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I ALLEGATO IL IN N NUOVO LADIES www.milanofinanza.it MILANO MODA DONNA SPECIALE DI 32 PAGINE € 4,00* Uk £ 3,40 - Ch fr. 9,50 Francia € 7,60 Sabato 20 Settembre 2014 Anno XXVI - Numero 185 *In abbinamento obbligatorio ed esclusivo con Ladies a 4,00€. Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano RECORD Cosa c’è dietro il successo a Wall Street del gigante cinese del commercio elettronico Alibaboom Conviene seguire Jack Ma? Quali sono le alternative? Come le aziende italiane possono avere successo online in Cina? I segreti dell’ e-commerce sia per investire che per vendere dall’Italia nel mondo ORSI & TORI di Paolo Panerai C i sono o non ci sono i 40 ladroni insieme ad Alibaba? Alcuni dubbi li ha sollevati The Wall Street Journal segnalando, come viene pubblicato all’interno di questo numero, un sospetto crescente e quindi un forte raffreddamento nelle relazioni fra Jack Ma e il governo cinese. Con saggezza millenaria e prudenza, nessun esponente del gruppo dirigente ha detto anche una sola parola negativa nei confronti di un’azienda nata in Cina e sviluppatasi così tanto nello stesso ex Impero celeste da generare la più grande ipo della storia finanziaria internazionale. Ma a raffreddare i rapporti era stata proprio la decisione degli azionisti e degli amministratori di Alibaba di quotarsi a New York invece che a Shanghai, 20 Settembre 2014 MILANO FINANZA I FATTI SEPARATI DALLE OPINIONI Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58.219.209) Direttore ed editore associato Gabriele Capolino (02-58.219.227) Direttore Pierluigi Magnaschi (02-58.219.207) Condirettori Andrea Cabrini (coordinamento media digitali), Roberto Sommella (Roma, 06-69.760.830) Vicedirettori Filippo Buraschi (02-58.219.205), Antonio Satta (Capo della sede di Roma 06-69.760.847) Caporedattore centrale Francesco Allegra (02-58.219.875), Capiredattore Davide Fumagalli (Internet e Patrimoni 02-58.219.229), Alessandro Wagner (MF Fashion 02-58.219.798) Vicecapiredattore Giuliano Castagneto (02-58.219.336), Lucio Sironi (02-58.219.228) Capiservizio Teresa Campo (02-58.219.471), Roberta Castellarin (02-58.219.260), Ester Corvi (ufficio studi, 02-58.219.317), Stefania Peveraro (02-58.219.401), Stefano Roncato (MFF Magazine 02-58.219.225), Angela Zoppo (06-69.760.831, Roma) Vicecaposervizio Marcello Bussi (02-58.219.392) Redazione Chiara Bottoni (MF Fashion 02-58.219.446), Cristina Cimato (MF Personal 02-58.219.566), Andrea Di Biase (02-58.219.314), Manuel Follis (02-58.219.779), Gian Marco Giura (02-58.219.460), Luca Gualtieri (02-58.219.757), Luisa Leone (02-58.219.388), Anna Messia (06-69.760.865), Luciano Mondellini (02-58.219.592), Andrea Montanari (02-58.219.316), Francesco Ninfole (02-58.219.238), Paola Valentini (02-58.219.475) diretto da Giampietro Baudo diretto da Giulia Pessani Redazione di New York Andrea Fiano (corrispondente, 001-212.447.7953) Capo economista Massimo Brambilla (02-58.219.495) Impaginazione Alessandra Superti (responsabile), Marco Delise (viceresponsabile), Daniela Asperges (pubblicità), Filomena Donofrio Illustrazioni e grafici Lucrezia Alfieri, Monica Pegoraro Segreteria Rosalba Pagano e Federica Troìa (Milano). Barbara Alabiso e Tiziana Cioppa (Roma) Milano Finanza Editori Spa INTERNET: www.milanofinanza.it E-MAIL: [email protected] 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02- 58.219.1, fax 02-58.317.518 - 58.317.559. 