, mentre prepara i ragazzi a fronteggiare la duplicità che caratterizza il mondo intorno a noi, una conoscenza dell’ambiguità li aiuta anche a scoprire le relazioni tra parole e parole, tra cose e cose, tra parole e cose. Allorché guardiamo al mondo, termini e cose appaiono chiari ed espliciti, mentre le relazioni restano molto più latenti ed implicite. Percepiamo immediatamente montagne e pianure e, allo stesso modo, le parole "montagna" e "pianura", ma abbiamo bisogno di più tempo per renderci conto della relazione che corre tra montagna e pianura, del rapporto referenziale tra le parole e gli oggetti corrispondenti o anche del fatto che le parole solo correlate l’una con l’altra. Relazioni Le relazioni si scoprono quando si fanno dei confronti: più veloce di, più occupato di, uguale a, più tardi di. Così pure vengono scoperte le relazioni famigliari: madre di, cugino di, nonno di. Allo stesso modo si scopre che esistono importanti rapporti linguistici: alcuni verbi "reggono" il complemento oggetto mentre altri no; i sostantivi possono essere "modificati" dagli aggettivi ed i verbi dagli avverbi. Da questo insieme emerge il sorprendente e grandioso fatto della somiglianza: delle parole tra loro, delle persone tra loro, delle cose e degli eventi tra loro, delle parole con le persone e le cose. Queste somiglianze le esprimiamo con paragoni letterari e con strumenti figurativi come le similitudini, le metafore e le analogie. Nelle considerazioni precedenti ci siamo presi qualche libertà con l’ordine degli aventi, perché certamente i ragazzi piccoli hanno un senso vivissimo delle somiglianze. Essi percepiscono il mondo in modo fisiognomico per analogia con le caratteristiche umane. Una tazza rovesciata su un lato è percepita come "una povera tazza stanca", ed il numero 10 come "papà e mamma". Ci vuole un lavoro da eroi per convincere questi bambini che questi sono "errori di categoria" e che bisogna paragonare le cose a cose, i numeri a numeri, le persone a persone. Piano piano riusciremo a portare un po’ di ordine nelle loro espressioni facendo loro vedere che il mondo ordinario richiede efficienza, precisione pratica, mentre soltanto il mondo della letteratura può corrispondere alla loro esperienza fisiognomica e al loro modo figurativo di esprimere tale esperienza. La risposta immaginativa ad un mondo visto come qualcosa di animato verrà sostituita con un armamentario di risposte convenzionali ad un mondo prosaico. I ragazzi non possiedono nessuno degli elementi artificiali investiti nell’esperienza degli adulti. Tuttavia, gli adulti devono fare qualche sforzo per l’espressione della naturale creatività che avevano da piccoli. In altri termini, lo sviluppo cognitivo è, da un certo punto di vista, una distinzione di contesti: si impara a non confondere la temporalità con la spazialità, il campo uditivo con quello visuale, quello fisico con quello personale. Il bambino, dovendo ancora imparare a riconoscere i confini tra questi contesti, non ha alcuna difficoltà a trascenderli e, quindi, a percepire le case come se avessero la faccia, i mobili come simpatici o minacciosi, i colori come felici o tristi, le forme come brutte o graziose. I bambini di tre o quattro anni sfornano metafore una appresso all’altra, ma molte di esse a noi appaiono sconsideratamente inappropriate, tanto che ci affrettiamo a prendere provvedimenti per rinforzare le capacità critiche. Il risultato può essere che il bambino venga sbilanciato verso l’estremo opposto, dove contesti ed ordini son stati chiaramente separati e i passaggi casuali dall’uno all’altro sono vietati. Per questo motivo il processo educativo deve farsi carico della responsabilità per la rigidità mentale di molti ragazzi, plasmata da questo processo. La consapevolezza dell’ambiguità, allora, è il punto di partenza dello sforzo di stabilire un equilibrio dinamico tra abilità figurative e abilità letterarie nei ragazzi. In un certo senso, la similitudine è l’inverso dell’ambiguità. Una parola ambigua può avere molti distinti significati in un particolare contesto, mentre una similitudine suggerisce che due cose diverse possiedono una determinata somiglianza. Così, l’ambiguità attesta una differenza nella somiglianza e la similitudine attesta una somiglianza nella differenza. 10 La similitudine Nella similitudine il confronto è esplicito (quando si dice che X è come Y oppure che X è tanto.... quanto Y). Nella metafora, invece, il confronto è soppresso. Con la metafora si vuole richiamare l’attenzione non tanto sulla somiglianza tra due cose considerate comunemente differenti, quanto piuttosto sulla identità di due cose diverse. Dire "Giorgio era arrabbiato" è freddo e distaccato perché dice semplicemente che Giorgio era un membro della classe degli esseri arrabbiati. Dire "La faccia di Giorgio era come quella di un temporale" ha un maggior impatto emotivo, sebbene richiede che si faccia un paragone consapevole. Dire, invece, "La faccia di Giorgio era un temporale" è ancora più drammatico perché elimina il paragone e presenta due cose radicalmente diverse come se fossero una sola. Gli scrittori che hanno l’abitudine di usare il linguaggio figurativo trovano un’espressione letterale come "Giorgio era arrabbiato" pallida ed anemica. Gli scrittori che hanno l’abitudine di usare un linguaggio letterale considerano l’uso delle metafore un esempio di esagerazione linguistica. Ad ogni modo, entrambe le forme espressive hanno i loro scopi ed è quando vengono usate per lo scopo sbagliato che appaiono inappropriate. Una similitudine afferma che due cose comunemente considerate differenti hanno qualcosa in comune; una analogia afferma che due relazioni sono simili. Tale, per lo meno, è la minima analogia, nella forma "A sta a B, come C sta D". Si noti che le analogie, come le sim ilitudini, implicano qualche somiglianza. Così come una similitudine, radicalmente drammatizzata quando la pretesa somiglianza viene sostituita con una affermazione di identità, diventa metafora, così un’analogia può assumere la forma A:B = C:D, dove le relazioni paragonate costituiscono una proporzione e il presunto paragone è in realtà un’affermazione di equivalenza. Tuttavia, il rapporto di equivalemza non ha nulla di drammatico: 3:6 = 12:24 è una semplice tautologia, un altro modo per dire ½ = ½ Abbiamo detto che i bambini di tre o quattro anni non hanno bisogno di aiuto per produrre metafore e analogie. Piuttosto, ciò di cui difettano è il senso critico che permette di giudicare l’adeguatezza delle figure espressive che elaborano. Incrementare questo senso critico può, a sua volta, aiutarli a rendersi conto se i loro stessi ragionamenti analogici sono svolti bene o male. Analogie Molti pensatori hanno considerato l’analogia come un modo di ragionare condiviso dalle persone creative in ogni campo. Esprimersi con una similitudine vuol dire aver notato una somiglianza tra due cose che, in gran parte, sono tra loro diverse. Esprimersi con una analogia vuol dire aver colto una somiglianza tra due relazioni (o tra due sistemi di relazioni). Non è facile dire se è il senso delle proporzioni che genera l’abilità di trovare analogie oppure se è l’abilità di trovare analogie che genera il senso delle proporzioni: forse l’uno sostiene l’altro. Comunque, quel che è certo è che un precoce consolidamento di una capacità tanto fondamentale come il ragionamento analogico rappresenta una efficace strategia per lo sviluppo sia cognitivo che creativo. Le analogie sono spesso molto più complicate di quanto appaiono nella loro formulazione più elementare (Per esempio: I gatti sono per i gattini quello che i cani sono per i cagnolini), per il fatto che possono implicare interi sistemi e costellazioni di relazioni da paragonare tra loro. Dire: “Coloro che oggi sono a capo di certi paesi del mondo governano come governavano coloro che erano a capo di Sparta nell’antichità”, significa delineare una complessa analogia tra due interi sistemi di governo. Con una singolare espressione il fisico Murray Gell-Man una volta osservò che le ricerche sulla natura hanno tanto successo per il fatto che “la natura somiglia a se stessa”. Comunque sia, è evidente che gli scienziati cercano le somiglianze in mezzo alle differenze e l’uniformità in mezzo alla molteplicità. Se, poi, tale uniformità sia genuina e sostanziale o semplicemente metodologica e concettuale è una questione che si continua a discutere. Tuttavia, quando ha luogo un ragionamento induttivo, è molto probabile che anche il ragionamento analogico è, in qualche misura, implicato. D’altra parte il ragionamento analogico appare di primaria importanza nella creazione artistica. Forse l’esempio migliore potrebbe essere l’approccio del tema e delle variazioni usato in musica, in pittura, in architettura e probabilmente, in gradi differenti, in ogni forma di arte. Il piacere, per chi ascolta o guarda, è spesso proporzionato alla sua capacità di estrapolare le analogie che sono state prodotte variando gli elementi, ma conservando il confronto tra le relazioni o variando elementi e relazioni, ma conservando somiglianze appena riconoscibili tra diverse strutture. In realtà, un apprezzamento è una forma di ricerca nel senso che induce a meravigliarsi e a pensare, con una preferenza per i procedimenti analogici. 11 Regole e ragioni Si presentano delle ragioni quando cerchiamo di giustificare ciò che facciamo. Ciò che fa di una ragione una buona ragione è la sua forza di giustificare o no l’azione. Pixie propende a domandarsi se una scusa è una buona ragione oppure no, lasciando la cosa nel dubbio. A questo stadio dell’evoluzione cognitiva dei ragazzi c’è una buona ragione per affrontare l’argomento 13 delle regole. Ne Il Prisma dei perché Aristide comincerà la sua odissea con la scoperta di una regola e, presumibilmente, egli ha già qualche idea di quello che sta scoprendo allorché la chiama regola. Ciò nonostante, sarebbe bene accennare qui che, insegnando le abilità di pensiero, non si inizia necessariamente con l’insegnare regole, assiomi e definizioni da cui il resto della materia potrà essere ricavato mediante rigorose deduzioni. Specialmente quando si ha a che fare con ragazzi un approccio di tipo olistico è più appropriato. Gli alunni dovranno scoprire qualche generalizzazione che consentirà loro di giudicare ogni caso particolare di un dato problema. Questo metodo è senz’altro meno preciso e meno affidabile di una procedura retta da regole, ma essa offre altri vantaggi. È più rapido e non è meccanico. Favorisce il giudizio e facilita la comprensione. L’approccio olistico ha guidato la costruzione della maggior parte degli esercizi di questo manuale. Si è ritenuto, insomma, che è molto più proficuo, lavorando con ragazzi di 9-11 anni, chiedere loro se un certo dialogo rappresenta un ragionamento valido oppure no, anziché impegnarli ad imparare e, poi, a riconoscere le violazioni della logica. Successivamente si potranno insegnare ai ragazzi le regole che applicano a questi casi e il cui uso dà una garanzia rispetto all’errore più sicura di quella che può dare il più intuitivo approccio olistico. Quest’ultimo, d’altra parte, consente di rispondere ad ogni piccolo spunto e ad ogni sottile sfumatura che sfuggirebbero ad una meccanica applicazione delle regole. Le regole della logica evidenziano le violazioni macroscopiche, ma non escludono una vasta gamma di inflessioni linguistiche che sarebbero considerate ragionamenti impropri in senso informale. Ecco perché, allora, sarà bene inizialmente sensibilizzare i ragazzi ad osservare e a sentire ciò che è illogico, abituarli a cercare delle tecniche adatte a sollevare questioni di adeguatezza, di proporzione, e di idoneità analogica. In un secondo tempo potranno apprendere tecniche più formali per scoprire ragionamenti fallaci. Allo stesso tempo, per rendere più graduale il passaggio allo stadio formale, non c’è niente di sbagliato ad introdurre qualche esercizio che richiede l’applicazione delle regole della logica. L’approccio olistico richiede di rispondere alla gestalt (globalità della forma) e al contesto. Una gestalt si può considerare come un sistema di relazioni. L’esame delle relazioni che Pixie ed i suoi compagni conducono nel corso dei primi sei capitoli del libro culmina nell’analisi e nella composizione di strutture relazionali. L’analisi appare particolarmente evidente nella scoperta della distinzione tra classi e famiglie; la composizione è evidente nella costruzione di storie e di recite. La distinzione tra classi e famiglie può essere espressa piuttosto sommariamente dicendo che le classi sono collezioni di individui che hanno qualche caratteristica in comune, come, per esempio, la classe delle persone alte più di un metro e sessanta. Le famiglie, invece, sono collezioni di individui legati tra loro in una struttura. Un esempio di famiglia si può considerare il sistema parentale, una collezione di giochi o la “famiglia” delle nazioni. È appena il caso di precisare che i due tipi di collezioni non si escludono a vicenda, per cui membri della stessa famiglia possono essere anche membri della stessa classe. Le storie Sarebbe una negligenza se non facessimo menzione del ruolo centrale che ha in Pixie la nozione di storia, di come le storie esemplificano la problematicità del confine tra “verità” e “finzione”, dell’enorme importanza del costruire storie ai fini dello sviluppo delle abilità cognitive nell’organizzazione di idee, sequenze, nella drammatizzazione, nell’implicazione, nell’uso dell’immaginazione, nella tensione verso l’unità e la coerenza. Ma Pixie contiene un supplemento di complessità perché solleva la questione del rapporto tra “storia” e “storia dell’invenzione della storia”. In breve, si tratta di quel tipo di problemi che comunemente di incontrano nella sociologia della letteratura. Nello stesso tempo, introducendo le nozioni di versione e di interpretazione, gli alunni incominciano a scoprire come si formano le tradizioni culturali e come le opere d’arte di tramandano da una generazione all’altra. Infine, siccome in conclusione il libro non rivela la vera storia di Pixie, sollecita gli alunni ad avventurarsi nell’ermeneutica, giacché sono indotti a formulare congetture su come poteva essere la storia di Pixie, basandosi sulle versioni alternative che di essa hanno ascoltato. È possibile che, in tal modo, essi incomincino a riconoscere il ricco e delicato rapporto tra i testi che hanno ispirato gli esseri umani nel corso della storia e gli sforzi di storici ed altri 13 12 Si tratta del racconto che, nell’articolazione del curriculum di Lipman, segue immediatamente Pixie. studiosi tesi a ricostruire quei testi, nel caso che siano andati perduti, o di attestarne l’autenticità, nel caso che essi siano stati conservati. Il mistero Un altro tema che attraversa il racconto è quello del mistero. In questo contesto, mistero non è un altro modo per dire romanzo poliziesco. È, invece, il mistero nel senso di confrontarsi con ciò che appare completamente inspiegabile. William James ce ne fornisce un esempio con quello che succede quando, guardandoci nello specchio, ci domandiamo come possa esistere questa particolare cosa. In tal senso, ciascuno di noi è un mistero giacché non appare affatto chiaro come siamo diventati le persone che siamo. Allo stesso modo, è un mistero se il mondo è finito oppure no. Né possiamo ignorare il sarcasmo finale di Pixie: “Come facciamo a sapere qualcosa?”. Il primo mistero è il pensiero e la conoscenza è la faccia più misteriosa del pensiero. Mentre Pixie continua a togliere e ad indossare la maschera, noi ci accorgiamo che anche lei è una creatura misteriosa, soprattutto nella misura in cui simboleggia la mente o la psiche. Il mito Non è un caso che gli ultimi due capitoli di Pixie trattano - o accennano - alcuni dei miti che si incontrano leggendo Empedocle, Lucrezio, il Simposio o il Parmenide di Platone. I ragazzi si sentono a casa loro nel mondo dei miti e sono in grado di accogliere le possibilità del mito senza chiedersi se si tratta di realtà in cui ci si aspetta che credano. Se vogliamo che i ragazzi prendano veramente sul serio le storie, dobbiamo trovare il modo di prepararli a riviverle. La drammatizzazione e la recitazione dei miti dà l’opportunità di produrre nuove drammatizzazioni, nuove interpretazioni e nuove possibilità mitologiche. Se il racconto di Pixie non libera l’attitudine narrativa dei ragazzi, se leggere la storia di come Pixie inventa la sua storia non finisce in un’esplosione di altri racconti in classe e in una crescita dell’impegno verso gli aspetti creativi della letteratura, allora il programma avrà fallito i suoi scopi. Obiettivi didattici Lavorando col programma di Pixie è bene tenere presenti alcuni obiettivi didattici: 1. Mentre troviamo nel manuale una grande varietà di esercizi di natura filosofica, non ci sono esercizi specificamente dedicati a stimolare la scrittura. Per compensare questa carenza, basterebbe consultare il manuale (Scrivere, come e perché) relativo al racconto intitolato Suki e adattare alcuni degli esercizi più facili. Sarebbe, altresì, una buona occasione per creare voi stessi degli esercizi, raccogliendo idee dai vostri stessi alunni. Evitate esercizi presi da manuali o da altre fonti che combinano l’esigenza di essere accurati dal punto di vista fattuale con quella di trattare aspetti artificiosi e stilistici della scrittura. Anche se queste cose dovranno essere padroneggiate, è necessario, tuttavia, una presentazione graduale. 2. Vedrete che i vostri alunni saranno entusiasti del compito di scegliere le loro creature misteriose e di inventare le loro storie misteriose. Questo è particolarmente importante perché si ha la possibilità di usare il libro come un modello per gli alunni. 3. Nel frattempo che arriverete al capitolo X, gli alunni dovrebbero aver in buona parte interiorizzato il metodo dialogico del corso. In realtà, avranno osservato così attentamente come svolgete il ruolo di moderatore, che dovrebbero essere capaci di prendere il vostro posto nel guidare e portare avanti una discussione. Sono due i momenti che caratterizzano il ruolo dell’insegnante in questo programma. Una prima fase in cui dovrete essere pedagogicamente sicuri ed esercitare un controllo sulla rilevanza della discussione rispetto agli argomenti trattati; intanto dovreste stare in disparte dal punto di vista filosofico, in modo da non far valere i vostri punti di vista su quelli degli alunni. Una seconda fase, in cui, andando avanti col corso, il vostro ruolo di direzione didattica dovrebbe incominciare a dare i suoi frutti. A quel punto dovrebbe essere possibile mettervi gradatamente da parte anche dal punto di vista didattico e lasciare agli alunni la possibilità di sostituirvi in questo ruolo in determinate occasioni. 13 4. Potrete senz’altro essere orgogliosi di voi stessi se, al termine dell’anno scolastico, i ragazzi saranno in grado di mettere su uno spettacolo di marionette ispirato a Pixie. E, comunque, potreste essere doppiamente orgogliosi se, verso la fine dell’anno, i vostri alunni raccogliessero insieme le loro invenzioni, le discutessero senza l’intervento degli adulti, creassero una messa in scena, i costumi e ciò che serve per un’allestimento per la presentazione di una esibizione dal vivo delle loro creazioni. Niente potrebbe mettere meglio in luce il grado della loro interiorizzazione della metodologia della Philosophy for children. 14 SUGGERIMENTI PER L’USO DI QUESTO MANUALE Più sono piccoli gli alunni con cui lavorate, più dovrete essere chiari sull’approccio didattico che state adoperando e più dovrete apparire decisi rispetto alla metodologia. Gli alunni devono avvertire immediatamente che sapete quello che fate. Con questo non si vuole dire che dovrete avere delle “risposte” pronte, ma dovrete mostrare di avere piena padronanza del metodo che state usando. Parlando di didattica intendiamo le procedure dell’insegnamento che vengono usate: ciò che fate per prima, quello che segue, come organizzate ogni lezione, come facilitate la discussione, come arricchite gli esercizi con i materiali presenti nel testo, che uso fate delle attività integrative (drammatizzazione, danza, musica, poesia, storie dei bambini) per rinforzare i concetti. Con i bambini piccoli è necessario essere molto prudenti con le affermazioni di carattere filosofico, perché a questa età sono molto suggestionabili e pronti a prendere ogni vostro atteggiamento intellettuale come una verità assoluta. In altri termini, il rischio di indottrinazione è tanto più alto quanto più gli alunni sono piccoli. La filosofia inizia nella meraviglia e questi ragazzi sono dei principianti; perciò, quello che dovreste fare è aiutarli a meravigliarsi. Se fornite loro delle risposte, anche se ne siete pienamente convinti, finite per bloccare il processo di ricerca, ponete termine alla discussione e perdete di vista gli obiettivi del corso. Del resto, fornire risposte non ha niente a che fare con una didattica sicura. Da qui i suggerimenti che seguono. Ricerche di psicologia cognitiva hanno indicato chiaramente che i materiali si ricordano meglio se presentati in un contesto narrativo anziché nella forma logica dell’esposizione di un manuale. Perciò raccomandiamo di non allontanarvi mai troppo dal contesto del racconto. Il modo migliore per questo è quello di iniziare ogni incontro facendo leggere ad alta voce un episodio del racconto. Questo si può fare in molti modi. Una volta possono leggere un paragrafo per uno, altre volte possono sceneggiare la lettura. Quest’ultima è una procedura più sofisticata e all’inizio i ragazzi possono trovarla difficile. Devono, infatti, imparare a scorrere velocemente la frase, tralasciare le espressioni “disse” ed equivalenti e leggere in modo espressivo. Ma con l’esercizio faranno sempre meglio. Subito dopo la lettura, chiedete agli alunni le loro impressioni su quello che hanno appena letto. Fate attenzione che state chiedendo le loro impressioni e non le vostre: appena i ragazzi si accorgono che cercate di introdurre le vostre impressioni, batteranno in ritirata ed esiteranno ad esprimere i loro punti di vista. Tuttavia, non chiedete loro troppo e continuamente. Non dedicatevi a più di una pagina alla volta e, piuttosto che chiedere sulle idee presenti nella pagina letta (un’operazione che richiederebbe un salto che eccede le possibilità dei principianti), chiedete che cosa vedono di interessante nella pagina letta. Ogni osservazione dovrebbe essere trascritta più fedelmente possibile sulla lavagna (Se si accorgono che state scrivendo i loro commenti a parole vostre, sospetteranno che state manipolando i loro pensieri). Siccome il vostro scopo è quello di indurre ogni ragazzo ad essere orgoglioso del proprio contributo alla discussione, farete in modo da identificare ciascun commento scrivendo accanto ad esso il nome dell’autore. A questo punto avete un certo numero di opzioni: si può avviare una discussione su ciascun contributo appena è stato formulato; si può rinviare la discussione ad un momento successivo, dopo che avrete raccolto tutti i commenti; si può, infine, discutere brevemente ciascun commento nel momento in cui viene enunciato e riservare ad un momento successivo la discussione più ampia ed approfondita. Una breve discussione a caldo potrebbe svolgersi intorno a domande come “Perché questo ti sembra interessante?”, “Secondo te, che cosa significa questa espressione?”, “Che cosa pensi che sia successo?”, e simili. Dato che tra i vostri scopi c’è quello di aiutare i ragazzi ad ascoltarsi ed a parlare tra loro, potete provare a chiedere che somiglianze e differenze vedono nell’elenco delle osservazioni sulla lavagna. Un’altra cosa che si può fare è riprendere una delle osservazioni e chiedere all’autore “Qual è qui il problema?”, con riferimento al rigo a cui l’osservazione è collegata. In questo caso l’obiettivo è quello di sollecitare diverse interpretazioni di un dato testo nella speranza di intensificare il dialogo tra gli alunni. Ora, perché intensificare il dialogo? Per un bambino il dialogo è un gioco come saltare con la corda o giocare a nascondino. Se uno entra nel gioco, si trova in una situazione che lo sfida e lo obbliga a sviluppare quelle abilità che gli permetteranno di giocare il gioco. Le abilità che attestano la competenza nel dialogo sono abilità di ragionamento. Pertanto, il dialogo tra i ragazzi vi mette nella condizione di poter irrobustire le abilità di ragionamento senza esercitazioni e senza costrizioni. Il carattere spontaneo 15 e ludico del dialogo che si sviluppa tra i ragazzi rende la partecipazione gioiosa e di per sé gratificante: non è nulla che si debba fare per accontentare l’insegnante o in vista di qualche ricompensa estrinseca. Si può intensificare il dialogo nei modi seguenti: a) Quando sorge un problema di definizione (se non sorge può essere l’insegnante ad introdurlo), è necessario riconoscere che le definizioni fornite da ciascun alunno non rappresentano la conclusione della discussione, ma piuttosto costituiscono l’occasione per una sfida da lanciare con domande come “Questo è sempre vero?”, “Sono tutti/e così?” Supponiamo che la parola in questione sia “favola”. Voi potreste domandare “Che cos’è una favola?” ed un alunno rispondere “È una storia”. Qui è chiaro come si dovrà procedere. Si chiederà “Che genere di storia?”. Se la risposta è “Una storia finta”, il discorso può terminare così. Comunque, potreste anche chiedere “Qualcuno conosce storie finte che non siano favole?” e se nessuno dice niente, lasciar cadere l’argomento. Se, invece, i ragazzi continuassero, la discussione potrebbe diventare sicuramente interessante. b) Se esistono evidenti divergenze di opinioni tra i ragazzi, cercate di trarne vantaggio con interventi come “Mi pare che Cinzia dice una cosa e Carlo un’altra. Cinzia, spiega a Carlo perché pensi di avere ragione tu”. Quello che serve all’insegnante, nel corso di queste discussioni, è un senso sicuro di ciò che comporta una definizione e, inoltre, della problematicità di alcune parole (come, per esempio, il termine “vero”) che vengono comunemente date per scontate nel loro significato. Condurre una discussione filosofica nel modo indicato non è affatto facile. Ci vuole del tempo per diventare esperti nel far seguire le domande giuste agli interventi dei ragazzi. Il gran numero di piani di discussione del manuale vi aiuterà a sviluppare questa capacità. Infatti, sono appositamente costruiti per: a. Migliorare il dialogo; b. Evidenziare gli aspetti problematici di alcune idee, concetti ed argomenti; c. Sollecitare differenti interpretazioni; d. Consentire l’esercizio dell’applicazione delle tecniche filosofiche; e. Osservare le implicazioni di ciascun contributo alla discussione; f. Considerare le varie implicazioni di un dato problema proposto dal racconto. In tal modo, gli esercizi sono per l’insegnante un ponte per collegare le idee del racconto con le discussioni filosofiche che si svolgono tra i ragazzi, a condizione che sia gli insegnanti che gli alunni giungano ad interiorizzare i movimenti logici e le strategie filosofiche che sono incorporate negli esercizi e nei piani di discussione. Il corso avrebbe tradito completamente le sue finalità educative se gli alunni dovessero arrivare alla conclusione che le domande sono “domande scolastiche” o domande da “ricettario da cucina” per un corso rigidamente programmato piuttosto che modelli delle forme di pensiero che loro stessi sono chiamati alla fine a mettere in pratica nelle attività di tutti i giorni. Si può imparare ad andare in bicicletta per il semplice piacere di andare in bicicletta. Allo stesso modo il programma di Pixie parte dal presupposto che si può imparare a “fare filosofia”, a padroneggiare le abilità di pensiero soltanto attraverso la pratica, e non per effetto di un corso di insegnamento su tali argomenti. Sono gli esercizi che forniscono ai ragazzi gli strumenti perché possano impegnarsi quotidianamente nell’attività e li aiutano ad interiorizzare la metodologia fino al punto da comportarsi abitualmente nel modo adeguato. Gli esercizi non sono di per sé dei fini. Servono ad aiutare alunni ed insegnanti ad avere padronanza di determinate abilità. Non bisogna farne uso a spese del dialogo tra i ragazzi, ma solo per aiutarli a chiarire ciò di cui essi stessi hanno scelto di parlare a partire dal brano del racconto letto. Un lavoro del genere richiede all’insegnante un impegno particolare. Da una parte è molto utile preparare in anticipo qualche esercizio e piani di discussione (anche prepararne una copia per ogni alunno). Ma, se la discussione prende una piega diversa, l’insegnante dovrà essere abbastanza flessibile - e conoscere a sufficienza l’intero repertorio degli esercizi - da seguire la discussione dove essa porta con altri esercizi adatti. Una tale flessibilità generalmente si consegue col tempo, con l’esperienza e con un uso creativo del manuale. Valutazione ed auto-valutazione dell’insegnante Per poter controllare costantemente quello che state facendo e quello che accade in classe come risultato dell’esperienza che state conducendo, non dimenticate di rivolgervi più spesso che potete 16 domande come quelle che seguono, aggiungendone, all’occorrenza, altre più specifiche. Il primo elenco di domande è di carattere metodologico generale; il secondo, invece, si riferisce ai singoli capitoli: 1. I bambini sono seduti in modo da potersi guardare quando parlano? 2. Sono in una posizione all’interno del gruppo tale da poter ascoltare ogni compagno e parlare con ogni compagno? 3. L’atmosfera dell’aula è sufficientemente calma, così che i bambini possono sentire quello che ciascuno dice? 4. Incoraggio i bambini a fare commenti su quello che i compagni dicono? 5. Quando un alunno risponde, faccio seguire la risposta da una domanda di approfondimento o passo subito al bambino successivo? 6. La discussione sembra crescere in modo costruttivo? 7. Bombardo i bambini con troppe domande invece di usarne poche ed aiutare gli alunni a svilupparle? 8. Gli alunni hanno compreso il collegamento tra testo ed esercizi fatti? 9. Gli alunni con difficoltà di parlare partecipano di più alle discussioni? 10. Gli alunni parlano tra di loro? 11. Ho chiesto di fornire ragioni di quello che gli alunni dicono? 12. Gli alunni chiedono ai compagni di fornire ragioni per ciò che dicono? 13. Parlo troppo durante le discussioni? 14. Gli alunni guardano sempre verso di me quando rispondono o guardano verso i compagni? 15. Gli alunni si ascoltano con maggiore attenzione? 16. Gli alunni costruiscono il discorso su ciò che ognuno di loro dice? 17. Il senso della comunità è in crescita nella classe? 18. Sto coscientemente e in modo non minaccioso sollecitando gli alunni con difficoltà a parlare a partecipare alle discussioni? 19. Gli alunni sono tutti capaci di distinguere una scusa da una ragione e da una buona ragione? 20. Gli alunni pongono sempre domande appropriate? 21. Ho dato l’opportunità di fare scrittura creativa? 22. So che cosa ciascun alunno pensa di Pixie? 23. Sono in grado di controllare la disciplina in modo tale da non soffocare la ricerca, la spontaneità e l’originalità degli alunni? 24. Sto imparando qualcosa ad ascoltare quello che gli alunni dicono? 25. Gli alunni sanno che imparo qualcosa da loro? 26. Gli alunni mi vedono come enigmatico/a, impegnato/a nella ricerca e capace di meravigliarmi durante le discussioni? 27. Gli alunni esprimono le loro idee attraverso poesia, prosa, danza e l’arte? 28. Gli alunni sono più aperti tra di loro? E con me? 29. Gli alunni fanno tutti progressi nel ricavare inferenze da quello che dicono i compagni? 30. Mi sento più a mio agio nel fare ulteriori domande dopo che un/a alunno/a ha dato una risposta? 31. Sono riluttante ad evidenziare le contraddizioni durante la discussione? 32. Gli alunni rispettano le idee degli altri e le rispettano di più? 33. Gli alunni guardano verso di me per sapere come procedere durante una discussione? 34. Gli alunni guardano verso di me per sapere risposte riguardo agli argomenti che stanno discutendo? 35. Gli alunni si mostrano tolleranti verso la molteplicità dei punti di vista sugli argomenti trattati? 36. Gli alunni mostrano di nutrire rispetto per il metodo della ricerca? 37. Ho scritto la mia storia misteriosa? Capitolo I 1. Gli alunni sono in grado di riconoscere e citare un esempio di ambiguità? 17 2. Gli alunni sono in grado di distinguere tra segreti, misteri e problemi? Capitolo II 1. Gli alunni hanno compreso il concetto di possibilità? 2. Gli alunni hanno fatto pratica nel riconoscere somiglianze e differenze? 3. Gli alunni sono in grado di verbalizzare ciò che segue da quello che hanno detto? Capitolo III 1. So che cosa ciascun alunno pensa di Bruno? 2. Gli alunni sono capaci di identificare 10 atti mentali utilizzati quotidianamente? 3. Saprebbe ciascun alunno riconoscere le relazioni famigliari? 4. Ho dato l’occasione di discutere il tema dell’amicizia? 5. Gli alunni sanno esprimere correttamente un paragone? Capitolo IV 1. Ho lasciato abbastanza tempo agli alunni per discutere sul tema della “realtà” e della “mente”? 2. Gli alunni hanno svolto sufficiente pratica nel fare paragoni? 3. Gli alunni sono tutti capaci di identificare somiglianze e differenze? 4. Gli alunni sono tutti capaci di comprendere che cosa è un modello e che cosa è una relazione? Capitolo V 1. Gli alunni hanno compreso che cosa si intende per relazioni temporali e relazioni spaziali? 2. Mi sento pronto a lasciare ad uno dei miei alunni la direzione della discussione di domani? (Anche capitoli successivi) 3. Tutti gli alunni comprendono le analogie? Come faccio a saperlo? 4. Mi sento più consapevole di cosa significa il metodo della ricerca? (Anche capitoli successivi) Capitolo VI 1. Gli alunni hanno fatto tutti abbastanza pratica nella seriazione? 2. Le discussioni vanno avanti meglio e coinvolgono più alunni rispetto ad un mese fa? (Anche capitoli successivi) 3. Gli alunni sono capaci di pensare meglio rispetto ad un mese fa? Come faccio a saperlo? (Anche capitoli successivi) 4. Tutti gli alunni sono in grado di distinguere la funzione delle regole in relazione al linguaggio, alla matematica, agli scacchi, al gioco del calcio? 5. Tutti gli alunni sono in grado di distinguere una regola da un principio? Capitolo VII 1. Gli alunni hanno interiorizzato il metodo della ricerca abbastanza da poter fare tra di loro vivaci discussioni filosofiche? (Anche capitoli successivi) Capitolo VIII 1. Ho mai affidato la direzione di una sessione ad un/a alunno/a? Se sì, è stato/a capace di fare bene quanto me? (Anche capitoli successivi) 2. Da un po’ di tempo a questa parte gli alunni leggono più attentamente? (Anche capitoli successivi) 3. Gli alunni mi sono sembrati più riflessivi nel dare le loro risposte? (Anche capitoli successivi) 4. Gli alunni mi sono sembrati più attenti nello scrivere in questo ultimo mese? 5. alunni hanno fatto tutti abbastanza pratica nel ragionamento analogico? 6. Tutti gli alunni sanno riconoscere una analogia valida? 7. Tutti gli alunni sanno costruire da soli analogie, similitudini e metafore? 8. Tutti gli alunni sanno distinguere tra una metafora, una similitudine ed un’analogia? 9. È necessario tornare indietro al capitolo VI per dare la possibilità agli alunni di fare più pratica su similitudini, analogie e metafore? 18 Capitolo IX 1. Gli alunni mi sembrano più in gamba rispetto all’inizio dell’anno? (Anche capitoli successivi) 2. Ora i miei alunni sono capaci di esprimere le loro idee anche in modi diversi: arte, danza, drammatizzazione, con canzoni? (Anche capitoli successivi) 3. Gli alunni son più capaci di aiutarli tra loro a formulare più chiaramente le loro idee? (Anche capitoli successivi) 4. Gli alunni hanno maggiore considerazione reciproca? Capitolo X 1. Gli alunni hanno drammatizzato le tre storie del capitolo X? 2. Con la drammatizzazione gli alunni hanno imparato qualcosa di più rispetto alla discussione? 3. Tutti gli alunni hanno scritto una storia inventata da loro nell’ultimo mese? 4. Ho invogliato i miei alunni a dirigere la drammatizzazione delle loro storie? 5. Tutti gli alunni sono capaci di distinguere tra parabola, favola e mito? 6. Tutti gli alunni si sono impratichiti nell’attività dell’interpretazione in relazione alle tre storie del capitolo X? 7. Tutti gli alunni sono in grado di difendere la loro personale interpretazione? 8. Vedo nei miei alunni capacità che prima non vedevo? 9. Ho imparato qualcosa dai miei alunni sulle operazioni interpretative? Capitolo XI 1. So come si fa a sapere qualcosa? 2. Sono più consapevole della complessità dell’interpretazione? 3. Sono più consapevole della complessità del pensiero, delle idee, della conoscenza? 4. Sono diventato/a più consapevole grazie alle discussioni con i miei alunni? 5. Gli alunni hanno scritto ognuno la sua storia misteriosa? È stata scritta una storia misteriosa di classe? 6. Gli alunni sanno distinguere tra avere un’opinione, capire, conoscere? 19 Dialogo in classe È molto utile scrivere un resoconto sommario dell’andamento di ciascuna discussione, segnando almeno la data, l’argomento principale, l’orientamento prevalente nell’interesse dei ragazzi e qualunque altra cosa appaia degna di nota sul loro comportamento sottolineando, soprattutto, i risultati imprevisti. I risultati ottenuti Prendete nota, per meglio monitorare il percorso che state facendo ed i risultati man mano ottenuti, degli obiettivi didattici su cui state lavorando, indicando: 1. Le specifiche abilità che state cercando di insegnare; 2. Le specifiche abilità che avete cercato di rinforzare; 3. Le specifiche abilità sulle quali pensate di lavorare in futuro. Gli esercizi di questo capitolo che hanno funzionato Segnate gli esercizi che hanno funzionato meglio, indicando anche i motivi per cui, secondo voi, hanno funzionato. Questo vi sarà utile per il prossimo corso. Ma può essere un elemento da non trascurare nel momento della valutazione, soprattutto se, in un quadro comparativo, metterete a confronto gli effetti di un esercizio con altre variabili. Da una tale riflessione possono derivare anche suggerimenti per ristrutturare gli esercizi che hanno funzionato di meno. Valutazione degli studenti Per poter seguire accuratamente i percorsi formativi di ogni alunno e, quindi, poter intervenire adeguatamente in modo individualizzato, è indispensabile annotare qualunque cosa possa essere utile a questo scopo. Quelli che seguono sono alcuni suggerimenti per utili annotazioni: 1. Alunni che hanno parlato con me molte volte mentre facevamo questo capitolo. 2. Alunni che hanno rivolto osservazioni ai compagni molte volte nel corso della discussione. 3. Alunni che sono rimasti in silenzio durante la discussione in classe. 4. Alunni che non hanno fornito ragioni per i punti di vista espressi. 5. Alunni che hanno bisogno di imparare a rivolgersi ai compagni piuttosto che a me. 6. Alunni che hanno bisogno di imparare a ricavare inferenze corrette durante le discussioni. 7. Alunni che potrebbero inibire gli altri durante le discussioni in classe. 8. Alunni che hanno bisogno dell’incoraggiamento dell’insegnante per elaborare le proprie idee, specialmente in termini di ciò che consegue da quanto dicono. 9. Alunni bisognosi di ulteriore aiuto su una delle abilità di pensiero trattate in questo capitolo. Cambiamenti che farei per la prossima volta Perché l’insegnamento sia realmente una ricerca, questa operazione è di fondamentale importanza. Si tratta, infatti, di esprimere un giudizio su quello che si è fatto, su come si è fatto, sui materiali usati e, in una parola, sull’intero processo formativo. Un proposito di cambiamento può derivare legittimamente solo da una valutazione consapevole di ciò che è avvenuto. Le annotazioni potranno riguardare gli esercizi, l’ambito della relazionalità, i modi dell’organizzazione dello spazio e del tempo, e così via. Altre fonti collegate ai temi in questo capitolo Affinché il corso di “filosofia” mostri tutte le sue potenzialità formative come campo di aggregazione interdisciplinare e come attività trasversale rispetto agli altri ambiti disciplinari, è utile annotare: 1. Temi emergenti in questo capitolo che ritornano nelle altre discipline di insegnamento; 2. Letteratura per l’infanzia: opere pertinenti ai temi trattati ed utilizzabili: racconti, lavori teatrali; 3. Films; 4. Opere d’arte; 5. Composizioni musicali; 6. Esercizi di danza ; 7. Altro. 20 CAPITOLO 1 EPISODIO 1 IL NOME PIXIE. Nel folklore del sud-ovest della Gran Bretagna si trovano taluni esseri mitologici che formano una famiglia di fate e di folletti che a volte sono chiamati anche "pixies" o "piskies". Pixie era evidentemente la più vivace e birichina di queste creature. È possibile anche che la parola "pixie" o "piskies" sia in relazione con il termine greco "psyche", che significa spirito o mente. IL COMPORTAMENTO DI PIXIE. Questo primo episodio ci presenta Pixie non nella sua conformazione fisica, bensì dal lato dei suoi vezzi e delle caratteristiche comportamentali. È insofferente verso gli altri, si diverte a fare dispetti, ad imitare; dà lezioni agli altri, prende abbagli senza rendersene conto e, inoltre, sembra possedere una certa consapevolezza di sé ed una certa capacità di introspezione. Esprime questi tratti a volte in modo indiretto, a volte direttamente. La sua insofferenza si mostra nell’enfasi con cui dichiara quanto tempo ha dovuto aspettare il suo turno. È chiaro che è dispettosa per il fatto che dice di chiamarsi Pixie, ma rifiuta di rivelare il suo vero nome, così come rifiuta anche di dire quanti anni ha, ricorrendo ad una intrigante strategia: "quanti ne hai tu". Imita i suoi insegnanti quando dice come avrebbe parlato l’anno prima. Dà lezione quando spiega al suo uditorio le posizioni acrobatiche che è capace di assumere e quelle che non può assumere. E prende i suoi abbagli quando, volendo spiegare di che cosa sembra essere fatta, esprime l’opinione che il peperincino prababilmente somiglia al gelato. La consapevolezza di sé emerge quando riconosce di essere più tollerante di quanto non fosse l’anno prima. L’ATTITUDINE DI PIXIE AL FILOSOFARE. Difficilmente Pixie dice qualcosa senza sollevare questioni di rilevante valore filosofico. Riesaminiamo l’episodio badando non tanto alle stranezze del comportamento di Pixie, quanto piuttosto alle implicite questioni filosofiche sollevate dal discorso sul nome, su ciò che è possibile, sulla materia di cui sono fatte le cose, su cosa è reale, sulle capacità che uno possiede. QUAL È IL VERO NOME DI UNA PERSONA? Per cominciare, c’è il problema del suo nome, cioé della differenza tra il nome che le hanno dato i genitori (il suo "vero" nome) ed il nome che lei si è data. Ci si potrebbe domandare perché uno dei nomi è considerato "vero" e l’altro no, a meno che Pixie non intenda dire che il nome che le hanno dato i genitori è il nome anagrafico, che sarebbe un modo curioso di difendere il termine "reale". IL CONFRONTO DELL’ETÀ. Altrettanto interessante è la risposta che Pixie dà alla domanda che riguarda la sua età. Dice a noi lettori di avere la stessa età nostra. Come è possibile se noi abbiamo tutti un’età diversa? Una interpretazione della sua risposta è che l’età sarebbe irrilevante per il tono con cui Pixie si sta rivolgendo al suo uditorio. In questo senso la filosofia stessa non conosce differenze di età. (Si può aggiungere che questo è nel racconto il primo esempio di un confronto preciso). O... O. Quando afferma che non si possono incrociare le gambe e metterle, nello stesso tempo, intorno al collo, Pixie sta usando il principio logico dell’esclusione (uno o l’altro, ma non tutti e due) per esprimere un’impossibilità fisica. L’ANALOGIA. Le osservazioni che fa Pixie dicendo che si comporta come se fosse fatta di gomma o come se fosse un peperoncino sono i primi esempi di analogia del racconto. Sono analogie non ancora formulate in modo così preciso come vedremo nell’ultimo capitolo. Si può dire che Pixie si comporta allo stesso modo di come si comportano i peperoncini, ma la cosa è lungi dall’essere soddisfacente. Che cosa intende dire la mamma di Pixie? Certamente cerca di mettere in evidenza, attraverso la somiglianza citata, il temperamento vivace di Pixie. 21 L’ATTITUDINE ALLA RIFLESSIONE. È da notare che Pixie è molto preoccupata dell’immagine da presentare agli altri e della comprensione che può avere di se stessa. In altri termini, Pixie riflette non solo sulle cose del mondo, ma anche su se stessa e sulla sua stessa riflessione. In tal modo Pixie esemplifica una delle più antiche massime della pratica filosofica: "Conosci te stesso". LE STORIE E IL RACCONTO. Infine questo episodio informa il lettore che quello di Pixie non è semplicemente un racconto, ma è un racconto che ha per oggetto il raccontare una storia. Riguarda la nozione fondamentale di che cosa è una storia. In un certo senso, la differenza tra una storia e il raccontare una storia è paragonabile alla differenza tra lo scrivere musica ed eseguirla. Una storia può essere raccontata oralmente, ma non essere scritta, oppure può essere scritta e poi raccontata oralmente. I poemi omerici non erano scritti, ma venivano recitati.Oggi, molte delle opere letterarie sono fatte per essere lette silenziosamente e mai ad alta voce. Dal punto di vista pedagogico, la comprensione di ciò che una storia richiede per essere composta e raccontata efficacemente è di grande importanza. La produzione di una narrazione unitaria e coerente richiede più abilità di organizzazione di qualunque altro esercizio. INVENTARE UN RACCONTO. Man mano che i vostri alunni diventano consapevoli di quello che raccontare una storia implica, voi dovreste essere pronti a sfruttare questa loro consapevolezza, invogliandoli ad inventrare storie in ogni possibile occasione. Se, per esempio, vi capita di sentire un commento di un alunno che contiene segni di inventività, invitate quell’alunno a elaborare il suo commento e a trasformarlo in un racconto. Gli esercizi più adatti per cominciare non saranno gli argomenti proposti dall’insegnante, ma una espansione articolata, riportata in forma narrativa, delle stesse intuizioni che gli alunni hanno all’interno della loro esperienza. Incoraggiate gli alunni a scegliere, dall’insieme delle loro intuizioni e verbalizzazioni, quelle espressioni di cui vanno fieri come le basi di storie da raccontare successivamente. Per esempio, un alunno esprime un’interessante similitudine o una metafora, discutetela tutti insieme. Potrebbe essere quello l’inizio di un pezzo di descrizione o di narrazione ricco di immaginazione. 22 PIANO DI DISCUSSIONE: Le storie 1. Come cominciano generalmente le storie di fantasia ? 2. Che significa "c’era una volta"? 3. Tutte le storie hanno un inizio? 4. Tutte le storie hanno una fine? 5. Tutte le storie hanno una parte centrale? 6. Una storia potrebbe avere una fine e una parte centrale ma non un inizio? 7. Una storia potrebbe avere un inizio e una fine ma non una parte centrale? 8. Tutte le storie sono vere o alcune sono vere e alcune di fantasia? 9. Come riconosci la differenza tra storie vere e storie inventate? 10. È possibile che alcune storie siano buone ed altre no? 11. Come riconosci la differenza tra storie buone e storie che non lo sono? 12. È possibile che una storia sia vera e sia anche una buona storia? 13. Tutte le storie riguardano quello che succede alle persone? 14. Ci possono essere storie che parlano di persone che sognano? 15. Ci possono essere storie che parlano di persone che pensano? ML ESERCIZIO: I nomi. 1. Ognuno di voi ha più di un solo nome? Spiegate. 2. I vostri genitori vi chiamano con lo stesso nome dei vostri amici? 3. Usate il vostro nome quando parlate da soli? 4. Se non aveste un nome, sareste preoccupati? 5. Se vi cambiassero il nome, vi importerebbe? 6. Se vi cambiassero il nome, sareste una persona diversa? 7. Avete in testa un nome che preferireste a quello che già avete? 8. Volendo, si potrebbe dare un nuovo nome a tutte le cose del mondo? 9. I nomi delle persone si possono vendere e comprare? 10. È possibile che uno, man mano che cresce, somiglia sempre più al proprio nome? ML ESERCIZIO: Cose reali e cose che sembrano reali. Preparare 4 tavoli contrassegnando ognuno con una delle definizioni seguenti: 1. Cose che sembrano reali ma non lo sono; 2. Cose che sembrano reali e lo sono; 3. Cose che non sembrano reali ma lo sono; 4. Cose che non sembrano reali e non lo sono. Chiedere poi ai bambini di disporre sul tavolo giusto gli oggetti che avranno trovato o portato da casa. Ecco alcuni suggerimenti: a) Un fiore artificiale b) Una macchina giocattolo c) Un libro di favole d) Una bottiglia di coca cola piena d’acqua e) Una patata tagliata a forma di gatto. 23 f) Un aeroplano di carta. g) Una fotografia di un bambino/una bambina della classe. h) Un piccolo specchio. Si può organizzare una discussione prendendo le mosse dalle ragioni che ognuno è chiamato ad esporre relativamente alla sua scelta. ML ESERCIZIO: Quello che può verificarsi e quello che non può. Cose che si possono pensare ma non verificarsi Cose che non si possono pensare ma verificarsi Cose che non si possono pensare né verificarsi Cpse che si possono penasare ma non veificarsi 1. Un cerchio con gli angoli ❑ ❑ ❑ ❑ 2. Una montagna che si trova per metà sulla Terra e per metà sulla Luna ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Una persona che acquista la stessa età di quelli con cui parla. ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Un pezzo di pane che rimane sempre uguale anche se tagli tutte le fette che vuoi. ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Due numeri che sono uguali tra loro e, nello stesso tempo, non sono uguali. ❑ ❑ ❑ ❑ 6. Una macchina che produce suoni che si possono sentire da ogni parte dell’universo. ❑ ❑ ❑ ❑ 7. Ieri e domani diventano lo stesso giorno. ❑ ❑ ❑ ❑ 8. Una persona più alta e, nello stesso tempo, più bassa di voi. ❑ ❑ ❑ ❑ 9. Un topo capace di inghiottire un elefante. ❑ ❑ ❑ ❑ ML ESERCIZIO: Similitudini e paragoni esatti. Una similitudine indica un essere simile, una somiglianza, non un paragone esatto, tra due cose diverse. Qualcuno potrebbe dire: "il suo viso era come una stella" e si potrebbe pensare che lo splendore del suo volto viene paragonato allo splendore di una stella. Ma, certamente, è solo una somiglianza, non un paragone esatto. Se invece si dice "Maria è alta quanto Gianni" o "Maria ha pagato quanto Gianni per andare a cinema" abbiamo a che fare con paragoni esatti e non con similitudini. Nei casi seguenti, indicate se l’espressione è una similitudine o un paragone esatto. 1. Antonio è giovane come il suo gemello Franco. 2. Lucia ha detto: " Te lo dico io; guidare è sicuro come volare". 3. Alla luce del fuoco i suoi capelli castani brillavano come il sole. 4. Giacomo è alto e magro come un fuscello. 5. Il pomodoro acerbo era duro come una roccia. 6. Il mare era freddo come il ghiaccio. 7. "Volavo sull’altalena come un aquilone", ha detto Chicca. 8. Giovanna ha detto: "Niente è buono come il latte quando hai sete". 9. Nel costeggiare il cimitero i due bambini erano spaventati come uccellini. 10. Una linea diritta è breve come la distanza che si trova tra due punti. ML 24 ESERCIZIO: Paragoni convenzionali. Generalmente facciamo uso di paragoni convenzionali o idiomatici quando non possiamo pensare a nulla di originale da dire. Per esempio: "veloce come il vento", "agile come una scimmia", "lento come una tartaruga", "mite come un cerbiatto", "brutto come la morte", e così via. A quali paragoni convenzionali puoi pensare per ciascuna delle seguenti parole? 1. Forte come ............................................................................................................. 2. Indaffarato come .................................................................................................... 3. Paziente come ........................................................................................................ 4. Pazzo come ............................................................................................................ 5. Veloce come .......................................................................................................... 6. Splendente come .................................................................................................... 7. Testardo come ....................................................................................................... 8. Pesante come ......................................................................................................... 9. Debole come .......................................................................................................... 10. Leggero come ........................................................................................................ 11. Stupido come ......................................................................................................... 12. Carino come ........................................................................................................... 13. Fresco come ........................................................................................................... 14. Stabile come ........................................................................................................... 15. Tranquillo come .................................................................................................... ML PIANO DI DISCUSSIONE: Crescita ed abilità in sviluppo. 1. Puoi sentire che stai crescendo o lo sai soltanto? 2. Ci sono cose che puoi fare quest’anno che l’anno scorso non potevi fare? 3. Ci sono cose che facevi l’anno scorso e che non vuoi più fare quest’anno? 4. Ci sono cose che sarai in grado di fare l’anno prossimo e che non puoi fare quest’anno? 5. Quando avrai smesso di diventare grande, significa che avrai smesso anche di crescere? 6. La crescita significa essere capaci di fare più cose? 7. Crescita significa essere capaci di fare cose più grandi? 8. Crescita significa essere capaci di fare cose migliori? 9. Crescita significa essere capaci di fare cose migliori in modi migliori? 