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MOBILE E WIRELESS: L`EVOLUZIONE CONTINUA Le tecnologie si
MOBILE E WIRELESS: L'EVOLUZIONE CONTINUA Le tecnologie si perfezionano mentre le applicazioni per le imprese rivelano ulteriori scenari. Il caso dell'assistenza tecnica a cura della redazione di Computerworld Italia Produzione e Logistica >> Logistica Sommario Mobile & Wireless? Funziona!.................................................................... 4 Tre opzioni wireless per RFID....................................................................6 Le nuove tecnologie della mobility nei servizi di assistenza tecnica............... 10 Glossario.............................................................................................. 12 Pagina 2 di 13 Introduzione Mobile e Wireless. Non è la prima volta che affrontiamo questo argomento nei nostri dossier. In passato ci siamo ad esempio occupati delle strategie da applicare in impresa per scegliere le tecnologie più adatte all'ottimizzazione dei rispettivi processi, in modalità senza fili e in mobilità, e gestirle al meglio. Oppure siamo andati nel dettaglio di verticalizzazioni su comparti, come quello farmaceutico. L'argomento è però molto vasto, in continua evoluzione, tecnologica e strategica. Questo mese andiamo a trattarlo partendo dai risultati del Rapporto Mobile & Wireless Business prodotto dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Aitech-Assinform su 250 aziende italiane intervistate per oltre un migliaio di applicazioni. La ricerca ha tracciato un interessante scenario sull'utilizzo di queste soluzioni nelle nostre imprese, andando inoltre a indagare sull'atteggiamento dei responsabili dei sistemi informativi nei confronti della tematica, classificandoli in quattro categorie: proattivo, reattivo, eterno scettico, temporeggiatore. Continuando andremo ad approfondire, dal punto di vista tecnologico, gli ultimi sviluppi per quanto riguarda l'utilizzo della tecnologia RFID (Radio Frequency IDentification)e della sua combinazione con altri standard emergenti, come ZigBee, Near Field Communication e Ultra Wide Band. Dell'uso delle etichette intelligenti (dette anche tag) si parla infatti sempre di più, in particolar modo per quanto riguarda le applicazioni di logistica, ma non solo. Nelle prossime pagine troverete infatti anche un caso in cui i sensori sono utilizzati addirittura per raccogliere dati sull'andamento di gare sportive. Infine, grazie al contributo di un esperto, analizzeremo in profondità un'applicazione delle tecnologie mobili particolarmente interessante, e in un certo qual modo ancora poco 'pubblicizzata', ossia quella nell'ambito dei servizi di assistenza tecnica. Questi verranno inquadrati in uno scenario dove, in generale, le soluzioni informatiche si estendono anche agli ambiti delle cosiddette work force automation (WFA), ossia l'automazione della forza lavoro, e field force automation (FFA), l'automazione delle forze operative sul campo. Pagina 3 di 13 MOBILE & WIRELESS? FUNZIONA! Anche in Italia le tecnologie per la mobilità sono parte importante nelle strategie delle aziende innovative. Un crescendo di iniziative, in cui non sempre brilla il ruolo dei CIO di Paolo Lombardi CIO poco proattivi, quasi passivi, a volte ostili Ecco i profili comportamentali più frequenti individuati dai ricercatori negli atteggiamenti dei direttori di S.I. aziendali verso le iniziative in ambito mobile e wireless (M&W). Questi profili, si precisa, “sono il risultato di tre anni di ricerche basate sul dialogo con centinaia di CIO di medie e grandi imprese di ogni settore e di pubbliche amministrazioni”. CIO proattivo: cerca di far capire le opportunità offerte dalle tecnologie M&W a livello dei diversi processi e delle diverse funzioni e suggerisce ai colleghi delle linee di business le possibili applicazioni. CIO reattivo: chiamato in causa in un secondo momento dal vertice o dai manager funzionali per valutare gli aspetti tecnologici di applicazioni M&W. Questa figura può evolvere su due variabili: reattiva costruttiva e reattivodistruttiva (cerca di dissuadere i colleghi nel proseguire). CIO Eterno scettico: è 'da sempre' convinto che le tecnologie M&W non siano ancora pronte (....) e tende a sovradimensionare tutti iu problemi di natura tecnologica (sicurezza, interferenze...) CIO