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“Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Milano” Pubblicazione semestrale – Autorizzazione tribunale di Milano n. 384 del 22/07/1983 – n. 49 MAGGIO 2004
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ORGANO UFFICIALE DEL GRUPPO SPECIALE MILANO
• Una nuova arma
nelle mani del chirurgo
per l’insufficienza
epatica acuta
• I sogni possono morire all’alba
• L’impegno nelle scuole
• E i nostri prossimi 30 anni
A.I.D.O. - GRUPPO SPECIALE MILANO
Via Livigno, 3 - 20158 Milano - Tel. e Fax 026888664 - e-mail: [email protected]
NOTIZIAIDO viene inviato gratuitamente a tutti gli associati e in ogni momento gli stessi poossono secondo la legge 675/96 Art.13 avere accesso ai dati
che li riguardano, chiederne la modifica o la cancellazione, opporsi al loro utilizzo scrivendo a: Redazione NOTIZIAIDO Via Livigno, 3 20158 Milano
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L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DONATORI ORGANI GRUPPO SPECIALE MILANO
E’ LIETA DI COMUNICARE CHE A SEGUITO DI UN NUOVO ACCORDO
DI CONVENZIONE NEL SETTORE SANITARIO, HA SELEZIONATO PER TUTTI GLI ISCRITTI E LORO FAMILIARI
UN CENTRO SPECIALIZZATO IN CURE ODONTOIATRICHE:
Vacupan Italia S.r.l. - Via del Don n.1 - 20123 Milano
Per ogni informazione è possibile contattare la nostra sede di
Via Livigno, 3 - Tel. 026888664
A partire dal mese di Gennaio e per tutto il 2004, la convenzione è già attiva
e prevede un preventivo gratuito e senza impegno previa consultazione diagnostica.
Alla fine della visita, verrà comunicata la diagnosi,
accompagnata dalla proposta delle terapie più appropriate al caso
e dal preventivo economico dettagliato per iscritto.
Le consulenti introdurranno un piano di pagamento più idoneo.
Ricordiamo inoltre la possibilità di finanziare l’intero piano di cura,
con comode rate da 6 a 24 mesi.
L’ A.I.D.O. Gruppo Speciale Milano, ha concordato con la Vacupan Italia
un tariffario esclusivo e vantaggioso rivolto ai soli iscritti ed ai loro famigliari.
IMPLANTOLOGIA
Vi ricordiamo che presso la Vacupan Italia di Milano si eseguono impianti osteointegrati.
Si tratta dell’inserimento nell’osso della mascella o della mandibola
di particolari dispositivi (chiamati impianti endossei) che vanno a sostituire
le radici dei denti completamente persi. Risolutivo anche per la protesi mobile.
Ci teniamo a darvi alcune informazioni sullo Studio:
Studio Vacupan Italia - Via del Don n.1 - Milano
Orario Studio: Lunedì-Venerdì 9 - 18 / Sabato 9 - 17
Direttore Sanitario: Dott. Oreste Eugenio Geranzani
Consulenti: Signora Patrizia de Marchi - Signora Cinzia Albini
Direttrice del Centro: Signora Claudia Carminati
Per usufruire dei vantaggi della suddetta Convenzione è necessario esibire la tessera associativa.
Ringraziandovi fin d’ora per l’attenzione che vorrete dedicare alla presente comunicazione,
vogliate con l’occasione gradire i nostri più cordiali saluti.
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CARO ASSOCIATO,
Sommario
conserva la ricevuta, sia postale
che bancaria, della tua offerta:
potrai dedurla con la prossima
dichiarazione dei redditi in base
all’art.13 D.Lgs. nr. 460 del 1997
L’Aido è iscritta all’anagrafe
delle O.N.L.U.S.
(Organizzazione Non
Lucrative di Utilità Sociale).
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•Convenzione
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•Editoriale
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•Il saluto del Presidente
•I sogni possono morire all’alba
•L’impegno nelle scuole
•Una nuova arma nelle mani
del chirurgo
•L’attività svolta e quella futura
•Una guida da ringraziare
•E i nostri prossimi trent’anni
•L’angolo del gruppo
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Editoriale
In questi ultimi mesi la sostituzione di organi con la descrizione
delle emozioni e degli stati d’animo che l’accompagnano è
stata spesso in primo piano sui giornali. Quando abbiamo
saputo del trapianto della lingua abbiamo sorriso e forse, me
compreso, ci siamo permessi un po’ di ironia. Sicuramente ci
stiamo interrogando sui problemi etici proposti dalla nuova
sfida della medicina che si appresta ad effettuare il trapianto
della faccia.
Probabilmente ci siamo sentiti un po’ eroi quando abbiamo
letto della morte dell’équipe medica che avrebbe dovuto
effettuare un trapianto di cuore in Sardegna, persone cadute
nello svolgimento del proprio lavoro mentre stavano compiendo il proprio dovere.
Abbiamo provato commozione nel seguire la storia di
“Veronica”, la bambina siciliana di cinque anni che ha
ricevuto un cuore nuovo arrivato così tardi da non riuscire
a farla rimanere fra noi.
Proviamo ammirazione per un genitore od un fratello che
permette ad un familiare di sopravvivere grazie alla donazione di un rene. Trascuriamo però l’indignazione che deve
caratterizzarci quando leggiamo che esiste un villaggio nel
Pakistan identificato come “ Il villaggio dei disperati”, perché
“qui tutti si vendono i reni”.
E’ una realtà che figura anche nei paesi occidentali e più
“civilizzati”,: una donna inglese ha messo all’asta un rene per
saldare un debito e, se non ricordo male, anche in Italia qualcuno ha avuto l’onore della ribalta per la tentata vendita di
un organo. Difficilmente noi potremo risolvere tutti i problemi
sia dei paesi lontani sia della totalità dei casi umanamente
disperati, possiamo però impegnarci a far si che “l’emozione
della donazione”, cardine dell’AIDO, ci permetta di crescere
come uomini e come associazione.
