Missione conoscitiva dell`APEM a Gaza Delegazione dell`Ufficio di

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Missione conoscitiva dell`APEM a Gaza Delegazione dell`Ufficio di
ASSEMBLEA PARLAMENTARE
EUROMEDITERRANEA
Missione conoscitiva dell'APEM a Gaza
Delegazione dell'Ufficio di presidenza e dell'Ufficio
di presidenza ampliato
22/24 febbraio 2009
Il Cairo, Gaza, Ramallah, Gerusalemme e Amman
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Missione conoscitiva dell'APEM a GAZA, 22-24 febbraio 2009.
Obiettivi
La missione è stata organizzata in linea con la decisione dell'Ufficio di presidenza
dell'APEM del 29 gennaio al fine di valutare la situazione (esigenze umanitarie e in
materia di ricostruzione) in seguito al recente intervento militare a Gaza e per
contribuire, con strumenti diplomatici parlamentari di alto livello, al rilancio del
processo di pace in Medio Oriente, verso un'attuazione sostenibile della soluzione a
due Stati.
Composizione
La delegazione, guidata dal Presidente Hans-Gert Pöttering, comprendeva i presidenti
delle commissioni dell'APEM (Tokia Saïfi, commissione politica, Abou El-Enein,
commissione economica, Alberto Antunes, commissione culturale e Georgios
Salagoudis, presidente della commissione ad hoc per l'energia e l'ambiente). La
diversità geografica della delegazione rispecchiava la partecipazione attiva dei
parlamenti riuniti in seno all'APEM - Parlamento europeo e parlamenti partner della
regione mediterranea.
Incontri
Al Cairo la delegazione ha incontrato il Presidente dell'Assemblea del popolo egiziano,
Fathi Ahmed Sorour (22 febbraio), a dimostrazione del ruolo importante che l'Egitto
svolge nella regione nel quadro del processo di pace.
A Gaza la delegazione ha visitato la striscia di Gaza sotto la guida dell'UNWRA,
l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi in Medio Oriente e ha incontrato
Karen Abu Zayad, Commissario generale dell'UNRWA (23 febbraio).
In Israele la delegazione ha incontrato le autorità locali a Sderot (23 febbraio) e a
Gerusalemme ha incontrato il Presidente Shimon Peres, il Primo ministro Ehud
Olmert, il ministro degli Affari esteri Tzipi Livni e il leader del Likud, Benjamin
Netanyahu ("Primo ministro designato") (24 febbraio).
A Ramallah la delegazione ha incontrato Salam Fayyad, Primo ministro dell'Autorità
palestinese e la delegazione di membri del Consiglio legislativo palestinese (PLC) (24
febbraio).
Ad Amman la delegazione ha concluso la sua missione con l'incontro con Abdel-Hadi
Majali, presidente della Camera dei deputati del parlamento di Giordania e
Vicepresidente dell'APEM e una delegazione di deputati del parlamento giordano (24
febbraio).
Conferenze stampa congiunte si sono tenute al Cairo (con il sig. Sorour), a Gaza (con il
sig. Abu Zayad), a Ramallah (con il sig. Fayyad) e ad Amman (con il sig. Majali).
