Io accolgo te… nelle relazioni

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Io accolgo te… nelle relazioni
SEMINARIO DI STUDIO AREA FAMIGLIA E VITA
ROMA - 8/9 novembre 2008
“Io accolgo te… nelle relazioni”
di Daniela e Maurizio Bellomaria
Coppia cooptata in Consiglio Nazionale
di Azione Cattolica
PREMESSA
“Con la celebrazione del matrimonio, la coppia e la famiglia iniziano un cammino di
progressiva attuazione dei valori e dei compiti del matrimonio stesso: un cammino che
si snoda in diverse tappe e che è orientato verso la piena rivelazione e realizzazione
del Regno di Dio.” (D P F n. 92).
Ma domandiamoci…
nelle nostre realtà locali, è presente la consapevolezza di questo cammino?
Le alte percentuali di separazioni e di divorzi, sembrerebbero dire di no. Ciò che
invece, è possibile dire, è che sono moltissimi i giovani che sognano di sposarsi, anche
se con motivazioni molto diverse.
Eccone alcune …
Per alcuni …è’ la logica, conclusione di un percorso, così “come lo è la corsa di un fiume
che sfocia nel mare
Per altri…è la realizzazione del sogno di una vita
Per altri ancora…è’ la via più semplice e naturale, rispetto alle altre possibili
alternative delle “vocazioni consacrate”
Ragioni, umanamente apprezzabili, che però evidenziano, nei confronti dell’istituzione
matrimoniale, la poca consapevolezza sul passo da compiere, unita spesso a difficoltà
relazionali
1 - La mancanza di una reale consapevolezza
“Risulta ogni volta più evidente, che non si può dare per scontata la maturità del
soggetto umano che si accosta al matrimonio.
Indipendentemente dalla loro buona volontà, la realtà è che tanti giovani arrivano al
matrimonio, senza la coscienza adeguata dell’avventura che stanno per
intraprendere…”
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Una confusione di fondo su chi è l’uomo, qual è il suo senso e il suo destino, sul
perché si sta insieme, sul significato di questa unione
“Questa mancanza di coscienza del destino dell’uomo, conduce a fondare tutto il
rapporto su un inganno: la convinzione che il tu può rendere felice l’io… E quando
l’inganno si manifesta, è inevitabile la delusione perché l’altro non ha compiuto
l’aspettativa.
La bellezza della donna con il suo limite, desta nell’uomo anch’egli limitato, un desiderio
di pienezza sproporzionato, rispetto alla capacità che essa ha di rispondervi. Suscita
una sete che non è in condizione di estinguere. Suscita una fame che non trova
risposta in colei che l’ha destata.
La bellezza della donna è in realtà, “raggio divino”, segno che rimanda oltre, ad altra
cosa più grande, divina”
“Se ciascuno dei due non incontra ciò a cui il segno rimanda, gli sposi sono condannati a
rimanere insoddisfatti.
Di fronte a questa insoddisfazione, l’unica via di uscita che oggi tanti vedono è
cambiare coppia, dando inizio a una spirale, in cui il problema viene rinviato fino al
momento della prossima delusione.”
Incontro mondiale delle famiglie di Valencia (4 – 7 luglio 2006)
don Julian Carròn …in… “La trasmissione della fede nella famiglia”
2 - Un diffuso “ analfabetismo affettivo e relazionale”
Numerose indagini sociologiche dimostrano che, nella nostra società tecnologica, della
comunicazione mediatica, vi è una reale difficoltà ad instaurare relazioni significative,
non solo nel mondo giovanile, ma anche in quello degli adulti.
Quand’è che si realizza una relazione?
Una relazione si pone in essere, ogni qual volta qualcuno entra in rapporto con un altro.
Per quanto riguarda la coppia, si può parlare di relazione, solo se i due coniugi, uscendo
dal loro egocentrismo, si pongono in una prospettiva di alterità, cioè di apertura
all’altro.
