futuro professionale e cio` dopo oltre 36 mesi di servizio per i primi
Transcript
futuro professionale e cio` dopo oltre 36 mesi di servizio per i primi
Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 3992 AI RESOCONTI futuro professionale e ciò dopo oltre 36 mesi di servizio per i primi quattro corsi; altri 200 ufficiali in ferma prefissata della Marina militare del 5o corso non hanno avuto la possibilità di rafferma di un anno come i corsi precedenti, dopo 30 mesi di servizio prestato; ai sensi del comma 519 dell’articolo 1 della legge finanziaria 2007 parrebbe che dovesse invece essere per loro possibile continuare in detta attività di servizio, il che – tra l’altro – porterebbe ad una riduzione dei costi tenuto conto che non si dovrebbe procedere a nuovi concorsi ed a sottoporre altro personale ai corsi di addestramento. Ciò a valersi ai sensi dell’articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e relativo al personale che abbia maturato tre anni di servizio in virtù di contratti antecedenti il 29 settembre 2006; ciò crea comprensibile preoccupazione per gli interessati mentre risulta invece all’interrogante che l’Arma dei carabinieri avrebbe stabilizzato il proprio personale, come previsto dallo stesso comma 519, trattenendo in servizio quanti si sarebbero dovuti congedare il 31 gennaio 2006 –: quali siano gli intendimenti ministeriali in merito al futuro di questi ufficiali della Marina militare che aspettano ad oggi l’applicazione del comma 519 della legge finanziaria 2007, ed in particolare per quelli che potrebbero essere congedati il prossimo 5 marzo 2007 al termine del periodo di 30 mesi stabilito per gli ex parteci(4-02615) panti al 5o corso AUFP MM. * * * ECONOMIA E FINANZE Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 15 FEBBRAIO 2007 denunziata anche in sede comunitaria, non affligge solo lo Stato o la Sanità, ma colpisce anche in ambito locale qualora gli enti si costituiscano in stazioni appaltanti con fondi propri; inspiegabilmente, nonostante si tratti di fondi già nel bilancio degli enti locali, anche la semplice emissione di un mandato di pagamento per la liquidazione degli stati di avanzamento avviene spesso, ed in particolare nel Meridione, in tempi esageratamente lunghi; è appena il caso di osservare che i continui anticipi di cassa delle imprese ne minano la solidità economica, ne compromettono la competitività e ne azzerano la credibilità nei confronti dei suoi danti causa; in sostanza molte imprese sono al limite della sopravvivenza e molte sono defunte nonostante fossero sane; quel che è più doloroso è l’atteggiamento a volte di superiorità e di sufficienza nei riguardi degli aventi diritto quando richiedono ciò che ad essi è dovuto; peraltro mentre per i debiti dello Stato si è costituito un Fondo apposito presso la Cassa depositi e prestiti, per quel che riguarda gli enti territoriali ci si deve affidare a complesse e lente azioni di rivalsa, essendo stata soppressa la possibilità di pignoramento dei beni mobili dell’amministrazione inadempiente –: se non intenda estendere la possibilità di usufruire del Fondo per i debiti di fornitura delle pubbliche amministrazioni, costituito presso la Cassa depositi e prestiti, anche ai debiti degli enti territoriali, eventualmente rivalendosi sui trasferimenti a loro favore; Interrogazioni a risposta scritta: BRUSCO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. — Per sapere – premesso che: la « piaga » dei ritardi di pagamento delle Amministrazioni pubbliche, più volte se non ritenga opportuno invitare gli enti territoriali ad onorare per tempo i debiti e i contratti da essi sottoscritti, qualora essi siano già iscritti a bilancio e assumere iniziative normative per individuare le opportune sanzioni per gli inadempienti. (4-02599) Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 3993 AI RESOCONTI STRADELLA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: con comunicato n. 19 del 13 dicembre 2006 protocollo n. 89602, il Direttore centrale per le risorse umane dell’Agenzia del territorio emanava interpello per il conferimento di incarichi dirigenziali, tra i quali venivano individuate le posizioni di Direttore Ufficio provinciale di Verbania, Direttore Ufficio provinciale di Vercelli, Responsabile settore servizi all’utenza, Ufficio provinciale di Alessandria; con nota 18 gennaio 2007 protocollo n. 4571, la suddetta direzione centrale comunicava a diversi partecipanti al sopraccitato interpello l’esclusione dallo stesso in quanto il riscontro effettuato, pur avendo evidenziato le significative esperienze maturate ed il livello professionale raggiunto non ha consentito di individuare il livello di convergenza necessario per assegnare il relativo incarico; nel caso emblematico dell’Ufficio provinciale di Alessandria come sottolineato da una presa di posizione dell’organizzazione