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976.081 r.a., fax 06-69.920.373 - 69.920.374 --------------------------------- AI LETTORI ----------------------------------Tutte le informazioni contenute in queste pagine si basano su fonti che MF/Milano Finanza ritiene attendibili. Le asserzioni espresse nei vari articoli dei collaboratori rispecchiano esclusivamente l’opinione degli autori. Nonostante l’estrema cura nel trattare la materia, MF/Milano Finanza non si assume responsabilità per quanto riguarda conseguenze derivanti da eventuali inesattezze o imprecisioni dei dati e delle quotazioni. In particolare, l’investimento in prodotti derivati (opzioni, futures, premi, warrant) offre la possibilità di ottenere elevatissime performance ma anche correndo un rischio molto elevato. Nel caso più negativo, si può verificare anche la perdita totale del capitale investito. In un normale portafoglio, la quota da destinare a prodotti di questo tipo dovrebbe essere limitata. 3 Sommario Anno XXVIII, numero 38, Sabato 20 Settembre 2014 - Nuova serie anno XXVI, numero 185 4 Visto & Previsto 8 News 8 E-commerce Alibaba al decollo 9 Investimenti Chi vince in borsa 11 Eventi Nuova porta per la Cina 12 Rivali emergenti La sfida viene dall’India 13 Sviluppi È sempre più digItalia 14 Bce/1 Ultima chiamata 15 Bce/2 Adesso il Qe è più vicino 16 Mercati Adesso azioni e dollari 17 Scozia Il sollievo sarà breve 18 Previdenza/1 Pensioni da recessione 19 Previdenza/2 Questi si godono la Vita 20 Dividendi Piazza Affari batte i Btp 22 Banche Ok, l’incaglio è giusto 23 Mediobanca Come ti sfrutto il risiko 25 Cattolica Piano da mezzo miliardo 26 Alitalia Etihad fa la colletta 27 Energia Pilo, soci o ipo per il gas 28 Mattone Formula ammazzacrisi 30 Spesa Pubblica Non tagliate lo sviluppo 31 Infrastrutture Il decreto sblocca i bond 32 Strategie Una Rossa più verde 33 Tamburi Small sì, ma anche Fiat 35 Calcio Serie A sull’aereo Rubriche 14 Considerazioni inattuali 22 Rosso & Nero 12 Il Punto di Mauro Masi 35 Lombard Street 37 Mercato Globale Londra made in China 45 MFF F Chic graphique à la Versace 39 I Vostri Soldi In Gestione 39 Obbligazionari Altro che Bot 41 Etf L’impatto del voto 43 Pensione & Previdenza Invecchiare insieme arrivato a oltre 100 miliardi, diventando il terzo più importante fondo monetario al mondo. A irritare e a preoccupare il sistema bancario cinese non è stata solo l’entità dei capitali raccolti, ma soprattutto il rendimento offerto. Il sistema bancario cinese si regge bene o al limite a Hong Kong, sottraendosi così al controllo se paga sui depositi un massimo societario delle autorità cinesi per finire sotto quello del 3%, che fino all’arrivo del della Security exchange commission (Sec). La fondo di Alibaba è accettato serdecisione era tuttavia scontata visto che il governo enamente da tutti i depositanti; cinese, nello spirito di una economia liberale, aveva ma Alibaba ha cominciato a pagare anche il doppio, tollerato che il capitale della società fondata da Ma innescando un pericoloso virus rialzista nella testa dei finisse in maggioranza in mani cinesi, virus che può seriamente minFTSE MIB DELLA SETTIMANA straniere (32% Soft bank giapacciare la stabilità se ci fosse un ulteponese e 22% l’americana Yahoo). riore deflusso di risparmio, asset fonConsapevole di questo giudizio negadamentale della Cina, dal sistema tivo per la sua scelta, Ma, nel Atlantia bancario appunto al fondo che di fatto -0,26 Luxottica -1,06 momento in cui pochi giorni fa ha Autogrill è controllato dall’estero. -1,77 Mediaset -2,94 -2,25 Mediobanca +0,64 Insomma un clima cinese di diffiannunciato l’aumento del prezzo di Azimut A2a -4,64 Mediolanum -3,72 collocamento per la richiesta altissi- B Pop Milano denza crescente nei confronti di Moncler -3,72 ma di azioni, ha cercato di dire che Bco Popolare -4,01 Alibaba che non è rimasto senza Mps -7,68 -3,98 Pirelli e C. +0,34 conseguenze. È stata infatti stimono, che Alibaba non ha niente contro Bper Buzzi Unicem -5,43 Prysmian -1,82 HK e che anzi lui deve molto alla ex Campari lata da questo clima la decisione +0,78 Saipem -2,51 colonia. Un gesto diplomatico ma non Cnh Industrial delle autorità cinesi di promuovere Snam -1,88 -1,14 Stm -3,22 basta, perché la caduta di amore Enel la nascita di CCIG Mall, la più Enel G. Power -1,25 Telecom Italia -3,51 delle autorità cinesi verso Alibaba ha Eni +1,17 Tenaris +2,48 grande piattaforma BtoB cinese. A una motivazione ancora più forte, Exor promuoverla, insieme a Century -0,03 Terna -0,96 Tod’s -2,73 coinvolgendo l’intero sistema ban- Ferragamo -0,76 international group che ne è proFiat -1,08 Ubi Banca +1,40 cario della Repubblica popolare. Già Finmeccanica -0,07 Unicredit +0,16 prietà, sono state alcuni delle le banche cinesi erano infastidite dal Generali +1,66 UnipolSai +1,53 istituzioni economiche più impor-0,37 World D. Free +6,36 tanti della Cina, da Bank of China lancio di Alipay, il sistema di paga- Gtech IntesaSanpaolo -0,17 Yoox -6,74 menti dell’e-commerce montato da a China Telecom, China Union Ma e dai suoi soci, ma la rabbia e la FTSE ALL SHARE -0,57 FTSE MID CAP -1,74 pay, CCPIT, che è l’organo per lo preoccupazione per la stessa stabilità sviluppo del commercio internazidel sistema bancario del Paese sono montate quando onale. I numeri della piattaforma sono impressionanintorno all’ultimo Capodanno cinese (il 31 di gennaio), ti come tutti quelli della Cina da 1,3 miliardi di abitMa ha lanciato il suo fondo di gestione monetaria con anti: a regime 3 milioni di negozi collegati, circa 100 quote anche molto piccole di pochi euro: il Capodanno è miliardi di dollari di giro d’affari. il periodo in cui i cinesi si fanno regali e si è scatenata Posso dare questi dati perché, come è stato già comuniuna vera gara a regalare quote del fondo monetario che cato, Class Editori ha firmato il Contratto di in poco tempo ha raccolto 70 miliardi di dollari e ora è Cooperazione con CCIG Mall in occasione della visita ORSI & TORI Il Trader 77 La grande corsa dell’Asia 78 Trading Focus Ftse Mib, prove di allungo 79 Nel Portafoglio Banche sugli scudi 82 Cambi & materie prime Occhi puntati sul cable 83 Bond Market Le incognite del 2015 84 Trading School Quando scatta la bear trap Nel Mattone 85 Città universitarie Investimenti globetrotter 91 Personal 91 My Tech Sfida per il pc da polso 92 Salute Cibo e note danno alla testa 92 InCantina Barbaresco spunta +16% 93 InCornice Tutti gli affari di inizio stagione 94 Tripla A Cent’anni stretti al collo 94 Orologi Un Rolex avventuroso in asta a NY 96 Il Laboratorio del presidente Matteo Renzi a Pechino, l’11 giugno. Il contratto è stato uno dei dieci più importanti da firmare davanti ai due primi ministri e in effetti potrà diventare anche il più importante, perché le aziende e i prodotti italiani sono i primi a entrare nella piattaforma e, secondo le stime, rappresenteranno il 15% del giro d’affari. Class Editori, attraverso la controllata CceC (Class China e-Commerce), ha tre ruoli: fornitore principale del settore food&beverage, agente principale per la moda, gli accessori e il design, agente esclusivo per la produzione dei contenuti della piattaforma e per la raccolta della pubblicità. Oltre a limitare il futuro sviluppo di