TEST TMA + cQSA

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TEST TMA + cQSA
TEST TMA DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DELL’AUTOSTIMA
L’autostima è uno stile di auto-valutazione appreso dall’individuo sulla base delle sue esperienze e
comportamenti passati, che consente di predirne i comportamenti futuri. L’autostima viene valutata
chiedendo alle persone quanto concordano con una serie di affermazioni, nell’ipotesi che queste
valutazioni siano altamente correlate all’auto-percezione del proprio vissuto, fatto di successi e
fallimenti, dalle storie personali di rinforzamento e dai modi con cui i soggetti hanno agito e
interagito con altri.
Il livello di autostima influisce certamente sul successo/rischio di insuccesso scolastico e il minimo
che possiamo fare è di rivelarne una stima, basata su uno strumento scientificamente testato,
all’ingresso del corso secondario di studi. I dati dichiarati dagli allievi sono raggruppati in modo
sintetico e in tale forma - che non rivela più le risposte alle singole domande - possono essere messi
a disposizione del coordinatore della classe e del CIC (oltre che dei genitori e dei ragazzi stessi)
Le “auto-percezioni” degli studenti devono essere poste in relazione con le osservazioni degli
insegnanti e monitorate anche in una prospettiva evolutiva, vista la fluidità del periodo
adolescenziale e dal momento che la vita scolastica fornisce un apporto non trascurabile a
determinare derive positive o negative dell’autostima. La sperimentazione del test prevede, in
secondo luogo, che i dati siano posti in relazione con l’evoluzione dei risultati scolastici sul medio
periodo (biennio) per verificarne il potere predittivo anche sull’apprendimento.
In ogni caso le indicazioni non possono essere trascurate né considerate prive di valore sulla base
di pregiudizi relativi alla serietà dei ragazzi che si sono sottoposti al test.
Avendo assistito la maggior parte delle classi durante lo svolgimento dei test, posso affermare che
non ci sono stati casi di digitazione causale e che nella stragrande maggioranza dei casi i ragazzi
hanno risposto in modo pertinente attribuendo un senso alle affermazioni poste.
I profili ottenuti sono molto diversi tra loro e, in quanto tali, interessanti, significativi e
potenzialmente utilissimi per orientare interventi educativi e psicologici.
Alfredo Tifi
L’autostima viene suddivisa dal TMA in sei componenti ugualmente rilevanti, non
indipendenti, ma ampiamente sovrapposte e interrelate, tanto che il punteggio globale del test
è una misura attendibile dell’autostima complessiva.
1. Le relazioni interpersonali
Questo blocco di 25 domande vuole accertare come gli adolescenti interagiscono socialmente con
“altre persone” in ogni sorta di ambiente, con maggiore o minore capacità di raggiungere obiettivi
tramite interazioni sociali riuscite e ottenendo reazioni diverse dagli altri.
2. Competenza nel controllo dell’ambiente
In quanto persone attive che influiscono sul proprio ambiente, i ragazzi riescono o falliscono nei
loro tentativi di risolvere i problemi, raggiungere obiettivi, determinare situazioni desiderate, nel
funzionare efficacemente nel proprio ambiente e controllare questo.
3. L’emotività
Le reazioni emotive si diversificano a seconda che i comportamenti precedenti siano stati rinforzati
o puniti. La capacità di riconoscere, valutare, descrivere e controllare le emozioni si sviluppa man
mano che gli stessi schemi di reazione emotiva, con l’età, si stabilizzano.
4. Il Successo Scolastico
Nel contesto scolastico il ragazzo valuta i suoi successi e le sue esperienze in tutte le situazioni
connesse alla scuola
5. La vita Familiare
Tale scala descrive come l’allievo si vede in relazione a ogni persona dalla quale egli dipende per
l’assistenza, la sicurezza e l’educazione
6. Il Vissuto Corporeo
Le persone ricevono continui feedback diretti e indiretti sulla loro condizione corporea e si
confrontano con le caratteristiche degli altri. Reazioni altrui e la valutazione di tali confronti
contribuiscono all’autostima corporea.