10. Crescita significa trasformarsi nel tipo di persona che vorresti essere? ML 25 EPISODIO 2 SCOPERTA E INVENZIONE. Il prisma dei perché ha a che fare con la scoperta e Pixie con l’invenzione. Attraverso l’invenzione delle storie si scopre il mondo. Quando si inventa una lampadina elettrica o un aeroplano, lo si fa facendo uso di principi naturali che valgono nel mondo reale. Ma quando si inventa o si crea una storia in un certo senso si crea allo stesso tempo un altro intero mondo in cui quella storia ha luogo. La scoperta può essere vista all’estremità di un continuum con la creazione all’altra estremità. L’invenzione è da qualche parte nel mezzo. FINZIONE E VERITÀ. Pixie non usa le parole "inventare" o "creare". Parla di costruire storie. Che significa "costruire"? In un senso, suggerisce qualcosa di fabbricato. In un altro senso, suggerisce qualcosa di non solo immaginario ma, forse, addirittura falso. Comunque, è seriamente in discussione se i termini "vero" e "falso", come vengono comunemente intesi, si possano applicare al mondo della finzione. Questo tema è ricorrente nel racconto, proprio come la questione della definizione della verità ritorna nei racconti successivi. LE COSE E LA LORO STORIA. Essenzialmente, chiedere di una cosa è, in un certo senso, chiedere della storia di quella cosa. Si può guardare ad una tazza di ceramica e vederla come un oggetto finito, o vederla a partire dalle sue origini come una massa di creta umida nelle mani del vasaio che assume poi forma sulla ruota e che viene quindi smaltata e cotta in forno, venduta in un negozio e finalmente portata a casa, dove sarà usata per la colazione di un determinato bambino. Questa dimensione storica, quando viene esplorata narrativamente, conferisce una dimensione drammatica alla ceramica senza allontanarsi dalla verità letterale. D’altro canto, si può vedere una ceramica da un punto di vista figurativo. Si può 14 vederla, per esempio, come l’ha vista Omhar Khayyam : una metafora per il genere umano. Così, il vascello deforme "che giace tutto sghembo" chiede, sarcasticamente : "quand’è, allora, che la mano del vasaio ha tremato?". Potreste essere interessati a cercare questo passaggio nel Rubayat e a chiedere ai vostri allievi di interpretarlo. Oppure, date ai vostri alunni come assegno il compito di scrivere di una cosa che a loro piace molto e di raccontare la storia di quella cosa. Elogiateli se hanno organizzato la materia facendone una narrazione piacevole e non una mera sequenza di stadi di sviluppo. DISTINGUERE COSA È ACCADUTO DA COME È ACCADUTO. All’inizio del secondo episodio Pixie dice: “Il motivo per cui ho inventato una storia è che tutti gli altri nella mia classe ne hanno inventata una. Io adesso vi voglio raccontare la storia di come ho inventato la mia storia. C’è prima la storia e poi c’è la storia di come quella storia è nata. Voglio dire che prima è dovuta succedere qualcosa è poi è venuta la storia. Così questa è la storia di quello che è successo precedentemente. È la storia di come questo è successo”. A prima vista questò è un periodo molto confuso. In apparenza quello che Pixie sta cercando di dire è che non dovremmo confondere quello che è veramente accaduto con la storia di quanto è accaduto (proprio come non dovremmo confondere la tazza con i vari eventi che hanno condotto all’esistenza della tazza nel modo in cui la conosciamo oggi). Sfortunatamente la parola “storia” viene applicata sia alla sequenza di eventi in sviluppo che alla conseguente narrazione di questi eventi. DISTINGUERE IL PASSATO DALLA STORIA COME DISCIPLINA. Vi è un’analoga ambiguità con l’uso della parola “storia” che talvolta si riferisce ad un resoconto di ciò che è accaduto e talvolta a ciò che è veramente accaduto. Perciò un libro sulla storia della Gran Bretagna ha a che fare con la storia in quanto disciplina di studio mentre “ciò che è accaduto nella storia inglese” si riferisce al passato inglese. AMBIGUITÀ. Questa ambiguità a pagina 12 è seguita immediatamente da un’altra ambiguità. Pixie dice che può far muovere le sue orecchie e che il Maestro non può. Poi procede in modo molto analitico, a parlarci dell’ambiguità presente nella sua osservazione. Pixie è molto noiosa dal punto di vista intellettuale. Presta grande attenzione alle parole di cui fa uso. Questa particolare ambiguità è ciò che 14 Omar Khayyàm, 1050-1123, poeta, matematico ed astronomo persiano. Autore di un trattato di algebra e di altre opere di carattere scientifico, deve la sua fama alle quartine (ruba iyyat) liberamente tradotte e pubblicate con successo dal poeta inglese Edward Fitzgerald nel 1859. (n.d.C.). 26 talvolta viene chiamato anfibologia, cioè una frase costruita in modo da essere aperta a due differenti interpretazioni. Più tardi, incontreremo un diverso tipo di ambiguità, dove una singola parola ha una pluralità di significati diversi plausibili all’interno della stessa frase. LA COMPRENSIONE DI SIGNIFICATI MULTIPLI. L’ambiguità ha un’importanza fondamentale nel programma Pixie poichè esemplifica il fatto che il linguaggio ha molti e differenti strati di significato e che questi strati possono entrare in conflitto o rinforzarsi in ogni esempio dato. Più tardi, in Il Prisma dei perchè e in Lisa gli studenti giungeranno a vedere l’importanza del’eliminazione dei significati non intesi liberandosi delle espressioni ambigue. Ma qui in Pixie e più avanti in Suki essi scoprono il valore del linguaggio e la sua possibilità di essere usato, ad una pluralità di livelli, in tutta la sua ricchezza. Solo quando gli studenti cominceranno ad individuare queste differenze e somiglianze tra i significati saranno in grado di capire come funzionano le similitudini, le metafore e le analogie. Per questo motivo il programma Pixie offre agli studenti ripetuti esercizi sull’uso dell’ambiguità, nella speranza che l’immersione in tale uso darà luogo ad una consapevolezza di questo importante aspetto dell’uso del linguaggio. ESPERIENZA MENTALE. Anche in questo episodio sono reperibili diverse descrizioni di esperienza mentale, di specifici atti mentali e di operazioni intellettuali piuttosto complesse: pensare, avere pensieri, dare ragioni, formare associazioni e formulare assunzioni. ATTI MENTALI. Nell’esaminare un episodio di Pixie potreste desiderare che la vostra classe guardi più da vicino questi atti mentali e rifletta su ciò che li rende diversi l’uno dall’altro. Per esempio, quando Pixie dà una ragione, sta offrendo un pensiero come giustificazione per un altro pensiero (se tutti in classe devono inventare una storia ed io sono parte della classe allora questa è la ragione per cui anch’io devo inventare una storia..). Prendete per esempio il formarsi di associazioni all’inizio della pagina. Il Maestro dice: “la storia può essere su qualunque cosa vi suggerisce uno zoo”. Lo zoo potrebbe indurre una persona a pensare pressochè a qualsiasi cosa. Le connessioni tra le associazioni sono generalmente molto tenui. Pixie pensa che il Maestro stia al mondo da tanto tempo e prontamente si chiede se abbia conosciuto Garibaldi: un’altra indicazione della mancanza di informazioni accurate che molti bambini della sua età hanno riguardo al tempo. Per Pixie un lungo lasso di tempo potrebbe essere indistintamente 50 o 150 anni. È un’associazione piuttosto libera, poichè nessuno probabilmente avrebbe normalmente pensato al Maestro e a Garibaldi nello stesso contesto. 27 PIANO DI DISCUSSIONE: Inventare cose. 1. Se inventi una scusa, è una frottola ? 2. Se inventi una storia, è una frottola ? 3. Se fai un disegno di qualcuno ed il disegno non somiglia proprio a quella persona, il tuo disegno è una bugia? 4. Ci può essere una storia finta su persone vere? 5. Ci può essere una storia vera su persone finte? 6. È possibile inventare una storia in cui non ci sia nessuna persona? 7. È possibile inventare una storia in cui non accada niente? 8. Sarebbe possibile che qualcuno inventasse una storia e poi la storia si rivelasse vera? 9. Se qualcuno ti racconta una storia finta, puoi non prestarvi fede? 10. Se qualcuno ti racconta una storia vera, puoi non prestarvi fede? ML PIANO DI DISCUSSIONE. Tutto ha una storia di come si è verificato? Rispondi alle seguenti domande: 1. Il tuo banco ha una storia? 2. La tua scuola ha una storia? 3. La tua casa ha una storia? 4. La tua famiglia ha una storia? 5. La strada in cui abiti ha una storia? 6. La tua città ha una storia? 7. Il Mosè di Michelangelo ha una storia? 8. L’Italia ha una storia? 9. Il mondo ha una storia? 10. Una storia può avere una storia? Se hai risposto di sì a qualcuna delle domande di qui sopra, puoi raccontarci la storia ? ML ESERCIZIO: Il bollitore (fare pratica lavorando con le ambiguità) Quando una parola può avere diversi significati in una data frase noi la chiamiamo “ambigua”. Per esempio nella frase: “la vecchia porta la sbarra” la parola sbarra è ambigua: può infatti significare sia il verbo sbarrare che un’asta di ferro. Anche la parola vecchia è ambigua: può infatti significare tanto una donna anziana quanto un aggettivo per la parola porta intesa come uscio. In questa frase, però, anche la parola porta è ambigua: può infatti significare sia un uscio che il verbo portare. Ecco una serie di parole che possono avere una varietà di significati. Senza dubbio potreste pensarne ancora un sacco di altre. - Soluzione (ad esempio: Paolo ha trovato la soluzione). - Radice (ad esempio: Ho individuato la radice). - Corpo (ad esempio: Ammiro molto il corpo dei Carabinieri). - Estrazione (ad esempio: È il giorno dell’estrazione). - Ancora (ad esempio: Ancora, ragazzi!). - Andata (ad esempio: È andata!). 28 Un volontario esce dalla stanza e gli altri scelgono una parola che può avere diversi significati. Quando il volontario ritorna, i membri del gruppo, a turno, propongono frasi in cui può essere usata la parola misteriosa. Ma, invece di usare la parola segreta, usano la parola “bollitore”. La persona che ha inventato la frase che conduce alla scoperta della parola segreta è la prossima ad uscira dalla stanza. ML ESERCIZIO: Ambiguità. A cura del docente Identifica le parole che possono avere due diversi significati e spiega quali sono i diversi significati. Esempi: La mamma di una lucciola dice al papà: “È brillante per la sue età, non è vero?”. Insegnante: “Chi era Atlante ?” Studente: “Il primo reggente del mondo”. ESERCIZIO: Che c’è in uno zoo? Quando è il tuo turno di rispondere alla domanda devi dire la tua risposta alla persona alla tua destra. Se la tua risposta è “sì” la persona alla tua destra deve chiederti “Perchè ?” e tu devi darle una ragione del perchè. Se la tua risposta è “no”, la persona alla tua destra deve chiederti “perchè no?” e tu devi darle una ragione. Domanda: Le cose seguenti sono nello zoo? Le montagne russe I cinema I serpenti a sonagli I germi I guardiani Le noccioline I venditori di biglietti I letti Gli orsi ML ESERCIZIO: Associazioni. Dividete la classe in due gruppi che formano linee parallele, disposte faccia a faccia. Queste sono due squadre. Alla prima persona della prima linea risponderà la prima persona della seconda linea alla quale risponderà la seconda persona dellla prima linea e così via. Il gioco consiste nel dire “a cosa ti fa pensare” il commento della persona precedente. La prima persona della prima linea comincerà esprimendo un pensiero come ad esempio: “Sto pensando ad un porcospino” o “Sto pensando ad una coppa di gelato alla vaniglia” o “Sto pensando a casa”. La presona seguente deve dire cosa le ha fatto pensare la precedente osservazione. Se non riesci a pensare a niente, puoi saltare il turno. Ma la fila che ha tre persone che hanno saltato il turno è quella che perde. Al secondo passaggio, quando si fa un’affermazione se ne deve dare anche una ragione. Ad esempio, se la prima persona dice : “sto pensando ad un porcospino” la persona seguente potrebbe dire “sto pensando ad un porcospino perchè sembra un cuscinetto puntaspilli...”. ML 29 PIANO DI DISCUSSIONE: Pensare ed avere pensieri. 1. Pensi sempre, o solo qualche volta? 2. Pensi mentre dormi? 3. Puoi pensare senza pensare a qualcuno o a qualcosa? 4. Pensi in parole? Se è così, pensi in frasi? 5. Puoi avere pensieri senza realmente pensare? 6. Puoi pensare senza avere pensieri? 7. Puoi pensare a qualcosa senza che ti faccia pensare a qualcos’altro? 8. Puoi pensare più di un pensiero alla volta? 9. Il tuo pensiero può essere diviso come lo sono due torte? 10. I pensieri possono essere belli? 11. I pensieri possono essere belli anche se non sono veri? 12. I pensieri possono essere belli anche se sono veri? 13. Cosa preferiresti avere: tanti, tantissimi pensieri o solo pochi, simpatici pensieri? 14. Se il tuo corpo ha la tua età, significa che i tuoi pensieri hanno la tua età? 15. È possibile che gli altri ti lascino pensare i loro pensieri? Nota per l’insegnante. Un modo per lavorare su questo è su piani di discussione simili è di girare per la stanza facendo una domanda alla volta e discutendo a turno ciascuna domanda. Un altro metodo è quello di assegnare una domanda a ciascuna persona, dando alla classe tempo per riflettere e poi chiedere se ci sono volontari per poter discutere le loro risposte. ML ESERCIZIO: Cosa possiamo presumere come vero? A volte non abbiamo i fatti davanti ma ci sentiamo lo stesso abbastanza sicuri di avere ragione nell’affermare qualcosa. Altre volte potremmo dire cose non corrette perchè siamo stati colpevoli di presumere qualcosa di cui non esiste alcuna prova. Nel seguente esercizio, spiega se pensi che sia sicuro presumere o non sicuro presumere quello che è indicato nelle asserzioni. SI NO NON SO 1. Margherita: “Tutte le immagini mostrano Beniamino Franklin con le scarpe. Presumo che volesse nascondere qualcosa, come il fatto che aveva dieci alluci ad ogni piede”. ❑ ❑ ❑ 2. Linda: “Beniamino Franklin doveva usare il dentifricio e scommetto che la marca era Colgate.” ❑ ❑ ❑ 3. Guido: “Ho sempre sentito che Beniamino Franklin ha scoperto l’elettricità, ma non ho mai sentito che avesse inventato gli aquiloni. Presumo che non ha inventato l’aquilone”. ❑ ❑ ❑ 4. Patrizia: “Siccome Beniamino Franklin ha scritto molto, presumo che sapesse leggere”. ❑ ❑ ❑ 5. Carlo: “Siccome Beniamino Franklin ha avuto un ruolo importante nella fondazione degli Stati Uniti, presumo che almeno una volta sia stato presidente”. ❑ ❑ ❑ 6. Piero: “Beniamino Franklin deve essere stato un tempo un bambino che mangiava, dormiva ed andava al bagno”. ❑ ❑ ❑ Silvia: “In uno stato americano c’è una città chiamata Franklin. Deve avere questo nome in onore di Beniamino Franklin”. ❑ ❑ ❑ Betta: “Come possiamo presumere che sia esistita una persona chiamata Beniamino Franklin se non conosciamo nessuno che l’abbia incontrato?”. ❑ ❑ ❑ 7. 8. ML 30 ESERCIZIO: Come possiamo dire cos’è vero? Questo esercizio ha a che fare con diversi modi di scoprire cio che è vero. Sopra (da 1 a 9) sono indicate diverse situazioni. Nelle colonne sotto sono indicati diversi modi per scoprire ciò che è vero. Devi trovare le corrispondenze tra la situazione problematica ed il metodo che sceglieresti. Dai una ragione per la tua scelta di un metodo rispetto agli altri. 1. Ti viene chiesto se il tempo si misura in minuti o in centimetri. 2. Ti viene chiesto se Napoli è a sud di Roma. 3. Ti viene chiesto se preferisci il gelato alla torta. 4. Ti viene chiesto se Pertini è ancora presidente. 5. Ti viene chiesto se l’acqua salata si congela. 6. Ti viene chiesto se ci sarà una guerra in Asia l’anno prossimo. 7. Ti viene chiesto quanto dista il capoluogo della tua regione. 8. Ti viene chiesto come sei. 9. Ti viene chiesto se adesso sono le 3 del mattino. A. Chiedo all’insegnante. N. Tiro una monetina. B. Chiedo ai miei genitori. O. L’estraggo a sorte. C. Guardo l’orologio. P. Lo chiedo a qualcuno di prima media. D. Chiedo al primo straniero che incontro. Q. Consulto il giornale del mattino. E. Organizzo un progetto di ricerca. R. Scrivo al presidente. F. Per sapere la risposta guardo la televisione. S. Faccio una telefonata alla persona in questione. G. Guardo una meridiana. T. Dico che non sono affari vostri. H. Vedo se il sole è proprio sopra la mia testa. U. Consulto il mio certificato di nascita. I. Lo chiedo al mio migliore amico. V. Consulto la mia memoria. J. Ci penso un po’. Z. Rispondo che la domanda non ha alcun senso. K. Consulto il mio oroscopo. AA. Svolgo un esperimento. L. Cotrollo il compasso. BB. Nessuna delle cose indicate sopra. M. Lo cerco sull’atlante. ML ESERCIZIO: Segreti. Il gioco si fa così. C’è uno che dirige, che fa le domande e che dice alle persone che rispondono alle domande cosa devono fare. Quello che fa le domande sta ad un’estremità della stanza e gli altri si mettono in fila all’altra estremità della stanza, di fronte a chi fa le domande. Il vincitore è colui che per primo attraversa la stanza. Ci sono sei possibili risposte. Ecco come sono considerate : Per la risposta sempre si fanno tre passi da gigante in avanti. Per la risposta mai si fa un passo da gigante indietro. Per la risposta qualche volta si fanno due passi da bambino in avanti. Per la risposta sì si fa un passo da ombrello in avanti. Per la risposta no si fa un passo da ombrello indietro*. Per la risposta non lo so si fa una capriola avanti ed una ruota indietro. * La persona che fa il passo da ombrello tiene in mano un finto ombrello e fa un passo avanti mentre gira su se stesso. 31 Queste sono le domande : 1. Ti piace quando i tuoi amici ti raccontano dei segreti? 2. Ti piace raccontare i tuoi segreti ai tuoi amici? 3. Mantieni un segreto che ti è stato detto? 4. Hai un posto segreto per nasconderti? 5. Hai progetti segreti? 6. Hai amici segreti? 7. Mangi cose segrete? 8. Quando racconti un segreto ai tuoi amici, dici sempre la verità? 9. Tutti noi in questa stanza abbiamo segreti? 10. L’insegnante ha un segreto? ML 32 EPISODIO 3 GESTI E LINGUAGGIO DEL CORPO. Questo episodio contiene una varietà di esempi di linguaggio corporeo in aggiunta a diverse esclamazioni verbali. Nello fa smorfie, si tappa il naso e caccia la lingua. Per tutta risposta, Pixie fa una smorfia con i pollici nelle orecchie e gli occhi storti. Questo incidente continua a sottolineare l’attività fisica, come si vede all’inizio del capitolo. Ma mentre le prime situazioni implicavano solo esercizi ginnici, questi gesti sono espressivi e ricchi di significato. I bambini ricorrono a gesti enfatici più frequentemente degli adulti. Gli adulti non dovrebbero dimenticare che tale comportamento è comunicativo ed è semplicemente un’estensione dell’uso del linguaggio. ESSERE UN GUASTAFESTE. Più avanti nell’episodio Nello esprime avversione per la gita allo zoo che tutti gli altri hanno accolto con grande entusiasmo. Il comportamento di Nello è quello di un guastafeste. È utile avere in mente la distinzione generalmente fatta tra l’essere un guastafeste ed imbrogliare. L’imbroglione infrange le regole del gioco ma non ne nega la validità. Il guastafeste mette in discussione l’intero gioco. EMPATIA CON GLI ANIMALI. Vale anche la pena notare che Pixie parla a nome degli animali ed esorta Nello a mettersi al loro posto e ad immaginare il proprio odore se fosse costretto a stare tutto il giorno in una gabbia. Pixie non solo simpatizza con gli animali, ma pretende anche che gli altri che se ne prendono gioco facciano altrettanto. VULNERABILITÀ ALLA PRESA IN GIRO. Quando leggiamo in varie parti del libro del comportamento impertinente di Pixie e delle sue frequenti prese in giro, non dovremmo dimenticarci che ci sono occasioni in cui è la stessa Pixie ad essere presa in giro. Per esempio, Nello approfitta della sua incapacità di guardarsi in testa per dirle che ha il chewing gum appiccicato nei capelli. Ancora una volta, Pixie è vulnerabile a causa della mancanza di informazioni essenziali. 33 PIANO DI DISCUSSIONE: Amici. 1. Le persone possono parlare molto tra loro eppure non essere amiche? 2. Le persone possono parlare raramente tra loro eppure essere amiche? 3. Ci sono persone che litigano sempre con i loro amici? 4. Ci sono persone che non litigano mai con i loro amici? 5. Ci sono persone che non hanno amici? 6. Ci sono persone che hanno amici ma non hanno altro? 7. Ti fidi dei tuoi amici più di chiunque altro? 8. Ci sono persone di cui ti fidi di più che dei tuoi amici? 9. È possibile aver paura di un amico? 10. Qual è la differenza tra amici e famiglia? 11. Ci sono animali con cui puoi essere amico ed animali con cui non potresti mai essere amico? 12. C’è qualche motivo per cui non potresti essere amico di Pixie? ML 34 EPISODIO 4 SEGRETI. Quando il Maestro assegna il compito alla classe prima dice che devono tenere segreto l’animale scelto. La nozione di segreto ha un grande fascino per bambini e adulti. C’è qualcosa di molto romantico nel sapere qualcosa che non si farà conoscere al resto del mondo. C’è anche qualcosa di motlo precario riguardo ai segreti, perchè nel momento in cui li si divide con gli altri si corre il rischio che i segreti siano rivelati al mondo. Nondimeno i bambini dividono molto i loro segreti con gli altri, promettendo di non rivelarli e facendolo, poi, quasi invariabilmente. C’è anche un importante aspetto morale nell’idea del segreto, perchè l’abilità di mantenere il segreto di un amico è un’utile preparazione a non tradire quell’amico. Inoltre avere e mantenere segreti può incoraggiare in un bambino lo sviluppo dell’individualità ed il senso della privacy personale. AMICIZIA. Pixie ora solleva la questione se si debba trattare il proprio migliore amico come qualsiasi altra persona. In questo caso, non rivelando il segreto del migliore amico. Certamente sarebbe utile, nel discutere questo passaggio con la vostra classe, chiedersi che cosa è un amico e che tipo di relazione sia l’amicizia. Chiedete ai vostri studenti se vi siano gradi di amicizia e come l’amicizia differisca dalle altre relazioni sociali, come ad esempio quelle che abbiamo con i parenti o con i compagni. L’ASSEGNO SULLA “CREATURA MISTERIOSA”. Il Maestro spiega che il segreto di ogni persona sarà la creatura misteriosa di quella persona. L’intenzione del Maestro, evidentemente, è semplicemente quella di indicare che nessuno in classe rivelerà l’identità della sua creatura se non dopo la gita allo zoo. In questo senso la parola misteriosa viene usata allo stesso modo in cui si intende una storia del mistero. In una storia del mistero ha luogo un crimine ma l’identità del colpevole non viene svelata se non alla fine del libro. Con il procedere del racconto, emerge un senso di mistero sempre più profondo. Non viene data mai nessuna risposta e si fa riferimento a qualcosa di inconoscibile, indescrivibile, inesprimibile. LA CONOSCENZA DELLA MENTE DI UN’ALTRA PERSONA. Pixie sa immediatamente cosa sarà la sua creatura misteriosa e quasi con la stessa prontezza sa che nessun altro in classe avrà la stessa idea. Non viene spiegato come può essere così sicura di cosa c’è nella mente degli altri. DIVIDERE I PENSIERI. Un momento più tardi Pixie sta camminando nell’entrata mano nella mano con Isabella. Si fermano e si abbracciano e Pixie ne deduce che lei ed Isabella dovevano avere in mente lo stesso pensiero. CONOSCERE LE ALTRE MENTI PER ANALOGIA. Come dobbiamo interpretare il ragionamento di Pixie in questo caso? Quando il comportamento di un altro individuo è identico al nostro, allora possiamo dedurre per analogia che, in quel momento, l’altro individuo ha un pensiero simile al nostro. C’è un certo grado di plausibilità in questa argomentazione in quanto ciò che Pixie intende dire è che il reciprico comportamento fisico suggerisce un rapporto psicologico. 35 ESERCIZIO: Mistero. A cura del docente. Indicazioni: su uno dei lati di un foglio di carta, elenca cinque misteri. Sull’altro lato indica cosa li rende misteri. ESERCIZIO: storia del mistero. Fate dividere la classe in quattro gruppi: quelli i cui nomi incominciano con lettere che vanno dalla A alla F, quelli i cui nomi incominciano con lettere che vanno dalla G alla L, quelli i cui nomi incominciano con lettere che vanno dalla M alla R e quelli i cui nomi incominciano con lettere che vanno dalla S alla Z.Viene presentata una situazione a tutta la classe, poi i quattro gruppi si separano e vanno ai quattro angoli della stanza. Ogni gruppo deve inventare una storia che completi l’inizio della storia presentata nella situazione misteriosa. Nel’ambito di ogni gruppo, ciascun individuo deve costruire una frase. Le frasi saranno poi dette ad alta voce a tutta la classe. Ma le frasi devono essere in sequenza in modo da “raccontare una storia”. Questa è la situazione misteriosa: 1. Un pomeriggio d’inverno Paolo e Maria stavano tornando a casa da scuola. Era quasi buio e stava incominciando a cadere una neve leggera. Improvvisamente Maria ha detto: “Paolo, guarda quel buffo negozietto, non l’ho mai visto prima!” Attraversarono lo strada e lessero l’insegna del negozio. Diceva: Chiacchierino Gridi e figli. Ammazziamo parole. “Mi chiedo che significhi!” esclamò Paolo. Maria rispose: “Perchè non entriamo?”. Aprirono la pesante porta che scricchiolò forte. Appena entrati, la porta si chiuse con un tonfo e sentirono il lucchetto che si chiudeva. “Oddio!“ sussurrò Paolo a Maria “Guarda quello!”. 2. È lo stesso assegno, solo che l’insegna del negozio dice: Uria Palella e figli. Teste nuove ed usate. 3. È lo stesso assegno, solo che l’insegna del negozio dice: Banco dei pegni ad hoc. Paghiamo i migliori prezzi per tempo di seconda mano e facciamo saldi sui minuti usati. 4. È lo stesso assegno, solo che l’insegna del negozio dice: Fonte del mandorlo. Sorprese. ML ESERCIZIO: Mutare un mistero in un problema. L’obiettivo qui è quello di fare un semplice trucco con i numeri e di chiedere alla classe di scoprire come funziona. All’inizio, certamente, sembra molto misterioso. Alla fine sembra ovvio. 36 Prima fase: l’insegnante chiede a ciascuno studente di pensare ad un numero ma di non dirlo. Poi l’insegnante dice allo studente di: 1. raddoppiare il numero. 2. aggiungervi quattro. 3. dividere a metà il numero risultante. 4. sottrarre il primo numero che si è pensato. Seconda fase: l’insegnante dice allo studente che il numero risultante è due. Terza fase: fare il trucco diverse altre volte in modo da dimostrare che il numero risultante è sempre due. Quarta fase: dare alla classe il compito di capire perchè il numero risultante è sempre due. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Problemi e misteri. 1. È possibile capire un problema senza conoscerne la soluzione? 2. È possibile che, nel caso di un mistero, non si possa capire di che cosa si tratta? 3. Nel caso di un problema aritmetico, è vero che c’è sempre un metodo che si può usare per risolverlo? 4. C’è un metodo per risolvere un mistero? 5. Se alcune persone in classe tua hanno un segreto che non ti vogliono dire, il loro segreto è un problema o un mistero? 6. Se sei in una città straniera ed hai perso la strada, ti trovi davanti un problema o un mistero? 7. Se una mattina ti svegliassi e ti trovassi sulla luna, ti troveresti di fronte ad un problema o ad un mistero? 8. Se una mattina ti svegliassi e ti trovassi trasformato in zucca, ti troveresti di fronte a un problema o a un mistero? 9. Se una mattina ti svegliassi e ti trovassi trasformato in un adulto, ti troveresti di fronte a un problema o a un mistero? ML ESERCIZIO: Diversi significati della parola tipo. Le due colonne contengono commenti ed espressioni in cui si usa la parola “tipo”. Trova le corrispondenze tra le espressioni della prima colonna e quelle della seconda colonna in cui la parola tipo è usata con lo stesso significato. Alcune espressioni a sinistra potrebbero corrispondere a più di una espressione sulla destra o a nessuna. 1. Pixie ha detto: “Non è il tipo di libro che mi piace. 2. “Quello che mi piace di lei” ha detto “è che è proprio un bel tipo”. 3. “No” gli ho detto “non è un asilo. È più tipo una prima elementare”. 4. I gattini sono stati cresciuti da un cane anzichè da un animale dello stesso tipo. A. Paola guardò Mauro e disse:“Che tipo!” B. “Non ti piace mio fratello? Guarda che è davvero un tipo speciale!” C. “Mi dispiace, ma non è il tipo di gelato mi piace”, disse lei. D. “Voglio un pigiama tipo maglietta”, disse Francesca. E. “È lo stesso tipo di scherzo?”, chiese. ML 37 EPISODIO 5 INTROSPEZIONE ED INFERENZA. Isabella dice che Pixie sembra come se sognasse ad occhi aperti. In altre parole, Isabella pensa di poter dire, dal modo in cui Pixie era seduta e apparentemente dal’espressione del suo viso che era profondamente immersa in un processo di sogno. Certamente, non si può saperlo a meno che non si sia prestata attenzione alla postura di qualcuno quando sogna ad occhi aperti. Queste bambine non sono semplicemente consapevoli, ma sono introspettive e sono capaci di ricavare inferenze basate su tali introspezioni. SOGNARE AD OCCHI APERTI. Ai vostri alunni potrebbe piacere discutere la questione di cosa accade quando si sogna ad occhi aperti. È diverso dai sogni che si fanno di notte? È determinato dalla postura? I cambiamenti nei sogni sono correlati con i cambiamenti della postura quando si dorme? Si può essere consapevoli di quello che sta accadendo in classe ed allo stesso tempo sognare ad occhi aperti? Come si può essere certi che ad un certo momento non si sta sognando ad occhi aperti ma solo discutendo di che cos’è sognare ad occhi aperti? ADDORMENTARSI. L’espressione “addormentarsi” si usa allo stesso modo quando ci riferiamo ad una persona che si sta addormentando o a una parte del suo corpo che si sta addormentando? O forse il primo è il significato più appropriato mentre il secondo significato è una figura retorica? In altre parole, l’espressione “addormentarsi” è ambigua? CHE COS’È UNA PERSONA? Un’altra domanda che emerge dall’episodio è la complessa distinzione tra una persona, una parte di una persona e cosa appartiene ad una persona. Perciò, nel caso del corpo di un individuo, il suo corpo è una parte di lui o è qualcosa che gli appartiene? La stessa domanda può essere formulata riferendosi al braccio, ai capelli, alle unghie, ai libri, ai giocattoli alla stanza di un individuo e così di seguito. SIAMO I NOSTRI CORPI? Pixie dice: “O io e il mio corpo siamo la stessa cosa o non lo siamo“. Pixie ha ragione? È possibile che entrambe le cose possano essere vere? In altre parole, potrebbe essere che, in un senso, le persone siano i loro corpi ma in un altro senso non lo siano? Ma ciò solleva ancora un’altra domanda. Se non siamo i nostri corpi, allora che cosa siamo? E se siamo i nostri corpi, allora come ci potrebbe appartenere il nostro corpo? È interessante notare come ragioni Pixie in questo caso. Stabilisce una coppia di alternative ed poi procede ricavando inferenze da ciascuna alternativa. PERPLESSITÀ. Pixie confessa di essere perplessa a proposito della domanda riguardante la relazione tra sé ed il proprio corpo. Qui veniamo introdotti ad un altro atto mentale, che è di grande importanza filosofica. Presumibilmente, essere perplessi è un modo di meravigliarsi, di interrogarsi e solleva la questione di quanti altri modi di meravigliarsi possano esserci. Si dovrebbero prendere in considerazione vari sinonimi come essere confusi, sconcertati, disorientati. Sarebbe utile chiedersi quali sono le differenze tra questi atti mentali. IL MISTERO DELLA PROPRIA IDENTITÀ. Pixie riflette sul fatto che la relazione problematica tra la persona ed il corpo è molto misteriosa. Si chiede anche se lei stessa non sia una specie di creatura misteriosa. Sicuramente questa è una ricapitolazione della ricerca di autoconoscenza di Pixie ed è interessante il fatto che si interroghi sulla propria identità. APPARTENENZA. Pixie chiede: “Appartengo al mio corpo allo stesso modo in cui il mio corpo mi appartiene?”. Qui ci sono due domande. Cosa significa appartenere e cosa si intende con la parola “modo”? La parola “appartenenza” è ambigua nel senso che le cose possono appartenere alle persone e, d’altro canto, le persone possono appartenere alle organizzazioni. Qauando una cosa appartiene ad una persona, è proprietà di quella persona. Quando una persona appartiene ad un’organizzazione, è parte di quella organizzazione. “MODO” COME “ASPETTO”. La parola modo è una di quelle parole semplici, elementari che le persone usano sempre ma che è, nondimeno, estremamente complicata per quanto riguarda il suo significato. Nel caso di semplici oggetti come tazze, scarpe e matite non vi è difficoltà nel vederli o nel toccarli o nell’indicarli. Ma una forma, una maniera, un modo di agire non sono così prontamente 38 percepiti o designati. Quando Pixie dice: “allo stesso modo” indica “sotto lo stesso aspetto”. I bambini potrebbero non usare la frase “sotto lo stesso aspetto” ma è molto importante dal punto di vista filosofico, perchè suggerisce che quando si fa un paragone bisogna essere chiari riguardo ai criteri da usare. Chiedere: “é sotto lo stesso aspetto?”, in questo senso, significa chiedere che si usi lo stesso criterio quando si comparano due cose. Per esempio, se io dico che Gianni è più grande di Giorgio, intendo sotto l’aspetto dell’altezza o del peso? 39 ESERCIZIO: Empatia . Nelle situazioni seguenti, dite cosa le persone pensano o provano 1. Ieri siete stati rimproverati per qualcosa che non avevate fatto. Avete pianto. Oggi avete visto Giacomo rimproverato per qualcosa che non ha fatto. Come pensate che si senta ? 2. La scorsa settimana avete avuto un brutto voto al compito di matematica. Vi siete sentiti molto male. Ma sapevate che non avevate studiato. Questa mattina Irene ha avuto un brutto voto in italiano. Vi ha detto a fine giornata che non aveva studiato. Come pensate che si senta? 3. Oggi, nell’ora di ginnastica siete riusciti a fare cinque canestri. Vi sentite molto orgogliosi. Carolina ha fatto sei canestri. Come pensate che si senta ? 4. Lunedì scorso vostra madre vi ha chiesto di andare a fare la spesa. Vi siete ricordati tutto tranne il latte. Oggi incontrate Roberto. Vi dice che sta tornado a casa dopo aver fatto la spesa per sua madre. Mentre state parlando, si ricorda che ha dimenticato le uova. Come pensate che si senta ? 5. Stamattina avete fatto tardi a scuola. Quando siete entrati in classe, l’insegnante era seccata. Ha chiesto la giustifica dei vostri genitori. Ma non ce l’avevate. Vi siete sentiti molto in colpa. Pochi minuti più tardi, Ciro è entrato in aula. L’insegnante gli ha chiesto se aveva la giustifica dei genitori per spiegare il suo ritardo. Ce l’aveva e l’ha data all’insegnante. Come pensate si sia sentito? 6. Martedì scorso era il compleanno di vostra madre. Le avete comprato sei garofani e li avete messi sul tavolo con un biglietto in modo che li trovasse al ritorno dal lavoro. Vi siete sentiti così felici quando ha esclamato: “Che bei fiori. Grazie, Grazie!”. Oggi avete incontrato Carlo che tornava dall’allenamento di pallacanestro. Vi racconta che ieri era il compleanno di sua madre e che lui se ne è completamente dimenticato. Come pensate si senta? 7. Carla è la vostra migliore amica. Vi ha promesso di venire a vedere con voi l’ultimo film di Walt Disney non appena sarebbe uscito. Sabato prossimo daranno il film al cinema sotto casa e così chiamate Carla ma lei vi dice che non può venire sabato perchè deve andare a trovare la nonna. Come pensi che si senta? 8. Tutti in classe vostra progettano di andare alla festa di compleanno di Gerardo e hanno parlato per tutta la settimana. Il giorno prima della festa il vostro compagno Sandro si ammala e così non può andare alla festa. Come pensate si sia sentito Sandro? 9. Tornando a casa da scuola incontrate vostro fratello maggiore. Sembra che abbia pianto. Gli dite: “che ti succede?” e lui vi racconta che qualcuno gli ha rubato la bicicletta. Come pensate che si senta? 10. Invitate la vostra amica Giulia a giocare a casa vostra. Incidentalmente urta uno dei vasi di cristallo di vostra madre. Il vaso cade sul pavimento e si rompe in mille pezzi. Come pensate che si senta Giulia? A.M.S. PIANO DI DISCUSSIONE. Sognare ad occhi aperti. 1. Qual è la differenza tra sognare ad occhi aperti e sognare quando dormi? 2. Puoi ricordare i tuoi sogni? 3. Puoi ricordare i tuoi sogni ad occhi aperti? 4. Puoi giocare e sognare ad occhi aperti allo stesso tempo? 5. Puoi guardare la televisione e sognare ad occhi aperti allo stesso tempo? 6. Quando sogni ad occhi aperti, ne viene fuori una storia? 7. Se è così, la storia ha un inizio, un centro ed una fine? 8. La storia ha senso? 9. Generalmente, voi ci siete nei vostri sogni ad occhi aperti? 10. Sognate mai ad occhi aperti di avere un avventura? 11. Si avverano mai i sogni ad occhi aperti? 12. Potete parlare con i vostri amici e continuare a sognare ad occhi aperti? 13. Potreste trasformare uno dei vostri sogni ad occhi aperti in una rappresentazione teatrale? 14. Se è possibile, i vostri compagni potrebbero rappresentarlo su un palcoscenico? 40 15. Ti succedono cose impossibili nei tuoi sogni ad occhi aperti? 16. Saresti molto triste se non potessi più sognare ad occhi aperti? 17. Impari mai delle cose dal sognare ad occhi aperti ? Se è così, che tipo di cose? 18. Impari dal sognare ad occhi aperti allo stesso modo in cui impari studiando una mappa? 19. Impari dal sognare ad occhi aperti allo stesso modo in cui impari dalla tua insegnante? A.M.S. ESERCIZIO: Atti mentali. In ciascuna delle frasi seguenti, sono omesse due parole. Quale delle due parole in parentesi collocheresti in ciascuno degli spazi bianchi? Se pensi che entrambe andrebbero in entrambi gli spazi spiega perchè pensi così. 1. Quando ho ____________________ il suo nome, mi sono _____________________ che la conoscevo. (ricordato - reso conto) 2. Proprio quando ______________ di aver finito ho _______________ che avevo altri compiti da fare. (pensavo - appreso) 3. Ho ____________ i numeri in ciascuna delle colonne e poi ho __________________ le due somme. (sottratto - addizionato) 4. Mi ___________________ se lei ________________________ il mio indirizzo. (meraviglierei conoscesse) 5. Ho _____________________ di dargli il regalo che ho ______________________ per lui. (scelto, deciso). ML PIANO DI DISCUSSIONE: Parti di te. Dimmi se pensi o no che le cose seguenti siano parti di te: 1. i tuoi piedi 2. le tue orecchie 3. il tuo respiro 4. i tuoi capelli (prima di tagliarli) 5. i tuoi capelli (dopo che li hai tagliati) 6. la tua saliva 7. i tuoi pensieri 8. i tuoi sentimenti 9. le tue memorie 10. i tuoi genitori 11. i tuoi vestiti 12. i tuoi disegni 13. le cose che hai scritto 14. il tuo mondo 15. le cose che dici. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Cosa ti fa essere quello che sei? Saresti ancora tu se: a) avessi un nome diverso? 41 b) avessi una faccia diversa? c) avessi un corpo diverso? d) avessi una mente diversa? e) avessi diverse impronte digitali? f) avessi genitori diversi? g) avessi nonni diversi? h) fossi nato e cresciuto in Cina? i) tutti al mondo pensassero che sei qualcun altro? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Possediamo i nostri corpi? • Possiedi i tuoi libri? • Possiedi il tuo letto? • Possiedi la tua casa? • Come puoi fare la differenza tra qualcosa che possiede la tua famiglia e qualcosa che tu possiedi? • Come puoi fare la differenza tra qualcosa che possiede la scuola e qualcosa che tu possiedi? • C’è qualcuno che possiede il sole, la luna e le stelle? • C’è nessuno che possieda la terra? • Come fai a fare la differenza tra le cose che le persone possiedono e le cose che nessuno possiede? • Il tuo corpo è: a. qualcosa che possiedi? • b. qualcosa che altri possiedono? • c. qualcosa che nessuno possiede? • Il tuo corpo è lo stesso tipo di cosa del tuo letto o del tuo spazzolino? • Se il tuo corpo è una parte di te, significa che non lo possiedi? • Se non credi di possedere il tuo corpo, significa che è parte di te? • È possibile che il tuo corpo non sia una parte di te ma che tu sia una parte di esso? ML ESERCIZIO: Perplessità. Quale delle parole in parentesi alla fine di ogni frase sarebbe megli mettere al posto della parola in corsivo? A volte ci potrebbe essere più di una risposta adatta, a volte potrebbe non essercene nessuna. 1. Quando dubito io (studio), (mi affliggo), (sono insicuro), (mi interrogo), (sono perplesso). 2. Quando sono incerto io (non so decidere), (rimpiango), (credo), (litigo). 3. Quando sono perplesso io (delibero), (mi interrogo), (sono intrigato), (mento). 4. Quando sono disorientato io (sono confuso), (mi arrendo), (sono scosso), (piango). 5. Quando rifletto io (ho paura), (ragiono), (scelgo), (penso), (ricordo). ML ESERCIZIO: Appartenenza. La parola “appartenenza” ha diversi significati. Tra essi troviamo: a) Appartenenza come di una parte cha appartiene ad un tutto, per esempio il modo in cui la gamba di un tavolo appartiene al tavolo. 42 b) Appartenenza nel senso in cui un membro di un gruppo appartiene a un gruppo, per esempio il modo in cui appartieni alla tua classe a scuola. c) Usiamo anche la parola appartenza per indicare proprietà, come nel caso di una frase come questa: la casa mi appartiene. Esamina il modo in cui le parole che indicano appartenenza sono usate nelle frasi seguenti e dici se sono esempi di a, b o c. a b c ? 1. Il motore appartenente alla macchina fu trovato lontano dagli altri rottami della macchina. ❑ ❑ ❑ ❑ 2. Vicino alla scena dell’incidente la polizia trovò una pistola appartenente alla vittima. ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Si trovarono prove del fatto che la vittima apparteneva ad una pericolosa banda criminale. ❑ ❑ ❑ ❑ 4. “Queste sono le mie mani” disse Giorgio “appartengono a me”. ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Dopo la gita gli studenti ritornarono alle diverse scuole di appartenenza. ❑ ❑ ❑ ❑ 6. Il proprietario del Milan ha detto : “non potete avere quel. calciatore, ci appartiene”. ❑ ❑ ❑ ❑ ML ESERCIZIO: Modi. Trova le corrispondenze tra il modo in cui la parola “modo” è usata nelle espressioni a sinistra con i significati indicati a destra. 1. 2. 3. 4. 5. Maniera. Edoardo ha detto: “Giacomo è simpatico, ma non mi piacciono alcuni dei suoi modi”. Maniere, atteggiamenti. Regalare fiori è un bel modo per dire che si vuole bene a Gesto, comportamento. qualcuno. Organizzazione del proprio. Faccio sempre a modo mio. Tempo e delle proprie scelte. È il modo giusto per farlo. Stile personale di vedere le cose. È un modo di vivere sbagliato. ESERCIZIO: la parola “modo”. Nelle frasi seguenti trova una parola che sostituisca la parola” modo” senza cambiare il significato della frase. y y y y y Per quanto mi riguarda c’è solo un modo per fare il frappè col gelato. Sai cucinare allo stesso modo di mia madre? Farò a modo mio, se non ti dispiace. C’è un altro modo di cui tu sia a conoscenza? I clown vanno con il circo allo stesso modo in cui le insegnanti vanno con la scuola. A.M.S. 43 ESERCIZIO: Parlare, discutere, conversare. Come classificheresti le seguenti cose? Parlare Discutere Conversare ? Due telecronisti che descrivono una partita di calcio. ❑ ❑ ❑ ❑ 2. Tu ed un tuo amico al telefono. ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Tu e i tuoi genitori quando porti a casa una pagella che non è un granchè. ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Tu e il commesso del negozio. ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Due attori in una commedia che si rivolgono l’uno all’altro. ❑ ❑ ❑ ❑ 6. Due cani che abbaiano l’uno all’altro. ❑ ❑ ❑ ❑ 7. Ambasciatori di diversi paesi che lavorano insieme ad un trattato. ❑ ❑ ❑ ❑ 1. PIANO DI DISCUSSIONE: Parlare. Ti piace parlare? Se sì, in quali circostanze? Se no, perchè no? Pensi mentre parli? Mentre parli, guardi le facce delle persone con cui stai parlando per vedere se ti stanno seguendo? Ascolti mentre parli? Mentre parli, pensi a quello che dirai dopo? Quando incominci a dire una frase, sai già tutte le parole che userai e come le metterai insieme? Se quando incominci una frase non sai come finirla, come puoi essere sicuro di sapere quello di cui parli? Impari molto dalle conversazioni con i tuoi amici? Impari molto dalle conversazioni con gli adulti? A cosa pensi più a lungo in seguito, alle conversazioni avute con gli adulti o a quelle avute con i tuoi amici? Ci sono momenti in cui non riesci a trasformare in parole quello che intendi dire? Ci sono momenti in cui parli tanto ma sai che quello che dici non ha molto significato? Cos’è più importante: essere in grado di intendere cosa dici o di dire cosa intendi? A volte dici cose che non intendevi dire? Cosa preferiresti: pensare di più, parlare di più, scrivere di più? ML 44 EPISODIO 6 METAFORA. In questo episodio incontriamo Bruno che non parla e, a quanto sembra, non ha parlato per anni. Il Maestro dice che non c’è niente che non va in Bruno. Non vuole parlare, tutto qui. Per Pixie deve essere un mistero il perchè una persona non desideri parlare, specialmente in considerazione del fatto che lei parla incessantemente. Pixie cerca di intraprendere una conversazione con Bruno, ma senza successo. Bruno non sembra molto interessato al fatto che il braccio di Pixie si sia addormentato. Pixie fa ricorso ad alcune similitudini. Sente il braccio come se fosse fatto di gomma. Sembra come se il suo braccio non sia affatto un braccio. Bruno continua a rimanere in silenzio. Poi lei dice: “A te piacerebbe, Bruno, se sentissi il tuo braccio come fatto di gomma?”. Notate che questa somiglia molto alla domanda che aveva appena fatto a Nello: “Che odore pensi che emaneresti tu se fossi costretto a stare chiuso in una gabbia per tutto il giorno?”. Pixie non fa astrazioni. Chiede a Bruno di considerare come si sentirebbe. Bruno continua a fissarla con “quegli occhi che sembrano attraversarti”. In queste ultime righe, Pixie si riferisce alla notazione di Isabella che Bruno ha gli occhi di un lupo ed alla notazione di sua madre che Pixie ha la bocca di suo padre. Queste due notazioni devono essere interpretate allo stesso modo? La notazione di Isabella sembrerebbe una metafora. Isabella non intende letteralmente che Bruno ha gli occhi di un lupo ma intende dire che, sotto un certo aspetto, gli occhi di Bruno sono descritti meglio come quelli di un lupo che come quelli di una persona. Un lupo ha occhi lucenti, grigi con uno sguardo molto penetrante. È piuttosto inquietante che una persona abbia simili occhi. Perciò abbiamo fatto ricorso ad una metafora nel cercare di descriverli. SOMIGLIANZE FAMILIARI. La notazione della madre di Pixie è un tipo di metafora diverso. Non è letteralmente vero che Pixie ha la bocca di suo padre ma c’è quella che chiamiamo una somiglianza di famiglia. Una somiglianza di famiglia è un tratto condiviso da alcuni membri di una famiglia ma non da tutti. Alcuni membri di una famiglia possono avere occhi, nasi, bocche sim ili etc. Nessun tratto è condiviso da tutti, ma ogni individuo può avere più di uno dei tratti di famiglia. Perciò le persone guardano un membro della famiglia ed esclamano: “quello deve essere un membro della famiglia...” perchè hanno notato delle somiglianze di famiglia. SAPPIAMO SEMPRE LE COSE CON SICUREZZA? Potreste chiedere ai vostri studenti perchè pensano che Pixie abbia cercato di parlare a Bruno anche se lei ha detto che sarebbe stata una perdita di tempo. Sapeva che non le avrebbe risposto. Se lo sapeva, perchè lo ha fatto lo stesso? 45 PIANO DI DISCUSSIONE: Somiglianze di famiglia. Parte prima In che modo tutti i giochi si somigliano? In che modo tutti i paesi del mondo si somigliano? In che modo tutte le materie che studi a scuola si somigliano? In che modo tutti i membri della tua famiglia si somigliano? In che modo tutti i lavori si somigliano? Parte seconda Ci sono modi in cui alcuni (ma non tutti) i giochi si somigliano? Ci sono modi in cui alcuni (ma non tutti) i paesi si somigliano? Ci sono modo in cui alcune (ma non tutte) le materie si somigliano? Ci sono modi in cui alcuni (ma non tutti) i membri della tua famiglia si somigliano? Ci sono modi in cui alcuni (ma non tutti) i lavori si somigliano? Parte terza: quali sono e quali sono chiamate somiglianze di famiglia, quelle nella prima parte o quelle nella seconda parte? ML ESERCIZIO: Somiglianze famigliari. Il signor Gianni Di Giovanni è figlio di Lucia e Gualtiero Di Giovanni. Maria di Giovanni, la moglie di Gianni Di Giovanni, è la figlia di Guendalina ed Enrico Rossi. Gianni e Maria Di Giovanni hanno tre figli: Edoardo, Susanna e Betta. Ecco un diagramma della loro famiglia. Lucia e Gualtiero Di Giovanni Guendalina ed Enrico Rossi (nonni) (nonni) Gianni di Giovanni Maria Di Giovanni (marito e moglie, genitori di) Edoardo Di Giovanni Susanna Di Giovanni Betta Di Giovanni Ora, eccovi le somiglianze : Gianni Di Giovanni ha la bocca di sua madre, il naso di suo padre e gli occhi di sua madre. Maria Di Giovanni ha il mento di sua madre, le orecchie di sua madre e la bocca di suo padre. Edoardo Di Giovanni ha il naso di Lucia Di Giovanni, la bocca di Enrico Rossi e le orecchie di Gianni Di Giovanni. Susanna Di Giovanni ha gli occhi di Guendalina Rossi, le orecchie di Gualtiero Di Giovanni ed i capelli di Maria Di Giovanni. Betta Di Giovanni ha il naso di suo padre, la bocca di sua madre e gli occhi di sua madre. Domande: 1. Quale membro della famiglia somiglia di più a Enrico Rossi (oltre che lo stesso Enrico)? 2. Quale membro della famiglia somiglia di più a Guendalina Rossi? 3. Quale membro della famiglia somiglia di più a Lucia Di Giovanni? 46 4. Quale membro della famiglia somiglia di più a Gualtiero Di Giovanni? 5. Quale membro della famiglia somiglia di più a Gianni Di Giovanni? 6. Quale membro della famiglia somiglia di più a Maria Di Giovanni? 7. Nessuna delle caratteristiche di Gianni Di Giovanni somiglia a quelle di Maria Di Giovanni. Nondimeno, sarebbe possibile per, diciamo, Susanna Di Giovani avere un naso che somiglia sia a quello di sua madre che a quello di suo padre? 8. È possibile che Edoardo, Susanna e Betta si somiglino tra loro più di quanto i loro genitori si somigliano tra loro? 9. È possibile che Edoardo, Susanna e Betta somiglino ai loro nonni quanto somigliano ai loro genitori ? 10. È possibile che Edoardo, Susanna e Betta sembrino tutti i figli di Gianni e Maria Di Giovanni anche se non si somigliano molto? ML 47 CAPITOLO 2 EPISODIO 1 IL CASO DI BRUNO. Pixie ed Isabella discutono il caso di Bruno. Pixie si chiede cosa ci sia nella mente di Bruno e come, se non parla, possa inventare storie. Isabella non lo vede come un problema. Dice: "Con Bruno tutto è possibile". Chiedete ai vostri alunni cosa intende Isabella. IL PENSIERO COME DIALOGO INTERNO. Pixie conclude che Bruno deve raccontarsi storie che ha inventato lui stesso. Questa è un’inferenza piuttosto originale. Pixie sta introducendo la nozione di pensiero come dialogo interno in cui Bruno è sia narratore che ascoltatore. Il processo del dialogo interno presenta possibilità interessanti. Potrebbe darsi che Bruno si racconti una storia senza ascoltarla? TUTTO È POSSIBILE? Isabella dice che con Bruno tutto è possibile. Ha ragione? Per esempio, Bruno potrebbe credere allo stesso tempo alle due affermazioni seguenti: "Sono più alto di Pixie" e "Sono più basso di Pixie"? Bruno potrebbe inventare una storia e non raccontarsela? Bruno potrebbe inventare una storia ed essere allo stesso tempo narratore ed ascoltatore? Bruno potrebbe ascoltarsi se non stesse parlando a se stesso? PENSARE E SCRIVERE. Un’altra questione che emerge in questo episodio è quella della relazione tra pensare e scrivere. Tutto ciò che una persona fa deliberatamente implica il pensiero, compreso lo scrivere. Una persona potrebbe progettare ampiamente cosa scrivere prima di intraprendere l’azione fisica di mettere penna su carta. Anche mentre si scrive, si fanno apprezzamenti, valutazioni, si ricavano inferenze e si intraprendono molti altri atti mentali. Pensare e scrivere non sono due attività separate. Piuttosto, esse sono frammiste, sebbene a differenti livelli nelle diverse occasioni. PARAGONI. L’ultima notazione di Pixie sembrerebbe essere il risultato di un’attenta riflessione sulle proprie percezioni. Neanche gli adulti analizzano mai l’amicizia in modo così attento. Quello che rende Pixie così “filosofica” è la sua risoluzione di concentrarsi sui paragoni per scoprire relazioni di somiglianza e differenza. A volte si tratta di un paragone esatto e a volte è espresso con linguaggio figurativo poichè la somiglianza e la differenza sono inesatte. Abbiamo appena visto esempi della preoccupazione di Pixie riguardo le somiglianze e le differenze quando ha paragonato gli occhi di Bruno a quelli di un lupo e la sua bocca a quella di suo padre. In questo episodio paragona se stessa ad Isabella ed il colore degli occhi di Isabella a quello dei gigli. Questo è un paragone preciso. Mostra una reale preoccupazione per l’accuratezza. Veramente deve pensare al colore degli occhi di Isabella e poi trovare un fiore cha abbia proprio quel colore. Possiamo incoraggiare i bambini a cercare questo tipo di precisione nelle affermazioni descrittive che fanno: "Di che colore è la maglietta di Gianni? È dello stesso rosso di una lattina di Coca Cola?". L’abilità di fare paragoni precisi e letterali è tanto importante per lo sviluppo del pensiero paradigmatico del bambino quanto l’abilità di creare figure retoriche lo è per lo sviluppo del pensiero narrativo. RELAZIONI PERCETTIVE. Quando Pixie dice che i capelli e le sopracciglia di Isabella sono "del nero più nero" sta facendo un diverso tipo di paragone. Sta pensando alla gamma dei colori e poi alle sfumature di ogni colore. È quasi come se stesse cercando di collocare il colore di capelli di Isabella nello spettro cromatico (sebbene, certamente, il nero non sia nello spettro). Potete fare esercizi simili con i vostri studenti: prendete un diagramma dei colori in un negozio di vernici e chiedete ai vostri studenti di trovare in classe cose il cui colore corrisponda a un tassello del diagramma. È un esercizio di precisione percettiva. 48 PIANO DI DISCUSSIONE: Le storie. 1. Preferiresti raccontare una storia o ascoltare una storia? 2. Preferiresti inventare una storia o leggere una storia che qualcun altro ha inventato? 3. Ti piacciono di più le storie sui bambini o le storie sugli animali? 4. Ti piacciono di più le storie su quello che è veramente successo o su quello che potrebbe succedere? 5. Cosa pensi ti piacerebbe di più, una storia su quello che succede nella tua mente o una storia su quello che succede nel tuo stomaco? 6. Cosa pensi ti piacerebbe di più: una storia su un ragazzino che è cresciuto in una foresta, allevato da un cervo o la storia di un piccolo cervo che andava a scuola e del quale si prendevano cura i bambini? 7. Se una favola non finisce con le parole "e vissero felici e contenti" significa che non vissero felici e contenti? 8. Pensi che potresti inventare delle storie su quello che stava succedendo nella vita di Pixie prima del capitolo primo di Pixie? 9. Pensi che saresti capace di inventare delle storie su quello che potrebbe succedere nella vita di Pixie dopo la fine di Pixie? 10. Quando pensi di più: quando ascolti una storia, quando leggi una storia da solo o quando parli di una storia dopo averla letta o ascoltata? ML ESERCIZIO: Inventare cose. Qual è la differenza tra inventare qualcosa e - scoprire qualcosa? - trovare qualcosa? - imparare qualcosa? - indovinare? - mentire? - fingere? - immaginare? - cambiare idea? - prendere una decisione? - rendersi conto di qualcosa? ML ESERCIZIO: Che succede quando pensiamo? Quando pensiamo possiamo fare molte cose, come interrogarci o immaginare, credere e comprendere, ricordare e fare anticipazioni. Guardate gli esempi seguenti e dite di che tipo di pensiero si tratta. - Pensare al vostro compleanno più bello. - Non pensare ad un elefante. - Pensare ad un’isola incantata. - Pensare al pensiero. - Pensare alle prossime vacanze. - Pensare che 2+2=4. 49 - Pensare al vostro migliore amico. - Pensare a qualcosa che desiderate molto. - Pensare alla vostra nuca. - Pensare ad un panino al prosciutto. ML ESERCIZIO: tutto è possibile? 