Giocare è facile, vincere molto meno
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Giocare è facile, vincere molto meno
Giocare è facile, vincere molto meno di Elena Chiarion* Rispetto a 30 anni fa si è moltiplicata la possibilità di puntare soldi in modo legale: gratta e vinci, lotterie, scommesse su eventi sportivi e infine il videopoker, ora anche in versione online. Sempre più persone rischiano di perdere tutto affidandosi alla dea bendata e al sogno di una vita diversa. Che cosa sta succedendo? Come mai se si parla di gioco non si pensa più ai bambini ma a una schedina da grattare o a tre fragole da mettere in fila su uno schermo? Il gioco è di per sé un elemento costruttivo e positivo che permette fin dall’infanzia di conoscere sé e gli altri e si evolve fino all’età adulta, agevolando l’espressione della creatività e la socializzazione con gli altri. Il gioco d’azzardo, invece, ne ribalta le caratteristiche positive: mette le persone in competizione e le spinge a escludersi dalla relazione con gli altri. L’azzardo presuppone una situazione ad alto rischio di perdita di denaro, perché si punta su un qualcosa che ha moltissime probabilità di non verificarsi. Le forti emozioni legate all’azzardo sono proprio quelle che spingono a giocare. Il fatto di dedicarsi a qualcosa che in realtà non si può controllare genera nella mente del giocatore pensieri magici difficilmente estirpabili, che lo spingono in un terreno pericoloso dal quale sarà complesso uscire. Il gioco d’azzardo non sempre è problematico, la maggior parte delle persone riesce a mantenerlo a livello di passatempo, ma per certi individui si sviluppa in una forma patologica (in inglese, gambling) e diventa una vera dipendenza senza sostanze. Il giocatore perde gradualmente la capacità di limitarsi e finisce per essere assorbito dalla compulsione a giocare, con devastanti conseguenze a livello economico, sociale, familiare, lavorativo e ovviamente psicologico. La famiglia viene inevitabilmente trascinata nel baratro dal giocatore che per la sua “droga” è disposto a mentire e rubare. Il gioco diventa in breve tempo una realtà parallela nella quale trovare rifugio dai problemi della vita quotidiana, sempre meno gestibili. A volte la disperazione può portare alla depressione e anche al suicidio, se non si incontra qualcuno a cui chiedere aiuto. L’azzardo per tutti Questi sono i tratti del gioco d’azzardo. Non certo una nuova patologia, dal momento che le scommesse in denaro esistono da sempre. È nuova, invece, la facilità di accesso al gioco. Invertendo una tendenza durata vari decenni e che aveva visto lo Stato impegnato a limitare fortemente la possibilità di giocare, regolamentando rigidamente le scommesse, limitando il numero dei casinò e vietando ogni gioco d’azzardo al di fuori di essi, negli ultimi 20 anni i nostri governanti hanno progressivamente liberalizzato questa attività, finendo col favorire, di fatto, un incremento notevolissimo nel numero di giocatori patologici. Rispetto a pochi decenni fa, la disponibilità di giochi è amplissima. Si iniziò con il Gratta e vinci, seguito dalla liberalizzazione delle scommesse sportive (un tempo vietate in Italia), dall’apertura delle sale Bingo e poi dal moltiplicarsi delle lotterie (superenalotto e simili). Infine arrivarono i videopoker, in versione da bar o – novità degli ultimi anni – su Internet. Soprattutto, quest’offerta avviene nel contesto di una società i cui messaggi sono basati sulla possibilità di arricchirsi con poco sforzo e tanta fortuna. Non a caso tra il 2004 e il 2009 le somme che ruotano attorno al gioco d’azzardo sono lievitate da 25 a 55 miliardi di euro. Il fenomeno colpisce con tassi elevati entrambi i sessi, sia negli adulti sia negli adolescenti che si dedicano principalmente ai giochi facilmente fruibili su internet. Le donne cominciano più tardi degli uomini, ma tendenzialmente diventano dipendenti in maniera più rapida. Mentre si studia come prevenire possibili dipendenze e come evitare che tranquille casalinghe sperperino la pensione col Gratta e vinci, vediamo che le istituzioni stesse sono in palese conflitto d’interessi, dal momento che lo Stato è l’organizzatore di lotterie e simili nonché beneficiario delle somme introitate. Così tocca abituarsi allo slogan “Vuoi vincere facile? La tua vita potrebbe cambiare oggi..” salvo poi veder scritto al termine dello spot che “bisogna giocare in maniera responsabile”. I giocatori anonimi In questo difficile terreno, cercano di farsi strada associazioni ed enti, oltre ad un vero e proprio gruppo di giocatori anonimi che cerca di contrastare il gambling patologico. A livello pubblico, alcuni servizi territoriali per le tossicodipendenze (SerT) hanno moduli specializzati in gioco d’azzardo. Nel privato, invece, esistono associazioni di professionisti specializzati nel problema che si propongono anche in maniera del tutto volontaria e gratuita di aiutare i gamblers. Si cerca di prendere in carico la situazione in maniera globale, in modo da potersi occupare dei problemi psicologici, sociali, familiari ed economici, spesso con una consulenza economico-legale. Il più delle volte si rendono necessari drastici interventi che limitino l’accesso del soggetto al denaro, in modo da non peggiorare la situazione di debito. Le soluzioni ci sono e sono sempre più variegate. Il punto è, come sempre, ottenere la consapevolezza di avere un problema e aver voglia di superarlo. *La D.ssa Elena Chiarion è Psicoterapeuta presso la Comunità Terapeutica Promozione Umana e consulente del Portale S.O.S. Servizi Sociali On Line