TEST TMA DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DELL’AUTOSTIMA
RELAZIONI INTERPERSONALI
13 La maggior parte della gente mi apprezza cosi come sono.
1 Di solito con me ci si diverte molto.
14 Spesso mi sento lasciato fuori.
2 La gente non sembra molto interessata a parlare con me.
15 La gente dice bugie sul mio conto.
3 Sono troppo timido.
16 Ho molti amici.
4 Piaccio alla maggior parte della gente.
17 Passo molto tempo sentendomi solo.
5 Gli altri mi evitano.
18
6 Molte persone si burlano di me.
19 Gli altri mi dicono i loro segreti.
7 Non sono accettato da coloro che mi conoscono.
20 La gente se la prende con me.
8 La maggior parte della gente mi trova interessante.
21 Ho l’impressione che gli altri non si accorgano di me.
9 Alla gente piace stare con me.
22 Ricevo molte telefonate dagli amici.
Non sono mai sicuro di cosa fare quando mi trovo con
persone che non conosco bene.
10 Il più delle volte mi sento ignorato.
23 Molte persone hanno una scarsa opinione di me.
11 Mi sento ammirato dalle persone dell’altro sesso.
24 Permetto agli altri di approfittarsi di me in maniera eccessiva.
Bisogna che gli altri mi conoscano prima che io possa
25
piacere loro.
12 Nessuno ride quando racconto barzellette.
COMPETENZA DI CONTROLLO DELL'AMBIENTE
38 Do alla gente buoni motivi per fidarsi di me.
26 Sono onesto.
39 Non sono bravo come dovrei.
27 Troppo spesso dico qualcosa di sbagliato.
40 Non riesco a stare tranquillo quando dovrei.
28 Sono troppo pigro.
41 Ho successo in quasi tutto quel che faccio.
29 Ho un buon senso dell’umorismo.
42 Riesco a gestire le mie cose con senso di responsabilità.
30 Sono sostanzialmente un debole.
43 Manco di buonsenso.
31 Sento che la maggior parte della gente mi rispetta.
44 Sembra che io sia sempre nei guai.
32 Non sono molto bravo nel dire come la penso.
45 Riesco a fare piuttosto bene la maggior parte delle cose.
33 So far valere le mie ragioni quando è necessario.
46 Non sono molto intelligente.
34 Sono sfortunato.
47 Per molti aspetti sono un vigliacco.
35 Ho fiducia in me stesso.
48 Gli altri credono che diventerò qualcuno.
36 Non mi sembra di avere alcun controllo sulla mia vita.
49 Troppo spesso faccio stupidaggini senza pensare.
Spesso rimando cose importanti da fare finché è troppo
37
50 Butto via i soldi in modo stupido.
tardi.
EMOTIVITÀ
63 La mia vita è instabile.
51 Mi piace la vita.
64 Guardo la vita da una prospettiva positiva.
52 Ho paura di molte cose.
65 Spesso sono confuso riguardo ai miei sentimenti.
53 Ci sono molte cose che vorrei cambiare di me stesso.
66 Qualche volta mi sembra di non valere nulla.
54 Non riesco a prendermi in giro molto facilmente.
67 Spesso mi vergogno delle cose che ho fatto.
55 Non sono una persona felice.
68 Spesso mi sento indifeso.
56 Sono orgoglioso di me stesso.
69 Mi sento amato.
57 Mi sento un fallimento.
70 Vorrei essere qualcun altro.
58 La mia vita è scoraggiante.
71 Mi sento insicuro.
59 Sono contento di me così come sono.
72 Sono una brava persona.
60 Sono troppo emotivo.
73 Non sono felice come sembro.
61 Ho un buon autocontrollo.
74 Di solito sono molto rilassato.
62 Spesso deludo me stesso.
75 A volte non mi piaccio.
IL SUCCESSO SCOLASTICO
88 Pare che io non abbia mai buone idee.
76 I compagni in genere apprezzano le mie idee.
89 Gli insegnanti apprezzano il mio comportamento in classe.
77 Spesso mi sento impreparato per la lezione.
90 Spesso mi sento tonto.
78 Sono bravo in matematica.
91 Piaccio alla maggior parte dei miei insegnanti.
79 Studiare è difficile per me.
92 Non sono molto capace di organizzare il mio studio.
80 In genere vado bene alle prove.
93 Le scienze sono facili per me.
81 Sono fiero del mio lavoro scolastico.
94 A scuola mi sento a disagio.
82
Riesco a scrivere meglio della maggior parte dei ragazzi
della mia età.
