COMBATTENTE - Uccelli da proteggere

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COMBATTENTE - Uccelli da proteggere
Specie protette dalla Direttiva Uccelli
COMBATTENTE
Combattente, di www.justbirds.it
Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
NOME SCIENTIFICO: Philomachus pugnax
Combattente, di Arch. LIPU
Combattente, di Arch. LIPU
Ordine: Charadriiformes Famiglia: Charadriidae
Russia e Scandinavia sono l’area riproduttiva prediletta dal Combattente. È qui, tra steppe sconfinate e tundra artica, che
questo uccello costruisce il nido. È qui che i maschi mettono in mostra il loro magnifico piumaggio, scuro nei “maschi
dominanti”, più chiaro negli altri maschi, impegnati a costruirsi occasionali alleanze ma più spesso respinti da un sito
all’altro.
Diverso è l’aspetto del Combattente quando raggiunge il nostro Paese, per svernare. Il piumaggio si fa più chiaro, sulle
tonalità del grigio e del bruno. Anche il capo si schiarisce, mentre scompare il caratteristico collare che durante la
stagione riproduttiva rende inconfondibili i maschi “dominanti” dai maschi “satelliti”.
Abilissimo volatore il Combattente compie ogni anno viaggi regolari tra le aree di nidificazione del nord Europa e i siti di
svernamento distribuiti tra Europa meridionale, Asia e Africa. Il Combattente, in realtà, è presente in maniera massiccia
nel nostro Paese proprio durante la fase di migrazione, dalla fine di febbraio, quando al modesto contingente svernante si
aggiungono migliaia di individui in migrazione che trascorrono nel nostro Paese un periodo di sosta. I maschi già in
livrea nuziale di solito precedono le femmine, nel passaggio, di almeno una settimana.
In autunno il periodo di sosta – in questo caso anche piuttosto lungo – trascorso dai combattenti nelle zone umide italiane
consente a questa specie di raddoppiare il proprio peso corporeo, prima di raggiungere l’Africa sub-sahariana. Un modo,
in pratica, di “fare il pieno”, per raggiungere poi con un unico volo – senza più soste – il nord Africa.
Prospettive
Censite a lungo, le popolazioni italiane svernanti di Combattente sono attualmente ben conosciute, così come quelle di
altri uccelli acquatici o costieri che scelgono il nostro Paese per trascorrere l’inverno. Meno conosciuto il contingente “di
passaggio”, che pure risulta molto più importante dal punto di vista numerico per garantire un’adeguata conservazione
della specie su scala continentale.
Conservare i siti di sosta e svernamento, preservandoli sia dall’inquinamento sia da un eccessivo disturbo antropico,
rappresenta un’indicazione fondamentale di conservazione per la tutela degli individui presenti nel nostro Paese. In
particolare, è importante tutelare le aree umide italiane utilizzate dal Combattente come siti di sosta e alimentazione prima
di completare l’ultima parte della migrazione.
Tra i fattori che mettono sotto pressione la popolazione di Combattente vi sarebbe poi da rilevare il prelievo venatorio, la
cui esatta quantificazione gioverebbe all’eventuale predisposizione di contromisure a livello internazionale. In Italia, resta
comunque la conservazione delle zone umide con acque basse, specialmente i margini fangosi di laghi, fiumi e stagni,
risaie e campi allagati, saline e paludi costiere, ad essere fondamentale per la tutela sia delle poche coppie svernanti sia
del più ampio gruppo che trascorre nel nostro Paese periodi di sosta più o meno lunghi tra febbraio e aprile.
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Altri fattori meritevoli di attenzione sono dati dall’elevatissima concentrazione di individui in un numero relativamente
basso di siti, di cui solo un paio – e per la verità solo uno in modo stabile negli anni – di rilievo internazionale in quanto a
numero di individui regolarmente presenti. Questa evidenza pone la necessità di tutelare da un lato questi siti chiave,
dall’altro di sostenere la progressiva espansione dell’areale complessivo di presenza, una tendenza già in atto ma con
avvistamenti ancora limitati e irregolari.