1. È possibile pensare i pensieri del vostro migliore amico? 2. È possibile pensare ad un fiume che scorre all’incontrario? 3. È possibile pensare ad un cerchio che è in realtà un quadrato? 4. È possibile che un gatto faccia dei cagnolini? 5. È possibile che ci sia un suono senza nessuno che lo ascolti? 6. È possibile che lunedì sia il giorno dopo martedì? 7. È possibile che ci sia un pensiero senza che qualcuno lo pensi? 8. È possibile che stiate sognando di essere svegli? 9. È possibile che ora siate sulla luna? 10. Tutto è possibile? PG ESERCIZIO: Significati identici e diversi. A cura dell’insegnante In quali casi le parole sottolineate hanno lo stesso significato ed in quali casi i significati sono diversi? Presentare coppie di frasi contenenti lo stesso termine ma con significato a volte uguale, a volte diverso. Esempio: 1) Mario mi ha rubato la gomma. 2) La nostra macchina ha una gomma a terra. ESERCIZIO: somiglianze e differenze. Quando cerchi di paragonare due cose a volte sono importanti le somiglianze ed a volte lo sono le differenze. Eppure non tutte le somiglianze sono importanti. Per esempio, i camion e le balene sono entrambi grandi, ma questa non è una somiglianza importante quando si paragonano le due cose tra loro. Inoltre, non tutte le differenze sono importanti. Per esempio, un libro ha 120 pagine ed un altro ne ha 130. Dite se le seguenti somiglianze e differenze sono importanti. Potete pensare ad altre somiglianze e differenze che potrebbero essere più importanti? 1. Le balene e gli altri pesci sono simili perchè vivono nel mare. 2. Le macchine da scrivere e le matite sono diverse perchè le macchine da scrivere sono grandi ed hanno molte parti mentre le matite sono piccole ed hanno poche parti. 3. Gli orologi con il quadrante e quelli digitali sono simili perchè indicano l’ora. 4. I gemelli identici sono simili perchè sono nati lo stesso giorno alla stessa ora. 5. Il calcio e il baseball sono diversi perchè si giocano in diversi periodi dell’anno. 6. La grammatica e l’aritmetica sono somili perchè bisogna imparare le regole e le risposte a memoria. 7. I bambini e gli adulti sono diversi per la loro età. 50 8. Tutti gli animali domestici sono simili perchè dobbiamo prenderci cura di loro. 9. Tutti i giochi sono simili perchè hanno regole. PG ESERCIZIO: Simile e non simile. Quali delle cose seguenti diresti che sono simili e quali che sono diverse ? Simile Non simile Non so 1. I gemelli Tito e Tato ❑ ❑ ❑ 2. Le tre lettere "e" nella parola "Essere" ❑ ❑ ❑ 3. Due lattine di Coca Cola ❑ ❑ ❑ 4. Due copie di Pixie ❑ ❑ ❑ 5. Due fiocchi di neve ❑ ❑ ❑ 6. Due impronte digitali della stessa persona ❑ ❑ ❑ 7. Due granelli di sabbia nel deserto ❑ ❑ ❑ 8. Due stelle nel cielo ❑ ❑ ❑ 9. I due lati della tua faccia ❑ ❑ ❑ 10. Isabella e Miranda. ❑ ❑ ❑ ML PIANO DI DISCUSSIONE: Uguale e diverso. Se due cose non sono le stesse, devono essere diverse? Se due francobolli sono simili, sono francobolli diversi? Se fondi un blocco di cera, la cera fusa è diversa dal blocco di cera? PG ESERCIZIO: Cose che piacciono e cose che non piacciono. Quali delle cose seguenti vi piacciono sempre e quali non vi piacciono mai? Rispondete “Non so” se non siete sicuri o se la vostra risposta è "soltanto qualche volta". In ogni caso, date una ragione per la vostra scelta. Mi piacciono: y , JDWWL y /H GRPHQLFKH y , ILOP y , JHODWL y *OL DPLFL y /H FRVH SDurose y , UHJDOL y , EDPELQL SLFFROL y , IXRFKL y , EDJQL Sempre Mai Non so ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ML 51 ESERCIZIO: Percezione di differenze scalari. L’insegnante si procura una serie di tabelle dei colori da un’industria di vernici. Più colori ci sono, meglio è. Sarebbe inoltre bene procurare una tabella per ogni studente. Poi l’insegnante assegna ad ogni studente il compito di trovare due oggetti diversi i cui colori corrispondono esattamente a cinque colori nella tabella. Fate in modo che la classe osservi e discuta dei casi in cui si dice che diversi oggetti hanno lo stesso colore nella tabella. Infine, portate in classe un oggetto in cui colore sia evidentemente diverso da tutti quelli sulla tabella e chiedete agli studenti quali colori mischierebbero per ottenere un colore come quello dell’oggetto. ML ESERCIZIO: Paragoni precisi. Trovate oggetti che potrebbero essere adeguatamente descritti dalle seguenti frasi. Per esempio, se la frase è: "Questo/a ................ è tondo/a come quello/a" potreste portare due palline da ping pong, due palline da tennis o due piatti dello stesso servizio. 1. Questo/a .........................................................è bollente come quello/a". 2. Questo/a .........................................................è quadrato/a come quello/a". 3. Questo/a .........................................................è rosso/a come quello/a". 4. Questo/a .........................................................è soffice come quello/a". 5. Questo/a .........................................................è ruvido/a come quello/a". 6. Questo/a .........................................................è lontano/a come quello/a". 7. Questo/a .........................................................è pesante come quello/a". 8. Questo/a .........................................................è bello/a come quello/a". 9. Questo/a .........................................................è brutto/a come quello/a". 10. Questo/a .........................................................è irregolare come quello/a". 11. Questo/a .........................................................è comune come quello/a". 12. Questo/a .........................................................è semplice come quello/a". 13. Questo/a .........................................................è stanco/a come quello/a". 14. Questo/a .........................................................è diritto/a come quello/a". 15. Questo/a .........................................................è piccino/a come quello/a". ML 52 EPISODIO 2 MOTIVI DI SEGRETEZZA . In questo episodio, Pixie intraprende un ragionamento considerevole per difendere ciò che fa. In primo luogo vuole giustificare il fatto di tenere segreta a Miranda la sua creatura misteriosa. Dapprima ci fornisce una serie di ragioni per condividere un segreto: è mia sorella, è più grande, e dividiamo la stessa stanza. Ma queste ragioni sono respinte come insufficienti per giustificare il fatto di dire ogni cosa a Miranda. In seguito Pixie fornisce tre ragioni per cui non dovrebbe dire nulla a Miranda: Miranda tiene un diario segreto che nasconde a Pixie e tratta Pixie con sufficienza davanti alla sua amica Sara. Infine, viene fuori che Miranda si prende tutto il letto. DIALOGO INTERIORE. Vediamo, quindi, quanto sia analitica Pixie. Non può dare solo per scontato che non deve dire il suo segreto a Miranda. Deve imbastirci su un processo, assumendo sia la parte dell’accusa che quella della difesa. È proprio come quando Bruno si racconta storie e vi presta ascolto. In altre parole, è un altro dialogo interiore. RISPETTARE LA PRIVACY DEGLI ALTRI. Pixie non sembra risentirsi nel dover dividere la stanza con Miranda. Non si lamenta della mancanza di privacy. Si chiede però perchè entrambe non possano condividere e non condividere. A proposito del diario di Miranda, desidera che gliene venga mostrato il contenuto, ma non lo leggerebbe mai senza il permesso di Miranda perchè rispetta la sua privacy. LA PRIVACY È IMPORTANTE? Le persone sono più se stesse nella vita privata o nella vita pubblica? Miranda è più se stessa quando scrive il suo diario o quando parla con Sara o Pixie? La privacy è importante per poter crescere? Le persone potrebbero farne a meno? Cosa si perderebbe? TRATTARE LE PERSONE COME OGGETTI. Pixie non sopporta che si parli di lei in terza persona. Perchè? Le dà fastidio che si parli di lei in sua presenza o essere trattata come qualcosa di molesto di cui liberarsi? In entrambi casi, non è trattata come una persona, ma come un oggetto. AMBIGUITÀ. Infine, c’è la consapevolezza di Pixie della propria ambiguità in riferimento alla parola "lato". Ancora una volta, appare evidente che Pixie è molto attenta all’uso delle parole. 53 PIANO DI DISCUSSIONE: Trattare qualcuno come una persona. Stiamo trattando qualcuno come una persona se: 1. continuiamo a fissarlo/a? 2. ne parliamo proprio davanti a lui/lei, come se non fosse presente? 3. lo/la interrompiamo appena incomincia a parlare? 4. gli/le rispondiamo educatamente se ci chiede informazioni? 5. gli/le mostriamo che siamo interessati a quelo che pensa ed alle sue ragioni? 6. gli/le chiediamo di fare la parte del muro nella recita scolastica? 7. non facciamo mai nulla senza prima chiedergli/le cosa fare? 8. lo/la lasciamo pensare al nostro posto? 9. cambiamo argomento ogni volta che non è d’accordo con noi? ML 54 EPISODIO 3 INTERROGARSI SUL MONDO. Questo episodio, sebbene sia una digressione dalla storia, evidenzia l’abilità filosofica di Pixie. Cosa fa Pixie quando mette in relazione le sue esperienze piuttosto bizzarre? Non sta teorizzando o speculando su possibilità remote di intraprendere un volo di fantasia, ma è autenticamente incuriosita da alcuni aspetti della sua esperienza che un’altra persona avrebbe dato piuttosto per scontati. In breve, Pixie si interroga sul mondo. Confronta la sua esperienza e si chiede: "Come può essere?", "Che razza di mondo è un mondo dove accadono cose come queste?", "Come posso spiegarle a me stessa ed ai mie amici?”, “Le cose accadono sempre così o è questa che ha qualcosa di strano ed insolito?" e, infine, "Che cosa implicano esperienze come questa per la mia comprensione del mondo?". CERCARE DI CAPIRE. Le riflessioni di Pixie sulla sua esperienza personale non sono semplicemente tentativi di conoscere se stessa; sono tentativi filosofici per comprendere un mondo in cui possano accadere tali cose. Per esempio, l’esperienza di "non sentire" una parte del proprio corpo non è del tutto insolita. Accade quando il dentista inietta novocaina, quando si prende una botta alla punta del gomito, quando si hanno i piedi molto freddi o quando un braccio o una gamba "si addormentano". Succede sempre e la maggior parte della gente non se ne preoccupa. Pixie non solo si interroga su queste cose, ma si chiede anche che cosa implichi per il suo concetto di persona. In altre parole, come un filosofo, Pixie si ferma in momenti come questi e dice: "Aspetta un momento, che significato ha questo?". IMPLICARE ED INFERIRE. All’inizio dell’episodio, Pixie dice: "Non è il caso di essere insistenti!". Chiedete ai vostri studenti in quale contesto deve trovarsi Pixie per dire una cosa del genere. Per esempio, supponiamo che improvvisamente interrompiate la vostra conversazione con qualcuno ed esclamiate: "Oh, dovevo spegnere le luci prima di uscire di casa!" Cosa state implicando? La frase è fuori contesto, ma cosa può inferire un’altra persona? Si proptrebbe inferire che siete venuti via da casa vostra e, in secondo luogo, che non avete spento le luci. Non lo state dicendo, lo state implicando. Anche un ascoltatore che senta questa osservazione completamente fuori contesto sarebbe capace di inferire che non avete spento le luci. È importante dare ai bambini esercizi per ricavare inferenze da suggestioni indirette come questa per sviluppare la loro abilità di individuare significati. ESIBIZIONISMO ED IRRAGIONEVOLEZZA. D’altro canto, Pixie è perfettamente capace di introdurre non sequitur nella sua narrazione. E lo fa senza alcuna vergogna. Interrompe la sua storia per raccontare al lettore che sa fare tre capitomboli uno appresso all’altro, ammette che il fatto è totalmente irrilevante e poi procede nel giustificare la sua interruzione della propria storia poichè lei può farlo ma il lettore no. SIMILITUDINI E PARAGONI. Pixie ora va avanti nel raccontare la sua storiella della gamba che "sembrava fatta di gomma", un paragone simile a quello che aveva usato con il suo braccio che si era addormentato. Poi procede ad un altro paragone. Il piede di Miranda sembrava proprio il suo piede. Strano paragone: era il suo piede! Non c’è da stupirsi che somigli al suo piede! LO SHOCK DEL RICONOSCIMENTO. In questo momento, Pixie fa esperienza dello shock del riconoscimento. È il mio piede! Perchè è così scioccante? In primo luogo, non aveva riconosciuto una parte familiare del proprio corpo e, in secondo luogo, quando finalmente l’aveva fatto, si era trattato della comprensione di un fatto bruto. C’è qualcosa di brutale nel vedersi riflessi nello specchio. Non è solo la sorpresa che esista un tale essere, ma il rendersi conto che la creatura riflessa siamo noi stessi. È questo che rende la nostra identità, normalmente così certa, l’aspetto più inesplicabile dell’esistenza. PERDITA DI CONTROLLO ED ALIENAZIONE. Poco dopo che Pixie si è vantata di come riesce bene a controllare il proprio corpo, confessa un’esperienza in cui una parte del suo corpo sembrava essere del tutto fuori dal suo controllo e, di conseguenza, estranea per lei. 55 AMBIGUITÀ ED ANALOGIA. Il mattino dopo Pixie cerca di discutere con Miranda l’esperienza della notte appena trascorsa e Miranda sembra non interessarsene affatto. Pixie incomincia con un’analogia implicita. Chiede a Miranda: "Secondo te, se per caso mi si addormentasse la testa, io potrei confonderla, la mia testa, con la tua?" Esplicitata, l’analogia suonerebbe così: "Quando il mio piede si addormenta, penso che sia tuo e quindi, quando la mia testa si addormenta, penso che sia tua". Nel criticare l’analogia, i vostri studenti probabilmente indicheranno il cambiamento di significato nei due usi della frase "si addormenta". Ovviamente, succedono due cose diverse quando un piede "si addormenta" o una persona "si addormenta". Fate tesoro di questa opportunità per mostrare alla vostra classe come l’identificazione di una falsa analogia possa risolvere un’ambiguità. COMPORTAMENTO RIFLESSIVO. La risposta di Miranda indica una totale mancanza di interesse. Ma, allo stesso tempo, è degno di attenzione il fatto che Miranda faccia questa osservazione mentre osserva il gatto che cerca di mordersi la cosa. Il gatto che si morde la coda è per i filosofi il classico esempio del problema del comportamento riflessivo. Il gatto pensa di dare la caccia a se stesso? Pensa di dare la caccia ad una parte di sè? O pensa di dare la caccia a qualcosa che non è se stesso ma continua ad allontanarsi ogni volta che cerca di afferrarla? Quando il gatto tenta di mordersi la coda, si comporta come sa la sua coda fosse un oggetto indipendente. Miranda potrebbe avere il sospetto che quello che ha tanto interessato Pixie non è molto diverso da quello che interessa il gatto. DOMANDE E PROBLEMI. Infine, Pixie esprime la sua esasperazione nei confronti di Miranda che "non vede problemi da nessuna parte" e "non ha proprio interesse per le domande!". Qui rivestono particolare interesse le priorità di Pixie: sembra assegnare priorità non alle risposte o alle soluzioni ma alle domande e al vedere le cose come problemi. Chiedete ai vostri studenti perchè Pixie fa questo. Perchè qualcuno dovrebbe pensare che è importante vedere le cose come problemi? Perchè non prendere le cose così come sono ed evitare di fare domande su tutto? Perchè non accettare le risposte che vengono date? Queste domande sono caratteristiche della filosofia. 56 PIANO DI DISCUSSIONE. Sogni e storie. 1. Fai sogni in cui non hai nessuna parte? 2. Puoi fare molti sogni diversi senza svegliarti? 3. I tuoi sogni ti dicono qualcosa del futuro? 4. I tuoi sogni hanno un senso per te mentre si svolgono? 5. I sogni hanno un inizio, un centro, una fine come le storie? 6. Esistono dei sogni che sono migliori di altri come alcune storie sono migliori di altre? 7. I sogni ti sembrano veri mentre si svolgono? Le buone storie ti sembrano vere quando si svolgono? 8. Fare un sogno somiglia più ad ascoltare una storia o a raccontare una storia che hai inventato? 9. In quali altri modi sognare e ascoltare una storia sono simili? 10. In quali altri modi sognare ed ascoltare una storia sono diversi? ML ESERCIZIO: Quand’è che qualcosa "non segue"? Pixie interrompe la storia per parlare del numero di capitomboli che riesce a fare. Come ammette lei stessa, non c’è collegamento tra la sua storia e la sua abilità nel fare capitomboli. La sua osservazione sui capitomboli non è rilevante, ed è per questo che non è conseguente. D’altra parte, una osservazione potrebbe essere rilevante, eppure non conseguente per diverse ragioni. L’osservazione potrebbe essere rilevante e connessa a quanto è stato detto in precedenza ma il ragionamento potrebbe essere confuso. Negli esempi dati di seguito, vedete se potete indicare i casi in cui le osservazioni sono rilevanti ma il ragionamento è confuso e i casi in cui le osservazioni non sono rilevanti. Ci potrebbero essere altri casi che definirete O.K. ed altri ancora che non possono essere inclusi nelle prime tre colonne e che quindi vanno indicati con un (?). Nota per l’insegnante. Nel caso 4 chiedete ai vostri studenti di costruire un diagramma sulla lavagna, con linee verticali che indicano ogni persona a cui ci si riferisce. Ragionamento rilevante ma confuso Non segue non c’è collegamento O.K. ? 1. Piero: "Conoscevo un uomo che non aveva denti, ma, nonostante ciò, suonava il tamburo benissimo!" ❑ ❑ ❑ ❑ 2. Lisa: "Tutte le cento lire sono spiccioli e tutti gli spiccioli sono soldi. Perciò non ditemi che le cento lire non sono soldi!" ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Guido: "Di che cosa è fatta la luna? Vi darò un suggerimento: pensate a quel pezzo di formaggio vecchio di un anno che avete trovato nel frigorifero". ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Andrea: "Maria la cicciona è più bassa del piccolo Edoardo e il piccolo Edoardo è più basso di Luigino perciò, ovviamente, Luigino è più basso di Maria la cicciona". ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Patrizia: "Le mucche mangiano l’erba, i cavalli mangiano l’erba e le pecore mangiano erba; così credo che ne consegua che tutti gli insetti mangiano erba". ❑ ❑ ❑ ❑ Nello: "Nel bel mezzo del concerto qualcuno gridò: AL FUOCO!". ❑ ❑ ❑ ❑ 6. 57 Ragionamento rilevante ma confuso Non segue non c’è collegamento O.K. ? 7. Tina: "Per tutto il tempo in cui ho raccontato a Ninetta la storia per addormentarsi ha continuato a stropicciarsi gli occhi". ❑ ❑ ❑ ❑ 8. Ugo: "Mio cugino Federico è arrivato a scuola all’una. Tutti si sono alzati dai banchi e sono andati a casa. Sicuramente Federico è antipatico a tutti!". ❑ ❑ ❑ ❑ Arturo: "Certo i poliziotti a Londra portano i manganelli e qui portano la pistola. Ma non ha niente a che fare con il prezzo del riso in Cina". ❑ ❑ ❑ ❑ 9. ML ESERCIZIO: Espressioni che fanno uso di parti del corpo. Spesso diciamo cose come "il capo-classe", "la gamba del letto". Cercate di riempire lo spazio con la parte del corpo generalmente usata nelle espressioni seguenti. 1. L’ ___________________ del ciclone è il suo centro. 2. La ________________ della fila di soldati è dove incomincia la fila. 3. Dammi una __________________ a fare questo lavoro. 4. Dormivano uno a _____________ e uno a _______________ del letto. 5. Il liquidò uscì dal _____________________ della bottiglia. 6. La _________________ della botte è molto larga. 7. "Ed ora", disse il giudice, "arriviamo al punto centrale, al __________ del problema". 8. Mi piacciono le uova all’ _______________ di bue. 9. Mario è il suo aiutante, il suo ______________ destro. 10. Venezia mi è molto cara, ci ho lasciato il _________________. ML (adattato) ESERCIZIO: Riflessività. La riflessività è un comportamento in cui il soggetto (chi sta facendo qualcosa) è anche l’oggetto (chi sta subendo qualcosa). Se pensate a voi stessi, o vi vestite, o fate il bagno o la doccia, state agendo in modo riflessivo. Qualcuna delle cose seguenti somiglia ad un gattino che si morde la coda? E in che modo somiglia ad un gatto che si morde la coda? Somiglia • Non somiglia Non so Un detective che sta cercando qualcuno e scopre di cercare se stesso. ❑ ❑ ❑ • Un’eco che si fa eco. ❑ ❑ ❑ • Una ragazza che ricalca le sue orme sulla neve. ❑ ❑ ❑ • Un ragazzo che si pettina i capelli. ❑ ❑ ❑ • Qualcuno che pensa al pensiero. ❑ ❑ ❑ • Un ragazzo che si guarda allo specchio ❑ ❑ ❑ • Un aquilone che vola in circolo. ❑ ❑ ❑ • Un dottore che opera se stesso di appendicite. ❑ ❑ ❑ • Una persona che si parla alle spalle. ❑ ❑ ❑ 58 Somiglia Non somiglia Non so • Una persona che si fa domande e che risponde alle sue domande. ❑ ❑ ❑ • Un cane da caccia che segue il suo odore. ❑ ❑ ❑ • Uno scultore che fa una scultura di uno scultore che fa una scultura. ❑ ❑ ❑ • Un mitragliere che colpisce la coda del suo areoplano. ❑ ❑ ❑ • Una ragazza che in una commedia ha la parte di una ragazza che ha una parte in una commedia. ❑ ❑ ❑ I pompieri che spengono un incendio nella caserma dei pompieri. ❑ ❑ ❑ Una ragazza che si lava la faccia. ❑ ❑ ❑ • • ML PIANO DI DISCUSSIONE: Vedere i problemi. 1. Quando Pixie si è alzata di notte, ha scoperto che il suo piede si era "addormentato". Significa che il suo piede era rismasto addormetato mentre il resto del suo corpo si svegliava? 2. Perchè pensava che il suo piede addormentato appartenesse a Miranda? 3. Pixie ha chiesto a Miranda: "Secondo te, se per caso mi si addormentasse la testa, io potrei confonderla, la mia testa, con la tua?" Quali problemi aveva in mente Pixie quando ha fatto questa domanda? Vedete altri problemi? 4. Chiudete gli occhi. Contate fino a dieci. Apriteli di nuovo. Stavate dormendo quando avevate gli occhi chiusi? C’è differenza tra essere addormentati o avere semplicemente gli occhi chiusi? 5. Avete mai sentito nessuno parlare nel sonno? Quando parlate nel sonno, significa che la vostra voce si è svegliata? 6. Quando vi addormentate, continuate a respirare? Significa che i vostri polmoni non si addormentano mai? MJW ESERCIZIO: Domande e problemi. A volte una frase si presenta in forma di domanda. A volte non è in forma di domanda, ma indica che esiste un problema. E, a volte, una frase è in forma di domanda e rappresenta anche un problema. Domanda Problema Entrambi Non so 1. Federico: "Il frigorifero ha smesso di funzionare". ❑ ❑ ❑ ❑ 2. Orazio: "Se solo fosse primavera!". ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Lucio: "In Spagna piove soprattutto sugli altopiani?". ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Ciro: "Se avete delle domande, chiedete a me". ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Tommaso: "Va bene ragazzi, che sta succedendo qui?". ❑ ❑ ❑ ❑ 6. Valeria:"Entrambi i miei genitori stanno cercando lavoro". ❑ ❑ ❑ ❑ 7. Sergio: "C’è un topo sotto la sedia della maestra". ❑ ❑ ❑ ❑ 8. Patrizia: "Non so cosa c’è che non va, oggi". ❑ ❑ ❑ ❑ 9. Silvia: "Sono carina?". ❑ ❑ ❑ ❑ 10. Vincenzo: "Quello che va su poi deve scendere, credo". ❑ ❑ ❑ ❑ ML 59 EPISODIO 4 GIUDICARE LE INTENZIONI DI UN’ALTRA PERSONA. Quando Miranda chiude la porta del bagno, Pixie ne deduce che Miranda l’ha fatto solo per tenere lei fuori dal bagno. Non c’è nessuna indicazione che questa fosse l’intenzione di Miranda ma Pixie la prende come un fatto personale. SCORRETTEZZA COME VIOLAZIONE DEI DIRITTI. Pixe obietta che Miranda si comporta in modo scorretto perchè lei ha lo stesso diritto di Miranda ad usare il bagno. Ancora una volta, non è chiaro se quello che Miranda ha fatto sia scorretto e sia una violazione dei diritti di Pixie. Certamente, Pixie ha lo stesso diritto che ha Miranda di usare il bagno, ma potrebbero fare dei turni. La correttezza non richiede che Miranda esca dal bagno ogni volta che Pixie ci vuole entrare. CORRETTEZZA. Nondimeno, Pixie ha introdotto la nozione di correttezza. Discutete questa nozione con i vostri studenti. Incominciate a chiedere loro che cosa pensano che la correttezza implichi. Forse la formulazione tradizionale più rispettata della correttezza è che, fintanto che le persone sono simili, dovrebbero essere trattate in modo simile e fintanto che le persone sono diverse in modo rilevante, dovrebbero essere trattate in modo diverso. Potreste scoprire che i vostri studenti elaborano il concetto di correttezza nei termini del seguire i turni o condividere le cose. Seguire il turno, come nota correttamente Pixie, è un esempio di diritti uguali e la condivisione è un esempio di distribuzione uguale. Entrambe le cose sono esempi di correttezza. DIRITTI. Sulla base di quanto dice Pixie, è difficile determinare come fa a sapere che ha lo stesso diritto di Miranda di usare il bagno. È possibile che Pixie ricavi la sua nozione dei diritti in questo caso dall’organizzazione prevalente nella sua famiglia (un contratto sociale non scritto). Oppure, Pixie potrebbe sentire che tale diritto è "naturale" sebbene non ci sia nessuna prova per una simile interpretazione. In terzo luogo, Pixie potrebbe sentire che questo diritto è logicamente deducibile dal concetto di persona. Mentre questo particolare passaggio potrebbe non sostenere questa interpretazione, ciò potrebbe essere plausibile in base all’immagine di Pixie che emerge dal racconto. I PARADOSSI DELLA PREADOLESCENZA. Pixie esprime il suo risentimento augurando a Miranda che si affoghi con il dentifricio e chiedendole di chiudere l’acqua perchè finisce subito. L’ultima è una richiesta morale: non è bello sprecare l’acqua quando ce n’è poca. Un immaturo risentimento basato su una spinta emotiva è bilanciato da un lodevole appello alla giustizia sociale. Nel paragrafo seguente, Pixie dà a Miranda una lezione sul fatto che è ingiusto fare la prepotente con gli altri e poi, in modo immaturo ed egoista, si lamenta del fatto che quando avrà undici anni non potrà dare ordini a nessuno. Come preadolescente, Pixie sembra essere in un età in cui, da un lato, è ancora una bambina egocentrica, dall’altro sta incominciando a conoscere la società e la necessità dell’altruismo in determinate situazioni. GIUDICARE LE INTENZIONI, ANCORA UNA VOLTA. Ancora una volta, Pixie afferma di conoscere le intenzioni di Miranda. Afferma che Miranda la fa entrare in bagno perchè ha finito e non perchè si è preoccupata per lei. Non c’è alcuna prova che confermi l’interpretazione di Pixie ATTI MENTALI CORRISPONDENTI. Quando Pixie dice: "Io speravo che lei sperasse questo", ci introduce al problema degli atti mentali corrispondenti. Una persona può avere atti mentali che sono simili ad altri atti mentali propri o avere atti mentali che sono simili agli atti mentali di altre persone. Un esempio del primo tipo sarebbe il fatto che io credo di credere qualcosa, ed un esempio del secondo tipo sarebbe il fatto che io credo che tu credi qualcosa. ATTI MENTALI IDENTICI. Si potrebbe considerare la possibilità di diversi atti mentali che siano identici l’uno con l’altro. Per esempio, sarebbe possibile per un individuo avere due memorie esattamente uguali? Una risposta a questa domanda è che un tale evento non potrebbe verificarsi. Le persone ricordano in sequenza. Se qualcuno ricorda cosa ha mangiato per cena ieri ed un momento dopo cerca di ricordare la stessa cosa, la memoria successiva includerà quella precedente e non viceversa. Quindi, le due memorie sono necessariamente diverse. 60 ESERCIZIO. Vocabolario. A. Problema Spiegate le differenze tra i seguenti usi della parola problema: 1. Piero è un problema per i suoi genitori. 2. Abbiamo 24 problemi di matematica come assegno. 3. L’educazione è un problema dell’insegnante o degli alunni? 4. Il suo problema è che non vede mai nessun problema. B. Domande e interrogativi Quali delle frasi seguenti sono domande? 1. Siamo tutti qui? 2. Qual era il primo nome di Giulio Cesare? 3. La pioggia cade allo stesso modo sui giusti e sugli ingiusti. 4. Oh, quanto odio alzarmi la mattina! 5. Non ti andrebbe di smetterla ora e di uscire a giocare? 6. Oggi è lunedì, vero? 7. Sì, lui mi piace, e allora? Quali diversi significati della parola "interrogativo/interrogare" trovi nelle frasi seguenti? 1. Egli fu arrestato ed interrogato dalla polizia. 2. Ho in mente un’interrogativo su come procedere. 3. Il re ha lasciato il paese: ci si interroga se ritornerà. 4. Questa linea a forma di gancio è un punto interrogativo. C. Giusto Spiega la differenza nell’uso di "giusto" nelle seguenti frasi: 1. Date le circostanze, ha fatto la cosa giusta". 2. Gli ho fatto una semplice domanda è mi ha dato la risposta giusta. 3. Il cinema è giusto voltato l’angolo. 4. Ci sono uomini giusti ed uomini che non lo sono. 5. Ho lottato per la giusta causa. 6. Ho trovato il vestito giusto per la cerimonia! 7. Paolo non si è ancora sposato: non ha incontrato la donna giusta. 8. È il momento giusto per comprare casa! D. Diritto Spiega le differenze nell’uso di "diritto" nelle seguenti frasi: 1. A tennis si gioca di diritto e di rovescio. 2. Era un lungo sentiero diritto. 3. Nella mia scuola si studia diritto. 4. Devi rigare diritto, capito? 5. Ho il diritto di votare nell’assemblea. ML (adattato). 61 PIANO DI DISCUSSIONE: Dividere e condividere. I. Due persone possono condividere: la stessa stanza? lo stesso libro? lo stesso corpo? le stesse idee? gli stessi amici? gli stessi parenti? gli stessi piaceri? gli stessi dolori? lo stesso criceto? la stessa mente? II. Supponiamo che voi ed un vostro amico vi dobbiate dividere un pezzo di torta. Se chiedete una porzione più grande, significa che il vostro amico ne avrà una più piccola? Supponiamo che in classe voi ed un vostro compagno state leggendo dallo stesso libro. Significa che più voi leggete, meno potrà leggere il vostro amico? Alcune cose possono essere divise solo se ciascuno ne prende delle porzioni? (Fate degli esempi). Alcune cose possono essere divise solo se si fanno turni? (Fate degli esempi). Alcune cose possono essere divise e la quota di cui usufruisce ciascuno è uguale a quella di cui godrebbe se disponesse dell’intera cosa ? (Fate degli esempi). ML ESERCIZIO: Sperare. Qual è la differenza tra “sperare” e: desiderare? credere? aspettarsi qualcosa? attendere? avere fede in qualcosa? sospettare? dubitare? prevedere? volere? predire? PIANO DI DISCUSSIONE: Speranza. In quali delle seguenti frasi riempireste lo spazio con la parola "spero" ed in quale usereste un’altra parola (quale parola usereste invece di "spero"?). 1. "Io _____________ che ci sarà un domani". 2. "Io _____________ che non ci saranno più guerre". 3. "Io _____________ che ci sia una fata turchina". 4. "Io _____________ di restare in buona salute". 5. "Io _____________ che siano possibili più cose di quante credessi". ML 62 PIANO DI DISCUSSIONE: Atti mentali corrispondenti. Pixie dice: "Io speravo che lei sperasse questo". In altre parole, Pixie qui elabora un atto mentale che sembra corrispondere all’atto mentale di Miranda. Questo piano di discussione presenta diverse occasioni in cui diverse persone elaborano lo stesso atto mentale, o la stessa persona elabora lo stesso atto in diverse occasioni. Posso sperare che tu speri? Posso desiderare che tu desideri? Posso sognare che tu sogni? Posso sperare di avere speranza? Puoi desiderare di avere desideri? Puoi sognare che stai sognando? Posso credere che tu credi? Posso chiedermi se tu ti chiedi qualcosa? Posso pensare che tu pensi? Posso sapere che tu sai? ML 63 EPISODIO 5 DIPINGERSI COME UNA VITTIMA. Pixie sostiene che tutti le danno ordini. Ma, in modo abbastanza contraddittorio, nel brano seguente ammette poi che hanno ragione. Sul piano emozionale, si dipinge come una vittima; sul piano intellettuale vede che le critiche che le sono rivolte sono giuste. Un altro paradosso della preadolescenza. OGNI DIFFERENZA FA UNA DIFFERENZA. In ogni caso, Pixie fa una distinzione per quanto riguarda le critiche che le rivolge Miranda. Afferma che Miranda la critica per un comportamento che non è nè giusto nè sbagliato. Infatti, Pixie indica con esattezza il criterio che usa per determinare la differenza tra giusto e sbagliato quando chiede: "Che differenza fa se metto prima lo zucchero o prima il latte?". In altre parole, per dire che qualcosa è giusto, si deve mostrare che le conseguenze sono diverse dalle conseguenze di qualcosa che si definisce sbagliato. Se le conseguenze sono identiche, allora non vi è giustificazione alcuna per giudicare in modo diverso i due tipi di comportamento. DOBBIAMO SEMPRE OBBEDIRE A TUTTE LE REGOLE? Una risposta che si potrebbe dare a Pixie (sebbene non sia necessariamente una buona risposta) è che, quando si partecipa ad un gioco, si devono seguire le regole, ed è irrilevante obiettare che alcune delle regole sono stupide. Se le persone vogliono partecipare al gioco, devono accettare le regole, che piacciano o meno. In questo senso, si potrebbe affermare (ad esempio da parte di Miranda) che l’usanza prescrive diverse forme di etichetta. Si potrebbe capire o meno la giustificazione per tali forme di etichetta e, in effetti, potrebbe non esserci alcuna giustificazione. Nondimeno, non si dovrebbe infrangere l’etichetta sulla base del fatto che le regole non hanno senso. Non è difficile immaginare Pixie rispondere che gli esempi da lei citati non implicano in nessun caso un’infrazione dell’etichetta. 64 ESERCIZIO: Cosa significa differenza? Spiega le differenze di significato nei seguenti casi: 1. Differenza a. Maria: "Qual è la differenza tra 9 e 6?". b. Enrico: "Qual è la differenza tra un gatto e una virgola?" c. Clara: "Enrico, hai sempre a che dire con Maria. Qual è la differenza tra voi due?" d. Bice: "Ogni differenza fa una differenza". 2: Diverso a. Caterina: "Carlo, io e te siamo molto diversi". b. Ernesto: "Abbiamo visitato molti paesi diversi". c. Carlo: "Lasciate che vi dica che Caterina non è come nessun altro. È davvero diversa!" ML ESERCIZIO: Cosa significa giusto? Pensate ad un’altra parola al posto della parola "giusto" da usare nelle seguenti frasi: 1. Ho detto a mio padre che la scuola d’arte era giusto vicino alla chiesa". 2. È giusto che dica quella che penso sia la verità. 3. È giusto rimanere svegli e pensare a tante cose quando vostro padre vi ha detto di andare a dormire? 4. Ho detto a mia sorella dopo una lunga lite: “Quello che dici è giusto e non voglio più litigare con te". 5. Al compito in classe ho dato tutte le risposte giuste. 6. Quando scrivo una poesia, devo cercare un sacco di tempo prima di trovare la parola giusta per esprimere quello che sento. 7. Avevo un amico che ha cercato di persuadermi che qualche volta è giusto essere espulsi dalla scuola. Ma non riuscivo a dargli ragione. L’educazione è un diritto di tutti". 8. In matematica 4 è sempre la risposta giusta alla domanda “Quanto fa due più due?” 9. Ho preso in prestito i soldi da Edoardo e non sarebbe giusto non restituirglieli. 10. La luna è giusto sopra la mia casa. Lo so perchè la sto guardando con il binocolo. 11. Quando hai litigato con il tuo migliore amico, a volte non sai quale sia la cosa giusta da fare dopo: se telefonargli subito o non farlo. 12. Fermiamoci qui. È proprio il posto giusto per il nostro pic-nic. AMS 65 ESERCIZIO: Che differenza fa? Nei casi seguenti, mettete una x nella casella sotto "fa differenza" o “non fa nessuna differenza" o “Non so". Poi date una ragione per la vostra risposta. Fa differenza Non fa nessuna differenza Non so Mangiare un cornetto o pane e marmellata a colazione. ❑ ❑ ❑ 2. Non lavarsi i denti prima di andare a scuola. ❑ ❑ ❑ 3. Andare a pattinare invece di fare i compiti. ❑ ❑ ❑ 4. Valerio: "Gioco con Aldo sul suo trapezio piuttosto che con Giulio che vuole andare sullo slittino". ❑ ❑ ❑ Silvia: "Mastico le gomme piuttosto che succhiare caramelle quando sono nervosa". ❑ ❑ ❑ 6. Carolina: "Quando a pranzo c’è carne rossa mangio solo verdure". ❑ ❑ ❑ 7. Arturo: "Mi piace andare in montagna piuttosto che al mare". ❑ ❑ ❑ 8. Pippo: "Non mi piacciono le persone che sonolente nel realizzare le cose" ❑ ❑ ❑ 9. Maurizio: "Mi piace Natale ma non Pasqua". ❑ ❑ ❑ 10. Greta: "Non mi importa di dire una bugia ogni tanto se penso che faciliterà le cose". ❑ ❑ ❑ 1. 5. AMS 66 CAPITOLO 3 EPISODIO 1 INTERPRETARE IL LINGUAGGIO DEL VISO E DEL CORPO. Precedentemente, nel primo capitolo, Pixie aveva fatto un tentativo infruttuoso di parlare con Bruno. Ora vede Vilma seduta con lui e si chiede perché Bruno non risponde neanche a lei. Però pare molto attento a guardare Vilma in faccia, mentre, durante il tentativo fatto prima da Pixie, lui guardava lontano. Il comportamento di Bruno solleva la questione di che cosa faccia una persona quando ascolta con attenzione. Uno riesce a comprendere meglio quello che gli altri dicono quando guarda gli occhi e la bocca? Forse una parte del significato dell’espressione di una persona è racchiusa nell’espressione del viso e nei gesti che fa? Se è così, è possibile leggere in viso una persona, come si legge un libro? Inoltre, se una persona dice una cosa, mentre l’espressione del viso e il linguaggio gestuale ne suggerisce un’altra, come si dovrà interpretare il significato del comportamento complessivo? Ora Pixie si domanda perché uno dovrebbe smettere di parlare e ammette di non essere capace di immaginare il silenzio. MERAVIGLIARSI ED IMMAGINARE. LA CREDIBILITÀ DI PIXIE. Troviamo qui due atti mentali interessanti. Da una parte Pixie dice "Non riuscivo a fare a meno di chiedermi". Dall’altra sostiene che stare zitti è qualcosa che non riesce nemmeno ad immaginare. In un unico contesto di discorso ammette di avere ben poco controllo di certi aspetti della sua attività mentale, e cioè il “chiedersi” e “l’immaginare” o “non-immaginare”. Sollevate il problema con i vostri alunni. È possibile che Pixie non stia dicendo la verità? Afferma che lei non smette mai di parlare, dice che non può fare a meno di chiedersi, dice che non riesce ad immaginare di stare sempre in silenzio. Prese alla lettera, sono vere queste affermazioni? IL SILENZIO. Provate a chiedere ai vostri alunni che cos’è il silenzio. Un modo di affrontare il problema è vedere il silenzio come analogo al freddo e al buio. Come il freddo è la mancanza di calore e il buio è la mancanza di luce, così il silenzio potrebbe essere la mancanza di suoni. Chiedete agli alunni se secondo loro questa è una analogia valida o no. PERCHÉ PARLIAMO? Pixie chiede ad Isabella: "Perché le persone parlano?" Questa domanda è ambigua. Potrebbe significare: "Che cosa spinge le persone a parlare?" oppure "Che ragione hanno le persone per parlare?". Se una luce improvvisa ci abbaglia, noi chiudiamo gli occhi e questa è una reazione causata dalla luce, che noi non possiamo controllare. Ma se la gente sceglie di parlare, si presume che abbia qualche ragione per farlo. E questa è l’interpretazione di Isabella. Le persone decidono di parlare per far conoscere agli altri quello che pensano e sentono e, quindi, per comunicare. Da questo punto di vista ci si può aspettare che uno che non ha intenzione di comunicare con gli altri, smetta di parlare. IN CHE MODO PARLARE E PENSARE SONO LEGATI? Il modo in cui Isabella presenta l’argomento è aperto alla discussione. Prima si pensa e poi si parla? Parlare e pensare sono due attività che procedono insieme ma indipendenti, oppure sono due aspetti della stessa cosa? FARE SUPPOSIZIONI E FALSIFICARE. A pagina 23 Pixie usa il verbo "supporre", un altro atto mentale. Si tratta di un’operazione di particolare importanza quando si cercano i contro-esempi. Per esempio, in un negozio di giocattoli il commesso sta mostrando un giocattolo a dei genitori: lo carica, lo poggia sul banco e funziona perfettamente. Interviene il bambino dicendo: "Papà, supponiamo che sul pavimento non funziona". In questo caso il bambino sta pensando ad un contro-esempio. Si tratta di qualcosa che nelle discussioni filosofiche è molto utile perché obbliga il pensiero a prendere in considerazione i limiti dei concetti. In questo senso la falsificabilità è più significativa della verificabilità. Il commesso sostiene che si può verificare che il giocattolo funziona mettendolo su centinaia di superfici 67 lisce, ma il timore del bambino richiede un solo contro-esempio per mezzo del quale falsificare la pretesa del commesso. IL RAGIONAMENTO IPOTETICO. Infine, osserviamo il modello di ragionamento impiantato da Pixie ed Isabella. Isabella utilizza una proposizione che ha la forma "Se... allora". Pixie risponde negando la seconda metà dell’affermazione di Isabella. Allora Isabella ricava la conclusione (inferisce) che se la seconda parte della sua prima affermazione è falsa, allora deve essere falsa anche la prima. Pertanto: Se parlo, allora voglio che gli altri sappiano i miei pensieri e i miei sentimenti. Io non voglio che gli altri sappiano i miei pensieri e i miei sentimenti. -------------------------------------------------------------------------------------------------Dunque, io non parlo. Comunque, l’inferenza è valida. Questo è un esempio di come la logica formale è incorporata nel linguaggio quotidiano. Non è necessario, tuttavia, esaminare più dettagliatamente l’operazione logica impiegata in questo punto. Questo lavoro si potrà fare a livelli più avanzati del programma di Philosophy for children. 68 PIANO DI DISCUSSIONE: Che cosa facciamo. Quali delle seguenti cose facciamo sempre (senza interruzione)? 1. Respirare. ❑ 2. Pensare ❑ 3. Digerire il cibo ❑ 4. Desiderare qualcosa ❑ 5. Crescere ❑ 6. Diventare più intelligenti ❑ 7. Ascoltare qualcosa ❑ 8. Avere sensazioni ❑ MW ESERCIZIO: Immaginare, chiedersi, supporre. A. Supporre vuol dire considerare una possibilità come se fosse un fatto. Esempio: "Supponiamo che le persone non abbiano più bisogno di mangiare per vivere". B. Chiedersi vuol dire essere perplessi su qualcosa di misterioso o non avere una spiegazione. C. Immaginare vuol dire prevedere, considerare, cioè, come sarebbe una cosa se si verificasse. Esempio: "Mi chiedo come mai i miei genitori fanno così tardi a venirmi a prendere oggi". Esempio: "Riesco ad immaginare chiaramente un unicorno, anche se questi animali non esistono". Di questi tre verbi (supporre, chiedersi, immaginare), quale sta meglio in ognuna delle frasi seguenti? 1. Laura: "Io ................................che nel mondo ci sono tante persone che .................... da dove arriverà quello che mangeranno domani". 2. Flora: "....................... che il mondo smetta improvvisamente di girare. Non riesco ad ................... quello che succederebbe dopo". 3. Umberto: "........................ perché l’erba è verde ed il cielo è blu. ................... che ci sia una ragione?" 4. Carmen: "Tu non ............................... che qualcuno in questa stanza sia un vulcano, è vero? 5. Giulio: "Ho imparato la lingua italiana quando ero ancora bambino. Non riesco ........................ come ho fatto!" 6. Ettore: "Fingere è qualcosa di più del semplice ...................................." ML PIANO DI DISCUSSIONE: Contrasti. 1. È necessario essere tristi qualche volta per poter essere felici in altri momenti? 2. Potrebbe tutto il mondo essere rosso? 3. Potrebbero tutti essere alti? 4. Per migliorare in aritmetica, devi fare degli errori? 5. 5. È necessario che qualcuno soffra perché gli altri si accorgano di quanto sono fortunati? 6. 6. Potrebbero tutti essere ricchi? MW 69 PIANO DI DISCUSSIONE: il silenzio. 1. Sarebbe corretto dire che il silenzio sta al suono come il buio sta alla luce? 2. Sarebbe corretto dire che il silenzio sta al suono come il freddo sta al caldo? 3. Sarebbe corretto dire che il silenzio sta al suono come lo sfondo sta all’immagine? 4. Le immagini ci dicono qualcosa anche se sono silenziose? 5. Le parole "suono" e "rumore" significano la stessa cosa? 6. Le parole "silenzio", "calma" e "quiete" significano la stessa cosa? 7. Le parole "silenzio" e "pace" significano la stessa cosa? 8. È possibile parlare e stare zitti nello stesso tempo? 9. È possibile stare zitti e parlare nello stesso tempo? 10. A volte il silenzio è terrificante? 11. A volte il silenzio è eloquente? 12. Può un silenzio essere pieno di odio? 13. Può un silenzio essere pieno di amore? 14. Può un silenzio essere bello? 15. Il silenzio è qualcosa o è niente? ML PIANO DI DISCUSSIONE: potere di controllo. È possibile controllare quello che si sente e quello che si fa? È possibile controllare Non è possibile controllare 1. Sono le 11 del mattino e Lello ha una gran fame. ❑ ❑ 2. Giulia vuole smettere di mangiarsi le unghie. ❑ ❑ 3. Mara vuole essere più carina con la nonna. ❑ ❑ 4. Giovanni spera di essere il migliore in aritmetica il prossimo anno. ❑ ❑ 5. Gennaro si mette a starnutire e crea lo sconquasso in classe. ❑ ❑ 6. Sandro passa tutti i pomeriggi a giocare col suo nuovo videogame. ❑ ❑ 7. A Susanna viene il singhiozzo quando deve rispondere a qualche domanda a scuola. ❑ ❑ 8. Anna si augura di saper parlare in spagnolo al suo nuovo vicino. ❑ ❑ 9. Teresa spera che i denti le crescano meno storti. ❑ ❑ MW PIANO DI DISCUSSIONE: Parlare e comunicare. 1. 1. Gli animali sono capaci di parlare? 2. 2. Un bambino sa dire quello che vuole? 3. 3. Quelli che parlano un’altra lingua pensano come noi? 4. 4. Voi parlate con tutti allo stesso modo ? 5. 5. È più facile parlare col tuo migliore amico anziché con gli altri compagni di classe? MW 70 PIANO DI DISCUSSIONE: I comportamenti appropriati. Sapresti dire perché i comportamenti descritti sotto sono appropriati? 1. 1. Beppe non ha fatto i compiti per casa e ora se ne sta con la testa china sul banco. 2. 2. Alla festa di compleanno di Maria ci sono andati solo tre amici e ora lei non vuole giocare. 3. 3. Pietro ha marinato la scuola. 4. 4. La mamma di Roberto torna dal lavoro con un forte mal di testa e fa pulire a Roberto la sua camera. 5. 5. A casa di Giacomo capita un collega del padre e questi manda Giacomo fuori a giocare. 6. 6. Giacomo vede il film Bambi ed esce fuori dal cinema in lacrime. MW PIANO DI DISCUSSIONE: sentimenti personali. 1. 1. C’è qualcuno che può conoscere i vostri sentimenti personali più di voi stessi? 2. 2. Come fate a sapere quello che sentite e quello che pensate? 3. 3. Come fate a sapere quello che gli altri sentono e pensano? 4. 4. Vi piacerebbe sapere quello che un altro ragazzo sente e pensa? 5. 5. Vi riesce di sapere quello che sente e pensa un animale? 6. 6. Uno scrittore dovrebbe dire i sentimenti personali dei personaggi del suo racconto? MW 71 EPISODIO 2 SALTARE ALLE CONCLUSIONI. L’episodio inizia con Pixie "Naturalmente!", come se chiunque ha un minimo di cervello deve misteriosa. In secondo luogo deriva una inferenza non valida da ciò subito alla conclusione che il compagno le sta chiedendo di rivelargli non è così. che mortifica Tommaso con un avere già trovato la sua creatura che Tommaso le ha chiesto: salta la sua creatura misteriosa, mentre CHIEDERE AIUTO AI COMPAGNI. Tommaso sta chiedendo un suggerimento da tenere in considerazione come possibilità. Dice, infatti: "Ma non ti sto chiedendo di dirmela. Solo, se potevi darmi qualche suggerimento...". È a questo punto che Pixie decide di prenderlo in giro suggerendo l’unicorno. Il contrasto tra la sua sincera richiesta di aiuto (ad una compagna e non all’insegnante) ed il tranello ordito maliziosamente da Pixie è evidente. LA PLAUSIBILITÀ DELL’UNICORNO. Quello che Pixie suggerisce è l’unicorno, un animale leggendario il quale, tuttavia, ha una considerevole plausibilità. Gli unicorni sono plausibili per il fatto che, sebbene nessuno ne abbia mai incontrato uno, si ritiene, comunque, di saperne abbastanza da poterne fornire una definizione, proprio come fa Pixie in questa circostanza. Gli unicorni sono plausibili anche perché la mitologia ce ne fornisce descrizioni. Per esempio, si riteneva che questo animale potesse purificare l’acqua in cui immergeva il suo corno - una virtù che certamente renderebbe l’unicorno molto utile ai giorni nostri. Gli unicorni, per la loro amabilità e bellezza, sono stati considerati sacri da molte popolazioni. LA DEFINIZIONE CHE NE DÀ PIXIE. Vale la pena esaminare in che modo Pixie definisce l’unicorno. Dice che assomiglia ad un cavallo, solo che ha un corno lungo e appuntito che gli spunta nel centro della fronte. In altre parole, la definizione implica (1) una similitudine (assomiglia ad un cavallo), (2) una differenza specifica (solo che ha un corno lungo e appuntito...). Si tratta di una procedura più che rispettabile di definire un termine: indicare prima il genere a cui appartiene e, poi, precisare la differenza che distingue il termine da tutti quelli che appartengono allo stesso genere. DEFINIZIONE ED ESISTENZA. Un aspetto meno ovvio dello scherzo di Pixie è che le persone tendono a credere che se una cosa può essere definita, allora deve esistere, e, se una cosa può essere definita e immaginata, allora certamente deve esistere. In questo ultimo caso la pretesa all’asistenza appare molto forte, ma non è affatto così. SIGNIFICATO E VERITÀ. Il caso dell’unicorno sottolinea la distinzione tra significato e verità. Non poche figure mitologiche hanno un significato come simboli perché possono essere immaginate senza difficoltà, hanno un grande valore, causano molteplici associazioni. Tali figure possono avere significati molto forti in una specifica cultura, ma il loro significato simbolico non ha niente a che fare con la verità delle asserzioni che riguardano la loro esistenza. Gli unicorni non esistono. Questa è una verità. Ma ciò non vuol dire affatto che la nozione di unicorno è, per questo, senza significato. I significati simbolici giocano un ruolo di grande peso nell’esperienza umana. 72 PIANO DI DISCUSSIONE: Gli animali dello zoo. 1. 1. Che specie di animali si trovano nello zoo? 2. 2. Perché nello zoo non ci sono i cani? 3. 3. Perché si considera un bene avere gli zoo? 4. 4. È un bene per gli animali stare nello zoo? 5. 5. Per gli animali sarebbe meglio stare nello zoo o nel loro ambiente naturale? 6. 6. Si dovrebbero tenere gli animali chiusi in gabbie? 7. 7. Si dovrebbe permettere agli animali di combattere tra loro nello zoo? 8. 8. Si dovrebbe insegnare qualcosa agli animali nello zoo? MW PIANO DI DISCUSSIONE: Accettare un aiuto e chiedere aiuto. Chi dovreste aiutare? Da chi dovreste accettare un aiuto? 1. 1. Dovreste aiutare un compagno a trovare un argomento per un tema? 2. 2. Dovreste permettere ad altri di copiare i compiti per casa? 3. 3. Dovreste far vedere il compito che state facendo? 4. 4. Dovreste spiegare ad un compagno di classe come fare un compito? 5. 5. Se il vostro migliore amico vuole copiare un compito, dovreste permetterlo? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Che cosa è reale? 1. I dinosauri 2. Frankenstein 3. Cani senza pelo 4. Anguille elettriche 5. Pinocchio 6. I puffi 7. I pensieri delle persone 8. La Prima Guerra Mondiale 9. L’anno 2500 10. Gli UFO MW ESERCIZIO: La definizione. Pixie dice che un unicorno è come un cavallo, solo che ha un lungo corno che gli spunta dalla fronte. Dicendo che l’unicorno è "come un cavallo", sta indicando una classe di cose alla quale il termine può appartenere, qualcosa di più familiare della classe degli "animali immaginari". Nel riferirsi al corno, sta parlando di una caratteristica che fa dell’unicorno un membro nettamente differente dagli altri che costituiscono la classe dei cavalli. Ecco, allora, due caratteristiche di un primo tentativo di definire un nome: (1) trovare un classe di oggetti familiare al quale il termine in questione appartiene; (2) specificare in che modo esso risulta differente dagli altri membri della classe. 73 Termini da definire Si potrebbe dire: 1. Sedia di pietra È come una sedia normale, soltanto che ha............................................. 2. Motocicletta È come una bicicletta, soltanto che ......................................................... 3. Ruscello È come un fiume, soltanto che ................................................................ 4. Jeans È come un paio di pantaloni, soltanto che................................................ 5. Banco È come un....................., soltanto che viene usato per scrivere e non per mangiare. 6. Albero È come un....................., soltanto che è molto più grande. 7. Stivale È come un....................., soltanto che arriva quasi al ginocchio. 8. Mammouth È come un....................., soltanto che è molto peloso. Ora fornite le difinizioni dei seguenti termini: Camion Maschera Laccio Lucertola Montagna Sentiero Edificio Microbo Matita Tenaglia Scure Gomma ML 74 EPISODIO 3 PENSARE COME CAPACITÀ DI INDIVIDUARE LE RELAZIONI DI UNA ESPERIENZA. In questo episodio Pixie riflette su un’esperienza immediata, un esercizio che, finora, non ha mai fatto fino a questo punto. Quello che pensa è: che cosa spinge il dente a cadere e che succederà se tutti i denti cadono e non sono sostituiti dai nuovi? Mentre riflette sulla sua inquietante esperienza, cercando di risalire alle cause e di prevederne le conseguenze, Pixie è impegnata in un paradigma del pensiero. SI INIZIA A PENSARE DI FRONTE AD UNA DIFFICOLTÀ. Notate che inizialmente Pixie sta pensando alla gita allo zoo, e si interrompe quando si accorge che le stanno cadendo tutti i denti. È una difficoltà in cui si trova per la prima volta e si domanda, evidentemente per la prima volta, cosa succederà se non le spunteranno denti nuovi. (Potreste chiedere ai vostri alunni di disegnare se stessi con denti finti mentre si guardano nello specchio). PERSONIFICARE LE COSE. Pixie domanda al padre: "Papà, come fa un dente a sapere quando è il momento di cadere?". Sembra che Pixie stia attribuendo agli oggetti la capacità umana di ragionare, un errore abbastanza comune. La proiezione animistica delle caratteristiche umane al mondo fisico fa parte della tendenza infantile a vedere e a rappresentarsi il mondo in modo fisiognomico. IL RAGIONAMENTO ANALOGICO. Pixie fornisce una risposta plausibile alla domanda: "Che succede se mi cadono i denti di latte e non mi ricrescono i nuovi?" Perché non piantare i semi dei denti, come si fa con le piante, invece di mettere denti finti? In questo caso Pixie sta ragionando per analogia. Le piante hanno le radici e vengono piantate. I denti hanno le radici, allora possono essere pure piantati? L’analogia è indubbiamente plausibile. L’INCOERENZA DEL PADRE DI PIXIE. A questo punto il padre di Pixie, che sembra non vedere l’ora di riaddormentarsi, attacca a parlare di lucertole e Pixie rileva che le sue osservazioni sono incoerenti, se non del tutto fuori luogo: non vede, infatti, che cosa abbiano a che fare le code delle lucertole con i denti. 75 PIANO DI DISCUSSIONE: Avere due serie di denti. 1. Vi viene in mente qualcuno, oltre gli esseri umani, che abbia due serie di denti? 2. Qualche essere umano potrebbe avere più di due serie di denti? 3. Che differenza c’è tra i denti di latte e gli altri, oltre al fatto che quelli permanenti vengono dopo? 4. Una cosa successa dopo durante la vita è comunque migliore di una simile che succede prima? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Quando una cosa è finta? 1. Se una persona ha un occhio artificiale, si può dire che è un occhio "finto"? 2. Se una persona ha un dente artificiale, si può dire che è un dente "finto"? 3. Le parole possono essere finte? 4. Le domande possono essere finte? 5. Le esclamazioni possono essere finte? 6. Le frasi possono essere false? 