95 Di solito studio sodo.
83
Leggo bene quanto la maggior parte dei ragazzi della mia
età.
96
La maggior parte della gente preferisce lavorare con me
piuttosto che con chiunque altro.
84 Non sono capace di pensare molto in fretta.
97 I miei insegnanti hanno una scarsa opinione di me.
85 Mi impegno più della maggior parte dei miei compagni.
98 La maggior parte delle materie sono piuttosto facili per me.
86 Non capisco molto quel che leggo.
99 Non sono molto creativo.
87 Imparo con facilità.
LA VITA FAMILIARE
101 I miei genitori si preoccupano della mia felicità.
100 In genere sono molto soddisfatto dei miei compiti scritti.
113 Sono un membro importante della mia famiglia.
114 I miei genitori sono orgogliosi di me.
102 La mia famiglia mi fa sentire amato.
115 La mia famiglia non ha niente di buono.
La mia famiglia rovina tutto quello che faccio o che
Nulla di ciò che faccio sembra far piacere ai miei
103
116
vorrei fare.
genitori.
I miei genitori sono sempre presenti quando
104 Nella mia famiglia ci prendiamo cura l’uno dell’altro.
117 partecipo a gare (o altre occasioni) importanti per
me.
105 Mi sento apprezzato dalla mia famiglia.
118 I miei genitori credono in me.
106 Mi diverto con la mia famiglia.
119 Sono fiero della mia famiglia.
Vorrei cambiare la mia famiglia con quella di qualcun
107
120 I miei genitori si prendono cura della mia educazione.
altro.
La mia famiglia è una della cose più importanti della
108 I miei genitori si interessano a me.
121
mia vita.
109 I miei genitori non hanno fiducia in me.
122 I miei genitori mi amano così come sono.
110 La mia casa è calda e accogliente.
123 Non so perché la mia famiglia sta insieme.
111 Ai miei genitori non piace avermi intorno.
124 I miei genitori pensano al mio futuro.
112 I miei genitori mi aiutano quando ne ho bisogno.
125 La mia casa non è un luogo felice.
IL VISSUTO CORPOREO
138 Riesco bene nella maggior parte degli sport.
126 Mi sento bene.
139 Non mi piace il modo in cui mi stanno gli abiti.
127 Sono attraente.
140
128 Non sono in forma.
Normalmente vengo scelto tra gli ultimi per i giochi di
squadra.
141 Sono fisicamente prestante.
Quando mi guardo allo specchio, mi piace quello che
142 I miei capelli non hanno mai un bell’aspetto.
vedo.
130 Mi stanco in fretta.
143 La mia pelle è attraente.
129
131 Ho bei denti.
Mi sento a posto indipendentemente dal modo in cui
mi vesto.
133 Sono brutto/a.
Sono più forte della maggior parte delle persone della
134
mia età.
135 Ho una bella figura.
132
144 Non mi piace essere visto/a in costume da bagno.
Cerco di non far notare agli altri alcune parti del mio
corpo.