Giovan Battista D’Ardia
Direttore Responsabile: Giovan Battista D’Ardia
Redattore: Pino Belloni
Hanno collaborato: M. Sardella, G. Nazari,
C. Terzi, prof. B. Nardo,
E. Palermo
Impaginazione: Alessandra Cacciatore
Stampa: Arti Grafiche Baraggia
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Il saluto del Presidente
Con il rinnovo delle cariche di gennaio il Gruppo
Speciale di Milano si appresta ad affrontare il prossimo
triennio con lo stesso entusiasmo e volontà che l’ha
sempre contraddistinto in passato ponendosi, nel
contempo, nuovi e sempre più ambiziosi obiettivi.
Con il nostro periodico NOTIZIAIDO vogliamo
essere maggiormente vicini agli Associati offrendo
loro un prodotto sempre più attento alle problematiche
legate ai prelievi e ai trapianti in Italia e non solo.
Tra i nostri obiettivi c’è quello di aumentare il numero
di pagine e, perché no, in un prossimo futuro anche
quello di aumentare la periodicità trasformandolo in
un quadrimestrale. Sempre più persone ci chiedono di
essere informati sul “mondo trapianti” senza tralasciare
l’aspetto preventivo finalizzato a scongiurare l’insorgere di patologie
che potrebbero portare al trapianto. Desidereremmo interloquire
maggiormente con Voi a cui chiediamo fin d’ora di comunicarci
le vostre osservazioni e richieste di approfondimento. Ospiteremo
articoli di esperti nel settore con la speranza di rispondere nel modo
chiaro e scientifico ad ogni vostro legittimo dubbio o perplessità,
contribuendo così ad una corretta informazione.
Il rapporto con le istituzioni pubbliche dovrà essere sempre all’ordine
del giorno della nostra attività associativa. Incontreremo tutti gli
“attori” che gravitano intorno all’attività di prelievo e di trapianto: dal
personale infiermeristico ai coordinatori, dai medici trapiantatori ai
direttori generali delle Aziende ospedaliere presenti nel Comune
di Milano.
Insieme a loro studieremo ed attueremo progetti volti a migliorare la
situazione attuale al fine di ridurre mese dopo mese, anno dopo anno,
il numero dei malati in lista di attesa. Crediamo che mai come adesso
la nostra Associazione possa dare un contributo tangibile alla causa
della donazione di organi.
Sicuramente non mancheranno tutte le altre iniziative che hanno
contraddistinto l’attività del Gruppo in questi anni. La presenza tra la
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gente con iniziative di sensibilizzazione
e autofinanziamento continueranno
come e più di prima.
Come vedete, cari Lettori di NOTIZIAIDO,
quello che ci prefiggiamo è, nel contempo, molto e importante da realizzare.
Saremo ben lieti di poter avere la
vostra collaborazione e professionalità
soprattutto per la realizzazione della
rivista e i rapporti con le strutture
ospedaliere.
Se avete qualche ora disponibile
e avete esperienza giornalistica o
medica, generalmente parlando, le
porte della nostra Sede sono sempre
aperte. Se invece le competenze di cui
sopra non vi appartengono le porte
della nostra Sede sono ancora più
aperte per cercare e sviluppare
insieme iniziative e ogni altra forma di
collaborazione.
Aspettiamo vostre notizie!
Presidente Gruppo Speciale Milano
Maurizio Sardella
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I sogni possono morire all’alba
UN AEROTAXI PRECIPITA PRESSO CAGLIARI, MUIONO SEI PERSONE IMPEGNATE PER SALVARE LA VITA
AD UNA SETTIMA. SE, IN TERMINI DI BILANCIO PURAMENTE MATERIALE, I CONTI NON TORNANO, ANCHE
DA QUESTO TRAGICO EPISODIO CI VIENE UN MESSAGGIO DI SPERANZA.
Sono le sei del mattino del 24 febbraio 2004: un bagliore improvviso, e una palla
di fuoco illumina i monti dei Sette Fratelli, località Cresia, a pochi chilometri da
Cagliari. Poco dopo le agenzie battono la notizia: è caduto un piccolo aereo, il
jet affittato da una società privata di aerotaxi all’ospedale del capoluogo sardo.
Cessano così di battere i cuori di sei persone, tre dei piloti e tre dei medici che
trasportavano.
Sei cuori? No, meglio dire sette, perché sul velivolo viaggiava anche quello
destinato ad un cardiopatico in attesa di un trapianto presso l’ospedale Brotzu.
Un cuore, verrebbe da dire, dal destino segnato, che non doveva più battere
nonostante tutto quello che si era fatto per restituirgli una nuova vita, e restituire
un’esistenza normale ad un malato che lo attendeva da tempo.
Un errore dei piloti? Difficile da credere, data l’esperienza dei due aviatori
austriaci e del loro collega italiano. Un cedimento strutturale o un guasto tecnico?
Anche questo improbabile, dato che il Cessna Citation è stato progettato per
far volare nella massima sicurezza gli uomini d’affari, e che ha avuto grande
successo tanto da essere prodotto in oltre 2.500 esemplari.
Le maggiori imputate (almeno in tal senso si sono dirette le inchieste di rito) sono
la nebbia (che nel mattino dell’incidente copriva la zona sorvolata dal Cessna)
oppure una improvvisa corrente d’aria che avrebbe fatto perdere quota al
velivolo proprio nelle delicate fasi che precedono l’atterraggio. Con una complice
che ha avuto una parte determinante nella tragedia: la fretta di arrivare
a destinazione.
Una fretta dettata dalla particolare natura del “carico”, il cuore appena donato
a Roma e da trapiantare nel più breve tempo possibile perché, dicono le statistiche,
le probabilità di successo dell’operazione dipendono anche da quanto sono più
brevi i tempi che intercorrono dal momento del prelievo dell’organo a quello della
sua collocazione nella nuova sede. Tempi che, per un cuore, sono dell’ordine
delle due ore e mezza, tre al massimo.
