Divinis® è lieto di proporvi
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Divinis® è lieto di proporvi “DI...VINO, MA NON SOLO…” Martedì 23/10/2007 Il Rosso Maurizio Zanella in Verticale Maurizio Zanella 1991 Cà del Bosco ~ Erbusco (BS) Vino da Tavola ~ 13° ~ Euro 32,50 Maurizio Zanella 1996 Cà del Bosco ~ Erbusco (BS) Rosso del Sebino I.G.T. ~ 13° ~ Euro 63,00 Maurizio Zanella 1997 Cà del Bosco ~ Erbusco (BS) Rosso del Sebino I.G.T. ~ 13,5° ~ Euro 63,00 Maurizio Zanella 1998 Cà del Bosco ~ Erbusco (BS) Rosso del Sebino I.G.T. ~ 13,5° ~ Euro 107,00 Maurizio Zanella 1999 Cà del Bosco ~ Erbusco (BS) Rosso del Sebino I.G.T. ~ 13,5° ~ Euro 107,00 Maurizio Zanella 2001 Cà del Bosco ~ Erbusco (BS) Rosso del Sebino I.G.T. ~ 13,5° ~ Euro 54,00 Le nostre iniziative sono dirette a favorire un consumo moderato e consapevole del vino, orientato alla qualità e non alla quantità. AZ AGR CÀ DEL BOSCO Tutto cominciò da un'avventura, la sana « follia » di due genitori benestanti di voler credere in un figlio diciassettenne che di ritorno da una visita alla Champagne – e rimastone folgorato – « delirava » di non desiderare essere altro nella vita che un produttore di vino, di quelli bravi, 1973, nasceva la prima cantina e il primo vino bianco, 1978 e toccava allo champenois, e oggi, a 14 anni di distanza, il grande sogno porta un nome ormai celebre e glorioso. Cà del Bosco, a Erbusco, in Franciacorta. Esistono altri grandi produttori di vino in Italia, ma in nessuna azienda come in questa è possibile riscontrare tanta attenzione, passione, amore per le cose, un così ricco patrimonio di doti umane felicemente abbinate alla più sofisticata tecnologia di cantina nel nome di una convinta filosofia del meglio. Una équipe affiatata di uomini coscienti delle proprie responsabilità, ma al centro, motore di tutto, quel ragazzo sognatore di 14 anni fa, oggi trentunenne marito e padre, Maurizio Zanella, una esplosiva miscela di fantasia, creatività, tenacia, che gli consente di pensare e realizzare oggi quanto gli altri abbozzeranno, forse, solo tra un lustro. Zanella ha fatto davvero della Franciacorta la piccola Champagne italiana, senza presunzione né complessi di inferiorità, suscitando risentimenti e invidie nei mediocri, (iI successo non si perdona...), ma riscuotendo ovunque, in Italia, in Europa, nel mondo, grandissimi consensi. Cà del Bosco ovvero grandi champenois, alcuni grandissimi, (il raro Millesimato), in continua instancabile evoluzione, e poi Franciacorta bianco e rosso interpretati al meglio, sino ad un calibrato uso della barrique, (di cui Maurizio ha studiato in tutto il mondo l'utilizzo), che si concreta in un personale Chardonnay, in un taglio di cabernet e merlot (il « suo » vino orgoglio-immagine Maurizio Zanella), in un Pinot nero, in uscita imminente, mai bevuto di eguale, cosi straordinariamente elegante e di possanza «bruckneriana». Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1988 – Gambero Rosso Quella di Maurizio Zanella è un'azienda che costituisce un fenomeno enologico fra i più interessanti degli ultimi anni. Investimenti impressionanti sia in cantina che in vigna, e risultati che spesso approdano a livelli molto elevati E bisogna dire che gli sforzi stanno dando i loro frutti, perché da quattro o cinque anni a questa parte dei vini di Cà del Bosco si sente molto parlare in giro, anche fuori dai patri confini. Pur con qualche perplessità suscitata nei critici americani per qualche annata non felice, come '84, con alcuni vini valutati severamente da Robert Parker, il più influente «wine-writer » d'oltreoceano, pur con prezzi talvolta molto elevati, come ha osservato i direttore di The Wine Spectator, Harvey Steinman, riguardo allo Chardonnay in barrique, Cà del Bosco è riuscita a mietere molti consensi da parte di consumatori e di critici. In alcune degustazioni coperte, ad esempio, i vini di Zanella hanno avuto la meglio su alcuni grandi francesi e, pur trattandosi di prove relative alle singole bottiglie degustate in quelle occasioni, risultati di questo genere non possono non avere un certo grado di attendibilità. Del resto quanti produttori californiani devono parte della loro fama proprio a confronti vincenti