146 I vestiti fanno bella figura su di me.
145
147 Pare che io non abbia l’energia per fare grandi cose.
148 Il mio peso è proprio quello giusto.
136 Sto bene di salute.
149 Cambierei il mio aspetto se potessi.
137 Mi piace il mio aspetto.
150 Ho un aspetto grazioso.
QSA, QUESTIONARIO DELLE STARTEGIE DI APPRENDIMENTO (scale metacognitive)
C1 Processi e strategie elaborative per comprendere e ricordare
7. Quando imparo nuove parole o nuove idee cerco di immaginare una situazione a cui esse si possano applicare
17. Cerco di trovare le relazioni tra ciò che apprendo e ciò che già conosco
22. Cerco di trovare i legami tra ciò che sto studiando e le mie esperienze
26. Cerco di vedere come ciò che studio potrebbe applicarsi alla mia vita di tutti i giorni
31. Cerco di stabilire collegamenti tra le diverse idee esposte nel testo che studio
36. Quando imparo un nuovo concetto cerco di trovare un esempio a cui esso si possa applicare
41. Quando imparo un nuovo concetto mi domando se ci sono casi in cui esso non può essere applicato
48. Durante lo studio o l’ascolto di una lezione mi vengono in mente collegamenti con altri argomenti già studiati
85. Leggendo ricostruisco con la mia immaginazione le situazioni, i personaggi o le vicende narrate
100. Per ricordare meglio quanto studio cerco di collegare tra loro le varie idee.
C2 Autoregolazione del processo di studio e apprendimento
1. Dopo una lezione rivedo con cura i miei appunti per approfondire e ricordare meglio le idee raccolte
2. Quando leggo rifletto sull’ argomento e cerco di capire bene quello che è esposto nel testo
11. Controllo se ho capito bene quello che l’insegnante ha detto durante la lezione
12. Per stare più attento, durante le lezioni prendo degli appunti
21. Mentre studio mi pongo delle domande o faccio degli esercizi per verificare se ho capito bene
27. Quando leggo un testo segno sul testo le cose più importanti
34. Organizzo il mio studio in base al tempo che ho a disposizione
63. Quando eseguo un lavoro piuttosto noioso, penso ai suoi aspetti meno negativi e alla soddisfazione che
proverò quando lo avrò finito
65. Porto a termine in tempo utile i compiti da fare a casa
80. Se ho un insuccesso, mi sento portato a ritentare l’impresa
81. All’inizio dello studio verifico quali sono le cose che devo fare
C3 Disorientamento e difficoltà a organizzarsi nello studio
3. Capita che riesco male in un compito perché non riesco a capire che cosa esattamente devo fare
8. Quando studio mi perdo nei dettagli e non riesco a trovare le cose principali
32. Ho difficoltà a riassumere quanto ho ascoltato a scuola o letto in un libro
40. Mentre mi interrogano capita di accorgermi che ho studiato l’argomento sbagliato
43. Imparo a memoria regole, termini tecnici o formule, anche senza comprenderli
46. Non riesco a rimanere concentrato nel lavoro per più di un quarto d’ora
52. Mi capita di trovare che un argomento di studio era più difficile di quanto mi fossi aspettato
96. Evito di fare domande, perché penso di dare fastidio all’ insegnante
98. Trovo difficile capire se un concetto o un argomento mi risulta poco chiaro
C4 Preferenza a studiare con altri, atteggiamento collaborativo
13. Trovo che studiare con un compagno costituisca una perdita di tempo
30. Trovo utile e stimolante discutere o lavorare in gruppo
50. Quando partecipo a lavori di gruppo ho l’impressione di capire meglio le cose
57. Preferisco studiare la lezione da solo piuttosto che con l’aiuto degli altri
74. Mi sembra di imparare meglio quando posso confrontarmi con i compagni
86. Penso che nello studio, come nel lavoro, è importante imparare a lavorare insieme
99. Quando partecipo a lavori di gruppo ho l’impressione di perdere il tempo
C5 Uso di organizzatori grafici per studiare e rappresentare le conoscenze
18. Gli schemi, i grafici o le tabelle riassuntive mi aiutano a capire meglio quanto esposto nel testo
37. Mi costruisco schemi, grafici o tabelle riassuntive per sintetizzare ciò che studio
