il sogno riuscito di nicola ed emanuele altieri

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il sogno riuscito di nicola ed emanuele altieri
FONTEFICO:
IL SOGNO RIUSCITO DI NICOLA ED
EMANUELE ALTIERI
AFFERMARE IL LORO VINO A LIVELLO
INTERNAZIONALE PER QUALITÀ E
PREZZO CONTENUTO
Per parlare di una azienda, come quella di Fontefico,
che si presenta come una “boutique winery”, vale a
dire una azienda vinicola che “punta ad una qualità
d’eccezione con una produzione incentrata su vini
fortemente territoriali” è certamente un buon inizio far
ricorso ad alcune citazioni di grandi personaggi della
storia che a distanza di migliaia di anni hanno dato del
vino splendide definizioni. Iniziamo a Pindaro che
cinquecento anni prima dell’avvento di Cristo scrisse
che “il vino eleva l’anima e i pensieri, e le inquietudini si
allontanano dal cuore dell’uomo”. Poi Euripide, 400
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anni avanti Cristo: “E dove non è vino non è amore, né
alcun altro diletto hanno i mortali”. Infine il grande
Heningway: “ Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà
del mondo”. Sono concetti ben presenti in Nicola ed
Emanuele Altieri, due fratelli, che nel 1996 hanno dato
vita a Fontefico, in un antico podere risalente all’inizio
del secolo scorso, 15 ettari di vigneti, che si affacciano
sullo splendido golfo di Vasto. I due giovani hanno
iniziato l’impresa sapendo, come hanno scritto che “
Fare il vino non è semplice” ad anche che “fare il vino
che hai in meno è un sogno”. Ma un sogno che si può e
Il Primo
e si deve tentare di realizzare, attraverso la
sperimentazione dell’uva prodotta da diversi vigneti,
con “vinificazioni particolarissime- come spiegano i due
fratelli- fuori da ogni schema predefinito, sempre con
l’obiettivo di ottenere un
frutto
integro
e
puro”.
Sempre spinti dal sogno di
fare un vino che sia degno
delle aspirazioni dei due
produttori solo dopo ben dieci
anni c’è stata la produzione di
15mila bottiglie, vinificando 3
dei 15 ettari disponibili.
Appunto per cercare il meglio
possibile. I vini prodotti, il
Pecorino e il Montepulciano,
vinificato anche come riserva,
con il “Titinge”, un vino che
vanta già una lunga serie di
riconoscimenti per la sua
eccezionale qualità. C’è poi il
“Costetoste Aglianico, vino
atipico per l’Abruzzo, ma che
a Fontefico, per la particolarità del luogo e dei processi
di vinificazione, assume peculiarità inedite. Con il
Montepulciano classico, che si affianca al Pecorino
Superiore e alle due riserve Titinge e Costetoste, si
tratta di “quattro vini che testimoniano- dicono i due
fratelli- l’estrema selezione di Fontefico e evidenziano le
varie sfaccettature di un territorio particolare: un
promontorio a poche centinaia di metri dal mare che
rende vini vigorosi dal frutto deciso e dall’elevata
acidità. Fontefico è una realtà piccola, ma già affermata
in Italia e all’estero, dove ha raggiunto e conquistato
mercati non facili e molto diversi tra loro, come ad
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esempio il Nord America e l’Asia”.
A dimostrazione di questa realtà il premio ottenuto
dall’Aglianico Costetoste 2009 che ha ottenuto il
riconoscimento della Corona dalla guida “Vinibuoni
d’Italia”, edita dal Touring
Club, dopo una accuratissima
selezione (scelte 221 bottiglie
su
25mila!).
L’ambito
riconoscimento
è
stato
consegnato nel corso del
Merano Wine Festival e, per
citare solo i più attuali, il prenio
ottenuto al Salone del Gusto
2013 di Torino da Slow wine
per l’eccezionale rapporto che
c’è tra qualità e prezzo per i
tutti i vini prodotti da
Fontefico.
Ma abbiamo citato solo i premi
più recenti, perché i vini di
questa piccola ma prestigiosa
cantina si sono affermati in
Giappone, in America e in
molte manifestazioni che si sono tenute in Italia. Ma per
valutare qual è il valore di questa azienda, cosa ha
prodotto la passione di Nicola ed Emanuele Altieri non
bisogna far altro che recarsi nella tenuta di Fontefico e
toccare con mano, anzi con il palato la bontà dei vini
prodotti. Una esperienza piacevole e istruttiva, perché
fa capire quanta strada è stata percorsa dalla nostra
viticoltura grazie alla passione di chi si è dedicato anima
e corpo a questa attività. Se davvero il vino segna,
come sosteneva Hemingway, il grado di civiltà di un
popolo, l’Abruzzo deve essere davvero grato a ciò che
rappresenta oggi Fontefico.
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