Azur e Asmar...Secondo me 4B_Don Bosco

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Azur e Asmar...Secondo me 4B_Don Bosco
Mestrino martedì 10 aprile 2012
Azur e Asmar…
Secondo me!
Azur e Asmar sono due bambini: il primo, Azur, è figlio di un nobile vedovo e, proprio per questo, è
stato affidato alle cure di Janen, una nutrice, madre di Asmar; per questo Azur considera Jamen e
Asmar sua madre e suo fratello. I due bimbi crescono insieme sotto la guida e le cure di Janen e
svolgono ogni compito che la nutrice assegna loro, che sia semplice o complesso, insieme; anche
altre cose spontanee, come dormire, giocare, decidere, mangiare, le svolgono uniti. Quando vanno
a dormire, i due “fratelli” si fanno cantare una nenia e raccontare “La leggenda della Fata dei
Jin” dalla nutrice; durante i giorni di tutto l’anno, anche durante i pasti, Janen racconta loro
leggende, non inventate ma ascoltate, che riguardano la Fata dei Jin. Il padre di Azur decide di far
prendere a suo figlio lezioni private di danza, poesia, letteratura, equitazione, ecc. per farlo
diventare un cavaliere; ma vedendo come si vogliono bene i due bimbi e che Asmar imita Azur,
decide di far prendere lezioni anche al “fratello” di suo figlio, di farlo diventare un cavaliere e di
finanziare gli studi di entrambi. Nonostante l’impegno dei due bimbi di diventare cavalieri, appena
finite le lezioni ritornano a giocare; questa cosa non è molto gradita al padre, che fa dormire Azur
nel castello invece che con Asmar. Rendendosi conto che questo fa soffrire i fratelli di latte, decide
che Janen e Asmar possono vivere a palazzo con lui e Azur. Vedendo che continuano a giocare, il
padre decide di assegnarli alle lezioni di un precettore; nel frattempo Janen vive a castello con il
padre di Azur. Durante una delle loro visite ai genitori, i due ragazzi decidono di andare nella
“Terra al di là del mare”, la terra della nutrice e di Asmar e della Fata dei Jin. Janen e il padre di
Azur decidono di partire con i “fratelli”; il padre decide di affidare il castello a dei suoi amici e di
comprare una nave ed un equipaggio. Durante il viaggio Janen confessa che nel suo paese tutte le
persone sono di carnagione scura e hanno gli occhi marroni; proprio per questo hanno paura di
chi ha gli occhi chiari o blu ed è di pelle bianca. Detto questo, Janen porge ad Azur un paio di
occhiali scuri, consigliandogli di metterli per proteggere gli occhi e anche se stesso. Janen ritiene
sciocche tali superstizioni ed esclama: “Io ho conosciuto due paesi, due lingue, due religioni: ciò
fa sì che io ne sappia due volte più di tutti gli altri. Laddove gli altri si fermano per gli occhi blu o
altre superstizioni, io vado avanti e li batto!”. Sulla nave passano la notte e, a mattino inoltrato,
sbarcano nella “Terra al di là del mare”, il Marocco, dove Azur mette subito gli occhiali scuri.