Alibaba, con la piattaforma le autorità cinesi si propongono anche di riequilibrare le asimmetrie nell’interscambio con vari Paesi e in particolare con l’Italia, secondo le richieste di Renzi al Primo Ministro, Li Keqiang. Oggi l’interscambio viaggia intorno ai 33 miliardi all’anno, di cui 23 di esportazioni cinesi in Italia. Altra funzione strategica della piattaforma è sviluppare i consumi interni, cioè la terza, indispensabile gamba per lo sviluppo dell’economia cinese. Infatti non bastano più gli investimenti e l’export. Ma per far crescere i consumi la Cina ha bisogno di prodotti stimolanti, che oggi nel Paese o non ci sono o non richiamano l’attenzione dei cittadini. La qualità dei prodotti italiani è giudicata la più alta e la più adatta a far diventare attraente la piattaforma. Che rappresenta una straordinaria occasione per le aziende italiane medie e piccole, che a differenza di alcuni (pochi) grandi gruppi non possono creare una rete di distribuzione diretta in Cina. Attraverso la piattaforma, rivolgendosi al n. 1 di via Burigozzo, nel palazzo già chiamato The Door to China, qualunque azienda potrà proporre i propri prodotti per la selezione che sarà compiuta dal personale di CCeC. Class Editori penserà a produrre i contenuti relativi ai prodotti che saranno scelti e a realizzare materiale pubblici- -0,47% (continua a pagina 4) 20 Settembre 2014 MILANO FINANZA 4 Visto & L’ULTIMA SETTIMANA segue da pagina 3 tario per chi vorrà evidenziare la propria presenza in tutta la Cina. Caratteristica fondamentale della piattaforma è di avere negozi (anche non tradizionali, come ristoranti, alberghi, club, spa) collegati anche nelle parti meno note e centrali del Paese, saltando in questo modo la costruzione di una rete tradizionale e potendo raggiungere da subito anche le nuove città da milioni di abitanti (nei prossimi tre anni ne nasceranno una ventina per accogliere l’inurbazione dalle campagne di 150 milioni di abitanti). Chi vorrà approfondire la conoscenza delle caratteristiche della piattaforma e entrare in contatto con i vertici, guidati da Madam Guo Hong, chairperson di Century, oltre che con il personale di Class Editori e CCeC potrà partecipare alla presentazione ufficiale, martedì 24, nell’auditorium Gaber della Regione Lombardia, l’ex grattacielo Pirelli. Dalle 9,30 potrà scoprire molto sulle modalità di ingresso nella piattaforma ma anche sul quadro macroeconomico di un mercato da cui nessuno per i prossimi 20 anni (e chissà per quanti ancora) potrà prescindere. E l’Italia, per una volta, grazie alla sua qualità ha il vantaggio di essere il primo Paese a fornire la piattaforma. La presentazione sarà replicata il 29 settembre a Roma presso la sala Pirelli dell’Ice in via Liszt 21. * * * Mentre i sottoscrittori del Fondo monetario di Alibaba hanno la possibilità di ricevere un rendimento anche superiore al 6% e comunque, anche depositando i loro soldi in banca i cinesi possono avere il 3%, in Europa e in Italia chi oggi pensa di poter ricevere sostegno dai propri risparmi deve mettersi l’animo in pace se cerca investimenti a bassissimo rischio. Ci sono persone che con posti di lavoro da dirigente hanno fatto risparmi di un qualche significato nella loro vita e ora, vicini alla pensione, chiedono ai gestori come investire il piccolo o meno piccolo capitale per non perdere il loro tenore di vita degli anni in cui hanno lavorato. Per loro, se non vogliono rischiare, le prospettive sono buie. Mettiamo il caso che un dirigente o piccolo imprenditore abbia risparmiato e lo detenga liquido un milione