futuro professionale e cio` dopo oltre 36 mesi di servizio per i primi

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futuro professionale e cio` dopo oltre 36 mesi di servizio per i primi
Atti Parlamentari
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AI RESOCONTI
futuro professionale e ciò dopo oltre 36
mesi di servizio per i primi quattro corsi;
altri 200 ufficiali in ferma prefissata
della Marina militare del 5o corso non
hanno avuto la possibilità di rafferma di
un anno come i corsi precedenti, dopo 30
mesi di servizio prestato;
ai sensi del comma 519 dell’articolo 1
della legge finanziaria 2007 parrebbe che
dovesse invece essere per loro possibile
continuare in detta attività di servizio, il
che – tra l’altro – porterebbe ad una
riduzione dei costi tenuto conto che non si
dovrebbe procedere a nuovi concorsi ed a
sottoporre altro personale ai corsi di addestramento. Ciò a valersi ai sensi dell’articolo 23, comma 1, del decreto legislativo
8 maggio 2001, n. 215, e relativo al personale che abbia maturato tre anni di
servizio in virtù di contratti antecedenti il
29 settembre 2006;
ciò crea comprensibile preoccupazione per gli interessati mentre risulta
invece all’interrogante che l’Arma dei carabinieri avrebbe stabilizzato il proprio
personale, come previsto dallo stesso
comma 519, trattenendo in servizio quanti
si sarebbero dovuti congedare il 31 gennaio 2006 –:
quali siano gli intendimenti ministeriali in merito al futuro di questi ufficiali
della Marina militare che aspettano ad oggi
l’applicazione del comma 519 della legge
finanziaria 2007, ed in particolare per
quelli che potrebbero essere congedati il
prossimo 5 marzo 2007 al termine del periodo di 30 mesi stabilito per gli ex parteci(4-02615)
panti al 5o corso AUFP MM.
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ECONOMIA E FINANZE
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denunziata anche in sede comunitaria,
non affligge solo lo Stato o la Sanità, ma
colpisce anche in ambito locale qualora gli
enti si costituiscano in stazioni appaltanti
con fondi propri;
inspiegabilmente, nonostante si tratti
di fondi già nel bilancio degli enti locali,
anche la semplice emissione di un mandato di pagamento per la liquidazione
degli stati di avanzamento avviene spesso,
ed in particolare nel Meridione, in tempi
esageratamente lunghi;
è appena il caso di osservare che i
continui anticipi di cassa delle imprese ne
minano la solidità economica, ne compromettono la competitività e ne azzerano la
credibilità nei confronti dei suoi danti
causa; in sostanza molte imprese sono al
limite della sopravvivenza e molte sono
defunte nonostante fossero sane;
quel che è più doloroso è l’atteggiamento a volte di superiorità e di sufficienza nei riguardi degli aventi diritto
quando richiedono ciò che ad essi è dovuto; peraltro mentre per i debiti dello
Stato si è costituito un Fondo apposito
presso la Cassa depositi e prestiti, per quel
che riguarda gli enti territoriali ci si deve
affidare a complesse e lente azioni di
rivalsa, essendo stata soppressa la possibilità di pignoramento dei beni mobili
dell’amministrazione inadempiente –:
se non intenda estendere la possibilità di usufruire del Fondo per i debiti di
fornitura delle pubbliche amministrazioni,
costituito presso la Cassa depositi e prestiti, anche ai debiti degli enti territoriali,
eventualmente rivalendosi sui trasferimenti a loro favore;
Interrogazioni a risposta scritta:
BRUSCO. — Al Ministro dell’economia e
delle finanze, al Ministro per gli affari
regionali e le autonomie locali. — Per
sapere – premesso che:
la « piaga » dei ritardi di pagamento
delle Amministrazioni pubbliche, più volte
se non ritenga opportuno invitare gli
enti territoriali ad onorare per tempo i
debiti e i contratti da essi sottoscritti,
qualora essi siano già iscritti a bilancio e
assumere iniziative normative per individuare le opportune sanzioni per gli inadempienti.
(4-02599)
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STRADELLA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
con comunicato n. 19 del 13 dicembre 2006 protocollo n. 89602, il Direttore
centrale per le risorse umane dell’Agenzia
del territorio emanava interpello per il
conferimento di incarichi dirigenziali, tra i
quali venivano individuate le posizioni di
Direttore Ufficio provinciale di Verbania,
Direttore Ufficio provinciale di Vercelli,
Responsabile settore servizi all’utenza, Ufficio provinciale di Alessandria;
con nota 18 gennaio 2007 protocollo
n. 4571, la suddetta direzione centrale
comunicava a diversi partecipanti al sopraccitato interpello l’esclusione dallo
stesso in quanto il riscontro effettuato, pur
avendo evidenziato le significative esperienze maturate ed il livello professionale
raggiunto non ha consentito di individuare
il livello di convergenza necessario per
assegnare il relativo incarico;
nel caso emblematico dell’Ufficio
provinciale di Alessandria come sottolineato da una presa di posizione dell’organizzazione sindacale di categoria, esiste
una palese ed oggettiva inferiorità di titoli,
qualifiche funzionali e, soprattutto, esperienze professionali del vincitore di tale
procedura;
il Governo ha più volte proclamato
come assolutamente necessaria una valutazione di tipo meritocratico nella individuazione della nuova dirigenza;
anche i due casi in premessa denunciano le stesse anomalie procedurali riscontrate ad Alessandria –:
quali provvedimenti si intenda assumere per correggere provvedimenti che appaiono non solo ingiusti e penalizzanti per i
funzionari esclusi ma addirittura irrispettosi delle norme di buona e corretta gestione delle risorse umane.