temporeggiatore: si dichiara pienamente consapevole delle potenzialità offerte da queste applicazioni ma poi la loro priorità è sempre più bassa di altri progetti tecnologici “più importanti” o “urgenti”. CIO ignavo: si disinteressa sostanzialmente al problema. Non gli interessa neppure approfondire le potenzialità di queste tecnologie, avendo altre cose a cui pensare ed essendo completa,mente saturato dalle attività “routinarie” da presidiare. Mobile & Wireless Business” 2006. Indagine della School of Management del Politecnico di Milano e AitechAssinform) “L'introduzione di tecnologie wireless per il supporto di attività di business in mobilità, è diventata un elemento qualificante nelle strategie di molte aziende e nelle loro iniziative di re-ingegnerizzazione dei processi”. Questo, secondo i curatori, è un po' il 'succo' di quanto emerge dai risultati del “Rapporto Mobile & Wireless Business” prodotto dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Aitech-Assinform con il supporto di un gruppo di lavoro formato da 17 vendor sponsor dell'iniziativa. I ricercatori hanno analizzato e classificato le applicazioni secondo una matrice a più dimensioni (industry, processi aziendali, dispositivo di supporto ecc.), hanno valutato, ai diversi livelli di entità, l'impatto sulle organizzazioni e mostrato i benefici tangibili (per esempio riduzione di costi o aumento di ricavi) e quelli intangibili (immagine migliore, snellimento dei processi ecc.). Il tutto naturalmente tenendo nella dovuta considerazione il fatto che ogni singola filiera analizzata (sanità, utility, grocery, farmaceutico, banche) mostra proprie peculiarità. Dai risultati della ricerca sul campo (250 aziende italiane intervistate per oltre un migliaio di applicazioni) i ricercatori evidenziano alcuni indicatori che mostrano la maturità di questo mercato: offerta ampia e diversificata di applicazioni; maggior consapevolezza della domanda aziendale; crescente attenzione dei fornitori alle esigenze dei clienti. Un'altra significativa considerazione che si può fare sul brillante scenario che emerge dal Rapporto è che, come ha detto Andrea Rangone del Politecnico “prendendo a riferimento la classica curva dei processi di innovazione, l'impatto di queste tecnologie sulle organizzazioni sembra essere ormai nella fase di ascesa”. Il che sembra valere, altra conclusione interessante, tanto per le medio-grandi e medie aziende quanto per le più piccole. Ci sono casi, considerati nel Rapporto, di piccoli distributori con non più di 15 addetti, a volte del tutto 'vergini' dal punto di vista dell'utilizzo di strumenti IT, che hanno sperimentato con successo queste tecnologie. Questo potrebbe indurre a qualche interessante considerazione sul fatto che, di fronte ad applicazioni finanziariamente poco impegnative e con Pagina 4 di 13 benefici chiari e su tecnologie relativamente semplici e controllabili, anche i piccoli imprenditori, tradizionalmente visti come poco sensibili all'innovazione, sono pronti a fare il grande salto. “L'importante – chiosa Rangone – è che ci sia chi diffonde conoscenza su queste tecnologie e sulle loro potenzialità”. Ma i CIO che fanno? Di grande interesse risulta essere l'atteggiamento di CIO e responsabili dei sistemi informativi aziendali nei confronti di piattaforme, applicazioni, e di tutto quanto riguarda le tecnologie wireless e orientate alla mobilità. In buona parte dei casi questo atteggiamento non è di spinta o di supporto alle nuove tecnologie e al loro impatto. Il gruppo di lavoro ha sintetizzato in 5 'variazioni alla figura del CIO' i diversi atteggiamenti (vedi riquadro nella pagina precedente). Federico Barilli, direttore di Assinform, ha anticipato infine i punti chiave su cui sarà articolato il progetto di ricerca per questo nuovo anno: dare un valore quantitativo al mercato M&W in Italia e fornire un quadro più preciso della fisionomia degli operatori dell'offerta. Ma l'attenzione sarà soprattutto focalizzata sulle potenzialità di esportazione delle soluzioni made in Italy, a partire dalle numerose best practice individuate tra le aziende utenti. Insomma, la speranza è quella di riuscire, come sistema Paese, a capitalizzare in un ambito come quello del mobile & wireless applicato al mondo aziendale in cui, una volta tanto, secondo la School of business