di euro. Abituato a disporre di 10 mila euro al mese, si accorge che la sua pensione sarà pari a 6 mila euro. Il suo desiderio sarebbe di investire il milione di euro liquido in maniera da avere circa 4 mila euro netti al mese, cioè 48 mila euro all’anno. Nell’attuale contesto di deflazione e di tassi rasoterra, non potrà mai soddisfare il suo legittimo desiderio con investimenti a basso rischio. Sono sicuramente a basso rischio gli investimenti in titoli di Stato italiani. Per avere il rendimento migliore senza bloccare il capitale con titoli a 20 e 30 anni, potrebbe tentare di avere i suoi 48 mila euro annui con un investimento in Btp a 10 anni, al rendimento attuale del 2,41%. Con un tale investimento non arriverebbe neppure alla metà del suo fabbisogno: per avere i 48 mila dovrebbe disporre di 2,518 milioni di euro. Se scegliesse titoli della durata di cinque anni (che rendono l’1,04%) gli occorrerebbero 6,76 milioni; se si fidasse di più di Angela Merkel e investisse in Bund a 10 anni (rendimento 1,10%) dovrebbe poter investire 6,295 milioni. Se scendesse al Bund a cinque anni per avere la rendita desiderata dovrebbe investire 18,823 milioni perché il rendimento è pari allo 0,52%. Se poi decidesse di scegliere un’obbligazione bancaria, per esempio di Intesa Sanpaolo, la più solida italiana, durata 10 anni e rendimento 2,24%, dovrebbe poter disporre di 3,293 milioni di euro. Se, sempre preferendo la Germania scegliesse una obbligazione corporate sicura, come la Bayer a sette anni, gli occorrerebbero 9,685 milioni, perchè il rendimento è lo 0,94%. Ma non solo per il rendimento del titolo perché sui titoli corporate il governo Renzi ha alzato la tassazione al 26 dal 22% che era prima; ma non solo: se sui titoli di Stato italiani la tassazione è sempre al 12,5%, in realtà la pressione fiscale è salita con il bollo dello 0,2%. Quindi, mentre a causa della crisi economica, della deflazione e della necessità di far scendere il costo del denaro i rendimenti sono andati rasoterra, contemporaneamente in Italia è aumentata la pressione fiscale sugli investimenti del risparmio. Se si pensa che negli anni 80 si poteva vivere da signore investendo un miliardo di lire (corrispondente di fatto a 1 milione di euro) perché si poteva anche avere una rendita di 100 milioni, oggi i combinati disposti dell’euro, della recessione, dell’austerità e ora della deflazione fanno sentire povero anche chi dopo una vita a buon livello di impiego è riuscito a risparmiare 1 milione. Potrebbe far specie leggere che chi ha 1 milione di euro liquidi si possa sentire povero, ma come indicano le diverse combinazioni di investimento, chi non vuole cadere nel tenore di vita e vedere ridursi le sue entrate attraverso la pensione, non ha che una soluzione: consumare il capitale, in attesa che riprenda lo sviluppo, dalla deflazione si passi almeno a una inflazione del 2%, di conseguenza tutto il sistema dei tassi riprenda a salire. Per lunghi anni si è pensato che il male peggiore per l’economia e le tasche dei cittadini fosse l’inflazione. L’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, ha scritto parole fondamentali sul fatto che invece è la de- Italia. L’Ocse ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’Italia: quest’anno il pil sarà negativo (-0,4%) e l’anno prossimo crescerà solo dello 0,1%. Nel Def del 15 aprile scorso il governo aveva previsto una crescita dello 0,8% nel 2014 e dell’1,3% nel 2015. LUNEDÌ ORSI & TORI flazione il male più terribile per la vita dei cittadini. In queste condizioni potrebbero gioire solo coloro