7. C’è differenza tra "finto" e "sbagliato"? 8. Un amico finto è inaffidabile? 9. C’è qualcosa di finto nel mettere gli occhiali? 10. C’è qualcosa di finto nel mettere un’ala? 11. Una maschera è una faccia finta? 12. Se uno ha una patente rubata, questo significa che sitratta di una patente finta? ML PIANO DI DISCUSSIONE: I denti finti sono davvero finti? Considerate, nelle frasi seguenti, il senso in cui sono usati i termini "vero" e "finto". Potete utilizzare dei sinonimi scelti nell’elenco posto alla fine. 1. Giovanni: "Maria, con te sarò sempre vero!" 2. Rita: "Queste sono copie vere della mia lettera". 3. Lina: "Per favore, rispondi con parole vere". 4. Alla polizia era stato fornito un resoconto falso. 5. Giulio: "È vero che io dico bugie". 6. La nonna di Maria ha denti finti. 7. Sara: "D’accordo, questa sarà la mia confessione vera". 8. Arturo: "Se un’affermazione è basat sui fatti, io dico che è vera". 9. Alessandro: "Questi rumori sono falsi, perché non sono basati sui fatti". Sinonimi: fondato - perfetto - affidabile - accurato - corretto - scorretto - infondato - autentico sincero - artefatto. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Gli oggetti hanno pensieri e sentimenti? 1. 2. 76 Pixie chiede come fa un dente a sapere quando deve cadere. È soltanto un modo di dire, oppure pensa veramente che i denti pensano? Il ghiaccio si scioglie in primavera perché sa quando deve sciogliersi? 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. I vostri piedi conoscono la strada di casa? Quando un cane abbandonato ritrova la via di casa, è perché la conosceva? Quando si dice: "Il cielo è minaccioso", questo vuol dire che il cielo usa un linguaggio minaccioso? Il cielo minaccioso è uguale alle persone che usano un linguaggio minaccioso? Se uno dice "I narcisi sono allegri", questo significa che qualche narciso sta ridendo allegramente? I narcisi si comportano come le persone allegre? Se uno dice "La musica è triste", questo significa che l’orchestra sta suonando pezzi che hanno sentimenti di infelicità? I suoni sono messi come sono i tuoi sentimenti ed i tuoi pensieri nei momenti in cui ti senti triste? ML ESERCIZIO: Sogni e sognare: Completate le seguenti analogie, indicando quelle che non funzionano. I. Sogni sta a sognare come 1. Pensieri sta a................................................ 2. Domande sta a............................................. 3. Risposte sta a............................................... 4. Ricordi sta a................................................. 5. Brividi sta a.................................................. 6. Speranze sta a............................................... 7. Dubbi sta a.................................................... 8. Fiato sta a...................................................... 9. Tosse sta a..................................................... 10. Ululati sta a................................................... II. Dormire sta a svegliarsi come 1. Notte sta a...................................................... 2. Inverno sta a................................................... 3. Morte sta a...................................................... 4. Ignoranza sta a................................................ 5. Bellezza sta a.................................................. ML ESERCIZIO: Il significato della parola "mente". Discutete le espressioni seguenti; qual è il sugnificato di ciascuna di esse? Parte I 1. Avere una mente chiusa. 2. Avere una mente aperta. 3. Avere in mente una cosa. 4. Farsi venire in mente una cosa. 5. Sapere a mente. 6. Dire una cosa nella propria mente. Ecc. 77 EPISODIO 4 LA MARACHELLA DI PIXIE NELL’ASCENSORE. Si può cominciare questo episodio domandando agli alunni perché, secondo loro, Pixie dice "Credo che non lo farò più", riferendosi ai pulsanti dell’ascensore che aveva premuto. CONTARE DUE VOLTE LE STESSE COSE. Concetta non sa distinguere tra il riferirsi alle cose quando sono considerate individualmente (in modo distributivo) e il riferirsi ad esse considerate come insieme (in modo collettivo). L’errore di Concetta consiste nella mancata distinzione, ragione per cui lei conta due volte lo stesso gruppo di persone. ERRORI DI CATEGORIA. L’errore commesso da Concetta viene generalmente chiamato "errore di categoria". Supponiamo che una persona ha subito un controllo medico completo e, alla fine, si sente dire che ogni organo del suo corpo funziona perfettamente e che, inoltre, ha una sana costituzione. Ma, può uno avere una costituzione oltre l’insieme delle funzioni del corpo? Sarebbe come dire che uno ha comprato pasta, pane, prosciutto e, in più, dei generi alimentari. In effetti i generi alimentari non sono una categoria diversa da pasta, pane, prosciutto. PARENTI E FAMIGLIE. Isabella e Pixie cercano di spiegare la questione a Concetta, ma lei resta perplessa. Le dicono che le famiglie sono costituite dai parenti e che ciascuna famiglia contiene un diverso gruppo di parenti. Di conseguenza non ci sono due famiglie uguali. Supponiamo di avere due gemelli identici di nome Giovanni e Maria. Hanno la stessa famiglia? No. Giovanni è parente di Maria, ma non è parente di se stesso. Allo stesso modo Maria è parente di Giovanni, ma non è parente di se stessa. RELAZIONI FAMILIARI E RELAZIONI DI TIPO MILITARE. Quello che dice Concetta può forse essere illustrato con l’aiuto di un’altra analogia. Consideriamo due eserciti, quello italiano e quello inglese. Naturalmente i due eserciti sono fatti di soldati diversi, ma la struttura organizzativa può essere uguale in entrambi. RELAZIONI FAMILIARI E ANALOGIE. Esiste una somiglianza tra relazioni familiari e analogie. Una analogia implica una somiglianza tra due relazioni: i gattini stanno ai gatti come i cagnolini stanno ai cani. Allo stesso modo la relazione fratello-sorella in una famiglia è uguale anche nelle altre famiglie, sebbene i soggetti delle relazioni siamo ogni volta diversi. I LIMITI DEL RAGIONAMENTO ANALOGICO. Quando i termini sono sostituiti con individui reali, i confronti diventano molto più problematici. Un determinato gattino può comportarsi verso i genitori in maniera molto diversa di come si comporta un cagnolino. CONCETTA E LA DIFFICOLTÀ DI CAPIRE. Potrebbe essere una buona idea chiedere ai vostri alunni che cosa, secondo loro, significa l’ultima affermazione di Concetta. Se diranno che le spiegazioni di Isabella e di Pixie non sono state di grande aiuto per Concetta, allora vuol dire che hanno capito il testo. 78 PIANO DI DISCUSSIONE: Fratelli, sorelle ed altri parenti. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Rispondere alle seguenti domande dando ragione delle risposte. È meglio avere soltanto fratelli, soltanto sorelle o è meglio avere fratelli e sorelle? È meglio essere uno di due gemelli o di tre gemelli? È meglio essere figlio unico e non avere né fratelli né sorelle? È possibile che vostra madre abbia fratelli o sorelle più piccoli di voi? Un bambino di un anno può essere zio? È possibile che i figli siano più grandi dei genitori? È possibile che ognuno ha un gemello segreto in qualche parte del mondo? Se un uomo sposa sua zia, diventa zio di se stesso? ML ESERCIZIO: Famiglie. I. Indicate, per ogni termine dell’elenco, se si tratta di una famiglia o di un membro di una famiglia. Famiglia Membro Non so 1. Cucciolata ❑ ❑ ❑ 2. Zio ❑ ❑ ❑ 3. Scuola ❑ ❑ ❑ 4. Bambino ❑ ❑ ❑ 5. Nidiata ❑ ❑ ❑ II. Fate un elenco di cinque membri di una famiglia (Per esempio: madre). AMS PIANO DI DISCUSSIONE: Capire. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. Che cosa significa capire il gioco delle bocce? Che cosa significa capire il tuo miglior amico? Capire il tuo miglior amico è diverso dal capire il gioco delle bocce? Che cosa significa che hai capito l’esercizio di aritmetica? Capire un problema di aritmetica è la stessa cosa di capire il tuo cane? Che cosa significa capire il tuo cane? Che cosa significa capire una poesia? Capisci una poesia allo stesso modo di come capisci il tuo cane? Che cosa significa capire la nonna? Capisci tuo nonno allo stesso modo di come capisci tua nonna? Capisci il gioco del calcio? Capisci il significato del Natale allo stesso modo di come capisci il gioco del calcio? Capisci te stesso? In che modo? Capisci perché fai le cose che fai? Capisci te stesso allo stesso modo di come capisci tuo padre? AMS ESERCIZIO: Ricavare relazioni familiari. 1. Se Maria è la sorella di Alessia, Alessia è la sorella di Maria? 2. Se Carlo è il fratello maggiore di Gianna, Gianna è la sorella maggiore di Carlo? 79 3. Se Debora è la nipote di Franco, Franco è lo zio di Debora? 4. Se Tonino è il cugino di Riccardo, Riccardo è il cugino di Tonino? 5. Se un tuo cugino è maschio, questo significa che a. tutti i tuoi cugini sono maschi; b. qualcuno dei tuoi cugini è femmina; c. nessuno dei tuoi cugini è femmina; d. nessuno dei casi precedenti. 6. Ci sono due fratelli, Michele e Luca Pagano. Tutti e due hanno una sorella. Questo vuol dire che nella famiglia ci sono due fratelli e due sorelle? 7. Se tu sei la figlia più grande, tua sorella deve essere la figlia più piccola? 8. Se sei figlio unico, questo vuol dire che il padre di tuo padre è il tuo unico nonno? 9. Se tu sei il più piccolo di venti figli, questo vuol dire che hai delle sorelle? ML ESERCIZIO: L’inizio del racconto. Quella che segue è la fine del racconto. Manca l’inizio, che dovete inventare voi. Improvvisamente il pilota comunicò: "Tutto bene! Il carrello si è aperto ed ora possiamo atterrare in tutta sicurezza!". Pochi minuti più tardi l’enorme aereo era sulla pista dell’aeroporto e, dopo poco tempo, Lucia e Walter potevano raccontare ai genitori l’avventura del loro viaggio. "Mio Dio!", disse la signora Giordano, "Per un momento ho temuto che l’aereo dovesse atterrare scivolando sulla pancia!". "Oh mamma", rise Lucia, "quello lo facciamo soltanto con lo slittino!". 80 CAPITOLO 4 EPISODIO 1 LA COMPLESSITÀ DI PIXIE. Pixie presenta se stessa come una persona piuttosto complessa. Molte delle cose che riferisce su se stessa non sono lusinghiere. Tuttavia possiede anche molte capacità e accattivanti qualità, che mette in mostra più con le azioni che con le parole. L’ANALISI FILOSOFICA DELL’ESPERIENZA. Un’altra caratteristica di Pixie è la sua inclinazione a raccontare vicende che in apparenza appaiono abbastanza semplici o banali, ma in realtà hanno una insospettata profondità filosofica. Un esempio si trova in questo primo episodio del capitolo IV. L’episodio incomincia con un litigio al tavolo della colazione, continua con un chiassoso scambio di accuse per un fatto successo molto tempo prima, si sposta sull’analisi delle relazioni familiari e termina con il problema di cosa sono le relazioni. L’episodio si conclude toccando due seri concetti filosofici: la nozione di realtà e la distinzione tra giusto e sbagliato. COMPORTAMENTI PROVOCATORI. Il litigio incomincia con Pixie che fissa Miranda, la quale cerca di mangiare. C’è da chiedersi se il comportamento di Pixie è deliberatamente provocatorio, anche se è abbastanza chiaro che è provocatorio perché Miranda risponde con un calcio. Dopodiché Pixie vorrebbe far credere che è stata Miranda ad iniziare la lite e che lei non ha fatto niente. FACCIAMO QUALCOSA QUANDO FISSIAMO QUALCUNO? Pixie sostiene che fissare qualcuno equivale a non fare niente. In altre parole, non si tratta di un’azione. Il suo ragionamento è interessante. Pixie afferma che il fissare non rientra nella categoria delle "azioni che fanno qualcosa". Probabilmente lei intende quelle azioni che hanno un effetto. Eppure, la sua pretesa di innocenza non è del tutto plausibile. PIXIE STA IMBROGLIANDO? Il lettore non può fare a meno di sospettare che Pixie fissa Miranda con l’intenzione di provocare la sua vendetta e, probabilmente, con la speranza che la sua reazione provochi, a sua volta, il rimprovero della madre. Una tale interpretazione attribuisce a Pixie tendenze alla cattiveria e all’imbroglio. Notate il commento di Pixie, la quale dice che, anche dopo che si sente meglio, continua a gridare. FAR SENTIRE GLI ALTRI A DISAGIO. Pixie sostiene che guardava Miranda in modo innocente e che non le faceva alcun male. Questa affermazione di presta alla discussione. Una persona guardata come un insetto sotto una lente di ingrandimento è molto probabile che si senta a disagio. In una situazione simile le persone si sentono come le vittime impotenti di un atto di aggressione che le trasforma in oggetti. FINGERE COME MENTIRE E FINGERE COME FAR CREDERE. Pixie finge di essere stata maltrattata dalla sorella. Parlate con gli alunni della differenza tra fingere/mentire e fingere/far credere. Sono la stessa cosa? L’obiettivo di una simile discussione è quello di far emergere negli alunni il riconoscimento della differenza tra fingere/far credere come gioco e rappresentazione innocui e il fingere/mentire adottato deliberatamente con lo scopo di imbrogliare. Il fingere, inteso in quest’ultimo senso solleva questioni di carattere morale che, invece, sono assenti nel fingere come rappresentare. L’INDAGINE SULL’INCIDENTE. La mamma di Pixie ha deciso che la questione richiede un’indagine e incomincia chiedendo a Pixie, la quale sta inizialmente sulla difensiva. La mamma procede chiedendo se è stata Miranda a fare qualcosa che ha provocato il comportamento aggressivo di Pixie. Notate che la domanda della mamma è molto precisa, tale da aspettare una altrettanto precisa risposta. 81 IL RISENTIMENTO DI PIXIE. La tecnica funziona e Pixie sciorina la penosa storia della cattiveria di Miranda che non le riferisce della festa di Elena. Naturalmente, Pixie ha dimenticato la sua storia. La ha rimossa. Non l’ha mai sollevata in modo esplicito con Miranda e Miranda non ha mai saputo del risentimento nutrito da Pixie per tutto quel tempo. LA MORALITÀ INFANTILE. Pixie osserva che era molto più facile pensare che la colpa era di Miranda. Questo è un esempio della morale di un bambino, in base alla quale il mondo è considerato responsabile per tutto ciò che va male. Una colpa può essere attribuita anche ad oggetti inanimati. Così si prende a calci una sedia in cui si è inciampati e si dà la colpa agli altri quando succede qualche guaio. RAPPORTI FAMILIARI. A questo punto viene fuori la questione dei rapporti familiari. Pixie afferma che preferirebbe avere Isabella come sorella e Miranda controbatte che questo non è possibile: lei e Pixie devono essere sorelle perché hanno gli stessi genitori. Mettendo in evidenza la comune discendenza, Miranda ha definito la condizione essenziale perché due persone siano sorelle (ammesso che siano di sesso femminile). SI PUÒ DIRE CHE LE RELAZIONI SONO REALI? Pixie discute la realtà delle relazioni e fornisce il suo criterio di realtà: per essere reale una cosa deve poter essere vista o toccata. Il suo è un ragionamento sillogistico: soltanto le cose che sono reali sono cose che possono essere viste o toccate; nessuna relazione può essere vista o toccata; dunque nessuna relazione è reale. LE RELAZIONI SONO PERCETTIBILI? Miranda indica le relazioni spaziali come contro-esempi. Dice che "essere più alto di" è una relazione e che "ognuno può vedere che io sono più alta di lei". La discussione di Pixie e Miranda sulla percettibilità delle relazioni è una questione di vecchia data in filosofia. Per alcuni soltanto gli oggetti sarebbero percettibili e le relazioni sono nella nostra mente. Uno vede le due ragazze e poi considera una delle due più alta dell’altra. Il giudizio "è più alta di" è un’operazione mentale e, pertanto, resta nella mente. Per altri, le relazioni sarebbero percettibili esattamente come gli oggetti. Un fiume si muove in relazione alle sue sponde e si può vedere il contrasto tra il fiume in movimento e le sponde ferme. Questo contrasto, che è la relazione, è immediatamente percettibile e non dedotta. POSSIAMO PERCEPIRE LE SOMIGLIANZE? Naturalmente la posizione di Pixie è la prima, Miranda sembra tendere verso la seconda e la mamma cerca di mediare tra le due, anche se appare più vicina a Miranda. La prova che fornisce è che le relazioni familiari sono percettibili sotto l’aspetto delle somiglianze. L’argomentazione della mamma può, a prima vista, avere qualche plausibilità, ma, esaminata più attentamente, lascia la questione discutibile come prima. Anche se la bocca di Pixie assomiglia a quella del padre, come si può dire che gli altri percepiscono la relazione di somiglianza tra le due bocche? Potrebbero semplicemente percepire due persone e poi elaborare un giudizio di somiglianza. "GIUSTO" E "SBAGLIATO" DIPENDONO DALLE DEFINIZIONI? Ora Miranda mette in dubbio il criterio di verità di Pixie, ossia che una cosa, per essere reale, deve poter essere vista o toccata. La madre si oppone assicurando diplomaticamente che il criterio di verità che uno sceglie dipende dalla definizione di verità adottata. Pixie dice che questo non serve a chiarirle il problema di chi ha torto e chi ha ragione. Allora la mamma domanda se i termini "torto" e "ragione" sono appropriati alla circostanza e questo lascia Pixie piuttosto disorientata. CHIEDERE LE RAGIONI. Le cose qui sono estremamente complesse e difficili. Forse potrebbe essere sufficiente evidenziare che la discussione tra la mamma e le due sorelle costituisce un modello di richiesta di ragioni per le proprie opinioni. Appena viene introdotto un termine come relazione o realtà, vengono formulate domande come: "Come fai a dirlo?", "Che cosa intendi con questo?", "Come fai ad essere tanto sicuro di questo?", "Che cosa ti fa dire questo?", "Che differenza fa?". Gli interlocutori chiedono esempi a sostegno delle loro affermazioni e ragioni che giustificano le loro convinzioni. Non si arriva ad alcuna conclusione certa, ma almeno il dialogo presenta un esempio di ricerca filosofica che i vostri alunni si avvieranno ad imitare. 82 ESERCIZIO: Fingere. Nei casi seguenti indica se la persona di cui si parla sta fingendo oppure no. Finge Non finge Non so 1. Saverio: "Da quando si è schiacciato il dito stamattina Linda cammina zoppicando". ❑ ❑ ❑ 2. Giorgio: "Marta cammina in modo davvero curioso. Il fatto è che ha perso le scarpe e ha messo quelle della sorella". ❑ ❑ ❑ 3. Cesare: "Il mio fratellino piange sempre perché vuole mangiare. Adesso sta calmo. Starà fingendo di essere sazio". ❑ ❑ ❑ 4. Tullio: "Il Direttore fa il severo, ma alla fine non farà niente". ❑ ❑ ❑ ML ESERCIZIO: Rispondere ad una domanda con un’altra domanda. La mamma chiede a Pixie perché non va d’accordo con Miranda e lei risponde: "Perché non chiedi a lei come mai non va d’accordo con me?" È sempre bene rispondere ad una domanda con un’altra domanda? (Sempre che gli alunni non rispondano tutti insieme con la domanda "Che cosa intendi con bene!") Negli esempi seguenti, ad una domanda si risponde con un’altra domanda. Indicate, per ogni situazione, se vi sembra corretto o no e dite la ragione della vostra scelta. Corretto Non corretto Non so 1. Linda (9 anni) a Valeria (9 anni): "Valeria, quanti anni hai?" Valeria: "Tu, quanti anni hai?" ❑ ❑ ❑ 2. La mamma: "Non è ora di andare a scuola?" Gigi: "Devo proprio andarci?" ❑ ❑ ❑ 3. Carlo: "Giorgio, mi vuoi dire il tuo segreto?" Giorgio: "Come la mettiamo, se non ho nessun segreto?" ❑ ❑ ❑ 4. Marta: "Non pensi di essere ridicola?" Teresa: "Come fai a dire questo? ❑ ❑ ❑ 5. Silvio: "In che anno è nato Garibaldi?" Luigi: "Che cosa ti fa credere che sia nato?" ❑ ❑ ❑ 6. Luisa: "Chi è il Presidente della Repubblica?" Maria: "Chi è che ha scoperto l’elettricità?" ❑ ❑ ❑ 7. Oreste: "Hai mai litigato con tuo fratello?" Vittorio: "Sono affari tuoi?" ❑ ❑ ❑ 8. Riccardo: "Vorresti dire che a nove anni sei già sposato?" Giacomo: "Potrei mentire?" ❑ ❑ ❑ 9. Giulio: "Che cosa pensi della vita?" Filippo: "Che cosa penso della vita?" ❑ ❑ ❑ ML PIANO DI DISCUSSIONE: Stare soli. 1. Ci sono momenti in cui volete stare soli? 2. È possibile amare molto la gente e, allo stesso tempo, volere stare soli? 83 3. È possibile non amare molto la gente e, allo stesso tempo, non volere stare soli? 4. È possibile che certe persone vogliono stare sole perché hanno voglia di piangere? 5. È possibile che certe persone vogliono stare sole perché hanno voglia di ridere ed essere allegre? 6. È possibile che certe persone vogliono stare sole perché in questo modo riescono a pensare in modo più chiaro? 7. È possibile che certe persone vogliono stare insieme agli altri perché riescono a pensare in modo più chiaro quando possono parlare di più cose con gli altri? 8. Qual è la cosa peggiore quando si sta soli? 9. Qual è la cosa più bella quando si sta soli? ML ESERCIZIO: Confronti. Alcune parole sono particolarmente efficaci per suggerire delle relazioni: sono i termini comparativi. Scegliete dall’elenco a destra il termine più appropriato per completare ciascuna delle frasi seguenti. Nel caso in cui nessuno dei termini vi sembra appropriato, mettete un punto interrogativo nello spazio in bianco. Nel caso in cui vi sembra opportuno, mettetene anche più di uno. 1. Il dottore disse: "È meglio operare per prima il paziente più alto ..........................". più fragile Un signore ad un amico: "Le torri della mia città sono ................... più corto di quelle di Firenze". più forte Al negozio un signore dice: "Il pesce di oggi è ................... di quello più chiaro di ieri". più veloce La guida turistica disse: "Questo monumento è .................... di tutte più vecchio le vostre case". più piacevole 5. Giovanni: "Questo libro è ...................... di quello che mi hai dato". più morbido 6. Gustavo: "Gli aerei sono ...................... delle macchine". più duro 7. Vincenzo: "Come mai il vostro prato sembra sempre ................... di più umido 2. 3. 4. quello dei vostri vicini di casa?". più secco 8. Un cavallo ad un altro cavallo: "L’avena è ................ del fieno". più grave 9. Il Lago di Garda è ........................... del Lago d’Iseo. più fresco più verde ML ESERCIZIO: Completare i confronti. 1. Le orecchie dei conigli sono più morbide delle orecchie dei/delle ........................................... 2. La vista delle aquile è più acuta di quella dei/delle ........................................................... 3. L’acciaio è più forte del ................................................ 4. Il vetro è più fragile del/della ...................................... 5. ......................... è più piccolo/a del Sole. 6. ......................... è più grande della Sardegna. 7. ......................... è più caldo/a del ghiaccio. 8. ........................ è più calmo di Bruno. 9. Pixie parla più di ...................................... ML 84 ESERCIZIO: Modi diversi di esprimere le relazioni. Si vuole dire qualcosa a proposito del rapporto tra Maria e Giovanni. Per esempio, si può dire: Giovanni è amico di Maria. Giovanni aiuta Maria. Maria viene aiutata da Giovanni. Come cambiereste le seguenti proposizioni? 1. L’aranciata è stata bevuta da Tony. 1a. ...................................................................... 2. L’acqua annaffia le piante. 2a ....................................................................... 3. Il leone insegue la giraffa. 3a. ...................................................................... 4. Le due colline sono collegate da un ponte. 4a. ...................................................................... 5. 5. Giorgio lavora per la banca. 5a. ...................................................................... 6. 6. Michele ha vinto la gara. 6a. ...................................................................... 7. 7. Il Sole nasconde la Luna 7a. ...................................................................... 8. 8. 4 è il prodotto di 2x2. 8a. ...................................................................... 9. 9. Linda è la figlia del signor Rossi. 9a. ...................................................................... ML ESERCIZIO: Confronti e comparativi. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. Rispetto al colore, il guscio dell’uovo è .......................................................……. del puré di patate. Rispetto alle dimensioni, i camion sono ..........................................................……. delle macchine. Rispetto alla luminosità, le lampadine elettriche sono ........................................……. delle candele. Rispetto al gusto, lo zucchero è .........................................................................….…....... del sale. Rispetto alla forma, un pallone è .........................................................................….. di un melone. Rispetto al rumore, un aereo è .......................................................................…... di una bicicletta. Rispetto alla bellezza, un cervo è ..................................................................…..….... di un maiale. Rispetto al peso, l’acqua è ...............................................................................…...…....... dell’aria. Rispetto alla velocità, il suono è ..........................................................................…...…. della luce. Rispetto all’età, Miranda è .....................................................................................…..…... di Pixie. Rispetto alla forza, Ollio è ......................................................................……… di Braccio di Ferro. Rispetto ai soldi, i bambini sono ......................................................................……....... dei grandi. Rispetto all’intelligenza, gli elefanti sono .............................................................……….. dei vermi. Rispetto all’odore, l’immondizia è .......................................................................………. delle rose. ML ESERCIZIO: Comparativi, superlativi e paragoni. Parte I Alcune parole possono essere cambiate in modo tale che significano "più" o "il massimo". Per esempio, la parola "lento" può diventare "più lento" e "lentissimo". Sapreste trasformare allo stesso modo le parole seguenti? Quali non possono essere cambiate? facile morto impaziente lento perfetto svelto primo pronto finale vivace ultimo bene rumoroso silenzioso male 85 Parte II Completate le seguenti frasi: 1. L’altezza di Giovanni è 120 cm; Giorgio è alto 130 cm; Giacomo è alto 135 cm. Giacomo è ...................... di Giovanni. 2. Gianna pesa 30 Kg; Luisa pesa 35 Kg; Valentina pesa 40 Kg. Gianna è .............................. di Valentina. 3. Cinzia fa 1 Km in 15 minuti; Franca fa 1 Km in 20 minuti e Gemma fa 1 Km in 25 minuti. Cinzia è ........................... di Gemma. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Paragoni e criteri di riferimento. Miranda e Pixie visitano il museo. Arrivano in una sala dove è conservato l’aereo con il quale i fratelli Wright volarono a Kitty Hawk. Miranda dice: "Guarda, Pixie, questo è il primo aereo che ha volato". Pixie: "È proprio piccolo come aereo". Miranda si gratta la testa e poi dice: "Sembra piccolo a noi adesso. Ma lo avresti considerato piccolo nei tempi in cui era l’unico aereo del mondo?" Pixie: "A quei tempi c’erano grandi navi e grandi palazzi. In confronto a quelli era piccolo. Miranda: "Certo, in confronto a quelli. Ma, quando era l’unico aereo del mondo, si poteva dire che era un piccolo aereo?" Pixie: "Si può paragonare qualunque cosa con qualunque altra cosa". Miranda: "Certo, ma quando dici un piccolo aereo, il confronto lo devi fare con altri aerei. E, siccome non c’erano altri aerei a quel tempo, non si può considerare né piccolo né grande". 1. La prima casa costruita era grande? Era piccola? 2. Il primo grattacielo era un grande grattacielo? Era un grande edificio? 3. La bandiera italiana ha circa 200 anni. È mai stata nuova? 4. Può essere che tutte le cose nuove diventano poi vecchie? Può essere che tutte le cose grandi poi diventano piccole? 5. Pixie potrà mai diventare più grande di Miranda? 6. I figli potranno mai diventare più alti dei loro genitori? 7. Può, in qualche modo, la Luna essere più grande del Sole? 8. Una tartaruga può vivere per 70 anni e non essere ancora vecchia? 9. È vero che leoni e tigri sono "grossi gatti"? ML ESERCIZIO: Relazioni nella forma di paragoni. Ogni volta che facciamo un confronto tra due cose, stiamo dicendo che le due cose hanno una certa relazione. Se diciamo che la Francia è più vecchia degli Stati Uniti, stiamo paragonando le due nazioni rispetto all’età. I paragoni possono essere classificati in molti modi diversi, paragoni di peso, di colore, di valore, e così via. Forniamo un elenco di possibili criteri di paragoni, con qualche esempio. Cercate, insieme con gli alunni, altri esempi e, possibilmente, altri criteri. Famiglia: essere cugino/a di...; essere sorella di ...; essere padre di...; ecc. Tatto: essere più soffice di...; essere più ruvido di ...; ecc. Peso: essere più leggero di ...; ecc. Causa-effetto - Tempo - Gusto - Mezzi-fini - Valore - Suono - Azione - Spazio - Colore, ecc. ML 86 EPISODIO 2 LA MISTERIOSITÀ DI PIXIE. A Pixie piace fare la misteriosa. È convinta di avere un segreto che gli altri muoiono dalla voglia di scoprire. Si riferisce con molta pompa ai suoi segreti. Sfida il lettore ad indovinare di cosa si tratta, ma, nello stesso tempo, dichiara provocatoriamente che, anche se il lettore dovesse indovinare, lei non dirà mai se ha indovinato. LA SEDUZIONE DI PIXIE. Che dire del comportamento di Pixie. È dispettosa, incantatrice, ma è anche portata alla pubblicità. Circonda quello che fa di un’aura di intrigo per renderlo affascinante per il lettore. In un certo senso, sta sollecitando l’interesse verso la sua persona. PIXIE E LA STORIA MISTERIOSA. Pixie sta dicendo che c’è una verità a proposito della sua storia e che lei è l’unica che la conosce. Per gli altri non c’è modo di saperla se non si avvicinano alla sua storia, se non si identificano in qualche modo con Pixie e col suo modo di pensare, mettendosi al suo posto e ricostruendo la storia misteriosa. La traccia che Pixie fornisce è racchiusa nelle parole "la storia di come io ho inventato la mia storia", in altri termini, il racconto Pixie. RICOSTRUIRE OPERE D’ARTE. Compositori hanno completato opere incompiute di altri compositori. Per far ciò, hanno dovuto immergersi nelle opere complete di quell’autore. Allora, se il lettore riesce ad interiorizzare la storia di come Pixie ha inventato la sua storia, forse questo lettore riuscirà a ricostruire da solo la storia misteriosa. D’altra parte, dato che la ricostruzione non può essere verificata, il lettore può essere libero di creare la sua propria storia, a patto che non inventi qualcosa di completamente incompatibile con le tracce che Pixie fornisce. La cosa può essere molto divertente. LA RAGIONE DELLA SEGRETEZZA DI PIXIE. Pixie afferma che alla fine potrebbe dire la ragione per la quale non svela la sua storia misteriosa; questo, nel caso che non la dovesse svelare. Questo implica che lei una ragione deve averla e ne è perfettamente consapevole. 87 ESERCIZIO: Una cosa ne fa pensare un’altra. Scrivete, accanto alle parole date, quello a cui ciascun termine vi fa pensare. Confrontate le risposte con quelle dei compagni. 1. Burro ............................................................. 2. Pianoforte ............................................................. 3. Panino ............................................................. 4. Caramelle ............................................................. 5. Latte ............................................................. 6. Televisione ............................................................. 7. Babbo Natale ............................................................. 8. Scuola ............................................................. 9. Pallone ............................................................. AMS ESERCIZIO: Quando si può indovinare. Segna SI se pensi che è appropriato indovinare, NO se pensi che non è appropriato, NON SO se non hai un’idea precisa. Spiega le tue risposte. SI NO NON SO 1. Devi risolvere un problema di matematica. ❑ ❑ ❑ 2. La zia ti chiede al telefono dov’è tua madre. ❑ ❑ ❑ 3. Il dentista ti chiede quando hai lavato i denti l’ultima volta. ❑ ❑ ❑ 4. Il Direttore ti chiede se i tuoi genitori verranno all’incontro scuolafamiglia. ❑ ❑ ❑ 5. Tuo padre ti chiede: "Come si è bucata la gomma della bicicletta?" ❑ ❑ ❑ 6. In un quiz televisivo il conduttore chiede il titolo di una canzone. ❑ ❑ ❑ 7. Stai dicendo una poesia a memoria e provi ad indovinare una parola che non ti ricordi. ❑ ❑ ❑ ML ESERCIZIO: Ragioni e scuse. Una buona ragione è generalmente tale se giustifica una persona, se è molto plausibile o convincente. Esempio. La mamma: "Perché tuo fratello sta piangendo, Maria?" Maria: "Vuole il coltello ed io non voglio darglielo". Una scusa, invece, è usata da una persona che ammette di essere in qualche misura in errore o di avere qualche colpa e, ciò nonostante, cerca di presentarsi nel modo migliore che può per dimostrare che, tutto considerato, merita di essere scusato. Esempio. L’insegnante: "Giovanni, perché hai dato un cazzotto in testa ad Oscar?" Giovanni: "C’era una zanzara vicino alla sua testa e avevo paura che lo pungesse". Per ciascuno dei seguenti casi, indica se si tratta di una buona ragione o di una scusa. 1. Cinzia: "Marzia, perché non mi inviti alla tua festa?" Marzia: "Non credo che ti divertiresti. Ci saranno molti ragazzi". 88 Buona ragione Scusa Non so ❑ ❑ ❑ 2. Rosario: "Gerardo, perché non mi inviti alla tua festa?" Buona ragione Scusa Non so ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ Gerardo: "È solo per i miei parenti". 3. Pina: "Lasci apposta le luci accese quando non sei in casa?" Dino: "Non è per dimenticanza. È per i ladri". 4. Sara: "Queste banane sono o verdi o troppo mature". Il fruttivendolo: "Il fatto è che i clienti le vogliono proprio così". 5. L’insegnante: "Marco, perché non hai fatto i compiti per casa?" Marco: "Perché non mi sono sentito bene". ML ESERCIZIO: Scuse e buone ragioni. A cura del docente Presentate agli alunni situazioni in cui si forniscono delle giustificazioni e chiedete loro se si tratta di scuse, ragioni deboli o buone ragioni. Esempio. Quando mi sono svegliato stamattina col mal di gola ho detto a mamma: "Oggi non posso andare a scuola perché sono malato". 89 EPISODIO 3 UNA SCUSA EQUIVALE AD UNA BUONA RAGIONE? Usato come verbo, il termine "scusare" significa "perdonare". Usato come sostantivo "scusa" può significare una buona ragione o un pretesto. Pixie e la mamma stanno discutendo sulle due interpretazioni. La mamma considera la scusa come una buona ragione. Pixie, invece, la considera un semplice pretesto o, come lei stessa dice, "una falsa ragione". La discussione non approda a nessuna soluzione, ma serve a sollevare il problema di come distinguere tra buone e cattive ragioni o scuse, o comunque si vogliano chiamare. QUANTO DEVE ESSERE FORTE UNA RAGIONE PER ESSERE "BUONA"? Una ragione deve essere forte abbastanza da giustificare un’azione o sostenere una convinzione. Per giustificare un’azione banale sarà sufficiente una ragione banale, ma un’azione che ha conseguenze di un certo peso richiede ragioni notevolmente forti. Se di fronte alla domanda: "Perché non hai aiutato quella bambina il cui vestito aveva preso fuoco", uno risponde: "Non potevo perché mi stavo allacciando le scarpe", salta subito agli occhi la sproporzione tra l’urgenza dell’azione richiesta e la inconsistenza della ragione addotta come giustificazione. GIUSTIFICAZIONE COME RAPPORTO TRA UN’AZIONE O UNA CONVINZIONE E LE RAGIONI SU CUI SI BASA. In linea di principio è possibile distinguere tra buone e cattive ragioni per una determinata azione o convinzione. In pratica la difficoltà è spesso notevole, perché quello che per una persona è una semplice "scusa", per un’altra può essere una solida giustificazione. 90 ESERCIZIO: Scuse e ragioni. A cura del docente. A volte i termini "scusa" e "ragione" vengono usati indifferentemente. Altre volte assumono significati profondamente diversi. Fornite agli alunni una serie di casi e chiedete loro di decidere se, per ciascuno di essi, si può usare indifferentemente l’uno o l’atro termine o è più appropriato l’uno o l’altro. Esempio. La ................ per cui devo vaccinarmi è che in questo modo non prenderò malattie. ESERCIZIO: Quando una ragione è una buona ragione? Per ciascuna delle seguenti situazioni, indica se quanto viene detto costituisce una buona ragione, una ragione (anche se non necessariamente buona) o qualcosa che non è affatto una ragione. Buona ragione Ragione Altro 1. Derrick: "La ragione per cui sospetto quest’uomo di essere l’assassino è che l’assassino portava le scarpe e lui pure porta le scarpe”. ❑ ❑ ❑ 2. Harry: "La ragione per cui sospetto quest’uomo di essere l’assassino è che l’assassino portava scarpe numero 42 e lui pure porta scarpe numero 42". ❑ ❑ ❑ 3. Dora: "Io credo che quest’uomo sia innocente perché ogni volta che cerco di immaginare cose come queste mi viene il mal di testa". ❑ ❑ ❑ 4. Sam: "Io credo che quest’uomo è l’assassino in base al fatto che ha confessato" ❑ ❑ ❑ 5. Jake: "Mi rifiuto di trarre conclusioni prima del processo, dato che quest’uomo ha ritrattato la sua confessione" ❑ ❑ ❑ 6. Oliver: "Per me quest’uomo è assolutamente innocente! Il mio astrologo mi ha detto così". ❑ ❑ ❑ 7. Nelda: "Quest’uomo è proprio simpatico. Naturalmente deve essere innocente". ❑ ❑ ❑ 8. Howard: "Bene! Lancerò una moneta e, se esce testa, è innocente; se esce croce è colpevole". ❑ ❑ ❑ ML 91 EPISODIO 4 ANTICIPARE QUELLO CHE ANCORA DEVE SUCCEDERE. C’è un vecchio aneddoto di un uomo che aveva scritto una storia in cui raccontava di come aveva ripescato una barca dal fondo del fiume e l’aveva messa in condizione di navigare di nuovo sul mare. Con questo racconto egli guadagnò tanto denaro da ripescare la barca dal fondo del fiume e metterla in condizione di navigare di nuovo sul mare. Questa storia è analoga a quello che dice Pixie a suo padre e, cioè, che non c’è bisogno di aspettare la gita allo zoo per inventare una storia su quello che le avrà fatto pensare la gita. LE ALLUSIONI DI PIXIE. Pixie fa due allusioni al contenuto della sua storia misteriosa: 1) la differenza tra gli animali che pensano e quelli che non pensano, 2) come ha inizio il pensiero o da dove viene. Perciò, qualunque ricostruzione della storia di Pixie dovrà tenere conto di queste indicazioni. IL GRIDARE DI PIXIE. Pixie rincorre il gatto gridando e il padre dice: "Hai mai visto me correre per la casa, gridando in questo modo?" e poi chiede: "Pixie, ma perché gridi tanto?". Probabilmente è vero che i bambini gridano, ma è vero che fanno più rumore dei grandi? Può essere che i bambini sentono le rimbombanti voci degli adulti con la stessa irritazione con cui gli adulti sentono le grida dei bambini. USARE GLI ALTRI COME MODELLI. Un altro problema viene sollevato quando Pixie chiede al padre di ricordarsi quello che faceva da piccolo. Egli non è sicuro. Forse che gli conviene dimenticare? Osserva che, anche ammettendo che pure lui da piccolo corresse per la casa lanciando urla, non per questo la cosa diventa giusta. È chiaro che il padre sta ponendo il problema se il comportamento di un persona può essere utilizzato come scusa da un’altra persona per fare la stessa cosa. IL CONFRONTO DI CASI UGUALI. Sembra che Pixie sta usando una strategia in base alla quale quando si parla di giusto e sbagliato, bisogna trattare casi uguali in modo uguale e casi diversi in modo diverso. Infatti ritiene che se il paragone è valido e casi uguali vanno trattati in modo uguale, allora ciò che è giusto che faccia lei adesso, deve essere stato giusto anche per il padre da piccolo. La sua logica procede più o meno nel modo seguente: Se non era sbagliato per te allora, non è sbagliato per me adesso. Per te non era sbagliato allora. Dunque, non è sbagliato per me adesso. Naturalmente il padre potrebbe negare una o l’altra premessa, oppure entrambe. LA DIFFICOLTÀ DI FARE CONFRONTI PRECISI. C’è da essere solidali col tentativo di Pixie di invocare un principio di giustizia quale "Tratta casi uguali in modo uguale". Ma non bisogna sottovalutare la difficoltà di valutare esattamente che cosa costituisce i "casi uguali". Consideriamo, per esempio, il caso raccontato da Collingwood del bambino che voleva sposare la nonna, spiegando le sue ragioni al padre nel modo seguente: "Tu hai sposato mia madre, allora perché io non potrei sposare tua madre?". Casi come questo non sono una sfida al principio enunciato, ma una occasione per spiegare perché si tratta di casi diversi e, quindi, non paragonabili. Da tutto questo dovrebbe essere chiaro che la capacità di fare confronti costituisce un elemento essenziale del ragionare correttamente in campo etico. 92 PIANO DI DISCUSSIONE: I segreti. 1. Vi piace tenere i segreti? Se sì, perché? Se no, perché no? 2. Vi piace svelare i segreti? Se sì, perché? Se no, perché no? 3. Terreste per voi un segreto anche a costo di perdere un/a amico/a? 4. Svelereste il segreto più importante per poter mantenere un’amicizia? 5. Avete segreti che direte e segreti che non direte? 6. È possibile tenere un segreto a voi stessi? 7. Chi ha molti segreti è una persona misteriosa? 8. Il mondo sarebbe interessante se fossero svelati tutti i segreti? 9. È possibile che un segreto ne nasconda un altro, di modo che se uno scopre il primo, capisce anche il secondo e poi il terzo? 10. Secondo voi esistono segreti che nessuno conoscerà né adesso né mai? ML ESERCIZIO: Scrivere l’inizio e la fine di una storia. A cura del docente. Fornite agli alunni una o due scene di un racconto da completare. A loro toccherà inventare l’inizio e la fine. Leggete insieme e commentate le diverse soluzioni invitando gli alunni a riflettere sul grado di plausibilità delle storie inventate da ognuno di loro. ESERCIZIO: Confrontiamo le situazioni. La capacità di confrontare situazioni è molto importante per stabilire se sono uguali o no. Se una azione è sbagliata in una determinata situazione, sarà sbagliata in altre situazioni analoghe. Ma come facciamo ad essere sicuri che le situazioni sono veramente uguali? Esaminando le seguenti situazioni, dite se vi sembrano uguali oppure no. 1. Concetta: "Isabella, io sono la tua sorellina e Pixie è la sorellina di Miranda. Allora, io dovrei cercare di somigliare a Pixie, giusto? 2. Concetta: "Isabella, quando tu fai le cose giuste, io dovrei cercare di essere come te in modo da fare anch’io le cose giuste? 3. Miranda: "Siccome viviamo nella stessa casa, abbiamo gli stessi genitori, mangiamo insieme, andiamo alla stessa scuola, le nostre situazioni sono identiche. Perciò, quello che è giusto per me deve essere giusto anche per te. 4. Tommaso: "Quello che è giusto per i maschi è giusto anche per le femmine". 5. Il padre di Pixie: "Quello che è giusto per i grandi è giusto anche per i bambini". ML 93 CAPITOLO 5 EPISODIO 1 DOVE VA A FINIRE LA LUCE? L’episodio inizia con Pixie che si meraviglia, "Quando uno spegne l’interruttore, dove va a finire la luce?" Pixie è diffidente nei confronti della risposta corrente che la luce "va via", che è soltanto un modo di dire. Miranda si comporta con condiscendenza. Non affronta il problema con serietà. Anzi, personifica la luce, sostenendo che se ne va a dormire. Dietro le insistenze di Pixie, precisa che "se ne va là da dove viene il buio". Questa seconda risposta di Miranda è enigmatica. Suggerisce che esisterebbe qualche specie di luogo da dove viene il buio e dove la luce va a finire. Immediatamente Pixie identifica questo luogo come lo "spazio cosmico". CREDERE IN CIÒ CHE ESISTE. A questo punto Miranda accusa Pixie di non credere nello spazio e, addirittura, che non crede a niente. Questo solleva il problema di cosa Miranda intende con la parola "credere". Inoltre, Miranda ha cambiato l’espressione di Pixie "spazio cosmico", un’entità immaginaria in cui Pixie dichiara di non credere, nel senso di spazio in generale. NON CREDERE NELLO SPAZIO. Pixie replica che meravigliarsi non equivale a non credere. Tuttavia, il sarcasmo di Miranda infastidisce Pixie che finisce per fare proprio quello di cui Miranda l’aveva prima accusata scorrettamente. Sostiene, infatti, che lo spazio non è niente e fornisce due ragioni: spazio non è altro che una parola, è soltanto il vuoto. In tal modo ha ora relegato lo spazio nella condizione della non-esistenza, così come prima aveva fatto a proposito delle relazioni. LO SPAZIO È SOLO UNA PAROLA? Vale la pena di prendere in esame l’affermazione di Pixie relativa alla non-esistenza dello spazio. Inizialmente lei dice: "È soltanto una parola". Si tratta di una affermazione problematica. Ovviamente Pixie intende dire che la parola "spazio" ha un significato ma non ha nessun referente. Secondo la terminologia tradizionale, la parola ha una designazione (significato), ma non ha denotazione (referente). "Unicorno" è un’altra parola che, secondo Pixie, possiede una designazione, ma non una denotazione. Naturalmente non tutti sarebbero d’accordo con lei. LO SPAZIO È SOLTANTO IL VUOTO? Anche l’altra affermazione di Pixie, che lo spazio è soltanto il vuoto, appare non meno problematica. Lo spazio newtoniano viene generalmente concepito come una sorta di contenitore o ricettacolo in cui è stato collocato l’universo. Secondo questa prospettiva, lo spazio è pensato come qualcosa di realmente esistente. D’altra parte, la nozione aristotelica e einsteiniana di spazio sembrano negare ad esso ogni carattere di assolutezza per considerarlo come relativo. L’episodio si conclude con Pixie che fa riferimento alla sua creatura misteriosa, alla sua storia misteriosa e a molti altri misteri, anche se ammette di non sapere quali possano essere questi altri misteri. Il suo comportamento solleva alcune interessanti domande. È possibile avere pensieri che, in un momento particolare, sono misteri anche per noi stessi? È possibile essere consapevoli del mistero come categoria ed essere in grado di inferire che possono esserci misteri di cui non si è consapevoli? Forse si può essere consapevoli del mistero e di aspetti inesplorati di se stessi senza saper identificare esattamente quali questi aspetti siano. 94 PIANO DI DISCUSSIONE: Luce e buio. 1. Pixie chiede dove va a finire la luce. Ma, innanzitutto, da dove viene? È racchiusa nelle lampadine? 2. Pixie chiede dove va a finire la luce. Sembra sospettosa rispetto alla ambiguità della parola "via" (va via). Ma dove va a finire? Ma va a finire da qualche parte? 3. Miranda dice che la luce va a dormire. Si tratta di un’espressione ambigua? 4. Ha ragione Miranda quando dice che la luce va là da dove viene il buio? 5. Il buio è realmente una qualche cosa o è soltanto l’assenza di luce? 6. La luce è realmente una qualche cosa o è soltanto assenza di buio? 7. Il buio è assenza di luce allo stesso modo in cui il freddo è assenza di caldo? Questa è una analogia? 8. Se mettete dell’acqua sul fuoco e diventa più calda, questo significa che il freddo è andato via? 9. La luce viaggia? Il caldo viaggia? Il suono viaggia? Il blu viaggia? ML ESERCIZIO: Significato e differenze di significato. Quali sono le differenze di significato nei gruppi di frasi seguenti? 1.a) Gerardo è il mio solo fratello. 1.b) Gerardo è solo mio fratello. 2.a) Soltanto le ragazze sono ammesse alla piscina. 2.b) Le ragazze sono ammesse soltanto alla piscina. 3.a) I ragazzi si salutano soltanto quando arrivano. 3.b) I ragazzi soltanto si salutano quando arrivano. 3.c) Soltanto i ragazzi si salutano quando arrivano. 4.a) Libri utili saranno distribuiti in più corsi quest’anno. 4.b) Libri saranno distribuiti in più utili corsi quest’anno. 4.c) Libri più utili saranno distribuiti nei corsi quest’anno. 4.d) Più libri saranno distribuiti in utili corsi quest’anno. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Credere. 1. Si può sapere una cosa senza credere in essa? 2. Si può credere in una cosa senza saperla? 3. Si può credere in una cosa di cui si dubita? 4. Si può dubitare di una cosa in cui si crede? 5. Si può comprendere una cosa senza credere in essa? 6. Si può credere in una cosa senza capirla? 7. Se uno dice di credere nel gioco leale, questo significa pensare che il gioco leale esiste? Il gioco leale dovrebbe esistere? 8. Se uno dice di credere in Babbo Natale, questo significa pensare che Babbo Natale esiste? Babbo Natale dovrebbe esistere? 9. Se uno dice di credere nei fantasmi, questo significa pensare che i fantasmi esistono? I fantasmi dovrebbero esistere? 10. Se uno dice di credere nell’onestà, questo significa pensare che le persone sono oneste? Le persone dovrebbero essere oneste? ML 95 PIANO DI DISCUSSIONE: Ragioni e convinzioni. Che ragione hai di credere che stai indossando degli abiti? Che ragione hai di credere che adesso stai leggendo (ascoltando) questa domanda? Che ragione hai di credere che adesso stai pensando? Che ragione hai di credere, durante la notte, che il Sole si trova sul lato opposto della Terra? Hai qualche motivo per credere che agli orsi piace l’avena? Hai qualche motivo per non credere nei folletti? Potresti credere una cosa falsa e poi scoprire che è vera? Potresti credere una cosa vera e poi scoprire che è falsa? Potrebbe una vostra convinzione risultare falsa, anche se avete m ille ragioni per credere in essa? Potrebbe una persona cercare di farvi credere in qualcosa che non è vero e restare vostro amico? Potrebbe una persona che non è vostro amico cercare di farvi credere qualcosa di vero? Vorreste che tutte le vostre convinzioni fossero vere? La finzione è vera, falsa o né vera né falsa? ML ESERCIZIO: Costruiamo relazioni spaziali. Svuotate la classe dei banchi, della cattedra e di ogni altra cosa e lasciatela in questo modo per un po’. Ogni alunno dovrebbe fare qualche lavoro da solo nella classe vuota. Poi gli alunni, tutti insieme, formando un circolo, dovrebbero cantare due canzoni nella classe vuota. Mentre sono ancora in circolo, chiedete a qualcuno di loro qualche differenza hanno percepito nel lavorare in uno spazio vuoto rispetto al lavorare nella classe normalmente arredata. Dopo di ciò due alunni dovrebbero andare a prendere i loro banchi e portarli nella classe. Dovrebbero collocarli dove preferiscono. Una seconda coppia di alunni andranno a prendere i loro banchi e collocarli in qualche relazione con i banchi precedenti. Questo lavoro dovrebbe continuare fino a che tutti i banchi non saranno rientrati nella classe. Infine due alunni andranno ai lati della classe, due verso l’entrata e due in fondo. Chiedete, per ogni punto di osservazione, che forma presenta la classe. AMS 96 EPISODIO 2 LA COSCIENZA ED I SUOI OGGETTI. All’inizio dell’episodio, Miranda dice a Pixie che potrebbe pensare e, nello stesso tempo, vestirsi. Evidentemente, vuole intendere che è possibile pensare a cose diverse da quelle che uno sta facendo. Pixie finge di non ascoltare Miranda e continua ad analizzare la sua coscienza. Nota che ogni sua riflessione ha un oggetto. Non pensa nel vuoto: sta pensando persone che si alzano dal letto, si vestono, fanno colazione, si preparano per andare a scuola. SIAMO SEMPRE COSCIENTI DI QUALCOSA? Non è del tutto chiaro se Pixie procede verso la conclusione che la coscienza è sempre coscienza di qualcosa. Quello che è chiaro è che si meraviglia del fatto che lei può pensare quelle persone e quello che fanno, standosene, lì, nel suo letto. In un certo senso, Pixie sta ri-creando il mondo. RELAZIONI SPAZIALI E TEMPORALI. Miranda mette in evidenza che quei pensieri presuppongono l’esistenza di relazioni spaziali, ed aggiunge che esistono anche cose come le relazioni temporali, portando degli esempi (vicino a..., lontano da...). Per la prima volta Pixie capisce quello che Miranda aveva detto ed è una rivelazione. Lo spazio ed il tempo non sono parole vuote; hanno a che fare con relazioni. Ciò che, a questo punto, non appare chiaro a Pixie è la relazione tra spazio e relazioni spaziali. Lo spazio è la classe delle relazioni spaziali? È la famiglia delle relazioni spaziali? Oppure è una sorta di contesto i cui membri sono le relazioni spaziali? Queste possibilità devono essere ancora esplorate. 97 PIANO DI DISCUSSIONE: Pensiero e relazioni. Quando pensate, riuscite a pensare oggetti senza relazioni? Per esempio, riuscite a pensare il vostro letto senza pensarlo in relazione alla vostra camera o a voi stessi? Quando pensate, riuscite a pensare relazioni senza oggetti? Per esempio, riuscite a pensare l’uguaglianza senza pensare qualcosa che sia uguale ad un’altra? Riuscite a pensare all’ingiustizia senza pensare a persone ingiuste verso qualcuno? Quando pensate, riuscite a pensare sia oggetti che relazioni? Per esempio, riuscite a pensare ad un vostro amico e, contemporaneamente, alle sue relazioni con voi, con la sua camera, con la sua scuola, con la sua famiglia, ecc.? Pensare significa scoprire relazioni? ML ESERCIZIO: Relazioni (esplicite ed implicite) e parti del discorso. Se esaminiamo una proposizione, non dobbiamo limitarci ad identificare delle varie parti del discorso che essa contiene o ai possibili significati che ogni parola può avere. Possiamo fare anche un’utile analisi se mettiamo in evidenza le relazioni indicate dalla proposizione. Per esempio, prendiamo la proposizione: Enrico ha stirato i pantaloni. I sostantivi sono Enrico e pantaloni. Rispettivamente, indicano una persona e una cosa, le quali si trovano in una relazione espressa dal verbo ha stirato (la relazione resta anche quando volgiamo la frase nella forma passiva). Implicitamente, tuttavia, nella proposizione esiste una terza cosa: il ferro da stiro. Sono, quindi, suggerite ulteriori relazioni: di Enrico col ferro da stiro e del ferro da stiro con i pantaloni. Cercate di individuare, nelle proposizioni seguenti, le relazioni indicate esplicitamente e quelle implicitamente suggerite. Maria porta a passeggio il cane. Il portiere lancia il pallone. Il gatto graffia alla porta. Edoardo pensa al circo. Giovanni lancia una pietra nello stagno. Giulio ed Alice si tenevano per mano. La torta fu divisa a tutta la classe. Giacomo e Rosa vennero in cima alla collina. La Luna splende a causa del Sole. L’illusionista prese una carta dal mazzo. Negli esempi precedenti si è lavorato con sostantivi e verbi, per cui le relazioni (sia esplicite che implicite) sono di un solo tipo. Un altro genere di relazioni entra in scena allorché vengono usati aggettivi ed avverbi. Gli aggettivi e gli avverbi, si sa, sono quelle parti del discorso che modificano, rispettivamente, i sostantivi e i verbi. Ecco alcuni esempi di relazioni espresse per mezzo di aggettivi: "La Terra è più grande della Luna". "La rosa è più rossa del garofano". In questi casi abbiamo a che fare con paragoni espliciti. Ma i paragono possono essere anche impliciti. Per esempio, se qualcuno si riferisce alla "grande casa all’angolo", è implicito un paragone con altre case. Se uno parla di rose gialle, implica un paragone con le rose bianche, rosse, ecc. Ora, quali paragoni sono implicati nelle seguenti frasi? "Teresa gioca con un cane piccolo". "Stasera il mare è calmo". 