del Politecnico e Aitech-Assinform “L'Italia è territorio di sperimentazioni, di laboratori di ricerca e di sviluppo di nuove soluzioni”. Pagina 5 di 13 TRE OPZIONI WIRELESS PER RFID Per andare oltre l’identificazione di oggetti e persone Il mondo dei sistemi RFID (Radio Frequency Identification) si limita sempre di meno alle applicazioni che prevedono l’impiego esclusivo di trasponder passivi. Sempre più spesso sono infatti richieste nuove e più sofisticate prestazioni che vanno al di là della pura identificazione di un oggetto. Per questo si stanno affermando tre nuove soluzioni tecnologiche wireless che contribuiranno a spostare ulteriormente la frontiera dell’innovazione nell’ambito delle applicazioni RFID. Questa previsione è contenuta nei risultati pubblicati nell’edizione 2006 dell’Osservatorio RFID realizzato a cura della School of Management del Politecnico di Milano, che ha dedicato un capitolo proprio alle nuove soluzioni tecnologiche che possono entrare in gioco per ampliare il raggio di azione delle soluzioni RFID. Più nello specifico, il rapporto compie delle valutazioni su tre tecnologie wireless (ZigBee, Near Field Communications e Ultra Wide Band) che iniziano a essere usate all’interno delle applicazioni RFID, tracciando anche delle previsioni sulla rapidità di diffusione di tali soluzioni. In questo articolo riportiamo parzialmente le valutazioni compiute dai ricercatori che hanno realizzato il rapporto (Luigi Battezzati, Giovanni Miragliotta, Alessandro Perego). Oltre l’identificazione: esempi applicativi Secondo i ricercatori, sono diverse oggi le motivazioni di tipo applicativo che aprono la porta a nuove soluzioni tecnologiche in ambito RFID, e tutte nascono dall’esigenza di associare alla funzionalità basilare dell’identificazione anche altre capacità che estendono l’utilizzo dei trasponder e che possono aiutare il promotore di un’iniziativa RFID all’interno della propria impresa a trovare una più ampia ‘ragione’ economica che vada a giustificare l’investimento. Nella filiera dei beni di largo consumo, per esempio, è sentita fortemente la problematica della gestione dei prodotti freschi o refrigerati che richiedono un controllo continuo della temperatura, sia a causa dei vincoli normativi imposti dal legislatore sia per ragioni competitive imposte dal mercato. Queste funzionalità possono essere realizzate solo da trasponder dotati di sensori, e per essere abilitate, dovranno essere supportate da una infrastruttura di comunicazione il meno costosa possibile. La tecnologia che soddisfa questi requisiti, e che sta cominciando ad affermarsi sul mercato, è ZigBee. Una seconda tipologia di applicazioni è rappresentata da tutte quelle soluzioni basate sull’identificazione contactless di prossimità, come per esempio l’accesso ad aree protette, la fruizione di servizi di trasporto o di intrattenimento e in generale le funzioni di pagamento. Oggi le tecnologie RFID ‘contacless’ non mancano e sono considerate sicure e affidabili, garantiscono l’unicità e l’individualità della carta e la sicurezza delle transazioni: l’assenza del contatto fisico assicura maggiori tempi di durata e minori possibilità di deterioramento rispetto a sistemi basati su contatti meccanici, alla singola carta RFID e ai dispositivi di lettura. Il problema semmai è rappresentato dal fatto che esiste in ambito contacless più di uno standard operativo e, normalmente, ogni operatore richiede l’utilizzo di una carta con formati propri. Per ovviare alla proliferazione delle carte e migliorare il servizio per il consumatore è stato formalizzato lo standard NFC (Near Field Communication) che permette di associare la funzione carta contactless al telefono cellulare, includendo tutti gli standard prevalenti sul mercato. Infine, le applicazioni di localizzazione come la gestione degli asset o la sicurezza, in cui emerge sempre di più la necessità non solo di identificare un oggetto o una persona, ma anche di conoscere la posizione fisica all’interno di un’area, e questo non solo nei momenti di passaggio attraverso dei varchi. Tale funzionalità è molto difficile da realizzare utilizzando trasponder attivi nelle frequenze HF e UHF, mentre è senza dubbio più semplice da ottenere se si aumentano le frequenze e si arriva nel campo che va dai 3,1 ai 10,6 GHz. Questo gap tecnologico