In analogia al cuore e ai polmoni, infatti ogni relazione, per mantenersi viva e vitale, ha
bisogno di essere alimentata da momenti di profonda intimità, alternati ad esperienze
comunitarie, di “rete”, di ampio respiro, capaci di trasformare e rinnovare
continuamente il legame.
Spesso invece accade che, soprattutto per ragioni di opportunità o di stanchezza, i
componenti della coppia preferiscano, anziché uscire da se stessi, per andare verso
l’altro, tentare di catturare l'altro, portandolo verso se stessi.
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I mass media dal canto loro, alimentano questa confusione, soprattutto quando
enfatizzando gli aspetti affettivi, emotivi, passionali, gratificanti, quasi fossero la
misura ultima della salute e della solidità di coppia, sminuiscono valori come la
dedizione, la responsabilità, il sacrificio, quasi fossero invece, cose d’altri tempi.
In questo quadro di generale disorientamento, la nostra associazione, che ha a cuore
la formazione della persona, è chiamata a ribadire con chiarezza, attraverso percorsi
di condivisione, di dialogo e di formazione, che l’elemento affettivo emozionale seppur
di grande rilevanza per la vita di una coppia, non può però, essere mai separato dalla
sua dimensione etico valoriale.
Un impegno… per sostenere
Matrimonio
le giovani generazioni nella scelta
del
“L’amore adulto e maturo sta nella capacità di stabilire una relazione affettiva
duratura e stabile”
Freud
Proviamo a chiederci…
I nostri comportamenti, i nostri atteggiamenti, i nostri discorsi, favoriscono,
confermano questa idea di Amore, oppure la sconfessano, se non addirittura la
banalizzano, con frasi del tipo…
“ma chi ve lo fa fare, siete ancora giovani, godetevi la vita”
“divertitevi, aspettate ancora, perché poi…”
Frasi apparentemente innocue, ma che finiscono spesso per orientare la giovane
coppia, verso altre forme più soft di convivenza, nella logica del Week end, del “per
sempre finché dura”, che non aiutano certo la coppia a maturare un soddisfacente
rapporto relazionale.
In analogia a Tertulliano il quale affermava che “Cristiani non si nasce ma lo si
diventa”, così anche noi possiamo dire che, Coppia non si nasce, ma si diventa … a
condizione “sine qua non“ che nei due vi sia il desiderio e la volontà di accrescere
l’iniziale c (anagrafica) in una C (sostanziale).
Attraverso un cammino che chiama la coppia a fare sintesi esistenziale tra il suo ieri
,il suo oggi e il suo possibile domani.
io + io = NOI in un cammino di maturazione, che porta gradualmente le due
persone, caratterialmente differenti, provenienti da storie e da modelli educativi
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diversi, ad amarsi e ad accogliendosi così come si è, con i propri pregi, ma anche con i
propri limiti e fragilità.
Gli stessi termini…Coniugi…e Consorti vogliono dire proprio, imparare a stare sotto lo
stesso giogo, per condividere lo stesso destino.
A tal proposito una bella e famosa espressione dello scrittore francese…Antoine de
Saint Exupery, autore del Piccolo principe dice “amarsi non è guardarsi negli occhi,
ma è andare insieme nella stessa direzione”.
Una espressione che spesso rischia di essere equivocata, o comunque di non essere
compresa nella sua interezza.
Apparentemente infatti essa sembra dire: attenzione…
l’amore non è la prima parte……ma è …la seconda
Noi invece crediamo che la prima parte della frase, non sia alternativa all’altra, ma sia
propedeutica, complementare alla seconda parte.
L’andare insieme nella stessa direzione infatti, presuppone che precedentemente, i
due abbiano dedicato del tempo significativo al loro guardarsi negli occhi nella logica
“dello specchio dell’anima” per verificare l’esistenza o meno di aree comuni condivise.
