RADON - in casa

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RADON - in casa
Prodotti naturali e Tecnologie per la Bioedilizia, la Bioarchitettura, il Risanamento Ecologico ed il Risparmio Energetico Ù
Radon 3: in casa
A : Radon migrazione e penetrazione Il Radon può migrare per diffusione e convezione. I moti diffusivi sono fra i più importanti stimolatori del rilascio di Radon da un solido mentre ai moti convettivi può, più generalmente ascriversi, l’ingresso del Radon dal sottosuolo (attraverso il pavimento) e dalle aperture di altro genere, delle abitazioni. Il Radon tende comunque a spostarsi verso le zone di minor concentrazione. La velocità di diffusione nei solidi dipende dalla porosità, dalla permeabilità, dal contenuto di fluidi e dalla temperatura. Le acque o i gas nei materiali, nei muri e nel sottosuolo, messi in movimento da instabilità termiche, trascinano il Radon disciolto negli elementi stessi, su distanze assai più grandi di quanto sarebbe possibile con la sola azione diffusiva.
A.1: EFFETTO CAMINO Fra i moti convettivi “l’effetto camino”, gene‐
rato dalla differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno dell’edificio, de‐
termina una differenza di pressione e, in particolare, una depressione interna che provoca il risucchio, dal terreno verso l’interno, dell’aria fredda contenen‐
te Radon. Quanto più caldo è l'interno della casa e quanto più freddo è l'ester‐
no, tanto più marcato sarà l’effetto. Normalmente in ambienti o case non ri‐
scaldate la concentrazione di radon è minore. Spesso il problema del radon si presenta solamente in concomitanza della fase di riscaldamento. B : Radon ed edifici Il valore di Radon in un edificio non dipende solo dalla concentrazione di Uranio/Radio presenti nel terreno ma anche, e soprattutto, da fattori determinanti, peculiari del sito quali, in primo luogo, la permeabilità del terreno e il modo in cui è costruita la casa, la presenza, o meno, di fessure e/o giun‐
ti non adeguatamente sigillati, ecc. In effetti, basse concentrazioni di Uranio e Radio in un terreno molto permeabile, possono causare un inquinamento da Radon maggiore che elevate concentrazio‐
ni degli stessi elementi in un terreno poco permeabile. Ogni edificio può quindi essere considerato come un caso a parte: persino edifici vi‐
cini, con lo stesso tipo di struttura, possono presentare concentrazioni di Radon to‐
talmente diverse. Un’informazione sicura la si può ottenere soltanto attraverso un accertamento che contempli una serie di misure del gas Radon, tenendo conto che gli ambienti maggiormente a rischio sono i locali sotterranei ed i piani bassi e che l’influenza della differenza di temperatura, fra il suolo e gli ambienti soprastanti, fa‐
vorisce le maggiori concentrazioni in inverno, piuttosto che d’estate e verso il matti‐
no, piuttosto che di giorno. Le Agenzie Regionali per la Protezione ambientale (Arpa) possono fornire, ove necessario, specifici dosimetri e rilevatori. C : il Radon entra in casa Nella sua condizione di gas il Radon fuoriesce dalle porosità e dalle fessure del terreno, così come da alcuni materiali da co‐
struzione (*) e dall’acqua, seppure in misura minore, accu‐
mulandosi negli ambienti chiusi (**), con particolare predile‐
zione per i locali interrati ed i piani più bassi. Una volta accumulatosi, il Radon può essere respirato e con‐
tinuare la serie radioattiva all’interno dell’organismo, con gravi pregiudizi per la salute. (*) = Anche i materiali per l’edilizia emettono diverse quantità di radiazioni, a seconda della zona di provenienza. Alcuni materiali da costruzione (granito, tufo, porfido, basalto, cementi pozzolanici ecc.) contengono più radiazioni di altri. Ne consegue che la scelta dei materiali edilizi più idonei andrebbe effet‐
tuata solo dopo un’attenta valutazione di questo aspetto. (**) = Porte e infissi, sempre più efficienti in termini di chiusura, “sigillano” i fabbricati riducendo drasticamente il ricambio d’aria. Radon 3 – Febbraio 2010 – Pagina 2 / 3 Le vie di accesso più comuni, del Radon, nell’edificio, sono ri‐
chiamate nella figura a lato: 1.
2.
3.
4.
5.
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fessure nei pavimenti (°);
giunti di costruzione nei pavimenti e nelle murature (°);
fessure nei muri sottoquota (°);
intercapedini nei pavimenti sopraelevati;
fessure nelle murature (°);
disconnessioni fra murature, tubazioni ed attraversamenti
in genere (°);
7.
cavità e discontinuità murarie (°).
