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www.milanofinanza.it
MILANO MODA DONNA
SPECIALE DI 32 PAGINE
€ 4,00*
Uk £ 3,40 - Ch fr. 9,50 Francia € 7,60
Sabato 20 Settembre 2014 Anno XXVI - Numero 185
*In abbinamento obbligatorio ed esclusivo con Ladies a 4,00€.
Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano
RECORD Cosa c’è dietro il successo a Wall Street del gigante cinese del commercio elettronico
Alibaboom
Conviene seguire Jack Ma? Quali sono le alternative?
Come le aziende italiane possono
avere successo online in Cina?
I segreti dell’ e-commerce sia per investire
che per vendere dall’Italia nel mondo
ORSI & TORI
di Paolo Panerai
C
i sono o non ci sono i 40 ladroni insieme ad Alibaba? Alcuni
dubbi li ha sollevati The Wall Street Journal segnalando, come
viene pubblicato all’interno di questo numero, un sospetto crescente e quindi un forte raffreddamento nelle relazioni fra
Jack Ma e il governo cinese. Con saggezza millenaria e prudenza, nessun esponente del gruppo dirigente ha detto anche una sola
parola negativa nei confronti di un’azienda nata in Cina e sviluppatasi
così tanto nello stesso ex Impero celeste da generare la più grande ipo
della storia finanziaria internazionale. Ma a raffreddare i rapporti era
stata proprio la decisione degli azionisti e degli amministratori
di Alibaba di quotarsi a New York invece che a Shanghai,
20 Settembre 2014
MILANO FINANZA
I FATTI SEPARATI
DALLE OPINIONI
Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58.219.209)
Direttore ed editore associato Gabriele Capolino (02-58.219.227)
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ritiene attendibili. Le asserzioni espresse nei vari articoli dei collaboratori rispecchiano esclusivamente l’opinione degli autori. Nonostante l’estrema cura nel trattare la materia, MF/Milano Finanza non si assume responsabilità per quanto riguarda conseguenze derivanti da
eventuali inesattezze o imprecisioni dei dati e delle quotazioni. In particolare, l’investimento in
prodotti derivati (opzioni, futures, premi, warrant) offre la possibilità di ottenere elevatissime
performance ma anche correndo un rischio molto elevato. Nel caso più negativo, si può verificare anche la perdita totale del capitale investito. In un normale portafoglio, la quota da destinare a prodotti di questo tipo dovrebbe essere limitata.
3
Sommario
Anno XXVIII, numero 38, Sabato 20 Settembre 2014 - Nuova serie anno XXVI, numero 185
4
Visto & Previsto
8
News
8 E-commerce
Alibaba al decollo
9 Investimenti
Chi vince in borsa
11 Eventi
Nuova porta per la Cina
12 Rivali emergenti
La sfida viene dall’India
13 Sviluppi
È sempre più digItalia
14 Bce/1 Ultima chiamata
15 Bce/2 Adesso il Qe è più vicino
16 Mercati
Adesso azioni e dollari
17 Scozia
Il sollievo sarà breve
18 Previdenza/1
Pensioni da recessione
19 Previdenza/2
Questi si godono la Vita
20 Dividendi
Piazza Affari batte i Btp
22 Banche
Ok, l’incaglio è giusto
23 Mediobanca
Come ti sfrutto il risiko
25 Cattolica
Piano da mezzo miliardo
26 Alitalia
Etihad fa la colletta
27 Energia
Pilo, soci o ipo per il gas
28 Mattone
Formula ammazzacrisi
30 Spesa Pubblica
Non tagliate lo sviluppo
31 Infrastrutture
Il decreto sblocca i bond
32 Strategie Una Rossa più verde
33 Tamburi Small sì, ma anche Fiat
35 Calcio
Serie A sull’aereo
Rubriche
14 Considerazioni inattuali
22 Rosso & Nero
12 Il Punto di Mauro Masi
35 Lombard Street
37 Mercato Globale
Londra made in China
45
MFF
F
Chic graphique
à la Versace
39
I Vostri Soldi
In Gestione
39 Obbligazionari Altro che Bot
41 Etf L’impatto del voto
43 Pensione & Previdenza
Invecchiare insieme
arrivato a oltre 100 miliardi, diventando il terzo più
importante fondo monetario al mondo. A irritare e a
preoccupare il sistema bancario cinese non è stata solo
l’entità dei capitali raccolti, ma soprattutto il rendimento offerto. Il sistema bancario cinese si regge bene
o al limite a Hong Kong, sottraendosi così al controllo se paga sui depositi un massimo
societario delle autorità cinesi per finire sotto quello del 3%, che fino all’arrivo del
della Security exchange commission (Sec). La fondo di Alibaba è accettato serdecisione era tuttavia scontata visto che il governo enamente da tutti i depositanti;
cinese, nello spirito di una economia liberale, aveva ma Alibaba ha cominciato a pagare anche il doppio,
tollerato che il capitale della società fondata da Ma innescando un pericoloso virus rialzista nella testa dei
finisse in maggioranza in mani
cinesi, virus che può seriamente minFTSE MIB DELLA SETTIMANA
straniere (32% Soft bank giapacciare la stabilità se ci fosse un ulteponese e 22% l’americana Yahoo).