44. Faccio disegni o schizzi che mi aiutano a comprendere quello che sto studiando
56. Ricordo meglio quanto studio se posso servirmi di schemi, grafici e tabelle
71. Trovo poco utile nel ripassare le lezioni servirmi dei disegni, dei grafici o delle tabelle riassuntive
contenute nel testo
90. Capisco meglio se l’insegnante nello spiegare usa schizzi e grafici fatti sulla lavagna
C6 Difficoltà di concentrazione e organizzazione di tempi e spazi di lavoro
60. Quando mi accingo a studiare cerco di prevedere quanto tempo mi occorrerà per imparare un argomento
69. A casa studio le materie non in base a un piano preciso, ma secondo l’urgenza delle interrogazioni
79. I problemi di casa o quelli posti dalle amicizie mi fanno trascurare l’impegno scolastico
84. Quando il mio insegnante spiega, mi trovo a pensare altre cose e cosi non seguo quello che sta esponendo
89. Mentre studio mi distraggo facendo “sogni a occhi aperti”, progetti e programmi di ogni genere
C7 Autointerrogazione e autovalutazione dell’adeguatezza della propria preparazione
6. Quando mi preparo per un esame o una interrogazione, penso alle domande che l’insegnante potrà farmi
25. Quando ho finito di studiare, immagino le domande che potrà farmi l’insegnante e cerco di rispondervi
35. Prima di studiare un argomento cerco di chiarire che cosa si aspetta da me l’insegnante
Le 51 affermazioni del versante cognitivo QSA sono presentate non raggruppate, ma in una
sequenza rimescolata in coda al test TMA, nel seguente ordine.
1, 2, 3, 6, 7, 8, 11, 12, 13,17, 18, 21, 22, 25, 26, 27, 30, 31, 32, 34, 35, 36, 37, 40, 41, 43, 44, 46, 48,
50, 52, 56, 57, 60, 63, 65, 69, 71, 74, 79, 80, 81, 84, 85, 86, 89, 90, 96, 98, 99, 100.
Che cos’è il Questionario sulle Strategie di Apprendimento
Elaborato dal gruppo di Pellerey dell’Università Salesiana di Roma e diffuso a partire dal 1996.
Parte dall’evidenza che sono sempre più deboli tra gli studenti le capacità di controllo delle strategie
cognitive, affettive e motivazionali necessarie per acquisire in modo significativo, stabile ed
efficace quanto la scuola propone.
È un “questionario di autopercezione”, basato cioè sull’autovalutazione dei propri modi di agire e di
reagire in un contesto scolastico. Come tutti i questionari di questo tipo si prevede una
triangolazione tra l’autopercezione, la percezione da parte degli insegnanti e le prestazioni rilevate.
In poche parole costituisce un elemento di riferimento (anche se non certamente l’unico) per
l’osservazione continua dell’inizio del nuovo percorso educativo di ciascun allievo e per la
prevenzione dell’insuccesso.
Standardizzato su un campione di circa 10000 studenti di età compresa tra i quattordici e i
diciassette anni, con un’accurata analisi statistica fattoriale che ha consentito di individuare e
perfezionare sette scale cognitive e le sette scale di affettività. Indipendenti. A differenza del TMA
le scale del QSA sono mescolate tra le 100 domande del test.
Fornisce un insieme di dati statistici e un profilo individuale per ciascun allievo su:
Scale Metacognitive
1. Strategie di elaborazione
2. Controllo, metodo e autoregolazione dello studio
3. Organizzazione – orientamento / disorganizzazione – disorientamento
4. Disponibilità allo studio collaborativo e partecipativo
5. Utilizzo di organizzatori grafici della conoscenza (diagrammi, mappe, tabelle ecc.)
6. Difficoltà di concentrazione
7. Autointerrogazione, controllo della comprensione.
Scale dell’Affettività
1. Ansietà di base
2. Perseveranza e volizione
3. Attribuzione del successo-fallimento scolastico a cause controllabili
4. Attribuzione del successo-fallimento scolastico a cause incontrollabili
5. Mancanza di perseveranza
6. Percezione della propria competenza e responsabilità
7. Presenza e controllo delle interferenze emotive
Per non appesantire eccessivamente il già lungo test, sono stati aggiunte ad esso solo le 51 domande
relative ai 7 fattori metacognitivi, escludendo le altre 49 relative ai fattori affettivi, anche se solo in
minima parte sovrapponibili al test TMA.
