Raggio traente - IO NON VOTO NEWS
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Raggio traente - IO NON VOTO NEWS
• Raggi laser ad anello “IL RAGGIO TRAENTE” In questo progetto un secondo gruppo di ricercatori sta concentrando i propri sforzi sui campi elettromagnetici generati dai raggi laser: l’idea è quella di utilizzarli per “spingere” le particelle da catturare in una precisa direzione e imbrigliarle in una specie di trappola. Un sistema di questo tipo potrebbe funzionare anche nel vuoto ed essere impiegato per lo studio della composizione di lune o altri corpi celesti privi di atmosfera. • Ingegner Carlo T. [email protected] C’è chi ipotizza applicazioni meno scientifiche ma molto più pratiche per queste rivoluzionarie idee, per esempio un super aspirapolvere laser in grado di rimuovere le particelle di polvere e di sporco dai tappeti di casa. Ultimamente, a livello mondiale, un altro ramo della ricerca ha conseguito risultati significativi facendo ricorso alle onde sonore, attraverso le quali è stato possibile generare un ologramma acustico in grado di catturare e muovere piccoli oggetti. Un team,di ricercatori britannici e spagnoli ha realizzato il primo raggio traente a ultrasuoni comandabile da 30-40 cm di distanza, una tecnica che potrebbe avere applicazioni rivoluzionarie nel campo della microchirurgia. Il lavoro è stato descritto su Nature Communications. La tecnologia sviluppata da fisici e ingegneri dell’Università pubblica della Navarra a Pamplona (Spagna), delle Università di Bristol e del Sussex si basa su ologrammi di onde ultrasoniche ad alta intensità. In pratica, un oggetto situato in una regione “tranquilla” di spazio può essere tenuto sospeso, se circondato da campi di onde sonore che lo sostengono, contrastando per alcuni istanti la gravità. Una rete di microamplificatori genera onde sonore capaci di sostenere un oggetto (Asier Marzo, Bruce Drinkwater, Sriram Subramanian) I ricercatori hanno programmato 64 amplificatori in miniatura posti su un piano per emettere onde sonore ad alta frequenza e intensità, le cui vibrazioni “aggrovigliate” tra loro sono state in grado di tenere sul posto, muovere o ruotare piccole biglie di polistirene (un polimero molto leggero) di 3 mm di diametro. In particolare hanno creato “gabbie” sonore 3D a forma di dita o pinzetta, vortice o bottiglia. [email protected] INTRODUZIONE L’articolo "IL RAGGIO TRAENTE" è stato pubblicato sui numeri 157 e 158 di "IO NON VOTO NEWS" e ho deciso di allegarlo completo al numero 159 sperando di fare cosa gradita a tutti coloro che sono interessati all’argomento. Raggi laser ad anello Il terzo progetto è ancora alla fase teorica: esso prevede l’impiego di fasci di Bessel, raggi laser che anziché essere puntiformi sono formati da cerchi concentrici simili alle onde generate da un sasso lanciato in uno stagno. Secondo i fisici questi particolari raggi potrebbero indurre un campo elettromagnetico capace di attrarre la particella bersaglio in direzione opposta a quella della loro propagazione. I responsabili del progetto vorrebbero trovare un metodo per la raccolta dei campioni spaziali più efficiente di quelli meccanici attualmente in uso, ma soprattutto meno costoso. Fondato nel 2012 – Anno V NUMERO 159 Una delle configurazioni del raggio traente a ultrasuoni (Asier Marzo, Bruce Drinkwater, Sriram Subramanian) Così come gli ologrammi tradizionali sono il risultato di onde luminose interferenti, quelli sonori sono dati dall’interferenza tra onde sonore. “E’ stata un’esperienza incredibile vedere per la prima volta un oggetto afferrato dal raggio traente”, ha commentato Asier Marzo, studente e primo autore dello studio. “Sapevamo che le onde sonore possono avere effetti fisici” – ha spiegato Bruce Drinkwater, docente dell’Università di Bristol – “ma qui abbiamo imparato a controllare il suono ad un livello mai raggiunto prima”. “Con il nostro strumento” ha aggiunto Sriram Subramanian, docente di informatica dell’Università del Sussex e cofondatore di Ultrahaptics, società che ha collaborato con le università britanniche nella realizzazione del progetto “manipoliamo oggetti a mezz’aria e apparentemente vinciamo la gravità. Lo facciamo controllando dozzine di casse che ci permettono di generare un ologramma acustico che può manipolare diversi oggetti in tempo reale e senza toccarli”. “Stanno cercando di agganciarci con il raggio traente!!!”