IL CEMENTO - Fillea CGIL
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Centro Studi OSSERVATORIO FILLEA “GRANDI IMPRESE E LAVORO” i primi 10 gruppi del cemento in Italia a cura di Alessandra Graziani immagine del padiglione italiano per Expo 2015 (Fonte: internet) QUINTO ANNO DI ATTIVITA’ DELL’OSSERVATORIO SUI MATERIALI DA COSTRUZIONE IL CEMENTO ROMA, giugno 2014 Premessa La quinta edizione di questa ricerca si colloca ancora in una fase economica di crisi per l’economia europea ed italiana, ma con deboli prospettive di ripresa in atto, soprattutto nel settore manifatturiero, per quanto riguarda l’attività industriale. In questa edizione dell’Osservatorio sui materiali da costruzione resta stabile il campione di aziende monitorate per il cemento: le prime dieci per fatturato 2012 e 2013. Le classifiche sono redatte in base ai ricavi delle società capogruppo (dati di bilancio 2012 e, ove disponibili, del 2013). In questa presentazione dell’Osservatorio sintetizziamo i risultati dell’analisi sull’andamento economico e produttivo dei primi dieci gruppi nazionali di produzione del cemento, basata principalmente sui dati di bilancio 20121. La base dati è costituita dalle classifiche delle società e dai bilanci aziendali, l’analisi dei risultati è contenuta in questo Report di settore (Cemento) 2. Economia delle costruzioni Dall’analisi emerge un quadro molto critico per il settore del cemento in Italia, che vive una fase di declino legata al perdurare della crisi europea e al mutato quadro delle esigenze nel mercato globale. La congiuntura economica, si sa, è tuttora molto critica, ma si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa della fiducia. La recessione dell’economia italiana è continuata nel 2013 (la variazione acquisita del Pil è pari a -1,8%); per il 2014 si prevede un arresto della caduta produttiva (Pil previsto dall’Istat pari a +0,6%3, ma la variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,2%4). La crisi delle costruzioni continua invece a peggiorare, soprattutto sul versante occupazionale. Ance conferma al ribasso (a -6,9%) gli investimenti in costruzioni del 2013, con flessioni in tutti i comparti, ad esclusione della manutenzione straordinaria5; il 2014 si prospetta lievemente negativo, e la ripresa appare lenta e selettiva. Decisiva, per l’andamento 2014, la capacità del Governo di spendere subito le risorse destinate ai piani su scuole e dissesto idrogeologico, e di aprire, entro giugno, i primi cantieri. Soffrono tutti i comparti, ad eccezione della riqualificazione dell’esistente (+12,6%). Attualmente il mercato della riqualificazione e delle manutenzioni edilizie rappresenta circa il 66% del mercato edilizio6. 1 la fonte principali, per i dati di bilancio, è Cerved, integrata dai documenti aziendali disponibili on line (principalmente per i dati 2013). 2 Classifiche e Report disponibili sul sito www.filleacgil.it; Osservatorio “Grandi Imprese e Lavoro”; sezione cemento. 3 stime Istat maggio 2014. 4 stime Istat, revisione giugno 2014. 5 Ance, Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, dicembre 2013. 6 stime Cresme, marzo 2014. 2 Il settore del cemento La produzione di cemento in Europa (EU 28) cala incessantemente a partire dal 2007, con la sola lieve inversione di tendenza del 2011. Si è passati dai 264 milioni di tonnellate prodotte nel 2007 ai 157 del 2013. La Germania si conferma, nel 2013, primo produttore continentale, con 31,7 milioni di tonnellate. La produzione di cemento in Italia nel 2013 ha registrato un altro consistente decremento (-12%), attestandosi a 23,1 milioni di tonnellate prodotte. L’Italia mantiene comunque la sua posizione di secondo produttore nell’area UE 28, dopo la Germania. Secondo le stime dell’Ufficio Studi Aitec la produzione per ripartizione geografica ha subito contrazioni differenziate: meno accentuato nel Nord Ovest (-12%), più consistente nel resto della penisola (dal 15% al 17%, con una punta nelle isole) 7. Le aspettative per il 2014 permangono negative, con un rallentamento della caduta che dovrebbe attestarsi intono all’8%. Tale dinamica dovrebbe beneficiare del mutato quadro economico e delle migliorate prospettive di crescita. Nel 2013 si rilevano 28 aziende operanti nel settore (con 79 impianti attivi), valore particolarmente elevato se confrontato con quello degli altri paesi europei. Altre caratteristiche peculiari del settore cementiero italiano sono la eterogeneità (imprese multinazionali che convivono con aziende