che hanno sempre disprezzato chi cerca una rendita attraverso il risparmio. Oggi i rentier non esistono più, almeno quelli che hanno potuto risparmiare attraverso il loro lavoro. Ma se gli italiani scoprissero che risparmiare oggi è da stupidi e se tutti si mettessero a spendere, non è detto che la situazione dell’economia migliorerebbe. Infatti, il risparmio è essenziale non solo per finanziare il debito pubblico, ma anche per dare un po’ di sicurezza alla propria vita. Il rimedio non è spendere tutto, il rimedio è che si torni a una situazione equilibrata per quanto riguarda la crescita del prodotto interno lordo, un’inflazione intorno al 2-3%, una minore tassazione. La minore tassazione in Italia potrà avvenire non solo con il ritorno alla crescita ma anche con i risparmi (non i tagli) della spesa pubblica (vedi quanto si potrebbe risparmiare nella sanità applicando all’Italia il metodo in atto ora al San Raffaele) e soprattutto tagliando il debito pubblico, per più di una ragione: perché se oggi l’onere del costo del debito è mitigato da tassi tanto bassi, quando l’Italia uscirà (perché dovrà uscire) dalla recessione, automaticamente i tassi saliranno e quindi senza taglio l’onere degli interessi da pagare ai detentori dei titoli di stato salirà assorbendo buona parte delle possibili maggiori entrate fiscali in seguito a maggiore attività economica. La si giri come si vuole (e anche Romano Prodi nel suo intervento di pochi giorni fa se ne è convinto) se non si taglia il debito per l’Italia saranno sempre dolori. E se va male l’Italia andrà male anche per gli italiani. Beati i cinesi. (riproduzione riservata) Paolo Panerai 15 Hedge fund. Calpers, il colosso dei fondi pensione che gestisce 300 miliardi di dollari degli impiegati pubblici della California, ha ritirato 4 miliardi dagli hedge fund per ridurre i costi e i rischi legati agli investimenti. Soprattutto, i ritorni degli hedge fund, stimati ad agosto in poco più del 4%, non sono più ritenuti adeguati da Calpers. MARTEDÌ 16 Mediobanca. L’esercizio 201314 si è chiuso con un ritorno all’utile netto di 464,8 milioni di euro. Ai soci andrà un dividendo di 0,15 euro per azione. Il nuovo mantra di piazzetta Cuccia è: più banca e meno holding. MERCOLEDÌ 17 Tltro. La prima asta Tltro ha fatto flop: le banche di Eurolandia hanno chiesto alla Bce solo 82,6 miliardi, mentre le attese erano per almeno 100 miliardi. La fetta più grande è andata alle banche italiane 23,08 miliardi. Il flop della Tltro rende ancora più urgente il lancio di un vero QE, ovvero un massiccio piano di acquisto di titoli di Stato. GIOVEDÌ 18 Ftse Mib -0,7%. Piazza Affari chiude a20.972 punti, dopo essersi spinta fino a un top intraday a quota 21.374 in scia ai festeggiamenti per la vittoria dei no all’indipendenza scozzese dal Regno Unito. Dopo l’iniziale sospiro di sollievo post referendum scozzese, però, gli investitori hanno iniziato a temere di poter perdere un altro pezzo d’Europa, la Catalogna che ha annunciato che firmerà il decreto per indire un referendum sull’indipendenza da Madrid il prossimo 9 novemVENERDÌ 19 20 Settembre 2014 MILANO FINANZA 5 Previsto L’ULTIMA SETTIMANA bre. Ad appesantire il sentiment sui mercati sono state anche le rinnovate voci di un downgrade di Moody’s sul rating sovrano della Francia. Male sopratto il titolo Cattolica Assicurazioni, che ha perso il 6,75% a 14,78 euro dopo avere annunciato l’intenzione di lanciare tra ottobre e novembre un aumento di capitale fino a 500 milioni di euro. Chiusura stabile per la Borsa di New York. A Wall Street