Dai punteggi delle scale del QSA è più facile ricavare anche indicazioni operative per interventi
didattici – su terreni nei quali per definizione si muove l’insegnante - rivolti sia ai singoli alunni,
sia all’intera classe. Un recupero di tali fattori cognitivi creerebbe immediate condizioni di
successo a scuola, con effetto anche sull’autostima e motivazione, se accompagnato da opportunità
di relativizzare errori, di evidenziare autovalutazioni positive, di un clima che non penalizzi
l’attivazione di strategie per l’apprendimento significativo e del pensiero divergente in opposizione
alle modalità di riproduzione meccanica.
Significati delle scale metacognitive del QSA
C1. Strategie di elaborazione
Il parametro si riferisce ai processi cognitivi implicati nel mettere in relazione quanto si studia o
ascolta con quanto già conosciuto, con la propria esperienza, con immagini mentali, esempi e
contro-esempi, al fine di comprendere e ricordare meglio quanto studiato.
C2. Autoregolazione
Il fattore si riferisce alla capacità di gestire autonomamente lo studio e in generale i processi di
apprendimento. Un punteggio elevato indica il possesso di un senso di accuratezza, riflessività e
controllo metacognitivo nello svolgere i propri impegni scolastici, la tendenza a studiare con
attenzione e metodo. Punteggi bassi suggeriscono interventi didattici mirati a migliorare le
disposizioni motivazionali e le capacità di controllo positivo delle azioni di apprendimento.
C3. Disorientamento
Un punteggio elevato in questo fattore indica la facilità di perdersi di fronte agli impegni, per scarsa
capacità a organizzare il materiale da studiare, a strutturarne le conoscenze nella maniera più
adeguata a ricordarle nel tempo, a gestire il tempo a disposizione e l’ambiente in vista dell’obiettivo
da raggiungere.
C4. Disponibilità alla collaborazione
Un punteggio elevato dimostra l’apprezzamento per e la disponibilità a uno studio partecipativo e
collaborativo e la propensione ad imparare a lavorare in gruppo, capacità che andrebbero promosse
in caso di punteggi bassi.
C5. Uso di Organizzatori Grafici
L’uso di organizzatori grafico-semantici è particolarmente rilevante quando si tratta non solo di
comprendere, ma soprattutto di organizzare in maniera coerente e sistematica quanto si viene
studiando e ascoltando. Esso facilita il ricordo ed è una delle componenti della capacità di
risoluzione dei problemi. Nel caso di bassi punteggi è bene che il docente intervenga per insegnare
metodi di lavoro più produttivi, quali le mappe concettuali.
C6. Difficoltà di concentrazione
Un elevato punteggio indica che il soggetto si distrae facilmente o non gestisce adeguatamente il
proprio tempo e spazio di lavoro per garantire una concentrazione adeguata nello studio e, pertanto,
dovrebbe essere aiutato a sviluppare valide ed efficaci strategie di controllo dell’attenzione.
C7. Autointerrogazione
Misura la tendenza a porsi e a porre domande per controllare l’adeguatezza della propria
preparazione, per verificare la validità delle proprie conoscenze e per controllare la propria
comprensione. Anche le strategie per verificare il livello di apprendimento raggiunto possono essere
insegnate e messe in pratica.
Selezione Bibliografica
Introduzione al test TMA(di matrice comportamentista)
http://www.erickson.it/erickson/repository/pdf/27_tma.pdf
Esempio applicativo in contesto della prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti (Ser.T)
http://www.unicri.it/min.san.bollettino/bulletin_it/2000-4/valutazione_dell.htm
Introduzione al test: http://archivio.invalsi.it/classe-aperta/classe_aperta/pagine/doc/link_L.htm
Esempio applicativo del test QSA (completo) per la formazione delle classi in un IIS di Genova
http://www.majorana.it/index.html?module=htp.tsite&op=show&resID=453638&pubID=453596
Un contesto che illustra la problematica generale del disorientamento nel biennio e la prognosi.