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PRINCIPALI ELEMENTI CONCRETI OSSERVATI E PROBLEMATICHE EMERSE
1 - Situazione umanitaria (incontro con l'UNRWA)
La maggior parte delle strutture sanitarie è operativa e i programmi di salute
pubblica, incluse le vaccinazioni, hanno ripreso a funzionare appieno. Il sistema
sanitario continua tuttavia a risentire dell'embargo. L'approvvigionamento di
medicinali e articoli di base è interrotto a causa della chiusura delle frontiere. Oltre
25 strutture sanitarie (cliniche e ospedali del tutto equipaggiati) sono state
parzialmente o completamente distrutte. La maggior parte delle famiglie a Gaza
continua a dipendere dagli aiuti alimentari. Nei mercati di Gaza si possono trovare
generi alimentari di base e ortaggi, ma vi è una grave carenza di prodotti di base. Il
numero di prodotti alimentari non autorizzati è aumentato; non è consentito
l'ingresso di lenticchie, pasta, succhi di frutta e persino di dolci e la distribuzione dei
prodotti alimentari da parte dell'UNRWA è resa difficile a causa della mancanza di
sacchi di plastica (per l'imballaggio), un altro prodotto il cui ingresso a Gaza non è
autorizzato. I libri di testo e i fogli di carta bianchi non sono autorizzati e il 60% dei
bambini non dispone di tutti i libri di scuola prescritti. Molti istituti (scuole, università)
sono stati fortemente danneggiati (10 scuole completamente distrutte, 171
parzialmente distrutte, 22 istituti universitari parzialmente o totalmente distrutti).
I funzionari dell'UNRWA hanno insistito sul fatto che, per rispondere alle esigenze
umanitarie di base, è necessario ampliare l'elenco dei prodotti per i quali è
autorizzato l'ingresso a Gaza (per il momento sono autorizzate solo 15 categorie di
prodotti). È stata inoltre sottolineata la necessità di aumentare la capacità degli
attuali valichi di frontiera (Karem Shalom, Karni). Una media minima di 500 camion
dovrebbe attraversare quotidianamente il valico di Karni (negli ultimi giorni la media
massima è stata di 173 camion).
2 - Danni economici e ai servizi pubblici (incontri con l'UNRWA e i
rappresentanti del settore privato)
Secondo l'UNRWA e i rappresentanti del settore privato, durante l'offensiva israeliana
sono state distrutte infrastrutture essenziali: sono state danneggiate 15 000 case e
sono stati causati gravi danni alle reti idriche e fognarie, alle infrastrutture stradali e
ai ponti e ai sistemi di telecomunicazione.
Le aree coltivate (per il 17% completamente distrutte) e le fabbriche hanno subito
danni ingenti che hanno ridotto le opportunità di occupazione e nel contempo hanno
messo a rischio la sicurezza alimentare. Sono stati distrutti 68 edifici governativi e 31
sedi di ONG. Migliaia di persone sono rimaste senza casa. Le microimprese quali
negozi, officine e le piccole aziende agricole sono state fortemente danneggiate, se
non completamente distrutte. Altre imprese hanno subito perdite economiche e
finanziarie dovute soprattutto all'assedio prolungato e al conflitto che ne è seguito.
La popolazione di Gaza è stimata a circa 1,5 milioni di persone (di cui 75% registrati
come rifugiati) e i bambini rappresentano circa la metà della popolazione. Questi
ultimi sono stati particolarmente colpiti dal conflitto, poiché hanno assistito a scene di
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enorme violenza, sono stati feriti o hanno subito delle perdite. Alcune agenzie
internazionali come l'UNICEF e l'UNRWA si dedicano in particolare a offrire un
sostegno psicologico e sociale alle famiglie vulnerabili e ai bambini e ad aiutare i
bambini e i giovani a riprendere rapidamente una vita normale (tornare a scuola,
riprendere le attività sportive e ricreative, ecc.).
Le famiglie le cui case sono state distrutte durante la recente offensiva vivono ora in
tende in condizioni climatiche difficili e la costruzione di strutture meno provvisorie
per ospitare gli sfollati è fortemente ostacolata dalle restrizioni sui materiali da
costruzione che entrano a Gaza. L'unico acciaio che è dato trovare a Gaza è quello
proveniente dalle aste di acciaio degli edifici distrutti che vengono riciclate dopo
averle estratte una ad una dalle macerie e dai detriti.
Senza un aumento significativo della capacità dei valichi di frontiera e la riapertura di
valichi aggiuntivi e a meno che non venga autorizzato l'ingresso a Gaza di prodotti e
di materiali da costruzione, non sarà possibile alcun processo di ripresa e di
ricostruzione.