98 "Man mano che la tempesta si avvicina, il cielo diventa sempre più cupo". "Dalla casa c’era una bella vista della città". Anche gli avverbi stabiliscono paragoni espliciti ed impliciti: "Giorgio si oppose vigorosamente alla proposta". "Alberto affrontò coraggiosamente il leone". "I genitori guardavano orgogliosamente Rita". "Quell’uomo tratta crudelemente gli animali". "Vilma distanziò facilmente i ragazzi che la inseguivano". Sapresti dire quali sono i paragoni impliciti in ciascuno dei casi precedenti? ML ESERCIZIO: Scopriamo le relazioni. Si prenda un foglio di carta bianco e di disegni una figura colorata (un cerchio, un quadrato, o altro) verso il centro del foglio. Ora, Quali sono le relazioni tra il centro ed i bordi del foglio? Quali sono le relazioni tra il colore della figura e gli altri colori che conoscete? Quali sono le relazioni tra la forma della figura e la forma del foglio? Riesci a pensare ad una figura senza alcuna relazione con niente? Pensa una qualche cosa: un fischietto, un pacchetto di caramelle, una lavagna, un autobus, un edificio. Quali sono le relazioni tra le parti e il tutto dell’oggetto pensato? Esistono relazioni tra una parte di un oggetto pensato e le altre parti del medesimo oggetto? Esistono relazioni tra le parti di un oggetto pensato e le parti degli altri oggetti? ML ESERCIZIO: Ambiguità. A cura del docente - Lavorate su espressioni come la seguente. Titolo di giornale: "Ritrovata auto rubata dai carabinieri". ecc. ESERCIZIO: Relazioni di contrasto. Guardati nello specchio stasera. Riguardati nello specchio domani mattina. Ora completa la frase seguente: Ieri sera sembravo _____________________________; Stamattina sembravo ___________________________. Descrivi la differenza tra i gusti di due bevande: La/il __________________ ha il gusto del/della _______________________, ma la/il __________________ ha il gusto del/della _____________________. Descrivi la differenza tra il fare la doccia e il fare il bagno: Fare la doccia è come __________________________; invece, fare il bagno è come _____________________. ML 99 ESERCIZIO: Le analogie "come se". Pixie, quando afferra quello che voleva dire Miranda, osserva di essersi sentita "come se nella mente si fosse accesa una luce". Vi sono, qui, due cose da notare. Primo, vi sono due analogie implicite: capire quello che uno vuol dire è come una luce che si accende nella mente. L’analogia è implicita perché è necessario ricostruirla per darle la forma propria dell’analogia. Secondo, l’uso dell’espressione "come se" solleva questa domanda: è possibile intendere tutte le analogie come ipotetiche? In questo caso particolare è come se fosse "Se capisco quello che vuoi dire, allora nella mia testa si accende una luce". Questo è uno dei modi di intendere l’analogia. Per esempio, la frase: "I gattini stanno ai gatti come i cagnolini stanno ai cani" si può ricostruire, nella forma ipotetica, nel seguente modo: "Se i gattini sono la prole dei gatti, allora i cagnolini sono la prole dei cani". Sapresti ricostruire, nella stessa forma, le analogie seguenti? N.B. È necessario chiarire l’idea che sta alla base della relazione. Per es. "Se 3 è la metà di 6, allora...", e così di seguito. "3 sta a 6 come 5 sta a 10". "I tasti della macchina da scrivere stanno alla macchina da scrivere come i tasti del pianoforte stanno al pianoforte". "La chiave di casa sta a casa come la chiave di accensione della macchina sta alla macchina". "Mortadella sta a panino come crema sta a torta". "Pioggia sta a pozzanghera come neve sta a mucchio di neve". "Mangiare sta a sentirsi sazio come non mangiare sta a sentire fame". "Amare sta ad odiare come sperare sta ad essere disperato". ML ESERCIZIO: Relazioni spaziali. Procurarsi: nastro adesivo, un gomitolo di spago, una scatola di palloncini. Ogni alunno deve scegliere due oggetti che si trovano nella classe e che sembrano avere una qualche relazione (per esempio: Il pavimento è sotto la cattedra, la lavagna è alla destra della cattedra, ecc.). Ora, con lo spago, legate insieme i due oggetti scelti, fissando le estremità con l’adesivo. Infine dite alla classe la relazione che avete in mente. Ogni alunno prende un palloncino. Un primo alunno gonfia il palloncino e lo lancia in aria. Poi taglia un pezzo di spago della lunghezza del percorso fatto dal palloncino, incolla un’estremità nel punto in cui si trovava quando ha lanciato il palloncino e l’altra dove questo è atterrato. Un secondo alunno lancia il suo palloncino dal punto in cui è atterrato il primo e fa la stessa cosa di prima con lo spago. A turno, tutti gli alunni fanno la stessa operazione. Risultato: Forse una composizione con lo spago. O, forse, una classe ben legata. ML 100 EPISODIO 3 ESEMPI DI RELAZIONI. Il Maestro, allorché Pixie gli chiede che cos’è una relazione, risponde dicendo "un collegamento". Poi, forse perché avverte la sua risposta in qualche modo inadeguata, domanda anche agli altri. Alcuni degli alunni fanno esempi: Isabella suggerisce le relazioni famigliari, Enrico quelle numeriche, Gianna quelle verbali; Tommaso osserva che ci sono relazioni tra le cose e, come esempio, usa la relazione parti-tutto. Gli esempi di Roberto sono "denotazioni", nel senso che le parole scelte indicano (si riferiscono a) particolari oggetti o gruppi di oggetti del mondo (La "designazione" di una parola indica le caratteristiche essenziali di tutta la classe di oggetti significata. Così, se prendiamo la parola "fiume", la sua "designazione" è "corso d’acqua di varia grandezza che scorre dai monti verso il mare", mentre la sua "denotazione" include il Po, il Tevere, il Tamigi, ecc.). COME DEFINIRE LE RELAZIONI? Pixie rimane insoddisfatta. Ammette che gli esempi sono buoni, ma fa capire che gli esempi non valgono una definizione e aggiunge che lei aspetta ancora di sapere che cosa sono le relazioni. Il punto di vista di Pixie è perfettamente legittimo. Sembra voler dire: se io voglio sapere che cosa significa la parola "città", non è sufficiente elencare i nomi di alcune città. Io voglio una definizione, ossia, voglio sapere le caratteristiche essenziali di una città. PIXIE NON RICONOSCE IL CONTRIBUTO DEGLI ALTRI. A questo punto, per Pixie, non c’è risposta. Il Maestro sembra voler tornare alla sua definizione di "collegamento", ma Pixie sembra non voler accettare neanche quello. Allora sbotta: "Devo sempre scoprire tutto da sola". Rispetto ai molti aiuti che sta ricevendo dalla classe e dal Maestro, l’uscita di Pixie sembra piuttosto strana. Non si accorge che la classe sta diventando una comunità di ricerca? Perché rifiuta di riconoscere i contributi degli altri? 101 ESERCIZIO: Tipi di relazione. Cinque alunni identificano cinque diversi tipi di relazioni: Isabella: relazioni familiari Enrico: relazioni numeriche Gianna: relazioni verbali Tommaso: relazioni parti-tutto (tra cose) Roberto: relazioni semantiche (parole-cose) Eppure restano ancora sette alunni che non hanno fatto nessun esempio di relazioni (Caterina, Nello, Gerardo, Concetta, Vilma, Bruno e Pixie). Prova a pensare un tipo di relazioni che ognuno di loro avrebbe potuto suggerire. Riesci a fare esempi? ML ESERCIZIO: Tipi di frasi. In generale esistono due generi di frasi: (1) quelle che sono o vere o false (asserzioni, giudizi); (2) quelle che non sono né vere né false (domande, comandi, esclamazioni). Fai una classificazione delle seguenti espressioni: Odio svegliarmi la mattina presto! Chissà se i miei occhi da castani potrebbero diventare celesti? In Inghilterra piove sempre. Ragazzi, mettetevi in fila per due! Napoleone nacque in Cina. Oggi è Martedì, vero? Che corsa verso casa che ho fatto! Non parlare, ascolta! Chi va piano, va sano e va lontano. ML ESERCIZIO: Relazioni parte-tutto. Completa le seguenti espressioni: Se la ruota è una parte della bicicletta, il ciclista è parte _______________________. Se il laccio è una parte della scarpa, il bottone è parte ________________________. Se la spalliera è una parte della sedia, il/la __________________ è parte della finestra. Se la lettera è una parte della parola, una piuma è parte _______________________. Se il tappo è una parte della bottiglia, il/la _______________ è parte del corpo. Se il secondo è una parte del minuto, il minuto è parte _______________________. Se il millimetro è una parte del centimetro, il centimetro è parte ___________________. Se l’ettogrammo è una parte del chilo, il ______________ è parte del quintale. ML 102 ESERCIZIO: Le parole e le cose. "Parola" è una parola? La parola "gatto" è un gatto? I gatti sono parole? "Gatti" è una parola? La parola "gatto" ha il pelo? Questo Questo è un gatto o l’immagine di un gatto? è un gatto o l’immagine di un gatto? "Gatto" è una parola o l’immagine di un gatto? è una parola o l’immagine della parola parola? Questa è l’immagine di un gatto o l’immagine di un’immagine di gatto? Questo è un gatto visto da dietro. Come appare una parola vista da dietro? Che relazione c’è tra i gatti e la parola "gatti"? Che relazione c’è tra le parole e la parola "parola"? ML ESERCIZIO: Gli esempi valgono una definizione? Pixie lamenta il fatto che, nonostante gli esempi fatti dai compagni, lei ancora non sa che cosa sono le relazioni. Quello che intende dire è che gli esempi non valgono una definizione. Eppure, facendo degli esempi, si può incominciare a pensare al modo di costruire una definizione. Un modello particolare di FIAT (La 500, la Tipo) è un esempio di automobile. Una possibile definizione di "automobile" è: veicolo stradale spinto da una forza meccanica. Nei casi seguenti, se avete una definizione, fate degli esempi e, se avete degli esempi, fornite una definizione. 1. Navetta spaziale: velivolo capace di superare la gravitazione terrestre. 2. Portiere: giocatore che, nel gioco del calcio, difende la porta. 3. Favola: Pinocchio, Cappuccetto Rosso, Alice nel Paese delle meraviglie. 4. Nazione: Francia, Germania, Giappone. 5. Cibo: cose nutritive e commestibili. ML ESERCIZIO: Cose che si possono pensare. Nell’elenco seguente avete delle domande. Non bisogna rispondere alle domande; quello che bisogna fare è dire se si tratta di qualcosa che potete pensare oppure no. 1. Quante linee rette ci sono nel cerchio? 2. Quanti punti ci sono nella linea retta? 3. Che cos’è vero, il giallo o il grigio? 4. Il primo giorno dell’anno prossimo sarà martedì? 5. Che cosa è più oleoso, l’amore o la speranza? 103 6. Che cosa c’è immediatamente a sud dell’Italia? 7. Che cosa è più freddo, il ferro o l’acqua? 8. Che differenza c’è tra una coccinella ed una lucciola? 9. Se non sono un cittadino, a che età posso votare? 10. Il divertimento è divertente? ML ESERCIZIO: Pensare le cose autonomamente. Indicate quali delle cose seguenti potreste pensare da soli e per quali, invece, è necessario l’aiuto di altri. 1. Come si scrive una parola straniera. 2. Il risultato di una lunga divisione. 3. Il nome del primo Presidente della Repubblica. 4. Il regalo che vorresti per il compleanno. 5. Il titolo per una storia che hai inventato. 6. Perché la sera scende il buio. 7. Se esistono gli UFO. 8. Le regole del gioco del calcio. 9. Che cos’è l’amicizia. 10. Il tuo racconto preferito. 11. Come facciamo a sapere le cose. AMS ESERCIZIO: Relazioni temporali e spaziali. Usando le parole e le espressioni di tempo e di spazio dell’elenco, componi delle frasi. Relazioni spaziali al di sotto di vicino a al di là lontano da più in alto di al centro di più in basso di al bordo di a sinistra di nel mezzo di alla destra di verso sopra lontano da sotto nella stessa direzione di lontano vicino al livello di nella direzione opposta Relazioni temporali nello stesso momento precedente seguente molto tempo dopo c’era una volta prima dopo appena prima appena dopo molto tempo prima ML 104 EPISODIO 4 LA RELAZIONE “STARE PER”. Ora che i ragazzi incominciano a prendere sul serio le relazioni, Bruno sembra stia pensando a qualche maniera in cui esprimere le relazioni. Probabilmente non basta parlare, come ha fatto Roberto (p. 40, righi 5-6), della parola “montagna” che è in relazione con tutte le montagne che ci stanno intorno. Bruno intende simbolizzare la parola “montagna”, la montagna in sé, e la relazione che intercorre tra le due. Pertanto egli disegna una freccia che esprime la relazione “stare per”. La parola “montagna” rappresenta, o “sta per” le montagne e la freccia sta per la relazione rappresentativa. L’ANALOGIA DEL MAESTRO. Bruno va avanti dimostrando sulla lavagna che la parola “relazione” ha a che fare con “vicino e lontano” e con “prima e dopo”. Effettivamente il Maestro espone l’argomento nella forma dell’analogia, che Bruno condivide: la parola “relazione” sta a “vicino e lontano” e a “prima e dopo” come la parola “montagna” sta alle vere montagne. DOVE SI TROVANO LE RELAZIONI? A questo punto Pixie vuole sapere dove si trovano le relazioni. Parte dall’assunto che parole ed idee sono “nella nostra testa”, mentre le montagne sono “nel mondo”. Il Maestro prudentemente ammette che questo è uno dei modi di esporre la questione. RELAZIONI SPAZIALI E TEMPORALI. Pixie va avanti arguendo, per analogia, che la parola “relazione” e l’idea di relazione sono “nella nostra testa”, mentre le “vere relazioni” sono nel mondo. Evidentemente vuole dire che spazio e tempo possono essere considerati reali solo se sono presi come insiemi di relazioni “reali” L’ANALOGIA DI PIXIE. Ma Pixie non si ferma qui. Non le basta essere saltata all’idea che spazio e tempo sono fatti di relazioni; va oltre e pensa che la nostra mente, allo stesso modo, deve essere fatta delle parole e delle idee che stanno per quelle relazioni reali. Come afferma il Maestro: “Questa è veramente una bella analogia”. LA MENTE È UNA DIMENSIONE? Il Maestro corre via, ma non senza aver introdotto nella discussione un altro concetto ancora. Mentre sta uscendo mormora: “Spazio e tempo sono dimensioni, ma la mente potrebbe...” Egli non porta a conclusione la sua riflessione. Si stava, forse, chiedendo se la mente potrebbe essere una dimensione? La parola “dimensione” ci è assai familiare in relazione nel caso della “altezza”, del “peso”, della “larghezza”. Ma “altezza”, “peso”e “larghezza” non esistono in sé e per sé. Quello che esiste sono soltanto cose che, quando le misuriamo, risultano alte, pesanti, larghe. Analogamente il Maestro si stava, forse, chiedendo, se la mente esiste in sé e per sè o se, invece, come ha suggerito Pixie, non sarebbe possibile che “mente” sia un nome per il contesto relazionale dei nostri pensieri. 105 PIANO DI DISCUSSIONE: Le relazioni. 1. Che relazione c’è tra un una villa ed un castello? 2. Che relazione c’è tra sommare e sottrarre? 3. Che relazione c’è tra settimana e mese? 4. Che relazione c’è tra Parigi e la Francia? 5. Che relazione c’è tra ghiaccio e vapore? 6. Che relazione c’è tra alcool e ubriachezza? 7. Che relazione c’è tra girare su se stessi e il capogiro? 8. Che relazione c’è tra la velocità del suono e velocità della luce? 9. Che relazione c’è tra gelato e panna montata? 10. Che differenza c’è tra relazioni e cose? 11. Che cosa hanno in comune relazioni e cose? 12. Se le cose non esistessero, potrebbero esserci le relazioni? 13. Se le relazioni non esistessero, potrebbero esserci le cose? 14. È possibile che esista qualcosa senza nessuna relazione? 15. È possibile che una cosa contenga delle relazioni dentro di sé. Potreste fare un esempio? ML ESERCIZIO: Le idee. Qualunque cosa uno pensi, si tratta di un pensiero. Un’idea è un possibile modo di risolvere un problema (Spesso le idee hanno la forma “Se... allora” o contengono il termine “Se”). Oltre alle idee, esistono molti altri tipi di pensieri. Per esempio, ci sono i ricordi (i pensieri su ciò che è già successo), le immaginazioni (i pensieri su ciò che potrebbe succedere). Come classificheresti i seguenti pensieri: I(dee), R(icordi), Im(maginazioni), A(ltro). I R Im A 1. Hansel: “Gretel, credo che, se lasciamo dei ciottoli dietro di noi, riusciremo a ritrovare la strada del ritorno”. ❑ ❑ ❑ ❑ 2. Aladino: “Se strofino di nuovo la lampada, forse il genio ritorna”. ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Alice: “Vorrei sapere cosa c’è dall’altro lato dello specchio”. ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Jack: “Scommetto che questi fagioli cresceranno alti fino al cielo”. ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Bellezza: “Bestia, lascerai andare mio padre se prometto di sposarti?”. ❑ ❑ ❑ ❑ 6. Charlotte: “Se vuoi acchiappare insetti, tessi una ragnatela”. ❑ ❑ ❑ ❑ 7. Tailor: “Tutto il mondo sa che una volta ne ho uccisi sette in un sol colpo”. ❑ ❑ ❑ ❑ ML ESERCIZIO: La mente e l’analogia. Pixie dice che, se lo spazio e il tempo sono fatti di relazioni, forse, allora, la mente è fatta delle parole e delle idee che stanno per quelle relazioni. Come chiarisce il Maestro, Pixie sta facendo una analogia. L’analogia è un raffronto tra due relazioni. È una relazione tra relazioni. Per esempio, si potrebbe dire: La relazione tra la mano e le dita (della mano) è uguale all relazione tra il piede e le dita (del piede). 106 Una analogia è valida quando le relazioni sono fortemente simili. Mentre non è valida quando le relazioni confrontate non si somigliano. Provate a dire se le seguenti analogie sono valide oppure no. 1. La mente sta al corpo come l’aria sta alla terra. 2. La mente sta al corpo come niente sta a qualcosa. 3. I miei pensieri stanno al mio cervello come le voci stanno al telefono. 4. La mente contiene sensazioni come l’oceano contiene le onde. 5. I miei pensieri scorrono verso una direzione come un fiume scorre in una direzione. 6. I miei pensieri sono nella mia mente come l’aria è nei miei polmoni. 7. Paure e speranze sono nella mia mente come coccodrilli e giraffe sono nello zoo. 8. La mia mente è nel mio cervello come la lingua è nella mia bocca. 9. La mia mente contiene i pensieri come la vasca contiene i pesci. 10. La mia mente sta al mio cervello come la luce sta alla lampadina. ML ESERCIZIO: Paragoni esatti e non tra relazioni. Quale dei seguenti paragoni tra relazioni sono esatti e quali no? Nei casi in cui i paragoni sono inesatti, sapresti dire rispetto a che cosa il paragone viene fatto? Esatto Inesatto Non so 1. Padre sta a figlio come fratello maggiore sta a fratello minore. ❑ ❑ ❑ 2. 2 sta a 4 come 4 sta ad 8. ❑ ❑ ❑ 3. Un pattino sta all’altro come uno sci sta all’altro. ❑ ❑ ❑ 4. Sedia sta a tavolo come cucchiaio sta a forchetta. ❑ ❑ ❑ 5. Quadrato sta a cerchio come rettangolo sta ad ovale. ❑ ❑ ❑ 6. Pallone sta a dirigibile come aliante sta ad aeroplano. ❑ ❑ ❑ 7. Foglia sta ad albero come mattone sta a casa. ❑ ❑ ❑ 8. Asfalto sta ad autostrada come acciaio sta a ponte. ❑ ❑ ❑ 9. Lettera sta a busta come pagina sta a libro. ❑ ❑ ❑ 10. Ragazzo sta a ragazza come uomo sta a donna. ❑ ❑ ❑ &RVWUXLVFL DOWUL FLQTXH SDUDJRQL HVDWWL GL UHOD]LRQL Costruisci altri cinque paragoni inesatti di relazioni. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Dimensioni. 1. Esistono varie cose che sono lunghe (un corridoio, una corda, un anno scolastico). Ma, esiste qualcosa come la lunghezza? 2. Esistono varie cose che sono vaste (l’Oceano Pcifico, l’Oceano Atlantico). Ma, esiste qualcosa come la vastità? 3. Voi occupate dello spazio. La vostra scuola occupa dello spazio. Ogni oggetto fisico occupa dello spazio. Eppure, esiste qualcosa come lo spazio? 4. Voi impiegate del tempo a fare i compiti a casa. Impiegate tempo a mangiare. Passate del tempo a scuola. Eppure, esiste qualcosa come il tempo? 5. Immaginate di misurare un tavolo e di trovare che è 1 cm di spessore, 80 cm di larghezza e 200 cm di lunghezza. Sono, queste, le sue dimensioni? 107 6. Se lunghezza e larghezza sono dimensioni, potrebbe essere che anche spazio e tempo siano dimensioni? 7. Se spazio e tempo sono le dimensioni in cui si trovano le cose, potrebbe essere che la mente sia la dimensione in cui si trovano i pensieri? 8. Potreste dimostrare che spazio e tempo non esistono? 9. Potreste dimostrare che la mente non esiste? 10. Scegliete una delle affermazioni seguenti e trovate gli argomenti per sostenerla: a. La mente non esiste. b. La mente è una dimensione. c. La mente è fatta di qualcosa, ma è una cosa molto diversa dal corpo. d. La mente è fatta della stessa cosa di cui è fatto il corpo. 11. È possibile che larghezza e lunghezza siano reali, ma che lo spazio (come dimensione) sia una analogia? 12. È possibile che spazio e tempo siano reali, ma che la mente (come dimensione) sia una analogia? ML 108 CAPITOLO 6 EPISODIO 1 SERIAZIONE. Pixie cerca di mettersi a dormire e impiega, per questo, un metodo speciale. Invece di contare le pecore, lei si assegna esercizi di seriazione. La seriazione costituisce una delle abilità di pensiero fondamentali tra quelle a cui i ragazzi sono introdotti in questo programma. Essa consiste in una capacità logica che può aiutare notevolmente ad avere successo operando con qualunque genere di ordine, particolarmente in matematica. È anche importante per la comprensione storica e per qualunque tipo di efficiente programmazione. Sicuramente Pixie è molto brava nella seriazione; soltanto che confonde il Mercoledì questo con quello successivo, incorrendo nella piccola avventura descritta in questo episodio. FINGERE E SEMBRARE. Pixie si sveglia alle quattro e mezza del mattino e le viene il dubbio se Miranda sta dormendo veramente oppure sembra dormire. Se soltanto sembra dormire, allora sta dando a vedere che dorme. In questo caso, finzione e apparenza vanno a braccetto. Forse un caso di maggior rilievo può essere la relazione tra "dare a vedere" e "fingere". Dite ad un bambino: "Facciamo finta che tu sei un coccodrillo"; egli comincerà ad immaginare se stesso come un coccodrillo e a recitare la parte. Si calerà nel ruolo. Ma se voi gli dite: "Fai vedere che sei un coccodrillo", il bambino farà quello che gli è stato chiesto con la coscienza divisa: continuerà ad essere consapevole di se stesso come di un bambino che vuole dare a vedere di essere un coccodrillo. Pixie non direbbe che Miranda si sta comportando come se dormisse; dice, piuttosto, che lei non sa se Miranda sta cercando di dare a vedere che dorme. CI SONO COLORI NEL BUIO? Pixie comincia a vestirsi al buio e subito scopre di non essere in grado di stabilire di che colore sono le sue calze. Il suo problema ha un duplice aspetto. Da una parte è difficile sapere se le calze sono appaiate. Dall’altra, non si può fare a meno di domandarsi se nel buio gli oggetti conservano i loro colori. Durante la notte l’erba è verde? Un calzino verde è verde durante la notte? Naturalmente, Pixie è partita male. UN ERRORE PERCETTIVO VIENE INTERPRETATO COME UN CAMBIAMENTO REALE. Ed ora Pixie si ritrova con un problema con le scarpe o, piuttosto, con i suoi piedi. La sua interpretazione non è che ha messo due scarpe destre, ma che ha improvvisamente si ritrova con due piedi destri visto che il piede sinistro si è trasformato in destro. Nei sogni non è affatto inconsueto che parti del mondo si trasformino subitaneamente l’una nell’altra. Pixie non sta propriamente sognando, ma è come in dormiveglia. Pixie non vede altre spiegazioni. Forse il cambiamento accade nella sua percezione e non nei piedi. A p. 44 esclama: "Ed ora ero bella e sistemata con due piedi destri!". Naturalmente Pixie vive in un mondo in cui cose del genere possono succedere in ogni momento. LA SEDE DEL SÉ. Quando Pixie cerca di svegliare la madre, arriva al punto di alzarle una palpebra e chiede: "Mamma, ci sei?". L’idea che Pixie ha del posto dove si trova il Sé della mamma è a questo punto tanto problematica quanto l’idea che ha del proprio corpo. Probabilmente i bambini molto piccoli, più piccoli di Pixie, possono generalmente concepire il proprio Sé come un inquilino nel corpo. Nel suo stato di confusione, Pixie sembra essere regredita verso un mondo in cui cose normalmente stabili appaiono mobili e le persone sono parti del loro corpo. PIXIE FA BIS. Pixie vive la stessa esperienza nuovamente con una scarpa che non le entra. Ancora una volta dà la colpa delle sue difficoltà ad un cambiamento nei suoi piedi. Non rimane che il padre per spiegare la situazione. LE PERPLESSITÁ DI PIXIE. Ci si potrebbe chiedere come mai Pixie racconta a tutti questo episodio e confessa con molta franchezza la confusione sperimentata. Il modo come riferisce l’accaduto può 109 provocare divertimento nel lettore a sue spese, ma il suo obiettivo non è quello di fare di se stessa oggetto di scherzo. Al contrario, il suo obiettivo è mostrare quanto problematica può essere l’esperienza di una persona. Pixie si meraviglia di fronte al mondo. A volte le persone rendono il mondo più enigmatico e incomprensibile del necessario. Ma per Pixie questa inclinazione è soltanto una cosa in più di cui meravigliarsi. Ecco perché non può fare a meno di parlarne con gli altri. 110 PIANO DI DISCUSSIONE: Andare a dormire 1. Quando andate a letto, vi mettete a dormire subito o impiegate un po’ di tempo per addormentarvi? Vi piace dormire o preferite stare svegli più tempo possibile? Cos’è il sonno? Supponete che Pixie dica: "Ero completamente sveglia. La sveglia segnava le 11. Un momento dopo ho guardato la sveglia: erano le 3". a. È possibile che Miranda ha girato avanti la sveglia di qualche ora? b. È possibile che Pixie si sia addormentata per qualche ora senza accorgersene? È possibile che a volte dormite senza saperlo? È possibile che a volte siete svegli senza saperlo? Una persona può essere mezzo-sveglio e mezzo-addormentato? Avete mai camminato nel sonno? Ve ne rendevate conto mentre succedeva? Avete mai parlato nel sonno? Ve ne rendevate conto mentre succedeva? Vi siete mai addormentati mentre facevate finta di dormire? ML 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. ESERCIZIO: Seriazione I. È Martedì. a. Che giorno sarà cinque giorni da oggi? b. Che giorno era tre giorni fa? c. Che giorno sarà due giorni prima sei giorni da oggi? II. È Febbraio. a. Che mese è quattro mesi da ora? b. Che mese era sei mesi fa? c. Che mese sarà due mesi prima sei mesi da ora? III. Siamo nel 1999. a. Che anno era nove anni fa? b. Che anno sarà nove anni da ora? c. Che anno era due anni dopo sette anni fa? ML ESERCIZIO : Seriazione Considera le seguenti quattro colonne, ciascuna delle quali rappresenta una serie. A Gennaio 1 2 1976 Febbraio 3 1977 4 1978 B C D E Marzo F G Aprile H I J Maggio 1975 5 1979 6 1980 7 1981 8 1982 9 1983 10 1984 111 K Giugno L M Luglio N O Agosto P Q Settembre R S Ottobre T U Novembre V W Dicembre X 11 1985 12 1986 13 1987 14 1988 15 1989 16 1990 17 1991 18 1992 19 1993 20 1984 21 1995 22 1996 23 1997 24 1998 Y 25 1999 Z 26 2000 Ora, se si danno tre lettere, la prima sta per il giorno, la seconda per il mese, la terza per l’anno. Per esempio, TGZ starà per 20 Aprile 2000. 1. Per cosa stanno le lettere BQO? 2. Quali sono le lettere per la data di oggi? 3. Quali sono le lettere per 1 anno, 1 mese ed 1 giorno da ora? 4. Quali sono le lettere per 3 anni, 2 mesi e 7 giorni fa? 5. Quali sono le lettere della tua data di nascita? Ecc. ML ESERCIZIO: Scriviamo su Pixie e la sveglia. Supponiamo che sia successo quanto segue. Pixie rompe la sveglia facendola cadere sul pavimento. La mamma manda Pixie e Miranda al negozio a comprarne un’altra perfettamente uguale alla prima. Nel negozio trovano una sveglia della stessa grandezza e della stessa marca, che sembra proprio uguale alla prima. La comprano e la portano a casa. La avviano e funziona. Eppure, la mattina dopo, ritornano al negozio e si fanno dare una sveglia diversa. Riuscite ad immaginare che cosa è andato storto? Che cosa possono aver scoperto durante la notte che il giorno non avevano notato? Quando avevano ritenuto, la prima volta nel negozio, che le due sveglie erano le stesse, di che cosa non avevano tenuto conto? Scrivete qualche risposta a queste domande. ML ESERCIZIO: Atti mentali: In questa pagina incontriamo un certo numero di parole che indicano atti mentali: decidere, fingere, sapere, indovinare, ecc. Nella stessa pagina Pixie usa espressioni come "Vuole forse dire...", , "Sembrerebbe così". Nell’esercizio seguente nella colonna verticale (a sinistra) sono elencate espressioni del linguaggio ordinario e nella colonna orizzontale in alto sono elencati i nomi degli atti mentali. Segnate la casella corrispondente. 112 decidere fingere sapere indovinare meravigliarsi considerare 1. "Mi sono fatta una mia idea". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 2. "Sto soppesando le alternative". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 3. "Non posso fare a meno di sentire stupore di fronte alla grandezza del mare". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 4. "Oplà! Ora sono un canguro!". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 5. "Dopo aver riflettuto, scelgo". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 6. "Sono consapevole di alcune cose". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 7. "Quando non sono sicura di una risposta, vado ad intuito". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 8. "L’italiano è la lingua con la quale ho maggiore dimestichezza". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 9. "Prima di fare questo, pensate alle conseguenze". ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ML ESERCIZIO: Chi va a dormire? Segna la casella corrispondente per dire, per ciascuno dei termini dell’elenco, se va a dormire, non va a dormire , non sai. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. Va a dormire Non va a dormire Non so ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ Il Sole L’erba Una rosa La luce Il chiaro di luna Un tulipano Un orso Un fiume Una tigre Un passero Un pesce La pioggia Un albero Una porta Una finestra A.M.S. ESERCIZIO: I colori. Indica di che colore sono le cose elencate, durante in giorno e durante la notte. Durante il giorno Durante la notte 1. L’erba --------------------- --------------------- 2. Il cielo --------------------- --------------------- 3. Le lenzuola del tuo letto --------------------- --------------------113 4. La tua bicicletta --------------------- --------------------- 5. Una margherita --------------------- --------------------- 6. Il tappeto del tuo salotto --------------------- --------------------- 7. Le tue scarpe --------------------- --------------------- 8. I tasti del pianoforte --------------------- --------------------- 9. I capelli del/della tuo/a --------------------- --------------------- migliore amico/a 10. Il latte --------------------- --------------------- 11. La coperta del tuo letto --------------------- --------------------- 12. Una cascata --------------------- --------------------- 13. Il giubbino o il cappotto --------------------- --------------------- che metti a scuola 14. Un albero --------------------- --------------------- 15. La neve --------------------- --------------------A.M.S. PIANO DI DISCUSSIONE: Le scarpe di Pixie. 1. Si può vedere il colore dell’erba di notte? 2. L’erba è sempre verde anche di notte? 3. Se accendi una luce su un prato e lo vedi verde, ciò significa che era verde anche prima, nel buio? 4. Ora facciamo un gioco. Un ragazzo, che nel gioco è IT, chiude gli occhi e conta fino a dieci. In questo tempo gli altri devono scappare e nascondersi. Quando IT apre gli occhi, chi non si è ancora nascosto deve bloccarsi, altrimenti diventa IT. ML 114 PIANO DI DISCUSSIONE: Le scarpe di Pixie Pixie dice di avere due paia di scarpe: uno per tutti i giorni e uno nuovo. Che altre informazioni possiamo ricavare sulle scarpe di Pixie? Falso Probabilmente falso Vero Probabilmente vero Non si può dire 1. Tutte e quattro le scarpe sono della stessa misura. ❡ 2. Tutte e quattro le scarpe sono di diversa misura. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Due sono leggermente più larghe delle altre due. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Le scarpe di Pixie sono tutte dello stesso modello. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Le scarpe di Pixie sono tutte dello stesso colore. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 6. Le scarpe nuove costano lo stesso prezzo di quelle di tutti i giorni. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 7. Due scarpe sono destre e due sono sinistre. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 8. Una scarpa è di Miranda. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 9. Tutte le scarpe sono di pelle. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❡ ❡ ❡ ❡ ML ESERCIZIO: È un problema nostro o del mondo? Spesso non sappiamo se il problema col quale abbiamo a che fare dipende da qualcosa in noi o da qualcosa che sta nel mondo esterno. Per esempio, se uno porta gli occhiali, può avere l’impressione che il muro che ha di fronte è sporco, mentre, in realtà, la sporcizia è attaccata agli occhiali. Oppure, se giriamo su noi stessi velocemente, vediamo il mondo che gira intorno a noi. Possiamo pensare che una persona, più si allontana da noi, più diventa piccola, invece di pensare che ci appare più piccola. Pixie si mette la scarpa sbagliata e, invece di dare la colpa alla scarpa, la dà al suo piede. Ma lei è mezza addormentata e quando siamo mezzi addormentati, ci capita facilmente di fare errori sim ili. Come possiamo riprodurre condizioni simili a quelle in cui si trova Pixie, senza, cioé, il pieno controllo del nostro corpo? Proviamo così: Suddividete la classe in coppie. Un/a ragazzo/a stende le sue braccia, le incrocia e intreccia le dita. Poi porta le braccia incrociate in alto sotto il mento. L’altro/a indica un dito alla volta e chiede al compagno/a con le braccia incrociate di muovere quel dito (Non deve toccare il dito che indica!). Questo dovrebbe darvi un’idea di come il corpo, in certe condizioni, sembra scoordinato e senza controllo. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Dove siamo? Pixie dice: "Mamma, ci sei?" (p. 44) 1. La mamma di Pixie si trova dentro il suo corpo? 2. Se Pixie stesse guardando negli occhi della mamma sveglia, ci vedrebbe la mamma? 3. Sarebbe una analogia valida dire: "Una persona vive dentro il suo corpo come la gente vive dentro le case"? 115 4. Quando al mattino ci svegliamo, avrebbe senso dire, aprendo gli occhi: "Mondo, sei là fuori?" 5. Avrebbe senso per Pixie chiedere, sentendo bussare alla porta: "Isabella, sei là fuori?" 6. È possibile che una persona non sia né dentro il suo corpo né fuori? 7. È possibile che una persona sia allo stesso modo dentro il suo corpo e fuori? 8. Parlando al telefono, ascoltate la voce di un/a vostro/a amico/a al telefono. La voce si trova nella vostra stanza? 9. Se la voce del/la vostro/a amico/a si trova nella stanza, il vostro/a amico/a si trova nella stanza? 10. Pensate alla vostra stanza a casa. Ora è nella vostra mente? Se sì, ora è nella scuola? ML 116 EPISODIO 2 UN MODELLO È SOLTANTO UNA VERSIONE IN PICCOLO DI QUALCOSA? In classe si sviluppa una discussione sul significato della parola "modello". Nello, Tommaso ed Isabella concordano sul fatto che un modello è esattamente uguale all’oggetto reale che rappresenta. Le parti sono più piccole, ma uguali e le relazioni tra di esse sono pure uguali. I BAMBINI SONO MODELLI DEGLI ADULTI? Gerardo offre prontamente dei contro-esempi: il corpo dei bambini ha le stesse parti, le stesse relazioni di quello degli adulti, eppure non è soltanto un modello di questo. Provate a chiedere ai vostri alunni perché. Che differenza corre tra il genere di modelli di cui stanno parlando i ragazzi e le persone, quali sono i bambini? Nello, Isabella e Tommaso sono convinti che i contro-esempi di Geraldo non invalidano il loro concetto di modelli. Anzi, ritengono questi controesempi come un caso di limitazione. RELAZIONI SIMILI, PARTI DIFFERENTI. A questo punto Tommaso si domanda cosa succede nel caso il cui le relazioni sono le stesse ma le parti sono differenti. Nessuno sembra essere capace di pensare ad un caso concreto. Proprio in quel momento, stando a quello che dice Pixie, Bruno, che stava in piedi vicino alla lavagna, andò a sbattere alla carta geografica e la fece cadere per terra. Pixie interpreta il gesto di Bruno come una coincidenza piuttosto che come un tentativo di offrire un esempio concreto. Ma Concetta, Roberto ed Enrico sono svelti a cogliere il fatto che la carta geografica non ha parti uguali al terreno che rappresenta. Tuttavia, le relazioni reciproche dei punti su una mappa cono congruenti con le relazioni tra le parti del mondo che la carta rappresenta. CHE COSA SONO LE ANALOGIE? Il maestro dice ai ragazzi che quando due cose che hanno le stesse relazioni ma parti differenti vengono confrontate tra di loro, il risultato è una analogia. È un modo non del tutto soddisfacente di definire una analogia: sarebbe più corretto dire che una analogia esprime la somiglianza tra due relazioni. L’illustrazione di Isabella coglie quasi nel segno. La relazione tra l’ala e l’uccello somiglia a quella tra la pinna e il pesce. ANALOGIE COME CONFRONTO ESATTO TRA RAPPORTI. Quella che segue è una sequenza di esempi da parte di diversi alunni della classe. Nello e Gerardo incominciano a discutere se le relazioni a confronto devono soltanto assomigliarsi tra loro oppure è necessario che siano esattamente uguali. Roberto precisa che dovrebbero essere esattamente uguali, offrendo il seguente esempio: "2 sta a 4 come 4 sta ad 8". È evidente che questo è un confronto esatto tra due rapporti. La questione se relazioni analoghe devono essere esattamente uguali o no non viene determinata. Tuttavia, molte analogie implicano confronti non esatti (simili ma non identici) di relazioni. CHE COSA SI IMPARA A SCUOLA? L’ultima frase di Pixie in questo episodio sembra essere ironica. Afferma che quello che impariamo a scuola non è altro che qualcosa che facciamo da sempre. Ciò vuol dire che non si imparano cose nuove; semplicemente si diventa consapevoli di quello che facciamo. Si scopre in che cosa consiste il nostro agire. L’osservazione di Pixie solleva il problema di che cosa si impara a scuola. Si imparano modi alternativi di fare, di parlare, di agire oppure si apprende semplicemente a verbalizzare quello che già si sa fare? Sembra che Pixie sostenga la seconda ipotesi. La scuola aiuta ad articolare la pratica esistente allo stesso modo in cui si può insegnare ad una persona che il suo modo di parlare quotidiano si chiama prosa. Che Pixie abbia ragione o torto, la questione è aperta. 117 PIANO DI DISCUSSIONE: "Questo" Il significato della maggior parte delle parole consiste nella cosa a cui si riferiscono. La parola "gatto" si riferisce ai gatti; la parola "libro" ai libri. E, nel caso dei pronomi dimostrativi come "questo" e "quello"? Quando li usiamo, di solito sappiamo esattamente quello che intendiamo: questo tavolo, questo Venerdì, quella fontana, quell’uomo col maglione verde. Tuttavia, "questo" e "quello" sono utili soltanto in contesti specifici, in circostanze veramente particolari. Per esempio, pensate alla differenza tra "un tavolo" (uno qualsiasi) e "questo tavolo" (al quale siete ora seduti). Quali particolari circostanze segnano la differenza tra questo tavolo e un tavolo qualsiasi? Considerate le seguenti coppie di proposizioni e dite se il termine "questo" viene usato nello stesso modo oppure no. 1a. Carla: "Questa mattina ho fatto la doccia con acqua gelata". 1b. Bruno: "Ogni mattina faccio la doccia con questa acqua gelida". 2a. Dora: "Quando sono arrivata a Parigi ho detto, ‘Ecco, questa è la Francia!’". 2b. Adele: "Quando sono arrivata a Parigi ho detto, ‘Ecco, questa è Parigi!’". ML ESERCIZIO: Costruite una immagine ed un modello della vostra camera. 1. Prendete cinque pezzi di cartone della misura di un foglio di carta. 2. Su un pezzo disegnate il pavimento della vostra camera. Immaginate di guardarlo dall’alto, come se foste attaccati al soffitto. 3. Su ciascuno degli altri cartoni disegnate le altre quattro pareti della camera, come vi appaiono stando di fronte. 4. Incollate i cinque pezzi di cartone ed avrete un modello della vostra camera. ML ESERCIZIO: "Modelli" Stabilite se il termine "modello" è usato nello stesso senso oppure no in ciascuna delle seguenti coppie di proposizioni. 1. Elena: "Carlo è un bambino modello". Catia: "Sì, ed ora è un soldato modello". 2. Lucia: "Da grande voglio fare la modella". Claudia. "Da grande mi voglio comprare l’ultimo modello di macchina sportiva". 3. Beppe: "Ieri ho costruito un modello di aereo". Michele: "L’idea che ho di aereo è il modello di un aereo". 4. 5. Lorenzo: "Domani andremo a vedere il modello della casa". Ilario: "Domani andremo a visitare una fattoria modello" ML PIANO DI DISCUSSIONE: Modelli 1. Un elicottero giocattolo è un modello esatto di un elicottero normale oppure somiglia ad un elicottero normale solo per certi aspetti? 2. I modelli sono per forza artificiali o possono essere modelli anche le cose della natura? a. Un ciottolo è il modello di una roccia? 118 b. Un alberello è il modello di un albero? c. Un bambino è il modello di un adulto? 3. Se un aereo di dimensioni ridotte somiglia ad un aereo normale ma non vola, si può dire che è un modello di aereo? 4. Un giocattolo che vola ma non somiglia ad un aereo, si può dire che è un modello di aereo? 5. è la differenza tra un modello del corpo umano ed una piccola scultura del corpo umano? 6. Se un "modello" è a grandezza naturale (per esempio il motore di una macchina), si può dire che è un modello? 7. Se un "modello di ferrovia" viene usato in una fabbrica per trasportare piccoli oggetti, si può dire che è un modello? 8. Può la costruzione di un modello di un oggetto aiutarci a capire come quell’oggetto funziona? 9. Può un modello farci fraintendere come funziona una cosa? 10. Immaginate di essere un costruttore di modelli e di lavorare in un museo di storia naturale. Che tipo di modelli vi si potrebbe chiedere di costruire? ML ESERCIZIO: "Relazioni" e parole correlate. Sottolineate la parola (o le parole) che completano meglio ciascuna delle seguenti frasi. 1. Mio zio, mio cugino e mio nonno sono miei (rapporti) (parenti) (collegamenti) (colleghi). 2. Un pallone che rompe il vetro della finestra è un esempio di (collegamento) (interazione) (riferimento) (relazione causa-effetto). 3. Le ruote su una macchina sono un esempio di (integrazione) (sistema) (collegamento parti-tutto). 4. Quello che ha detto Giovanni non c’entrava affatto con l’argomento della discussione. Pertanto, ciò che ha detto è non (collegato) (imparentato) (relativo) (rilevante). 5. L’amicizia è un/a (ponte) (collegamento) (relazione) (parentela). 6. Riccardo dice: "Ho buoni (collegamenti) (sentimenti) (rapporti) con tutti i miei parenti". ML ESERCIZIO: Che cosa sono le relazioni? Qual è la principale differenza tra 1. il rapporto di un fantino con un cavallo e il rapporto di un autista con una macchina; 2. il rapporto di un medico col paziente e il rapporto di un venditore con un compratore; 3. la relazione tra amici e la relazione tra amore ed odio; 4. il rapporto tra fuoco e acqua e il rapporto tra fuoco e carta; 5. la relazione tra scrittori e racconti e tra pittori e quadri; 6. il rapporto tra il cuore ed il sangue e il rapporto tra polmoni ed aria; 7. il rapporto tra nuvole e pioggia e il rapporto tra una nevicata ed i cumuli di neve; 8. la relazione tra Italia e Svizzera e la relazione tra Lazio e Campania; 9. la relazione del Sole con la luce del sole e la relazione della lampadina elettrica con la luce elettrica. ML 119 ATTIVITÁ: Leggere la carta geografica. Mettete giù una carta geografica dell’Italia. Degli alunni si dispongono allineati di fronte alla carta geografica. Ciascun alunno rappresenta una città: Roma, Napoli, Milano, Torino, Venezia, Bologna, Firenze. A questo punto fate domande come queste: 1. Roma, ti trovi a sud o a nord rispetto a Napoli? 2. Milano, ti trovi ad est o ad ovest rispetto a Venezia e a destra o a sinistra rispetto a Torino? Ecc. ML ESERCIZIO: Analogie in grammatica. A cura del docente. I. Le seguenti analogie hanno a che fare con singolari e plurali. Se l’analogia è corretta, aggiungi la parola mancante; se, invece, non è corretta, contrassegnala con una X. Esempi: a. uomo sta ad uomini come uovo sta ad ................................................ b. riso sta a risa come viso sta a .............................................................. c. pomodoro sta a pomidori come aeroplano sta a ................................ II. Le seguenti analogie hanno a che fare con i tempi del verbo: presente e passato. Se l’analogia è corretta, aggiungi la parola mancante; se, invece, non è corretta, contrassegnala con una X. Esempi: a. prendere sta a prese come ridere sta a ................................................. b. camminare sta a camminava come dare sta a ................................... ML PIANO DI DISCUSSIONE: Che cosa si scopre a scuola? Pixie dice: "Se non venivi a scuola, come potevi scoprire che cosa è quello che già fai da tanto tempo?" (p. 47). 1. Pixie sostiene che a scuola scoprite cose che già sapete o già fate? 2. Che differenza c’è tra sapere e fare? 3. In che cosa si assomigliano sapere e fare? 4. C’è qualcosa che fate ma non sapete? 5. Parlare in italiano è qualcosa che fate? Venite a scuola per scoprire cosa fate quando parlate in italiano? 6. Parlare è una cosa che fate? Venite a scuola per scoprire come discutere meglio sulle cose? 7. Leggere è una cosa che fate? Venite a scuola per capire come leggete in modo da poter leggere meglio? 8. Avete mai avuto l’impressione che le cose imparate a scuola le sapevate già? 9. Avete mai avuto l’impressione di dimenticare la maggior parte delle cose imparate a scuola? 10. Credete a Pixie quando dice che a scuola scopriamo cos’è quello che già facevamo da sempre? 120 ESERCIZIO: Costruire analogie completando le proposizioni. L’esercizio consiste nel completare una frase con tre spazi vuoti. Si tratta di mettere nel primo spazio una parola della prima colonna, nel secondo una parola della seconda colonna e nel terzo una parola della terza colonna. La frase è: Quando .......................... mi sento come un/a ............................. Colonna 1 ..................................... Colonna 2 Colonna 3 sono arrabbiato fermacarte stordito/a odio camino nostalgico/a di casa mi piace qualcuno petardo paonazzo/a so di piacere a qualcuno anguria forte sto pensando motore verde faccio tardi a scuola aragosta grazioso/a spero un giorno d’estate stitico/a ho un/a amico/a sottaceto rosso/a sto lavorando fiume stordito/a sto dormendo canzone luminoso/a sono triste skate-board luminoso/a faccio il/la caparbio/a pallone di legno cerco di stare attento/a macinacarne viscido/a guardo la TV autopompa potente mangio gli spaghetti stretta di mano coraggioso/a parlo a bassa voce acrobata del circo mobile sono orgoglioso/a tamburo salato/a sogno libellula spaventato/a esprimo un desiderio rospo stanco/a transatlantico maestoso/a poesia felice ombelico bagnato/a passero servile soffice Usando sempre la stessa frase e le espressioni della colonna 1, completate con parole nuove (non quelle elencate nelle colonne 2 e 3. ML 121 EPISODIO 3 PARAGONI COME TIPO DI RELAZIONI. Dopo aver chiacchierato un poco a tavola, Pixie racconta ad Isabella del discorso fatto da lei e Bruno con il Maestro a proposito delle relazioni. Isabella sostiene che tutti i paragoni rappresentano relazioni: "Qualunque paragone fai, stabilisci delle relazioni" (p. 48). Presumibilmente intende dire che quando uno mette in evidenza somiglianze o similitudini, nota differenze come "più o meno grande", osserva casi di uguaglianza o di identità, allora sta facendo dei paragoni e questi paragoni, a loro volta, identificano relazioni. Questo non vuol dire che le uniche relazioni sono quelle evidenziate dai paragoni. Per esempio, quando si parla di relazioni famigliari, di relazioni causali, di relazioni mezzi-fini, non si fa nessun paragone. PARAGONI ALL’INTERNO DI UN ORDINE. I paragoni svolgono un ruolo di grande importanza nel linguaggio e nella ricerca scientifica. La conoscenza del mondo da parte di un individuo si colloca sempre nel contesto di qualche ordine, di qualche quadro di riferimento o categorie. Per esempio, il colore è sperimentato nei termini del più generale ordine noto come lo spettro della luce visibile. I toni sono sperimentati nei termini di un ordine di differenze corrispondente alle differenze del numero di vibrazioni al secondo. Le differenze temporali sono organizzate secondo unità di tempo di una serie unidirezionale. Tutte le percezioni sono contestuali o categoriali e gli individui tendono a paragonare una percezione con un’altra all’interno dello stesso ordine. Ecco perché Isabella e Pixie possono parlare di una persona che corre più veloce di un’altra o di una camera più grande di un’altra. Questi paragoni vengono fatti all’interno dello stesso ordine. PARAGONI CHE ATTRAVERSANO GLI ORDINI: LOGICA DEL LINGUAGGIO FIGURATIVO. Bruno mette tutti in imbarazzo facendo un paragone che attraversa due ordini quando scrive: "La giornata di oggi è stata così lunga come l’autostrada del Sole" (p. 49). Qualcuno potrebbe considerare l’affermazione di Bruno come un "errore di categoria", perché egli confonde il tempo con lo spazio. Infatti, come spiega più tardi il Maestro, Bruno ha espresso una similitudine. Pixie ed Isabella osservano che la giornata e l’autostrada sono lunghe ma in modi diversi. (Questo fatto ricorda il problema che Pixie aveva posto nel Capitolo I: "Appartengo al mio corpo allo stesso modo in cui il mio corpo appartiene a me?". Isabella, Pixie Bruno hanno raggiunto una comprensione di come vengono generalmente costruite le figure del linguaggio. I paragoni figurativi vengono fatti non all’interno di uno stesso ordine, ma, al contrario da un ordine ad un altro. In realtà essi hanno scoperto la logica del linguaggio figurativo. LE PROPORZIONI. I ragazzi procedono con la discussione sulle proporzioni. Se si confronta il numero di ragazzi che ci sono nella classe con il numero delle ragazze, si ottiene una proporzione. Se in una classe ci sono 8 ragazzi e 12 ragazze, si ha che la proporzione ragazzi-ragazze è di 8:12. Le proporzioni stesse possono essere oggetto di paragoni. Si può dire 2:3 come 8:12 ed avere, in tal modo, un paragone esatto. FIGURE DEL LINGUAGGIO CHE ATTRAVERSANO LE CATEGORIE. I paragoni esatti sono differenti dalle ordinarie figure del linguaggio. Se, per esempio, uno dice che "la rabbia è rossa" o "la gelosia è verde", certamente esclude che in queste metafore ci siano paragoni esatti. È come se avesse detto che il rosso sta nella scala dei colori più o meno dove la rabbia sta nella scala dei sentimenti. È una cosa molto imprecisa, ma può essere suggestiva. LE SIMILITUDINI. Similitudini e metafore vengono riprese dal Maestro per Isabella e Pixie. Egli spiega che una similitudine è un paragone tra due cose che, per dirla con Pixie, "sono simili soltanto per una parte piccolissima" (p. 50). Una similitudine stabilisce che una cosa somiglia ad un’altra. Il criterio in base al quale il paragone viene fatto, sebbene impreciso, può essere sia esplicito che implicito. LE METAFORE. Nel caso della metafora si afferma specificamente che due cose (appartenenti a ordini o categorie diversi) sono uguali. Dire di una persona che è un porco equivale a parlare metaforicamente. In modo diverso si potrebbe dire che le metafore sono false in senso letterale e vere in senso figurativo, oppure che esse sono in gran parte false e vere in un solo particolare senso. Le 122 persone non sono letteralmente dei porci, ma, a volte, osservando certi modi di comportarsi, è più appropriato descriverli come "da porci" anziché "da uomini". STUDIARE IL INGUAGGIO FIGURATIVO PER IMPARARE AD APPREZZARE LA LETTERATURA. Può sembrare un azzardo quello di tentare di introdurre bambini di scuola elementare ai sottili meccanismi delle similitudini, delle metafore e delle analogie. Si potrebbe ritenere che simili considerazioni sono premature per ragazzi di otto o nove anni, eppure, a meno che da piccoli non sono dotati di questo genere di comprensione, i ragazzi resteranno tagliati fuori dalla ricchezza della letteratura che più tardi incontreranno. Nel giro di pochi anni (nella scuola media o al liceo) si troveranno di fronte i grandi autori della letteratura. Senza qualche esperienza di questi meccanismi del linguaggio saranno incapaci di cogliere la complessità del linguaggio figurativo, la sua maestosità, la sua forza sintetica. 123 ESERCIZIO: Identificazione delle relazioni nelle anlogie. Quali relazioni sono messe a confronto nei casi seguenti? Esempio: "Il 1 Aprile sta al 30 Aprile come il 1 Settembre sta al 30 Settembre". In questo caso la relazione è quella tra il primo e l’ultimo giorno del mese. 1. 2. 3. 4. 5. Chiave sta a serratura come combinazione sta a cassaforte. Pagina sta a libro come scaffale sta ad armadio. Scarpa sta a piede come guanto sta a mano. Masticare sta ad inghiottire come inghiottire sta a digerire. Tagliare una fetta di pane sta a mangiare un toast come rompere un uovo sta a mangiare una omelette. Spremere una arancia sta a bere un’aranciata come spremere il dentifricio sta a lavarsi i denti. Due sta a sei come tre sta a nove. Il quadrato sta ad un cubo come il cerchio sta ad una sfera. Pensare sta a fare come programmare sta ad agire. Ricordare sta ad immaginare come il passato sta al futuro. 6. 7. 8. 9. 10. ML ESERCIZIO: Analogie implicanti la relazione parti-tutto. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Pagina sta a libro come settimana sta a ............................................... Lettera sta a parola come minuto sta a ............................................... Musica sta a canzone come colonna sonora sta a ................................ Penna sta ad uccello come squama sta a ............................................. Branchia sta a pesce come polmone sta a ........................................... Cresta sta a collina come cima sta a ................................................... Primavera sta ad anno come giovinezza sta a .................................... Portico sta a casa come naso sta a ..................................................... Giocatore sta a squadra come operaio sta a ....................................... Alunno sta a classe come insegnante sta a ......................................... ML ESERCIZIO: Costruire similitudini. Persone diverse vedono le cose in modi diversi e, pertanto, non c’è da sorprendersi se giungono ad associazioni diverse. In questo esercizio, si tratta di completare le vostre similitudini e cercare di costruirne altre come se fossero fatte da personaggi di Pixie. 1. Un alberello nella tempesta è come 2. 3. 4. 5. ..............…............... ................................ Un Natale senza regali sarebbe come ................................ ................................ Avere in casa un cane con le pulci è come ................................ ................................ Mangiare sottaceti e gelato al cioccolato insieme è come ................................ ................................ La prima stella nel cielo della sera è come ................................ ................................ (tuo) (Pixie) (tuo) (Isabella) (tuo) (Miranda) (tuo) (Nello) (tuo) (Bruno) ML 124 ESERCIZIO: Costruire similitudini. A cura del docente. Esistono vari modi di costruire le similitudini: 1. Data una relazione, possiamo cercare i termini appropriati. Esempio: Data le relazione "è sorella di..." potremmo dire "La Luna è sorella del Sole". 2. Dati due termini, possiamo cercare una relazione di similitudine. Esempio: Dati i termini "vita" e "momento", potremmo dire "La vita è come un breve momento". 3. Dato un termine ed una relazione, possiamo cercare un altro termine. Esempio: Dato il termine "lupacchiotto" e la relazione "innocente come...", potremmo dire "Il lupacchiotto sembra innocente come un agnello". Costruite un esercizio utilizzando i tre diversi metodi. ESERCIZIO: Costruire metafore attraversando categorie. A. Collegare i sentimenti della colonna di sinistra con i termini appropriati della colonna di destra. Esempio: "Essere vanitosi" con "pavone". 1. Invidiare a. Cammello 2. Odiare b. Elefante 3. Amare c. Squalo 4. Gelosia d. Piovra 5. Rabbia e. Medusa 6. Compassione f. Scarafaggio 7. Risentimento g. Vedova nera (ragno) 8. Tenerezza h. Tartaruga 9. Calma i. Capra 10. Tristezza j. Lucertola 11. Dolore k. Calabrone 12. Sperare l. 13. Disperare m. Ippopotamo 14. Soddisfazione n. Cervo 15. Inquietudine o. Serpente e sonagli Aquila Nota per l’insegnante. L’esercizio può essere integrato con altri elenchi, come, per esempio, i nomi di personaggi delle favole (colonna di sinistra) e parole che indicano cibi (spaghetti, popcorn, ecc.). Si può, inoltre, scambiare le colonne della prima parte con quelle della seconda e vedere cosa succede. ESERCIZIO: Trasformazione delle similitudini in metafore. A cura del docente. Una similitudine può essere trasformata in metafora eliminando il termine "come" (o altri termini che indicano rispetto a che cosa il paragone viene proposto). Esempio: La similitudine "Benedetto è furbo come una volpe" diventa "Benedetto è una volpe". L’esercizio consiste nel fornire agli alunni un elenco di similitudini da trasformare in metafore. 125 ESERCIZIO: Metafore ed analogie Si possono ricavare analogie dalle metafore? Considerate la seguente frase: "Gli occhi sono la lampada del corpo". Potremmo, ora riscriverla nel modo seguente "Gli occhi stanno al corpo come la lampada sta alla casa", oppure "Gli occhi stanno al corpo come la lampada sta a chi cammina di notte". Da come sembra, metafore e similitudini sono analogie implicite. L’esercizio consiste nel convertire le seguenti metafore in analogie: 1. La Luna era una barca d’argento nel cielo. 2. La terra era un giardino. 3. La poesia è una chitarra azzurra. 4. Il suo bambino era la luce della sua vita. 5. Il motore ronzava. Viceversa, ora si tratta di convertire le seguenti analogie in metafore: 1. Il fiume scorre lungo la pianura come un gatto che sgaiattola sul pavimento. 2. I pony stanno ai cavalli come i paperback stanno ai libri. 3. Leggere sta a scrivere come ascoltare sta a parlare. 4. Le prugne stanno alle prugne secche come i chicchi di uva stanno all’uva passa. 5. La testa era coperta da un cappello come il circo è coperto dalla tenda. C’è da notare che da una sola analogia si possono ricavare anche due metafore, come per esempio, nella n° 5: a) La sua testa era un circo coperto; b) Il suo cappello era una tenda da circo. ML ESERCIZIO: Similitudini, metafore ed analogie. Consideriamo il seguente caso: Similitudine: Il cuore è come una pompa; Metafora: Il cuore è una pompa; Analogia: Il cuore funziona allo stesso modo di una pompa; oppure: Il cuore pompa il sangue come una pompa pompa l’acqua; oppure: qualunque altro paragone tra ciò che fa il cuore e ciò che fa una pompa. Nei casi seguenti aggiungete la forma mancante: Similitudine Metafora Analogia ............................................... 1. La meridiana è come un orologio. La meridiana è un orologio. 2. La mente di un bambino è come un foglio bianco. ........................................... ............................................... 3. Il paese è come una nave in mezzo al mare. .......................................... Il paese senza governo è come una nave senza timone. 4. ......................................... La Terra è una astronave ............................................... 5. La mente umana è come un fiume ......................................... ............................................... ML 126 ESERCIZIO: Essere irragionevoli. Per ognuno dei casi seguenti indica se, secondo te, le persone coinvolte si stanno comportando in modo ragionevole o in modo irragionevole. Quando la risposta è "ragionevole", cerca di specificare anche in quali circostanze lo stesso comportamento sarebbe considerato irragionevole. Quando la risposta è "irragionevole", cerca di specificare anche in quali circostanze lo stesso comportamento sarebbe considerato ragionevole. 1. Maria cerca sull’elenco il numero di telefono di Debora, pur sapendo che Debora non ha il telefono. 2. Andrea ha svelato un importante segreto a Debora e lei lo ha detto a tutta la classe. Ora Debora non capisce come mai Andrea non si comporta bene con lei. 3. Giovanni va e viene dalla scuola camminando a pecorella perché non vuole perdersi qualche carta di centomila lire perse da qualcuno. 4. Marco dice di non voler andare a scuola fino a che qualcuno non gli spiega bene il significato della parola "educazione". 5. Marco vuole giocare a biglie con Andrea e Andrea si chiede cosa succederà se lui rifiuta. 6. Giacomo ha fatto una mappa dei diversi percorsi per andare e venire da scuola. 7. Debora non riesce a trovare il numero telefonico di Maria nell’elenco telefonico, allora pensa di chiamare per vedere se è un nuovo abbonato. 8. Debora ha picchiato Marco perché sa di non essergli simpatica. ML ESERCIZIO: Analogie con pezzi di filo. Materiali necessari: fili di diversi colori. 1. Tagliare il filo in vari pezzi, ognuno di differente lunghezza (da 1 cm fino 16 cm). 2. Dividere i fili in 16 mazzetti, facendo in modo che ogni mazzetto contenga una serie di diverse lunghezze. 3. Ciascun giocatore deve scegliere 4 pezzi di filo in modo da formare una analogia aritmetica del tipo 1 cm sta a 2 cm come 3 cm sta a 6 cm. 4. I primi due numeri dell’analogia dovrebbero essere di fili dello stesso colore; gli ultimi due di un colore diverso. 5. Ora si gioca al "Mostra e dici": ogni giocatore presenterà il suo mazzetto di fili, mostrandolo alla classe ed esprimendo l’analogia numerica. ML ESERCIZIO: Trovare fatti. Dividete la classe in gruppi di sei (o più) alunni. Fate sedere tutti in cerchio con un foglio ed una penna. Si incomincia chiedendo ad ognuno di scrivere un fatto all’inizio del proprio foglio. Dopodiché i fogli vengono scambiati. Ogni alunno scriverà un nuovo fatto sul foglio ricevuto, aggiungendolo al precedente. Si continua fino ad avere un elenco di cinque fatti su ogni foglio. Si procede facendo leggere ad ogni alunno un fatto dell’elenco. Colui che ha scritto quel fatto dovrà spiegare ai compagni perché, secondo lui, si tratta di un fatto. Qualche compagno potrebbe non essere d’accordo, per cui si discuterà fino a far emergere molti modi di accertare il fatto in questione. Per concludere, sei alunni si impegneranno a proporre un modo come dire che cosa fa di un fatto un fatto. AMS 127 EPISODIO 4 LE TECNICHE DI MANIPOLAZIONE DI PIXIE. In questo episodio Pixie descrive il capriccio fatto allorché non le è stato permesso di rimanere sveglia fino a più tardi e dice come ha voluto punire tutti rifiutandosi di mangiare. La situazione fa venire in mente Pixie che fissa Miranda stuzzicandola a darle i calci, provocando, in tal modo, la punizione della madre a Miranda. È evidente che Pixie possiede una considerevole comprensione di tattiche di manipolazione, come "punire", "provocare sofferenza", "mettere qualcuno nei guai", "far sentire gli altri in colpa". BISOGNA PRESTARE ASCOLTO ALLE VERITÀ RILEVANTI? Miranda cerca di fare lo stesso gioco dicendo a Pixie che lei dovrebbe considerarsi particolarmente fortunata ad avere qualcosa da mangiare. Il commento di Pixie è che quello che Miranda dice può ben essere vero, ma che questo non è un motivo sufficiente per prestarvi ascolto. È chiaro che Pixie crede di poter liquidare la questione della rilevanza come irrilevante, quando le pare. LA CONFUSIONE DI PIXIE. Essendosi mostrata maliziosa, illogica ed ostinata, Pixie accetta di parlare col padre di quello che hanno imparato a scuola durante la giornata. Gli dice che hanno discusso di modelli, di metafore, di similitudini e di analogie. E continua, poi, riferendo le loro definizioni, ma facendo una completa confusione. I genitori di rendono conto della sua confusione ma cercano di non dire niente. Mentre Miranda, invece, contesta tutto quello che Pixie ha detto. PIXIE OSSERVA SE STESSA CON DISTACCO. Ancora, grazie al suo intuito, Pixie sa riconoscere di essere in errore. Anche mentre continua a litigare con Miranda, non prende gusto allo scontro perché sa che lei ha torto e Miranda ha ragione. Pixie sa cogliere anche l’ironia del fatto che Miranda ha vinto impiegando proprio idee di Pixie. È, questa, la misura dell’abilità di Pixie di distaccarsi dalla situazione ed osservare se stessa sinceramente e obiettivamente, anche quando si sta comportando in modo indegno. L’ultimo paragrafo ne è un esemplificazione. Miranda chiama Pixie una piccola oca e lei, pur accusando l’insulto, non può fare a meno di osservare che questa è una metafora. IL RUOLO DEL MAESTRO. Qualche parola sul ruolo del Maestro in Pixie. Egli è l’unico adulto del racconto trattato in modo non superficiale, sebbene vi siano accenni occasionali del fatto che i genitori di Pixie - e specialmente il padre - sono persone piuttosto complesse. La sua bonomia non è in discussione allorchè parla in classe ai suoi alunni. Ma cosa dire dell’ affidabilità delle sue conoscenze quando i ragazzi gli pongono domande? Si potrebbe sospettare che a volte egli viene colto alla sprovvista da queste domande e, sorpreso, tende a dare risposte superficiali. Può darsi che egli non accetti facilmente il ruolo di una figura autoritaria e che, come Pixie, vede le cose da un suo punto di vista, fornendo opinioni che non sono né definitive, né totalizzanti. CONNESSIONI E RELAZIONI. Consideriamo l’osservazione del Maestro che le relazioni sono "connessioni". In un certo senso, è vero che i due termini sono sinonimi. Tuttavia "connessione" è un termine forte. Quando sta per "collegamento", "legame", "rapporto" non è facilmente sostituibile. Ma vi sono relazioni meno facilmente riconoscibili come connessioni: relazioni parti-tutto, contrasti estetici, correlazioni statistiche, disgiunzioni ed opposizioni logiche. Queste e molte altre ancora risulterebbero trattate in modo riduttivo se viste solo come connessioni. Consideriamo la prima reazione del Maestro alla richiesta di definizione dell’analogia. Egli la descrive come somiglianza tra due cose che hanno parti differenti e uguali relazioni e si trova d’accordo con Pixie, la quale formula la questione in questi termini. Nondimeno gli altri bambini non seguono l’approccio "delle due cose". Le illustrazioni che via via forniscono presentano quattro cose in relazioni proporzionate, ossia, nella forma A sta a B come C sta a D. ANALOGIE E SOMIGLIANZE STRUTTURALI. Il Maestro si sta sbagliando? In verità, non è così. I ragazzi hanno più familiarità con la proporzione A sta a B come C sta a D, ma il Maestro sembra avere in mente un’altra cosa. I ragazzi lavorano con un paradigma che esprime una somiglianza tra due relazioni "I padri stanno ai figli come le madri stanno alle figlie". Il paradigma con cui lavora il Maestro esprime, invece, la somiglianza tra il modo in cui è fatta una cosa e il modo in cui è fatta un’altra: "Baciare uno zio è come mangiare un uovo senza sale". In questo senso, una analogia non è altro che l’espansione di una similitudine o di una metafora, tale da esprimere la corrispondenza e la somiglianza 128 più pronunciata. Pertanto, espandere "La nebbia è come un gatto" o "La Terra è un’astronave" equivale a sviluppare analogie individuando le somiglianze strutturali tra le cose confrontate. IL RAGIONAMENTO ANALOGICO. Consideriamo, infine, il modo come il Maestro trae implicazioni dall’osservazione di Pixie nel capitolo precedente. I bambini stavano parlando dello spazio e del tempo e Pixie aveva suggerito che ci sono somiglianze tra il modo in cui le cose esistono nello spazio e nel tempo ed il modo in cui i pensieri esistono nella mente. Il Maestro apprezza l’intuizione di Pixie. Egli si rende conto che Pixie ha suggerito una analogia di grande respiro. La mente può essere considerata una dimensione nel senso che, così come spazio e tempo non hanno bisogno di esistere di per se stessi, indipendentemente dai loro contenuti, la stessa cosa può essere vera della mente. Non è, infatti, necessario che sia una cosa come una scatola vuota oppure un foglio di carta bianco. Potrebbe, allora, essere una dimensione che si sviluppa insieme con l’emergere degli "atti mentali". Naturalmente il Maestro e Pixie hanno diritto di avere la loro opinione e nessuno deve considerare queste come più autorevoli rispetto alle opinioni degli altri compagni di classe. Il nostro interesse, comunque, non è tanto per le posizioni metafisiche espresse, quanto piuttosto per il processo seguito per ragionare metafisicamente; non tanto per i diversi punti di vista sulla questione se le relazioni esistano oppure no, quanto piuttosto per i processi impiegati per esplorare le tematiche implicate. Senza dubbio, se osserviamo con attenzione il ruolo del Maestro nelle conversazioni in classe, troviamo tracce di incoraggiamento a ragionare filosoficamente. 129 CAPITOLO 7 EPISODIO 1 LE REGOLE DELLA LIBERTÀ. I genitori di Pixie e di Miranda devono uscire. La madre raccomanda di non far entrare nessuno. "Questa è una regola che non ammette eccezioni!", aggiunge. Pixie è estasiata e sostiene che lei e Miranda sono libere. Ha la sensazione che le regole famigliari non sono più valide e che "tutto è possibile". Proprio in quel momento Isabella e Concetta bussano alla porta. Pixie e Miranda litigano sulla questione se la regola si deve applicare con persone conosciute. Alla fine dell’episodio, Pixie, seduta sul pavimento del guardaroba della mamma, si lamenta "Questo è l’unico posto in cui sono libera di essere me stessa". La trattazione del problema delle regole procede attraverso diverse fasi. Nella prima fase la mamma dichiara solennemente che la sua regola non deve essere infranta. Nel seguito dell’episodio, Pixie evidentemente ritiene che, durante in tempo in cui i genitori sono assenti, le regole sono completamente sospese. Quando isabella e Concetta bussano alla porta, Miranda parla a nome della mamma ed insiste sul fatto che le regole sono inflessibili. Pixie smette di sostenere che la regola è sospesa, per affermare, invece, che la mamma non intendeva dire che la regola vale anche per gli amici. CHE COSA SONO LE REGOLE? Si può avviare la discussione su questo episodio chiedendo ai bambini che cosa loro pensano che sia una regola. Alcuni di loro considereranno una regola come un comando, un ordine. Altri bambini vedranno le regole come istruzioni ed altri ancora come proibizioni. Man mano che la discussione avanza, potrà emergere qualche accordo su che cosa sono le regole. Per esempio, i bambini possono giungere a vedere le regole come strumenti per la protezione delle persone (Si considerino le regole del traffico stradale). I bambini potranno trovarsi d’accordo sul fatto che gruppi di individui con diversi obiettivi e bisogni devono elaborare programmi e piani convenienti per tutti che ognuno seguirà volentieri. Anche questi programmi sono regole. I bambini potranno arrivare anche alla conclusione che tutti gli aspetti della vita sociale sono come dei giochi e che, se si vuole che il gioco vada avanti, i giocatori devono accettare determinate regole. Altri ancora potranno considerare le regole come necessarie per preservare l’ordine sociale, ritenendo che, senza regole, le persone si comporterebbero da selvaggi e da barbari. I bambini possono andare abbastanza lontano, fino a prendere in considerazione il fatto che vivere secondo regole è ciò che distingue gli esseri umani civilizzati dagli animali. LIBERTÀ COME ASSENZA DI REGOLE. Allo stesso modo in cui dubita dell’esistenza delle relazioni perché non riesce a percepirle, così Pixie tende a dubitare dell’esistenza delle regole quando i genitori, che hanno fatto le regole, non sono più presenti. Naturalmente Pixie tende a credere che ciò che non è tangibile non esiste. Tuttavia, Pixie va oltre il dubbio che ci siano le regole. Lei avverte le regole come limiti della libertà e, quindi, saluta esultante la loro assenza. "Siamo libere!", grida, "La casa è tutta nostra e tutto è possibile!" (p. 53). È evidente che per Pixie gli adulti che fanno le regole specificano anche quello che è permesso e quello che è vietato. Se si rimuovono le restrizioni, la libertà totale diventa realtà. I genitori di Pixie non sembrano affatto oppressivi, per cui sembra un po’ strano che la figlia si comporti in quel modo non appena escono. Essi si mostrano molto dolci e comprensivi, ma sono adulti e sanno cose che Pixie non sa. Lei sospetta che essi hanno segreti così come ce li ha lei. La loro assenza è l’unica opportunità di scoprire questi segreti. LA LIBERTÀ DI ESSERE SE STESSI. Siccome divide la camera con la sorella, Pixie ha la sensazione di avere poca privacy. Quello che sembra volere è la libertà di essere se stessa - non la libertà di fare la selvaggia. Ha visto dei vestiti da grande della mamma a cui sembra molto interessata. In fondo, quello che vuole per essere se stessa, è somigliare alla mamma. LA DISCREZIONE DI ISABELLA. Potreste anche chiedere ai bambini che cosa loro pensano del comportamento di Isabella. Appena sente che Pixie e Miranda stanno litigando sulle regole famigliari, decide di andare via. Per una bambina è un grande senso della discrezione. Forse siamo di fronte ad un altro segno della sua amicizia per Pixie: non vuole metterla nei guai. 130 ESERCIZIO: "Con". A cura del docente. La preposizione "con" viene usata con diversi significati. L’esercizio mira a far scoprire ai bambini i vari significati usando un procedimento comparativo. Costruite un elenco di coppie di frasi. In ogni coppia mettete a confronto due diversi significati di "con" e chiedete agli alunni di descrivere questa differenza. Esempio: a) Chi non è con me è contro di me; b) Mi piace la pizza col pomodoro. PIANO DI DISCUSSIONE: Le regole. 1. Che cos’è una regola? 2. Le famiglie hanno tutte le stesse regole? 3. In famiglia tutte le regole sono fatte dai genitori? 4. I bambini inventano qualche volta delle regole? 5. Avete mai partecipato ad un gioco in cui avete stabilito delle regole? 6. Esistono regole che è meglio infrangere? 7. Esistono regole che vi impongono di fare cose che non siete in grado di fare? Se sì, meritate di essere puniti se non rispettate tali regole? 8. In famiglia le regole rimangono uguali, anche quando i genitori sono assenti? 9. Che fine fanno le regole che nessuno rispetta? 10. Secondo voi, ogni regola ha una buona ragione? ML ESERCIZIO: Le regole. Siete d’accordo o no con le seguenti affermazioni? Per quali motivi? Sono d’accordo Non sono d’accordo Non so 1. Tutte le famiglie hanno le stesse regole. ❑ ❑ ❑ 2. Le regole sono stabilite soltanto dai genitori. ❑ ❑ ❑ 3. I bambini qualche volta inventano delle regole. ❑ ❑ ❑ 4. Solo i genitori possono far rispettare le regole. ❑ ❑ ❑ 5. Infrangere le regole non è mai un bene. ❑ ❑ ❑ 6. Una regola va imposta ugualmente ad una persona che non la rispetta volentieri. ❑ ❑ ❑ 7. Una regola non si deve imporre ad una persona che non è in grado di rispettarla. ❑ ❑ ❑ 8. Le regole famigliari restano valide anche quando i genitori sono assenti. ❑ ❑ ❑ 9. Alcune regole ci vengono imposte dagli altri. ❑ ❑ ❑ 10. Noi stessi stabiliamo imponiamo agli altri. le ❑ ❑ ❑ 11. Noi stabiliamo delle regole e le imponiamo a noi stessi. ❑ ❑ ❑ 12. Alcune regole sono stabilite da altri, ma noi le accettiamo e le imponiamo a noi stessi. ❑ ❑ ❑ delle regole e ML 131 PIANO DI DISCUSSIONE: Esistono eccezioni alle regole? 1. Giovanni si è svegliato con un forte raffreddore. Deve andare a scuola? 2. Per Tonino l’ora di andare a letto è alle 9, ma alla TV c’è Guerre Stellari dalle 7,30 alle 9,30. Può restare fino alle 9,30? 3. Susanna è a dieta. Dovrebbe mangiare il gelato e il dolce il giorno del suo compleanno? 4. Il signor Rossi viaggia su un’autostrada vuota. Potrebbe superare di 20 km il limite di velocità? 5. La mamma di Maria ha lasciato sul tavolo un vassoio di biscotti che servono per una riunione di donne e ha detto a Maria di non toccarne neanche uno. 6. Giovanna ha un terribile mal di testa. Susanna dovrebbe darle qualche medicina? 7. Se prendi un bel voto ad un compito copiato e nessuno se ne accorge, il voto ha valore? 8. Potete stabilire nuove regole mentre fate una partita di calcio? 9. Potete stabilire nuove regole mentre giocate all’acchiapparella? 10. Dovete stare dentro i contorni colorando una figura disegnata? 11. Potete scrivere il vostro nome in un modo diverso? 12. Potete fare una partita di calcio con 12 giocatori? AMS & MW PIANO DI DISCUSSIONE: La libertà. 1. Secondo voi, che cosa intende Pixie quando urla "Siamo libere!"? 2. Siamo liberi quando non c’è nessuno sopra di noi per dirci come vivere? 3. Siamo liberi quando dobbiamo stabilire da soli le nostre regole invece di trovarle già fatte? 4. Pixie e Miranda sono libere quando i genitori escono? 5. Siamo liberi quando nessuno ci trattiene dal fare quello che vogliamo? 6. Siamo liberi se nessuno ci impedisce di farci male? 7. Saremmo liberi se non ci fossero leggi che impediscono agli altri di farci del male? 8. Saremmo liberi se le leggi valessero solo per alcune persone e non per tutti? 9. Se ognuno di voi fosse solo al mondo, potrebbe vivere senza regole? 10. Può un gran numero di persone vivere nel mondo senza regole? ML ESERCIZIO: La libertà. Siete d’accordo o no con le seguenti affermazioni? Per quali motivi? Sono d’accordo Non sono d’accordo Non so 1. Siamo liberi se nessuno ci dice come vivere. ❑ ❑ ❑ 2. Siamo liberi se stabiliamo da soli le regole di come vivere. ❑ ❑ ❑ 3. Siamo liberi quando niente si mette sulla nostra strada. ❑ ❑ ❑ 4. Siamo liberi se pensiamo di essere liberi. ❑ ❑ ❑ 5. Siamo liberi quando possiamo fare quello che consideriamo meglio. ❑ ❑ ❑ 6. Siamo liberi se stiamo bene in salute. ❑ ❑ ❑ 7. Siamo liberi se siamo intelligenti. ❑ ❑ ❑ 132 Sono d’accordo Non sono d’accordo Non so 8. Siamo liberi soltanto se tutti sono liberi. ❑ ❑ ❑ 9. Siamo liberi se siamo noi stessi. ❑ ❑ ❑ 10. Siamo liberi se tutte le affermazioni precedenti sono unite insieme. ❑ ❑ ❑ ML PIANO DI DISCUSSIONE: Le regole. 1. Perché non ci sono regole che vietano di volare nella camera da pranzo? 2. Può esserci una regola che vieta di starnutire quando uno ha il raffreddore? 3. Sono necessarie regole per farci respirare? 4. Perché non ci sono regole che vietano di fare colazione la mattina? 5. Quando abbiamo bisogno di una regola per divertirci ad una festa di compleanno? 6. Dovrebbero esserci delle regole per la pulizia della vostra camera? 7. Avete bisogno di regole per spendere i soldi a vostra disposizione? AMS PIANO DI DISCUSSIONE: Liberi. 1. Siete liberi di baciarvi il gomito? 2. Perché i ragazzi a volte prendono l’autobus senza pagare il biglietto? 3. È libera l’aria 4. Sono libere le autostrade? 5. Siete liberi di giocare a calcio da professionisti? 6. Siete liberi di diventare presidente della Repubblica? 7. Siete liberi di non fare compiti per casa? 8. Siete liberi di smettere di mangiare? 9. Siete liberi di rapinare una banca? MW PIANO DI DISCUSSIONE: È tutto possibile? 1. È possibile che il Sole diventi la Luna? 2. È possibile che un triangolo diventi un rettangolo? 3. È possibile che una ragazza diventi presidente della Repubblica? 4. È possibile che tutte le stelle si consumino? 5. È possibile che la Terra diventi piatta? 6. È possibile che la notte diventi giorno? 7. È possibile che 2 più 2 fa 3? 8. È possibile che un uomo diventi invisibile? 9. È possibile che il Sole sparisca? AMS 133 ESERCIZIO: Componimento su Pixie con il vestito della mamma. Immaginate la seguente scenetta. Pixie indossa il vestito nero e attillato della mamma. Si mette davanti allo specchio facendo smorfie ad alta voce. Miranda dice: "Ti sei messa questo vestito per essere il più possibile diversa da quello che sei". Pixie risponde "Io sono proprio così". Scrivete, in poche parole, se siete d’accordo con Pixie o con Miranda. ML 134 EPISODIO 2 LE CREATURE MISTERIOSE. A sentire Pixie, i suoi compagni cercano di scoprire ognuno la creatura misteriosa degli altri. Ad Isabella e Pixie è capitato di vedere Bruno con una immagine di giraffa, per cui Pixie pensa che la creatura misteriosa di Bruno deve essere la giraffa. A questo punto lei ha un vantaggio almeno su due dei suoi compagni di classe. Quello che assolutamente non vuole che accada è che gli altri scoprano l’identità della sua creatura misteriosa. È bene notare che Isabella può essere considerata una persona discreta. Come ha evitato di mettere Pixie nei guai con Miranda ed i suoi genitori, così, ora, dice a Pixie che la creatura misteriosa di Bruno non è affar suo. A questo punto Pixie si ritrova nella stessa situazione in cui si era trovato Tommaso (Cap. IIIEpisodio 2). Proprio lei aveva suggerito a Tommaso di scegliere come creatura misteriosa un unicorno. Ora Nello dice alla classe che la creatura misteriosa di Pixie è un mammouth, volendola prendere in giro, dato che i mammouth sono estinti, mentre Pixie, da parte sua, crede per un momento che Nello sappia veramente la sua creatura misteriosa e si prende un bello spavento. Alla fine Pixie ammette con Isabella che mentre le era sembrato uno scherzo scoprire la creatura misteriosa di Bruno, la stessa cosa non le sembrava l’idea che Nello avesse scoperto il suo segreto, anche se non fa nessun cenno allo scherzo fatto a Tommaso. C’è da notare che Pixie comincia ad imparare alcuni aspetti della reciprocità. Ha imparato che gli scherzi fatti alle altre persone non sono così divertenti quando gli altri li fanno a lei. 135 ESERCIZIO: Le tautologie. Miranda dice "Le regole sono regole". Questo è un esempio di tautologia. Di per sé, una tautologia è un’affermazione vuota, perché dice che una cosa è se stessa. In qualche occasione, tuttavia, le tautologie hanno un significato. Si può presumere che quando Miranda dice "Le regole sono regole" intenda dire che le regole non si devono trasgredire. Oppure, quando uno dice "Gli affari sono affari", si presuma che voglia dire che gentilezza e generosità sono fuori posto nel mondo degli affari. Le frasi seguenti sono tautologie o quasi-tautologie. Sapreste dire cosa pensate che vogliano realmente significare? (Dite anche se pensate che non significano niente e anche se pensate che non siano tautologie). 1. Un uomo è sempre un uomo. 2. Niente ha successo senza successo. 3. Ogni cosa è qualcosa. 4. La storia non è altro che storia. 5. Tutte le persone sono esseri umani. ML ESERCIZIO: I posti segreti. Il posto segreto di Pixie, dove si rifugia quando vuole restare sola con i suoi pensieri, è il guardaroba della madre. In una sola frase, dite qual è il posto segreto che avete o che vorreste avere, dove rifugiarvi per restare soli. Dopo che ognuno a scritto la sua frase, riunitele e sistematele in modo da farne un solo componimento di gruppo. ML ESERCIZIO: Il componimento del frigorifero. Prendete un pezzo di carta bianco, mettetelo in un vasetto e chiudetelo ben stretto. Mettete il vasetto nel frigorifero e lasciatecelo per una settimana. Ora riprendetelo, tirate fuori il pezzo di carta e scrivete in prima persona una frase in cui il pezzo di carta racconta come ci si sente a passare una settimana chiusi in un frigorifero. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Fare dispetti. È affar tuo 1. dire all’insegnante che Giovanni sta copiando? 2. dire a tua sorella di lavarsi i denti? 3. dire ai tuoi genitori di incominciare a preparare la cena? 4. dire all’insegnante che hai già imparato le divisioni? 5. dire a tua sorella maggiore che il suo fidanzato non ti piace? 6. dire ad una persona di smettere di fare dispetti al suo cane? 7. dire ad una donna di non sgridare suo figlio? 8. dire ad una persona di non fumare nel cinema? 9. dire al dottore che non ti piace la medicina? 10. dire a tua madre che non vuoi prendere la medicina? MW 136 PIANO DI DISCUSSIONE: Esiste/Non esiste. 1. Esistono gli animali preistorici? 2. Esistono bambini che non hanno mai visto un programma televisivo? 3. Esistono ragazzi più forti degli adulti? 4. Esistono cani più grossi degli orsi? 5. Esistono ragazzi più in gamba dei loro insegnanti? 6. Esistono bambini più grandi di età dei loro genitori? 7. Esistono bambini abbastanza grandi da poter guidare una macchina? 8. Esistono suoni che non possono essere percepiti? 9. Esistono persone che consigliano al presidente cosa fare? MW ESERCIZIO: Gli estinti. Alcune specie di animali, come i dinosauri, sono completamente estinti. Ma per altre cose, come i vulcani, troviamo che alcuni sono estinti e altri no. Classificate le cose elencate secondo le seguenti categorie: A=Mai esistiti; B=Tutti gli esemplari sono estinti; C=Esistono ancora; D=Alcuni esemplari esistono ed altri sono estinti. A B C D 1. Le cicogne ❑ ❑ ❑ ❑ 2. I draghi ❑ ❑ ❑ ❑ 3. I Romani ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Gli unicorni ❑ ❑ ❑ ❑ 5. I bufali ❑ ❑ ❑ ❑ 6. I pavoni ❑ ❑ ❑ ❑ 7. Gli orchi ❑ ❑ ❑ ❑ 8. La FIAT "Balilla" ❑ ❑ ❑ ❑ 9. I folletti ❑ ❑ ❑ ❑ 10. Le meteore ❑ ❑ ❑ ❑ PIANO DI DISCUSSIONE: Anticipare le conseguenze delle nostre azioni. 1. Se ad una persona che sta annegando non viene praticata la respirazione artificiale, cosa può succedere? 2. Se la gente scarica veleni nei fiumi e nei laghi, cosa può succedere? 3. Se una carta stradale non riproduce le zone di cui dovrebbe essere la mappa, cosa può succedere? 4. Se uno mette della colla sulla sedia di un altro, cosa può succedere? 5. Se uno toglie, uno alla volta, i piedi di un tavolo, cosa può succedere? 6. Domani è una regolare giornata scolastica. Se dite ad un compagno che non c’è scuola, cosa può succedere? 7. Se discutete le vostre idee con gli amici, cosa può succedere? 8. Se discutete le vostre idee in famiglia, cosa può succedere? 9. Se non discutete le vostre idee con gli amici, cosa può succedere? 10. Se non discutete le vostre idee in famiglia, cosa può succedere? ML 137 PIANO DI DISCUSSIONE: Dobbiamo trattare gli altri come gli altri trattano noi? Pixie fa uno scherzo a Tommaso consigliandogli di scegliere come creatura misteriosa un unicorno. Però si arrabbia quando Nello sembra voler dire a tutti l’identità della sua creatura misteriosa. Forse, in seguito a questo, Pixie ha imparato la lezione. Supponiamo che la lezione sia che dobbiamo trattare gli altri come vorremmo che gli altri trattano noi. Esistono circostanze in cui questa regola non è valida? Si potrebbe formulare diversamente questa regola? Potrete, probabilmente, rispondere meglio a queste domande dopo aver discusso quanto segue. 1. Gli altri vi trattano come voi trattate loro? 2. Trattate gli altri con loro trattano voi? 3. Agite come dovreste agire? 4. Vorreste agire nel modo in cui dovreste agire? 5. Vorreste agire nel modo in cui vorreste che gli altri agissero? 6. Dovreste agire nel modo in cui gli altri dovrebbero agire? 7. Dovreste agire nel modo in cui vorreste che gli altri agissero? 8. Dovreste non agire nel modo in cui non vorreste che gli altri agissero? 9. Dovreste non agire nel modo in cui gli altri non agiscono? 10. Dovreste non agire nel modo in cui gli altri dovrebbero non agire? 11. Quale delle seguenti formulazioni preferite? a. Tratta gli altri come loro trattano te. b. Non trattare gli altri come loro trattano te. c. Non trattare gli altri come loro non trattano te. d. Tratta gli altri come vuoi che loro ti trattano. e. Non fare agli altri ciò che non vuoi che gli altri facciano a te. f. Tratta gli altri come loro dovrebbero trattare te. g. Non fare agli altri ciò che vorresti fare loro. ML 138 EPISODIO 3 DIVERSI TIPI DI REGOLE. Prima della gita allo zoo la classe aveva discusso insieme col Maestro sulla questione delle regole. Il Maestro si era detto d’accordo con Caterina sul fatto che le regole dello zoo sono diverse da quelle della scuola. Egli aveva anche osservato che molte regole si applicano tanto ai bambini quanto agli adulti e, come, esempio, aveva citato le regole della grammatica. Gianna, da parte sua, suggerisce che "qualcosa come un gioco senza regole non esiste da nessuna parte" (p. 56). Questo è probabilmente vero ma non bisogna trarne la conclusione che le regole sono elementi essenziali dei giochi, per il fatto che ad avere regole non sono soltanto i giochi. Successivamente i bambini forniscono esempi di regole per ciascuna delle materie studiate a scuola. Pixie contesta l’esempio di Enrico, perché, secondo lei una regola serve a dirci come dobbiamo agire e l’esempio di Enrico, invece, descrive semplicemente come si comportano i numeri. Il Maestro chiude la questione spiegando che l’esempio di Enrico, in effetti, non è una regola quanto piuttosto un principio dell’aritmetica. REGOLE E PRINCIPI. Concetta, prendendo lo spunto della distinzione fatta tra regole e principi, solleva il problema se, riguardo all’ortografia, si ha a che fare con regole o con principi. Un po’ a sorpresa il Maestro sfugge alla domanda, con ogni probabilità per il fatto che la distinzione tra regole e principi tende ad assottigliarsi. In effetti l’ortografia è una disciplina sia descrittiva che prescrittiva. I principi sono descrittivi: sono leggi che descrivono comportamenti naturali o umani. Vi sono principi del magnetismo e della combustione in ambito naturale e principi del comportamento sociale, psicologico e linguistico degli esseri umani. Quando impariamo a scrivere, ci atteniamo alle pratiche tradizionali della nostra cultura e queste sono sia descrittive che prescrittive. 139 PIANO DI DISCUSSIONE: Regola per chi? Per ognuna delle seguenti prescrizioni specificare per chi rappresenta una regola. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Non giocare con i fiammiferi. Non parlare durante un’esercitazione antincendio. Maschi e femmine fanno a turno a cancellare la lavagna. I figli apparecchiano la tavola. Non superare i 100 km all’ora. Non dare da mangiare agli animali. Ama il prossimo tuo come te stesso. Tutti gli uomini nascono uguali. Non dire "A me mi". MW PIANO DI DISCUSSIONE: Ragionamento analogico ed esperienza quotidiana. Sembra che Gianna o è già stata allo zoo o ha letto dei libri sugli zoo. Comunque conosce i segnali che vi si incontrano. Basandosi sull’esperienza precedente, sa ragionare, per analogia, su come potrà essere l’imminente gita allo zoo. Naturalmente, non può essere del tutto sicura, ma solo in parte. Dobbiamo ritenere che lei presuma che se questo zoo somiglia agli altri zoo (se, in altre parole, tutte le cose sono uguali), allora i segnali in questo zoo saranno come quelli negli altri zoo. Il ragionamento è analogico. Nei casi seguenti, in base a quale esperienza precedente, secondo voi, colui che parla può dire quello che dice? In che modo potrebbero circostanze diverse condurre a diverse aspettative? 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Michele: "Ci vorrebbe proprio un po’ di pioggia! Scommetto che l’erba sarebbe bella cresciuta per la prossima settimana". Tania: "Scommetto che sarà una bella festa di compleanno, con una magnifica torta e nove candeline da spegnere". Ilaria: "Io non ho ancora letto Pixie, ma ho letto un sacco di altri libri per bambini. Perché Pixie dovrebbe essere diverso dagli altri?". Giulio: "Se l’acchiappo, questa zanzara farà una brutta fine". Linda: "L’anno prossimo farò la quinta elementare". Bruno: "Se lancio questa moneta, prima o poi uscirà testa". Natalia: "Prima o poi il Sole sorgerà ad ovest". Cecilia: "Da grande mi sposerò ed avrò tre bambini, due femmine ed un maschio". ML PIANO DI DISCUSSIONE: Vivere con e senza regole. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Gianna dice "qualcosa come un gioco senza regole non esiste da nessuna parte". Vi sembra giusto? Ci può essere una famiglia senza regole? Ci può essere una scuola senza regole? Ci può essere amicizia senza regole? È possibile che nell’amicizia ci sono regole che non hanno vengono mai dette? Può una nazione avere regole e non avere nessuna legge? Può una nazione avere leggi e non avere nessuna regola? Quando fate gli scostumati, state trasgredendo una regola? Quando fate una brutta azione, state trasgredendo una regola? Se uno commette un crimine, sta trasgredendo una regola? ML 140 ESERCIZIO: Regole e principi. Il Maestro specifica che l’esempio fatto da Enrico non rappresenta una regola, ma un principio. Poi, però, egli non spiega la differenza.. Tuttavia, Pixie ha già suggerito in che cosa può consistere questa differenza: le regole dicono come dobbiamo comportarci, mentre i principi dicono come le cose effettivamente avvengono. Così, la gravitazione, che è un principio della fisica, non dice come la gente dovrebbe comportarsi. Al contrario, essa fa parte della nostra comprensione generale di come le cose si muovono nel mondo. Cercate di classificare le seguenti proposizioni come regole o come principi. Regola Principio Non so 1. Giovanni, voglio che tu la sera sia a letto alle 9 e non un minuto più tardi. ❑ ❑ ❑ 2. Come regola, vado a letto ogni sera alle 11,30. ❑ ❑ ❑ 3. Il palloncino se n’è volato via. Lo avevo gonfiato con idrogeno e il filo si è rotto. ❑ ❑ ❑ 4. Questa imbarcazione galleggia sull’acqua anche se ha un pesante carico di piombo. ❑ ❑ ❑ 5. Un sottomarino scende al fondo del mare anche se è pieno di aria. ❑ ❑ ❑ 6. Quando si nuota bisogna respirare con la bocca. ❑ ❑ ❑ 7. Questo è sicuro: l’acqua è bagnata. ❑ ❑ ❑ 8. Se si sommano due numeri dispari, il risultato è un numero pari. ❑ ❑ ❑ 9. Stai alla larga dalle cambiali. ❑ ❑ ❑ 10. Più a lungo vivi, più diventi vecchio. ❑ ❑ ❑ ML 141 EPISODIO 4 INVENTARE STORIE INCREDIBILI. Durante il loro movimentato viaggio in autobus verso lo zoo, i bambini si lamentano col Maestro del fatto che non sono abbastanza esercitati ad inventare storie. Come risposta, egli propone di passare il tempo nell’autobus inventando le storie più incredibili. Come mai il Maestro chiede una cosa del genere? Probabilmente perché questo serve ad esercitare la loro fantasia e perché le storie tendono a contrapporsi ai fatti, liberando dai vincoli della realtà di tutti i giorni. ADAMO: RAGIONE SENZA ESPERIENZA. Visto che gli alunni continuano ad aver difficoltà ad inventare qualche storia, il Maestro cerca di aiutarli e propone loro un esperimento mentale. Suggerisce di immaginare che arrivi un ospite da fuori. Il suo nome è Adamo. Egli conosce il linguaggio, sia le parole che il loro significato. Tuttavia egli non ha nessuna esperienza e, quindi, nessun ricordo. Si presume che Adamo sia un individuo capace di ragionare. Infatti sa ricavare (inferire) dalla parola "studenti" che si tratta di persone che studiano. DUE SPIEGAZIONI SULLA ORIGINE DEGLI STUDENTI. Ora il maestro ripete la sua richiesta di una storia incredibile. Se si suppone che Adamo chieda da dove vengono gli studenti, cosa gli si potrebbe rispondere? Roberto racconta l’incredibile storia che essi erano una volta alti come montagne e che piano piano si sono rimpiccioliti fino a diventare come sono adesso. Prontamente Pixie propone una spiegazione alternativa: gli studenti erano una volta minuscoli puntini che, crescendo, sono diventati come sono adesso. DEVE LA VERITÀ ESSERE CREDIBILE? Tommaso mette in evidenza che la storia di Pixie è diversa perché corrisponde alla verità e una storia vera non può essere incredibile. La risposta di Pixie consiste nell’affermare che la verità e la falsità non hanno niente a che vedere con l’essere credibile e il Maestro le dà ragione. I RISULTATI DELL’ESPERIMENTO MENTALE. L’esperimento mentale iniziato dal Maestro e completato brillantemente da Roberto e Pixie rappresenta una sfida decisiva per le capacità della sola ragione umana. Adamo, questa creatura mitica che essi inventano, rappresenta la ragione, la quale, senza esperienza, è provatamente incapace di distinguere un fatto ben fondato dalla più sbrigliata fantasia. Soltanto l’esperienza può tenere separati i fatti dalle fantasie. È per esperienza che noi sappiamo che ogni essere umano è, in origine, una piccola cellula e che gradualmente diventa un adulto, mentre non abbiamo nessuna esperienza di esseri umani che sono in origine dei giganti che si vanno rimpicciolendo. Ad ogni modo è la nostra esperienza, e non la ragione, che ci dice quale delle due versioni è corretta. Povero Adamo! Senza un briciolo di esperienza, non riesce a capire quale dei due racconti è quello giusto. Egli è, tuttavia, una prova che la ragione senza esperienza è completamente disarmata di fronte alle questioni di fatto. 142 PIANO DI DISCUSSIONE: Esercitarsi. 1. Secondo voi, è necessario essere esercitati nel pettinare per potersi pettinare? 2. Secondo voi, è necessario essere esercitati nel dormire per andare a dormire? 3. Secondo voi, è necessario essere esercitati nel mangiare per poter mangiare? 4. Secondo voi, si può imparare ad allacciarsi le scarpe senza esercitarsi? 5. Ci sono cose che riuscite a fare senza esercizio? 6. Ci sono cose che riuscite a fare bene soltanto se vi esercitate? 7. Ci sono cose che riuscite a fare senza esercizio, ma che dovete esercitarvi per farle bene? 8. Secondo voi, se vi esercitate bene bene, potreste imparare a bere caffé regolarmente? 9. Secondo voi con l’esercizio si acquistano le buone abitudini? 10. Secondo voi con l’esercizio si acquistano le cattive abitudini? 11. A che serve l’esercizio? 12. Che cos’è l’esercizio? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Cosa significa inventare una storia? 1. Inventando una storia, pensate prima alla sua fine o al suo inizio? 2. È possibile avere già in mente un bell’inizio per una storia e non dover fare altro che inventare la conclusione? 3. È possibile avere già in mente una bella conclusione per una storia e non dover fare altro che inventare l’inizio? 4. Inventando una storia, a che cosa pensi per prima, alla trama o ai personaggi? 5. In una storia devono sempre esserci personaggi "buoni" e personaggi "cattivi"? 6. Una storia deve essere divertente? 7. Una storia deve essere triste? 8. Vi piacciono le storie che vi fanno riflettere? 9. Preferite le storie dove tutto è reale o quelle dove tutto è finzione? 10. Preferite inventare le storie e raccontarle agli altri o preferite che le inventino gli altri e ve le raccontino? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Che cosa è incredibile? 1. Sapreste inventare una storia a cui nessuno - ma proprio nessuno - crederebbe? 2. Se inventaste una storia in cui una sola persona al mondo crederebbe, chi sarebbe questa persona? 3. Se inventaste una storia incredibile in cui una sola persona al mondo crederebbe, sarebbe ugualmente incredibile? 4. Può una storia essere incredibile, eppure vera? 5. Può una storia essere incredibile, eppure falsa? 6. Ci sono cose in cui credete solo voi e nessun altro? 7. Ci sono cose in cui voi non credete e in cui tutti gli altri credono? 8. Ci sono cose in cui credete anche se non volete crederci? 9. Ci sono cose in cui non credete, anche se vorreste crederci? 10. Vi è capitato di credere in qualcosa per tanto tempo e poi di non crederci più? 143 11. Vi è mai capitato di cominciare a credere in qualcosa dopo aver rifiutato di crederci per tanto tempo? 12. Se qualcuno vi offrisse un miliardo per credere che la terra è piatta, lo fareste? ML ESERCIZIO: Ragione ed esperienza, due modi di conoscere. Quando si parla di esperienza, una delle cose (non l’unica) che intendiamo è l’esperienza sensibile, ossia vedere, ascoltare, toccare, gustare, odorare. Quando si parla di ragione, una delle cose (non l’unica) che intendiamo è il pensare corretto ed efficace, ossia, trarre correttamente conclusioni da premesse. Un altro esempio è il saper usare efficacemente la nostra conoscenza, come quando classifichiamo o definiamo in modo appropriato dei termini. Considerate le seguenti situazioni e dite, di volta in volta, se tendono a descrivere di più operazioni della ragione o di più esperienze (In generale si tratta delle due cose insieme, ma una prevale sull’altra). Ragione Esperienza Non so ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 1. Giovanni: "Ogni Venerdì si mangia pesce e oggi è Venerdì. Indovina che ci sarà a pranzo" Dora: "Pesce". 2. Giovanni: "Dalla cucina viene un buon odore: Lo senti?" Dora: "Sì, lo sento". 3. Giovanni: "Che cosa si mangia oggi a mensa? L’odore è di pesce". Dora: "Infatti è pesce". Giovanni: "Ecco perché odora di pesce". 4. Giovanni: "Dora, hai mai sentito l’odore del pesce o mangiato pesce fino ad ora?". Dora: "No". Giovanni : "Bene, questo è pesce. Che sapore ha?" Dora: "Di pesce". 5. Giovanni: "Dora, sai che specie di pesce stiamo mangiando?" Dora: "Sì". Giovanni: "Di che pesce si tratta?" Dora: "Pesce fritto". 6. Giovanni: "Dora, questo è coniglio". Dora: "Pensavo che avresti detto che è un pesce". 7. Giovanni: "Dora, non ti piace la crosta che si sbriciola nella bocca, è vero?" Dora: "Come fai a saperlo?" 8. Giovanni: "Se ci metti un po’ di pepe avrà un sapore più buono". Dora: "Così non è più buono!" Giovanni: "Io ti ho detto di mettere pepe, non sale". ML ESERCIZIO: Inferenze da una parola. Isabella sostiene che se noi chiamiamo un individuo "studente", possiamo inferire che si tratta di uno che studia. Nello, però, esprime dei dubbi. 144 Partendo da una parola, che cosa potete dire di una persona o di un oggetto riguardo a quello che fa? I fiumi, per esempio, che cosa fanno? Che cosa fa il sole? Che cosa fa un uomo d’affari? Cosa fanno i saltatori? Esaminando i termini dell’elenco seguente, dici, per ognuno di essi, cosa pensi che faccia e specifica se lo sai per esperienza o se lo ricavi (inferisce) dalla parola. Cosa fa? Come lo sai? 1. Magneti .................................................... .................................................... 2. Corridori .................................................... .................................................... 3. Navi .................................................... .................................................... 4. Presentatori .................................................... .................................................... 5. Laghetti .................................................... .................................................... 6. Blue jeans .................................................... .................................................... 7. Bevande dolci .................................................... .................................................... 8. Nastro adesivo .................................................... .................................................... 9. Fegato .................................................... .................................................... 10. Pantaloni .................................................... ........................................…........ 11. Calze .................................................... .................................................... 12. Vestiti .................................................... .................................................... 13. Colla .................................................... .................................................... 14. Lavoratori .................................................... ............................................... ML PIANO DI DISCUSSIONE: Che cosa è più credibile, e perché? 1. ❑ La Terra è sferica. ❑ La Terra è piatta. 2. ❑ Nel disegno le ragazze sono ❑ Nel disegno i ragazzi sono più brave dei ragazzi. più bravi delle ragazze. 3. ❑ I grandi insegnano sempre ai bambini. ❑ I bambini qualche volta insegnano agli adulti. 4. ❑ Una volta sulla Terra vivevano ❑ Praticamente gli animali sono rimasti come animali più grossi di una casa. erano. 5. ❑ Bravi cantanti si nasce. ❑ Bravi cantanti si diventa. 6. ❑ Il prossimo anno il Milan vincerà ❑ Il prossimo anno il Milan perderà il campionato europeo. il campionato europeo. 7. ❑ L’universo durerà in eterno. ❑ L’universo ha un inizio ed una fine. 8. ❑ Solo gli esseri umani parlano. ❑ Gli animali parlano ma noi non li capiamo. MW PIANO DI DISCUSSIONE: Vanterie, esagerazioni, fandonie e vere e proprie bugie. 1. Secondo voi, è possibile esagerare senza vantarsi? 2. Secondo voi, è possibile vantarsi senza esagerare? 3. Secondo voi, è possibile vantarsi senza dire bugie? 4. Secondo voi, è possibile esagerare senza dire bugie? 5. È migliore una fandonia credibile o una incredibile? 145 6. Considerate le due storie seguenti del Barone Munchausen. Una sembra essere credibile, l’altra incredibile. Quale delle due vale come migliore fandonia? a. Nevicava forte, quando smontai da cavallo e legai l’animale ad un paletto. Il giorno seguente, quando mi alzai, trovai il tempo ritornato bello e la neve sciolta. In quel momento sentii un nitrito. Quando guardai vidi il mio cavallo legato alla guglia più alta della chiesa. b. Faceva molto freddo durante il viaggio. Il soldato che mi accompagnava continuava a soffiare nella tromba, ma quella non voleva saperne di suonare. Quando arrivammo ad un’osteria, egli piazzò la tromba sulla cappa del camino e dopo un po’ incominciò a diffondersi la musica. Così la tromba continuò ad intrattenerci con la sua musica almeno per un’ora! 7. Secondo voi, le fandonie sono divertenti? Le bugie sono divertenti? Le esagerazioni sono divertenti? Riuscite a vedere qualche differenza? 8. più facile inventare una storia non vera o una storia vera? 9. Preferireste ascoltare: a. una storia falsa divertente; b. una storia vera divertente; c. una storia falsa noiosa; d. una storia vera noiosa. ML ESERCIZIO: La verità. Per ognuna delle affermazioni seguenti, dite se è vera o falsa fornendo le ragioni della risposta. Vero Falso Non so 1. Se mangiamo 240 grammi di pasta, possiamo dire che mangiamo un quarto di pasta. ❑ ❑ ❑ 2. Alice nel paese delle meraviglie è una ragazza vera. ❑ ❑ ❑ 3. Il geranio è un fiore che cresce in vaso. ❑ ❑ ❑ 4. Gli aerei possono volare più alti degli uccelli. ❑ ❑ ❑ 5. La prugna è un frutto. ❑ ❑ ❑ 6. I narratori sono persone che raccontano sempre storie. ❑ ❑ ❑ 7. Un amico è qualcuno che sicuramene non racconta i tuoi segreti. ❑ ❑ ❑ 8. Una bicicletta riesce a trasportare quattro persone. ❑ ❑ ❑ 9. Ogni inverno nevica. ❑ ❑ ❑ 10. A tutti i bambini piacciono i gelati ❑ ❑ ❑ 11. Pertini è stato Presidente della Repubblica. ❑ ❑ ❑ ML 146 CAPITOLO 8 EPISODIO 1 BRUNO E LA GIRAFFA. Fino a questo episodio Bruno non aveva mai parlato. Ora ha parlato ad una piccola giraffa: Pixie ed Isabella lo hanno sentito. Bruno incomincia a parlare dopo che la giraffa gli ha strofinato il naso sul viso. Perché? I vostri alunni potrebbero anche domandarsi come mai la giraffa ha scelto proprio Bruno per fare questo. Il gesto della giraffa consolida l’immagine di Bruno come un ragazzo originale e insolito, tanto speciale che anche gli animali riconoscono la differenza. RICONOSCERE LA BELLEZZA DELLA GIRAFFA. Bruno dice alla giraffa che è bella. Questo suo apprezzamento è degno di nota, innanzitutto perché finora Bruno non aveva mai parlato e, in secondo luogo, perché, nel momento in cui parla, fa un commento sulla bellezza della giraffa. Sembrerebbe che Bruno è stato così rapito dalla bellezza dell’animale da non essere riuscito a trattenersi dal parlare. BRUNO SPIEGA IL SUO SILENZIO. Pixie rimane infastidita del fatto che Bruno ha parlato con la giraffa. Questo perché ha rifiutato finora di parlare con lei. Ora gli rivolge di nuovo la parola e Bruno le risponde. Gli chiede perché ha smesso di parlare e lui risponde che non ha mai smesso di parlare con gli animali. Per quanto riguarda le persone, sembra che due sono i motivi per cui ha smesso di parlare con loro: a) parlano troppo e a voce troppo alta, b) quando Bruno parlava, ciò che diceva non sembrava importare agli altri. PERCHÉ BRUNO HA CAMBIATO ATTEGGIAMENTO? Se ci domandiamo come mai ora Bruno ritiene che le sue osservazioni vengano considerate importanti, possiamo trovare molti spunti. Tutta la classe è stata coinvolta nel lavoro di ricerca; Bruno ha partecipato attivamente col Maestro e gli altri nella discussione sui modelli, le analogie, ecc.. I suoi compagni hanno tenuto nel debito conto i suoi contributi e lo hanno preso sul serio, così come ha fatto il Maestro. Forse, nel lavoro di gruppo Bruno ha incominciato a pensare, per la prima volta dopo tanto tempo, che le sue parole potrebbero avere un grande valore. Se gli altri lo hanno preso sul serio, allora, forse, anche lui dovrebbe prendere sul serio se stesso ed i suoi pensieri. Un segno di questa nuova fiducia in se stesso è la voglia di comunicare agli altri le sue idee. IL RUOLO DI PIXIE RISPETTO AL CAMBIAMENTO DI BRUNO. Pixie è contenta del fatto che proprio lei è il primo essere umano con cui Bruno si decide a parlare. Perché? Forse, a suo modo, Pixie ha fatto qualcosa per invogliare Bruno a parlare. Ricordate quando Bruno, Pixie ed il Maestro erano rimasti dopo la scuola a parlare di relazioni, di spazio e di tempo? Senza dubbio lei aveva preso molto sul serio il contributo di Bruno, essendo seriamente interessata agli stessi problemi che interessano Bruno. Sembra avere l’impressione che, se solo Bruno si decidesse a parlare, avrebbero un sacco di cose da dirsi. Potrebbero anche imparare molte cose l’uno dall’altro. 147 ESERCIZIO: Persone ed animali - In che cosa sono diversi? 1. a. I castori costruiscono dighe. b. Gli operai lavorano ad una costruzione. 2. a. Un cane scodinzola. b. Un bambino sorride al suo amico. 3. a. Uno scoiattolo conserva noci per l’inverno. b. Tuo padre risparmia soldi per farti andare all’Università. 4. a. Gli uccelli emigrano verso sud per l’inverno. b. La tua famiglia va al mare per le vacanze. 5. a. Un leone assale una zebra. b. I tuoi genitori fanno la spesa al supermarket. 6. a. Un alveare. b. Tutte le persone che vivono nello stesso palazzo. 7. a. Una lontra lava il cibo prima di mangiarlo. b. Tua madre lava la frutta che mette nel frigorifero. 8. a. Un cane abbaia a chi passa sulla strada. b. Tu rispondi al telefono quando lo senti suonare. 9. a. Due cani si annusano tra di loro. b. Un ragazzo conversa con un altro. MW ESERCIZIO: Il gatto del Presidente. Ogni partecipante al gioco deve dire una parola (un aggettivo) che descrive il gatto del Presidente. Si incomincia il giro trovando parole che iniziano con la lettera "a" (abile, affamato, addormentato, ecc.) e si continua con tutte le altre lettere dell’alfabeto. Quando un partecipante non riesce a trovare altre parole con la stessa lettera, allora esce e si passa alla lettera successiva. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Bruno e la giraffa. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. Perché, secondo voi, Bruno ha scelto proprio la giraffa per parlare? Secondo voi era la giraffa la creatura misteriosa di Bruno? Le giraffe sono molto "chiacchierone?" Pensate che Bruno ha un amore particolare per gli animali? Se è vero, pensate che la piccola giraffa lo sapeva? Secondo voi, la giraffa si sarebbe avvicinata a chiunque come a Bruno? Le persone possono parlare agli animali e farsi capire? Gli animali possono parlare alle persone e farsi capire? Secondo voi, la giraffa aveva qualche motivo particolare per strofinarsi a Bruno? Perché Bruno dice che la giraffa è bella? È per il fatto che Bruno le dice questo che la giraffa va via? Pensate che Bruno aveva intenzione di parlare alla giraffa oppure non è riuscito a trattenersi? Vi capita qualche volta di non voler piangere e, invece, di piangere lo stesso? Vi capita qualche volta di non voler ridere e, invece, di ridere lo stesso? Vi capita qualche volta di non voler parlare e, invece, di parlare lo stesso? Perché a Pixie dà fastidio che Bruno parli alla giraffa? Secondo voi c’è qualche analogia tra quello che la giraffa fa a Bruno e quello che fa il Principe baciando la Bella Addormentata? ML 148 ESERCIZIO: Animale, uccello, pesce, vegetale, minerale. I ragazzi che partecipano al gioco sono seduti in circolo, con un giocatore al centro. Quello che sta al centro si gira all’improvviso verso uno dei compagni seduti, lo indica col dito e dice: "Animale, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove e dieci". Il compagno prescelto deve dire il nome di un animale prima di arrivare a dieci. Se non riesce, scambia il posto col compagno che sta al centro. La richiesta successiva ha per oggetto un uccello, poi un pesce, e così via. Chi sta al centro deve rivolgere la domanda a sorpresa e molto velocemente, in modo da obbligare il compagno che risponde a farlo altrettanto rapidamente. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Bruno spiega il suo silenzio. 1. Perché Bruno comincia a parlare di nuovo con le persone? 2. Perché sceglie Pixie per ricominciare a parlare? 3. Secondo voi, perché non ha mai smesso di parlare con gli animali? 4. Secondo voi Bruno aveva delle buone ragioni per non parlare? 5. Secondo voi Bruno ha delle buone ragioni per riprendere a parlare? ML PIANO DI DISCUSSIONE: La comunicazione. Nell’elenco seguente, quali vi sembrano casi di comunicazione? 1. Giovanni grida più dell’assordante rombo del motore. 2. Maria, guardandosi intorno dopo aver terminato di raccontare la sua storia, si accorse che Giulia dormiva profondamente. 3. "Per favore, lasciatemi andare; non ho fatto niente!", diceva l’uomo che portavano via ammanettato. 4. La signora Smith si sentì meglio quando vide la scritta: "Qui si parla inglese". 5. "Con i bambini non si può ragionare!", sospirò Giulia vedendo il suo nuovo libro da colorare tutto pieno di scarabocchi. 6. "Ragazzo, finché starai nella mia casa, dovrai obbedire alle mie regole!", disse il signor Rossi pieno di rabbia. 7. "Non capirai mai quello che voglio dire finché non succede anche a te", disse Melania alla sua migliore amica. 8. "So quello che voglio. Basta così!", disse Sonia a Franco. MW 149 EPISODIO 2 I CRITERI PER IL RICONOSCIMENTO. Pixie si rende conto di sapere soltanto il nome della sua creatura misteriosa e di non essere in grado di riconoscerla quando la vedrà. Ciò che le sta capitando è che conoscere solo il nome di una cosa non è sufficiente per identificarla. Sono, altresì, necessari dei criteri percettivi. È probabile che Pixie pensa che conoscere il nome possa essere sufficiente, nella convinzione che le cose somigliano ai loro nomi. Ma è proprio vero? NOMI E INSEGNE. Pixie, di conseguenza, dice che l’unica cosa che le resta da fare è leggere le insegne una per una. Forse che pensa che il nome di una cosa non è altro che una insegna analoga, in qualche modo, alle insegne degli animali attaccate alle loro gabbie? Se ogni animale ha un nome che appartiene solo ad esso, allora questo può spiegare l’errore in cui Pixie incorre e che sarà svelato in questo capitolo. IL SENSO DI ESCLUSIONE. Succede anche che, tranne lei, i compagni hanno trovato tutti quello stavano cercando. Il suo stato d’animo a questo punto deve essere molto simile a quello che aveva raccontato quando non era stata invitata al compleanno di Elena. L’INFRAZIONE DELLE REGOLE. Ancora una volta Pixie non rispetta la regola di stare tutti insieme e sgattaiola via alla ricerca della sua creatura misteriosa. Chiedete ai vostri alunni se secondo loro Pixie ha delle buone ragioni per infrangere la regola. UN GORILLA CON UN NOME DIVERSO. Perché Pixie è così depressa quando il guardiano dello zoo risponde alla sua richiesta indicandole un gorilla e dicendo: "Eccone uno!"? Discutete con i ragazzi come Pixie avrebbe dovuto formulare la richiesta e qual è la causa della sua confusione. CONFONDERE IL GENERE CON LA SPECIE. Il Maestro chiede a Pixie di dire qualcosa della sua creatura misteriosa e lei menziona quattro caratteristiche che la contraddistinguono. Tuttavia, pur conoscendo questi quattro criteri, Pixie non sa dire a che cosa assomiglia. Può apparire inverosimile che Pixie non sappia che si tratta di un genere (una classe generale di un particolare tipo di animali) e non di una specie. C’è qui da ricordare l’interesse che Pixie aveva mostrato per le sim ilitudini, le metafore e le analogie. Le sembrava di avere ben chiare le loro differenze, ma, quando cerca di riferirle a suo padre, fa una grande confusione. In qualche modo, quando Pixie ha appreso la parola "animale", deve aver pensato ad un animale specifico, piuttosto che ad un genere. Il Maestro si comporta né più né meno che come il guardiano. Egli accenna al fatto che alcuni mammiferi sono ammessi allo zoo, ma questo, ovviamente, non ha alcun senso per Pixie, dato che lei ancora non si è resa conto che "mammiferi" è una parola che indica una classe. FAMIGLIE E CLASSI. Isabella interviene per spiegare a Pixie i termini del problema, ma Pixie non riesce a distinguere famiglie e classi. Quando Isabella dice che le persone apparentate tra loro appartengono alla stessa famiglia, Pixie conclude che gli animali che sono apparentati tra di loro appartengono alla stesso "mammifero". UNA ANALOGIA CHE NON REGGE. Pixie sta facendo una analogia che non regge: se la parola "famiglia" sta per tutti i membri di un gruppo che condividono certe relazioni, allora la parola "mammifero" deve svolgere la stessa funzione riguardo agli animali. Questa assunzione non è il risultato di un ragionamento semplicistico, ma, piuttosto, del fatto che Pixie ignora che i due concetti di "famiglia" e di "mammifero" non sono in sé analoghi. Solo l’esperienza avrebbe potuto insegnare questo a Pixie. Famiglia indica un gruppo che comprende membri che sono legati l’uno all’altro. Mammifero indica un certo numero di animali che condividono determinate caratteristiche. CLASSI E APPARTENENZA AD UNA CLASSE. I compagni cercano di spiegare a Pixie che "mammifero" è il nome di una classe e non di una famiglia. Cercano anche di farle capire che la classe non ha generalmente le caratteristiche possedute in comune dai suoi membri: la classe dei biondi non è bionda; quella dei rossi non è rossa, e così via. 150 LE CLASSI ESISTONO? Ma i "mammiferi" esistono, oppure no? Diamo a Pixie quel che è di Pixie. In verità, non è la sola a pensarla in questo modo. Noi usiamo, per esempio, la parola "uomo" e molti di noi sono d’accordo nel ritenere che esistono effettivamente soltanto i singoli esseri umani. Eppure altri (per esempio Platone) pensano che la parola "uomo" non sia soltanto il nome di una classe, bensì indichi una entità realmente esistente. BRUNO, ISABELLA E LA CONSOLAZIONE DELLA FILOSOFIA. Bruno cerca di consolare Pixie facendole notare che, in un certo senso, tutti i mammiferi dello zoo sono la sua creatura misteriosa, ma questo non serve ad aiutarla. Pixie non accetta il fatto che non ha potuto concludere con un grazioso, caldo e peloso animale come ha fatto Bruno ed ha il sospetto che i nomi di classi si riferiscono a qualcosa che non esiste affatto. Bruno ed Isabella le stanno vicini. Sanno che si sente ferita e cercano di farla stare meglio. Ancora una volta vediamo come i ragazzi assumono ruoli costruttivi l’uno verso l’altro, allorché la comunità di ricerca si è formata. 151 ESERCIZIO: Insegne, segnali, segni. In ciascuno dei casi seguenti inserisci il termine corretto scegliendo tra: insegne, segnali, segni. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Questo ................. stradale è incomprensibile. La presenza del fumo è il ................. che è stato acceso un fuoco. Queste tracce sul terreno sono il ................. che da qui è passata una volpe. Nella mia città ci sono molte ................. luminose. A volte alla mia radio prendo dei ................. strani. Al Luna Park ci sono sempre ................. che ti guidano. Gli Indiani comunicavano con i ................. di fumo. Queste orme sulla sabbia sono ................. che qualcuno è stato qui. Le parole sono i .................delle cose. AC ESERCIZIO: Classi poco definite. A volte, quando raggruppiamo o classifichiamo, capita di trovarsi di fronte a casi poco chiari, sia perché noi possiamo non avere la conoscenza sufficiente per la classificazione, sia perché abbiamo a che fare con dei casi limite, dei casi in cui i confini tra le classi sono piuttosto indefiniti. Comunque, può essere utile sapere che una cosa è dello stesso genere di un’altra (non fosse altro che per essere più bravi a fare analogie). Classificate i termini seguenti secondo i criteri indicate nelle colonne di destra. Appartiene alla classe degli uccelli Somiglia ad un uccello Non è un uccello Non so 1. Pettirosso ❑ ❑ ❑ ❑ 2. Pinguino ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Pipistrello ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Ostrica ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Pavone ❑ ❑ ❑ ❑ 6. Aeroplano ❑ ❑ ❑ ❑ 7. Calabrone ❑ ❑ ❑ ❑ 8. Pesce volante ❑ ❑ ❑ ❑ 9. Scoiattolo volante ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ Appartiene alla classe delle persone Somiglia ad una persona Non è una persona Non so 10. Aquilone a forma di uccello 1. Uomo adulto ❑ ❑ ❑ ❑ 2. Bambino appena nato ❑ ❑ ❑ ❑ 3. Il tuo cane ❑ ❑ ❑ ❑ 4. Gorilla ❑ ❑ ❑ ❑ 5. Lo zio Sa ❑ ❑ ❑ ❑ 6. Babbo Natale ❑ ❑ ❑ ❑ 7. Godzilla ❑ ❑ ❑ ❑ 8. Canale 5 ❑ ❑ ❑ ❑ 9. Barbie ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 10. Pinocchio ML 152 ESERCIZIO: Gli animali e i loro nomi. Quale dei seguenti animali somiglia al suo nome e quale no? Somiglia Non somiglia Non so 1. Cervo ❑ ❑ ❑ 2. Millepiedi ❑ ❑ ❑ 3. Bue ❑ ❑ ❑ 4. Coiote ❑ ❑ ❑ 5. Babbuino ❑ ❑ ❑ 6. Serpente ❑ ❑ ❑ 7. Boa ❑ ❑ ❑ 8. Ragno ❑ ❑ ❑ 9. Aragosta ❑ ❑ ❑ 10. Granchio ❑ ❑ ❑ 11. Vongola ❑ ❑ ❑ 12. Gallo ❑ ❑ ❑ 13. Aquila ❑ ❑ ❑ 14. Passero ❑ ❑ ❑ 15. Tigre ❑ ❑ ❑ 16. Fenicottero ❑ ❑ ❑ 17. Ostrica ❑ ❑ ❑ 18. Canguro ❑ ❑ ❑ 19. Panda ❑ ❑ ❑ 20. Maiale ❑ ❑ ❑ ML ESERCIZIO: Definizioni e caratteristiche. 1. Se vive nell’Oceano e respira con le branchie, è ............................... 2. Se è un albero e resta verde per tutto l’inverno, è ............................... 3. Se è il colore del limone, è il colore ............................... 4. Se uno è il figlio del fratello di tua madre, è tuo ............................... 5. Se è una figura di 3 lati di cui la somma degli angoli interni è uguale 180°, è ............................... 6. Se è il capo dei ministri italiani, è ............................... 7. Se è una cosa lunga un metro, è lunga ............................... 8. Se è uno Stato che si fonda sulla sovranità popolare, è ............................... 9. Se è un gruppo di pecore che stanno insieme, è ............................... MW ESERCIZIO: Scappa via. Si organizza un gioco in cui i ragazzi si siedono intorno ad un tavolo e ognuno di loro poggia sul tavolo l’indice. A turno, uno di loro dice: "Scappa via, cervo; scappa via, gatto, scappa via cavallo", ecc. Ad ogni animale nominato i compagni tolgono via il dito se si tratta di un mammifero, altrimenti stanno fermi. Chi si distrae e alza il dito, esce dal gioco. ML 153 PIANO DI DISCUSSIONE: Famiglie ed organizzazioni simili. 1. Che differenza c’è tra una folla ed una classe? 2. Che differenza c’è tra una squadra di calcio negli spogliatoi e una squadra di calcio sul campo? 3. Che differenza c’è tra un gruppo e il personale insegnante della scuola? 4. Che differenza c’è tra una calca di gente ed una orchestra? 5. Che differenza c’è tra una banda musicale i cui componenti stanno prendendo il caffè ed una banda i cui componenti si esibiscono in un concerto? 6. Che differenza c’è tra i parenti e gli amici? 7. Che differenza c’è tra il Direttore della scuola e il padre? 8. Che differenza c’è tra l’insegnante di musica e un direttore d’orchestra? ML ESERCIZIO: Tutti, alcuni, nessuno. Completa le seguenti proposizioni usando in modo appropriato i termini tutti/e, alcuni/e, mai (nessuno/a). 1. ................... (i) gatti sono marrone. 10. ................ (le) chiese sono edifici. 2. ................... (i) gatti sono animali. 11. ............…. (le) esplosioni di rabbia sono calde. 3. ................... (le) fiamme sono rosse. 12. ................ (i) lavori non sono pesanti. 4. ................... (gli) elefanti hanno la proboscide. 13. ................ (i) piaceri sono dolci. 5. ................... (i) quadrati hanno gli angoli. 14. .............… (i) pensatori hanno dei pensieri. 6. ................... (i) pensieri sono rotondi. 15. .............… (i) pensieri vengono dai pensatori. 7. ................... (i) pensieri hanno un solo lato. 16. ................ (i) mal di denti sono piacevoli. 8. ................... (i) sentimenti sono viola. 17. .............… (le) patate hanno gli occhi. 9. ................… (gli) edifici sono chiese. 18. ................ (i) modi di essere felici sono belli. ML ESERCIZIO: Rapporti famigliari. Disegna l’albero genealogico di Tommaso, dopo aver risposto alle seguenti domande. 1. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te ed i genitori di tua madre? Tu come li chiami? 2. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te ed i fratelli di tuo padre? Tu come li chiami? 3. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te e le figlie di tuo padre? Tu come le chiami? 4. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te ed i nonni di tuo padre? Tu come li chiami? 5. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te e la mamma di tuo padre? Tu come la chiami? 6. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te e le sorelle di tua madre? Tu come le chiami? 7. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te e i figli di tua sorella maggiore? Tu come li chiami? 8. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te e i figli della sorella di tua madre? Tu come li chiami? 9. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te e le sorelle di tuo padre? Tu come le chiami? 10. Tommaso, c’è qualche rapporto tra te e le figlie di tua madre? Tu come le chiami? AMS 154 ESERCIZIO: Le classi. Se le cose seguenti fossero membri di una stessa classe, come chiameresti questa classe? 1. Gufi, boomerang, coccinelle, aerei di carta. 2. Capelli, binari ferroviari, fili telefonici, corde. 3. Latte, sangue, pioggia, il mare. 4. Parlare, temporale, valanghe, uccelli migratori. Dopo aver dato un nome alle classi, prova ad aggiungere ad ognuna qualche altro membro. MJW ESERCIZIO: individui, sotto-classi, classi, classi-tipo. A cura del docente. Vi sono nomi (i nomi propri) che indicano particolari individui (Giulio Cesare, Napoleone, la Sicilia, Giovanni, Susanna, ecc.); vi sono nomi che indicano classi di individui (gruppi di individui aventi caratteristiche comuni), come, per esempio, animali a sangue caldo, mammiferi, anfibi, ecc. Queste classi, a loro volta si possono suddividere in sotto-classi (I mammiferi in cani, gatti, cavalli, ecc.). D’altra parte esistono nomi che indicano classi di classi (classi-tipo), come, per esempio esseri viventi, che contiene, insieme ad altre, la classe dei mammiferi. Si può immaginare che i concetti corrispondenti a questi termini siano ordinati nella nostra mente secondo gli schemi seguenti: classi esseri viventi sottoclassi mammiferi cani gatti segugi volpi Raiz individui cani Bob, R orsi classe dei mammiferi classe-tipo Si possono costruire esercizi del tipo: Classe-tipo Classe Sotto-classe Individuo Bevande .......... Scure Coca-cola ESERCIZIO: Classificazione e categorizzazione. Quando classifichiamo, non facciamo altro che riunire cose simili sotto un titolo più generale. Così, classifichiamo querce, olmi e pini come alberi e classifichiamo formiche, api e vespe come insetti. Naturalmente, è facile commettere errori nella classificazione. Una grande pianta può sembrare una pianta ma non esserlo. Appartiene ad una classe di confine e l’errore di classificazione è comprensibile. 155 Ma vi è un altro tipo di errore quando qualcosa è classificata insieme ad altri membri di un gruppo mentre non può essere membro di questo gruppo perché appartiene ad una categoria del tutto diversa. È quello che si chiama errore-di-categoria. Per esempio, supponiamo di classificare un camioncino come "autovettura". Potrebbe trattarsi di un errore, ma non di un errore-di-categoria. Sarebbe un errore-di-categoria se nella categoria delle "autovetture" includessimo estate o blu oppure onestà. Pertanto, un genere di errore-di-categoria consiste nel riunire in una classe cose appartenenti a gruppi radicalmente diversi. Esiste un secondo tipo di errori-di-categoria. Il genere "mammifero" contiene molte specie diverse, come cani, cavalli, balene, ecc. Ma il genere "mammifero" non è esso stesso un mammifero, né la specie "cavalli" è un cavallo. In casi come questi viene confuso il congegno logico del raggruppamento con gli oggetti raggruppati sotto un certo titolo. Nel linguaggio letterale si cerca di evitare di commettere errori-di-categoria: si cadrebbe nell’assurdo. Ma, rispetto al linguaggio figurato gli errori-di-categoria possono essere di indiscutibile interesse. Nei seguenti casi, identificate i termini che non sono, letteralmente parlando, al posto giusto nel gruppo in cui si trovano. Cercate, poi, di costruire similitudini o metafore utilizzando tali errori-dicategoria. Per esempio, dati i termini quercia, noce, acero e forte, è evidente che l’ultimo termine, forte, è stato incluso per un errore-di-categoria. Ma si potrebbe, in senso figurato, dire: "forte come una quercia". (1) (2) (3) (4) (5) infanzia formaggio blu amaro cemento vecchiaia tabacco giallo dolce asfalto giovinezza pane bellezza piccante sabbia adolescenza decenza rosa acido musica inverno spaghetti rosso tempo sporcizia ML 156 EPISODIO 3 CONDIVIDERE CON GLI ALTRI QUELLO CHE SI È CAPITO. All’inizio di pagina 70 notiamo qualcosa che riguarda Pixie. Quando impara qualcosa di nuovo, a costo di qualunque sofferenza, immediatamente vuole condividerla con gli altri. Basta ricordare il giorno in cui apprese le analogie, le metafore e le similitudini: ne parlò con tutti durante la cena, nonostante che avesse il broncio dopo esserci arrabbiata. Anche se si sente molto urtata, Pixie pensa di rendere partecipe la madre di quello che ha imparato su famiglie e classi. UN RAGIONAMENTO "A FORTIORI". Pixie giustifica il fatto che si siede in braccio alla mamma non semplicemente dicendo che anche gli altri compagni lo fanno, ma specificando che lei è la più piccola della classe. In altre parole, se gli altri non sono troppo grandi, lei sicuramente non è troppo grande. Ciò che va bene per il più grande, deve andare bene per il più piccolo. LA MANCANZA DI PRECISIONE NEL LINGUAGGIO. Ben presto Pixie inciampa in un altro problema. Quando si dice che i mammiferi allattano i loro piccoli, si intende soltanto le femmine dei mammiferi. Pixie attacca a piangere penché pensa che non riuscirà mai a capire. Si dice: "I mammiferi allattano i loro piccoli", e non si dice: "Soltanto le femmine dei mammiferi allattano i loro piccoli". Si ha l’impressione che bisogna essere molto cauti nel credere a tutto quello che si dice. Spesso ci si aspetta molto da parte di chi ascolta. PIXIE È, PER NATURA, UNA CHE VUOLE CAPIRE. Il fatto che Pixie si mette a piangere di fronte alla prospettiva di non riuscire a capire, indica quello che per lei è massimamente importante. Pixie è una che vuole capire. LA CAPACITÀ DI NOTARE LE AMBIGUITÀ. Pixie pone continuamente domande Possiede una vista particolarmente acuta per le ambiguità. Adesso vuole sapere se è possibile scrivere una parola in due diversi modi. PERCHÉ LE COSE SONO COME SONO? Pixie incomincia a vedere che sono davvero poche le cose semplici. Allorché chiede una spiegazione di questo alla mamma, lei risponde: "Per farti pensare". Quello che sta suggerendo è che ci sarebbe una finalità dietro la complessità del mondo. Se tale complessità semplicemente esiste oppure se è il risultato di un piano prestabilito, resta un problema aperto. La risposta che la mamma dà a Pixie la stimolerà pian piano a chiedersi se la complessità del mondo ha uno scopo. 157 PIANO DI DISCUSSIONE: Classi e categorie. Uno dei modi per distinguere le classi dalle categorie è assegnare una prova di completamento di frasi. I termini che, in ciascuna frase, hanno senso appartengono alla stessa categoria (sebbene, forse a differenti classi); quelli, invece, che non hanno senso appartengono a categorie diverse. Per esempio, se la frase è "Il/La ............................. dorme", quale dei seguenti termini avrebbe senso e quale no: orso, il mese di Maggio, il numero 17, una ragazza, Mercoledì? La differenza tra orso e una ragazza è una differenza di classe, mentre la differenza tra questi due termini e tutti gli altri è di categoria. Nelle seguenti frasi, quale termine ha senso e quale no: 1. "............................ sono bravi con gli attrezzi" - operai - triangoli - scimmie - elefanti - racchette 2. "............................ sono spesso pieni di sporcizia e di sudiciume" - anni bisestili - i ragazzi - stivali - i negozi di macchinari - le onde radio 3. "........................... si piegano al centro" - le persone - lettere dell’alfabeto - libri - alcune porte - Sabato Nota: Ricordate che una proposizione può essere falsa, eppure avere senso. (Per esempio, "Il Mercoledì viene subito dopo il Lunedì" è falsa, ma non assurda). D’altra parte, non ha alcun senso dire: "Dicembre sta ingrassando" o "I quadrati sono saporiti". Naturalmente, ciò che appare assurdo ad una interpretazione letterale, potrebbe anche avere senso metaforicamente. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Ragionamenti analogici in etica. Vedendo quanto Pixie sta male, Bruno ed Isabella cercano di confortarla. Le parlano con gentilezza per farla sentire meglio. Perché lo fanno? Può darsi che sono in grado di immaginare come lei si sente (È quello che si chiama immaginazione morale). Ora, un atto di immaginazione morale implica sicuramente il ragionamento analogico. Considerate il seguente episodio e discutete i problemi di situazione che ne derivano. Il cane bassotto di Giovanna, Bobo, è stato messo sotto da una macchina ed è morto. Giovanna è seduta ad un tavolo e piange. "Tutti dovremmo essere dispiaciuti per Bobo", dice Vilma. "Ma era solo un cane", replica Nello, "Come posso essere dispiaciuto per un semplice cane?". "Tutti dovremmo essere dispiaciuti per Giovanna", dice Isabella. "Perché dovremmo?", replica Nello, "A lei non è successo niente. Roberto dice: "Chi di voi ha un animale domestico?" Tutti alzano la mano, compreso Nello. 158 "Che animale hai?", Roberto chiede a Nello. "Una lucertola", risponde Nello. La tengo in un recipiente di vetro e si chiama Godzilla". "Nello, - continua Roberto - come ti sentiresti se Godzilla scappasse da dove la tiene, andasse sulla strada e fosse schiacciata da una macchina?" "Veramente,- dice Nello - questa è una cosa diversa da quello che hanno detto Vilma e Isabella. 1. Quando il cestino della carta straccia cade sul piede di Nello, Isabella cerca di ricordarsi quello che ha sentito quando le è rimasto un dito nello sportello della macchina. 2. Il padre di Tommaso ha perso il lavoro e la sua famiglia si trova in una situazione difficile. Giovanna dice: "Non riesco ad immaginare come si trovano! I miei genitori hanno sempre avuto il lavoro!" 3. Il fratello di Concetta calpesta per sbaglio un piede al gatto, il quale lancia un grido di dolore. Concetta, prendendo il gatto e abbracciandolo, dice: "Gli hai fatto male!". “Ma no! - replica il fratello - Gli animali non sentono il dolore”. 4. Caterina parla ogni giorno con amore alle sue piante. La sorella le dice: "Perché ti preoccupi?". ”Strano, - risponde Caterina - è proprio quello che dicono al Maestro”. ML ESERCIZIO: Uguaglianza e differenza. Secondo voi, le due frasi del seguente elenco di coppie hanno lo stesso significato? Stesso significato Diverso significato Non so 1. Da questa classe nessuno è andato al negozio. Nessuno è andato in classe da questo negozio. ❑ ❑ ❑ 2. I componenti di questa classe sono sia ragazzi che ragazze. Questa classe comprende sia ragazzi che ragazze. ❑ ❑ ❑ 3. In questa classe ci sono soltanto uomini e donne. In questa classe non ci sono né ragazzi né ragazze. ❑ ❑ ❑ 4. In questa classe ci sono alcuni ragazzi. In questa classe non ci sono ragazze. ❑ ❑ ❑ 5. In questa classe ci sono alcuni ragazzi ed alcune ragazze. In questa classe non ci sono uomini e donne. ❑ ❑ ❑ 6. In questa classe non ci sono che ragazze. Questa classe comprende soltanto ragazze. ❑ ❑ ❑ 7. Alcuni componenti di questa classe sono ragazzi. Alcuni ragazzi sono componenti di questa classe. ❑ ❑ ❑ 8. In questa classe sono tutte ragazze. Ogni persona di questa classe è ragazza. ❑ ❑ ❑ 9. Se fa parte di questa classe, è una ragazza. Se è una ragazza, fa parte di questa classe. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 10. In questa classe ci sono soltanto bambini. Soltanto in questa classe ci sono bambini. ML 159 ESERCIZIO: Cause e fini. Allorché Pixie chiede alla mamma perché le cose non sono semplici, lei risponde: "Per farti pensare". Probabilmente Pixie sta chiedendo una spiegazione piuttosto che una ragione. La mamma, in altre parole, sottintende che la complessità ha uno scopo e questo consisterebbe nel farci riflettere. Non sarebbe male esaminare qualche situazione analoga e chiedere se la spiegazione fornita è in termini di cause o di fini. 1. Benedetto: "Perché sulla superficie del melore ci sono queste righe?" Matilde: "Per farti vedere dove tagliare per fare le fette tutte uguali". 2. Nino: "Perché abbiamo il naso?" Alessio: "Per poggiarci gli occhiali". 3. Carlo: "Perché gli alberi hanno le foglie?" Sandro: "Per farci l’ombra". 4. Mario: "Perché il formaggio svizzero è pieno di buchi?" Vilma: "Così in ogni fetta c’è meno formaggio e uno ne mangia di meno". 5. Antonio: "Come fanno a girare le lancette dell’orologio?" Giuseppina: "Dopo che lo hai caricato, la molla si scarica e gli ingranaggi e le lancette girano". 6. Marzia: "Cosa ci fai in via Roma?" Bruna: "Mi devo fermare dal calzolaio". 7. Dora: "Perché i poveri non hanno tutto quello di cui hanno bisogno?" Dolores: "Perché per loro non sarebbe un bene". Dora: "Ma non mi pare che la gente ricca soffra per quello che ha". Dolores: "Sì, però, loro non sono poveri". 8. Stella: "Perché gli orsi polari hanno la pelliccia così spessa?" Raffaele: "Perché quelli con una pelliccia sottile non sopporterebbero il freddo". ML ESERCIZIO: Ragionare con le ambiguità. Sono presentate, di seguito, varie situazioni. Dovete stabilire a) quale delle risposte ha senso, ma non sarebbe divertente; b) quale delle risposte ha senso, ma è anche sorprendente e divertente; c) quale delle risposte ha poco senso o nessun senso. A. Nel treno il controllore vede un passeggero con la pipa. Si avvicina e gli dice: "In questa carrozza non si può fumare". Il passeggero: "Ma io non sto fumando". Il controllore: "Ma se Lei ha la pipa in bocca!" Possibili risposte del passeggero: 1. "D’accordo. Se è per questo ho anche le calze, ma non sto camminando!" 160 2. "La pipa non è accesa". 3. "Questo è un treno per fumatori". B. L’insegnante: "Ora, Maria, diciamo le cose come stanno. Gemma ti ha dato uno schiaffo e tu glielo hai dato indietro". Possibili risposte di Maria: 1. "Sì, volevo che fossimo pari". 2. "Veramente non glielo ho dato sul di dietro". 3. "Volevo solo dimostrarle quanto le voglio bene". Chiedete agli alunni di inventare loro stessi situazioni analoghe e discutetele tutti insieme. ML 161 CAPITOLO 9 EPISODIO 1 CAUSE E SINTOMI. Miranda e Pixie cadono malate nella stessa notte. Presumibilmente hanno gli stessi sintomi. Pixie suppone che hanno anche la stessa malattia. In famiglia si fa qualche ipotesi sulle possibili cause della malattia: Pixie e Miranda ritengono di essere cadute malate per qualcosa che hanno mangiato, mentre la mamma è portata a ritenere che la causa sia un virus. A nessuno viene in mente di pensare che una sorella potrebbe avere un virus mentre l’altra potrebbe stare male per altri motivi. Molto spesso si confondono i sintomi con le cause. Incoraggiate gli alunni a distinguere sintomi e cause, con la consapevolezza che questo lavoro non è sempre così facile. Per esempio, i ragazzi hanno familiarità con la febbre. Possono discutere appassionatamente se la febbre è una causa oppure un sintomo. Non c’è da sorprendersi se la discussione resta senza conclusione perché non è affatto chiaro se la febbre sia una causa, un sintomo o tutt’e due le cose. I progressi fatti dagli alunni nel distinguere tra i due li aiuterà a comprendere la distinzione più generale tra descrizioni e spiegazioni. GENERE E SPECIE. Pixie si chiede se lei e Miranda hanno mal di testa distinti o lo stesso mal di testa. Se, a questo punto, Pixie comprende la distinzione genere-specie, può chiedersi se è possibile condividere lo stesso mal di testa (forse nel modo in cui persone in una folla può condividere lo stesso panico). Se lei ancora non afferra la distinzione genere-specie, potrebbe domandare se le persone possono condividere lo stesso mal di testa più o meno nello stesso senso in cui ritiene che buoi e cavalli condividono lo stesso "mammifero". IRONIA. Pixie ci dice che "sta morendo". Si tratta di un’esagerazione o di un modo di dire? Pixie si aspetta che il lettore la prenda alla lettera? La risposta di Miranda "Beata te" è acida e ironica. Potete provare a chiedere ai vostri alunni che cosa pensano che Miranda voglia dire. Quando Pixie chiede perché i dottori non fanno visite a domicilio, la mamma risponde "Molto divertente!". Anche questo sembra un esempio di ironia. Ovviamente la mamma di Pixie sicuramente sottintende esattamente il contrario di ciò che dice realmente. INTERPRETARE LA RIDARELLA. Quando Pixie e Mirada arrivano allo studio del dottore, l’infermiera dice loro di tenersi pronte. Loro attaccano a ridere fino a quando arriva il medico; solo allora smettono immediatamente. Gli alunni potranno discutere per quale motivo le ragazze ridono. Si stanno divertendo un mondo oppure sono nervose? I DOTTORI RICORRONO A SCUSE? C’è poi uno scambio di battute tra il dottore e Pixie. Il dottore sostiene che non le darà punture se non sarà necessario e Pixie rintuzza: "Sarà necessario!". Questa osservazione cinica può essere il modo usato da Pixie per dire: "Questa non è una ragione. Tu mi darai le punture e trovi la scusa che è necessario!". Tuttavia, è possibile che non tutti siano d’accordo in questa interpretazione. Può darsi che la paura che Pixie ha degli aghi e l’associazione nella sua mente tra aghi e dottori abbiano determinato la sua risposta. I DOTTORI RICORRONO ALLE LUSINGHE? Il dottor Cancanella si rende chiaramente conto di avere in Pixie una paziente di qualche complessità, così ricorre alle lusinghe. "Parecchi ragazzi di 12 anni non si comportano come te. Pixie non si lascia prendere in giro. E abile a smascherare le fallacie informali e borbotta che la sta pendendo in giro. 162 PIANO DI DISCUSSIONE: Il dolore. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Quando vi fa male qualcosa dite: "Ho dolore al ginocchio", oppure "Il ginocchio mi fa male"? È il dolore che viene da noi oppure siamo noi che produciamo il dolore? Gli animali sentono dolore? Come fate a saperlo? Un pesce sente il dolore? Come fate a saperlo? L’erba sente il dolore? Come fate a saperlo? Pensate che le altre persone sentono il dolore? Come fate a saperlo? Si può sentire dolore anche se va tutto bene? Un pensiero può provocarvi dolore? Se un pensiero può provocare dolore, potete mandare via il dolore col solo pensiero? Vi sono occasioni in cui il dolore può essere utile? ML ESERCIZIO: Sintomi e cause. Un sintomo è un segno di una qualche malattia o disfunzione all’interno del corpo. Una causa è ciò che produce un effetto quale il sintomo, o qualche altro risultato o conseguenza. Allora, un naso che cola è il sintomo di un raffreddore, mentre la causa del raffreddore può essere stato un colpo di freddo preso quando uno è accaldato. Nei casi seguenti, quali classifichereste come sintomi e quali come cause? Sintomi Cause Non so ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 1. "Mi fanno male i piedi". "Hai scarpe troppo piccole". 2. "Mi battono i denti". "C’è un tale freddo in questo cinema che non mi sono goduto il film. 3. "Ho l’impressione che stai tremando" "È il mio primo lancio col paracadute e ho paura". 4. "Guarda quel cane laggiù; ha la schiuma alla bocca". "Probabilmente ha mangiato dentifricio. Andiamo a giocare con lui". ML ESERCIZIO: Domande sciocche, risposte sciocche. I giocatori si dispongono su due file, una di fronte all’altra. Ciascun giocatore della prima fila pensa una domanda e la rivolge sotto voce a chi gli sta di fronte. Chi riceve la domanda, però, non risponde subito. Successivamente le domande vengono rivolte a voce alta, solo che ognuno deve rivolgere la domanda al compagno accanto a quello che gli sta di fronte e quest’ultimo deve dare la risposta che aveva preparato per la domanda ricevuta precedentemente sotto voce dall’altro compagno. ML PIANO DI DISCUSSIONE: "Lo stesso" e "lo stesso tipo di". 1. Potrebbero Pixie e Miranda aver preso lo stesso virus? 2. Potrebbero Pixie e Miranda aver preso lo stesso raffreddore? 163 3. Potrebbero Pixie e Miranda aver avuto lo stesso mal di testa? 4. Se Pixie e Miranda fossero gemelle siamesi, potrebbero aver preso lo stesso raffreddore? 5. Se Pixie e Miranda fossero gemelle identiche, potrebbero aver preso lo stesso raffreddore? 6. Pixie e Miranda potrebbero aver preso lo stesso tipo di raffreddore? Potrebbero aver avuto lo stesso tipo di mal di testa? 7. Potrebbe essere che Pixie ha avuto un tipo di raffreddore e Miranda un altro tipo? 8. Potrebbe essere che Pixie ha avuto un raffreddore e Miranda un mal di testa dello stesso tipo? 9. Pixie potrebbe essersi sbagliata sul fatto di avere mal di testa? 10. Pixie potrebbe essersi sbagliata sulla causa del suo mal di testa? 11. Sbattendo la testa una contro l’altra, è possibile che a Pixie sia venuto il mal di testa e a Miranda no? 12. Può essere che la stessa causa produce effetti diversi? 13. Può essere che a Pixie e a Miranda sia venuto mal di testa, ma per cause diverse? 14. Può essere che cause differenti producono lo stesso effetto? 15. Pixie e Miranda vomitano entrambe perché sono malate oppure è il vomito di Pixie che fa vomitare anche Miranda? ML ESERCIZIO: L’ironia. I. Usare l’ironia consiste generalmente nel sottintendere esattamente il contrario di ciò che realmente si dice. Per esempio, alla fine di p. 73, la mamma di Pixie dice: "Molto divertente!", mentre è chiaro che vuole dire che non è affatto divertente. Nei casi seguenti, specificate se colui che parla vuole dire ciò che dice oppure il contrario: Ciò che dice Il contrario Non so 1. Eugenio (inciampando durante la festa e buttando roba addosso a tutti): "Che bella impresa che ho fatto!". ❑ ❑ ❑ 2. Giuseppe (vedendo che la sua stanza dell’albergo è della grandezza di uno sgabuzzino: "Caspita quanto è grande!" ❑ ❑ ❑ 3. Anna (vedendo il Monte Bianco): "Grande!" ❑ ❑ ❑ 4. Anna (mentre la sua squadra del cuore perde): "Grande!" ❑ ❑ ❑ II. A volte si è ironici quando si dice qualcosa su un caso con lo scopo di sottintendere il contrario riguardo ad un altro caso o ai restanti casi. Supponiamo che Davide dica "È naturale che Benedetto è intelligente! In un compito ha avuto anche un buon giudizio quest’anno!" Da questa affermazione si può ricavare che in tutti gli altri compiti Benedetto ha avuto giudizi negativi e che Davide non lo considera per niente intelligente. Dite, nei seguenti casi, se le osservazioni sono ironiche oppure no. Ironico Non ironico Non so 1. Grazia: "Quanto è bello Fabio! Come si fa a non essere bello con un dente così? ❑ ❑ ❑ 2. Gianni: "Ragazzi, come mi piace l’anguria! La preferisco perfino al gelato". ❑ ❑ ❑ 3. Sandro: "Ho assoluta fiducia in quel tipo: fintanto che posso tenerlo d’occhio”. ❑ ❑ ❑ 4. Mina: "Guarda che bella giornata! Sono esattamente cinque minuti che non piove! ❑ ❑ ❑ ML 164 ESERCIZIO: L’ironia. Esaminate questa poesia: Salve! Bel cacciatore, fai sentire il tuo fucile. Bang! Ora l’animale È morto e ammutolito, finito. Mai più sbircerà, scivolerà furtivo, salterà, nuovamente mangerà, berrà o dormirà. Oh, che divertimento! … 1. L’autore di questa poesia pensa che sia bene uccidere gli animali? 2. L’autore di questa poesia pensa che sia divertente uccidere gli animali? 3. All’ultimo verso la poesia dice: "Che divertimento!". Questo significa che l’autore è favorevole alla caccia come sport? 4. È possibile che l’autore voglia dire esattamente il contrario di quello che dice realmente? 5. Che cosa c’è nella poesia che può suggerire l’idea che l’autore è fortemente contrario alla caccia e all’uccisione degli animali? 6. Questa poesia, fino all’ultimo verso, suscita in voi ammirazione per il cacciatore? 7. Questa poesia, fino all’ultimo verso, suscita in voi ammirazione per gli animali? 8. Questa poesia suscita in voi gioia per la vitalità dell’animale? 9. Questa poesia vi fa pensare quanto gli animali siano indifesi? 10. Questa poesia vi fa pensare come qualcuno può divertisi ad uccidere una creatura indifesa? È questo il significato di “Che divertimento"? ML ESERCIZIO: Le lusinghe. Il dottor Cancanella dice a Pixie: "Molti dodicenni non si comportano bene come te". Al che Pixie borbotta che la sta prendendo in giro. È vero che la sta prendendo in giro oppure sta facendo dell’ironia, oppure sta solo cercando di lusingarla per indurla a comportarsi bene? Lusingare significa elogiare molto. L’elogio può essere meritato, ma se si elogiano le persone più di quanto meritano, si dice che stiamo facendo lusinghe. Quale dei seguenti casi vi sembra essere una lusinga: Lusinga No Non so 1. Dell’Alaska ti dico questo: "È il più grande stato di tutti gli Stati Uniti. ❑ ❑ ❑ 2. Sara, sei stata proprio brava a capire che "ortografia" è una parola di 10 lettere! Nessuno di voi avrebbe saputo fare altrettanto! ❑ ❑ ❑ 3. Michele, hai rischiato la vita per salvare quel bambino nella casa in fiamme. Sei un vero eroe! ❑ ❑ ❑ 4. Miriam, non fare caso al fatto che tutti dicono che hai una voce stridula. Per me è molto musicale e gradevole. ❑ ❑ ❑ ML 165 PIANO DI DISCUSSIONE: Le malattie. 1. Tutte le malattie sono dolorose? 2. Tutte le malattie sono contagiose? 3. Se una malattia è dolorosa, vuol dire che è anche contagiosa? 4. Se una malattia è contagiosa, vuol dire che è anche dolorosa? 5. Sapreste dire che differenza c’è tra essere malati e stare bene? 6. Il vostro medico saprebbe dire la differenza tra essere malati e stare bene? 7. È possibile che voi pensate di essere malati mentre il vostro dottore dice che state bene? 8. È possibile che voi pensate di stare bene mentre il vostro dottore dice che siete malati? 9. Se non siete d’accordo col vostro medico sul vostro stato di salute, potreste essere voi a sbagliarvi? 10. Se non siete d’accordo col vostro medico sul vostro stato di salute, potreste essere il medico a sbagliarsi? 11. Due medici potrebbero essere in disaccordo sulla vostra salute? 12. Due medici potrebbero essere d’accordo sui vostri sintomi, ma non esserlo sul loro significato? ML 166 EPISODIO 2 UNA PICCOLA STRUMENTALIZZAZIONE DI UN’AMICA. Pixie si preoccupa del fatto che perderà l’occasione di raccontare alla classe la sua storia. Il padre la aiuta a risolvere il problema suggerendole di invitare i compagni a casa in modo da raccontar loro la storia e Isabella riceve l’incarico di riunire i compagni a casa di Pixie. A Pixie non passa minimamente per la testa che molti dei suoi compagni considereranno la richiesta poco ragionevole, né le passa per la testa che sta dando ad Isabella un incarico alquanto difficile. Isabella, d’altra parte, con la sua consueta sagacia, prevede le probabili conseguenze molto chiaramente, ma Pixie non dà peso alle proteste di Isabella e va avanti a supplicarla, a cercare di convincerla e a suggestionarla per raggiungere il suo scopo. MEZZI E FINI. Qui abbiamo parecchie questioni. Quando una richiesta diventa irragionevole? Che cos’è un/a amico/a? È sempre giusto strumentalizzare un/a amico/a? Che cos’è una promessa? (Isabella dice a Pixie con fermezza che lei non sta promettendo nulla). Molte di queste cose avvengono perché Pixie ha uno scopo nella mente e non si preoccupa troppo dei mezzi che usa per ottenere il suo fine. L’episodio, nel suo insieme, solleva il problema del rapporto tra mezzi e fini. È sempre giusto perseguire uno scopo senza badare ai mezzi usati o senza badare alle conseguenze e agli esiti? È sempre corretto usare gli amici per i propri scopi? PROMETTERE. Quando i compagni arrivano a casa di Pixie, lei rimane delusa dal fatto che ce ne sono solo quattro, ma si trattiene dal piangere. Lei racconta la sua storia e loro promettono di raccontarla agli altri. Ancora una volta viene fuori il tema del promettere. A quel punto Pixie ci ricorda che lei non ha mai promesso di dire al lettore la sua storia. Sembra che a Pixie non passi per la mente che talvolta le cose si fanno a prescindere se uno ha promesso o no di farle. D’altra parte, da questo possiamo inferire che se lei avesse promesso, si sentirebbe obbligata a raccontare la storia. Può essere utile fare attenzione a quello che dice Isabella precedentemente riguardo alle promesse. Lei aveva detto: "Va bene, Pixie, ci proverò. Ma non ti prometto niente!". In altri termini, lei vuole dire che farà il possibile. È evidente che per Pixie soltanto una promessa rappresenta un impegno a fare un favore ad un/a amico/a. Alla fine dell’episodio i compagni di Pixie non dicono: "Abbiamo un segreto. Quando ritornerai a scuola forse te lo sveleremo o forse no". Dicono, invece: "Pixie, quando tornerai a scuola, troverai una grande sorpresa". Al contrario di Pixie, mettono un limite ad un inutile dispetto. 167 PIANO DI DISCUSSIONE: Fare finta. Pixie dice che sta per morire e sottintende che i suoi amici non hanno diritto di rifiutare le sue richieste. 1. Secondo voi, Pixie tenta di ingannare Isabella sulla propria malattia? 2. È sempre giusto ingannare un/a amico/a? 3. Sarebbe più esatto dire che Pixie sta fingendo di essere molto malata? 4. Fingere significa “fare come se...”? 5. Fingere è come recitare? 6. Fingere è come dire bugie? 7. Se non siete re, ma credete di esserlo e vi comportate come un re, state fingendo? 8. Se siete re e lo sapete, ma vi comportate come se non foste re, state fingendo? 9. Secondo voi, gli animali fingono? 10. Supponente di fingere sempre. Potreste fingere di smettere di fingere? ML ESERCIZIO: Mezzi e fini. I fini sono degli scopi o obiettivi: ciò a cui tendiamo. I mezzi sono le cose od i metodi usati per raggiungere i nostri fini. Per esempio, per raggiungere la scuola molti ragazzi prendono l’autobus. In questo caso l’autobus è un mezzo di trasporto, mentre andare a scuola è l’obiettivo o fine. Inoltre, i ragazzi vanno a scuola per avere un’educazione. In tal senso, avere un’educazione è il fine, mentre andare a scuola è il mezzo. Provate a distinguere i fini dai mezzi nei casi seguenti, notando se, in qualche caso, qualcosa può essere sia fine che mezzo. 1. "Come potremmo incrementare i trasporti tra le nostre due città?" "Costruendo un ponte sul fiume" 2. "Quando giochi al solitario, imbrogli mai?" "Sicuro! Quel che conta per me è vincere". 3. "Che ci fai con questi spicci?" "Lo sai quanto mi piacciono le bubble gum!" 4. "Perché lavori tanto?" "Voglio guadagnare un sacco di soldi". "E perché vuoi guadagnare tanti soldi?" "Per comprare una nuova casa". 5. "Perché lavori tanto?" "Voglio guadagnare un sacco di soldi". "E perché vuoi tanti soldi? Per comprare una nuova casa?". "No, è perché sono avaro". 6. "Dove te ne vai con questa chiave inglese?" "A sistemare un tubo dell’acqua nel seminterrato". 7. Pierino: "Raccontami una favola e vado subito a dormire". La babysitter: "Vuoi davvero andare a dormire? Perché non rimani con me a vedere la TV?" Fine Mezzo Entrambi ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ML 168 PIANO DI DISCUSSIONE: Non fare qualcosa che si vorrebbe fare. Pixie dice che non ha pianto, anche se avrebbe proprio voluto farlo. La cosa sembra un poco strana. In genere non si può fare qualcosa perché gli altri non ce lo permettono. Ma, in questo caso c’è la volontà di fare qualcosa e poi non farla, sebbene nessuno sia di impedimento. Rispondi alle seguenti domande, dando, se possibile, le ragioni della risposta: A. Può una persona: B. Può una persona rifiutarsi di: 1. piangere quando vuole? 1. mangiare? 2. ridere quando vuole? 2. digerire quello che ha mangiato? 3. avere mal di testa quando vuole? 3. vivere? 4. respirare quando vuole? 4. morire? 5. dormire quando vuole? 5. odiare? 6. amare? ML ESERCIZIO: Che cos’è una promessa? In quale dei casi seguenti colui/colei che parla sta facendo una promessa? Promessa Non promessa Non so ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 1. "Promettimi che amerai sempre me". "Te lo prometto". 2. "Il Sole sorgerà sempre?" "Sì, te lo prometto". 3. "Mi amerai sempre?" "Sì, e questa è una promessa". 4. "Per favore, vuoi stare zitto?" "Ho intenzione di stare muto come un pesce". 5. "Mi hai promesso di restituirmi i soldi che ti ho prestato, e una promessa è una promessa". "Io non ho mai promesso. Ho solo previsto che te li avrei restituiti, ma mi sono sbagliato. 6. "Mi porti con te nel prossimo viaggio?" "Solo se ti comporti bene". 7. "Promettimi quello che vuoi, ma dammi un buon profumo ". "Ecco il profumo; ti prometto che domani ti porterò la Luna". 8. "Che te ne pare se sposo tua figlia?" "È una minaccia o una promessa?" ML 169 ESERCIZIO: Problemi di ragionamento per l’analisi. Giovanni, (viaggiando nell’autobus): "Per favore, signore, mi può dire che ora segna quell’orologio laggiù?” Signore: "Segna le 9,30". Giovanni (dopo qualche minuto): "Signore, che ora segna quest’altro orologio?" È possibile che il secondo orologio segni un orario precedente rispetto a quello segnato dal primo? È possibile che Giovanni confonda spazio e tempo quando pensa di andare nella direzione sbagliata? Signore: "Le 9,15". Giovanni: "Ehi, autista, fammi scendere! Sto andando nella direzione sbagliata". Un Marziano (vedendo un piano per la prima volta): "Smettila di tenere quel sorriso sulla bocca!" Si potrebbe dire che il Marziano pensa in modo analogico, ma non in modo corretto? Saverio: "Signora, mi dia un altro bicchiere e il mio fratellino farà per Lei l’imitazione di un uccello". Esiste più di un modo di imitare gli uccelli? Ce n’è uno più normale? Signora: "Davvero? Volare come un uccello?" Saverio: "No, ma mangerà un verme". Gina: "Non so dove ho messo gli occhiali". Lino: "Sono sicuro che li troverai". Gina: "Sicuro, e, quando li avrò trovati, potrò cercarli meglio". Potrebbe trattarsi di una confusione tra causa ed effetto. L’effetto (trovare gli occhiali) può prodursi prima della causa (cercare gli occhiali)? ML 170 CAPITOLO 10 EPISODIO 1 CREARE E RAPPRESENTARE. Pixie racconta la sua storia a quattro compagni. Quando torna a scuola, trova che la sua storia è stata raccontata agli altri e che adesso ascolterà la versione finale degli ultimi quattro compagni che la hanno ascoltata. Un fatto è subito evidente: nessuno di quelli che raccontano la storia, la ha anche inventata. Pertanto, esiste una distinzione tra coloro che, come Pixie, inventano storie e le raccontano e quelli che semplicemente le raccontano. I vostri alunni possono rendersi conto che una simile distinzione vale per gli adulti nel mondo dell’arte. Alcuni, infatti, creano opere che rappresentano loro stessi, mentre altri rappresentano soltanto le opere degli altri. Molti cantanti, per esempio, scrivono e cantano le loro canzoni. Alcuni autori di teatro recitano nelle loro stesse opere. Alcuni poeti recitano in pubblico le loro poesie. Molto più comunemente, però, ci sono i cosiddetti artisti creativi che non fanno esecuzioni e gli esecutori che non compongono quello che rappresentano. INTERPRETAZIONI. La separazione tra autore ed esecutore ha reso possibile una più vasta gamma di variazioni nello stile delle esecuzioni. Ci sarà un’unica opera intitolata Amleto, ma di esso si sono avute centinaia di interpretazioni diverse. La stessa cosa succede alla storia di Pixie. Se avesse raccontato personalmente la sua storia ai compagni di classe, avremmo avuto una sola versione. Ora ci sono molte versioni in competizione e le possibili relazioni che ci sono sia tra di esse che con l’originale sono suggestive. RAPPRESENTAZIONE E DIALOGO. I compagni di Pixie organizzano la recita nella forma del dialogo. Avrebbero potuto avere un narratore, invece preferiscono avere un assistente che pone domande. Si può vedere qui come il metodo usato durante l’anno dal maestro, ponendo in discussione qualsiasi idea emersa nella classe, è stato interiorizzato dai ragazzi e utilizzato nel loro modo di fare. UNIFICARE LE DRAMMATIZZAZIONI. I ragazzi mettono anche un sottofondo musicale e una drammatizzazione. Probabilmente Pixie non aveva drammatizzato la sua storia quando la aveva raccontata a casa sua, mentre i compagni pensano che le storie dovrebbero essere drammatizzate. Inoltre, capiscono che c’è un filo che le unisce e che è qualcosa di più del fatto che si tratta di quattro versioni della stessa storia. Si procurano un unico direttore che controlla, in successione, le quattro drammatizzazioni. Quando Pixie sente questo, batte le mani e dice che si tratterà di un’opera in quattro atti. SCAMBIO DI PROSPETTIVE. Si può notare come la classe è sul palcoscenico e solo il maestro con Pixie sono il pubblico. Questo rappresenta un interessante caso di scambio di prospettive. PIXIE È SINCERA CON SE STESSA? Notate che, ad un certo punto, Pixie parla da sola. Provate a chiedere ai vostri alunni se Pixie è più sincera quando parla da sola o quando parla con gli altri. BURATTINI. Isabella dice a Pixie che ci saranno anche dei burattini. Potete sollevare problemi come: I burattini sono modelli di persone della vita reale? Gli attori nella scena sono analogie rispetto alle persone nella vita reale? C’È UN APPROCCIO PREFERIBILE A QUESTE STORIE? I ragazzi presentano le loro quattro versioni della storia di Pixie in forma di drammatizzazione, e così dovrebbero essere trattate nella vostra classe. Qualcuno sarà tentato di interpretare queste quattro versioni della storia di Pixie come altrettanti miti della creazione. A questo proposito, è bene ricordare che Pixie stessa, a pagina 34, ha fornito due importanti suggerimenti per l’interpretazione di queste storie. Ci ha detto che la storia sullo zoo la fa pensare alla “differenza tra gli animali che pensano e quelli che non pensano” e la induce a chiedersi 171 “come ha inizio il pensiero, o da dove proviene”. Inoltre, interpretare queste storie come miti della creazione significherebbe allontanarsi dai temi che attraversano il racconto di Pixie nel suo insieme non soltanto dai suggerimenti che la protagonista esplicitamente fornisce. Pixie è coerentemente ferma a questioni riguardanti che cos’è la mente, che cos’è una persona, che cosa sono le relazioni, che cosa sono le analogie. Il problema della creazione è raramente in primo piano nella discussione. Non per questo sarebbe illegittimo vedere queste storie come analoghe ai miti della creazione. Ma, da un punto di vista pedagogico, sarebbe più saggio evitare di mettere queste storie in conflitto. Nello stesso tempo queste storie presentano ai ragazzi l’opportunità di discutere alcuni importanti temi filosofici: la mente, l’identità, le relazioni. PROGRAMMARE LA PRODUZIONE. Sarebbe utile dare per tempo agli alunni concreti compiti e stimolarli ad inventare, gli arredi, i gesti, lo scenario, la musica, l’illuminazione, l’allestimento e tutto ciò che può essere utile ad aumentare l’effetto drammatico e la credibilità delle loro rappresentazioni. I vostri alunni potrebbero sia recitare direttamente sia fare dei burattini e organizzare uno spettacolo di burattini. Potrebbero fare una scena per i burattini ed assegnare le parti da recitare. Quelli a cui vengono assegnate le parti di Jocko e Bozo potrebbero fare delle ricerche prima della rappresentazione ed assicurarsi l’aiuto di qualche compagno per costruire un modello di separatore del latte. Durante la rappresentazione essi potrebbero presentare il modello e illustrare a tutta la classe come funziona. Dopo le quattro rappresentazioni voi dovreste stare in disparte. Uno o due alunni potrebbero essere scelti come studenti-tutors per ciascuna delle storie e potrebbero coordinare la discussione dopo ogni atto. Ogni coordinatore potrebbe avere un assistente per aiutarlo a fare altre domande al gruppo e a tenere viva la discussione. Le idee e i temi seguenti potrebbero essere incorporati nelle domande dagli studenti coordinatori e dai loro aiutanti. 172 TEMI DA CONSIDERARE PER L’ATTO I STORIA DI BOZO E JOCKO 1. Che cosa significa l’espressione “C’era una volta”? Preannuncia ad un uditorio che sta per ascoltare una favola? Avete mai sentito una storia vera che inizia con “C’era una volta”? 2. In che cosa un ciclone è simile ad un uragano? In che cosa è diverso da un uragano? 3. In che cosa la versione cinematografica del Mago di Oz è uguale al libro? In che cosa è diversa? 4. Quando guardi il film del Mago di Oz, fai finta che è vero? 5. Judy Garland deve far finta di essere Dorothy per recitare la parte? 6. Gli animali fanno mai finta di essere quello che non sono? 7. Se un oggetto fa parte della scena in una rappresentazione, recita una parte? 8. In che senso il separatore di latte viene utilizzato come un analogia? 9. Chi riesce ad immaginare cosa succederebbe se menti e corpi fossero separati? 10. Chi riesce ad immaginare cosa sarebbe una mente anche se fosse separata dal corpo? 11. Si può immaginare una mente? 12. I corpi potrebbero cercare le menti senza una mente che li aiutasse a cercare? 13. Le menti potrebbero cercare i corpi senza un corpo che le aiutasse a cercare? 