di livello nazionale o locale), elevato grado di concentrazione (le undici maggiori aziende coprono l’83,6% della produzione nazionale), la prevalenza della presenza produttiva nel Nord Italia. Il sistema produttivo sta reagendo alla crisi perdurante con la razionalizzazione del sistema: chiusure degli stabilimenti meno efficienti, concentrazione della produzione in quelli più grandi e moderni. Persiste tuttavia una sottoutilizzazione degli impianti che, permanendo condizioni restrittive del mercato, porteranno nell’immediato futuro all’ulteriore chiusura di impianti piccoli o obsoleti. Per gli stessi motivi sempre più pressante è l’imperativo di accorpare in pochi grandi gruppi la capacità produttiva nazionale, anche a seguito delle grandi fusioni internazionali, che vedono comparire sul mercato globale soggetti di dimensioni incomparabilmente superiori ai nostri, pur rilevanti, gruppi nazionali8. La crisi sta anche spingendo il sistema imprenditoriale di settore, particolarmente quello delle imprese maggiori e multinazionali, ad accelerare i processi di innovazione, particolarmente legati all’aumento dell’efficienza energetica nei processi produttivi ed al risparmio nell’impiego di materie prime naturali non rinnovabili. Nel 2013: • il 6,7% delle materie prime necessarie per la produzione nazionale di cemento è costituito da materiali alternativi (rifiuti speciali non pericolosi o materiali derivanti da altri processi industriali); 7 8 la fonte dei dati è Aitec, Relazione annuale 2013, giugno 2014. si fa riferimento alla nascita del nuovo colosso del cemento Lafarge Holcim. 3 • sono state utilizzate circa 300.000 tonnellate di combustibili alternativi derivati dai rifiuti (CSS); • circa l’11% dell’energia termica necessaria per la produzione è derivata da fonti alternative (biomassa). L’andamento 2012 delle prime 10 aziende nazionali Nel 2012, ultimo anno disponibile per effettuare confronti completi dei dati di bilancio, la classifica del cemento risulta stabile, con Italcementi saldamente al comando, e le aziende della Top 10 tutte confermate rispetto agli anni immediatamente precedenti (v. Fig. 1). 2012 Fig. 1 Classifica delle prime 10 aziende del cemento per fatturato 2012. (dati monetari in migliaia di euro) SOCIETA' RICAVI var % su NON CONS 2011 PATRIM. UTILE NETTO NETTO var % su 2011 DIPENDENTI var % n. su 2011 stabilim. ITALIA 16 cementerie, 24 cave di inerti, 132 centrali di calcestruzzo, 3 centri di macinazione 1 ITALCEMENTI (BG) 554.700 -10,1 1.471.000 202.900 2 BUZZI UNICEM (AL) 315.898 -10,1 1.798.530 10.493 NC 1.279 -4,3 3 COLACEM (PG) 251.072 -17,5 385.935 -17,8 1.043 (A) 2,8 10 cementerie, 3 centri di macinazione 9 unità produttive, 3 depositi, 6 terminali 5.192 NC 2.397 -4,5 4 CEMENTIR ITALIA (RM) 127.902 -3,3 104.581 -18.935 NC 520 0,8 14 cementifici, 8 cave, 112 imp. Cls, 20 terminali 5 SACCI (RM) 109.060 -6,6 27.112 -56.426 NC 501 -3,1 5 unità produttive NC 333 -4,0 3 cementifici (1 a ciclo completo), 8 cave, 14 imp. Cls, 5 terminali 103.221 -9,9 35.957 107.207 FORNACI CALCE GRIGOLIN (TV) 101.461 -0,3 65.094 94 -98,5 227 -1,3 9 unità produttiva, 13 depositi CEMENTIROSSI (PC) 92.610 -14,6 356.493 -12.326 NC 370 -2,9 3 cementifici CEMENTERIE ALDO BARBETTI (PG) 71.273 -16,3 119.110 -49.404 NC 210 -0,9 1 cementificio, 1 imp. macinazione e stoccaggio 53.162 -8,5 145.258 1.120 -87,1 203 -5,6 3 cementerie, 30 centrali calcestruzzo 6 HOLCIM ITALIA (MI) 7 8 9 10 CEMENTIZILLO (PD) Fonte: elaborazioni su dati di bilancio (Cerved) e siti aziendali Nel 2013, invece, la classifica9 subisce alcune variazioni significative: esce dalla classifica Sacci, in forte difficoltà economica, mentre subentra Cementeria di Monselice, appartenente al gruppo Zillo assieme a Cementizillo. La nostre analisi, riferite al campione delle prime 10 aziende nazionali, confermano nel 2012 il quadro negativo, pur distinguendo nettamente l’andamento della produzione nazionale da quella internazionale. Il trend delle prime 10 aziende nazionali mostra un peggioramento continuo dell’andamento del fatturato complessivo a partire dal 2007, mentre, per il dato di gruppo, c’è un recupero del fatturato dal 2009 al 2011, che torna a flettere leggermente nel 2012, raggiungendo i 26,3 miliardi. Il dato consolidato beneficia, nei grandi gruppi internazionali, del recupero di mercato nei paesi emergenti. 9 Alcuni dati sono estrapolabili da fonte Aitec, op. cit. La classifica è disponibile on line sul sito www.filleacgil.it; Osservatorio “Grandi Imprese e Lavoro”; sezione cemento. 