Libertà - Bruno Grassi
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Libertà - Bruno Grassi
36 Cultura e spettacoli LIBERTÀ Giovedì 12 giugno 2008 I QUADRI DI BRUNO GRASSI - Visti con gli occhi di Libertà.Magnaschi analizza “All’improvviso”,l’ultima creatura del maestro piacentino La minuscola luna piena illumina tutto il racconto di PIERLUIGI MAGNASCHI a mia analisi-introduzione di questo quadro ad olio di Bruno Grassi dal titolo “All’improvviso” comincia con un interrogativo che pongo, contemporaneamente, a me e a chi mi legge. Il protagonista principale del quadro, cioè la chiave di volta di questa tela che è stata dipinta appositamente per Libertà (e che è di 70 per 100 centimetri) è il cavallo, oppure lo sono ragazza, la lampada o la luna? Io credo sia la luna, per quanto piccola essa sia stata delineata e per quanto lontana essa sia stata collocata in questo quadro di grande suggestione visiva e di straordinaria abilità tecnica. E’ la luna, infatti, volutamente minuscola ma anche piena, che illumina tutto il racconto, che crea la prospettiva temati- L ca e che influenza in modo determinante l’intero dipinto. Ovviamente, i personaggi che emergono, sono il cavallo e la ragazza. La lampada invece, misteriosa e demodè, fa solo da sipario cromatico e volumetrico fra i due. Il cavallo è un destriero bellissimo, con il pelo lucido, la muscolatura tesa ed arrogante. E’, questo, un cavallo nel pieno delle forze e dell’indipendenza. Si presenta sfrontato, orgoglioso della sua chioma, compiaciuto della sua possenza. E’ un cavallo che guarda davanti a sé con occhio volitivo e, al tempo stesso, strafottente. Il suo sguardo, che punta lontano, fa capire che, per lui, non ci sono ostacoli impossibili. Lui infatti, per confine, ha solo l’orizzonte. Ed è verso l’orizzonte che si è incamminato, di corsa, rapidamente, ma anche senza affanno, come se stesse pattinando sull’erba. Anche la ragazza è in primo piano, certo, ma ella è anche quasi nascosta dalla balaustra ed è, per di più, pressocché immersa nello scuro di uno sfondo che sembra volerla inghiottire. E’ una ragazza che sembra volersi riparare da quella furia equina che peraltro l’attira. I quadri di Bruno Grassi, in fondo, sono sempre dei millefoglie pittorici che, contemporaneamente, riescono ad affermare e a negare; fanno intravedere una soluzione e, contemporaneamente, la negano. Sono quindi quadri aperti, che si offrono, nella loro semplice complessità, allo sguardo di chi li osserva e soprattutto di chi, con pazienza e determinazione, sa leggerli fino in fondo, dopo averli osservati a lungo. Sono, quelli di Grassi, (e questo in particolare) dei quadri Bruno Grassi,"All’improvviso":quadro a olio (70x100).fotografia di Alessandro Bersani che ti guardano, oltre che prestarsi, come tutti i quadri, ad essere guardati. La ragazza che si copre le testa con i suoi lunghi e forse infiniti guanti bianchi, pensa, proteggendosi, che quella furia equestre che sembra volerla travolgere, passerà. Ma, contemporaneamente, la ragazza della balaustra dice, con lo sguardo in tralice ed ambiguo (impaurito? estatico? ammiccante? Chissà?) che le piacerebbe conoscerlo, quel cavallo, e persino che, non vista, vorrebbe saltargli in groppa con nonchalance e scappare via con lui verso l’infinito, in una corsa nella quale i suoi ca- pelli si sciolgano al vento. I suoi capelli, per quanto siano momentaneamente e parzialmente costretti dai lunghi guanti bianchi, si annunciano infatti desiderosi di aria aperta, di corse sfrenate, di libertà senza costrizioni, di gioia da fuga, di nuova creatività personale ed esistenziale. CON “SINCERAMENTE