(°) = La colmatura sigillante delle discontinuità, effettuata con prodotti specifici, costituisce un primo presidio di salvaguardia.
D : Radon – limiti di riferimento La Raccomandazione 90/143 Euratom che ha stabilito criteri per la prote‐
zione nei confronti dell’esposizione indoor al Radon, fissa un limite di 400 Bq/m3 per le abitazioni superato il quale vengono consigliate “azioni di rimedio” ten‐
denti a ridurre la concentrazione del Radon stesso. In Italia è stato emanato il Decreto Legislativo (n°241 del 26/5/2000) entrato in vigore dal 1 gennaio 2001 che introduce per la prima volta in Italia una disciplina in materia di radioattività naturale, fissando un livello massimo di inquinamento Radon. Il limite massimo, per i luoghi di lavoro interrati, pari a 500 Bq/m3, di 400 Bq/m3, per i locali non interrati, degli edifici esistenti e di 200 Bq/m3, per le nuove costruzioni. Lo stesso decreto impone ai datori di lavoro di misurare il Radon in tutti i locali interrati. Inoltre viene imposto alle Regioni l’individuazione delle aree ad elevato rischio Radon nelle quali l’obbligo della misura si estende anche ai locali non interrati, di 400 Bq/m3, per gli edifici esistenti e di 200 Bq/m3, per le nuove costruzioni. Materiali edilizi
Per quanto attiene l’impiego dei materiali edilizi, permanentemente incor‐
porati negli edifici, il riferimento più importante è costituito dalla direttiva CEE 106/89: “Direttiva del Consiglio del 21 Dicembre 1988 relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati Membri con‐
cernenti i prodotti da costruzione”.
E : Misurare il Radon negli edifici La prima misura da adottare, in caso di sospetti, è misurare la quantità di Radon presente fra le mura domestiche tramite rivelatori attivi (strumenti che danno una misura istantane‐
a) oppure tramite strumenti passivi sensibili alle particelle Alfa di decadimento che raccol‐
gono i dati. In quest’ultimo caso le pellicole sensibili debbono essere portate presso labora‐
tori specializzati per l’elaborazione dei risultati. Stante l’elevata variabilità delle emissioni di Radon, influenzata da fattori climatici, tellurici e stagionali (***), è sconsiglia‐
bile effettuare misure di breve durata che forniscono, generalmente, stime poco rappresentative della situazione media annuale, e portano spesso a contromisure insufficienti o, comunque, inadeguate. Sono assolutamente da evitare i sistemi di misura improvvisati, adeguati solo per sentito dire o per assonanza del nome. Sotto questo profilo è classico il caso dei contatori “Geiger‐Muller” che misurano il livello di radiazioni di tipo “beta” e “gamma” (prodotte dai “progenitori” e dai “figli” del Radon), ma non le radiazioni “alfa” (prodotte dal Radon e dal Toron), sottostimando, quasi sempre ed in misura significativa, la reale entità del problema. Radon 3 – Febbraio 2010 – Pagina 3 / 3 (***) = La concentrazione di Radon varia anche durante la giornata (i valori sono più elevati di notte rispetto al giorno) e nel corso stagiona‐
le dell’anno. Per questo motivo è consigliabile effettuare le misure nel periodo invernale. Il Radon, infatti, con le temperature più basse fuoriesce in maggior misura dal sottosuolo e, anche a causa della minor aerazione dei locali, determina, negli ambienti chiusi, concentra‐
zioni più elevate. F : Se il Radon è inferiore ai limiti ma vogliamo stare tranquilli In presenza di concentrazioni modeste, così come a titolo comunque precauzio‐
nale, la colmatura sigillante delle discontinuità, effettuata con prodotti specifici, può costituire un primo presidio di salvaguardia. Per concentrazioni maggiori gli interventi sono più complessi contemplando, se‐
paratamente o congiuntamente, la moderata pressurizzazione degli interni dell’edificio, l’areazione forzata, ecc. G : Se il Radon supera i limiti È necessario predisporre interventi di bonifica adeguati (documento Radon 4 in www.azichem.it ), proporzionati alla situazione effettiva dell’edificio, concertati con professionisti specializzati. Nei casi di rischio potenziale, con valori delle concentrazioni prossime alle soglie di pericolo indicate dalle norme (paragrafo D: Radon – limiti di riferimento) è consigliabile interpellare le Agenzie Regio‐
nali per la Protezione Ambientale (ARPA) per predisporre un piano di bonifica sicuramente efficace. RADOPLUG
Micromalta bicomponente sigillante per la col‐
matura anti‐Radon di fessure e connessioni Scheda Tecnica 07.04.01