Presumibile, quindi, che medici e piloti abbiano consapevolmente accettato il
rischio di un atterraggio ai limiti del possibile, lo stesso rischio affrontato undici
anni fa, quando la stessa equipe fu coinvolta in un grave incidente stradale sulla
Carlo Felice mentre rientrava al Brotzu con un cuore appena prelevato a Sassari.
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Sono così scomparsi i cardiochirurghi Alessandro Ricchi
e Antonio Carta, insieme con l’esperto in trasfusioni e
perfusioni Gianmarco Pinna. I tre avevano lavorato
all’ospedale fino a tarda sera, ma erano stati richiamati
quando era arrivata la notizia della disponibilità di un
cuore al San Camillo di Roma. Ricchi era partito per
sostituire un collega impegnato in sala operatoria, e
Carta si era offerto di accompagnarlo. Così, dopo la
mezzanotte, erano saliti sull’aerotaxi diretto a Roma e,
dopo l’intervento, erano ripartiti alle 5 da Ciampino.
Alle 5,45 circa l’ultimo contatto con la torre di controllo
di Elmas, poi il silenzio radio, le ricerche, la notizia del
disastro, il dolore dei familiari.
Per non dire della perdita subita dalla struttura
ospedaliera dove i tre lavoravano, e dell’inevitabile disagio per i ricoverati e i pazienti in
attesa di una visita o di un intervento. Qualcuno
si è chiesto se, per salvare una vita, valeva
la pena di rischiare tanto: sì, rispondiamo noi,
perché la vita di ciascuno è fatta di scelte, della
consapevole accettazione dei pericoli che
queste comportano, anche e soprattutto quando
sarebbe più comodo rispondere con il “...chi
me lo fa fare...”. Ed è questo ciò che distingue
la “gente” comune dagli uomini veri. Certo, è
caduto un aereo, sette cuori hanno (almeno
secondo le leggi dell’anatomia e della fisiologia),
cessato di battere, ma in quella tragica alba del
24 febbraio non è morto un sogno che, anzi, ha
tratto nuova forza dal sacrificio dei medici sardi
e dell’equipaggio del velivolo.
Giancarlo Nazari
Un grande atto di generosità
Soltanto poche righe, ma con un significato importante, per sottolineare un grande atto
di generosità che ha visto la sua concretizzazione verso la fine dell’anno scorso e come
protagonista il Sig. Erberto Craveri. Nelle sue ultime volontà ha voluto che parte del suo
patrimonio, per l’esattezza 12.500 euro, venisse destinato all’attività del Gruppo Aido
di Milano. Questa significativa oblazione permetterà al Gruppo di proseguire nella sua
intensa attività di sensibilizzazione e di informazione a tutti i livelli: dalle scuole fino ad
arrivare nelle case di oltre 33.000 famiglie con il nostro periodico NOTIZIAIDO.
Un doveroso ringraziamento va anche ai famigliari di Erberto Craveri che con grande
entusiasmo e partecipazione hanno eseguito le volontà del proprio caro.
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L’impegno nelle scuole
IL
PIACERE DI PORTARE AI GIOVANI UNA INFORMAZIONE “ALTERNATIVA”,
DI PROPORRE LORO QUALCOSA DI NUOVO, QUALCOSA CHE PER MOLTI DI LORO RISULTA
ESSERE, FORSE PER LA PRIMA VOLTA, UNA RIFLESSIONE SUL PROPRIO ESSERE E
SULLE POSSIBILITÀ DI ESSERE UTILI PER GLI ALTRI.
Andare nelle scuole a parlare di donazione di organi, oltre ad essere uno degli scopi statutari
dell’associazione (anche se non esplicitamente previsto) è anche solitamente un piacere. Il
piacere di portare ai giovani una informazione “alternativa”, di proporre loro qualcosa di
nuovo, qualcosa che per molti di loro risulta essere, forse per la prima volta, una riflessione
sul proprio essere e sulle possibilità di essere utili per gli altri.
Ogni volta che mi trovo davanti ad una platea di giovani ascoltatori, mi stuzzica la sfida di
riuscire a coinvolgerli in una discussione costruttiva soprattutto quando noto che molti di loro
hanno accettato di partecipare all’incontro solo per perdere un’ora di matematica o di
storia; è una doppia soddisfazione vedere che alla fine sono incuriositi, fanno domande, si
mettono in discussione.
Ritengo da sempre infatti che il compito dell’AIDO non sia solo quello di trovare associati,
ma anche quello di “formare” ed “informare” sulla donazione di organi, indipendentemente
dalla possibile iscrizione. Sono sempre più convinto che la discussione in casa, il dubbio, la
chiacchierata sia fondamentale per far sì che al momento buono la gente non dica “no”.
Quindi l’occasione fornita agli studenti è un momento importante nella loro crescita.
In questi anni mi è capitato, ma anche ai miei “colleghi”, di trovare alcuni insegnanti che
hanno saputo creare una preziosa e capillare rete di informazioni che permette ai giovani
di capire cosa sta loro intorno: l’incontro con l’AIDO, con le associazioni di donatori di
sangue, con l’ADMO, con le associazioni di pronto soccorso... tutte occasioni fondamentali
per permettere al giovane di capire cosa c’è oltre la sigaretta, la moto, l’automobile, la
ragazza... Occasioni per fare una riflessione seria sulla propria vita e magari anche di
poter scegliere, dopo adeguata riflessione, cosa fare nel proprio tempo libero.
Recentemente però, gli Insegnanti si sono ritrovati ad avere difficoltà ad organizzare questo
tipo di lavoro.