Un impegno…per una scelta “vocazionale” del Matrimonio sacramento
“L’amore o è eterno o non è amore” Nietzsche
Ciò che fonda la coppia cristiana non è il suo essersi sposata in una chiesa, ma è la
consapevolezza derivante, dall’aver risposto insieme alla chiamata del Signore.
Gesù non ha inventato il matrimonio come istituzione. Esso è presente nella storia di
ogni popolo, di ogni cultura, come elemento contrattuale, regolativo, di impegno e di
stabilità Elementi che come popolo italiano, troviamo presenti oggi negli articoli Art
29, 30, 31 della nostra Costituzione italiana.
Gesù eleva il matrimonio a dignità di sacramento, a luogo di santificazione ordinaria …
• nell’unità, armonizzando la reciprocità delle differenze
• nella fedeltà, nell’acquisizione di un feeling dinamico
• nell’indissolubilità del “finché morte non ci separi”
• nella fecondità, che oltrepassa la naturale fertilità biologica
Ecco dunque la novità, il valore aggiunto, la coscienza della grazia del sacramento del
Matrimonio:
Gli sposi rispondendo insieme alla chiamata del Signore, si pongono al servizio del suo
progetto di salvezza e “lo Spirito che il Signore effonde, dona loro un cuore nuovo
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capace di amare, così come Cristo ama (FC13) perché essi possano vivere in pienezza
la loro unione.
Una unione “sacra” di pari dignità di quella del sacramento dell’ordine, così come è
espresso nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) nel terzo capitolo “sacramenti
del servizio della comunione” al numero 1534:
“Due altri sacramenti, l'Ordine e il Matrimonio, sono ordinati alla salvezza altrui. Se
contribuiscono anche alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio
degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono
all’edificazione del Popolo di Dio”.
L’esigenza di una cura della coniugalità nella logica del cambiamento
“Agli sposi dobbiamo ricordare di prendersi cura del loro volersi bene”
Card. Carlo Maria Martini
“Aver cura del patto coniugale comporta, infatti, non tanto il costruire una volta per
tutte un armonico equilibrio tra aspetti etici ed affettivi, ma attuare un rilancio
continuo del legame di coppia: la costruzione del patto è un processo costante,
continuamente modificato e messo alla prova dagli eventi della vita”
Raffaella Iafrate - Convegno di Verona
Una cura, un’attenzione, che ha inizio già nel periodo precedente al matrimonio,
attraverso percorsi di formazione all’affettività remota e prossima.
Solitamente invece accade che le giovani coppie, dedicano mesi interi alla cura, spesso
anche maniacale, del loro giorno di nozze.
Girando di qua e di là, vanno in cerca del possibile e magari anche dell’impossibile, pur
di coronare al meglio il loro sogno d’amore.
Spesso però dopo quel giorno, molti di essi, tornati agli impegni ordinari, quotidiani
della vita, dimenticano di alimentare la pianta del loro amore, convinti che essa
continuerà ad esistere e ad alimentarsi in “automatico”.
Senza quasi accorgersene cominciano a dialogare sempre di meno, a vivere le
esperienze quotidiane sempre più individualmente. Iniziano così le prime difficoltà di
comunicazione, che se non curate adeguatamente, tendono pian piano ad amplificarsi
sempre di più, soprattutto con l’arrivo dei figli.
Se è vero, come qualcuno afferma che il matrimonio dovrebbe essere “una continua
comunicazione tra gli sposi” occorre anche purtroppo dire, che il divorzio è “l’ultimo
atto di una comunicazione mancata”.
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Ecco dunque la necessità di offrire “itinerari volti alla cura, all’accompagnamento e al
sostegno degli sposi” così com’è scritto nel Capitolo V del D P F, capaci di creare “reti”
di relazioni fraterne e solidali, in uno stile di santità comunitario, perché consapevoli,
che ciò che educa e converte, non è mai il singolo cristiano, ma è la testimonianza
credibile di una comunità in comunione con Cristo Signore e con i fratelli.
