Gli archivi delle reti di acquedotto e fognatura

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Gli archivi delle reti di acquedotto e fognatura
Gli archivi delle reti di acquedotto e fognatura
Nella moderna gestione del servizio idrico si dà molta importanza all'organizzazione di una
raccolta sistematica dei dati relativi alle reti idriche. Si auspica anzi la creazione di un vero e
proprio catasto di tutti i servizi a rete sotterranei esistenti nel territorio di tutti i comuni.
Questa pratica è stata seguita e raccomandata, fin dai tempi remoti, dalle personalità storiche
che hanno operato in C. di C. (nell’archivio storico cartaceo di C. di C. sono raccolti quasi 1200
documenti descrittivi di reti idriche ed impianti assimilati). Dobbiamo dire che solo
recentemente, grazie al ricorso a metodi informatizzati, è stata presa in considerazione in modo
sistematico da parte degli enti di gestione la pratica di rilevare costantemente lo stato di fatto
delle reti e di mantenere aggiornati gli archivi.
In effetti frequentemente nel passato i comuni titolari del servizio idrico hanno trascurato di
sviluppare archivi di questo tipo che solo molto raramente furono organizzati in modo ordinato e
continuo. Nella maggioranza dei casi la tipologia delle condutture, la loro dimensione e i loro
tracciati sul terreno sono stati affidati solamente alla memoria dei singoli operatori, che li
tramandano, per così dire oralmente, di persona in persona. Talvolta nei commenti degli
osservatori esterni queste carenze di documentazione furono presentate in modo molto critico,
come un qualche cosa di scandaloso, una mancanza di modernità di cui si sarebbero resi
colpevoli i comuni a cui compete la responsabilità dei servizi idrici.
In realtà la critica è in gran parte non motivata. Bisogna infatti ricordare che gli acquedotti, a
differenza di altri moderni servizi a rete (elettrici, telefoni, del gas ecc.), esistono da tempi spesso
antichissimi: si può dire che essi siano ovunque nati insieme alla fondazione della città. E questo
è vero per gli insediamenti di qualsiasi dimensione . D’altro canto quante volte ci è capitato di
constatare che vecchi villaggi, piccoli insediamenti, per esempio in montagna, anche se oggi
abbandonati, hanno tutti una fontana, una piccola, spesso rudimentale, forma di rete idrica.
"Dove c’è casa c’è acqua, dove c’è acqua c’è casa"
Dal primo antico impianto le strutture degli acquedotti si sono poi evolute sviluppandosi via via
seguendo la storia stessa del nucleo abitato ed aggiornandosi a mano a mano che la tecnologia
dell’acqua si affinava. Questo spiega la complessità degli acquedotti, l’eterogeneità dei materiali
impiegati, la mancanza di normalizzazione dei diversi componenti, ed anche certe loro carenze.
Simile cosa accade per le reti fognarie anche se per queste occorre riconoscere che il loro
impianto nei piccoli centri risale a tempi molto più recenti. Ma è pur vero che nelle grandi città
storiche le prime reti fognarie furono già costruite in epoca pre-romana.
La successione di eventi storici ha determinato un’alternanza di distruzioni e di ricostruzioni; il
succedersi di diverse dominazioni o di diverse culture hanno indotto variazioni di impostazione,
modificazioni, sovrapposizione di opere. Così per le grandi città l'odierna struttura di queste reti
è risultata molto complessa (si pensi ad esempio alla rete fognaria di Roma, di Napoli, di Atene o
di Istambul) e sono spiegabili certe inefficienze ed occasionali collassi: fughe d’acqua,
otturazioni, crolli e disastri trovano la loro spiegazione, se non la giustificazione, in questa
evoluzione storica che parte da tempi molto remoti.