riore deflusso di risparmio, asset fonConsapevole di questo giudizio negadamentale della Cina, dal sistema
tivo per la sua scelta, Ma, nel Atlantia
bancario appunto al fondo che di fatto
-0,26
Luxottica
-1,06
momento in cui pochi giorni fa ha Autogrill
è controllato dall’estero.
-1,77
Mediaset
-2,94
-2,25
Mediobanca +0,64 Insomma un clima cinese di diffiannunciato l’aumento del prezzo di Azimut
A2a
-4,64
Mediolanum -3,72
collocamento per la richiesta altissi- B Pop Milano denza crescente nei confronti di
Moncler
-3,72
ma di azioni, ha cercato di dire che Bco Popolare -4,01
Alibaba che non è rimasto senza
Mps
-7,68
-3,98
Pirelli e C.
+0,34 conseguenze. È stata infatti stimono, che Alibaba non ha niente contro Bper
Buzzi Unicem -5,43
Prysmian
-1,82
HK e che anzi lui deve molto alla ex Campari
lata da questo clima la decisione
+0,78
Saipem
-2,51
colonia. Un gesto diplomatico ma non Cnh Industrial delle autorità cinesi di promuovere
Snam
-1,88
-1,14
Stm
-3,22
basta, perché la caduta di amore Enel
la nascita di CCIG Mall, la più
Enel G. Power -1,25
Telecom Italia -3,51
delle autorità cinesi verso Alibaba ha Eni
+1,17
Tenaris
+2,48 grande piattaforma BtoB cinese. A
una motivazione ancora più forte, Exor
promuoverla, insieme a Century
-0,03
Terna
-0,96
Tod’s
-2,73
coinvolgendo l’intero sistema ban- Ferragamo -0,76
international group che ne è proFiat
-1,08
Ubi Banca
+1,40
cario della Repubblica popolare. Già Finmeccanica -0,07
Unicredit
+0,16 prietà, sono state alcuni delle
le banche cinesi erano infastidite dal Generali
+1,66
UnipolSai
+1,53 istituzioni economiche più impor-0,37
World D. Free +6,36 tanti della Cina, da Bank of China
lancio di Alipay, il sistema di paga- Gtech
IntesaSanpaolo -0,17
Yoox
-6,74
menti dell’e-commerce montato da
a China Telecom, China Union
Ma e dai suoi soci, ma la rabbia e la FTSE ALL SHARE -0,57 FTSE MID CAP -1,74 pay, CCPIT, che è l’organo per lo
preoccupazione per la stessa stabilità
sviluppo del commercio internazidel sistema bancario del Paese sono montate quando onale. I numeri della piattaforma sono impressionanintorno all’ultimo Capodanno cinese (il 31 di gennaio), ti come tutti quelli della Cina da 1,3 miliardi di abitMa ha lanciato il suo fondo di gestione monetaria con anti: a regime 3 milioni di negozi collegati, circa 100
quote anche molto piccole di pochi euro: il Capodanno è miliardi di dollari di giro d’affari.