Una cura pastorale profetica, per noi di AC, contrassegnata dallo stile delle tre
consegne, lasciataci da Giovanni Paolo II nel suo ultimo pellegrinaggio a Loreto, nel
settembre 2004, la Contemplazione, la Comunione e la Missione.
Contemplazione
“Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori” Sal 126
Contemplazione: “impegnatevi a camminare sulla strada della santità, tenendo fisso lo
sguardo su Gesù, unico Maestro e Salvatore di tutti.”
Angelus di G. P. II Piana di Montorso 5 sett. 2004
“Chiamati ad essere santi”
Lo specifico, la caratteristica della coppia cristiana è quella di essere
“innamorata” di Cristo, da “rifletterne” il suo Volto.
talmente
In analogia alla teologia patristica del “Misterium Lunae” che vedeva nella Chiesa il
riflesso di Cristo, possiamo dire che oggi è la coppia “piccola chiesa domestica”, a
dover rischiarare il mondo nel rispetto delle sue differenti stagioni di vita.
Si perché, anche la vita di ogni coppia infatti, come la luna, è caratterizzata da “fasi
alterne”: crescenti, calanti, di luna piena, ma anche da momenti bui di luna nera, dove
si nasconde il paradosso del “Misterium Lunae”.
Infatti, proprio quando sembra essere insignificante agli occhi degli uomini, in realtà
essa viene a trovarsi nel punto più vicino al sole.
Lo stile della coppia…contemplativa:
• Ha lo sguardo è il cuore rivolto verso il cielo
Si nutre della Parola di Dio, prega quotidianamente
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partecipa insieme alla santa Messa domenicale
Vive una profonda esperienza di serenità e di gioia, senza essere mai lamentosa
“Famiglia, cosa dici di te stessa?” “Io sono Gaudium et spes”
Giornata mondiale della famiglia dell’8 ottobre… 1990
• Confida nella Divina Provvidenza, prima ancora che sulle proprie sicurezze
“Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in
aggiuntata”
(Mt,6,33)
• Riconosce le proprie risorse e le proprie fragilità e per questo si impegna a
crescere, a migliorarsi
I coniugi cristiani infatti, non godono di sconti o privilegi particolari, vivono come
gli altri i conflitti, le piccole e grandi disattenzioni, fonti di tanti turbamenti e
sofferenze.
L’umiltà diviene il terreno ideale, di questa crescita nella carità:
“paziente, benigna, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di
rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male
ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto
crede, tutto sopporta” (1 Cor. 13,4-7)
•
• Contempla il proprio amore
Nella lettera scritta alle famiglie prima di lasciare la sua diocesi il Cardinal Martini
incoraggia le coppie a custodire la loro coniugalità dicendo… “Vi invito come
coniugi a custodire qualche tempo, difendere qualche spazio, programmare qualche
momento per “celebrare l’amore… con semplicità, evitando di trasformare ogni
divergenza in un litigio, trovando un tempo per parlare, per scambiare delle idee,
per riconoscere gli errori e chiedersi scusa, per rallegrarsi del bene compiuto, un
tempo per passeggiare senza fretta. Un invito a stare per qualche tempo da soli,
ciascuno per conto suo, un momento di distacco può aiutare a stare insieme meglio
e più volentieri”
Comunione
“ Vi riconosceranno da come vi amerete”… (Gv)
prima ancora che… per quello che farete
Comunione: “cercate di promuovere la spiritualità dell’unità con i Pastori della chiesa,
con tutti i fratelli di fede e con le altre aggregazioni ecclesiali. Siate fermento di
dialogo con tutti gli uomini di buona volontà.”
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Angelus di G.P. II Piana di Montorso 5 sett. 2004
“Chiamati ad essere santi insieme”
L’elemento della comunione, personale, sponsale ed ecclesiale, è l’elemento centrale, il
punto di partenza e di arrivo di ogni azione pastorale.