con i più famosi vini di Francia. Ma veniamo a la produzione della Cà del Bosco di quest'anno. Per quanto riguarda l'annata '86, a nostro parere, il livello qualitativo è inferiore a quel o dell'85. A conferma di ciò, il Pinero '86 non è uscito. Anche lo Chardonnay '86 in barrique, un bianco che aspira a raggiungere degli elevati standards internazionali, anche nei prezzi, ci sembra un gradino sotto all'85. Molto interessanti, invece, i due Franciacorta bianchi dell'87 e, soprattutto, dell'85, vini forse meno impegnativi e pretenziosi, ma decisamente piacevoli. Bene anche a linea degli spumanti metodo champenois, con il solito ottimo Cremant, vera specialità de la casa, e con i Dosage Zero su tutti. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1989 – Gambero Rosso È con grande piacere che quest'anno riportiamo la Cà del Bosco e il suo proprietario Maurizio Zanella nel ristretto cerchio delle aziende a tre bicchieri. Zanella contribuisce sicuramente a valorizzare l'immagine del made in italy enologico nel mondo, sia con i suoi eccezionali spumanti che con la sua linea di vini tranquilli che è in via di continuo miglioramento. Oggi la sua azienda è un esempio di efficienza e di modernità, tanto che potrebbe essere confrontata con le migliori caves di Champagne e con le più attrezzate cantine californiane senza sfigurare. Investimenti, d'accordo, ma anche la passione e la testardaggine di un uomo come Maurizio Zanella, che è riuscito a fare grandi vini anche in una zona che non era considerata particolarmente vocata all'alta qualità. Non lo era neanche Bolgheri in Toscana, dove da vent'anni si fa il Sassicaia, forse il miglior vino italiano, e questo la dice lunga sulle potenzialità inespresse dell'Italia vitivinicola. Attualmente Cà del Bosco può contare su 55 ettari di vigneti, coltivati a cabernet sauvignon, chardonnay, merlot, pinot nero, barbera. La produzione vitivinicola è molto ampia, va dai Franciacorta doc rossi e bianchi, ai "vini da tavola" di altissima qualità, quali il Maurizio Zanella rosso, da uve cabernet e merlot, il Pinero, sempre rosso, da uve pinot nero, e lo Chardonnay bianco fermentato e maturato in barriques. Poi ci sono gli spumanti, una serie straordinaria di Champenois, tra cui quest'anno spicca il Crémant, dai profumi delicatamente fruttati e dal sapore pieno ed elegante, di grande compostezza. Un grande spumante italiano che valutiamo con il massimo punteggio. Molto buono anche lo Champenois '82 ed il Dosage Zero, il più secco di tutti. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1990 – Gambero Rosso Non avere a disposizione una certa estensione di vigneto può rivelarsi un grosso li mite per chi vuole produrre vini di qualità, non una volta ogni tanto, ma pressoché tutti gli anni, specialmente se ci si trova in una zona dove le grandinate sono piuttosto frequenti. Per mettersi al riparo dal fattore tempo, Maurizio Zanella ha acquistato (parte in proprietà e parte in affitto ventennale) due nuovi appezzamenti vitati situati in splendide posizioni della Franciacorta. Una scelta che porterà, a impianti completati, al raddoppio del vigneto (72 ettari complessivi) permettendo di lavorare con sempre maggiore tranquillità. La cantina ha assunto la sua dimensione pressoché definitiva con quasi 8.000 ettolitri di capacità di stoccaggio; sono in corso gli ultimi ritocchi al laboratorio che è degno di un istituto di ricerca. Seppure con qualche eccezione anche i vini di quest'anno danno già un'idea di cosa è la costanza qualitativa. Siamo stati impressionati soprattutto dagli Spumanti: tre bicchieri a pieno titolo ha meritato lo Champenois Riserva '83, di poco sotto si è situato il Crémant e poi con qualche distacco il Dosage Zero e il Brut. Molto particolare la nuova edizione del Rosé che è di un colore molto accentuato, tanto che potremmo chiamarlo "rossé", in cui si avverte deciso il carattere del pinot nero, piuttosto vinoso per essere uno Spumante. Ottimo il Franciacorta Bianco che pure ha "rischiato" i tre bicchieri e nella "ordinaria eccelenza" lo Chardonnay. Un po' meno convincenti i rossi che però nascono da due annate non tra le migliori. Buono il Maurizio Zanella '87 dove si avverte molto il carattere erbaceo (mentre il 1988 assaggiato in anteprima promette grandi cose), molto evidente la componente del legno nel Pinero, il Franciacorta Rosso è molto gradevole ma poteva essere migliore. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1991 – Gambero Rosso Per la terza volta consecutiva assegniamo tre bicchieri ad uno spumante della Cà del Bosco. Quest'anno è la volta della Riserva millesimata 1985, uno spumante che non ha niente da invidiare ai migliori vini dello stesso tipo prodotti Oltralpe. Certo, forse è un prodotto per autentici intenditori, ma in noi suscita lo stesso fascino di certi Champagne old fashion, il cui vino base è lungamente affinato in legno prima di essere spumantizzato. Un risultato che conferma la posizione di leader spumantistica della Cà del Bosco, ma anche della Franciacorta come zona particolarmente vocata per questo prodotto. Ad alto livello ci sono sembrati anche gli altri spumanti, il Brut e il Dosage Zero, che hanno sempre una nota di legno abbastanza accentuata nei profumi, ma sono molto più secchi e più "nervosi", e sono caratterizzati da una lunghissima persistenza nel gusto. Migliore che in passato anche il Rosé, che ora è più propriamente uno spumante, con una sfumatura rossa accentuata e un buon profumo di piccoli frutti. Ma la Cà del Bosco ha raggiunto livelli eccezionali anche sul fronte dei vini tranquilli. Il Maurizio Zanella '88, da uve cabernet sauvignon e merlot in prevalenza, è un grande vino, che in virtù di una grande annata ha dato il meglio di sé. Si tratta un rosso di rara pienezza ed eleganza che non ha niente da temere dal confronto con i "premier crus" del bordolese. Le stesse parole potremmo usarle per lo Chardonany '89, una delle migliori versioni mai assaggiate: è molto complesso e profondo, sia nei profumi che al gusto. Tra i migliori dell'annata anche il Franciacorta Bianco, dai profumi complessi e dal sapore sostenuto da un bel tono di acidità. Ma dopo l'entusiasmo, dobbiamo anche manifestare le nostre perplessità sul Pinero. È sicuramente un buon prodotto, ma il legno risulta coprente rispetto ai caratteri varietali delle uve pinot nero che vorremmo più in evidenza. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1992 – Gambero Rosso È un fatto che la Cà del Bosco sia una delle aziende vinicole italiane più stimate a livello internazionale; questo successo non si può certo attribuire esclusivamente all'intelligente e aggressiva politica di pubbliche relazioni, come qualche "maligno" potrebbe pensare. È altrettanto vero, infatti, che nelle degustazioni coperte i vini di Maurizio Zanella si impongono sempre con grande distacco sui vicini concorrenti; e cosi anche stavolta, per il quarto anno consecutivo, uno spumante Cà del Bosco conquista il riconoscimento dei tre bicchieri. Quest'anno è la volta del Crèmant, che si è rivelato con profumi di straordinaria classe ed eleganza, persistente e complesso (una vera seta finissima) in bocca. Ma nella scuderia "Champenois" dell'azienda ci sono altri cavalli di razza come il Brut, pieno, fruttato e con piacevole retrogusto amarognolo, o il Dosage Zero, decisamente secco e affilato. Il Rosé è ancora una volta completamente diverso dalle passate edizioni, segno che è oggetto di un continuo lavoro di ricerca; questa volta ha un profumo netto e molto maturo di uva pinot nero, ed è uno spumante che si può abbinare a piatti di carne. Anche i vini tranquilli ci hanno decisamente entusiasmato: lo Chardonnay '90 è ricchissimo e spiccatamente varietale, con note di frutta tropicale, e sfiora i tre bicchieri. Si avvicina al massimo punteggio anche il Maurizio Zanella '89, che reca evidenti i caratteri di finezza del cabernet sauvignon, ma deve ancora maturare per esprimersi al meglio. Il Pinero è ottimo, di notevole complessità e con ampio spettro di profumi, ma è un vino di difficile comprensione e richiede una certa preparazione sul tema. Due bicchieri per il Franciacorta Bianco annata, un leader nella sua categoria; meno convincente invece il Rosso normale. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1993 – Gambero Rosso Nel corso degli ultimi mesi sono corse le voci più disparate, ogni giorno si diceva che la tal multinazionale aveva comprato Cà del Bosco su orlo del lastrico. Ebbene, Cà del Bosco è ancora solidamente nelle mani della famiglia Zanella. Certamente questo non è stato un anno facile per un'azienda che produce vini di alta qualità. Ma a prezzo di grandi fatiche ha sostanzialmente tenuto le sue posizioni. D’altronde Zanella non ha ceduto alla facile tentazione di diminuire i prezzi perché sarebbe stato un grave danno d'immagine e perché in ogni caso la qualità ha costi irrinunciabili. Nonostante tutto e tutti, Cà deI Bosco si conferma una delle migliori aziende vinicole italiane, soprattutto per gli Spumanti che hanno un carattere decisamente personale. Rispetto ad altri Spumanti quelli di Cà de Bosco hanno una struttura, una persistenza e una complessità irraggiungibili. Ne è una dimostrazione il Brut, che ha largamente superato la soglia dei 90 punti. Ha colore verdolino, ricchissimo profumo molto variegato, lieve sottolineatura di tostato; sapore secco, molto pieno, consistente. A pochi centesimi di distanza si collocano il Dosage Zero, molto secco e con ottima acidità. Più femminile e più elegante il Crémant, molto morbido. In questo quadro esaltante purtroppo non c è spazio per il Rosé, tecnicamente ben fatto ma per i nostri gusti troppo vinoso con marcato sentore di pinot nero. Ritorniamo all'eccellenza con il Franciacorta Chardonnay '91. un vino grandissimo, una personale interpretazione dello chardonnay, a metà strada tra Borgogna e California. E che dire del Maurizio Zanella, molto potente e strutturato, un grande rosso che però necessita di ulteriore affinamento. Ottimo anche il Pinero, con caratteristici profumi varietali e un buon uso del legno, un vino che ci convince ogni anno di più. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1994 – Gambero Rosso Dunque è nata una nuova azienda. È la Cà del Bosco Spa, per il 60% del Gruppo Marzotto (proprietario di Santa Margherita) e per il 40% della famiglia Zanella, la quale resta proprietaria dell'azienda agricola che a sua volta è affittata alla Spa. Ma nulla è cambiato per quanto riguarda i vini, la qualità resta un obiettivo primario. In degustazione è uscito alla grande la nuova Riserva Brut '88 (tirata in bottiglie con tappo di sughero graffato, come si faceva con i vecchi Champagne), uno spumante particolarissimo, molto maturo, con un'ottima sottolineatura di legno, molto pieno al gusto, ricco, intenso. Il Satén (crémant) è anch'esso a un soffio da quota 90/100, molto delicato con fragranza sottile di frutta, soffice, soave, delizioso. Il Brut ha colore paglierino, con uno spettro di profumi molto ampio, molto elegante e sapido. E poi, appena qualche centesimo sotto, c'è il Dosage Zero, secco, veramente secco, ma anche il più fragrante della gamma. Chiude la rassegna degli spumanti il Rosé: ha colore rosa cipolla, profumo delicatamente fruttato. La carrellata dei vini tranquilli si apre con il meritato riconoscimento dei tre bicchieri al Maurizio Zanella '91: è un vino potente e ricco con un fantastico profumo di frutta rossa con un tocco di erbaceo appena avvertito, di vaniglia e di cacao; in bocca è molto complesso, fine, profondo, anche fruttato, notevolissimo. Ottimi anche lo Chardonnay e il Franciacorta Bianco. Il Franciacorta Rosso è un buon vino - ha mancato di poco gli 80/100 – con bel profumo di mora e di ciliegia, evoluto, morbido e vinoso. Il Pinero, anch'esso '92 quindi con tutti i limiti dell'annata, è si riconoscibile (piccoli frutti) e vinoso, ma con una buona dose di legno che in questa fase non ne mette in risalto le caratteristiche. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1995 – Gambero Rosso Chi vedeva con occhio critico l'ingresso del Gruppo Marzotto nel capitale socia e della Cà del Bosco dovrà ricredersi. Ad oltre un anno di distanza da queste vicende societarie l'azienda dimostra con una carrellata di grandi vini di godere ottima salute e Maurizio Zanella, anima e motore della maison, rimane saldamente sul ponte di comando. Qualche mese fa ha destato scalpore il nuovo prodotto base dell'azienda, un Franciacorta Brut offerto a prezzi "incredibili" per la Cà del Bosco. Di colore paglierino intenso, ha profumi accattivanti di lieviti e frutta matura. In bocca è asciutto, di buon corpo, rotondo e armonico. Ma il vino dell'anno per Cà de Bosco, un tempo famosa più per gli spumanti che per i vini è lo Chardonnay '93. In quest'edizione ha una concentrazione, un'eleganza e un equilibrio che in degustazione coperta fanno pensare più alla Côte de Beaune e a Meursault che alla Franciacorta. Senza offesa per quest'ultima. Tra gli spumanti il Franciacorta Dosage Zéro 91 ha superato la soglia dei 90/100 con l'agilità di un ostacolista. Ha perlage finissimo e spuma cremosa, profumi di frutta bianca, prugna in particolare, e lieviti, di notevole finezza. In bocca è strutturato, asciutto, nervoso ed elegante, con delicate note fruttate e di vaniglia e lunga persistenza. Gli fanno degno contorno un ottimo Satèn '90, morbido e dai sentori di lieviti, un Brut '91 strutturato, armonico e fresco, e un discreto Rosé. Tra i vini tranquilli segnaliamo un nuovo prodotto, il Sauvignon Elfo '94, dagli intensi profumi vegetali, grintoso e varietale a gusto. Buonissimo e non troppo costoso il Cà del Bosco Rosso '92, che per quest'anno prende il posto de Maurizio Zanella. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1996 – Gambero Rosso Dopo aver degustato i vini di Cà dei Bosco sembra impossibile pensare che la prima vigna dell'azienda sia stata piantata in un bosco adiacente alla casa di campagna della famiglia Zanella solo nel 1968. In effetti Cà del Bosco ha bruciato le tappe, e in poco più di vent'anni è diventata una delle aziende vinicole italiane più prestigiose del mondo. Oggi conta su quasi cento ettari di vigneti in ottime esposizioni, su una cantina appena raddoppiata di superficie e su tecnologie avveniristiche. Nella vasta gamma dei suoi prodotti (mezzo milione di bottiglie) spiccano quest'anno due grandissimi spumanti. Il Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi '89, al di là di ogni paragone con vini rifermentati in bottiglia prodotti in altre zone del mondo, è semplicemente fantastico. Ha colore paglierino con eleganti riflessi verdolini, perlage finissimo e profumi intensi, di grande complessità, dove alle note fruttate si sommano sentori tostati, sfumature di erbe aromatiche e nocciola. In bocca è accattivante, morbido ed elegante, ed allo stesso tempo ricco di struttura. Eccellente, come sempre da anni, è il Franciacorta Dosage Zéro. Il '92 è un prodotto dal taglio inconfondibile. Miele nocciola, frutta matura e fiori bianchi all'olfatto lasciano posto ad una struttura importante in bocca, dove al frutto e alla freschezza si aggiunge una complessità di toni muschiati e floreali, e anche una persistenza fuori dal comune. Gli altri prodotti dell'azienda, dal Maurizio Zanelia '93 (taglio bordolese), al Terre di Franciacorta Chardonnay '94, uno dei migliori prodotti in Italia, fino all'Elfo, da uve sauvignon, sono all'altezza della fama della maison. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1997 – Gambero Rosso Maurizio Zanella con la Cà del Bosco ha coronato un sogno, produrre grandi vini, e allo stesso tempo ha creato una leggenda dell'enologia mondiale. E se pensate che tutto questo è nato da una piccola vigna dietro la villa dove la sua famiglia trascorreva i fine settimana, la cosa ha dell'incredibile. Quanto sia vero invece, e quanta fatica e passione gli sia costato realizzarlo, lo intuite assaggiando la Cuvée Annamaria Clementi '90, il vino al quale quest'anno assegniamo il nostro Tre Bicchieri, il tredicesimo della carriera di Maurizio. Ha un colore paglierino carico, brillante, e si apre con un ventaglio ricchissimo di profumi, complessi e freschi allo stesso tempo, in bocca è fruttato e pieno, ed esprime un equilibrio magico di acidità, corpo vellutato, spuma finissima e toni vanigliati, il tutto insieme a una grande persistenza. Imperdibile. Ma anche il resto della gamma non è da meno. In attesa dell'uscita dei Franciacorta Dosage Zéro e Brut del '93, ancora in affinamento, abbiamo assaggiato un fragrante Franciacorta Brut, un Franciacurta Satèn '92 complesso e morbido, che sfiora i nostri massimi punteggi, e un Rosé '93 dal colore rosa carico, ricco di note di cassis e lampone che è probabilmente il migliore del comprensorio. Passando ai vini tranquilli troviamo il Terre di Franciacorta Chardonnay '95, bianco di livello internazionale, solo di qualche centesimo inferiore al fantastico '93, e il Pinèro '94 in una delle sue migliori annate. Il Sauvignon Elfo 6 è varietale e invitante, e allo stesso modo il Terre di Franciacorta Bianco '96 e il Rosso '95 sono tra i migliori assaggiati quest'anno. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1998 – Gambero Rosso È difficile ogni anno trovare parole nuove per raccontare la Cà del Bosco, l'azienda magistralmente condotta da Maurizio Zanella, uno degli uomini del vino italiano più conosciuti e apprezzati del mondo. Quest’anno Cà del Bosco ci regala altri due vini indimenticabili. Per il terzo anno consecutivo il Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi si aggiudica, stavolta con il '91, i Tre Bicchieri. È uno dei migliori spumanti mai prodotti in Italia, uno dei pochissimi che possono guardare al di là delle Alpi con un senso di sfida, se non, addirittura, di superiorità. Ecco il perché: il colore è un paglierino dorato carico e brillante; il naso è intenso e si offre con un bouquet complesso dominato da eleganti sentori floreali, dove si avvertono fresche note agrumate di lieviti e vaniglia. In bocca è semplicemente portentoso per la ricchezza glicerica, l'equilibrio e la cremosità della spuma, il fruttato e la lunga persistenza. Lo Chardonnay '96, poi, è buono quanto l'eccezionale '93 da noi premiato nelle scorse edizioni. È un bianco di grande concentrazione, che ha profumi invitanti e pieni di frutta matura e delicate note aromatiche che si fondono elegantemente con i sentori di legno nuovo e che in bocca è altrettanto avvincente nella sua finezza e concentrazione. Ma Maurizio con il resto della gamma non è da meno: il Satèn '93 è il migliore degli ultimi anni, e non sono meno accattivanti il Brut '94 e un eccellente e pulitissimo Dosage Zéro dello stesso millesimo. Tra i vini fermi del '95 buonissimi come sempre il Maurizio Zanella, taglio bordolese, e l'elegante e varietale Pinèro. Su livelli eccellenti tutto il resto della vasta gamma di questa splendida maison. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 1999 – Gambero Rosso In tredici anni di assaggi per la Guida dei Vini abbiamo visto crescere insieme a Maurizio Zanella, vera figura carismatica, il livello della sua produzione, quello della Franciacorta e, grazie a personaggi come lui, la considerazione che il vino italiano gode in tutto il mondo. Maurizio è sempre un passo avanti a tutti gli altri, ha realizzato i migliori Franciacorta di sempre ed alcuni grandi rossi e grandissimi bianchi. Non è poco per una cantina che ha mosso i primi passi alla fine degli anni Settanta. Quest'anno è ancora suo il miglior vino con le bollicine da noi degustato. È lo spettacolare Franciacorta Satèn '95, un monumento di finezza e complessità, un vino assolutamente e irrimediabilmente seducente nei suoi morbidi toni di vaniglia e frutta fresca, percorso da note verdi di menta, uva spina e albicocca matura. Ha un'eleganza assoluta, da vero fuoriclasse, e una persistenza aromatica incredibile. La Cuvée Annamaria Clementi '92 è vellutata, avvolgente, elegante e grassa, i sentori del legno sono perfettamente integrati a quelli del vino, ha un perlage fine, fitto e persistentissimo e le bollicine si dissolvono in una effervescenza fine e cremosa al palato. Solo un tocco di evoluzione di troppo gli preclude il massimo riconoscimento. Gli altri Franciacorta, dal Brut '95, dalla nota fruttata perfettamente nitida ed elegante, al Dosage Zero, fresco elegante e di grande equilibrio sono sui livelli di sempre. Tra i vini tranquilli svettano un validissimo Chardonnay '97, che sconta solo un'annata non felicissima, e un Pinèro '97 in grandissima forma, buona anticipazione di un '98 che si preannuncia "étonnant". Informazioni tratte da: Vini d’Italia 2000 – Gambero Rosso Anche in quest'edizione della Guida Cà del Bosco si impone con una serie di vini straordinari, e si conferma stella di prima grandezza dell'enologia italiana, prima ancora che della Franciacorta. Maurizio Zanella, deus ex machina della maison di Erbusco, lavora con