LO SPECCHIO MAGICO Quel giorno ero in vacanza dal nonno. Mia
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LO SPECCHIO MAGICO Quel giorno ero in vacanza dal nonno. Mia
LO SPECCHIO MAGICO Quel giorno ero in vacanza dal nonno. Mia madre, per impegni di lavoro, partì per l’Irlanda ed io fui lasciata dal mio simpatico nonnino. Fui portata nella mia stanza degli ospiti, disfeci le mie valigie e, non appena fui esonerata dai miei doveri, uscii per esplorare la zona. L’elemento dominante di quel luogo era la neve, soffice e fredda neve. Così mi addentrai in un bosco impervio, folto e ricco di pini. Il crepuscolo incombeva ma io, assorta nei miei pensieri, non me ne accorsi e continuai ad avanzare in quel lugubre bosco. Una timida foschia mi avvolgeva. Quando mi resi conto di essermi persa era già troppo tardi… la notte si fece avanti e cominciò a nevicare. Io camminavo sulla neve fredda e lanuginosa, ero totalmente sola. Nessuna luce all’orizzonte. Ecco, poi vidi un lumino, un piccolo luccichio che emergeva dallo sfondo nero. Forse era un intrepido viaggiatore, che come me si era avventurato verso l’ignoto. Oppure era uno scherzo del mio cuore che cercava di far ardere in me una speranza che però pian piano si spegneva. Ogni passo era sempre più lento e difficile da compiere ma quella luce era sempre più intensa e mi avvicinai. Essa era emessa da uno specchio. Lo raccolsi. Il manico era caratterizzato da piccoli rosoni dorati e su di esso erano incisi strani segni dal significato esoterico. Lo fissai intensamente. Inaspettatamente svenni. Quando riaprii gli occhi mi risvegliai in un mondo diverso. Il prato era del color dell’acqua cristallina, gli alberi porgevano, ad ogni viandante, i loro succulenti frutti; da un grande lago dai colori dell’arcobaleno emergevano, saltando allegramente, pesci volanti dal simpatico sorriso. Ero davvero incredula, ma ogni cosa sembrava reale. Mi sedetti sulla sponda del fiume, mi tolsi le scarpe e iniziai a sguazzare i piedi nell’acqua policromatica. Uno strano gorgoglio proveniva dall’acqua, ed io spaventata, mi allontanai. Ma dal lago uscì una strana creatura dall’aspetto leggermente opulento: era una stupenda sirena. Le azzurre squame brillavano alla luce del sole, i biondi capelli legati si scuotevano fluenti al vento. Facemmo subito amicizia. Ma dopo le dovute presentazioni notò un medaglione appeso al mio collo. Mi parlò di un regno, di una strega e di altre cose ma io non riuscivo a comprendere. Poi, come un lampo, capii tutto. Una perfida strega minacciava le sorti del regno ed io ero destinata ad annientarla imprigionandola nel medaglione. Ma l’unico modo per poterla intrappolare era racimolare un pezzo di nuvola dei cieli più alti e una piuma di ali di Pegaso, immetterli nel medaglione per creare la magia. Inoltre mi spiegò che lo specchio era un portale magico tra il nostro mondo ed il loro. Io ovviamente le chiesi com’ è possibile prendere un pezzo di nuvola. Lei senza spiegare niente chiamò uno di quei pesci volanti. Io ci saltai in groppa e lui, dispiegando le sue grandi ali, mi portò fin sopra le nuvole. Presi un pezzo di soffice nuvola, lo misi nel mio medaglione e tornai a terra. Non mi sembrava vero, io avevo volato… sopra un pesce per di più! Poi la sirena mi donò una piuma di pegaso, questa era incastonata nel suo anello. La misi nel medaglione. Era l’ora di raggiungere la strega che abitava alle falde di un vulcano spento. Con irruenza entrai in casa . La strega pronunciò strane parole e mi lanciò un incantesimo. Io lo schivai e, grazie alla magia prodotta dal mio medaglione, intrappolai la strega. Corsi velocemente verso la mia amica sirena e con gioia le diedi la lieta notizia. Ma lei aveva un viso triste, e piangendo le sue lacrime cadevano sottoforma di perle d’argento.Le chiesi il motivo della sua tristezza e lei singhiozzando mi disse che per distruggere definitivamente la strega era importante rompere il medaglione ma così facendo il regno incantato sarebbe scomparso. Ed io con le lacrime agli occhi le dissi che tutto il mondo compresa lei e tutti i suoi abitanti sarebbero vissuti nel mio cuore. Così mi tolsi il medaglione, lo calpestai e svenni. Mi ritrovai nella piccola baita di mio nonno, distesa nel divano, come se il tempo non fosse mai trascorso e come se tutto questo fosse stato solo un sogno. Lo porterò per sempre nel mio cuore. Anita Nicosia 3^D 2009/2010