può oggi essere coperto dalla tecnologia Ultra Wide Band (UWB). Pagina 6 di 13 Vediamo nel dettaglio come le tre tecnologie wireless per il ‘trasporto’ delle informazioni appena accennate si possono legare al mondo RFID. RFID e UWB insieme per lo sport Osservare una partita di hockey dalla panchina e vederla in contemporanea anche su un computer, attraverso una ricostruzione digitale, scegliendo di seguire solo l’azione dell’attaccante o del portiere. Oppure visualizzare solo il disco per analizzare il suo percorso sul ghiaccio. O ancora disporre in tempo reale di tutte le informazioni e le statistiche per capire chi ha già dato tutto e deve essere sostituito. Sono solo alcuni degli scenari possibili grazie all’utilizzo di SmartField Hockey, un’applicazione sviluppata da Cefriel, fornitore ufficiale per la Ricerca Universitaria Applicata per i XX Giochi Olimpici Invernali, per l’analisi digitale in tempo reale di allenamenti e gare. SmartField Hockey è adattabile a numerosissime tipologie di sport (tutti gli sport di squadra, e in particolare hockey, calcio, basket, pallavolo, ma anche pattinaggio, atletica, ecc.) ed è stata presentata per la prima volta durante i Giochi Olimpici di Torino 2006. “L’utilizzo di SmartField Hockey rivoluziona radicalmente le tecniche di allenamento e la definizione delle strategie di gioco”, sottolinea Cefriel. È infatti possibile monitorare tutti i movimenti di tutti gli atleti in campo semplicemente applicando a ciascun atleta sensori RFID UWB (Ultra Wide Band) di ridottissime dimensioni. In questo modo si riesce a osservare una partita da più punti di vista: è possibile infatti seguire, in una stessa azione, i movimenti di ogni giocatore singolarmente, oppure di tutta la squadra, ma anche offrire il punto di vista dell’arbitro per comprendere meglio il perché della segnalazione di un’infrazione. RFID UWB è un sistema radio pensato per l’identificazione e la localizzazione di persone e oggetti. Sensori RFID-UWB delle dimensioni tipiche di una moneta possono essere applicati su persone e oggetti che si vogliono monitorare. I segnali radio trasmessi da questi sensori vengono elaborati da speciali sistemi in grado di calcolare con esattezza la posizione nello spazio del sensore (con precisione nell’ordine di pochi centimetri). La piattaforma SmartField Hockey è il risultato della collaborazione tra Cefriel e una società italiana specializzata in tecnologia RFID-UWB. Nei laboratori di Cefriel si sta lavorando per integrare la piattaforma SmartField Hockey con motori di rendering 3D. In questo modo, sul proprio televisore, ma anche tramite Internet o cellulare, sarà possibile vedere e rivedere una partita, ricreata con esattezza mediante grafica 3D in tempo reale, da più punti di vista: con gli occhi dell’attaccante, del difensore, del portiere o del giocatore preferito... ZigBee: uno standard per le reti di sensori ZigBee è uno standard molto interessante per poter collegare sensori autonomi in reti wireless di diversa natura. I tratti di interesse per ZigBee in ambito RFID sono essenzialmente due. In primo luogo, è una tecnologia che si appoggia per il livello hardware e per l’utilizzo dello spettro radio allo standard IEEE 802.15.4, che già enfatizza caratteristiche come l’affidabilità e la sicurezza della comunicazione, nonché una sofisticata gestione della fonte attiva di alimentazione. In secondo luogo è interessante il tipo di architettura di comunicazione che ZigBee ammette: secondo questo protocollo, infatti, i sensori possono collegarsi tra loro secondo un modello a stella (con un controllore centralizzato) o con un modello Mesh (ovvero con una rete peer-to-peer). In questo secondo caso si ottiene un’architettura di comunicazione distribuita più complessa da gestire, ma molto robusta e scalabile; in entrambe le soluzioni si costruisce l’infrastruttura di comunicazione utilizzando gli altri sensori come la ‘rete’ attraverso la quale viaggia l’informazione. Lo standard ZigBee, va sottolineato, è uno standard generale, e permette di sviluppare un grande numero di applicazioni utilizzando una piattaforma comune; come contraltare, la generalità dello standard non permette di ottenere sempre le migliori prestazioni nel caso di applicazioni specifiche. In altre parole la sua completezza permette di soddisfare molte esigenze al