La cosiddetta “ottimizzazione” dei tempi riduce la loro
possibilità di fare di più, di aiutare i ragazzi ad andare
oltre la “materia scolastica”. Ecco quindi che negli
ultimissimi anni abbiamo assistito ad un calo
improvviso delle richieste di intervento nelle scuole
della città e, a volte, durante gli incontri, al di là
della buona volontà dell’insegnante, i ragazzi
sono risultati poco propensi ad accettare discorsi
“alternativi” che andassero al di là del voto. E’ un
grosso peccato, perché, come dicevo prima, i ragazzi
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sono il nostro futuro; spesso sono chiusi “nel” televisore
o nel computer, senza essere in grado di “guardare
fuori dalla finestra” (quante volte il televisore ed il
computer vengono citati come l’esempio massimo;
quante volte i ragazzi dicono “ma l’ha detto la TV”,
come se la “scatoletta” avesse preso il posto della
Costituzione o dei Vangeli).
E quanto i giovani abbiano necessità di conoscere ci
è dimostrato quotidianamente anche dalla “scatoletta”:
la TV. Nel pomeriggio dei giorni feriali c’è un programma a cui possono partecipare giovani tra i 20 e i
25 anni (mi pare) e tra un gioco e l’altro c’è qualche
domandina che dovrebbe dimostrare la preparazione
culturale dei partecipanti alla trasmissione. In questi
giorni (quelli in cui sto scrivendo l’articolo) ho guardato
tale trasmissione e non ho potuto che avere un fremito
di rabbrividimento nel notare la profonda ignoranza di
questi ragazzi, presentati come studenti universitari (ma
lo saranno davvero?). Alcune risposte mi hanno turbato;
a parte il non sapere chi fosse, in un elenco presentato,
il primo che effettuò un trapianto di cuore - ma questo
forse è un argomento per gli addetti ai lavori, anche
domande sulla storia d’Italia e sulla cultura generale
sono state platealmente sbagliate.
Ciò dimostra quanto i giovani siano scarsamente a
conoscenza di ciò che ci circonda, e di conseguenza
quanta necessità abbiano di essere informati!
Noi confidiamo nei giovani, ma i giovani
devono avere la possibilità di capire, di scegliere
(e se anche fosse un “no”, non importa, l’importante
è che sia motivato e non per partito preso!). Il
poter conoscere, il poter capire, è ancor più
importante in questo periodo in cui tutto tace,
tutto è silente, in cui la gente pensa che il
problema del “trapianto” sia stato risolto...
E invece no, siamo ancora in un periodo di transizione, in un momento in cui, anche per l’adulto,
è importante scegliere, dichiarare correttamente
la propria disponibilità (o indisponibilità) alla
donazione di organi.
Anche se i numeri dimostrano che i trapianti
stanno aumentando (dal 1992 più che triplicati)
ancora lunga risulta essere la lista d’attesa di
coloro che aspettano un organo da trapiantare
(circa 10.000).
Anche molti eventi che volevano essere di aiuto,
nella realtà hanno solo creato confusione.
Prendiamo solo, per esempio, il famoso tesserino
distribuito in occasione del referendum qualche
anno fa. Nelle intenzioni dell’allora Ministro
avrebbe dovuto sollevare dubbi, suscitare domande,
spingere il legislatore e organizzare un sistema di
raccolta dati efficiente (presso la Asl).
Tutto questo non è accaduto e ancora oggi
ci sono moltissime persone che si rivolgono
all’Aido per avere informazioni più chiare ed
esaustive di quelle proposte dalle sporadiche
campagne di informazione promosse dal
Ministero della Salute.
È doveroso ricordare che l’iscrizione all’Aido è
stata riconosciuta tra i pochi atti giuridicamente
idonei ad esprimere la propria volontà in vita
in ordine alla donazione di organi dopo la
propria morte.
Tutto questo non può che farci concludere che
è importante, oggi più che mai, partecipare,
informarsi e diffondere i nostri ideali, perché
solo così saremo certi che l’Ammalato abbia
qualche possibilità in più di sopravvivenza.
Claudio Terzi
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Una nuova arma nelle mani del chirurgo
per l’insufficienza epatica acuta
P ROF. BRUNO NARDO - DIPARTIMENTO DI DISCIPLINE CHIRURGICHE, RIANIMATORIE
OSPEDALE S. ORSOLA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA
L’insufficienza epatica acuta è una
grave sindrome clinica che ha come
substrato anatomico la necrosi massiva delle cellule del fegato, da cui si
sviluppano l’alterazione severa della
funzione epatica e l’encefalopatia
fino a gradi avanzati di coma.
L’epatite virale, soprattutto da virus B
ed i danni indotti da alcuni farmaci
sono responsabili della maggior
parte dei casi di insufficienza epatica
Prof. Bruno Nardo
acuta. Un’altra causa meno frequente di
insufficienza epatica è rappresentata dall’avvelenamento da funghi
che è gravata da una elevata mortalità perché comporta gravissimi
danni renali e cerebrali. La sopravvivenza dei pazienti con insufficienza
epatica acuta, trattati con la sola terapia medica tradizionale, è molto
bassa oscillando dal 10% al 30%, ed attualmente il trapianto rimane
l’unico trattamento di scelta.
Tuttavia, molti pazienti muoiono nell’attesa di un organo per la carenza
di donatori. In questo contesto, diventa molto importante trattare
temporaneamente, con terapie di supporto epatico, i pazienti con
insufficienza epatica acuta fino al reperimento di un organo o fino a
quando il fegato in necrosi vada incontro ad un processo di autorigenerazione che eviterebbe il trapianto stesso.
Una nuova tecnica chirurgica che consiste nel dare ossigeno al fegato
sembrerebbe molto promettente di fronte a casi di insufficienza epatica
acuta. La metodica innovativa è stata utilizzata con successo in una
ragazza bolognese di 25 anni, Cristina Landuzzi, colpita da
epatite fulminante e già in coma.
L’intervento che ha salvato la vita della paziente ricoverata in
gravissime condizioni in rianimazione è stato eseguito con
successo, e per la prima volta al mondo, dal professore Bruno
Nardo, del Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Rianimatorie e
dei Trapianti, dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna.