sindacale di categoria, esiste una palese ed oggettiva inferiorità di titoli, qualifiche funzionali e, soprattutto, esperienze professionali del vincitore di tale procedura; il Governo ha più volte proclamato come assolutamente necessaria una valutazione di tipo meritocratico nella individuazione della nuova dirigenza; anche i due casi in premessa denunciano le stesse anomalie procedurali riscontrate ad Alessandria –: quali provvedimenti si intenda assumere per correggere provvedimenti che appaiono non solo ingiusti e penalizzanti per i funzionari esclusi ma addirittura irrispettosi delle norme di buona e corretta gestione delle risorse umane. (4-02605) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 15 FEBBRAIO 2007 SCHIETROMA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: voci ricorrenti ipotizzano la chiusura del Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone; tale ipotesi sarebbe davvero deprecabile in quanto le ragioni della permanenza dell’ufficio su indicato sono più che fondate; infatti la provincia di Frosinone, che è al 39o posto per estensione territoriale su 109 province italiane, conta ben 91 Comuni ed una popolazione di circa 500.000 abitanti, il che, tra l’altro, vuol dire altrettante strutture scolastiche di istruzione materna, elementare e media e quindi, in proporzione, una notevole presenza di scuole secondarie di secondo grado; di conseguenza il Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone, avendo competenza anche su tutti gli operatori delle predette strutture, nel suo insieme amministra ben 14.000 partite di spesa fissa; inoltre, il citato Dipartimento provvede al pagamento di circa 8.100 tra pensioni di guerra e tabellari privilegiate, un numero che, per quantità, pone l’ufficio di Frosinone tra i primi dieci in Italia; ed ancora, tale numero elevato di pensioni, legato alle note drammatiche vicende dell’ultimo conflitto mondiale, ha notevole influenza anche su un altro compito che il Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone deve svolgere, e cioè quello relativo alla Commissione medica che esamina le domande di reversibilità delle pensioni di guerra, tenendo presente che solo nell’anno 2006 sono state valutate ben trecento reversibilità; per di più, la predetta Commissione medica esamina anche le cause di invalidità per servizio di tutti i dipendenti pubblici (sia quelli dei settore statale che quelli degli enti locali), anch’esse in gran numero se si pensi che soltanto nel 2006 sono state valutate circa seicento cause di servizio; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 3994 AI RESOCONTI infine va valutato che, in caso di accorpamento della Direzione provinciale del Tesoro di Frosinone agli uffici di Roma o di Latina, le persone ultrasettantenni interessate alle pratiche di cui sopra sarebbero esposte a gravosi disagi –: se tali voci, relative all’ipotesi di chiusura del Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone, abbiano un effettivo fondamento; ed in caso di risposta affermativa, se il Governo intenda intervenire prontamente per scongiurare un evento veramente dannoso per la popolazione della provincia di Frosinone e profondamente iniquo, considerate le ragioni esposte nella premessa della presente interrogazione. (4-02612) FERDINANDO BENITO PIGNATARO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: ai sensi dell’articolo 20, comma 2 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, il Segretario Generale della Camera di Commercio è nominato con decreto del Ministro delle Attività Produttive, su designazione della Giunta camerale, tra gli iscritti in un apposito elenco istituito presso il Ministero stesso, formato e gestito secondo le disposizioni dell’articolo 20 della legge n. 580 del 1993 e del decreto ministeriale 19 giugno 1995 n. 422; il regolamento recante norme di attuazione dell’articolo 20 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, concernenti criteri e le modalità per l’iscrizione nell’elenco dei Segretari Generali delle Camere di Commercio, all’articolo 6, comma 1, e all’articolo 7, comma 1 e 2, individua i requisiti per l’iscrizione; il dottor Fedele Adamo è stato inquadrato nella qualifica di dirigente della CCIAA con decorrenza l’aprile 2000; il 15 novembre 2000, con verbale n. 16 della Giunta Camerale e con deter- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 15 FEBBRAIO 2007 mina di Giunta n. 145 del 15 novembre 2000, il dottor Fedele Adamo veniva designato Segretario Generale; il normale dibattito ed il continuo confronto tra sindacato e amministrazione camerale, si è notevolmente esasperato da quando Segretario Generale dell’Ente è divenuto proprio il dottor Fedele Adamo; il sindacato ha denunciato e attaccato aspramente le procedure adottate dall’amministrazione camerale per l’assunzione di un autista e di alcuni ausiliari, cosı̀ come ha contestato il cambio di profilo repentinamente avvenuto a personale appena assunto su pubblico concorso; il sindacato ha denunciato alla Corte dei Conti la transazione operata dal dottor Fedele Adamo a favore di soli tre dipendenti, di cui due, strana coincidenza, sono stati difesi dal suo collega di studio (infatti all’epoca delle vertenze Adamo lavorava in part-time perchè impegnato in uno studio legale con l’avvocato Oreste Via), a fronte delle tante richieste transattive pervenute; la Camera di Commercio di Cosenza è stata commissariata con atto formale della Giunta regionale, a causa di contrasti insanabili tra le varie categorie rappresentanti il mondo del lavoro e delle imprese; l’Ente ha istituito quattro aziende speciali (Multilab, PromoCosenza, Innova, Agrisistema); da una relazione degli ispettori del ministero dell’economia e finanze, è emersa « la necessità » di una attenta valutazione circa l’utilità del mantenimento dell’attuale organizzazione che non consente una effettiva autonomia dell’azienda rispetto alla camera; i dati raccolti dagli ispettori camerali dimostrano che la citata azienda ha un indice di autofinanziamento pari al 4 per cento e le risorse autonomamente acquisite non coprono i costi di gestione; quasi il 90 per cento delle risorse delle quattro aziende speciali proviene dal bilancio della Camera di Commercio di Cosenza e nel corso del 2005 le quattro Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 3995 AI RESOCONTI aziende speciali hanno usufruito di quasi il 40 per cento della totalità dei fondi camerali; il direttore amministrativo delle aziende speciali risulta essere il Segretario Generale della Camera di Commercio, cioè lo stesso che dovrebbe vigilare sul corretto operato delle aziende speciali; non è accettabile tale spreco di risorse finanziarie già certificato nel luglio scorso dagli ispettori del ministero dell’economia e delle finanze –: se il dottor Fedele Adamo fosse in possesso dei requisiti previsti dagli articoli 6 e 7 del decreto ministeriale n. 422 del 1995 nei tre anni precedenti l’iscrizione nell’elenco; se e quali iniziative, con urgenza, intenda intraprendere per verificare che la nomina del dottor Fedele Adamo sia legittima, perchè prodotta da organi camerali decaduti, ai sensi della legge regionale n. 12 del 2005; se, nel caso in cui dovesse risultare vero e comprovato quanto in premessa, quali atti conseguenti intenda mettere in atto nei confronti del dottor Fedele Adamo, attuale Segretario Generale della Camera di Commercio di Cosenza. (4-02624) * * * INFRASTRUTTURE Interrogazione a risposta orale: CAPOTOSTI. — Al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che: è da ritenere oramai storica, nonché cronica, la carenza di reti infrastrutturali della Regione Umbria, con particolare riguardo all’aggancio dell’Umbria ai grandi corridoi internazionali, quindi in particolare al corridoio l, al corridoio 5, al corridoio 8, e alle cosiddette « Autostrade del Mare »; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 15 FEBBRAIO 2007 si verificano difficoltà di movimentazione da e per l’Umbria, nonché internamente alla stessa, sia per quanto concerne le merci sia per quanto attiene alle persone; lo status quo di tutte le arterie presenta gravi carenze, dovute anche alle complessità del sistema, senza esclusione di sorta; dette difficoltà manutentive interessano sia le reti di interesse internazionale, sia quelle di rilievo locale, a tutti i livelli; senza infrastrutture efficienti e trasporti adeguati ai bisogni dei cittadini e delle imprese, non ci può essere un vero futuro di modernità e sviluppo per la Regione Umbria; è stata presentata all’ANAS una proposta di project financing per la realizzazione in modo unitario dell’intero corridoio di viabilità autostradale e dorsale centrale Mestre-Orte-Civitavecchia, relativa all’ex Strada Statale 55, la ex Strada Statale 45 e la Strada Statale 675; il potenziamento del corridoio di viabilità autostradale, dorsale e centrale, Mestre, Orte e Civitavecchia, è teso a rappresentare non solo un’arteria di attraversamento, ma anche un’occasione per dare un nuovo impulso alla competitività delle tradizionali cosı̀ come delle nuove attività economiche, ponendosi quale spina dorsale del nuovo sistema infrastrutturale della Regione; diversi soggetti anche istituzionali hanno richiesto la creazione di una bretella veloce di collegamento con Roma, attraverso il tratto Terni-Fiano, via Passo Corese, per consentire un rapido accesso a Roma nord; il consiglio di amministrazione dell’ANAS ha approvato il progetto preliminare predisposto dal promotore ai sensi dell’articolo 37-bis, della legge n. 109 del 1994, costituito dal raggruppamento di imprese, composte da Società Gefip Holding, Banca Carige, Egis Project, Efitbanca, Mec S.r.l., Technip Italy, Transrot International;