Il Messico si racconta con un Padiglione ispirato al mais

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Il Messico si racconta con un Padiglione ispirato al mais
Il Messico si racconta con un Padiglione ispirato al mais:
l’identità culturale tra storia e futuro
Dalla relazione tra il prezioso chicco e l’uomo nasce una storia millenaria che arriva fino ad
oggi. La “Lanterna di Expo 2015” ha le pareti trasparenti e di notte brilla di luce propria.
La facciata principale del Padiglione Messico, progettato dall’architetto Francisco López Guerra.
Con il suo Padiglione, ispirato a una pannocchia che nasce da un intreccio di foglie di granturco
essiccate, il Messico offre al visitatore un viaggio ideale all’interno del mais, il simbolo per
eccellenza della cultura gastronomica messicana e base della nutrizione del popolo.
“La semilla de un nuevo mundo: comida, diversidad, patrimonio” (Messico, il seme di un nuovo
mondo: cibo, diversità ed eredità) è il tema del Padiglione, che si concretizza in un omaggio al
mais e ai suoi collegamenti con il ciclo della vita, la sostenibilità ambientale e la catena alimentare.
Una storia che affonda le sue radici nella mitologia maya, secondo cui l’uomo fu generato dal
mais.
Il paese d’origine del prezioso chicco è proprio il Messico e ancora oggi, per oltre 100 milioni di
messicani, il mais è l’alimento base della cucina locale, che dal 2010 può vantare anche uno dei
più prestigiosi riconoscimenti dell’Unesco, quello di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Le pareti a forma di totomoxtle (la foglia essiccata di mais in lingua nahuátl), realizzate in tessuto
trasparente, filtrano la luce naturale, illuminando gli spazi; mentre di notte la luce artificiale fa
brillare di luce propria il Padiglione, che per questo si è meritato il titolo di “Lanterna di Expo”.
Il Padiglione è stato progettato dall’architetto messicano Francisco López Guerra. Situato
sull’inc
ro
cio tra
il
Cardo
e
il
Decumano, le due arterie principali dell’area espositiva di Expo Milano 2015, si estende su
un’area di 2.000 metri quadri ed è strutturato su cinque livelli connessi con un sistema a rampe
ispirato agli antichi terrazzamenti agricoli e l’ingegnoso sistema di irrigazione attivo durante
l’impero di Nezahualcóyotl, il “re poeta” (1427-1472).
Diversità ed eredità, un filo conduttore nella cultura dell’alimentazione
I contenuti del Padiglione Messico mostrano ai visitatori una stimolante sintesi dell’ampia
produzione culturale del paese, in un costante dialogo con i temi dell’alimentazione, la sostenibilità
e l’energia vitale. In questo senso il filo conduttore del padiglione unisce due aspetti: diversità
(ecologica, gastronomica, estetica) ed eredità (delle conoscenze e delle pratiche tradizionali) con
l’obiettivo di portare alla luce la continuità fra le pratiche antiche e quelle contemporanee nella
cultura dell’alimentazione.
Ogni seme di mais è portatore di un’eredità, e al contempo
generatore di futuro: nel Padiglione del Messico, la logica del
seme ci guida alla scoperta dei diversi temi nei sei livelli.
Vista notturna del Padiglione.
Le radici culturali del Messico sono inseparabili dalla
ricchezza della sua natura, e l’albero di magnolia che il
visitatore trova all’entrata è la testimonianza di questo
legame. Dall’albero parte un canale d’acqua che insieme al
giardino adiacente evoca le chinampas, le isole artificiali che i
toltechi creavano nei laghi e che diedero un forte impulso allo
sviluppo dell’agricoltura. L’acqua che alimenta un albero,
generatore di vita. Sui tavolini intorno alla magnolia, il bar del
piano terra servirà da bere insieme agli antojitos, il tipico cibo
di strada messicano.
Terra, cibo e vita: il viaggio nei 6 livelli del Padiglione
Superata la rampa d’ingresso, nel cuore del Padiglione si
trova “Lluvia”, una fontana con una cascata alimentata da
un flusso circolare di acqua realizzata dall’artista visuale
Maria José de la Macorra. L’acqua scorre innescando il
movimento di collane che rappresentano i chicchi di mais,
mentre il suono rimanda alla pioggia come fonte della vita
sulla terra.
Il livello 3 è dedicato a un racconto per immagini della ricca
biodiversità del Messico, attraverso un gioco virtuale di
schermi e colori, al quale fa da contraltare Especies
endémicas de México, l’opera di Alejandro Pintado che con
una particolare tecnica di collage su carta ha immortalato
alcune specie endemiche di piante e animali.
Al livello 5 è di scena un dialogo tra un’opera caratteristica
L’Albero della Vita.
della cultura centroamericana (la statua di Macuilxochitl, il
principe dei cinque fiori) e lo sguardo di alcuni artisti
contemporanei con due sculture di ossidiana, mentre sullo
sfondo si alternano due video: uno racconta la nascita e la
crescita del mais come fonte di vita e di energia spirituale,
l’altro è il collage di immagini sul tema dell’identità alimentare messicana tratte da spezzoni di
classici film.
Da lì percorso si snoda fino al livello 7, dove è possibile scoprire il fil rouge che unisce la terra e la
vita passando per la cultura dell’alimentazione. Nella sala risuona l’installazione di Alejandro
Machorro: 4.700 cucchiai di legno che ricoprono il soffitto e fanno da cornice musicale ai due
splendidi Alberi della Vita realizzati dai maestri artigiani di Metepec, e al quadro Árbol Nodriza, una
personale rilettura di Chichihuacuauhco, il mito nahuátl degli uomini che tornano bambini
nutrendosi dei frutti di un albero sacro.
Qui è previsto anche lo spazio in cui 6 dei 32 Stati federali messicani (il primo sarà Michoacán)
esporranno – un mese per uno – le mostre e installazioni temporanee dedicate alle specificità dei
singoli territori.
Sul fondo della sala, nel set gastronomico virtuale e interattivo, i più blasonati chef del Paese
guideranno il visitatore alla scoperta delle ricette e degli ingredienti che hanno reso la cucina
messicana famosa nel mondo.
La penultima rampa, circondati da cactus e reguiletes, le tipiche girandole colorate che fanno la
gioia dei bambini, porta sulla terrazza (livello 9) che offre una delle più belle viste sui padiglioni e
sul Cardo. Qui vale la pena intrattenersi nell’area relax, dove c’è anche un ampio giardino di
piante native, prima di una cena al ristorante “Besame mucho”, al livello 11, dove sarà possibile
trovare tutte le prelibatezze dell’autentica cucina messicana rivisitate dai migliori cuochi del Paese.
Il ristorante ha 72 posti a sedere ed è stato disegnato da Ricardo Casas.
Lungo il percorso, totem multimediali sono a disposizione dei visitatori per informazioni aggiuntive,
fotografie, o per approfondire le ricette presentate nel set gastronomico e si potrà scaricare
gratuitamente l’app del Padiglione per smartphone e tablet: oltre alle mappe, i link, e il calendario
degli eventi, l’app resterà viva anche dopo Expo Milano 2015 e continuerà ad essere aggiornata
con notizie e materiale multimediale.
Contatti SEC – ufficio stampa Padiglione Messico:
Marco Todarello - telefono: 338.9334963 – e-mail: [email protected]
Ana Cristina Vela – telefono: 388.9506254 – e-mail: [email protected]
Silvia Rocchi – telefono: - 333.3013039 – e-mail: [email protected]