AL VIA I NUOVI STUDI DI SETTORE PER BAR E RISTORANTI
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AL VIA I NUOVI STUDI DI SETTORE PER BAR E RISTORANTI
AL VIA I NUOVI STUDI DI SETTORE PER BAR E RISTORANTI Congiuntura negativa e aumento del prelievo fiscale mettono all’angolo le imprese Con la dichiarazione dei redditi 2004 hanno debuttato gli studi di settore aggiornati all’inizio dell’anno dall’Agenzia delle Entrate. Insieme agli studi sono stati apportati anche importanti cambiamenti nelle regole di applicazione che riguardano sostanzialmente le imprese multi-attività e multi-punto e quelle in contabilità ordinaria. Come ufficio studi della Federazione abbiamo svolto un attento monitoraggio sull’applicazione dei nuovi studi con l’obiettivo di valutarne l’impatto, attuale e futuro, sul sistema delle imprese. Due i fenomeni in evidenza: 1. aumento consistente del numero delle imprese non congrue; 2. aumento del valore dei ricavi stimati per singola azienda. Sebbene si tratti di una tendenza generalizzata all’intero mondo del pubblico esercizio esistono alcuni sostanziali distinguo a seconda che si parli di bar o di ristoranti. E’ utile allora valutare le conseguenze dei nuovi studi per singolo canale. BAR (graff. 1-2) L’analisi dell’applicazione degli studi ad un campione di oltre 300 bar distribuiti in cinque aree del Paese indica il sostanziale ribaltamento delle quote di congrui e non congrui. Se nella dichiarazione relativa ai redditi del 2003 (vigenza del vecchio studio) i congrui erano circa i 2/3 del totale, nella dichiarazione di quest’anno (redditi 2004 e vigenza del nuovo studio) essi scendono a rappresentare 1/3 del numero complessivo di aziende osservate. In aggiunta all’imponente aumento di aziende non congrue cresce di oltre il 50% anche il valore dello scarto tra ricavo dichiarato e ricavo stimato. Se le informazioni desunte dal campione si rileveranno rappresentative dell’intero universo (sono circa 92mila le imprese alle quali si applica lo studio TG37U) la situazione che ne deriverebbe sarebbe la seguente: bar non congrui (n.) maggior ricavo per azienda (in euro) gettito (mln. di euro) incr. % sul 2003 63.500 9.000 571 +158% I dati vanno, tuttavia, letti con una doppia cautela: 1. si tratta dell’estensione all’universo dei contribuenti di risultati ottenuti su un numero contenuto di imprese; 2. il gettito non va preso alla cifra perché dal campione è stato possibile rilevare che solo un’impresa su due si è adeguata direttamente in dichiarazione. E’ superfluo dire che a contabilità chiusa il maggior ricavo si trasforma direttamente e totalmente in maggior reddito. RISTORANTI (graff. 3-4) I casi osservati mostrano una tendenza simile a quella rilevata nei bar in termini di rapporto congrui/non congrui. Ben più pesante si presenta, invece, la situazione relativa al valore degli scostamenti tra ricavi dichiarati e ricavi calcolati dal nuovo modello di studio di settore. Rispetto alla dichiarazione dei redditi 2003 (applicazione vecchio studio) abbiamo potuto registrare con il nuovo studio un incremento del maggior ricavo per singola impresa di oltre il 40%. In tal modo l’estensione all’universo (circa 70mila le imprese soggette allo studio TG36U) dei risultati osservati sul campione fornirebbe il quadro che segue: ristoranti non congrui (n.) maggior ricavo per azienda (in euro) gettito (mln. di euro) incr. % sul 2003 48.000 25.000 1.200 +168% Dati che anche in questo caso vanno letti con le cautele sopra richiamate. Va, tuttavia, detto che tra i ristoranti il numero delle imprese che non si è adeguato in dichiarazione è sensibilmente superiore a quello rilevato nel mondo del bar per via, ad avviso di chi scrive, di una duplice causa: 1. la congiuntura negativa che sta vivendo da qualche anno la ristorazione italiana; 