il periodo in cui i cinesi si fanno regali e si è scatenata Posso dare questi dati perché, come è stato già comuniuna vera gara a regalare quote del fondo monetario che cato, Class Editori ha firmato il Contratto di
in poco tempo ha raccolto 70 miliardi di dollari e ora è Cooperazione con CCIG Mall in occasione della visita
ORSI & TORI
Il Trader
77 La grande corsa dell’Asia
78 Trading Focus
Ftse Mib, prove di allungo
79 Nel Portafoglio
Banche sugli scudi
82 Cambi & materie prime
Occhi puntati sul cable
83 Bond Market
Le incognite del 2015
84 Trading School
Quando scatta la bear trap
Nel Mattone
85 Città universitarie
Investimenti globetrotter
91
Personal
91 My Tech
Sfida per il pc da polso
92 Salute
Cibo e note danno alla testa
92 InCantina
Barbaresco spunta +16%
93 InCornice
Tutti gli affari di inizio stagione
94 Tripla A
Cent’anni stretti al collo
94 Orologi
Un Rolex avventuroso
in asta a NY
96
Il Laboratorio
del presidente Matteo Renzi a Pechino, l’11 giugno. Il
contratto è stato uno dei dieci più importanti da firmare
davanti ai due primi ministri e in effetti potrà diventare
anche il più importante, perché le aziende e i prodotti
italiani sono i primi a entrare nella piattaforma e, secondo le stime, rappresenteranno il
15% del giro d’affari. Class Editori,
attraverso la controllata CceC
(Class China e-Commerce), ha tre
ruoli: fornitore principale del settore food&beverage,
agente principale per la moda, gli accessori e il design,
agente esclusivo per la produzione dei contenuti della
piattaforma e per la raccolta della pubblicità.
Oltre a limitare il futuro sviluppo di Alibaba, con la
piattaforma le autorità cinesi si propongono anche di
riequilibrare le asimmetrie nell’interscambio con vari
Paesi e in particolare con l’Italia, secondo le richieste di
Renzi al Primo Ministro, Li Keqiang. Oggi
l’interscambio viaggia intorno ai 33 miliardi all’anno, di
cui 23 di esportazioni cinesi in Italia.
Altra funzione strategica della piattaforma è sviluppare i consumi interni, cioè la terza, indispensabile
gamba per lo sviluppo dell’economia cinese. Infatti
non bastano più gli investimenti e l’export. Ma per
far crescere i consumi la Cina ha bisogno di prodotti
stimolanti, che oggi nel Paese o non ci sono o non
richiamano l’attenzione dei cittadini. La qualità dei
prodotti italiani è giudicata la più alta e la più adatta
a far diventare attraente la piattaforma. Che rappresenta una straordinaria occasione per le aziende italiane medie e piccole, che a differenza di alcuni (pochi)
grandi gruppi non possono creare una rete di distribuzione diretta in Cina. Attraverso la piattaforma,
rivolgendosi al n. 1 di via Burigozzo, nel palazzo già
chiamato The Door to China, qualunque azienda
potrà proporre i propri prodotti per la selezione che
sarà compiuta dal personale di CCeC. Class Editori
penserà a produrre i contenuti relativi ai prodotti
che saranno scelti e a realizzare materiale pubblici-
-0,47%
(continua a pagina 4)
20 Settembre 2014
MILANO FINANZA
4
Visto &
L’ULTIMA SETTIMANA
segue da pagina 3
tario per chi vorrà evidenziare
la propria presenza in tutta
la Cina. Caratteristica fondamentale della piattaforma
è di avere negozi (anche non
tradizionali, come ristoranti,
alberghi, club, spa) collegati
anche nelle parti meno note
e centrali del Paese, saltando
in questo modo la costruzione
di una rete tradizionale e potendo raggiungere da subito
anche le nuove città da milioni di abitanti (nei prossimi tre
anni ne nasceranno una ventina per accogliere l’inurbazione
dalle campagne di 150 milioni
di abitanti).
Chi vorrà approfondire la conoscenza delle caratteristiche
della piattaforma e entrare
in contatto con i vertici, guidati da Madam Guo Hong,
chairperson di Century, oltre che con il personale di
Class Editori e CCeC potrà
partecipare alla presentazione ufficiale, martedì 24,
nell’auditorium Gaber della
Regione Lombardia, l’ex grattacielo Pirelli. Dalle 9,30 potrà
scoprire molto sulle modalità
di ingresso nella piattaforma
ma anche sul quadro macroeconomico di un mercato
da cui nessuno per i prossimi
20 anni (e chissà per quanti
ancora) potrà prescindere. E
l’Italia, per una volta, grazie
alla sua qualità ha il vantaggio di essere il primo Paese
a fornire la piattaforma. La
presentazione sarà replicata
il 29 settembre a Roma presso la sala Pirelli dell’Ice in via
Liszt 21.