prezzo di un maggiore consumo di energia e quindi di minore autonomia del sensore attivo, a pari batteria. Per questo, con riferimento a specifici ambiti applicativi, si stanno sviluppando tecnologie di ‘sensor networking’ che si ispirano a ZigBee come logica generale, ma se ne distanziano per alcune particolarità, per enfatizzare le prestazioni chiave in quell’ambito, prima tra tutte la durata della batteria. ZigBee è una tecnologia nuova, ma sono ormai disponibili sul mercato i set di componenti da parte dei principali fornitori di hardware elettrico. Al contrario, il suo inserimento nei prodotti finiti è ancora nelle fasi iniziali, anche se cominciano ad apparire i primi prodotti, prevalentemente orientati ad applicazioni anti-intrusione. Di pari passo, si stanno sviluppando quelle applicazioni specialistiche che si ispirano al concetto di ZigBee in termini di sensor networking, con funzionalità e protocolli personalizzati, specie nel controllo della catena del freddo. Pagina 7 di 13 Per quanto riguarda i tempi di adozione di ZigBee, secondo il rapporto, senza dubbio il 2006 sarà un anno di crescita dell’offerta e nei prossimi tre anni si assisterà a una probabile diffusione di massa. Eliminare le connessioni fisiche tra apparati con NFC La storia della tecnologia Near Field Communication (NFC) inizia nel 2002 quando due importanti produttori (Philips e Sony) si fecero promotori di una nuova tecnologia wireless che si potesse comportare come carta passiva o lettore attivo HF a 13,56 MHz. La scelta di questa frequenza non fu causale, ma determinata dall’obiettivo di realizzare uno strumento in grado di emulare una carta RFID contactless nel range di frequenze che è ormai lo standard ‘de facto’ di ticketing e micropagamenti. NFC è compatibile sia con gli standard più diffusi del mondo contactless (come ISO 18092 e 21481, ECMA 340 e 352, ed ETSI TS 102 190) che con le più diffuse smart card che sono basate su ISO 14443. In questo modo un apparato NFC ha la possibilità di interfacciarsi automaticamente con un altro apparato semplicemente entrando nel raggio operativo del lettore contacless, a distanza di pochi millimetri. L’applicazione di questa tecnologia non è limitata al mondo delle card contactless, ma si può estendere a tutte le comunicazioni ‘uno a uno’ tra diversi apparati che vengono utilizzati nella vita di tutti i giorni. Per esempio, si potrebbero trasferire le fotografie digitali a una stampante attivando la comunicazione semplicemente appoggiando la macchina fotografica sulla stampante stessa, qualora entrambi i dispositivi siano provvisti di interfaccia NFC. Per rendere disponibile un telefono cellulare adatto a supportare questi standard, Nokia nel 2004 ha messo in commercio diversi modelli in grado di gestire le funzionalità RFID previste da NFC mediante un lettore integrato nella struttura del telefono. In pochi anni il gruppo delle aziende che hanno deciso di aderire a NFC è cresciuto notevolmente con la partecipazione dei principali attori della elettronica di consumo, della telefonia cellulare e dei pagamenti. NFC è una tecnologia di comunicazione tra apparati elettronici matura e industrializzata con tassi di penetrazione molto alti in Giappone e Corea. In Europa si stanno avviando le prime sperimentazioni, mentre in Italia i primi attori dell’offerta stanno iniziando a interessarsi a essa. Alla luce di questi casi, e dal momento che i componenti elettronici sono disponibili da tempo, si può ragionevolmente prevedere che i prossimi due/tre anni sanciranno la definitiva affermazione di questa tecnologia. Una banda infinita Ultra Wide Band (UWB) è una tecnologia di tipo attivo che opera ad altissima frequenza, nel campo delle microonde da 3,1 GHz a 10,6 GHz. Oltre all’amplissima banda di funzionamento, UWB si distingue anche per il fatto che ‘ribalta’ la modalità di funzionamento dei sistemi RF tradizionali. Invece di utilizzare un’onda sinusoidale continua che agisce da portante, e su cui si fa modulazione di frequenza, questa tecnologia funziona trasmettendo piccoli impulsi ad altissima frequenza. E’ la logica di funzionamento del radar che viene applicata non per rilevare la posizione di un oggetto, ma per trasmettere informazioni. Come conseguenza di questa innovativa accoppiata (altissime frequenze e trasmissione a impulsi di bassissima