2. l’entità degli scostamenti derivanti dall’applicazione dello studio. A tal riguardo va fatta una considerazione. Gli studi di settore presentano alcune rigidità di impostazione che non consentono il loro adattamento ai cicli brevi della congiuntura economica, in particolare quando sono negativi. Un esempio è riportato in tab.1 dove tali effetti vengono simulati su un’ipotetica azienda a partire dai presupposti riportati in tabella. E’ ragionevole supporre che le difficoltà economiche di un bar o un ristorante non abbiano nel breve periodo (anche un anno e più) effetti immediati e diretti sugli elementi strutturali dell’azienda (superficie del locale, numero di posti a sedere, numero di addetti, beni strumentali, composizione dell’offerta, ecc.). Al più queste difficoltà si rifletteranno su beni e servizi di consumo (acquisto di materie prime, consumo di gas e/o di energia elettrica, smaltimento rifiuti, costo del lavaggio biancheria, ecc). Se così è l’attribuzione di un’azienda ad un cluster (che ricordo viene effettuata sulla base delle sue caratteristiche strutturali) non cambia nel breve-medio termine. In tal modo a quell’azienda, al fine di calcolare i ricavi presunti, si continuano ad applicare coefficienti calcolati in un momento che, sotto il profilo della congiuntura economica, poteva essere ben diverso dall’attuale. Gli effetti sono visibili proprio in tab. 1 dove i numeri sembrano contare più delle parole. Gli acquisti di materie prime restano invariati in valore per l’effetto combinato di una flessione delle quantità pari al 5% e di un identico aumento dei prezzi di approvvigionamento, il costo del lavoro cresce del 2,5% per l’adeguamento dei salari all’inflazione e il costo dei servizi aumenta del 3%. Sull’azienda in questione, nel passaggio dal periodo t al periodo t+1, il modello determina un incremento di fatturato da 76.925 a 77.948 euro (+1,3) a fronte, come abbiamo visto, di una contrazione dell’attività misurabile attraverso la riduzione della quantità di materie prime acquistate. E’ davvero paradossale che all’esercente resti, per allinearsi alle richieste del fisco, un’unica via d’uscita rispettosa delle regole di trasparenza: l’aumento dei prezzi. Con tutti i rischi che ne derivano in termini di rapporto con la clientela soprattutto quando, come oggi, i venti del consumo non soffiano. GRAFICI GRAF. 1 - LA VERIFICA DI CONGRUITA’ PER I BAR - 52% + 89% 69% 63% 37% 31% Congrui Non congrui Redditi 2003 Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati contabili Redditi 2004 GRAF. 2 – RIEPILOGO BAR Quota Non Congrui Maggior Ricavo per azienda Redditi 2003 Redditi 2004 Incremento % 37% 69% +89% 6.499,33 9.892,52 +52,2% (in euro) Fonte: stima C.S.Fipe su dati contabili GRAF. 3 - LA VERIFICA DI CONGRUITA’ PER I RISTORANTI - 53% + 94% 70% 64% 36% 30% Congrui Non congrui Redditi 2003 Redditi 2004 Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati contabili GRAF. 4 – RIEPILOGO RISTORANTI Quota Non Congrui Maggior Ricavo per azienda Redditi 2003 Redditi 2004 Incremento % 36% 70% +94% 18.334 25.756 +40,5% (in euro) Fonte: stima C.S.Fipe su dati contabili Tab. 1 - EFFETTI DELL'APPLICAZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE voci materie prime servizi lavoro ricavi stimati t costo (in euro) 30.000 5.000 40.000 76.925 coeff. 1,1303 1,2856 0,9147 t+1 costo (in euro) 29.925 5.150 41.000 77.948 La simulazione è stata effettuata con i seguenti presupposti: - vengono considerate solo le voci che pesano di più nella funzione di ricavo; - una variazione congiunturale delle performances economiche non si riflette necessariamente sulle variabili strutturali dell'impresa ma solo sui beni e servizi di consumo (materie prime e utenze); - nel passaggio dal periodo t al periodo t+1 l'azienda subisce un incremento di costi.