* * *
Mentre i sottoscrittori del
Fondo monetario di Alibaba
hanno la possibilità di ricevere un rendimento anche
superiore al 6% e comunque,
anche depositando i loro soldi in banca i cinesi possono
avere il 3%, in Europa e in
Italia chi oggi pensa di poter
ricevere sostegno dai propri risparmi deve mettersi
l’animo in pace se cerca investimenti a bassissimo rischio.
Ci sono persone che con posti
di lavoro da dirigente hanno
fatto risparmi di un qualche
significato nella loro vita e
ora, vicini alla pensione, chiedono ai gestori come investire
il piccolo o meno piccolo capitale per non perdere il loro
tenore di vita degli anni in
cui hanno lavorato. Per loro,
se non vogliono rischiare, le
prospettive sono buie.
Mettiamo il caso che un dirigente o piccolo imprenditore
abbia risparmiato e lo detenga liquido un milione di euro.
Abituato a disporre di 10 mila euro al mese, si accorge che
la sua pensione sarà pari a
6 mila euro. Il suo desiderio
sarebbe di investire il milione
di euro liquido in maniera da
avere circa 4 mila euro netti al mese, cioè 48 mila euro
all’anno. Nell’attuale contesto
di deflazione e di tassi rasoterra, non potrà mai soddisfare
il suo legittimo desiderio con
investimenti a basso rischio.
Sono sicuramente a basso rischio gli investimenti in titoli
di Stato italiani. Per avere il
rendimento migliore senza
bloccare il capitale con titoli a
20 e 30 anni, potrebbe tentare
di avere i suoi 48 mila euro
annui con un investimento in
Btp a 10 anni, al rendimento attuale del 2,41%. Con un
tale investimento non arriverebbe neppure alla metà
del suo fabbisogno: per avere
i 48 mila dovrebbe disporre
di 2,518 milioni di euro. Se
scegliesse titoli della durata
di cinque anni (che rendono
l’1,04%) gli occorrerebbero
6,76 milioni; se si fidasse di
più di Angela Merkel e investisse in Bund a 10 anni
(rendimento 1,10%) dovrebbe
poter investire 6,295 milioni. Se scendesse al Bund
a cinque anni per avere la
rendita desiderata dovrebbe investire 18,823 milioni
perché il rendimento è pari
allo 0,52%. Se poi decidesse
di scegliere un’obbligazione
bancaria, per esempio di
Intesa Sanpaolo, la più solida italiana, durata 10 anni e
rendimento 2,24%, dovrebbe
poter disporre di 3,293 milioni
di euro. Se, sempre preferendo la Germania scegliesse
una obbligazione corporate
sicura, come la Bayer a sette
anni, gli occorrerebbero 9,685
milioni, perchè il rendimento è lo 0,94%. Ma non solo
per il rendimento del titolo
perché sui titoli corporate il
governo Renzi ha alzato la
tassazione al 26 dal 22% che
era prima; ma non solo: se sui
titoli di Stato italiani la tassazione è sempre al 12,5%, in
realtà la pressione fiscale è
salita con il bollo dello 0,2%.
Quindi, mentre a causa della
crisi economica, della deflazione e della necessità di far
scendere il costo del denaro
i rendimenti sono andati
rasoterra, contemporaneamente in Italia è aumentata
la pressione fiscale sugli investimenti del risparmio.
Se si pensa che negli anni 80 si poteva vivere da
signore investendo un miliardo di lire (corrispondente
di fatto a 1 milione di euro)
perché si poteva anche avere
una rendita di 100 milioni, oggi i combinati disposti
dell’euro, della recessione,
dell’austerità e ora della deflazione fanno sentire povero
anche chi dopo una vita a
buon livello di impiego è riuscito a risparmiare 1 milione.