E DEI
TRAPIANTI
“La tecnica che abbiamo adottato
rientra nel grosso capitolo della
rigenerazione epatica, fenomeno
ancora poco conosciuto anche se
molto studiato. Oggi sappiamo soltanto che il fegato è in grado di
rigenerare, anche in breve tempo,
ma non è chiaro come ciò avvenga”
riferisce il professor Nardo. “Tutti
i metodi utilizzati fino ad ora per
indurre la rigenerazione del fegato
si sono rivelati inefficaci, ma la
strategia che abbiamo applicato
nella giovane paziente apre nuove
speranze in questo delicato settore”.
In linea generale di fronte a una
condizione di necrosi epatica, ossia
di distruzione pressoché completa
del fegato, per esempio in seguito a
un’epatite fulminate o all’assunzione
di farmaci, si cerca di sostenere i
meccanismi di depurazione di questo
organo con particolari filtri, compresi
i fegati bioartificiali. Tuttavia, queste
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strategie non sono in grado di promuovere la rigenerazione epatica per cui si rende sempre necessario ed
urgente il trapianto.
In condizioni acute il trapianto ha una mortalità molto
elevata di circa il 50 per cento, mentre in condizioni
normali la sopravvivenza è di oltre l’80 per cento.
La minore sopravvivenza è dovuta al fatto che in una
situazione di estrema emergenza non si riesce quasi mai
a disporre di un fegato ottimale, ossia che sia veramente
idoneo per il ricevente.
Cosa fare allora per superare questi momenti critici?
I ricercatori bolognesi, sulla scorta di alcuni dati
sperimentali elaborati dallo stesso gruppo nel Centro
di Ricerca Biomedica applicata dell’Università di Bologna,
in cui si era visto che il sangue arterioso ha un grosso
impatto nel dare inizio alla rigenerazione epatica nei
ratti, hanno adottato un espediente all’apparenza
molto semplice: ossia collegare un’arteria ad una vena
per portare più ossigeno al fegato.
“Come è noto, il fegato ha una duplice vascolarizzazione: arteriosa mediante l’arteria epatica e venosa
mediante la vena porta. Circa l’80% del flusso ematico
totale arriva al fegato dall’intestino attraverso la vena
porta.
La metodica che abbiamo utilizzato consiste nel collegare
un vaso arterioso dell’intestino alla vena porta. Nel
caso della ragazza, abbiamo collegato l’arteria
mesenterica inferiore, che non serviva in quel momento
e che quindi poteva essere interrotta senza complicanze,
a una radice della vena porta (vedi figura). In questo
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modo, abbiamo consentito al sangue ossigenato
di entrare nella vena porta dove, come si
è detto, c’è sangue poco ossigenato
che viene dall’intestino” spiega il
professor Nardo.
Dopo l’intervento, la ragazza ha
avuto una tale e sorprendente
ripresa che è uscita dalle connotazioni per cui si richiede un trapianto di fegato. “La giovane
paziente ha recuperato molto sul
piano della coscienza - si è svegliata
dal coma - e della funzione epatica.
Dopo circa un mese è potuta tornare a
casa e dopo qualche mese ha ripreso la sua
normale attività lavorativa, ed il suo fegato
oggi funziona al cento per cento”.
La nuova tecnica, sebbene molto promettente,
va inquadrata nell’ambito di quella che deve
essere l’assistenza nell’insufficienza epatica
acuta in attesa del trapianto urgente.
“In condizioni di necrosi epatica, l’intervento di
arterializzazione della vena porta potrebbe
essere preso in considerazione nel dubbio di
riuscire ad avere in tempo un fegato idoneo
da trapiantare. Tuttavia non sono da escludere
nuove applicazioni, per esempio stiamo già
pensando di usare questa procedura nei
pazienti a cui è stato asportato un tumore
epatico di grosse dimensioni per cercare di
aiutare il fegato residuo a sostenere la propria
funzione” segnala il Prof. Nardo.
I meccanismi fisiopatologici che sono alla base
del recupero del fegato necrotico non sono
ancora completamente conosciuti. Si può ipotizzare che in presenza di una elevata richiesta
di supporto energetico, come si ha durante il
processo di rigenerazione del fegato, le cellule
possano avere bisogno di una maggiore
quantità di ossigeno a livello dei mitocondri.
L’arterializzazione della vena porta, aumentando
la saturazione di ossigeno del sangue proveniente dall’intestino ad un livello simile a quello
arterioso, incrementa in maniera significativa
l’apporto totale di ossigeno al fegato e soddisfa in tale maniera le necessità metaboliche
delle cellule in fase rigenerativa.
L’arterializzazione temporanea della vena
porta è una procedura chirurgica che può rappresentare una nuova possibilità terapeutica
nell’approccio multidisciplinare dei pazienti
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con insufficienza epatica acuta. Anche se la paziente da noi trattata non ha avuto più necessità di un trapianto
ed è in buone condizioni generali a distanza di 6 mesi, tale intervento deve essere considerato comunque
come un “ponte” al trapianto, per assistere i pazienti in coma nell’attesa di un nuovo fegato. Tuttavia, nelle
condizioni più favorevoli, l’arterializzazione del sistema portale accelerando la rigenerazione epatica
potrebbe portare al completo e rapido recupero delle funzioni del fegato nativo.
Si apre così un nuovo capitolo nell’ambito delle strategie utilizzabili per far “resuscitare” fegati ormai
“spacciati”, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Prima che l’utilizzo della procedura possa essere
esteso occorre che i risultati ottenuti fino ad aggi vengano confermati e che vengano inquadrati con
esattezza i potenziali ambiti di impiego.
In particolare rimangono da definire le esatte indicazioni all’intervento chirurgico di aterializzazione della
vena porta in relazione alla causa che ha determinato il danno epatico. La sensazione è che tale intervento
debba essere effettuato il più precocemente possibile, quando la necrosi epatica non sia massiva, al fine di
disporre di un minimo di parenchima sano per consentire l’avvio della rigenerazione. I risultati sperimentali e
clinici ottenuti dovranno servire per stimolare ulteriori ricerche in questo settore ancora solo in parte esplorato
ma dal quale potrebbero derivare interessanti prospettive.