potenza) UWB è portatrice di tre caratteristiche distintive: • Fino a qualche centinaio di metri è possibile attraversare gli ostacoli tradizionalmente ostici per l’RFID, come i metalli o i liquidi, utilizzando bassissime potenze di emissione. Infatti i picchi di assorbimento di questi materiali di solito sono concentrati su bande di frequenza relativamente ristrette, mentre le frequenze che compongono gli impulsi brevi sono distribuite su una banda molto larga. • Proprio per la modalità di comunicazione – bassissime potenze distribuite su uno spettro ampio, quasi 7 GHz – il sistema non reca disturbi ad altri apparati in radio frequenza, ed è a sua volta immune dal rischio di interferenze e di intercettazione della comunicazione. Una caratteristica questa che tradisce il passato militare di questa tecnologia. • Infine, grazie all’elevatissima frequenza di funzionamento, UWB offre la possibilità di implementare facilmente un sistema di localizzazione della posizione fisica di un trasponder, fermo o in movimento, con una elevata precisione. La possibilità di rilevare la posizione è Pagina 8 di 13 ulteriormente enfatizzata precedentemente. dalla caratteristica di attraversare gli ostacoli descritti La potenzialità di UWB sono tante e tali che si può affermare che si sta aprendo un nuovo modo di progettare e utilizzare i sistemi RFID: localizzazione automatica, comunicazione in larga banda (perlomeno su medie distanze), insensibilità agli ostacoli e altro. Legandosi al passato militare, la funzionalità di telecomunicazione sarà senza dubbio tra gli ambiti applicativi di maggiore interesse: tutti i grandi produttori stanno investendo su questa tecnologia, soprattutto per portarla nell’elettronica di consumo (per esempio: comunicazione tra telefoni cellulari o tra video-camera e pc). Già adesso si possono segnalare le sperimentazioni svolte in Italia dal Cefriel del Politecnico di Milano per le olimpiadi invernali di Torino (vedi box a pagina 7) e di Eximia per il Milan. In entrambi i casi l’obiettivo dei prototipi è stato il rilevamento degli atleti in movimento in un’area ristretta e sono stati utilizzati demo kit dei principali fornitori americani. Dall’analisi dell’offerta dei principali produttori è evidente che la tecnologia non è ancora allo stadio di industrializzazione dei componenti, ossia non sono disponibili i componenti elettronici in quantità, qualità e costi adeguati alle applicazioni industriali. Inoltre, il processo di standardizzazione è stato completato in USA, ma non in Europa, dove si sta ancora discutendo nell’ambito del gruppo di lavoro ETSI. Pagina 9 di 13 LE NUOVE TECNOLOGIE DELLA MOBILITY NEI SERVIZI DI ASSISTENZA TECNICA Questo campo fornisce un esempio di come queste soluzioni espandono le applicazioni di business di Giorgio De Nardi* Nato nel dopoguerra, il computer era in origine un grande calcolatore. Nient’altro che una macchina che aiutava l’uomo a eseguire i calcoli più velocemente e senza errori. Da allora gli impieghi dell’informatica si sono moltiplicati in infinite opportunità, facendo crollare man mano tutte le barriere che ne delimitavano il campo d’azione. Due, però, sono sempre stati i limiti che ne hanno condizionato l’uso: la necessità di un piano di lavoro a cui appoggiarsi e i cavi di alimentazione e di collegamento. Grazie alle nuove tecnologie mobili anche questi due ultimi vincoli sono stati superati, aprendo la strada a mondi inconsueti per i computer. Mondi dove hanno sempre regnato carta e penna, memoria e intuito, improvvisazione ed errori. I confini delle soluzioni IT mobili si estendono oggi alla work force automation (WFA) o alla field force automation (FFA). Alcuni esempi possono far comprendere l’importanza che questi nuovi ambiti di informatizzazione hanno su categorie di lavoratori che prestano servizi di assistenza. Si tratta di un ambito in cui spesso i benefici dell’innovazione vanno oltre l’esigenza iniziale di risolvere uno specifico problema. Mai allagato la casa per un guasto alla lavatrice o al frigorifero? La risposta che vi aspettate in quei momenti ‘drammatici’ è rapida, efficace, economica. Spesso, invece, succede che l’intervento del tecnico sia meno tempestivo, più complesso e più costoso delle aspettative. Talvolta non è nemmeno risolutivo, perché il guasto non viene individuato o