http://www.provincia.torino.it/scuola/cesedi/ABV-RLS-ZZ/INTRODUZ/IntDisor.htm
INTERPRETAZIONE DEL REPORT PERSONALE DELL’ALLIEVO
A ciascuna delle 201 affermazioni del test l’allievo può rispondere con “Assolutamente Vero”,
“Vero”, “Non è Vero” o “Non è Assolutamente Vero”. Il programma di calcolo attribuirà 4, 3, 2, 1
punti a tali opzioni se la domanda indica in positivo il possesso di una qualità, oppure assegnerà 1,
2, 3, 4 punti se la domanda è in negativo. Dalla somma di tali punteggi su tutte le affermazioni di
ciascuna scala, si ricavano i “punteggi grezzi”, che saranno poi convertiti in punteggi “standard”,
con modalità leggermente diverse per il TMA e per il QSA. Entrambi i test si basano su un
campione di alunni esterno che determina una distribuzione di punteggi ai quali il punteggio
standard fa riferimento come norma. Per il TMA ha significato il punteggio complessivo e anche
questo viene standardizzato. Per il QSA le diverse scale non sono commensurabili, pertanto si
riporta solo il punteggio di ciascuna di esse.
Nella prima parte del report si interpretano i risultati del TMA.
Il punteggio grezzo è alla prima riga e va da 25 a 100 per ciascuna scala e da 150 a 600 per il
totale.
Il punteggio standard va invece da un minimo di 45 a un massimo di 145, basandosi sui percentili
del campione (100° perc.le 145 punti standard, 95° perc.le 140 punti ecc.).
Fasce di punteggio standard
Sopra i 135
126 – 135
116 – 125
86 – 115
76 – 85
66 – 75
Meno di 66
Percentili
91° - 100° perc.le
81° - 90° perc.le
71° - 80° perc.le
51° - 70° perc.le
41° - 50° perc.le
31° - 40° perc.le
1° - 30° perc.le
Classificazione
Autostima estremamente positiva
Autostima molto positiva
Autostima lievemente positiva
Autostima nella media
Autostima lievemente negativa
Autostima molto negativa
Autostima estremamente negativa
Un rango percentile di 64, ad esempio, indica che il livello di autostima del soggetto è superiore a
quello del 64% dei ragazzi inclusi nella popolazione di riferimento.
La sottostante classificazione (0,05%) e il grafico della interpretazione intraindividuale si
riferiscono invece al dato medio dell’allievo, considerato come “basale”, e rispetto al quale si
segnalano i settori dove l’autostima è più alta (punti di forza) e quelli dove invece l’autostima
scende parecchio (deviazioni significative con probabilità maggiore del 95%) al di sotto della media
individuale (lati deboli).
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Nel test QSA per ciascuna scala sono indicati il punteggio grezzo, il punteggio massimo e minimo
(diversi per ciascuna scala), la media e la deviazione standard per la popolazione di riferimento.
Le scale C3 e C6 sono in colore ad indicare che i punteggi grezzi sono invertiti. Quindi si hanno i
punteggi “standard nine” (stanine),
basati su 9 valori centrati sul 5 ±4. Al 5
corrisponde il 20% dei valori intorno
alla moda della distribuzione (dal 41° al
60° perc.le), ovvero metà della
deviazione standard. Tutti i percentili
superiori al 95% hanno 9 stanine, tra
l’88° e il 96° perc.le si ha stanine 8 ecc.
Ogni stanine si estende per mezza
deviazione standard, come mostra la
figura che si riferisce a una popolazione
ideale. La scala Stanine corretta e il
relativo grafico sono le indicazioni più
importanti. In esse i punteggi delle scale C3 e C6 sono re-invertiti, quindi valori bassi indicano
negatività (elevato disorientamento e/o difficoltà di concentrazione) come per le altre scale. I punti
Z corretti infine riproducono una scala stanine continua riferita alla distribuzione ideale avente la
stessa media e deviazione standard, anziché a quella reale della popolazione di riferimento.