l’indice Dow Jones è salito dello 0,09% mentre il Nasdaq ha ceduto lo 0,3%. Covip. Dopo 14 anni Andrea Monorchio lascia la presidenza della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione. Al suo posto subentra come presidente Mauro Masi, ex direttore generale della Rai, che sarà designato anche come amministratore delegato. In commissione subentrano Daniela Della Rota, avvocato internazionalista e Andrea Peruzy consigliere del Mediocredito Centrale e segretario della Fondazione Italianieuropei. VIA LIBERA DEI SOCI ALL’ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE FINO AL 10% IL PREMIER RISPONDE A CAMUSSO (CGIL) SUL TEMA DEL LAVORO Ok al buyback Impregilo Scontro Renzi-sindacati Gli azionisti danno l’ok al buyback di Salini Impregilo. Venerdì 19 l’assemblea ha approvato l’acquisto da parte della società di una quota fino al 10% del capitale nei prossimi 18 mesi. Una provvista che potrebbe essere utilizzata anche per operazioni straordinarie, alle quali l’ad Pietro Salini non ha mai negato di puntare. «Siamo in linea con tutti i target: i segnali che riceviamo oggi dalle aree geografiche in cui il gruppo è presente confortano i principali driver di piano industriale al 2017 e i dati al 30 giugno confermano che siamo in linea con i target 2014», ha detto Salini. Il manager è poi tornato sulla questione di un possibile trasferimento all’estero della sede, assicurando che al momento non è nei programmi del gruppo, che invece spera di riaprire un dialogo con il governo riguardo il ponte sullo Stretto di Messina. L’opera è stata messa nel cassetto dal governo Monti e ora i costruttori chiedono una penale salata, alla quale Salini ha detto di essere pronto a rinunciare se l’opera fosse rimessa in pista. Il manager ha poi aggiunto che «segnali positivi ci vengono dall’Italia e dal governo italiano che sta mettendo una grande attenzione al rilancio dei progetti infrastrutturali. Oggi la fiducia nel nostro paese di quello che può fare rispetto a quella che era la mia aspettativa un anno fa, è molto cresciuta». Matteo Renzi venerdì 19 ha replicato con parole dure alle critiche di Susanna Camusso sui progetti del governo in materia di diritto del lavoro. Alla segretaria della Cgil che lo ha paragonato alla storica leader dei conservatori inglesi Margaret Thatcher, il presidente del Consiglio italiano ha risposto chiamando in causa le responsabilità dei sindacati, che hanno «contribuito» all’espandersi del precariato «preoccupandosi soltanto dei diritti di alcuni e non dei diritti di tutti. A quei sindacati che vogliono contestarci io non chiedo - ha detto il capo del governo tramite un video caricato su Youtube - di darci almeno il tempo di presentare le proposte, prima di fare le polemiche, ma chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia che ha l’Italia, l’ingiustizia tra chi il lavoro ce l’ha e chi il lavoro non ce l’ha, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi è precario, e soprattutto tra chi non può neanche pensare a costruirsi un progetto di vita perché si è pensato a difendere soltanto le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente». Il video di Renzi dura oltre due minuti e mezzo: «Quando si parla del lavoro noi - ha sottolineato il premier non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico». LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI CEDE LA PARTECIPAZIONE IN TAG ACCORDO CON MITSUBISHI PER PRODURRE UN NUOVO PICK UP Gasdotti austriaci a Snam Fiat accelera in Oriente La Cassa Depositi e Prestiti, assistita dall’advisor Lazard, ha sottoscritto