3- Situazione
palestinesi)
politica
(incontri
con
esponenti
politici
israeliani
e
La visita della delegazione dell'APEM si è svolta in un momento difficile sul piano
politico, sia in Israele sia nei Territori palestinesi. Benjamin Netanyahu era impegnato
in una serie di consultazioni con i partiti politici al fine di costituire una coalizione per
garantire la stabilità di governo. I palestinesi stavano preparando, con la mediazione
dell'Egitto, le discussioni sul dialogo nazionale, che si dovevano svolgere al Cairo e
riunire una dozzina di gruppi politici palestinesi per tentare di istituire una governo di
unità nazionale. L'Egitto stava inoltre preparando la conferenza dei donatori a Sharmel-Sheïkh (2 marzo 2009).
Il processo di riconciliazione palestinese rappresenta una tappa essenziale da
conseguire. Né il processo di ricostruzione né la ripresa dei colloqui di pace sono
possibili senza un governo di unità nazionale. La delegazione dell'APEM ha
fortemente sostenuto gli sforzi dell'Egitto.
Durante le discussioni tenutesi a Ramallah, la delegazione dell'APEM è stata
informata dal Primo ministro Salam Fayyad del fatto che l'autorità palestinese stava
preparando un piano rapido di ripresa e di ricostruzione di Gaza (Gaza Early Recovery
and Reconstruction Plan, GERRP) da presentare alla conferenza dei donatori a
Sharm-el-Sheikh. Durante l'incontro con la delegazione, il Primo ministro Fayyad ha
illustrato alcune delle prime tappe previste dal piano in vista della ripresa dopo
l'intervento militare israeliano. Ha dichiarato che occorre rispondere alle necessità
urgenti nel quadro delle azioni di ripresa e degli interventi a lungo termine che
dovranno avere un impatto positivo e duraturo sul milione e mezzo di persone che
vivono a Gaza. Tuttavia tale piano importante non avrà alcuna possibilità di successo
senza un miglioramento della situazione politica interna e l'apertura permanente dei
valichi di frontiera.
I membri del PLC hanno insistito sulla necessità di porre fine agli insediamenti e
hanno indicato il "progetto E1" come una grave minaccia che mette a repentaglio la
creazione di uno Stato palestinese unitario (isolamento di Gerusalemme dalla
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Cisgiordania e divisione in due parti di quest'ultima). Nel corso degli incontri la
delegazione dell'APEM si è decisamente opposta alla possibilità di nuovi insediamenti
e alla prassi di demolire le abitazioni nei Territori palestinesi. I membri del PLC si
sono interrogati su quali sarebbero le reazioni della comunità internazionale se il
nuovo governo israeliano non dovesse riconoscere gli accordi passati - in particolare
la Road map e il processo di Annapolis. Secondo i membri del PLC il processo di
riconciliazione interpalestinese è la priorità, ma occorre adattare le condizioni poste
dalla comunità internazionale e quelle poste da Israele.
Per quanto riguarda i colloqui con la parte israeliana, la nuova strategia economica
presentata dal Primo ministro designato Benjamin Netanyahu, intesa a costruire dalla
base la società palestinese rafforzando la situazione economica (e la sicurezza) non
può essere sostenuta dall'APEM fintantoché non rientrerà in una soluzione politica
globale volta ad attuare la soluzione a due Stati. La delegazione dell'APEM ha
affermato chiaramente durante tutti gli incontri che è necessaria una reale visione
politica.
Nel corso di tutti i suoi incontri a Gerusalemme, il Presidente Pöttering ha insistito
sugli sforzi necessari per migliorare la situazione umanitaria a Gaza (elenco "positivo"
di merci autorizzate a entrare, aumento della capacità dei valichi di frontiera, incontri
e consultazioni con i funzionari dell'UNRWA e revoca dell'opposizione israeliana a una
missione della Nazioni Unite a Gaza) e in Cisgiordania (insediamenti, barriere di
separazione e valichi di frontiera). Il Presidente ha sottolineato che le iniziative
politiche devono ispirarsi al principio secondo cui tutti gli israeliani e i palestinesi
hanno uguale dignità e ha nuovamente sottolineato la rabbia e la frustrazione
dell'Unione europea e dei suoi contribuenti di fronte alla continua distruzione delle
infrastrutture.