14. Siete sicuri che la mente che avete sia veramente vostra? 15. Se non fosse così, come potreste dirlo? 16. Quest’ultima domanda vi ricorda quello che successe a Pixie all’inizio del racconto quando si faceva domande sulla sua mente appartenente al corpo? 17. Jocko ha qualche probabilità di trovare la sua mente sotto il letto, nella vasca da bagno o in cucina? 18. Se fosse nella vasca da bagno, cosa ci farebbe? Potrebbe farsi un bagno? 19. C’è un posto più probabile dove trovare una mente? 20. Può essere che la sua mente non sia in nessun posto particolare? 21. Ha ragione Bozo a ritenere che l’Ufficio Persone Scomparse si occupa soltanto di persone e non di corpi e di menti? 22. Che cos’è una persona? 173 ESERCIZIO-GIOCO: La lampada. Per ogni giocatore serve: a) un foglio di carta; b) una penna; c) qualcosa di rigido su cui appoggiare il foglio. Per il gruppo serve: a) una lampada; b) una stanza buia in cui i giocatori possono sedere in circolo sul pavimento. Istruzioni: Sedersi in cerchio. Collocare la lampada al centro del cerchio. Ogni giocatore deve comporre nella sua mente una autobiografia in una sola frase. Quando siete pronti a scrivere, chiedete “Luce!”. Al turno successivo toccherà a voi usare la lampada. Il vostro vicino la sosterrà mentre scriverete la vostra frase. Alla fine, raccogliete tutte le frasi e scrivetele come una composizione di gruppo: sarà un riassunto della vita della classe. ML ESERCIZIO: Storie di un uovo. 1. Ogni alunno dovrà portare in classe un uovo sodo (alternativamente, qualcuno deve portare tante uova quanti sono gli alunni). 2. Qualche minuto perché ognuno possa dipingere il proprio uovo (Si può disegnare una faccia, oppure, disegnando una cintura a metà uovo, fare la figura di una persona intera). 3. Ora tutti dovrebbero sussurrare una storia al proprio uovo (Possibilmente riguardante il futuro dell’uovo). 4. Successivamente, recitando la parte dell’uovo, ognuno racconterà la sua (dell’uovo) storia. 5. Che cosa succederà adesso? I ragazzi mangeranno l’uovo? Lo daranno ad un amico? Se lo riporteranno a casa? ML ESERCIZIO: Un componimento per casa. Ogni alunno deve prendere un differente gruppo di parole e metterle insieme in modo tale da comporre una storia. Da dove prenderà ognuno le proprie parole? Dagli altri compagni di classe. Il modo più semplice per ottenere questo è procedere in questo modo. Ogni alunno prenderà tanti pezzi di carta quanti sono i compagni e scriverà una parola su ogni pezzo di carta per poi scambiarseli con i compagni. ML ESERCIZIO: Valutare analogie e similitudini. Alcune analogie e similitudini funzionano meglio di altre. Quelle che funzionano sembrano essere più appropriate e più calzanti rispetto a quelle che non funzionano. Nell’elenco seguente, cerca quelle che, secondo te, non funzionano e spiega perché. Parte I - Similitudini 1. Un burattino è come una persona. 2. Una persona è come un burattino. 3. Un barile per l’acqua è come un tamburo. 4. Un tamburo è come un barile per l’acqua. 5. Un’armonica è come un organo. 174 Parte II - Analogie 6. Uno scrittore sta ai suoi personaggi come un burattinaio sta ai suoi burattini. 7. Suonare l’armonica è come suonare l’organo. 8. Raccontare una storia è come scrivere una storia. 9. Proprio come un atto è una parte di un’opera, così un palcoscenico è una parte di un auditorio. 10. Proprio come un palcoscenico è una parte di un auditorio, così un atto è una parte di un’opera. 11. Una mano è un tamburo come la bocca è un’armonica. 12. Uno scrittore sta a chi racconta le storie come chi racconta le storie sta ad un attore. ML ESERCIZIO: L’argomento dei racconti. Come si sa, molte opere d’arte (racconti, poesie, opere teatrali, ecc.) hanno titoli come Cappuccetto Rosso, Il Piccolo Principe, Il Continente Perduto, composti da un sostantivo e da un aggettivo. Mentre il sostantivo serve ad indicare l’oggetto del racconto, l’aggettivo dice qualche sua qualità. Insieme annunciano l’argomento. Le due colonne seguenti contengono, una sostantivi e l’altra aggettivi. Scegli una coppia che ti sembra adatta per un bel titolo di un racconto, premettendo, naturalmente, l’articolo appropriato. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • scricchiolante vertiginoso sorridente rapido fosco vivace elettrico spaventato cadente fiammeggiante chimico arcigno felice sincero divisibile frantumato risoluto orgoglioso codardo inzuppato cattivo solubile imprigionato mortale sereno vasca da bagno palude cucchiaio polpetta orco attico sottaceti figlia strega coccinella banana campanile vaso da fiori registratore di cassa incubo veliero giocatore di bocce briciola torta costume da bagno aspetto contatto sapore ombelico occhiali Ora, che ne diresti di scrivere un breve racconto usando l’argomento scelto? ML 175 PIANO DI DISCUSSIONE: Analisi di un’analogia. Bozo e Jocko pensano che le menti sono separate dai corpi da un uragano come la crema viene separata dal latte da un separatore nel caseificio. Considerate questa analogia. 1. È il latte più pesante della crema o è la crema più pesante del latte? 2. È più leggera la mente o il corpo? 3. Visto che la crema sale verso l’alto, questo vuol dire che anche la mente “sale verso l’alto”? 4. La mente pesa qualcosa? 5. La mente è dentro il corpo? 6. È possibile che il corpo sia dentro la mente? 7. Il tuo corpo è nello spazio? 8. Il tuo corpo è nel tempo? 9. Potrebbe il vostro corpo essere nella vostra mente così come i vostri corpi sono nello spazio e nel tempo? 10. L’analogia di Bozo è valida o no? Perché? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Corpi e menti. Immaginiamo che ci sia stato un uragano e i corpi e le menti delle persone sono stati separati. Dopo l’uragano corpi e menti incominciano a cercarsi l’un l’altro: 1. I corpi magri cercherebbero le menti magre mentre i corpi grassi cercherebbero le menti grasse? 2. Gli occhi del corpo potrebbero vedere la propria mente e la mente potrebbe pensare: “Questo è il mio corpo”? 3. Se la mente sbagliata si unisse al corpo sbagliato, riuscite ad immaginare come potrebbe accorgersene? PG PIANO DI DISCUSSIONE: Menti e corpi. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Riuscite a vedere il vostro corpo per intero o ne vedete solo una parte? Riuscite a vedervi il dorso (senza guardarvi nello specchio)? Gli occhi possono guardare se stessi? Come mai gli occhi riescono a vedere quasi tutto, tranne che se stessi? Può la vostra mente sapere ogni cosa? Può la vostra mente conoscere se stessa? È un’analogia quella tra gli occhi che cercano di vedere se stessi e la mente che cerca di conoscere se stessa? Quello che chiamate mente potrebbe essere una serie di suoni che non si sentono con le orecchie ed una serie di immagini che non si vedono con gli occhi? È vero che a volte suoni ed immagini che sono nella mente somigliano all cose che sono nel mondo, mentre altre volte no? Immaginate che una sala cinematografica possa parlare e vi dica che ha una mente perché contiene suoni ed immagini. Sareste d’accordo o no? Perché? ML 176 ESERCIZIO: La mente. La colonna a destra presenta punti di vista diversi su che cos’è la mente. La colonna a sinistra presenta una serie di espressioni riguardanti la mente. Sapete accoppiare ciascuna delle espressioni a sinistra con la corrispondente definizione a destra? 1. Io agisco col corpo e penso con la mente. a) La mente non è altro che il cervello. 2. La mente è materia. È la materia che hai nella testa che ti fa pensare. b) La mente è una cosa invisibile. c) La mente è una dimensione in cui si trovano i pensieri, così come lo spazio e il tempo sono le dimensioni in cui avvengono i fatti. 4. La mia mente è la mia personalità. d) 5. La mente non si può né vedere né toccare. La materia può essere creata e distrutta, ma non la mente. La mente è l’insieme delle attività mentali di una persona, come, per esempio, credere, negare, sperare, ecc. e) La mente è l’insieme delle idee di una persona. f) La mente è una cosa che non esiste. g) Nessuna delle definizioni precedenti. 3. La mente è soltanto una parola per poter parlare a se stessi. 6. La parola “mammifero” è il nome di un insieme di animali. La parola “mente” è il nome di un insieme di pensieri. 7. Una frase è l’organizzazione di parole e, allo stesso modo, la mente è l’organizza-zione di idee. ML PIANO DI DISCUSSIONE: Menti e corpi. Parte A 1. Sareste capaci di camminare senza il corpo? Che succederebbe se aveste il corpo, ma non la mente? 2. Sareste capaci di parlare senza il corpo? E senza la mente? 3. Potreste sentire freddo d’inverno senza il corpo? Che succederebbe se aveste il corpo, ma non la mente? 4. Potreste contare senza il corpo? Che succederebbe se aveste il corpo, ma non la mente? 5. Potreste leggere se non aveste un corpo? Che succederebbe se aveste il corpo, ma non la mente? 6. Gli altri potrebbero sapere che ci siete se non aveste il corpo? Che succederebbe se aveste la mente, ma non il corpo? 7. Potreste vedere la presenza di un’altra persona senza avere il corpo? Che succederebbe se aveste il corpo, ma non la mente? 8. Potreste pensare senza il corpo? Che succederebbe se aveste il corpo, ma non la mente? Parte B 1. Come vi sentireste se, svegliandovi una mattina vi ritrovaste con il corpo di un orso? Quali cose mai fatte prima fareste? Quali cose non fareste? Vi comportereste diversamente dagli altri orsi? 2. Come vi sentireste se, svegliandovi una mattina, non vi ricordaste niente di voi? Che fareste? Che cosa non fareste? GE 177 PIANO DI DISCUSSIONE: Le persone. 1. Tutti i vostri amici sono persone? 2. I componenti della vostra famiglia sono tutte persone? 3. Tutti gli oggetti che sono a casa vostra sono persone? 4. Gli animali sono persone? 5. I pesci sono persone? 6. Gli insetti sono persone? 7. I ragazzi sono persone? 8. Ci sono adulti che non sono persone? 9. Uno che è morto continua ad essere una persona? 10. Le persone sono tutte diverse tra loro? 11. Due persone possono avere lo stesso corpo in comune? 12. La stessa persona può avere due corpi? 13. Una persona può avere due vite? 14. Le persone devono necessariamente avere il corpo? 15. Le persone devono necessariamente avere la mente? 16. Le persone devono necessariamente avere corpo e mente? 17. Se un pollo alla macelleria incominciasse a comportarsi in modo intelligente, sarebbe una persona? 18. Un individuo paralizzato o in coma non è più una persona? 19. I personaggi di un racconto (tipo Pixie e Bruno) sono persone? 20. Che cos’è una persona? ML PIANO DI DISCUSSIONE: I due clown. 1. Perché Jocko è tanto eccitato all’inizio della storia? Sarebbe stata la stessa cosa se Bozo non avesse iniziato il racconto con l’espressione "C’era una volta..."? 2. Bozo racconta la storia di un uragano. E allora, perché inizia subito a parlare del latte in una vasca d’acciaio? Sta facendo un’analogia? Spiegate. 3. Jocko dice che non riesce ad immaginarsi che succederebbe se i corpi e le menti delle persone fossero separate. Perché non ci riesce? E voi, riuscite ad immaginarlo? 4. Nel racconto di Bozo i corpi cercano le loro menti e le menti i loro corpi. Quando state cercando qualcosa, è il vostro corpo o la vostra mente che cerca? O entrambi? O né l’uno né l’altra? 5. A volte capitano degli errori: un corpo si unisce alla mente sbagliata e, allora, incominciano a litigare. Vi viene in mente un’analogia con questa situazione? 6. Si può perdere la propria mente? Come? Si può perdere il corpo? 7. Solo gli esseri umani sono persone o è persona chiunque abbia una mente? 8. Sono le persone ad avere corpo e mente o sono corpo e mente ad avere le persone? 9. Se uno perde il corpo e la mente, che cosa si è perso? Niente? Un niente può avere corpo e mente? MJW 178 TEMI DA CONSIDERARE PER L’ATTO II IL MAGO E LA SIGNORA 1. Che cos’è un mago? 2. Potevano esserci gocce di piaggia se non esisteva ancora il mondo? 3. Potevano esserci le caramelle senza nessuna fabbrica di caramelle? 4. C’è ironia nell’espressione del Mago “Che delizia!” (p. 83). 5. Che cosa significa la frase: “Di tutti i tipi che tu riesci ad immaginare, e ancora di più” (p. 83). 6. Se ancora il mondo non c’è e le caramelle continuano a cadere, potrebbero cadere per sempre? 7. Perché le caramelle rallentano la discesa? 8. Che cos’è una spiegazione? 9. Il Mago afferma che le caramelle erano rosse, viola, verdi, gialle e che per questo motivo il mondo è di questi colori. Deve per forza essere così? 10. Potrebbe essere che le caramelle hanno dei colori e il mondo che formano ha colori diversi? 11. Riuscite ad immaginare piedi, gambe, orecchie, nasi e dita che girano intorno per cercare gli altri? 12. Perché cercavano di ritrovarsi? 13. Forse questo suggerisce che in un tempo precedente si conoscevano o che erano uniti tra loro? 14. Perché una cosa può essere difficile da credere? 15. Perché alcune cose sono più difficili da credere di altre? 16. La Signora dice: “Non ti ho mica chiesto di crederci; ti chiedo solo di stare a sentirmi” (p. 84). Qual è la differenza tra a) l’ascoltare una storia credendo a quello che vi viene raccontato, b) non credendo a quello che vi viene raccontato e c) né credendo né non credendo a quello che vi viene raccontato? 17. Potrebbe essere una bella storia in tutti e tre i casi? 18. Sembra che le varie parti del corpo sanno quello che fanno: le orecchie non cercano i piedi. Come fanno a saperlo? 19. Perché le persone non erano felici dopo che si erano composte? 20. Che cosa è venuto prima: gli individui, le persone o le famiglie? 21. Secondo voi, perché si è pensato di chiamare “montagne” le montagne? Si sarebbe potuto chiamare “montagna” una pianura e “pianura” una montagna? 22. Come possono orecchie, nasi e braccia essere infelici? 23. Si può essere una persona felice con un naso infelice? 24. Si può essere una persona infelice con delle braccia felici? 25. I clown sono corpi infelici con una faccia felice? 26. Si può avere un albero triste come un salice piangente? 27. È possibile che certe parole pensano di essere fatte l’una per l’altra come succede, per esempio, a due amici? 28. È per questo che, quando uno parla, le parole sembrano venire da sole, senza bisogno di cercarle? 29. Quando uno dice la parola "cane", forse che la parola "abbaiare" subito si prepara per essere detta? 30. Secondo voi, le persone parlano perché le parole cercano di uscire fuori? 31. Secondo voi, la capacità di pensare si è manifestata soltanto dopo che le persone ebbero parlato per un certo periodo di tempo? 32. Il parlare prima di avere la capacità di pensare era un parlare senza senso? 33. Non è vero che i bambini balbettano prima di parlare in modo comprensibile? 34. La Signora era realmente segata in due o era soltanto un’illusione? 35. Che cos’è un’illusione? 179 PIANO DI DISCUSSIONE: Che cos’è un mago? 1. I maghi sono quelli che fanno le magie? 2. I maghi sono quelli che fanno finta di fare le magie? 3. I maghi sono semplicemente i maestri della finzione? 4. La magia esiste realmente? 5. I maghi sono quelli che fanno apparire le cose come per magia? 6. Forse che chiamiamo magiche le cose che non ci sappiamo spiegare? 7. Se si scoprisse un animale strano che vive al fondo di un lago, e non ci sapessimo spiegare la sua presenza, questo vorrebbe dire che sarebbe apparso lì per magia? 8. Se uno vi chiede di scegliere una carta dal mazzo e vi sapesse dire che carta è senza averla guardata, direste che questa è magia? 9. Se un mago non fa realmente ciò che afferma di fare, sta dicendo bugie? 10. Il mago è come l’attore che recita una parte e non crede personalmente a niente di quello che dice? 11. Che differenza c’è tra un clown ed un mago? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Forme e dimensioni. 1. Possono delle cose essere delle stesse dimensioni ma di forma diversa? 2. Possono delle cose essere della stessa forma ma di dimensioni diverse? 3. Cose della stessa misura ma di forma diversa possono fare da modello l’una all’altra? 4. Cose della stessa forma ma di misura diversa possono fare da modello l’una all’altra? 5. Cose della stessa forma ma di misura diversa possono essere un’analogia una dell’altra? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Pensieri e parole. La Signora dice al Mago che prima vennero le parole, poi le frasi e, infine, i pensieri. 1. Riuscite a pensare qualcosa per la quale non esiste nessuna parola? Di che si tratta? 2. Sapete costruire una parola? Qual è? 3. Provate ad usare la parola in una frase. Ha senso la frase? 4. Se altri leggono la frase, capiscono cosa vuol dire? 5. Che cosa viene prima, i pensieri o le parole? 6. Noi costruiamo i pensieri? 7. Noi costruiamo le parole? PG/AMS PIANO DI DISCUSSIONE: La Signora e il Mago. 1. Come mai la Signora vuole raccontare una storia al Mago? 2. Nella storia raccontata dalla Signora, prima che ci fosse il mondo, c’era soltanto una continua pioggia. Secondo voi, cosa intende lei per "mondo"? 3. Può esistere una pioggia che non cade? 4. Nella storia si dice che le caramelle erano di diversa misura e anche di diversa forma. Potevano essere di forma diversa senza essere anche di misura diversa? 180 5. Qualche giorno dopo l’inizio del mondo gli gnomi scoprirono che la terra era stata fatta con un’enorme mucchio di caramelle attaccate tutte insieme. "Ecco - dissero allora - adesso siamo sicuri che il mondo lo ha fatto la Strega. E chi altri avrebbe potuto attaccare insieme tutte queste caramelle?" Che ne pensate del ragionamento degli gnomi? 6. Il Mago pensa che i diversi colori delle caramelle spiegano la presenza di diversi colori nel mondo. Questo significa che i diversi colori nel mondo spiegano perché c’erano diversi colori nelle caramelle? 7. Il Mago trova difficile da credere che gambe e braccia andassero in giro a cercare da sole. Avrebbe potuto crederci se si fosse sforzato abbastanza? 8. Riuscite a pensare a qualcosa difficile da non credere? 9. È meglio credere alle cose o non crederci? 10. Dopo che furono inventate le parole, bisognò dare i nomi alle cose. Immaginate un dialogo del genere: 11. Tina: "Qui c’è qualcosa. Come la vogliamo chiamare?" 12. Tony: "Chiamiamola montagna". 13. Tina: "Sta bene, ma che nome le diamo a questa montagna?" 14. Tony: Che ne pensi di chiamarla Monte Bianco?" 15. Tina: "Oh, benissimo! E ora, che nome diamo al Monte Bianco?" 16. Tony: "Non essere sciocca! Il Monte Bianco non ha bisogno di un nome". 17. Tina: "E, allora, perché le montagne hanno bisogno di un nome?" 18. Come rispondereste all’ultima domanda di Tina? E perché non chiamano le cose semplicemente "cose"? E perché il Monte Bianco non ha bisogno di un nome? 19. Isabella: "Mia nonna dice sempre: "Pensa prima di parlare". 20. Pixie: "E allora come mai le persone cominciano a pensare soltanto dopo che hanno parlato per un sacco di tempo?" 21. Secondo voi, cosa viene prima, il parlare o il pensare? MJW 181 TEMI DA CONSIDERARE PER L’ATTO III LO SPAVENTAPASSERI E IL TAGLIALEGNA 1. Che cosa significa "sentirsi a pezzi"? 2. Il vostro corpo è a pezzi? 3. La vostra mente è a pezzi? 4. Come può una mente essere a pezzi? 5. Se uno è "in gamba", vuol dire che è intelligente? 6. Se uno è "in gamba", vuol dire che è istruito? 7. Se uno è "in gamba", vuol dire che è felice? 8. Se uno è "in gamba", vuol dire che è buono? 9. Se tutte le parti del Taglialegna fossero sostituite contemporaneamente, sarebbe ancora lo stesso Taglialegna? 10. Se tutte le parti del Taglialegna fossero sostituite una dopo l’altra, sarebbe ancora lo stesso Taglialegna? 11. Lo Spaventapasseri dice: "Ti racconterò una storia". In quella situazione, che tipo di storia possiamo aspettarci? 12. C’è da spettarsi una parabola? (Una parabola è la trasformazione di una analogia in storia a fini educativi). 13. Che differenza c’è tra una favola ed una parabola? 14. Lo Spaventapasseri dà una risposta? Qual è? 15. Chi è che fa alle varie parti del corpo le domande (pp. 86-87)? Potrebbero essersele fatte tra di loro? 16. Perché le varie parti del corpo litigano tra loro? 17. Che cos’è una funzione? 18. Chi ha fatto daccapo la distribuzione dei compiti? 19. Le varie parti del corpo hanno un’unica funzione? 20. Nella società le persone hanno un’unica funzione? 21. Come facciamo a sapere qual è la nostra funzione? 22. Perché le varie parti del corpo erano infelici quando ebbero i loro compiti? 23. Le persone che vogliono essere quello che non sono vi sembrano pazze? 24. Lo Spaventapasseri crede che esse sono pazze? 25. Cambierà mai il Taglialegna? Se sì, perché? Se no, perché? 182 PIANO DI DISCUSSIONE: Sostituzione di parti e cambiamenti. Il Taglialegna domanda allo Spaventapasseri: “Il fatto è che se le (le parti del corpo) sostituisco tutte, non so se poi continuerò ad essere lo stesso... Tu che sei intelligente sapresti dirmelo?” (p. 86). 1. 2. 3. 4. 5. 6. Se i vostri genitori avessero una vecchia macchina e sostituissero il motore, sarebbe sempre la stessa macchina? Se i vostri genitori avessero una vecchia macchina e sostituissero, una alla volta, tutte le parti difettose, sarebbe sempre la stessa macchina? Se uno subisce un trapianto di cuore, resta la stessa persona? Se uno subisce un trapianto del cuore, del fegato e della gamba destra, resta ancora la stessa persona? Se ad uno vengono sostituite tutte le parti del corpo, resta ancora la stessa persona? Se a Pixie piace la pizza e a Bruno no, questo vuol dire che, se tutte le parti di Pixie vengono sostituite con quelle di Bruno, allora anche a Pixie piacerà la pizza? PG Nota: Un caso pertinente è quello di Wanda, la vecchia FIAT 124 che rischia di perdere la sua identità a furia di sostituire pezzi che non funzionano. Ne parla Ermanno Bencivenga nel suo libro Giochiamo con la filosofia, Mondadori, Milano 1990, p. 54. [N.d.t.] PIANO DI DISCUSSIONE: L’organizzazione delle parti. 1. 2. 3. 4. 5. Cosa succederebbe se gli uccelli avessero le pinne e i pesci le ali? Cosa succederebbe se i vostri occhi si trovassero sulla punta dei pollici? Che vantaggi avreste? Che svantaggi avreste? Cosa succederebbe se le vostre orecchie fossero attaccate ai piedi? Cosa succederebbe se le persone avessero tre occhi invece di due? E se le persone avessero tre braccia invece di due? Cosa succederebbe se non ci fossero le famiglie? GE PIANO DI DISCUSSIONE: La funzione delle cose. 1. 2. 3. 4. 5. 6. Sareste capaci di correre sulle mani come correte sui piedi? Perché o perché no? Sareste capaci di afferrare le cose con i piedi come fate con le mani? Perché o perché no? Sapreste tagliare il prato con un paio di forbici con la stessa facilità che con il tagliaerba? Perché o perché no? C’è qualcosa che sapete fare come chiunque altro della classe? Qualcuno dei compagni sa fare qualcosa meglio di quanto sapete fare voi? Se tutta la classe lavora insieme, le cose si fanno prima e meglio che lavorando ognuno per conto suo? GE PIANO DI DISCUSSIONE: Le condizioni della percezione. 1. 2. 3. 4. 5. Siete capaci di vedere se è buio completo? Perché o perché no? Sentite ugualmente bene quando avete le orecchie tappate col cotone? Perché no? Sentite le cose con le dita ugualmente bene quando avete i guanti? Sentite gli odori e i sapori ugualmente bene quando siete raffreddati? L’ultimo boccone di gelato ha lo stesso sapore del primo? Perché o perché no? 183 GE PIANO DI DISCUSSIONE: Il Taglialegna e lo Spaventapasseri. 1. Il Taglialegna si chiede se, sostituendo le sue parti, resterà lo stesso. Che cosa gli avreste risposto voi? Ci sarebbe differenza se si sostituissero tutte le parti tranne una? 2. Spaventapasseri racconta che prima di esserci le persone c’erano solo parti. Secondo voi vengono sempre prima le parti? Qualcuno conosce qualche eccezione? 3. Che cos’è una “catena di montaggio”? Conoscete altri modi per mettere insieme delle parti? 4. Secondo voi, perché le orecchie ed i nasi volevano vedere? 5. State consumando la vostra cena, quando va via la luce e restate completamente al buio. Sentite ugualmente il sapore del cibo? È lo stesso sapore di quando c’è la luce? 6. Qualcuno vi porge un piccolo fiore e vi chiede se vi piace il suo profumo delicato. In quel momento passa un aereo bassissimo con un rombo assordante. Riuscite a sentire ancora il profumo del fiore? È lo stesso profumo? 7. Infine qualcuno disse agli occhi che il loro solo lavoro è quello di vedere e alle orecchie che il loro lavoro è di ascoltare. È meglio avere un unico lavoro per tutta la vostra vita? 8. Avete mai desiderato essere ciò che non siete? Se fosse possibile, sareste felici? Supponete di continuare a restare diversi, sarebbe la cosa migliore? Sareste ancora la stessa persona? Come fareste a saperlo? 9. Quanto durano le storie? Possono durare per sempre? Se cambiano, sono ancora le stesse storie? MJW ESERCIZIO: Una storiella per leggere. Un viandante sta attraversando la montagna. Il sentiero è molto stretto. Alla sua sinistra si alza una parete di roccia. Alla sua destra la montagna digrada bruscamente in una massa di rocce che scendono giù, giù lontano. All’improvviso l’uomo inciampa e, in un attimo si ritrova a rotolare lungo il precipizio. Cerca, brancolando, di afferrarsi a qualcosa. La sua mano incontra una pianta rampicante e vi si aggrappa. Ma ora vede che due topi stano rosicchiando quella pianta! Ben presto l’avrebbero mangiata completamente! Poi trova tre fragole mature in una piccola fessura del precipizio. Le mangia lentamente e con grande gusto. Che sapore dolce che hanno! +++ Le seguenti affermazioni riguardano la storia che avete letto. Per ognuna di esse dite se vi sembra corretta, probabilmente corretta, sbagliata, probabilmente sbagliata, non si può dire. corretta probabilmente sbagliata sbagliata non si può dire ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 4 È notte. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 5 Egli è solo. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 6 Le fragole sono state mese lì dai topi. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 7 I topi avevano già mangiato delle fragole. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 8 Le fragole sono l’ultima cosa che l’uomo mangerà. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ 9 Le fragole sono buone più del normale. ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ probabilmente corretta 1 L’uomo viene da una grande città. 2 Sta cercando i figli. 3 Il sentiero è molto ripido. ML 184 CAPITOLO 11 EPISODIO 1 LA VERSIONE DI BRUNO. Buona parte di quest’ultimo capitolo è dedicata al quarto atto della recita. Conviene ricordare che questa versione della storia è dovuta soltanto a Bruno, perché egli la ha sentita direttamente da Pixie. Per questa ragione i ragazzi possono essere tentati di dire che questa versione è la più autentica. E questo è certamente discutibile. Un gruppo di ragazzi ben alfabetizzati può trasmettere il racconto dall’uno all’altro senza cambiarlo di molto, mentre invece un solo ragazzo ricco di immaginazione può renderla irriconoscibile. Pertanto non c’è modo di sapere fondatamente se questa versione della storia è più accurata delle altre. FINZIONE E VITA REALE. Un’altra differenza tra l’atto quarto e i precedenti consiste nel fatto che le marionette non rappresentano personaggi immaginari ma Bruno e Pixie e, mentre Bruno rappresenta se stesso, Roberto fa la parte di Pixie. Considerato che Pixie è presente nel pubblico, per Roberto deve essere stata una prova particolarmente impegnativa. RACCONTI FILOSOFICI E FAVOLE. Pixie afferma che “non c’era nessuna finzione” (p. 89). Forse questo è una delle ragioni per cui i racconti filosofici per ragazzi sono diversi dagli altri racconti per ragazzi, come le favole. In genere, i racconti filosofici, per poter suscitare la meraviglia di fronte al mondo come esso è, non sono basati su esperienze fantastiche o inverosimili. Naturalmente questo non è il solo modo di suscitare la meraviglia. La finzione, in determinate circostanze, funziona altrettanto bene, come mostrano proprio gli ultimi due capitoli di Pixie. 185 ATTO IV: TEMI PRINCIPALI E PROBLEMI PER LA DISCUSSIONE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 186 Quando guardiamo in cielo, vediamo luci o stelle? Percepiamo le stelle come sappiamo che sono oppure come le vediamo? (Le vediamo come luci; le conosciamo come stelle). Secondo voi, perché Pixie insiste perché Bruno inizi con “C’era una volta...”? Che cosa sono le idee? Le idee sono la stessa cosa dei pensieri? C’è un’idea per ogni padella o un’idea per tutte le padelle? Come è possibile che si possono avere idee di cose che non si toccano, come per esempio l’amicizia e non si possono avere idee di cose che si toccano come fango, peli, sporcizia? Se ci sono idee perfette di sedie perfette, questo implica che ci sono a) idee imperfette di sedie perfette, b) idee imperfette di sedie imperfette, c) idee perfette di sedie imperfette? Se qualcosa è perfetto, deve essere felice? Negli altri atti c’erano parti del corpo che volevano essere diverse da come erano? Nella storia di Bruno ci sono idee che vogliono essere diverse da ciò che sono? Precedentemente Pixie aveva detto: “La sola cosa che mi riusciva di pensare era il fatto che la mia creatura misteriosa, gira e gira, in pratica non era niente proprio: soltanto il nome di un insieme e non qualcosa di caldo e peloso, con il naso umido e gli occhi castani” (Cap. VIII, p. 70). Qualcuno vede qualche somiglianza tra quello che dice Pixie e la conversazione tra l’idea di cuscino e l’idea di letto (p. 90)? La spiegazione di come le idee sono arrivate sulla Terra somiglia alla spiegazione di come il Piccolo Principe è arrivato sulla Terra? Come hanno fatto le idee a dare forma alla materia trovata nel mondo? Bruno dice che le idee danno forma mediante un processo di condivisione. Come può essere? Forse che le idee si imprimono sulla materia? È possibile avere una sola idea per tutte le sedie? È possibile che tutte le sedie condividano una idea di sedia? Se prendiamo un paragone come il seguente: “Isabella è gentile quanto Miranda”, qual è la relazione? Che cosa viene condiviso? Che cosa fate per mettere la vostra camera in ordine? Nella vostra camera c’è una gran confusione, allora voi mettete ogni cosa al suo posto. Può essere simile alla vostra mente? I vostri pensieri sono tutti sottosopra. Vorreste poter pensare le cose o qualcuno potrebbe spiegarvele in modo da mettere ordine nella mente. Un racconto riesce talvolta a fare qualcosa del genere? Quali erano i due compiti delle idee? Bruno afferma che c’è una sola idea per ogni persona. Siete d’accordo con lui? Sarebbe stato più esatto se Bruno avesse detto che nel caso dei nomi comuni, molte cose condividono la stessa idea; nel caso dei nomi propri, c’è una sola idea per ciascuna cosa? Perciò tutti i cavalli finora vissuti e quelli che vivranno condividono l’idea di Cavallo. Si possono distruggere le idee? Perché le idee rimasero deluse quando arrivarono sulla Terra? È vero che molte case sono brutte? È vero che non sono molte le persone che fanno azioni buone? Perché all’inizio le idee si lamentavano? Che cosa vuol dire avere una amnesia? Come distinguevano le idee il bene dal male? Come distinguevano le idee il vero dal falso? Forse che Bruno sta suggerendo che la prova per riconoscere il vero o il bello consiste nel constatare se una cosa ci ricorda il mondo perfetto in cui una volta vivevamo? Quand’è che le persone sono felici? ESERCIZIO: Si può distruggere un’idea? C’era una volta l’esercito dei Monelli Blu del pianeta Krypton che avevano fatto un piano per invadere il pianeta Terra. I Monelli Blu diedero l’annuncio che i loro nemici non erano persone ma idee, per cui lanciarono un concorso in tutte le scuole, mettendo in palio sostanziosi premi per la migliore composizione sul tema “Come distruggere le Idee”. E voi, che cosa avreste scritto? ML PIANO DI DISCUSSIONE: Da un’idea al suo opposto... e viceversa. Considerate questa conversazione: Pixie: “Qual è il contrario di vero?” Miranda: “Falso”. Pixie: “Allora, come passo dal falso al vero?” Miranda: “Correggendo ciò in cui credi”. Pixie: “Ma, come faccio?” Miranda: “Scoprendo dove sbagli”. Pixie: “Tutto qui?” Miranda: “Beh, può essere d’aiuto anche scoprire dove hai ragione”. In ciascuno dei casi seguenti, indica il contrario dell’idea enunciata e spiega come fare a passare dal contrario di nuovo all’idea. EHOOH]]D ERQWà amicizia amore successo giustizia salute felicità saggezza ML PIANO DI DISCUSSIONE: Si osserva ciò che si vede o ciò che si sa? Di sera, se guardiamo il cielo, vediamo luci. Sappiamo che si tratta di stelle, perciò diciamo “Vedo delle stelle”. Intanto Bruno sostiene che ciò che vediamo non sono altro che luci. Facciamo qualche esempio: 1. 2. 3. 4. Uno sta seduto in mezzo ai binari ferroviari. Guardando i binari in lontananza, li vede avvicinarsi progressivamente tra di loro, ma sa che non è vero. Allora si può dire che li vediamo convergere o no? State vedendo un film triste e non riuscite a trattenere il pianto. Il vostro amico dice: “Ma, è soltanto un film!” e voi rispondete: “Lo so, ma non riesco a non piangere”. Forse che ciò che impedisce al vostro amico di piangere è sapere che si tratta solo di un film? Il giorno di Pasquetta andate a mangiare da un vostro amico in campagna e scoprite che state mangiando la carne di quel tacchino col quale avevate giocato qualche giorno prima. Questa scoperta può cambiare il sapore della carne? Dovete disegnare il piano del tavolo della cucina per come lo vedete standoci seduti. Sapete che il piano ha una forma quadrata. Lo disegnerete come la figura N° 1 o come la figura N° 2? Figura 1 Figura 2 ML 187 PIANO DI DISCUSSIONE: Condividere. 1. Allo zoo Nadia diede quasi metà della sua colazione agli scoiattoli (Cap VIII, p. 63). Questo vuol dire condividere la colazione con qualcuno? 2. Supponiamo che ogni ragazzo che va allo zoo deve acquistare un biglietto d’ingresso. Questo significa che tutti condividono il costo dell’ingresso? 3. Supponiamo che non c’erano guide per visitare lo zoo a sufficienza per cui Nadia e Vilma usano la stessa copia. Questo significa che condividono la stessa guida? 4. Supponiamo che Tommaso e Nello fanno a turno ad usare una certa sedia - uno la usa ogni mattina e l’altro ogni pomeriggio. Questo significa che condividono la stessa sedia? 5. Supponiamo che Concetta e Caterina vanno insieme al cinema. Questo significa che condividono lo stesso film? 6. Supponiamo che Pixie ha un segreto e lo confida ad Isabella. Questo significa che Pixie ed Isabella condividono un segreto? 7. Supponiamo che Pixie scopra un’altra ragazza col suo stesso nome. Questo significa che le due ragazze condividono lo stesso nome? 8. Ci sono due mucche in mezzo ad un prato. Condividono la parola “mucca”? Condividono lo stesso prato? 9. Supponiamo che Pixie ed Isabella abbiano la stessa idea di Bruno. Questo significa che condividono la stessa idea? 10. Se state partecipando ad una discussione di classe, questo significa che condividete la discussione? 11. Se state guardando uno spettacolo televisivo, questo significa che partecipate allo spettacolo? 12. Tutte le mucche del mondo partecipano all’idea di “mucca”? 13. Se state partecipando ad una recita scolastica, questo significa che avete una parte nella recita? 14. Qual è la differenza tra condividere e partecipare, che il primo significa “avere parte di” e il secondo “essere parte di”? Se è così, perché? ML ESERCIZIO: Ordini e tipi di parole. In questo esercizio vedrete che le righe mostrano certi ordini di parole, mentre le colonne mostrano certi tipi di parole. A. Cominciamo con una frase contenente cinque parole: 1 2 3 4 5 I conigli odiano il formaggio 6 7 Notate che abbiamo numerato le parole; ad ogni numero corrisponde una colonna. Ora costruite altre frasi, ciascuna di cinque parole e mettete lo stesso tipo di parole nella stessa colonna, cosicché le frasi avranno lo stesso ordine. Per esempio: Mio zio ha lasciato il lavoro B. Quando avete terminato il primo esercizio, cercate di costruire frasi con un numero variabile di parole. Per esempio: I poeti scrivono I cani abbaiano i versi delle poesie ML 188 EPISODIO 2 ROBERTO CRITICA LA VERSIONE DI BRUNO. Roberto deride la versione di Bruno della storia. Non gli interessa se l’ha inventata Pixie o Bruno: la verità è che si tratta di una storia stupida. Il motivo sarebbe che “le cose hanno tutte la loro forma” (p. 94). Queste forme non vengono dalle stelle. Per quanto riguarda le idee, esse vengono semplicemente dal nostro cervello. LA RISPOSTA DI BRUNO. Bruno respinge la considerazione di Roberto come altrettanto immaginaria e questi replica dicendo che c’è un modo molto semplice per stabilire chi ha ragione. In una storia vera le idee assomigliano a come le cose sono nel mondo. In una favola, invece, le idee appaiono diverse da come sono le cose nel mondo. Bruno non si lascia impressionare e sostiene che, pur accettando quello che dice Roberto, la sua storia rimane comunque una favola. IMPLICAZIONI DELLE DUE POSIZIONI. Già le prime righe della storia di Bruno forniscono indicazioni su come egli la pensa. I due modi in cui possiamo stabilire che cos’è reale sono: a) fidarci dei nostri sensi; b) basarci su ciò che riusciamo a dedurre. In entrambi i casi, ciò che scopriamo rifletterà il nostro modo di acquisire la conoscenza. Dire che ogni cosa possiede la sua forma, indipendentemente dalla nostra percezione e dalla nostra conoscenza, è, per Bruno, incomprensibile. Il contrasto tra Roberto e Bruno non è componibile, né sembra così semplice stabilire se ha ragione chi ritiene che le cose sono come sono a prescindere dalla nostra percezione e chi, invece, ritiene che l’essere di una cosa consiste nel suo essere percepita. RICOSTRUZIONE DI UNA STORIA. Poi Roberto chiede a Pixie quale delle quattro versioni era la più somigliante alla sua e lei risponde: “Nessuna. Erano tutte molto diverse dalla mia”. Se dobbiamo crederle o no, rimane un problema aperto. Pixie ammette di avere qualche guadagno a dire che nessuna delle storie somiglia alla sua e fa un elenco di questi vantaggi. SAPERE DI SAPERE. Nello ed Isabella dicono di conoscere due dei suoi misteri e lei replica: “Sei tanto sicuro?” Forse vuole intendere che considera Nello abbastanza ingenuo da credere a qualcosa senza una buona giustificazione. Quando uno afferma: “Io lo so”, un filosofo (in questo caso Pixie) solleva la questione: “Come sai di sapere?”. In altre parole, in base a quali criteri si può affermare che quello è un caso di conoscenza? La domanda di Pixie “Come fai a sapere” e l’altra implicata “Come fai a sapere di sapere?” è un problema più che legittimo e pertinente che accompagna buona parte dei suoi sforzi di comprendere. 189 PIANO DI DISCUSSIONE: Idee. 1. Che cos’è un’idea? 2. Avete mai avuto un’idea tutta vostra? Com’era? 3. Da dove credete che vengano le idee? 4. Da dove vengono le idee nella storia di Bruno? 5. Perché le idee non erano felici pur essendo perfette ed a casa loro? 6. Di cosa avevano bisogno le idee per essere felici? 7. Perché le idee scelsero il pianeta Terra per scendere giù? 8. Quale era il lavoro delle idee una volta che furono sulla Terra? 9. Come erano le cose prima che arrivassero le idee? 10. Le idee resero la Terra migliore come posto per viverci? Perché? Perché no? AMS PIANO DI DISCUSSIONE: La storia di Bruno. A. “Bruno ha ragione”, dice Pixie. “Perché lo credi?”, chiede Isabella. “Vedi, Bruno dice che ci sono soltanto le idee e le cose corrispondenti. So di avere l’idea di anatra, di zebra o di leone, perché ho visto questi animali allo zoo. Però, posso avere anche l’idea dell’unicorno senza aver mai visto qualcosa del genere né allo zoo né altrove. Allora, dato che non ho mai visto un unicorno e dato che ci sono soltanto le idee delle cose, potrebbe la mia idea essere l’idea dell’idea di unicorno? 1. Secondo voi, Pixie ha dimostrato che Bruno ha ragione? 2. Potrebbe essere che Bruno si sbaglia quando pensa che ci sono soltanto le idee e le cose corrispondenti? Per esempio, se diciamo che Palermo è lontana da Venezia, la distanza è meno reale delle idee e delle cose? Se diciamo che l’erba è verde, il colore è meno reale dell’erba? 3. I colori sono idee? 4. I colori sono cose? 5. Le relazioni sono idee? 6. Le relazioni sono cose? 7. Le relazioni sono reali? 8. E possibile avere l’idea di unicorno senza che si tratta di un’idea di un’idea, né dell’idea di una cosa? B. “Bruno si sbaglia”, dice Pixie. “Perché lo credi?”, chiede Isabella. “Vedi, Bruno sostiene che alcune cose condividono un’idea, proprio come noi abbiamo in comune l’amicizia o come quando il Maestro ci legge una storia e tutti noi condividiamo l’ascolto. Ma, che succederebbe se condividessimo una festa di compleanno e non ci fosse torta e gelato sufficiente per tutti? Che fine farebbe la perfetta idea della perfetta festa di compleanno?” 1. Secondo voi, Pixie ha dimostrato che Bruno ha torto? 2. Può esserci una festa di compleanno perfetta senza avere l’idea di una perfetta festa di compleanno? 3. È possibile sapere che una festa di compleanno è stata brutta se non si ha già l’idea di una bella festa di compleanno? PG 190 PIANO DI DISCUSSIONE: La storia di Bruno. 1. In una notte luminosa, si vedono stelle o luci? Si vedono in realtà luci mentre si crede di vedere stelle? C’è differenza tra vedere realmente e credere di vedere? 2. Che cos’è un’idea? 3. Se si possono avere le idee di padelle e numeri, si possono avere idee di idee? 4. Che significa “perfetto”? 5. Bruno ha detto che l’idea della sedia era la perfetta idea della perfetta sedia. Esiste una idea imperfetta di una sedia perfetta? Che ne pensate di una idea perfetta di una sedia imperfetta? 6. Il mondo è fatto di idee e di cose, soltanto di cose o soltanto di idee? 7. Esiste qualcosa di cui non si può avere l’idea? Esistono idee che non sono idee di cose? 8. Se il cuscino è soffice, questo vuol dire che l’idea di cuscino è anche soffice? 9. Nella storia di Bruno le idee erano prima in cielo e poi scesero sulla terra. Se voi avete un’idea dell’Australia, dove si trova questa idea? 10. Possono essere distrutte le idee? Se l’Australia fosse distrutta, l’idea dell’Australia continuerebbe ad esistere? Supponiamo che fosse l’idea di Australia ad essere distrutta. In questo caso l’Australia continuerebbe ad esistere? 11. Cosa intende Pixie quando dice che lei ed Isabella condividono l’amicizia? 12. Siete d’accordo con Bruno che dovunque c’è una relazione c’è qualcosa di condiviso? Riuscite a pensare qualche relazione per la quale questo non è vero? 13. Se per ogni persona c’è bisogno di un’idea, perché non abbiamo bisogno di un’idea per ogni sedia? 14. Bruno afferma che molte case sono brutte e molto di quello che si dice è falso. Potrebbe esserci un mondo in cui nessuna casa è brutta? Potrebbe esserci un mondo in cui niente di quello che si dice è falso? MJW PIANO DI DISCUSSIONE: Ricordare ed imparare. 1. Secondo voi, i pensieri esistevano prima che qualcuno li pensasse? Se sì, dove si trovavano? 2. Possiamo scoprire un’idea? 3. Possiamo inventare un’idea? 4. Le idee, le abbiamo e basta? 5. Prima ancora che nasceste, poteva esserci da qualche parte un’idea di ciascuno di voi? 6. Riuscite a ricordare cose che non avete mai saputo prima? 7. Riuscite ad imparare cose che non avete mai saputo prima? GE PIANO DI DISCUSSIONE: Idee. Si può toccare un’idea? Si può toccare la bellezza? Si può toccare o vedere la bontà? Si può toccare o vedere l’amicizia? Il colore è un’idea? Le relazioni sono idee? AMS ESERCIZIO: Conservare il significato. Gilberto dice: “Fuori piove”. Delle seguenti affermazioni, quale ha uguale significato e quale un significato diverso? 191 Uguale Diverso 1. Credo che fuori sta piovendo. ❑ ❑ 2. Fuori sta diluviando. ❑ ❑ 3. So che fuori piove. ❑ ❑ 4. Il fatto è che fuori piove. ❑ ❑ 5. Credo che fuori piove. ❑ ❑ 6. Spero che fuori piova. ❑ ❑ 7. È vero che fuori piove. ❑ ❑ 8. Giuro che fuori piove. ❑ ❑ 9. Fuori starà piovendo. ❑ ❑ 10. Hurra! Sicuramente fuori piove. ❑ ❑ 11. Ma perché deve sempre piovere fuori? ❑ ❑ 12. Se devi uscire, prendi un ombrello! ❑ ❑ 13. Il cielo piange. ❑ ❑ 14. Sarebbe falso dire che fuori non sta piovendo. ❑ ❑ 15. È evidente che la maggior parte della pioggia va a finire nei tombini. ❑ ❑ 16. Fuori sta piovigginando. ❑ ❑ 17. Ogni martedì puntualmente piove ed oggi è martedì. ❑ ❑ 18. Sta piovendo, d’accordo. Ma dentro non piove. ❑ ❑ 19. Ma perché deve piovere oggi? ❑ ❑ 20. Mamma mia! Fuori piove a dirotto! ❑ ❑ ML PIANO DI DISCUSSIONE: Come facciamo a sapere qualcosa. 1. Lo sapete che ci vogliono 10 pezzi da 100 lire per fare mille lire? Come fate a saperlo? 2. Lo sapete che a Luglio ed Agosto non si va a scuola? Come fate a saperlo? 3. Lo sapete che l’inverno viene dopo l’autunno? Come fate a saperlo? 4. Lo sapete che il Mago di Oz ha dato un cuore al Taglialegna di latta? Come fate a saperlo? 5. Lo sapete che a volte vi sentite molto tristi: Come fate a saperlo? 6. Lo sapete che 4 + 4 fa 8? Come fate a saperlo? 7. Lo sapete che Parigi è la capitale della Francia? Come fate a saperlo? 8. Lo sapete che la pioggia fa crescere i fiori in primavera? Come fate a saperlo? 9. Lo sapete che il fuoco brucia la pelle? Come fate a saperlo? 10. Lo sapete che voi avete delle idee? Come fate a saperlo? 11. Lo sapete che se sbattete il dito del piede poi vi fa male? Come fate a saperlo? 12. Lo sapete che i vostri compagni hanno delle idee? 192 Come fate a saperlo? AMS ESERCIZIO: Conoscere. Per ciascuno delle cose seguenti, stabilite a) come facciamo a saperlo, b) perché lo sappiamo, c) a cosa ci serve saperlo: 1. Le tabelline. 2. Le capitali di tutti gli Stati europei. 3. Come si scrive una frase. 4. Che cosa sono i mammiferi. 5. Che non sta piovendo. 6. Come si legge. 7. Il regolamento della scuola. 8. Le regole della vita famigliare. 9. Le regole della strada. 10. Come si va in bicicletta. 11. Come si gioca a calcio. 12. Cucinare. AMS ESERCIZIO: Per finire. Ora è terminata la lettura di Pixie, la lettura del racconto di come è nata la storia di Pixie. Nel suo racconto Pixie ha fornito delle indicazioni riguardo alla sua storia misteriosa. Sappiamo che, in qualche modo, ha a che fare con i mammiferi, e con la differenza tra alcuni mammiferi e le persone. Sappiamo anche che ha a che fare col pensiero. Che altro sappiamo? Dopo che avrete discusso a lungo questi argomenti con i compagni, scrivete, dite, esprimete la vostra interpretazione riguardo al significato che la storia di Pixie potrebbe avere, basandovi sulle informazioni che avete raccolto leggendo il libro e sull’esperienza fatta discutendo Pixie con i compagni di classe. Così, nell’ultima settimana di scuola ognuno potrà leggere o esprimere la sua interpretazione della storia di Pixie. ML 193 SOMMARIO DELLE IDEE-GUIDA CAPITOLO I Episodio 1 1. Il nome Pixie. 2. Il comportamento di Pixie. 3. L'attitudine di Pixie al filosofare. 4. Qual è il vero nome di una persona? 5. Il confronto dell'età. 6. O... o 7. L'analogia. 8. L'attitudine alla riflessione. 9. Le storie e il racconto. 10. Inventare un racconto. Episodio 2 1. Scoperta e invenzione. 2. Finzione e verità. 3. Le cose e la loro storia. 4. Distinguere cosa è accaduto da come è accaduto. 5. Distinguere il passato dalla storia come disciplina. 6. Ambiguità. 7. La comprensione di significati multipli. 8. Esperienza mentale. 9. Atti mentali. Episodio 3 1.Gesti e linguaggio del corpo. 2. Essere un guastafeste. 3. Empatia con gli animali. 4. Vulnerabilità alla presa in giro. Episodio 4 1. Segreti. 2. Amicizia. 3. L’assegno sulla “creatura misteriosa”. 4. La conoscenza della mente di un’altra persona. 5. Dividere i pensieri. 6. Conoscere le altre menti per analogia. Episodio 5 1. Introspezione ed inferenza. 2. Sognare ad occhi aperti. 3. Addormentarsi. 4. Che cos’è una persona? 5. Siamo i nostri corpi? 6. Perplessità. 7. Il mistero della propria identità. 194 8. Appartenenza. 9. “Modo” come “aspetto”. CAPITOLO II Episodio 1 1. Il caso Bruno. 2. Il pensiero come dialogo interiore. 3. Tutto è possibile? 4. Pensare e scrivere. 5. Paragoni. 6. Relazioni percettive. Episodio 2 1. Motivi di segretezza. 2. Dialogo interiore. 3. Rispettare la privacy degli altri. 4. La privacy è importante? 5. Trattare le persone come oggetti. 6. Ambiguità. Episodio 3 1. Interrogarsi sul mondo. 2. Cercare di capire. 3. Implicare ed inferire. 4. Esibizionismo ed irragionevolezza. 5. Similitudini e paragoni. 6. Lo shock del riconoscimento. 7. Perdita di controllo ed alienazione. 8. Ambiguità ed analogia. 9. Comportamento riflessivo. 10. Domande e problemi. Episodio 4 1. Giudicare le intenzioni di un'altra persona. 2. Scorrettezza come violazione dei diritti. 3. Correttezza. 4. Diritti. 5. I paradossi della preadolescenza. 6. Giudicare le intenzioni, ancora una volta. 7. Atti mentali corrispondenti. 8. Atti mentali identici. Episodio 5 1. Dipingersi come una vittima. 2. Ogni differenza fa una differenza. 3. Dobbiamo sempre obbedire a tutte le regole? CAPITOLO III Episodio 1 1. Interpretare il linguaggio della faccia e del corpo. 2. Meravigliarsi, immaginare e la credibilità di Pixie. 3. Il silenzio. 4. Perché parliamo? 195 5. Perché parlare e pensare sono legati? 6. Fare supposizioni e falsificare. 7. Il ragionamento ipotetico. Episodio 2 1. Saltare alle conclusioni. 2. Chiedere aiuto ai compoagni. 3. La plausibilità dell'unicorno. 4. La definizione che ne dà Pixie. 5. Definizione ed esistenza. 6. Significato e verità. Episodio 3 1. Pensare come capacità di scoprire le relazioni di una esperienza. 2. Si inizia a pensare di fronte ad una difficoltà. 3. Personificare le cose. 4. Il ragionamento analogico. 5. L'incoerenza del padre di Pixie. Episodio 4 1. La marachella di Pixie nell'ascensore. 2. Contare due volte le stesse cose. 3. Parenti e famiglia. 4. Le famiglie e i sistemi di relazioni. 5. Relazioni familiari e relazioni di tipo militare. 6. Relazioni familiari e analogie. 7. I limiti del ragionamento analogico. 8. Concetta e la difficoltà di capire. CAPITOLO IV Episodio 1 1. La complessità di Pixie. 2. L'analisi filosofica dell'esperienza. 3. Comportamenti provocatori. 4. Facciamo qualcosa quando guardiamo? 5. Pixie sta imbrogliando? 6. Far sentire gli altri a disagio. 7. Fingere nel senso di mentire e fingere nel senso di inventare una situazione. 8. L'indagine sull'incidente. 9. Il risentimento di Pixie. 10. La moralità infantile. 11. rapporti familiari. 12. Si può dire che le relazioni sono reali? 13. Le relazioni si possono percepire? 14. Possiamo percepire le somiglianze? 15. "Giusto" e "sbagliato" dipendono dalle definizioni? 16. Chiedere le ragioni. Episodio 2 1. La segretezza di Pixie. 2. La seduzione di Pixie. 3. Pixie e la storia misteriosa. 196 4. Ricostruire opere d'arte. 5. La ragione della segretezza di Pixie. Episodio 3 1. Scusarsi e trovare scuse. 2. Quanto deve essere forte una ragione per essere "buona"? 3. Giustificazione come rapporto tra un'azione o una convinzione e i motivi su cui si basa. Episodio 4 1. Anticipare quello che ancora deve succedere. 2. Le allusioni di Pixie. 3. Il gridare di Pixie. 4. Usare gli altri come modelli. 5. Il confronto di casi uguali. 6. La difficoltà di fare confronti precisi. CAPITOLO V Episodio 1 1. Dove va a finire la luce? 2. Credere in quello che esiste. 3. Non credere nello spazio. 4. Lo spazio è soltanto una parola? 5. Lo spazio è soltanto il vuoto? 6. L'Io di fronte al mistero. Episodio 2 1. La coscienza ed i suoi oggetti. 2. Siamo in ogni momento coscienti di qualcosa? 3. Relazioni spazio-temporali. Episodio 3 1. Esempi di relazioni. 2. Come definire una relazione. 3. Pixie sostiene che gli altri non la aiutano nella ricerca. Episodio 4 1. La relazione "stare per". 2. L'analogia del Maestro. 3. Dove si trovano le relazioni? 4. Relazioni spazio-temporali. 5. L'analogia di Pixie. 6. La mente è una dimensione? CAPITOLO VI Episodio 1 1. La seriazione. 2. Fare finta e sembrare. 3. Ci sono colori nel buio? 4. Un errore di percezione interpretato come un cambiamento nel mondo. 5. Dove si trova l'Io? 6. Pixie fa il bis. 7. Le perplessità di Pixie. 197 Episodio 2 1. Un modello è soltanto una versione rimpicciolita di qualcosa? 2. I bambini sono modelli degli adulti? 3. Relazioni simili e parti differenti. 4. Che cosa sono le analogie? 5. Le analogie come esatto confronto di rapporti. 6. Che cosa si impara a scuola? Episodio 3 1. I confronti come una classe di relazioni. 2. I confronti all'interno di una classe. 3. I confronti che attraversano più classi: la logica del linguaggio figurativo. 4. I rapporti. 5. Figure del linguaggio trans-categoriali. 6. Le similitudini. 7. Le metafore. 8. Il linguaggio figurativo e il valore della letteratura. Episodio 4 1. Le tecniche di manipolazione di Pixie. 2. Bisogna prestare ascolto alle verità rilevanti? 3. La confusione di Pixie. 4. Pixie osserva se stessa con distacco. 5. Il ruolo del maestro. 6. Connessioni e relazioni. 7. Analogie e similitudini strutturali. 8. Il ragionamento analogico. CAPITOLO VII Episodio 1 1. Le regole della libertà. 2. Che cosa sono le regole? 3. Libertà come assenza di regole. 4. La libertà di essere se stessi. 5. La discrezione di Isabella. Episodio 2 1. Le creature misteriose. Episodio 3 1. Diversi tipi di regole. 2. Regole e principi. Episodio 4 1. Inventare storie incredibili. 2. Adamo: ragione senza esperienza. 3. Due spiegazioni sulla origine degli studenti. 4. Deve la verità essere credibile? 5. I risultati dell'esperimento mentale. CAPITOLO VIII Episodio 1 1. Bruno e la giraffa. 2. Riconoscere la bellezza della giraffa. 198 3. Bruno spiega il suo silenzio. 4. Perché Bruno ha cambiato atteggiamento? 5. Il ruolo di Pixie rispetto al cambiamento di Bruno. Episodio 2 1. I criteri per il riconoscimento. 2. Nomi e insegne. 3. L'infrazione delle regole. 4. Un gorilla con un nome diverso. 5. Confondere il genere con la specie. 6. Famiglie e classi. 7. Una analogia che non regge. 8. Classi e appartenenza ad una classe. 9. Le classi esistino? 10. Bruno, Isabella e la consolazione della filosofia. Episodio 3 1. Condividere con gli altri quello che si è capito. 2. Comportamenti simili per esprimere le intenzioni. 3. Un ragionamento "a fortiori". 4. La mancanza di precisione nel l inguaggio. 5. Pixie è, per natura, una che vuole capire. 6. La capacità di notare le ambiguità. 7. Perché le cose sono come sono? CAPITOLO IX Episodio 1 1. Cause e sintomi. 2. Generi e specie. 3. L'ironia. 4. Come interpretare il riso sciocco. 5. I dottori ricorrono a scuse? 6. I dottori ricorrono alle lusinghe? Episodio 2 1. Approfittare di un amico. 2. Fini e mezzi . 3. Le promesse. CAPITOLO X Episodio 1 1. Creare ed eseguire. 2. Le versioni. 3. L'esecuzione come dialogo. 4. L'unità delle drammatizzazioni. 5. Una inversione di prospettive. 6. Le marionette. 7. L'approccio più corretto rispetto alle storie. 8. Preparazione dello spettacolo. CAPITOLO XI Episodio 1 1. La versione di Bruno. 2. Rappresentazione e vita reale. 199 3. Racconti filosofici e fiabe. Episodio 2 1. La critica di Roberto alla versione di Bruno. 2. La risposta di Bruno: entrambe le teorie potrebbero essere delle favole. 3. Le implicazioni delle due posizioni. 4. Si può ricostruire un evento passato sulla base di elementi successivi? 5. Come facciamo a sapere di sapere? 200