l’accordo per il trasferimento a Snam della partecipazione detenuta nel gasdotto Tag (Trans Austria Intesa Sanpaolo. Gianemilio Gasleitung) a Snam. Il valore dell’operazione, che riguarOsculati chiude ufficialmente la da l’84,47% del capitale sociale sua esperienza IL ROMPI SPREAD di Tag, corrispondente all’89,22% in Intesa Sandei diritti economici, è pari a 505 paolo Vita, la «In Scozia ha vinto il no perché milioni di euro. L’operazione di compagnia ashanno spaventato la gente», trasferimento della partecipasicurativa del ha dichiarato Umberto Bossi zione azionaria verrà realizzata gruppo Intesa levandosi l’elmo con le corna attraverso un aumento di caSanpaolo. l’istipitale di Snam riservato a Cdp to comunica Gas, che avrà come contropartiche il manager ta il conferimento in natura della partecipazione in Tag. ha concluso il mandato da amTag, società titolare dei diritti di trasporto relativi al tratministratore delegato e lascia to austriaco del gasdotto che collega la Russia all’Italia, è anche gli incarichi di presidendivenuta anche proprietaria del gasdotto dal 18 settembre te di Intesa Sanpaolo Assicura, scorso in sguito al conferimento del ramo d’azienda da para.d. di Intesa Sanpaolo Previte del socio austriaco Gas Connect Austria (Gca). denza e di responsabile dell’area di governo Wealth management di Intesa Sanpaolo. Milano-Serravalle. Via libera al bilancio 2013 della Milano Serravalle. Il cda dell’infrastruttura controllata dalla Provincia di Milano, oggi ha approvato il rendiconto (in ritardo rispetto alla scadenza di legge del 30 giugno), che presenterebbe un utile netto di poco superiore a10 milioni. Safilo. Il gruppo veneto ha creato una nuova società operativa, controllata al 100%, con base a Dubai: Safilo Medio Oriente. La sede, nella Free Zone dell’aeroporto di Dubai, sarà inaugurata il 20 settembre. Fiat Chrysler ha siglato con la società giapponese Mitsubishi un’intesa non vincolante relativa alla «possibilità di sviluppare e produrre un pickup». La nuova vettura sarà basata sulla prossima generazione del Mitsubishi L200 e s’inserisce nel solco di altre operazioni volte a ridurre i costi di sviluppo. Il titolo a Piazza Affari l’ha presa bene, toccando quota 7,88 euro per poi chiudere a 7,78 euro, quasi invariata. Quella con Mitsubishi è la terza collaborazione nipponica per Fiat: la prima era toccata a Suzuki, con cui il Lingotto ha sviluppato il suv Sedici; l’ultimo accordo, invece, quello stretto con Mazda, regalerà agli appassionati delle spider l’erede della Fiat Barchetta entro il 2015, dopo dieci anni d’assenza dal segmento roadster. L’intesa siglata ieri conferma comunque la necessità del Lingotto di rafforzarsi in Estremo Oriente nello scenario competitivo del comparto. Intanto sono stati decisi otto giorni di cassa integrazione allo stabilimento di Pomigliano a causa della debolezza del mercato in Italia (riproduzione riservata) Alberto Battaglia OGGI SU MILANOFINANZA.IT Exane, la strategia in 5 punti Tamburi punta su Fiat I consigli di asset allocation degli esperti della banca francese su azioni, titoli di stato, valute e mercati emergenti, considerando le prospettive dei prossimi trimestri L’intervista a Giovanni Tamburi, presidente e amministratore delegato di TIP. Sabato alle 11 e domenica alle 12 su Class Cnbc e in streming su milanofinanza.it Le notizie più lette www.milanofinanza.it Sky 507 future: spunti operativi per venerdì 19 settembre 1FtseMib possibile fase di consolidamento dopo il test di 6,46 2Unicredit: future: fase di congestione al di sotto di 9.800 3Dax