Presi i quattro cavalli – uno a testa- che hanno portato con loro nel viaggio in nave e le provviste,
partono alla ricerca di qualche asino per trasportarle. Nel mezzo del tragitto, i quattro incontrano
Raspun, un mendicante, ladro ed imbroglione. Raspun si offre di fare da guida e, dopo un po’,
giungono ad un piccolo tempio, il tempio della Chiave Rovente, la prima Chiave. Azur tasta le
mattonelle e ne trova una calda: la sposta e prende la chiave. Arrivano alle porte, comprano gli
asini per caricare le provviste e si lasciano alle spalle Raspun. Continuano ad andare in giro per la
città e, proprio nel centro di questo, dove si svolge il mercato, Asmar sente un odore buonissimo,
più forte degli altri; sono arrivati ad un secondo tempio, dove Asmar si arrampica in cima e prende
la seconda Chiave, la Chiave Aulente. Decidono di proseguire. Janen dice che possono andare tutti
nella sua vecchia casa, idea che viene subito approvata. La nutrice dice, inoltre, che la metà della
casa appartiene a sua sorella Nejat e a tutta la sua famiglia, che durante il tempo in cui Janen è
stata in Francia è diventata ricca. Quando bussano alla porta, un’ancella va ad aprire e quando la
nutrice dice di essere la sorella di Nejat, la porta si spalanca: sull’uscio della porta appare Nejat
che corre ad abbracciare con gioia Janen. La sorella invita la nutrice ad entrare e fa entrare anche
Azur, Asmar e il padre. Nejat ordina alle ancelle di preparare la veranda a festa perché ha rivisto
sua sorella, cosa in cui, ormai e putroppo, non ci sperava più. Janen e Asmar fanno da traduttori
per Azur e suo padre da parte di Nejat e di tutta la sua famiglia. Nejat fa festa insieme alla sorella
e alla sua famiglia; finita la festa ordine alle ancelle di aiutare Janen , il padre, Azur e Asmar a
sistemarsi nell’altra metà della sua casa. Con l’aiuto delle ancelle finiscono il lavoro in un paio di
giorni. Finiti i lavori, Janen e il padre di Azur decidono di sposarsi: per il matrimonio Janen ha
comprato un abito meraviglioso. Durante la cerimonia – che si svolge sulla veranda di Nejat- Azur
comincia a comprendere la lingua di Janen. Qualche giorno dopo Azur e Asmar cominciano ad
organizzare la spedizione alla ricerca della Fata dei Jin. Nejat e Janen consigliano ai due ragazzi
di parlare con il vecchio saggio Joda-a , conoscente di Janen e di sua sorella fina da bambine.
Arrivati da Joda-a si fanno rivelare quello che riguarda il loro viaggio alla ricerca della Fata,
cioè: oltrepassare la Montagna delle Antiche Mura; incontrare il Leone Scarlatto dagli artigli di
zaffiro e Saimar, due belve molto feroci, che dovranno sfamare; giungere al Dirupo Nero dai mille
varchi e, uno di questi li condurrà ad altre e diverse insidie; queste potranno essere superate grazie
alle “chiavi” trovate dai due giovani. Superate queste, giungeranno alle Porte Gemelle: una di
queste conduce alle tenebre, l’altra alla Fata. Joda-a consiglia ai fratelli di latte di parlare e
consigliarsi con la principessa Shantzu-Sa –Ba; infine , chiarisce ai due che troveranno una terza
chiave lungo il cammin. I “fratelli” tornano a casa, raccontano ai genitori ciò che Joda-a ha
rivelato sul loro viaggio e si recano dalla principessa. Chiedono di essere ricevuti dalla
principessa dicendo di essere stati mandati dal vecchio saggio. Quando si trovano a che fare con
una bimba si meravigliano non poco: Shantzu-Sa-Ba, anche se molto giovane, possiede una grande
saggezza; c’è un però, purtroppo: non è mai uscita dal palazzo. Shantzu-Sa-Ba domanda ad Azur il
motivo tale per cui porta un paio di occhiali scuri e il ragazzo risponde che ha gli occhi blu, gli
occhi “maledetti” e le domanda se non la infastidisce quel colore e lei risponde :”Sono troppo
grande per credere a queste bambinate!”. E così dicendo gli consigliò di togliersi gli occhiali; la
principessa conduce i due giovani all’osservatorio dove concede loro sei doni, tre a testa: due
Confetti di fiele, Confetti speciali che permettono di parlare e di comprendere la lingua degli
animali, due bottiglie contenenti la Nebbia dell’Invisibilità, che permette di diventare invisibili, due
Piume Iridescenti, delle piume di Saimar, un uccello enorme multicolore, che impediscono che
Saimar stesso divori i pretendenti. La principessa dice, però, che i valori più importanti sono quelli
già posseduti dall’uomo: infatti, dinanzi alle Porte Gemelle dovranno fare affidamento solo sulla
testa e sul cuore. Finita la consegna e le spiegazioni, Shantzu-Sa-Ba domanda ad Asmar se la
poteva portare a vedere com’è la vita fuori dal palazzo e lui rispond di no, che è proibito; la bimba
domanda ad Azur di nascosto ad Asmar, la stessa identica cosa e il ragazzo accetta. Quella sera
Azur esce di casa e, durante la passeggiata notturna con la principessa, sale sopra un albero e
vede, oltre ai tanti edifici della città, la Moschea, la Chiesa e la Sinagoga.