In relazione alla questione della revisione dell'accordo di associazione UE-Israele,
sollevata dal ministro degli Esteri Livni, la delegazione ha spiegato che fintantoché
non saranno valutati e non saranno realizzati sul campo sforzi importanti verso la
pace sarà difficile convincere la maggioranza dei parlamentari.
I leader del governo israeliano1 hanno sottolineato l'aumento dell'antisemitismo in
Europa, il proseguimento dei lanci di razzi da parte di Hamas e soprattutto il
programma nucleare iraniano. Il Primo ministro Netanyahu, il Presidente Peres e il
ministro degli Esteri Livni hanno insistito sul fatto che l'Iran sta già sviluppando un
potenziale nucleare e dispone di basi nel nord e nel sud di Israele. Pur sostenendo le
preoccupazioni di Israele riguardo alla crescita dell'antisemitismo e all'aumento del
numero dei lanci di razzi da parte di Hamas, la delegazione dell'APEM e il Presidente
Pöttering hanno insistito sulla necessità di una soluzione politica al conflitto in Iran.
Tali discussioni indicano chiaramente che nessun processo di pace globale è possibile
senza misure atte a creare fiducia e senza progressi concreti sul campo. La
diplomazia parlamentare può svolgere infatti un ruolo costruttivo nel ridurre la
sfiducia e nel rilanciare il dialogo politico.
1
Poiché la nuova Knesset non era ancora entrata in funzione, non si sono tenuti incontri con i membri del
parlamento israeliano.
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II - CONCLUSIONI
Situazione umanitaria
All'epoca della visita della delegazione, l'assistenza umanitaria aveva ripreso a
funzionare, ma gli ostacoli restano numerosi. Il personale umanitario e diplomatico si
trova di fronte a molte difficoltà nell'entrare e uscire da Gaza. Gli aiuti non sono
consegnati in modo sistematico indipendentemente dall'appartenenza politica e
religiosa dei beneficiari. Occorre quindi ricordare a tutte le parti (Israele e autorità
locali di Gaza) che l'imparzialità e la neutralità devono prevalere. L'elenco dei 15
prodotti il cui ingresso a Gaza è autorizzato non è sufficiente, tenuto conto
dell'ampiezza dei bisogni urgenti legati alla ricostruzione. Le ONG e le agenzie
internazionali hanno chiesto che l'elenco dei prodotti autorizzati sia sostituito con un
elenco limitato di prodotti vietati. Inoltre, le procedure per l'indennizzo delle persone
colpite sono ostacolate a causa della mancanza di denaro liquido. Occorre trovare
con urgenza delle soluzioni per ristabilire la circolazione di denaro liquido altrimenti
l'economica di Gaza non si potrà mai riprendere e continuerà a dipendere totalmente
dall'aiuto umanitario esterno.
In tutte le riunioni con gli interlocutori israeliani, la delegazione dell'APEM ha inviato
un messaggio chiaro sulla gravità della situazione umanitaria osservata il giorno
prima a Gaza e ha ricordato le richieste avanzate dall'UNRWA concernenti l'accesso a
Gaza di un'assistenza sostanziale e ininterrotta.
Sostegno all'azione dell'ONU e al processo di ricostruzione
Tutte le azioni concrete di urgenza devono essere accompagnate da misure volte a
ristabilire la dignità della popolazione e la sua fiducia nei principi su cui si fonda la
comunità internazionale. La decisione del Segretario generale delle Nazioni Unite di
avviare un'indagine sulla distruzione delle infrastrutture dell'UNRWA in seguito ai
bombardamenti israeliani ha trovato pieno sostegno da parte della delegazione
dell'APEM. I parlamentari hanno il dovere di insistere sul rigoroso rispetto del diritto
internazionale e del diritto umanitario internazionale. Ogni vittima ha il diritto a che
siano ristabilite la verità e la giustizia, si tratta di un aspetto decisivo di ogni processo
di ricostruzione e di un contributo determinante al processo di ristabilimento della
pace.