mancano delle parti di ricambio necessarie alla riparazione. Insomma, non è soddisfacente. Nella trasmissione “Mi manda Rai3” andata in onda il 3 febbraio 2006 queste problematiche sono state ampiamente evidenziate. Il gruppo Indesit, invitato alla trasmissione, ha comunicato il forte impegno dell’azienda verso il miglioramento del servizio prestato ai suoi clienti e la soluzione dei problemi evidenziati. E’ un caso significativo di come le aziende più strutturate che si occupano di produzione di elettrodomestici vogliano migliorarsi, organizzando delle infrastrutture ICT in grado di gestire adeguatamente questa complessa problematica. La criticità è ampliata anche dal fatto che normalmente questi servizi sono subappaltati a piccole Work force automation in tre mosse società specializzate, più o meno artigianali, attraverso Tipicamente sono tre i componenti un complesso sistema di call center, ticket e passaggi principali di una soluzione di work force vari senza possibilità di governo del processo. automation. Presto, quindi, i tecnici che verranno a riparare nelle nostre case le lavatrici, i frigoriferi, le lavastoviglie, - Infrastruttura di back end per il controllo del network e sistemi saranno connessi con un palmare al sistema informativo dipartimentali di sede per la gestione della casa madre per lo scambio anche in tempo reale completa a monte (business intelligence) delle informazioni sugli interventi da fare. Il risultato agli e a valle dei processi (sicurezza e occhi dei clienti sarà evidente: tempi certi per certificazione del dato). l’appuntamento con il tecnico (scheduling e dispatching - Comunicazioni wireless: RFID per delle chiamate), garanzia di una efficace risoluzione del l’identificazione univoca delle macchine, guasto (disponibilità di supporto, diagnostica e parti di Bluetooth per le gli output di stampa, Wi ricambio), fiducia di pagare un costo giusto (applicazione Fi per le connessioni in wireless locale, UMTS/Edge/Gprs per le predeterminata di listini ufficiali). telecomunicazioni, GPS per la Le certezze vengono da un sistema informatizzato di localizzazione dei tecnici. supporto e controllo che regolerà il rapporto tra la casa produttrice e le aziende autorizzate e certificate per - Tablet PC, palmari industriali o EDA prestare il servizio di assistenza. Tali accordi si basano (enterprise digital assistant). normalmente su contratti di tipo SLA (Service Level Pagina 10 di 13 Agreement): il sistema potrà, ad esempio, certificare le performance degli operatori e premiarne o penalizzarne il lavoro effettuato in funzione di determinati KPI. Anche Cimbali, nota azienda produttrice di macchine per caffè, ha da tempo informatizzato la sua rete di manutentori con una soluzione basata su palmari. Ora sta implementando funzioni di localizzazione dei tecnici per indirizzare al meglio il loro lavoro e il servizio ai clienti che chiamano il call center. Mai sentito parlare di incidenti in ambienti saturi di infiammabili? In questo caso la prevenzione è determinante. Chi opera nel settore è coinvolto in modo assoluto nella questione sicurezza, con rischi anche penali in caso di inadempienza. I servizi di manutenzione sugli impianti di distribuzione dei combustibili, ad esempio, devono garantire con puntualità ed efficienza che i sistemi di immagazzinamento, stoccaggio ed erogazione delle benzine e del gas funzionino a regola d’arte. Esistono anche precise normative che obbligano a una manutenzione preventiva, con verifiche e collaudi cadenzati nel tempo (annuali, biennali e decennali) in funzione del tipo di serbatoio, erogatore, pompa, valvola, ecc. Sia Q8 sia Api hanno, ad esempio, organizzato i loro sistemi informativi tramite un portale web/wireless in modo da gestire queste attività sul campo in rispondenza alle normative di legge e con lo scopo di dare ai propri clienti il miglior servizio possibile. Anche in questo settore l’erogazione dei servizi viene effettuata in genere da società terze con contratti di subappalto e una nutrita forza lavoro di tecnici specializzati da coordinare nelle varie fasi di servizio a migliaia di clienti: schedulazione e dispatching degli interventi programmati o straordinari, manutenzione periodica, diagnosi preventiva o sul posto, verifica della disponibilità delle parti di ricambio, riparazione e, infine, chiusura