“I carismi, i ministeri, gli incarichi e i servizi del fedele laico esistono nella comunione
e per la comunione”
Giovanni Paolo II sinodo dei vescovi 30 – 10 – 1987
In analogia alla medaglia dell’amore, “più di ieri, meno di domani”, così cara agli
innamorati, anche l’esperienza di comunione, seppur del “già,” e del “non ancora”, è
fondamentale per la credibilità di una comunità.
“Occorre promuovere una spiritualità di comunione, facendola emergere come
principio educativo in tutti i luoghi… Non ci facciamo illusioni: senza questo cammino
spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione.
Diventerebbero apparati senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di
espressione e di crescita”
(N. M. I. 40)
E’ questa esperienza di comunione che dona alla coppia la capacità di dirsi:
“Io accolgo te come mio sposo/a e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel
dolore nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia
vita”
Lo stile della coppia…in comunione
•
•
•
Esprime un modo di essere, prima ancora di un modo di fare.
Vive la fedeltà e l’accoglienza dell’altro non solamente quando tutto sembra
andar bene, quando i rapporti sono distesi e gioiosi, ma soprattutto nei momenti
di difficoltà con i suoi alti e bassi.
Mantiene viva la sua coniugalità attraverso degli “esercizi spirituali’ quotidiani
impostati sul dialogo, sul perdono e sulla tenerezza.
Un dialogo discreto fatto di ascolto, di sguardi, di silenzi, di piccole attenzioni e di
semplici gesti quotidiani, finalizzati al divenire sempre di più…un cuore ed un’anima
sola.
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Un perdono capace di ricostruire ponti e di ripristinare strade, soprattutto quando
l’orgoglio e la durezza del cuore, alzando muri e barriere, impediscono di cogliere e di
comprendere le ragioni dell’altro.
Una tenerezza capace di umanizzare, di armonizzare e di rendere amorevole l’altra
persona.
Perdono, tenerezza e dialogo, un trinomio inscindibile ed imprescindibile per
l’acquisizione di uno stile di comunione, ognuno si rispecchia negli altri due, ognuno non
può fare a meno degli altri due.
Missione
Andate in tutto il mondo ed annunciate il Vangelo, fino alle estremità della terra ….
Missione: “portate da Laici il fermento del Vangelo nelle case e nelle scuole, nei
luoghi del lavoro e del tempo libero. Il Vangelo parola di speranza e di salvezza per il
mondo.”
Angelus - Piana di Montorso 5 sett. 2004
“Per la Chiesa e le città Insieme”
“Tra le vie di missione che la chiesa predilige, la famiglia è la prima e la più
importante”
Lettera alle famiglie di Giovanni Paolo II
“Vi incoraggio, cari coniugi, ad assumere pienamente il vostro ruolo e le vostre
responsabilità. Rinnovate in voi stessi lo slancio missionario, facendo delle vostre case
luoghi privilegiati per l’annuncio e l’accoglienza del Vangelo, in un clima di preghiera e
nell’esercizio concreto della solidarietà cristiana.”
Giovanni Paolo II
Lo stile della coppia missionaria
•
E’ la fecondità, cioè la capacità di essere accoglienti, di tessere relazioni
autentiche, di dare anima agli impegni, di generare e di trasmettere sentimenti
di pace, di gioia e di speranza. Una fecondità che supera, che va oltre il dono
biologico della fertilità
Una fecondità capace di “custodire, rivelare e comunicare” l’amore di Dio, quale
riflesso vivo e partecipazione dell’amore di Cristo Signore per la
chiesa”
(FC,17)
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“Annunciate con gioia al mondo intero il tesoro meraviglioso di cui, come chiese
domestiche, siete portatrici! Coniugi cristiani, nella vostra comunione di vita e di
amore, nel vostro dono reciproco e nell’accoglienza generosa dei figli, siate in Cristo
luce del mondo! Testimoniate con la vita che è possibile vivere in pienezza il
matrimonio come buona notizia per gli uomini e le donne del nostro tempo. Siate
protagonisti nella Chiesa e nel mondo…”
Giovanni Paolo II IV incontro mondiale
delle famiglie, Manila 2003
alcune Indicazioni
“A voi laici spetta di testimoniare la fede mediante le virtù che vi sono specifiche: la
fedeltà e la tenerezza in famiglia, la competenza nel lavoro, la tenacia nel servire il
bene comune, la solidarietà nelle relazioni sociali, la creatività nell’intraprendere
opere utili all’evangelizzazione e alla promozione umana. A voi spetta pure di mostrare,
in stretta comunione con i pastori, che il Vangelo è attuale e che la fede non sottrae il
credente alla storia, ma lo immerge più profondamente in essa.”