Purtroppo scoprono il malvagio Uka, un mercante, che sta architettando un piano per sposare la
Fata dei Jin, avere tutte le sue ricchezze e far fallire la missione dei “fratelli”. Uka scopre, a sua
volta, che i due lo stanno spiando e manda i suoi uomini a seguirli.
Azur e la bimba scappano e si rifugiano a casa di Janen, dove sia Asmar, che il padre e Janen
sgridano Azur, ma lo aiutano ad organizzare un trabocchetto per distrarre gli uomini di Uka e
riportare la principessa a palazzo; gli inseguitori cadono nel tranello e la principessa , sana e
salva, rientra a palazzo.
All’alba del mattino seguente, i due giovani partono alla ricerca della Fata e Janen dona, insieme
al padre di Azur, una gabbietta contenente dei piccioni viaggiatori: ne dovranno liberare uno al
giorno, così lei e il padre sapranno che sono ancora vivi. I quattro, però, non hanno fatto i conti
con il mercante malvagio, che con i suoi seguaci è già pronto ad inseguirli.
Arrivati in un bosco, i due “fratelli” liberano la Nebbia dell’Invisibilità e giungono indisturbati
alla Montagna delle Antiche Mura dove liberano il primo piccione; proseguono e cadono vittime di
un’imboscata dei pretendenti alla Fata dei Jin. I pretendenti combattono con Asmar e Azur accorre
in suo aiuto: rimane ferito, rompe la gabbietta dei piccioni e li fa volare via tutti. Asmar lo aiuta e,
alla fine della battaglia, lo medica, purtroppo non si sono accorti che la gabbietta è rotta e che uno
dei piccioni volati via è macchiato di sangue.
Soltanto alla fine della aspra battaglia vinta, alla fine, dai due “fratelli”, si accorgono, con orrore
di alcuni scheletri e , in mano allo scheletro di un pretendente, c’è la Chiave Tagliente, la terza.
La nutrice e il padre ricevono i piccioni e si preoccupano; quando però si accorgono del piccione
macchiato di sangue si preoccupano ancor di più e il padre domanda a Janen di chi, secondo lei, è
il sangue. Lei risponde:” Non lo so! Come posso saperlo? Il loro sangue è dello stesso colore!”
Azur e Asmar raggiungono il sentiero che li condurrà al Leone Scarlatto e all’Uccello Saimar;
quando giungono alle belve, i due le sfamano con la carne. Finito il “pranzetto”, Asmar mostra a
Saimar la Piuma Iridescente, Azur mangia il Confetto di fiele e domanda al Leone e a Saimar se li
può possono portare al Dirupo Nero dai Mille Varchi. I due vengono portati dagli Animali fino al
Dirupo, dove vengono lasciati e trovano il varco che li condurrà ad altre prove. Trovato questo, i
“fratelli” arrivano in una zona risplendente di luce: ci sono tantissimi edifici dorati.
Gli uomini di Uka, che avevano organizzato loro una trappola, catturano Asmar e, proprio mentre
Azur si trova dinanzi all’enorme “Sole dorato”, gli lanciano addosso una rete; Asmar, che è sotto
la minaccia delle pugnolate, ricorda ad Azur, parlando nella sua lingua, in modo che gli
inseguitori non possono comprendere, che avevano studiato che schiacciando sul “mento” del
“Sole” si può passare dall’altra parte. Per questo Asmar viene pugnalato a morte.