L'apertura permanente dei valichi di frontiera, in linea con l'accordo in materia di
circolazione e accesso (AMA) sottoscritto con Israele nel 2005, rappresenta l'altra
condizione essenziale per la ricostruzione. Una presenza internazionale ai diversi
valichi di frontiera è quindi urgentemente necessaria: in primo luogo alla luce delle
continue difficoltà che si frappongono all'ingresso a Gaza degli aiuti umanitari, in
secondo luogo al fine di rendere sicure le frontiere. La comunità internazionale
dovrebbe pertanto sostenere tale obiettivo adottando tutte le misure necessarie per
garantire la sicurezza delle frontiere e ridurre le preoccupazioni di Israele in materia
di sicurezza (contrabbando di armi, lancio di razzi). Anche se la missione civile di
mantenimento della pace dell'Unione europea (EU-BAM) è pronta a riprendere le sue
attività di sostegno e di controllo alle frontiere e persino a estenderla ad altri valichi,
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sono tuttavia necessarie apparecchiature tecniche avanzate per ispezionare i veicoli e
le merci ai valichi di frontiera.
Verso una soluzione politica
Il mondo non può non interessarsi a ciò che accade in Medio Oriente, poiché tale
regione riveste un'importanza fondamentale per la sicurezza e la stabilità
internazionali. Nessuna soluzione militare potrà portare la pace.
Pertanto il dialogo nazionale palestinese, avviato sotto l'egida dell'Egitto, dovrà
sfociare su un governo di unità nazionale i cui membri siano accettati da tutte le
fazioni palestinesi e la cui linea politica sia in linea con gli accordi dell'OLP in vigore.
La comunità internazionale dovrà a sua volta cooperare con tale governo al fine di
consentire un'attuazione piena ed efficace del piano rapido di ripresa e ricostruzione
di Gaza (GERRP).
Alla conferenza dei donatori di Sharm-el-Sheikh (2 marzo 2009)2 la comunità
internazionale era ampiamente rappresentata, il che dimostra il suo costante
interesse non solo per la ricostruzione di Gaza, ma anche per il conseguimento di una
soluzione politica di tale conflitto.
L'APEM invita i parlamenti dei paesi donatori a fare pressione sui rispettivi governi
affinché adempiano agli impegni presi e forniscano gli aiuti attraverso il canale
previsto (Single Treasury Account) e attraverso gli strumenti esistenti quali PEGASE e
il Word Bank Trust Fund, che offrono garanzie sufficienti in materia di trasparenza e
responsabilità.
Si dovrebbero inoltre adottare misure urgenti per consentire alle piccole e medie
imprese di riprendere le loro attività quanto prima, come primo passo nel ridurre la
dipendenza di Gaza dagli aiuti mediante la creazione di posti di lavoro e il ripristino
delle attività economiche. Una misura urgente consisterebbe nell'istituire programmi
e strumenti per indennizzare rapidamente tali imprese per le perdite subite (accesso
ai prestiti, microcredito).
Più a lungo termine, la comunità internazionale deve continuare a cogliere ogni
opportunità per incoraggiare entrambe le parti a concludere un accordo permanente
basato sulle condizioni e i principi della conferenza di Madrid, sulle pertinenti
risoluzioni delle Nazioni Unite, sulla Road map e sugli accordi precedentemente
conclusi tra le due parti. Un'assemblea parlamentare quale l'EMPA è particolarmente
adatta ad apportare un contributo originale a tale processo.