Potrebbe far specie leggere
che chi ha 1 milione di euro
liquidi si possa sentire povero,
ma come indicano le diverse
combinazioni di investimento, chi non vuole cadere nel
tenore di vita e vedere ridursi le sue entrate attraverso
la pensione, non ha che una
soluzione: consumare il capitale, in attesa che riprenda lo
sviluppo, dalla deflazione si
passi almeno a una inflazione
del 2%, di conseguenza tutto
il sistema dei tassi riprenda
a salire.
Per lunghi anni si è pensato che il male peggiore per
l’economia e le tasche dei cittadini fosse l’inflazione. L’ex
governatore della Banca
d’Italia, Antonio Fazio, ha
scritto parole fondamentali
sul fatto che invece è la de-
Italia. L’Ocse ha
rivisto al ribasso
le stime di crescita dell’Italia:
quest’anno il pil
sarà negativo (-0,4%) e l’anno
prossimo crescerà solo dello
0,1%. Nel Def del 15 aprile scorso il governo aveva previsto una
crescita dello 0,8% nel 2014 e
dell’1,3% nel 2015.
LUNEDÌ
ORSI & TORI
flazione il male più terribile
per la vita dei cittadini.
In queste condizioni potrebbero gioire solo coloro che
hanno sempre disprezzato
chi cerca una rendita attraverso il risparmio. Oggi
i rentier non esistono più,
almeno quelli che hanno potuto risparmiare attraverso il
loro lavoro. Ma se gli italiani
scoprissero che risparmiare
oggi è da stupidi e se tutti si mettessero a spendere,
non è detto che la situazione
dell’economia migliorerebbe.
Infatti, il risparmio è essenziale non solo per finanziare
il debito pubblico, ma anche
per dare un po’ di sicurezza
alla propria vita.
Il rimedio non è spendere tutto, il rimedio è che si torni a
una situazione equilibrata
per quanto riguarda la crescita del prodotto interno lordo,
un’inflazione intorno al 2-3%,
una minore tassazione. La minore tassazione in Italia potrà
avvenire non solo con il ritorno alla crescita ma anche con
i risparmi (non i tagli) della
spesa pubblica (vedi quanto
si potrebbe risparmiare nella sanità applicando all’Italia
il metodo in atto ora al San
Raffaele) e soprattutto tagliando il debito pubblico, per
più di una ragione: perché se
oggi l’onere del costo del debito è mitigato da tassi tanto
bassi, quando l’Italia uscirà
(perché dovrà uscire) dalla recessione, automaticamente i
tassi saliranno e quindi senza
taglio l’onere degli interessi
da pagare ai detentori dei titoli di stato salirà assorbendo
buona parte delle possibili maggiori entrate fiscali in
seguito a maggiore attività
economica.
La si giri come si vuole (e
anche Romano Prodi nel
suo intervento di pochi giorni fa se ne è convinto) se non
si taglia il debito per l’Italia
saranno sempre dolori. E se
va male l’Italia andrà male
anche per gli italiani. Beati
i cinesi. (riproduzione riservata)
Paolo Panerai
15
Hedge fund. Calpers, il colosso
dei fondi pensione che gestisce
300 miliardi di
dollari degli impiegati pubblici
della California, ha ritirato 4
miliardi dagli hedge fund per
ridurre i costi e i rischi legati
agli investimenti. Soprattutto,
i ritorni degli hedge fund, stimati ad agosto in poco più del
4%, non sono più ritenuti adeguati da Calpers.
MARTEDÌ
16
Mediobanca.
L’esercizio 201314 si è chiuso con
un ritorno all’utile
netto di 464,8 milioni di euro. Ai soci andrà un
dividendo di 0,15 euro per azione.
Il nuovo mantra di piazzetta Cuccia è: più banca e meno holding.
MERCOLEDÌ
17
Tltro. La prima
asta Tltro ha fatto flop: le banche
di Eurolandia
hanno chiesto alla Bce solo 82,6 miliardi, mentre
le attese erano per almeno 100
miliardi. La fetta più grande è
andata alle banche italiane
23,08 miliardi. Il flop della Tltro rende ancora più urgente il
lancio di un vero QE, ovvero un
massiccio piano di acquisto di
titoli di Stato.
GIOVEDÌ
18
Ftse Mib -0,7%.