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SCHIETROMA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere –
premesso che:
voci ricorrenti ipotizzano la chiusura
del Dipartimento provinciale del Tesoro di
Frosinone;
tale ipotesi sarebbe davvero deprecabile in quanto le ragioni della permanenza
dell’ufficio su indicato sono più che fondate;
infatti la provincia di Frosinone, che
è al 39o posto per estensione territoriale su
109 province italiane, conta ben 91 Comuni ed una popolazione di circa 500.000
abitanti, il che, tra l’altro, vuol dire altrettante strutture scolastiche di istruzione
materna, elementare e media e quindi, in
proporzione, una notevole presenza di
scuole secondarie di secondo grado;
di conseguenza il Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone, avendo
competenza anche su tutti gli operatori
delle predette strutture, nel suo insieme
amministra ben 14.000 partite di spesa
fissa;
inoltre, il citato Dipartimento provvede al pagamento di circa 8.100 tra
pensioni di guerra e tabellari privilegiate,
un numero che, per quantità, pone l’ufficio di Frosinone tra i primi dieci in Italia;
ed ancora, tale numero elevato di
pensioni, legato alle note drammatiche
vicende dell’ultimo conflitto mondiale, ha
notevole influenza anche su un altro compito che il Dipartimento provinciale del
Tesoro di Frosinone deve svolgere, e cioè
quello relativo alla Commissione medica
che esamina le domande di reversibilità
delle pensioni di guerra, tenendo presente
che solo nell’anno 2006 sono state valutate
ben trecento reversibilità;
per di più, la predetta Commissione
medica esamina anche le cause di invalidità
per servizio di tutti i dipendenti pubblici
(sia quelli dei settore statale che quelli degli
enti locali), anch’esse in gran numero se si
pensi che soltanto nel 2006 sono state valutate circa seicento cause di servizio;
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infine va valutato che, in caso di
accorpamento della Direzione provinciale
del Tesoro di Frosinone agli uffici di Roma
o di Latina, le persone ultrasettantenni
interessate alle pratiche di cui sopra sarebbero esposte a gravosi disagi –:
se tali voci, relative all’ipotesi di chiusura del Dipartimento provinciale del Tesoro di Frosinone, abbiano un effettivo
fondamento; ed in caso di risposta affermativa, se il Governo intenda intervenire
prontamente per scongiurare un evento
veramente dannoso per la popolazione
della provincia di Frosinone e profondamente iniquo, considerate le ragioni esposte nella premessa della presente interrogazione.
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FERDINANDO BENITO PIGNATARO.
— Al Ministro dell’economia e delle finanze,
al Ministro dello sviluppo economico. —
Per sapere – premesso che:
ai sensi dell’articolo 20, comma 2
della legge 29 dicembre 1993, n. 580, il
Segretario Generale della Camera di Commercio è nominato con decreto del Ministro delle Attività Produttive, su designazione della Giunta camerale, tra gli iscritti
in un apposito elenco istituito presso il
Ministero stesso, formato e gestito secondo
le disposizioni dell’articolo 20 della legge
n. 580 del 1993 e del decreto ministeriale
19 giugno 1995 n. 422;
il regolamento recante norme di attuazione dell’articolo 20 della legge 29
dicembre 1993, n. 580, concernenti criteri
e le modalità per l’iscrizione nell’elenco
dei Segretari Generali delle Camere di
Commercio, all’articolo 6, comma 1, e
all’articolo 7, comma 1 e 2, individua i
requisiti per l’iscrizione;
il dottor Fedele Adamo è stato inquadrato nella qualifica di dirigente della
CCIAA con decorrenza l’aprile 2000;
il 15 novembre 2000, con verbale
n. 16 della Giunta Camerale e con deter-
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mina di Giunta n. 145 del 15 novembre
2000, il dottor Fedele Adamo veniva designato Segretario Generale;
il normale dibattito ed il continuo
confronto tra sindacato e amministrazione
camerale, si è notevolmente esasperato da
quando Segretario Generale dell’Ente è
divenuto proprio il dottor Fedele Adamo;
il sindacato ha denunciato e attaccato
aspramente le procedure adottate dall’amministrazione camerale per l’assunzione di
un autista e di alcuni ausiliari, cosı̀ come
ha contestato il cambio di profilo repentinamente avvenuto a personale appena
assunto su pubblico concorso;
il sindacato ha denunciato alla Corte
dei Conti la transazione operata dal dottor
Fedele Adamo a favore di soli tre dipendenti, di cui due, strana coincidenza, sono
stati difesi dal suo collega di studio (infatti