con emissione di rapporto d’intervento/fattura. Per le aziende del settore è essenziale poter organizzare e tracciare in modo efficace ed efficiente questo complesso sistema di attività: ciò consente di certificare l’esecuzione di tutte le operazioni periodiche per la messa in sicurezza degli impianti. Pensate sia semplice gestire un cantiere? I cantieri sono un altro ambiente ad elevata criticità, Nuove opportunità dove è necessario pianificare gli interventi, coordinare il L’uso di palmari e software dedicati lavoro delle diverse squadre e garantire la disponibilità permette per esempio: dei mezzi di lavoro nel momento opportuno. Senza - La pianificazione dei giri visita in sprecare tempo e risorse. Niederstätter, ad esempio, ha funzione di uno schedulatore che fornito ai suoi 27 tecnici di manutenzione delle soluzioni ottimizza preventivamente il piano di palmari ‘rugged’ che offrono l’opportunità di guidare e lavoro e aggiorna sui palmari i percorsi monitorare costantemente le attività effettuate nei in funzione delle nuove chiamate registrate dai call-center e della cantieri su macchine per l’edilizia, container, ponteggi, localizzazione satellitare dei tecnici. generatori ecc. Le manutenzioni ordinarie e straordinarie dei prodotti venduti o noleggiati vengono effettuate - La calendarizzazione di interventi interrogando un database sui palmari, sincronizzato con periodici di manutenzione preventiva, con disponibilità sul palmare dello storico la sede. In questo modo i dati sono sempre aggiornati di ogni impianto (registrazione di ed è possibile analizzare lo storico degli interventi e matricole, interventi effettuati, parti gestire i prezzi delle parti di ricambio. Alla fine sostituite, garanzie). dell’intervento viene emessa la stampa del report/fattura - Disponibilità immediata delle da rilasciare al cliente. L’azienda ha conseguito risparmi informazioni direttamente su notevoli grazie all’eliminazione della manualità e alla palmare/pc/via web per la consultazione velocizzazione delle operazioni con l’invio via GPRS di della manualistica e dei tool di diagnosi e report di intervento e ordini di vendita, garantendosi un test o per le verifiche online della disponibilità delle parti di ricambio (nel vantaggio competitivo basato sulla qualità e sulla furgone e nei magazzini centrali). tempestività delle informazioni. La presenza di dati consuntivi sulle attività effettuate dagli operatori fornisce all’azienda e agli operatori stessi uno strumento di verifica delle attività svolte (le cosiddette fasce lavorative). * l'autore è amministratore delegato di Aton, società specializzata nella realizzazione di soluzioni wireless per le imprese Pagina 11 di 13 GLOSSARIO RFID Radio Frequency Identification. Tecnologia basata su onde radio che abilita il tracciamento e riconoscimento delle merci tramite l'applicazione di etichette particolari. Near Field Communicatin Tecnologia wireless per la comunicazione tra due dispositivi che si trovano a distanza molto ridotta. Un esempio è quello delle schede di accesso ad aree riservate da avvicinare a lettori ad hoc per lo scambio delle relative informazioni. Tablet PC Un computer con un formato simile a quello di un notebook, con in più la possibilità di scriverci a mano grazie ad un dispositivo, detto “digitizer”, che è una via di mezzo tra una tavoletta grafica e un touch screen. L’utente può in pratica usare una speciale penna (detta “stilo”) e utilizzare il computer senza dover usare una tastiera od un mouse. I Tablet PC che includono una tastiera tradizionale sono detti “convertibili” o “ibridi”. Quelli che sono in pratica solo un monitor LCD con una penna sono detti “lavagnette”, e hanno in effetti l’aspetto di quelle cartelline che contengono i fogli (come quelle dei presentatori televisivi). Ultra Wide Band Sistema di comunicazione senza fili a larga banda su breve distanza ZigBee Tecnologia wireless a corto raggio e bassa potenza/velocità utilizzabile in diverse tipologie di applicazioni, che spaziano dall'ambito domotico a quello industriale, sfruttando sensori attivi e passivi a seconda delle necessità. Pagina 12 di 13 . Documento reperibile, assieme ad altre monografie, nella sezione Dossier del sito http://www.sanpaoloimprese.com/ Documento pubblicato su licenza Nuov@ Periodici Italia Pagina 13 di 13