passione e dedizione totali, coadiuvato da un comparto tecnico di prim'ordine, dove spicca l'enologo Stefano Cappelli. La Cuvée Annamaria Clementi '93 (segnalata per errore nella griglia della scorsa edizione) ha tutto quello che cercate in un grande Franciacorta: finezza eleganza, fruttato, complessità. Il perlage è finissimo, la spuma cremosa; il naso, elegante e ricco, propone sentori schietti di frutta bianca polposa, che sfuma su toni speziati. In bocca ne apprezzerete lo spessore, la complessa armonia, la rotondità, la lunga persistenza e la pulizia dei frutto. Straordinario è anche lo Chardonnay '98, una delle migliori annate dal leggendario (e ancora buonissimo) '93. Ha un colore paglierino brillante, sentori di burro, vaniglia, pesca e albicocca mature al naso che si fondono con le delicate nuances fumé del legno nuovo. Ancora Tre Bicchieri. Un traguardo che il Pinèro '98 è arrivato quasi a centrare, confermandosi anch'esso una delle migliori edizioni di sempre. Il Maurizio Zanella della stessa annata ha colore e profumi profondi e intensi, dove i piccoli frutti rossi e neri si fondono con note erbacee e toni boisé, e cosi ancora il Franciacorta Brut '96, perfettamente bilanciato e ricco nei profumi di lieviti e pain d'épices e nella fresca e morbida componente fruttata. E il resto della gamma non è da meno. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 2001 – Gambero Rosso Quando gli imponenti lavori d'ampliamento saranno terminati, Cà del Bosco sarà probabilmente la cantina dotata delle tecnologie più avanzate d'Europa, se non del mondo. Ma da tale avveniristico scenario continuano a nascere gioielli enologici di classica eleganza, come ben esemplificano i due vini che quest'anno si aggiudicano i Tre Bicchieri. Lo Chardonnay '99 firmato da Maurizio Zanella ha un colore paglierino brillante dai bei riflessi verdolini, e profumi intensi e coinvolgenti dove le note di frutta bianca, floreali e di burro si fondono eleganti e fresche nei toni boisé di un legno d'affinamento d'eccellente livello. In bocca è voluttuosamente fitto, polposo, complesso, dotato di straordinaria persistenza e con una lunghissima aspettativa di vita. Il Franciacorta Dosage Zero '97 è un'elegante epitome dello stile Cà del Bosco. Ha un colore paglierino intenso e brillante, e all'olfatto si apre su una ricchissima paletta di sentori che spaziano dalle fresche note fruttate ai morbidi toni di lievito e pasticceria, di lime e bergamotto di suadente limpidezza. Tutto ciò si raccorda al palato con una pienezza fuori del comune, dote che non va disgiunta da una straordinaria finezza della presa di spuma, da un morbido carattere vanigliato che sfuma lungo su più complessi sentori minerali. Una meraviglia, insomma, che relega leggermente in secondo piano la Cuvée Annamaria Clementi, che con l'annata '94 fila elegante su note di frutto maturo e su una grande armonia d'insieme ma non trova la profondità di alcune annate precedenti. Esemplari come sempre il Satèn '97, dalle intense note di pesca e albicocca, il Brut '97, ricco di accenti di lieviti e vaniglia e, dal Pinèro '99 al nuovo nato Carmenero '98 (da uve carmenère), tutte le altre etichette di questa prestigiosa maison. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 2002 – Gambero Rosso Si rischia un eccesso di superlativi quando si parla di Cà del Bosco e dei suoi vini. Cercheremo quindi di trasmettervi in maniera stringata e sintetica alcune notizie su quella che per noi è la Cantina dell'Anno. Nel momento in cui scriviamo è in fase di ultimazione il nuovo complesso di vinificazione e invecchiamento dell'azienda, una delle strutture più avanzate tecnologicamente nell'intero mondo del vino. Questo consentirà a Maurizio Zanella, presidente della Cà del Bosco e suo creatore, e all'enologo Stefano Capelli da anni al suo fianco, di curare ancora meglio la vinificazione, la maturazione e l'invecchiamento dei vini (poco meno di un milione di bottiglie l'anno) ottenute dalle uve degli oltre 300 ettari di vigneti della maison. Quest'anno siamo rimasti particolarmente colpiti dalla Cuvée Annamaria Clementi '95, un Franciacorta di incredibile complessità e profondità. Ha un naso di straordinaria