4 A livello di società, invece, il valore della produzione continua a calare, arrivando a 1.780 milioni di euro, un ulteriore -10,8% sull’anno precedente, che si assomma al -11,8% del 2010 (vedi Fig. 2). La stasi del mercato interno spiega l’andamento negativo a livello di società. La grande differenza tra dato consolidato e di società è attribuibile alle caratteristiche dei gruppi operanti nel Cemento, che vantano due gruppi leader a livello internazionale (Italcementi e Buzzi) ed altre due importanti realtà internazionalizzate come Cementir (del gruppo Caltagirone) e Colacem. Fig. 2 Valore della produzione consolidato e di società delle prime 10 aziende del cemento. Variazione 2007-2012 (dati aggregati; migliaia di euro) Fonte: elaborazioni su dati di bilancio (Cerved) Le consistenze dei fatturati, a livello di gruppo e di società, si rileggono nella figura 3, dove si nota il fuori scala del gruppo svizzero Holcim, leader mondiale del cemento, che ha in Italia una sua filiale, attualmente in fusione col gruppo francese Lafarge a formare un gruppo sovranazionale leader indiscusso del mercato. Da notare, con preoccupazione, anche il diverso trend di crescita dei gruppi maggiori: Holcim cresce, a livello di gruppo, del ininterrottamente dal 2009 al 2012, nonostante la crisi (il fatturato consolidato si riduce però nel 2013), mentre Italcementi e Buzzi Unicem, pur essendo tra i primi nelle classifiche europee, mostrano ridimensionamenti progressivi e costanti dall’inizio della crisi. 5 Fig. 3 Valore della produzione consolidato e di società delle prime 10 aziende del cemento. Anno 2012 (migliaia di euro) Fonte: elaborazioni su dati di bilancio (Cerved) Nel 2012 crollano gli utili a livello societario, principalmente a causa della forti perdite di Italcementi e di Holcim Italia (v. Fig. 4). Fig. 4 Utile netto di esercizio delle prime 10 aziende del cemento. Anni 2007-2012 (migliaia di euro) Fonte: elaborazioni su dati di bilancio (Cerved) Sei aziende su dieci sono in perdita di utili (erano cinque nel 2011), le quattro aziende che restano in utile positivo sono Buzzi Unicem, Colacem, Fornaci calce Grigolin (opera nel segmento calce e gesso) e Cementizillo. 6 La redditività complessiva, misurata come rapporto tra utile netto e valore della produzione, naturalmente crolla anch’essa: l’indice è negativo a partire dal 2010, fino ad arrivare a -24,2% nel 2012 (vedi Fig. 5). Fig. 5 Utile netto/valore della produzione delle prime 10 aziende del cemento. Anni 2007-2012 (valori percentuali) Fonte: elaborazioni su dati di bilancio (Cerved) Continua il calo dell'occupazione dipendente nei dieci maggiori gruppi nazionali del cemento: 115.347 i dipendenti complessivi nel 201210, -4,5% la variazione rispetto al 2011, che segue ad un calo meno deciso degli anni precedenti (2010 e 2011; v. Fig, 6). La riorganizzazione produttiva dei grandi gruppi, a seguito del perdurare della crisi e del ridimensionamento dei livelli produttivi, continua a far sentire il suo effetto, soprattutto a livello di occupazione, seppure il dato consolidato beneficia dei saldi occupazionali positivi che interessano le aree produttive dei paesi emergenti, dove il mercato continua a sostenere al rialzo la domanda di cemento e dei prodotti derivati. Più critico invece il dato di società, che cala in misura sensibile dal 2010: arriviamo a 7.083 unità nel 2012, -5,3% rispetto al 2011. Il decremento più sensibile è imputato alla capogruppo di Italmobiliare, Italcementi SpA (-4,5% la variazione negativa nel 2012, 12,3% quella del 2011; l’organico del 2012 risulta pari a 2.397 unità, quello del 2013 a 2.272; v. Fig. 7). 10 Dal 2009 non sono disponibili 4 dati dei gruppi minori, per cui si fa riferimento al dato di società. Il valore complessivo può dunque risultare lievemente sottostimato. 7 Fig. 6 Dipendenti di gruppo e di società delle prime 10 aziende del cemento, 2007-2012 (valori assoluti) Fonte: elaborazioni su dati di bilancio (Cerved) e siti aziendali Gli occupati sono concentrati nei gruppi internazionali: Italcementi, Buzzi Unicem e Holcim (CH); rilevanti anche gli organici di Cementir, Colacem e Cementerie Barbetti. Naturalmente il differenziale tra dato di gruppo e di società è costituito da una componente prevalentemente estera dell’occupazione. Fig. 7 Dipendenti di società delle prime 10 aziende del cemento, variazione 2007-2012 (valori assoluti) Fonte: elaborazioni su dati di bilancio (Cerved) e siti aziendali 8