Piazza Affari chiude a20.972 punti,
dopo essersi spinta fino a un top
intraday a quota 21.374 in scia ai
festeggiamenti per la vittoria dei
no all’indipendenza scozzese dal
Regno Unito. Dopo l’iniziale sospiro di sollievo post referendum
scozzese, però, gli investitori hanno iniziato a temere di poter
perdere un altro pezzo d’Europa,
la Catalogna che ha annunciato
che firmerà il decreto per indire
un referendum sull’indipendenza
da Madrid il prossimo 9 novemVENERDÌ
19
20 Settembre 2014
MILANO FINANZA
5
Previsto
L’ULTIMA SETTIMANA
bre. Ad appesantire il sentiment
sui mercati sono state anche le
rinnovate voci di un downgrade di
Moody’s sul rating sovrano della
Francia. Male sopratto il titolo
Cattolica Assicurazioni, che ha
perso il 6,75% a 14,78 euro dopo
avere annunciato l’intenzione di
lanciare tra ottobre e novembre
un aumento di capitale fino a 500
milioni di euro. Chiusura stabile
per la Borsa di New York. A Wall
Street l’indice Dow Jones è salito
dello 0,09% mentre il Nasdaq ha
ceduto lo 0,3%.
Covip. Dopo 14 anni Andrea
Monorchio lascia la presidenza della Covip, la Commissione
di vigilanza sui fondi pensione. Al suo posto subentra come
presidente Mauro Masi, ex direttore generale della Rai,
che sarà designato anche come amministratore delegato.
In commissione subentrano
Daniela Della Rota, avvocato internazionalista e Andrea
Peruzy consigliere del Mediocredito Centrale e segretario della
Fondazione Italianieuropei.
VIA LIBERA DEI SOCI ALL’ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE FINO AL 10%
IL PREMIER RISPONDE A CAMUSSO (CGIL) SUL TEMA DEL LAVORO
Ok al buyback Impregilo
Scontro Renzi-sindacati
Gli azionisti danno l’ok al buyback di Salini Impregilo. Venerdì 19
l’assemblea ha approvato l’acquisto da parte della società di una
quota fino al 10% del capitale nei prossimi 18 mesi. Una provvista
che potrebbe essere utilizzata anche per operazioni straordinarie,
alle quali l’ad Pietro Salini non ha mai negato di puntare. «Siamo
in linea con tutti i target: i segnali che riceviamo oggi dalle aree geografiche in cui il gruppo è presente confortano i principali driver di
piano industriale al 2017 e i dati al 30 giugno confermano che siamo
in linea con i target 2014», ha detto Salini. Il manager è poi tornato
sulla questione di un possibile trasferimento all’estero della sede,
assicurando che al momento non è nei programmi del gruppo, che
invece spera di riaprire un dialogo con il governo riguardo il ponte sullo Stretto di Messina. L’opera è stata messa nel cassetto dal
governo Monti e ora i costruttori chiedono una penale salata, alla
quale Salini ha detto di essere pronto a rinunciare se l’opera fosse
rimessa in pista. Il manager ha poi aggiunto che «segnali positivi
ci vengono dall’Italia e dal governo italiano che sta mettendo una
grande attenzione al rilancio dei progetti infrastrutturali. Oggi la
fiducia nel nostro paese di quello che può fare rispetto a quella che
era la mia aspettativa un anno fa, è molto cresciuta».
Matteo Renzi venerdì 19 ha replicato con parole dure alle critiche di Susanna Camusso sui progetti del governo in materia di
diritto del lavoro. Alla segretaria della Cgil che lo ha paragonato
alla storica leader dei conservatori inglesi Margaret Thatcher, il
presidente del Consiglio italiano ha risposto chiamando in causa
le responsabilità dei sindacati, che hanno «contribuito» all’espandersi del precariato «preoccupandosi soltanto dei diritti di alcuni
e non dei diritti di tutti. A quei sindacati che vogliono contestarci io non chiedo - ha detto il capo del governo tramite un video
caricato su Youtube - di darci almeno il tempo di presentare le
proposte, prima di fare le polemiche, ma chiedo: dove eravate
in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia
che ha l’Italia, l’ingiustizia tra chi il lavoro ce l’ha e chi il lavoro non ce l’ha, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi
è precario, e soprattutto tra chi non può neanche pensare a
costruirsi un progetto di vita perché si è pensato a difendere soltanto le battaglie ideologiche e non i problemi concreti
della gente». Il video di Renzi dura oltre due minuti e mezzo:
«Quando si parla del lavoro noi - ha sottolineato il premier non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico».
LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI CEDE LA PARTECIPAZIONE IN TAG
ACCORDO CON MITSUBISHI PER PRODURRE UN NUOVO PICK UP
Gasdotti austriaci a Snam
Fiat accelera in Oriente
La Cassa Depositi e Prestiti, assistita dall’advisor Lazard,
ha sottoscritto l’accordo per il trasferimento a Snam della
partecipazione detenuta nel gasdotto Tag (Trans Austria
Intesa Sanpaolo. Gianemilio
Gasleitung) a Snam. Il valore dell’operazione, che riguarOsculati chiude ufficialmente la
da l’84,47% del capitale sociale
sua esperienza
IL
ROMPI
SPREAD
di Tag, corrispondente all’89,22%
in Intesa Sandei diritti economici, è pari a 505
paolo Vita, la
«In
Scozia
ha
vinto
il
no
perché
milioni di euro. L’operazione di
compagnia ashanno spaventato la gente»,
trasferimento della partecipasicurativa del
ha dichiarato Umberto Bossi
zione azionaria verrà realizzata
gruppo Intesa
levandosi l’elmo con le corna
attraverso un aumento di caSanpaolo. l’istipitale di Snam riservato a Cdp
to comunica
Gas, che avrà come contropartiche il manager
ta il conferimento in natura della partecipazione in Tag.
ha concluso il mandato da amTag, società titolare dei diritti di trasporto relativi al tratministratore delegato e lascia
to austriaco del gasdotto che collega la Russia all’Italia, è
anche gli incarichi di presidendivenuta anche proprietaria del gasdotto dal 18 settembre
te di Intesa Sanpaolo Assicura,
scorso in sguito al conferimento del ramo d’azienda da para.d. di Intesa Sanpaolo Previte del socio austriaco Gas Connect Austria (Gca).
denza e di responsabile dell’area
di governo Wealth management
di Intesa Sanpaolo.
Milano-Serravalle. Via libera
al bilancio 2013 della Milano Serravalle. Il cda dell’infrastruttura
controllata dalla Provincia di
Milano, oggi ha approvato il rendiconto (in ritardo rispetto alla
scadenza di legge del 30 giugno),
che presenterebbe un utile netto
di poco superiore a10 milioni.
Safilo. Il gruppo veneto ha creato una nuova società operativa,
controllata al 100%, con base a
Dubai: Safilo Medio Oriente. La
sede, nella Free Zone dell’aeroporto di Dubai, sarà inaugurata
il 20 settembre.
Fiat Chrysler ha siglato con la società giapponese Mitsubishi
un’intesa non vincolante relativa alla «possibilità di sviluppare e produrre un pickup». La nuova vettura sarà basata
sulla prossima generazione del Mitsubishi L200 e s’inserisce nel solco di altre operazioni volte a ridurre i costi
di sviluppo. Il titolo a Piazza Affari l’ha presa bene, toccando quota 7,88 euro per poi chiudere a 7,78 euro, quasi
invariata. Quella con Mitsubishi è la terza collaborazione
nipponica per Fiat: la prima era toccata a Suzuki, con cui
il Lingotto ha sviluppato il suv Sedici; l’ultimo accordo, invece, quello stretto con Mazda, regalerà agli appassionati
delle spider l’erede della Fiat Barchetta entro il 2015, dopo
dieci anni d’assenza dal segmento roadster. L’intesa siglata
ieri conferma comunque la necessità del Lingotto di rafforzarsi in Estremo Oriente nello scenario competitivo del
comparto. Intanto sono stati decisi otto giorni di cassa integrazione allo stabilimento di Pomigliano a causa della
debolezza del mercato in Italia (riproduzione riservata)
Alberto Battaglia
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Exane, la strategia in 5 punti
Tamburi punta su Fiat
I consigli di asset allocation degli esperti
della banca francese su azioni, titoli di stato,
valute e mercati emergenti, considerando
le prospettive dei prossimi trimestri
L’intervista a Giovanni Tamburi, presidente
e amministratore delegato di TIP. Sabato
alle 11 e domenica alle 12 su Class Cnbc
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Sky 507
future: spunti operativi
per venerdì 19 settembre
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consolidamento dopo il test di 6,46
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future: fase di congestione
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