Intervento raccolto da Maurizio Sardella
L’attività svolta e quella futura
L’ASSEMBLEA
ELETTIVA DI INIZIO ANNO, CON IL RINNOVO DELLE CARICHE ASSOCIATIVE, È STATA L’OCCASIONE
PER UNA RIFLESSIONE SUL PASSATO E SOPRATTUTTO SUL FUTURO DEL GRUPPO DI MILANO.
L’anno appena conclusosi ha visto il Gruppo Speciale di Milano impegnato su numerosi fronti e, soprattutto, attento
ai mutamenti dell’Associazione alla luce delle nuove frontiere scientifiche e alle nuove politiche dettate dalla
struttura nazionale. Quest’anno, però, non si conclude solamente l’anno associativo ma anche un triennio del
Consiglio uscente denso di attività di cui è opportuno citarne le più significative.
• Abbiamo aderito alle diverse manifestazioni del “Derby del Cuore” svoltesi allo Stadio Meazza all’inizio del
l’estate;
• Costante presenza alle giornate Nazionali della Donazione e Trapianto in galleria Vittorio Emanuele per
informare i cittadini sulla situazione attuale dei prelievi e trapianti e sulla Legge 91 del 1 aprile 1999;
• Al teatro Smeraldo di Milano, organizzate dalla ART 2000, abbiamo avuto diverse occasioni di proporre
commedie, eccezion fatta per l’anno 2003 dove il Gruppo non ha stretto rapporti di collaborazione; per l’anno
2004 è ripresa la collaborazione che vedrà la rappresentazione di otto spettacoli distribuiti da maggio a
dicembre.
• Per i festeggiamenti del 25° anno di costituzione del Gruppo Comunale Milano (ora Gruppo Speciale) il
12 dicembre 2002 è stato eseguito un concerto dell’orchestra a plettro “Città di Milano” nella Basilica di
San Carlo al Corso. Nell’occasione è stata consegnata alla Sig.ra Scrofani una targa a ricordo del vice questore
dott. Paolo Scrofani per il suo gesto di generosità.
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• La Delegazione Baggio ha proseguito la sua instancabile
attività alla cui guida, anche per il triennio appena trascorso,
l’amico Giuseppe Tropeano non ha fatto mancare riconoscimenti sostanziali sia da parte della collettività che della
Amministrazione comunale di Zona 7. La consegna
dell’Orghen d’or de Bagg ne è stata una tangibile
dimostrazione;
• Grazie a Gigetta Fuiano e a Camilla Negro sono state nume
rose le presenze presso il Centro commerciale Bonola con la
manifestazione “Un SorRiso per la Vita”, centinaia sono
stati i sacchetti di riso offerti in cambio di una piccola
oblazione a favore del Gruppo.
• Numerosi sono stati gli istituti scolastici visitati dalla
Commissione scuola composta da Lucia Cavalleri e Claudio
Terzi con l’affiancamento di alcuni trapiantati che hanno
permesso il contatto con centinaia di studenti delle scuole
superiori.
• La istituzionalizzata giornata Nazionale Aido, con l’offerta
dell’anturium, ci ha visti presenti in diverse piazze di Milano
sia nel 2002 sia nel 2003 con soddisfacenti risultati
soprattutto in termini di contatti con la cittadinanza;
• Nella seconda metà del 2003 sono stati presentati due
distinti progetti: il primo, alla Fondazione Cariplo dal titolo
Scuola e territorio è volto a richiedere un finanziamento per
potenziare il collegamento verso i nostri associati e intervenire
maggiormente nelle scuole tra i ragazzi di scuola media
superiore; il secondo presentato alla Provincia di Milano per
un sostegno economico all’acquisto di una nuova e più
moderna attrezzatura informatica per la Sede.
Tutte le manifestazioni hanno avuto sempre un aspetto comunicativo e divulgativo senza dimenticare la raccolta di fondi
elemento non trascurabile nella vita associativa del nostro
Gruppo. Come si evince dall’attività svolta, il Gruppo ha mantenuto fede all’impegno preso nella scorsa Assemblea di cercare
nuove forme di finanziamento; i due progetti presentati vanno in
questa direzione e adesso non ci resta che aspettare il loro
accoglimento da parte degli Enti interessati.
L’anno 2003 si è concluso con una importante iniziativa del
Gruppo Speciale Milano e che ha visto l’uscita di NOTIZIAIDO
dopo più di un anno di assenza dalle case dei nostri Associati.
Con il numero di dicembre 2003 è ripresa la pubblicazione del
nostro storico semestrale che ha raggiunto oltre trentatremila
famiglie con un potenziale numero di lettori di almeno altrettanti.
Per il Gruppo l’essere riusciti a sostenere questo sforzo finanziario è stato sicuramente significativo; a tal proposito è giusto
ricordare che questa prima pubblicazione è stata resa possibile
anche grazie ad un lascito di 12.500,00 euro.
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Il prossimo triennio.
Se tante sono state le attività che hanno contraddistinto questo passato triennio altrettante,
se non di più, sono quelle che ci dovranno
vedere impegnati nel prossimo.
Partiamo dall’ultimo punto: il NOTIZIAIDO.
Il nostro semestrale dovrà sicuramente arricchirsi e impreziosirsi di articoli in grado di
stimolare sempre più la lettura e l’interesse
degli Associati. Per fare ciò è opportuno, nei
prossimi tre anni, adoperarsi per costituire un
gruppo di persone che abbiano esperienza
in materia e in grado di allestire una sorta di
Redazione.
Dovranno essere ampliati i destinatari del
giornale; si dovrà poter provvedere all’invio
anche alle biblioteche, agli studi dei medici di
medicina generale e agli istituti di scuola
media superiore della città di Milano. Per fare
ciò occorre avere l’adeguata copertura
finanziaria in considerazione del fatto che
la realizzazione e la spedizione è a totale
carico del Gruppo.