Accanto al suo impegno politico e diplomatico la comunità internazionale deve
continuare a fornire assistenza sul campo e dovrebbe valutare il dispiegamento, a
tempo debito, di una forza multinazionale di mantenimento della pace. Qualunque sia
l'accordo permanente che sarà conseguito tra le due parti, la sua attuazione sul
terreno dovrà essere sostenuta e controllata da una terza parte neutrale.
2
Conferenza internazionale a sostegno dell'economia palestinese per la ricostruzione a Gaza.
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PARLIAMENTARY ASSEMBLY
FINAL PROGRAMME
EMPA Fact Finding Mission Gaza
Bureau & Enlarged Bureau Delegation
22/24 February 2009
Cairo, Gaza, Ramallah, Jerusalem and Amman
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22 February - Cairo
P.M.
Individual arrival of participants in Cairo
19:45 - 20:30
Joint press conference with Dr. Fathi Ahmed Sorour, Grand Hyatt
Hotel
20:30 - 22:00
Dinner hosted by Dr. Fathi Ahmed Sorour, President of Egyptian
People's Assembly
Grand Hyatt Hotel
Corniche El Nile, Garden City, Roda Island, Cairo (tel.: +20 2 2365 1234)
23 February - Gaza
05.00 (staff) Departure for Gaza - transfer to airport, private flight to El Arish, road
transfer to Rafah
07.30 (members)
10:00
Meet UNRWA at Rafah crossing
Dustin Okazaki, Special Assistant to Director of UNRWA Operations, Gaza
10:30 - 10:45
Visit UNRWA food distribution centre (Rafah)
11:30 - 12:00
Visit Al Quds Palestinian Red Crescent Society Hospital /
rehabilitation
centre
Briefing by Khalid Joudeh
Visit Jordanian field hospital
12:15 - 13:00
Meeting with Ms Karen Abu Zayad, UNRWA Commissioner
General; UNRWA HQ
13:25 - 13:45
Visit industrial area
Briefings by Dr Yasser El Wadia and Haitham Abu Shaban
13:45 - 14:15
Visit Izbet Abd Rabo village
Briefing by Imad Okal, UNRWA Area Operations Officer
14:30 - 15:00
Joint press conference, UNRWA school, Beit Hanoun / Beit Lania,
with UNRWA Commissioner General
16:00
Cross Erez and transfer to Sderot
18:00
Visit Sderot and Sapir College; meetings with local authorities
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10/11
19:30
Transfer to Bethlehem - Check-in Intercontinental Hotel
Intercontinental Hotel Jacir Palace
Jerusalem-Hebron Road, Bethlehem (tel.: +972 2 2766777)
24 February - Jerusalem / Ramallah / Amman
07:30
Departure from hotel to Jerusalem via Rachel crossing, Bethlehem
08:00
Meeting with Mr Benjamin Netanyahu, Chairman of Likud, King David
Hotel
09:30
Meeting with Mr Shimon Peres, President of Israel
10:30
Meeting with Prime Minister Mr Ehud Olmert
11:45
Meeting with Vice Prime Minister & Minister of Foreign Affairs Ms Tzipi
Livni
12:15
Transfer to Ramallah via Bet El crossing
13:00
Meeting with Mr Salam Fayyad, Prime Minister
Joint press conference
14:00
Meeting with EMPA delegation PLC members
15:30
Transfer to Allenby Bridge
16:30
Cross Allenby Bridge, transfer to Amman
19:00
Meeting with Mr Abdel-Hadi Majali, Speaker of the Jordanian House of
Representatives and EMPA Vice-President, Four Seasons Hotel, Amman
19:30
Joint press conference followed by interviews
20:30 - 22:00
Dinner hosted by Mr Abdel-Hadi Majali, Speaker of the Jordanian
House of Representatives and EMPA Vice-President
Four Seasons Hotel
5th Circle, Al Kindi St, Jabal Amman, Amman (tel.: +962 (6) 550 5555)
25 February 2009 - Amman
a.m.
Individual departures from Amman airport
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