VOSTRO,ŠURIK”LA GRANDE SCRITTRICE RUSSA IN CORSA SABATO PER IL SUPER-PREMIO GRINZANE CAVOUR di SERGIO BUONADONNA remio Grinzane Cavour 2008 per l’ironico e amaro Sinceramente vostro, Šurik (Frassinelli, pp. 315, euro 18), sabato prossimo nello storico castello piemontese Ljudmila Ulickaja (65 anni) contenderà il Super-premio al catalano Bernardo Atxaga ed al tedesco Ingo Schulze. Decideranno le giurie scolastiche ma quale che sia il verdetto il romanzo della grande scrittrice russa rimane tra le opere recenti più significative. Successivamente Ulickaja sarà ospite dei Grandi Incontri di Sanremo promossi dall’Assessorato alla Cultura (Palafiori, 18 giugno, ore 17,30) Best seller in Russia, successo editoriale in Francia e in Italia, diciassette anni per scriverlo, elegantemente tradotto da Emanuela Guercetti, Sinceramente vostro, Šurik (dopo il delizioso Funeral Party, l’apprezzatissimo Il dono del dottor Kukockii, ed il rivelatore Le bugie delle donne) ribalta l’homo sovieticus, e con l’aria di voler ironizzare sulla Russia senza certezze di "Putingrad", disegna la figura di un Don Giovanni al contrario, mammone, schiavo della sovrastante figura della nonna, che almeno gli ha trasmesso buone attitudini culturali, dotato di una certa e impersonale generosità sessuale, si concede per compassione a tutte le donne che lo richiedano, dato che in lui "compassione e sesso risiedono nello stesso posto". Belle, brutte, provinciali e cittadine, nevrotiche o semplicemente desiderose di una gravidanza, disposte a un matrimonio fittizio tardone in astinenza, per lui nulla fa differenza, disposto com’è a correre dovunque, sia che lo richieda l’alcova che le necessità domestiche e pubbliche della mamma attrice mancata. Quando è nata l’idea di un Casanova involontario? «Ho raccontato la sorte di un amico di mio marito che ho molto amato e con cui ho avuto un’amicizia di trent’anni. Il mio eroe, Šurik Korn, ha avuto un modello, il cui carattere e i rapporti con le donne mi hanno sempre incuriosito. Ora lui non c’è più, è morto qualche anno fa ed è stato compianto da varie P Ljudmila Ulickaja (65 anni),grande scrittrice russa,autrice di “Sinceramente vostro,Šurik”,in corsa per il super Grinzane Cavour E Šurik cerca di soddisfare amorosamente tutte le donne che hanno bisogno di lui LJUDMILA ULICKAJA 65 anni,scrittrice russa donne: amiche, amanti, colleghe e vicine di casa. Quando era ancora vivo, mi piaceva minacciarlo: "Guarda che scriverò un romanzo su di te». Sapevamo della generosità della donna russa, il suo romanzo ci consegna invece la figura di un uomo assistente sessuale. Che cosa è cambiato? «Sicuramente Šurik ha un carattere un po’ femminile. Educato dalla mamma e dalla nonna, tutte e due single, ha imparato da loro ad aiutare gli altri e quindi va incontro a tutti quelli a cui serve aiuto. In Russia da più di cento anni c’è un deficit degli uomini, perché c’è sempre qualche Šurik, il Casanova di Ljudmila Ulickaja E’ la figura di un Don Giovanni russo mammone guerra: quella russo-giapponese, la prima guerra mondiale, la guerra civile, la seconda guerra mondiale, conflitti piccoli e grandi nelle periferie dell’Impero che fu. Questo deficit demografico fa sì che le donne fanno fatica a trovare un uomo per costruire una famiglia, far nascere un bambino oppure, semplicemente, vivere una storia d’amore. E Šurik cerca di soddisfare, di sostenere amorosamente tutte le donne che hanno bisogno di lui». Come ne esce la psicologia della donna russa? Quanto ancora le si fa carico delle necessità quotidiane della famiglia? «Sono convinta che non è tanto centrale per la psicologia di