Aspetto economico: le ultime esperienze ci
lasciano ben sperare sul ritorno dell’invio del
giornale. Come è risaputo all’Associato non
viene chiesta alcuna quota associativa o di
sottoscrizione al giornale, ma gli viene semplicemente spedito, in allegato a NOTIZIAIDO,
un bollettino di Conto Corrente Postale dove
poter liberamente inviare un’offerta. È necessario, però, provvedere alla ricerca di uno o
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al massimo due sponsor di un certo livello che
ci possano permettere di fare un salto di qualità
sia sotto l’aspetto editoriale che di penetrazione.
Garantire il contatto con la cittadinanza di
Milano deve essere una delle prerogative del
Gruppo.
L’iniziativa Un SorRiso per la vita che tanto
successo ha avuto negli anni passati deve in
qualche modo istituzionalizzarsi e crescere.
Sarebbe opportuno aumentare il numero delle
uscite annue fino ad un massimo di sei e, nello
stesso tempo, adoperarsi per contattare aziende
del settore disposte a offrirci gratuitamente, o
a bassissimo costo, il riso. Duplice, come in
passato sono le finalità: entrare in contatto con
numerosissime persone e permettere alla struttura di autofinanziarsi per iniziative ad alta visibilità ma che non prevedono possibili entrate.
Le scuole: l’Aido ha sempre ritenuto di rilevante
importanza la sensibilizzazione all’interno
degli istituti scolastici. Occorre, a tal fine,
aumentare il numero dei volontari stessi.
Uffici: ormai la nuova Sede (ex Sede provinciale) risulta essere adeguata alle esigenze del
Gruppo; lo stesso dicasi per la continuità
garantita dalla collaboratrice. Deficitarie sono
le strutture informatiche a disposizione: il
progetto presentato alla Provincia di Milano se
finanziato dovrà svecchiare l’attuale parco
macchine prevedendo l’acquisto di due postazioni complete di stampanti. Occorre, inoltre,
valutare la possibilità di una doppia linea
telefonica per l’accesso autonomo ad
internet e alla posta elettronica.
Relazioni con Enti ed altre
strutture: nella prossima legislatura dovranno essere intrattenuti maggiori rapporti con
l’Amministrazione comunale,
le Aziende Ospedaliere
e l’ASL Città di Milano.
Conclusioni
Il triennio appena trascorso è stato sicuramente foriero
di soddisfazioni per il Gruppo di Milano ma l’Aido non
può e non deve crogiolarsi solamente sulla attività prodotta. Gli ultimi dati sui prelievi nella nostra Regione
sono in leggera controtendenza rispetto alla media
nazionale che dimostra un sensibile aumento. Sono in
aumento, soprattutto, quanti si oppongono al prelievo
degli organi dei propri cari al momento della richiesta
del medico. Quest’ultimo dato può prestarsi ad una
duplice lettura: negativa perché potevano essere organi
prelevati e destinati ad altre persone in attesa di
trapianto, positiva perché, finalmente, per ogni decesso
viene attivata la procedura per ottenere il benestare al
prelievo di organi cosa, che in passato, veniva fatto
con sistematicità inferiore.
In ogni caso è chiaro che l’attività dell’Aido e in
particolare quella del Gruppo di Milano non può che
andare in un’unica direzione: contribuire all’aumento
dei prelievi di organi all’interno delle numerose strutture
ospedaliere milanesi facendo diminuire il numero dei
dinieghi. Per fare ciò occorre porre in essere il programma per il prossimo triennio illustrato brevemente
nelle pagine precedenti: intensificare i rapporti con
tutte le strutture preposte al prelievo e al trapianto di
organi e tessuti e, contemporaneamente, continuare
nell’opera di sensibilizzazione e divulgazione del messaggio della donazione sia con l’informazione (NOTIZIAIDO e presenza nella scuole) che con la presenza
tra la gente (Un SorRiso per la Vita, Giornate nazionali
Aido, biciclettata a Baggio e il concerto di Natale).
Soltanto la diminuzione dei pazienti in lista di attesa
potrà gratificare a pieno il nostro operato quotidiano.
Per questo, nel ringraziare tutti i membri del
Consiglio e tutti i collaboratori esterni, non
mi resta che augurare a tutti buon lavoro
nella speranza che anno dopo anno un
sempre maggior numero di persone in
attesa di trapianto possa beneficiare
di un nuovo organo e di una vita
migliore.
Enzo Marmori
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Una guida da ringraziare
Gli associati che hanno partecipato all’assemblea annuale dell’associazione sanno che nel
2004 scadevano le cariche dirigenziali del gruppo speciale di Milano. Come abbiamo
raccontato più volte il numero delle persone che hanno l’onore e l’onere di essere testimonianza
dell’AIDO milanese da qualche anno non aumenta con la stessa proporzione con cui aumentano
gli impegni associativi quindi il rinnovo delle cariche è sempre un evento impegnativo e di non
facile soluzione quando qualcuno abbandona.
Per fortuna nostra e vostra questa volta nessuno ha abbandonato ma il nostro presidente Enzo
ha deciso di rimanere consigliere. Noi tutti siamo rimasti sorpresi, anche se un poco eravamo
preparati a questa idea. Sicuramente il nuovo presidente è persona di indubbio valore e saprà
guidare il gruppo a nuovi successi, ma noi tutti non possiamo non essere grati ad Enzo Marmori
che per tre mandati ha avuto la fiducia del Consiglio Comunale. Il suo non si prospettava come
un compito facile, anche perché subentrava, nella carica, ad un presidente con una forte
personalità, uno di quelli che hanno costituito il “Gruppo”, per cui il confronto sarebbe emerso
più di una volta. Ma Enzo, mi piace questa
familiarità, non si è lasciato scoraggiare
ed ha cominciato a lavorare sodo
perché gli avvenimenti incalzavano
e non lasciavano tempo per
recriminare.
Il suo sguardo è severo ma
ha sempre avuto una parola
gentile e disponibilità per
tutto e per tutti.