finezza, all'insegna del frutto bianco, delle note floreali e delle spezie orientali, e in bocca è di rara eleganza, profondità e persistenza. Sul medesimo livello lo Chardonnay '00, che denota una selezione certosina delle uve, e grande sensibilità nell'uso dei legni nuovi. È un'esplosione di frutto, di struttura e di freschezza, buono oggi ma con numerosi anni di vita davanti a sé. Si collocano a ridosso di questi fuoriclasse anche il Carmenèro '99, rosso da uve carmenère, concentrato, speziato ed elegantissimo, e un raffinato Satèn '98, di particolare nitidezza e rotondità. Gli altri vini? Ottimi, come sempre Informazioni tratte da: Vini d’Italia 2003 – Gambero Rosso L'avventura iniziata nel 1968 ha portato lontano Maurizio Zanella, e forse nemmeno lui immaginava quanto. Dalla vigna intorno alla casa di campagna della sua famiglia ad aver reso Cà del Bosco una delle griffe enologiche più conosciute del mondo il passo non è certo breve... Oggi la più celebre maison franciacortina, che Maurizio gestisce all'interno del gruppo delle aziende della famiglia Marzotto, conta ormai su 175 ettari di vigneti, e si appressa a passare la soglia produttiva di un milione di bottiglie l'anno. Gli standard qualitativi sono elevatissimi, grazie ad uno staff di prim'ordine, guidato dall'enologo Stefano Cappelli, e ad una grande, nuova cantina dotata di tecnologie allo stato dell'arte, concepite da Maurizio con i migliori specialisti dei mondo. Tutto questo si riflette in una gamma di vini che varia dall'ottimo allo straordinario, a cominciare dai nostro Tre Bicchieri di quest'anno, una favolosa edizione, la '96, della cuvée prestige dell'azienda, l'Anna-Maria Clementi. È un Franciacorta di grandissima finezza e complessità, di leggendaria eleganza, ricca di struttura ed allo stesso tempo di frutto, morbida e persistentissima. È stata un'ottima prova anche per il Dosage Zéro '99, vino di esemplare intensità e pulizia, dai profumi di lieviti e spezie, potente e fresco ai palato. Lo Chardonnay '01 quest'anno non stacca la consueta cedola del nostro massimo alloro per un'inezia: bilanciato e fine al naso come al palato non esibisce una struttura particolarmente ricca, a nostro avviso, pur rimanendo il miglior vino bianco della regione. Il resto delle proposte di questa maison si muove sui classici elevatissimi standard cui siamo ormai abituati. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 2004 – Gambero Rosso È sempre più difficile parlare di Cà del Bosco, da anni (tanti) azienda di punta dell'Italia del vino. Bisogna averla visitata per capire fino in fondo la portata delle innovazioni introdotte da Maurizio Zanella, il suo vulcanico creatore e presidente, un uomo che non ha mai dormito sugli allori ed è da sempre dedito al raggiungimento di un ideale di perfezione enologica che probabilmente non è alla portata dell'essere umano, almeno in una sola vita. Incurante di ciò, Maurizio ha terminato i lavori della nuova cantina, che rappresenta lo stato dell'arte (o qualcosa di più) in fatto di design, attrezzature e tecnologie. E ci ha presentato una formidabile batteria di vini in degustazione. Il Franciacorta Cuvée Anna-Maria Clementi '97 è semplicemente spettacolare: ha un perlage di finezza esasperata, persistente e continuo, e profumi di straordinaria fragranza di frutta bianca appena matura, fiori bianchi e vaniglia, con un delicato accenno boisé che scivola sul minerale. La bocca è ampia e sontuosa, ricca di frutto e di una struttura solidissima sorretta da una vena acida equilibratissima. Il tutto si risolve in una straordinaria persistenza aromatica che gli vale i Tre Bicchieri. Riconoscimento, questo, che premia anche il Terre di Franciacorta Chardonnay '02, che ha profumi d'incredibile finezza, dove i toni di frutta matura, fiori, burro e brioche si risolvono in eleganti note boisé, e il Franciacorta Dosage Zéro '00, profumatissimo, limpido e pieno, perfetto archetipo della denominazione. Eccellenti, come sempre, il Pinot Nero Pinèro '01 e il bordolese Maurizio Zanella '01, e cosi il Franciacorta Brut, il Satèn '99, il Terre di Franciacorta Bianco '03 e il Carmenère Carmenèro '01. Informazioni tratte da: Vini d’Italia 2005 – Gambero Rosso