. Quante volte avremo sentito queste grida disperate nei film di fantascienza, magari in contesti particolarmente drammatici, allorché un’astronave stava per essere attratta da un vascello nemico per mezzo di un raggio di luce. Ebbene il raggio traente, una delle più geniali e affascinanti invenzioni degli autori di Star Trek e in qualche modo affine al teletrasporto, potrebbe in un prossimo futuro diventare realtà. Ingegner Carlo T. Il raggio traente immaginato nei film di fantascienza è costituito da un fascio attenuato di gravitoni lineari utilizzati dalle navi stellari e dalle stazioni spaziali al fine di consentire l’interazione con gli oggetti esterni, di catturarli e controllarli entro un certo raggio di azione e di rendere sicuro l’attracco delle navette all’interno dei vascelli più grandi o delle stesse navi stellari dentro le stazioni spaziali. Il raggio traente può essere impiegato anche come “raggio repulsivo”, ossia capace anche di respingere gli oggetti (si veda l’episodio di Star Trek “Dominati da Apollo”).. I raggi traenti sono generalmente utilizzati a velocità sub luce, ma il traino a velocità warp può avvenire se entrambe le astronavi viaggiano alla stessa identica velocità di curvatura: nel’episodio di Star Trek “L’espediente della Carbonite” la Enterprise NCC-1701 fu catturata e trainata a curvatura elevata e senza subire danni dalla Fesarius, nave della Prima Federazione. Nel 2014 era stata pubblicata, ad opera di un gruppo di scienziati dell’Australian National University, la notizia della creazione di una tecnica molto simile al raggio traente: gli scienziati australiani avevano infatti utilizzato la forza delle onde per attirare gli oggetti galleggianti, senza alcun contatto fisico. Negli USA, sempre nello stesso anno, un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Illinois guidati da Gabriel Spalding aveva realizzato un raggio traente acustico utilizzante un fascio di ultrasuoni, tuttavia il massimo di controllabilità del suono è stato raggiunto nel 2015 con il progetto delle università spagnole e britanniche. Dopo vari tentativi il team è riuscito a far funzionare l’apparato anche da un lato solo, per cui non si richiede che l’oggetto sia completamente circondato da amplificatori, un’eventualità che avrebbe limitato molto le possibili applicazioni. Come per l’"aspirapolvere laser" anche questa tecnologia non funziona nel vuoto dato che le onde acustiche sono vibrazioni che si propagano nell’aria, tuttavia essa potrebbe trovare applicazioni in molti settori dove è fondamentale non contaminare gli oggetti: ad esempio nella chimica, per combinare molecole “purissime”, oppure per trasportare un giorno farmaci o strumenti chirurgici miniaturizzati all’interno del corpo umano in maniera perfettamente controllata, indirizzandoli verso il target desiderato. In conclusione il raggio traente non è più un’illusione, probabilmente non sarà mai in grado di intrappolare astronavi come in Star Trek, ma tuttavia può avere già adesso applicazioni pratiche prima impensabili specie in settori quali la medicina e la chirurgia. L’utilizzo degli emettitori determina notevoli sollecitazioni alla struttura della nave: l’emettitore principale è il primo componente ad essere installato durante la costruzione di una nave e fa parte della struttura di base, integrandosi completamente con il vascello allo scopo di ridurre al minimo lo stress causato dal suo utilizzo, inoltre tutti gli emettitori sono collegati alla rete del campo di integrità strutturale in modo da distribuire il carico inerziale lungo tutta la struttura della nave. Tutto questo è destinato a rimanere una tecnologia immaginaria? Sembra proprio di no, in quanto recentemente la NASA ( National Aeronautics and Space Administration) ha annunciato di aver finanziato tre diverse ricerche che hanno come obiettivo proprio la realizzazione del dispositivo fantascientifico mostrato nella serie di Star Trek. Per ora gli scienziati americani si accontenterebbero di un raggio traente abbastanza forte da catturare la polvere cosmica lasciata dal passaggio delle comete e altri reperti spaziali di piccolissime dimensioni. Si elencano di seguito i tre progetti di ricerca includendo per ciascuno una breve descrizione. • Aspirapolvere laser I rover spaziali del futuro potrebbero impiegare “aspirapolveri laser” per raccogliere i campioni ( foto Dr. Paul Stysley) Sullo scafo della nave è installata una serie di “emettitori” del raggio traente. Alcuni servono per l’ormeggio (mooring beam), altri, posizionati negli hangar, per l’aggancio delle navette. L’emettitore principale è montato nella parte inferiore dello scafo ed è nettamente più potente degli altri: esso è l’unico a poter essere puntato in qualunque direzione, mentre gli altri sono fissi (si veda l’episodio di Star Trek Next Generation “Tempo al quadrato”).. L’emettitore utilizza un certo numero di raggi di forza di gravitoni, emessi a fascio, i quali danno origine ad aree di disturbo sub spaziale in prossimità di un obiettivo posto al di fuori della nave. Le distorsioni dovute ai raggi creano un effetto di trazione o di spinta sull’oggetto puntato a seconda della polarità del campo: modificando la posizione dei centri di disturbo, l’oggetto può essere rimorchiato verso la nave o allontanato da essa. In questo progetto si prevede l’impiego di un vortice ottico per imbrigliare le particelle. Due raggi laser surriscaldano l’atmosfera attorno alla particella da catturare: intensificando e indebolendo alternativamente l’intensità delle due sorgenti luminose è possibile far muovere il campione di materia e portarlo verso il satellite o il veicolo spaziale che effettua la raccolta. L’evidente limite di questa tecnologia è che non può funzionare nel vuoto.