Azur preme il “mento” del Sole attraversandolo e i seguaci di Uka lasciano Asmar, ormai morente,
che subito Azur ritorna a prendere: è una trappola.
Ricompaiono gli uomini del mercante malvagio. Per fortuna, però, Azur, che si porta Asmar sulle
spalle, attraversa il Sole in tempo, prima che gli inseguitori li raggiungono; giungono quindi al
passaggio segreto che li co nduce ad altre insidie, per arrivare dalla Fata.
Asmar, purtroppo, è ferito in modo molto grave e Azur lo medica; Asmar lo prega di lasciarlo e
continuare. Azur , però se lo carica sulle spallle e, aiutato dal “fratello”, alla fine del passaggio
sceglie la porta giusta fra le tre che incontrano: quella sorvolata da una miriade di pipistrelli.
Oltrepassata la porta, giungono sopra un ponte ma si accorgono che è spezzato in due; anche in
questo caso Asmar domanda al “fratello” di proseguire senza di lui, ma Azur se lo ricarica sulle
spalle e prosegue, prende la rincorsa, spicca un agilissimo salto e atterra al di là del ponte.
Giungono così nella Stanza del Calore e alla Porta del Fuoco, che riescono a superare con la
Chiave Rovente trovata da Azur; arrivano così davanti alla Porta del Fetore e sono circondati da
adori terribili ma riescono a superarla grazie alla Chiave Aulente trovata da Asmar.
Arrivano quindi all’ultima porta : la Porta del Ferro; Azur prende dalla sua bisaccia la Chiave
Tagliente, con la quale riesce a fermare le mille spade che la difendono.
Infine arrivano alle Porte Gemelle ma non sanno quale imboccare: Azur dice di prendere la porta
a destra e Asmar dice di prendere la porta a sinistra perché pensa che “la si nistra porti male” è
solo superstizione e la fata dei Jin non può essere superstiziosa; convince così Azur. Entrano e si
ritrovano nelle tenebre, Asmar è morente.
All’improvviso, una luce li acceca e compare la Fata dei Jin, finalmente liberata dall’urna di
cristallo che la imprigionava: la Fata saluta Azur come “il liberatore”. Azur grida che non è lui il
liberatore ma il “fratello” Asmar e supplica che lo salvi; i Jin accorrono per guarirlo. La Fata
chiarisce che entrambe le porte conducevano nella stessa sala, ma che solo usando intelligenza e
buon cuore ci si poteva arrivare.
Dopo tante avventure, Azur e Asmar sono impresentabili: i Jin provvedono a ripulirli e a rivestirli;
scoprono così che anche Azur è ferito e lo guariscono subito.
La Fata dei Jin chiede quale dei due “fratelli” dovrà sposare ma loro si indicano a vicenda.
Decidono allora che Janen può indicare il più degno e la mandano a chiamare anche se non sa,
nemmeno lei, decidere. Nell’ordine vengono chiamati per dare il loro parere anche: il padre, il
vecchio saggio Joda-a e la principessa Shantzu- Sa-Ba; neanche loro si sanno decidere. La Fata,
infine, propone di chiamare sua cugina la Fata degli Elfi che Saimar va prontamente a prendere.
La Fata degli Elfi propone di fare festa per conoscersi meglio e la principessa dice che la la Sala
dei Mille Cristalli è ideale per un ballo.
Le coppie si formano subito: Shantzu- Sa-Ba con Joda-a, Janen con il padre di Azur, Azur e la
Fata dei Jin; durante il ballo le due fate esprimono il loro parere sui cavalieri: la Fata dei Jin
predilige Azur e la Fata degli Elfi preferisce Asmar. Il ballo nella Sala continua e a Janen e al
padre sono molte gradite le nuove, impensate e insolite coppie.