Minacce
Estremamente fluttuante, la scarsa popolazione svernante di Combattente ha conosciuto un primo picco nel 1999, quindi
nel 2002. Un nuovo minimo l’anno successivo mentre, fatta eccezione per i siti più rilevanti, è stata censita la presenza
irregolare di alcune coppie, in altre aree della penisola, con l’effetto – pur in assenza di trend chiari sulla popolazione
svernante – di ampliare in modo consistente l’areale di presenza della specie.
Pur essendo del tutto marginali, gli svernamenti nel bacino del Mediterraneo meritano interesse in quanto collegati a un
altro fenomeno, particolarmente diffuso in Italia. Quello cioè degli individui di passaggio, che sostano anche a lungo nel
nostro Paese durante la primavera, per rifocillarsi e riguadagnare peso prima di completare il viaggio verso i siti di
nidificazione.
Da questo punto di vista, la conservazione dell’habitat prediletto dal Combattente durante queste fasi può essere
determinante per salvaguardare lo stato di salute della specie a livello continentale, tanto più che questo stato risulta
sfavorevole da decenni. Nei quartieri riproduttivi, infatti, il Combattente ha subito a lungo la distruzione e la rarefazione
delle zone umide in aree di pianura: un drastico declino degli habitat idonei che dura da oltre due secoli, e che non pare
essersi davvero arrestato neppure negli ultimi anni.
A pesare ulteriormente sulla specie, sia nelle aree di nidificazione che in quelle di svernamento, è l’inquinamento –
specialmente da petrolio – quindi, oltre alla bonifica delle aree umide, l’abbandono di un’agricoltura estensiva in luogo di
una sempre più intensiva e meccanizzata.
Stato di salute
Considerata vulnerabile in Europa, la specie ha conosciuto un largo declino sia in epoca storica che in periodi più recenti.
Attualmente lo stato di conservazione del Combattente risulta sfavorevole sia entro i confini dell’Unione Europea sia su
scala continentale, causato da bonifiche e altri cambiamenti ambientali sfavorevoli alla specie verificatisi negli ambienti
umidi di aree pianeggianti, favoriti per la nidificazione.
Pur essendo molto più consistente la frazione di popolazione che sceglie di svernare oltre i confini dell’Unione europea, è
stato accertato che ogni anno almeno 3mila coppie di Combattente scelgono l’Europa meridionale per trascorrere la
stagione fredda, di cui soltanto poche decine si fermano in Italia per tutto l’inverno. Nel 1986 era stimata una popolazione
svernante pari a circa 50 individui, poi divenuti 53, di cui 4 nel Delta del Po, 19 nelle saline di Cervia, 30 alle saline di
Margherita di Savoia.
Una frazione molto ridotta di una popolazione che a livello comunitario, nonostante il continuo decremento registrato
negli ultimi decenni conta attualmente 51-71mila coppie, pari a non più di un quarto di quella continentale complessiva,
stimata in 200-510mila coppie, corrispondente, anche in questo caso, a una frazione di poco inferiore al 25% della
popolazione globale della specie.
Tornando all’Italia, le stime sul contingente svernante prodotte verso la fine degli anni Ottanta sono state successivamente
riviste al rialzo, con una media di 85 individui svernanti in 13 siti tra il 1991 e il 1995, e un picco massimo di 171
individui registrato nel 1999. Tra i siti censiti, quello più importante è certamente la salina di Cervia, mentre tra le altre
aree le uniche frequentate con regolarità vanno da Margherita di Savoia al Golfo di Cagliari e ai Laghi Pontini.
Canto
Purtroppo, né la straordinaria varietà di “livree da parata”, né il comportamento, altrettanto affascinante, tenuto dai
maschi durante il periodo riproduttivo, può essere osservato nel nostro Paese, in quanto si svolge tra la primavera e
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l’estate, nei lontani siti di nidificazione. Del Combattente si può comunque ascoltare il canto, particolarmente variegato e
interessante: di solito si compone di una breve serie di tre suoni emessi in sequenza, in genere piuttosto acuti, ma
interrotti, di tanto in tanto, da qualche sequenza analoga ma in tonalità più grave e profonda.
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