una donna la fatica di mandare avanti la casa servendosi (o meno) di elettrodomestici (più o meno sofisticati), quanto è importante la contraccezione che la libera dalla schiavitù più insopportabile. Il confine tra le donne libere e le donne schiave sta nel fatto di potere (o non potere) accedere ai farmaci che permettono loro di gestire il proprio corpo». Quanto la figura di Šuri rappresenta la società russa di oggi? Gli uomini sono incapaci di scegliere e delegano ad altri (il potere) questa facoltà? «Tutte le specie biologiche conoscono la lotta tra i maschi per possedere una femmina, per conquistarla gli uccelli sfoggiano bellissimi piumaggi, molti altri animali danzano e combattono. Tra noi umani si vede invece una lotta tra le donne per i maschi: ci sono più donne che uomini. Quindi gli uomini assumono il privilegio di poter scegliere, ma per questo, paradossalmente, di- ventano più passivi, perché non si devono sforzare troppo. E non si attivano neanche nell’età nuziale: di fatto le proposte arrivano da sole. Se analizziamo in profondità questi aspetti della vita moderna, possiamo forse intravedere un nesso tra la passività della maggior parte della popolazione maschile e l’accettazione passiva di qualsiasi potere, anche del più duro». Lei usa spesso la parola compassione come soccorso affettivo. Anche il sesso è compassione? Se è così non c’è da esaltarsi molto. «Per il mio eroe Šurik la compassione è indissolubile dall’erotismo. In russo "amare" a volte si traduce con "compatire". Una tale strana particolarità della lingua e del carattere tipico russo. Šurik sta con tante donne non perché è un libertino, ma perché gli fanno pena, perché lui è magnanimo». Come costruisce le sue storie e come definirebbe il suo stile dato che i critici la definiscono scrittrice cechoviana? «Le storie arrivano da sole.Le trovo già pronte nella vita, basta saperle raccontare… E per quel che riguarda la definizione del mio stile, sinceramente, per me, Lev Tolstoj e Nikolaj Leskov sono più importanti di Cechov, e la prosa di Puškin è il meglio della letteratura russa. Quanto a Cechov, per molti anni non volevo affatto accettare le sue opere teatrali, ma poi, anche se solo poco tempo fa, ho capito quanto siano magiche le sue opere drammaturgiche. E subito dopo averlo capito, ho scritto una commedia cechoviana La marmellata russa, trasferendo i personaggi di Cechov nella nostra epoca. Così sono diventata una "scrittrice cechoviana" con targhetta». Si può dire che nei suoi romanzi lei racconta lo sperdimento dell’anima russa? «Forse esiste veramente nel carattere russo una componente irrazionale che fa nascere il mito della "misteriosa anima russa". Questa irrazionalità molte volte porta all’assurdo e altre volte all’immoralità. Il filosofo Rozanov diceva che trovare in Russia un uomo perbene è molto più difficile che trovare un santo. Se per l’animo russo "sperduto" si sottindende tutto questo (assurdo e immoralità), preferirei non doverlo analizzarlo». Ljudmila Ulickaja che cosa ha cambiato nella letteratura femminile russa? O perlomeno lei crede di avere cambiato qualcosa? E se sì che cosa? «Vorrei precisare che non sono ancora morta e perciò mi sembra presto parlarne. Ma posso dire degli altri, pure vivi: li vedo con maggior distacco. Mi sembra doveroso indicare un’altra scrittrice che ha cambiato molto nella letteratura contemporanea russa: parlo di Ljudmila Petruševskaja. In Italia è stato tradotto un suo piccolo romanzo Il mio tempo è notte (Mondadori): descrive con molta crudeltà ma pure con tanta lucidità la disumanizzazione di un essere umano nella vita che conosciamo oggi».