all’epoca delle vertenze Adamo lavorava in
part-time perchè impegnato in uno studio
legale con l’avvocato Oreste Via), a fronte
delle tante richieste transattive pervenute;
la Camera di Commercio di Cosenza
è stata commissariata con atto formale
della Giunta regionale, a causa di contrasti
insanabili tra le varie categorie rappresentanti il mondo del lavoro e delle imprese;
l’Ente ha istituito quattro aziende
speciali (Multilab, PromoCosenza, Innova,
Agrisistema);
da una relazione degli ispettori del
ministero dell’economia e finanze, è
emersa « la necessità » di una attenta valutazione circa l’utilità del mantenimento
dell’attuale organizzazione che non consente una effettiva autonomia dell’azienda
rispetto alla camera;
i dati raccolti dagli ispettori camerali
dimostrano che la citata azienda ha un
indice di autofinanziamento pari al 4 per
cento e le risorse autonomamente acquisite non coprono i costi di gestione;
quasi il 90 per cento delle risorse
delle quattro aziende speciali proviene dal
bilancio della Camera di Commercio di
Cosenza e nel corso del 2005 le quattro
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aziende speciali hanno usufruito di quasi
il 40 per cento della totalità dei fondi
camerali;
il direttore amministrativo delle
aziende speciali risulta essere il Segretario
Generale della Camera di Commercio, cioè
lo stesso che dovrebbe vigilare sul corretto
operato delle aziende speciali;
non è accettabile tale spreco di risorse finanziarie già certificato nel luglio
scorso dagli ispettori del ministero dell’economia e delle finanze –:
se il dottor Fedele Adamo fosse in
possesso dei requisiti previsti dagli articoli
6 e 7 del decreto ministeriale n. 422 del
1995 nei tre anni precedenti l’iscrizione
nell’elenco;
se e quali iniziative, con urgenza,
intenda intraprendere per verificare che la
nomina del dottor Fedele Adamo sia legittima, perchè prodotta da organi camerali decaduti, ai sensi della legge regionale
n. 12 del 2005;
se, nel caso in cui dovesse risultare
vero e comprovato quanto in premessa,
quali atti conseguenti intenda mettere in
atto nei confronti del dottor Fedele
Adamo, attuale Segretario Generale della
Camera di Commercio di Cosenza.
(4-02624)
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INFRASTRUTTURE
Interrogazione a risposta orale:
CAPOTOSTI. — Al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che:
è da ritenere oramai storica, nonché
cronica, la carenza di reti infrastrutturali
della Regione Umbria, con particolare riguardo all’aggancio dell’Umbria ai grandi
corridoi internazionali, quindi in particolare al corridoio l, al corridoio 5, al
corridoio 8, e alle cosiddette « Autostrade
del Mare »;
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si verificano difficoltà di movimentazione da e per l’Umbria, nonché internamente alla stessa, sia per quanto concerne
le merci sia per quanto attiene alle persone;
lo status quo di tutte le arterie presenta gravi carenze, dovute anche alle
complessità del sistema, senza esclusione
di sorta; dette difficoltà manutentive interessano sia le reti di interesse internazionale, sia quelle di rilievo locale, a tutti i
livelli;
senza infrastrutture efficienti e trasporti adeguati ai bisogni dei cittadini e
delle imprese, non ci può essere un vero
futuro di modernità e sviluppo per la
Regione Umbria;
è stata presentata all’ANAS una proposta di project financing per la realizzazione in modo unitario dell’intero corridoio di viabilità autostradale e dorsale
centrale Mestre-Orte-Civitavecchia, relativa all’ex Strada Statale 55, la ex Strada
Statale 45 e la Strada Statale 675;
il potenziamento del corridoio di viabilità autostradale, dorsale e centrale, Mestre, Orte e Civitavecchia, è teso a rappresentare non solo un’arteria di attraversamento, ma anche un’occasione per dare
un nuovo impulso alla competitività delle
tradizionali cosı̀ come delle nuove attività
economiche, ponendosi quale spina dorsale del nuovo sistema infrastrutturale
della Regione;
diversi soggetti anche istituzionali
hanno richiesto la creazione di una bretella veloce di collegamento con Roma,
attraverso il tratto Terni-Fiano, via Passo
Corese, per consentire un rapido accesso a
Roma nord;
il consiglio di amministrazione dell’ANAS ha approvato il progetto preliminare predisposto dal promotore ai sensi
dell’articolo 37-bis, della legge n. 109 del
1994, costituito dal raggruppamento di
imprese, composte da Società Gefip Holding, Banca Carige, Egis Project, Efitbanca,
Mec S.r.l., Technip Italy, Transrot International;