La stima che ha saputo
conquistarsi lo ha visto in
carica anche nella struttura
che l’AIDO ha assunto negli
ultimi anni. Per tutto quello che ha
fatto noi gli siamo riconoscenti e poiché
non ha lasciato né l’Associazione né l’appartenenza
al Consiglio contiamo sempre su un suggerimento
ed buon consiglio che ci pervenga da un fratello maggiore.
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E i nostri prossimi 30 anni
P REVENZIONE SANITARIA E INFORMAZIONE SCIENTIFICA CORRETTA.
SI MUOVE SU DUE BINARI, PARALLELI ED INEQUIVOCABILI,
LA NOSTRA ASSOCIAZIONE NEL PRESENTE E NEL SUO IMMEDIATO FUTURO.
Trent’anni sono passati dalla costituzione del primo nucleo di volontari, a
Bergamo, trent’anni in cui i volontari
hanno raccolto adesioni, stimolato
riflessioni, coinvolto strutture mediche e
scolastiche. Oggi sono le Istituzioni a
riconoscerci un ruolo, a chiedere di partecipare nei dibattiti per la preparazione
di testi normativi, a nominarci esperti
nella comunicazione di settore. E così
nascono spot televisivi, campagne sui
giornali, partecipazioni alla Consulta
Tecnica per i trapianti che vedono per
iniziativa del Ministero della Salute Dott..ssa Enza Palermo
proprio l’Aido riferimento nell’organizzazione
e promozione dei messaggi informativi.
E allora, crescere per far crescere. Consapevolezza in primo luogo. E’
quanto chiede la Legge in vigore: la donazione degli organi è una
libera scelta ma lo Stato - proprio avvalendosi dei volontari di
acclarata e riconoscibile autorevolezza - deve fare chiarezza. In altre
parole, spiegare con semplicità la complessa organizzazione del
sistema trapianti: trasparenza in ogni passaggio anche burocratico,
massima libertà di opinione, promozione della cultura della donazione
ed informatizzazione dei dati relativi anche alla dichiarazione di
volontà. A tutto ciò l’Aido prende parte ormai da diversi anni. E proprio
la nuova veste imposta, se vogliamo, dal legislatore, implica per tutti
noi una vigile e serena decisione: essere pronti, in ogni parte d’Italia,
al continuo aggiornamento. Come tutte le creature che crescono, trent’anni di vita hanno segnato successi, lotte, ma anche fisiologiche “crisi
d’identità”. Passaggi obbligati che hanno visto cambiare, certamente,
ma anche rafforzare il nostro ruolo. Oggi la Legge n. 91 del 1999
riconosce all’Aido il ruolo di coautore per iniziative delle Istituzioni
volte all’educazione sanitaria e alla promozione della donazione.
Una sfida? Forse. L’impegno sociale, disinteressato e assolutamente
gratuito, che i volontari da sempre offrono, rimane il nostro punto di
forza: un’associazione che parla per i malati, portavoce di esigenze
e bisogni altrui, ma anche riferimento
della società civile su argomenti così
delicati. L’Aido promuove nelle sue
attività anche la prevenzione di
gravi patologie per contribuire alla
crescita non più solo emotiva - come
avveniva trent’anni orsono - ma
anche sociale del Paese. Una
crescita di cui anche l’Europa ci è
grata: siamo l’unica nazione ad
avere una associazione di volontariato (che non sia di autotutela)
volta al rispetto dei diritti del malati,
persone in questo caso affette da
gravi insufficienze d’organo, che
svolge una capillare attività informativa sul territorio. Maggio 2002,
Bruxelles: il Parlamento Europeo ci
chiede di coordinare le attività di
divulgazione della donazione di
organi e tessuti nei paesi della
Comunità.
Un giro di richieste alle Ambasciate
i fa scoprire la nostra “unicità”:
siamo infatti l’unica Associazione,
non costituita da malati in attesa di
trapianto, che promuove la donazione di organi, tessuti e cellule.
Un punto di forza dal quale ripartire,
per i nostri prossimi trent’anni.
Vincenza Palermo
Presidente Aido Nazionale
Intervento raccolto da Loretta Cavaricci
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L’angolo del gruppo
Nell’arco dell’anno al teatro Smeraldo saranno presentate otto repliche dello spettacolo
“DEVO FARE UN MUSICAL” di Enrico Vaime e Massimo Bagliani,
le date sono il 3 maggio, il 15 giugno e il 14 settembre 2004 alle ore 16,00 e alle ore 21,00.
E’ ancora da definire la data delle ultime due rappresentazioni.
Per la settimana Nazionale “Donazione e Trapianto”
che si terrà dal 9 al 16 maggio p.v.
le nostre due postazioni saranno presenti
il 16 maggio in via Dante adiacenza Piazza Castello.
Il prossimo 6 giugno con partenza da Via Val D’Intelvi 15
(sede della delegazione Baggio) alle ore 9,00
si svolgerà la quattordicesima
“PASSEGGIATA IN BICICLETTA TRA IL CEMENTO E LA NATURA”.
La carovana si snoderà per le vie del quartiere e ci
porterà alla riscoperta dei fontanili e delle vecchie cascine.
L’arrivo è previsto per le ore 12,00 sul piazzale della chiesa
di Sant’Anselmo in via Manaresi, qui i partecipanti potranno
beneficiare di un rinfresco offerto dall’Aido nel proprio gazebo.
Le Giornate Nazionali per la Campagna di Informazione 2004
con l’offerta dell’Anturium si svolgeranno il 17 e il 18 ottobre
su diverse piazze della città di Milano.
(per conoscere i punti dove saranno ubicate le nostre postazioni chiamare negli orari d’ufficio)
Nessuno è autorizzato a ritirare denaro a domicilio per conto dell’Aido
ATTENZIONE
Si raccomanda vivamente agli associati di comunicare tempestivamente le variazioni di domicilio,
residenza o eventuali decessi. Chi volesse ricevere un solo numero di Notiziaido
per nucleo familiare ne dia comunicazione scritta o telefonica.