Piana di Montorso 5 sett. 2004
Una fecondità, quella della coppia cristiana che attraversa tre direttrici:
Interna alla coppia,
Una cura della coniugalità, che passa attraverso la capacità di riscoprire ogni giorno, la
novità e la bellezza dell’essere insieme e di ringraziare il Signore per il dono e la
grazia ricevuta attraverso il sacramento del matrimonio.
Generazionale:
Si fa carico di un compito educativo che privilegia i valori spirituali etici e morali
rispetto ai beni materiali Una fecondità capace di infondere alle giovani generazioni,
iniezioni di fiducia, di ottimismo e di speranza, rispetto ad un mondo che solitamente
invece tende a sfruttarli, a frustrarli e ad esasperarli.
Esterna alla coppia
Una fecondità capace di vincere ogni giorno, la tentazione di rinchiudersi nel proprio
orticello e nelle proprie sicurezze Una fecondità capace di aprire la porta del proprio
cuore, ai bisogni altrui e ad alcuni possibili impegni…
Familiari…. il sostegno di persone deboli e bisognose
Associativi….percorsi educativi e formativi (all’amore, per genitori Acr)
Ecclesiali…preparazione ai sacramenti (dal battesimo al matrimonio)
Sociali…. affido…adozione…mense caritas, rappresentanze scolastiche
Politici…. Forum delle Associazioni familiari,
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Conclusioni
Ogni coppia che si vuol bene, sogna un amore eterno. Ma la realtà di ogni giorno,
confermata anche dalle riflessioni di questo seminario, ci ricorda che solo un amore
curato e formato ha la possibilità di vivere nel tempo.
Negli anni infatti può trasformarsi, conoscere alti e bassi, subire delle crisi, ma la
ricchezza e la grandezza del suo essere rimane.
Ogni amore quindi fin dal fidanzamento ha bisogno di nutrirsi di un PROGETTO,
caratterizzato da un presente, radicato nel passato e aperto al futuro.
Un progetto costruito nella QUOTIDIANITA’ e alimentato con le gioie, con le fatiche
e con le speranze di ogni giorno.
Il Signore chiede alla coppia cristiana di annunciare e di testimoniare questa grande
verità, non perché è perfetta, ma perché sa, che essa ha in se, la grazia necessaria
per far questo, anche nei momenti della prova.
Il nostro essere qui insieme oggi, testimonia questa nostra volontà, di voler essere
nel mondo, “profeti di questo grande amore ”, ma per far questo chiediamo la grazia
di essere in compagnia del Signore, così come l’ebbero i discepoli di Emmaus.
Per questo lo invitiamo nelle nostre case, perché sieda a tavola con noi, specialmente
“quando si fa sera e il giorno volge al declino” (Lc 24,29).
L’Associazione sarà la nostra grande forza. Insieme infatti potremo formarci,
aiutarci, sostenerci a vicenda, e con l’aiuto del Signore potremo farci compagni di
viaggio di tante altre coppie e di tante altre famiglie, che insieme a noi, su questa
terra, condividono il meraviglioso viaggio della vita.
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