Il fenomeno delle truffe telematiche sempre più grave

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Il fenomeno delle truffe telematiche sempre più grave
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Il fenomeno delle truffe telematiche sempre più grave
La pigrizia e la poca conoscenza della tecnologia sono le principali cause
nche quest’anno la tecnica di estorcere con l'inganno i dati personali, come le chiavi di accesso al servizio di home banking o il
numero di carta di credito, si conferma vincente, ma il “phishing” si conferma la truffa più diffusa. Il “phishing”, letteralmente
abboccamento, si concretizza con la realizzazione di siti cloni con il preciso scopo di trarre in inganno gli utenti più ingenui,
convincendoli a trasmettere il proprio username e la propria password.
Nel 2007, questo sistema illegale ha subito una crescita record e sono state numerosissime le vittime raggiunte da false e-mail,
apparentemente provenienti da una banca o da una società emittente di carte di credito. Questi messaggi vengono composti
utilizzando
il logo, il nome e il modello di documento tipico dell'azienda imitata. Queste e-mail, in particolare, invitano il destinatario a
A
collegarsi tramite un link a un sito Internet del tutto simile a quello della banca per inserirvi, generalmente attraverso una finestra popup che si apre dallo stesso link, le proprie informazioni riservate. Con tale sistema sempre più italiani rimangono vittime delle truffe online, ma qual è la causa? Sicuramente la pigrizia ad adottare misure efficaci e la poca dimestichezza con la tecnologia, come
dimostrano i dati raccolti da Rissc, per conto di Cpp Italia (divisione della multinazionale inglese che si occupa della tutela delle carte di
pagamento), sono le principali cause.
d esempio solo il 30,9% dei possessori di una carta di credito utilizza il servizio sms di notifica degli acquisti effettuati con la propria
carta. Inoltre, una percentuale ancora più bassa, il 13,7%, ha attivato software per effettuare acquisti online in sicurezza. Le interviste
del campione prescelto sono state condotte a Roma, Milano, Padova e Napoli. L'84% degli intervistati non conosce a memoria il
numero di telefono per bloccare le proprie carte in caso di furto o smarrimento, mentre il 17%, pur avendo subito una frode, non ha
modificato per niente le proprie abitudini nella gestione del Bancomat o della carta di credito.
Una pigrizia quindi testimoniata dai numeri, così il 65,1% cerca di tutelarsi mettendo la propria firma sul retro della carta, il 61,1%
segue
con attenzione la fase di pagamento e più di un intervistato su due fa a pezzi la carta di credito scaduta. Poi meno di quattro
A
intervistati su dieci controllano gli estratti conto della banca, mentre è sicuramente positivo che l'87% conosca a memoria il pin del
Bancomat. Un fenomeno negativo, quello delle truffe on-line, che purtroppo mette in croce troppi italiani. L'Adiconsum sottolinea
anche la tecnica del "trashing", vale a dire rovistare nei bidoni della spazzatura di fronte a banche o centri commerciali e negozi al fine
di trovare la ricevuta dell'acquisto su cui è scritto il numero della carta di credito, l'intestatario e la scadenza, oppure di una fotocopia
della carta d'identità. Attenzione anche agli acquisti effettuati su Internet e a non scrivere mai i propri dati personali su blog, chat,
msn, ecc..
Un altro buon accorgimento è non dimenticare mai di proteggere il proprio computer con antivirus, firewall e filtri per la connessione
senza fili, come non devono mai tenersi in memoria dati bancari, numeri della carta di credito, data di nascita e il codice fiscale.
Ultimamente col sistema del phisher , dagli Stati Uniti è arrivata una truffa, che ha perfezionato le tecniche per portare a termine le
frodi. In particolare questa truffa per scardinare le difese e i sospetti dei navigatori, fa leva sulla difficoltà di accedere a un mutuo,
quindi i truffatori online promettono offerte prodigiose, purché il potenziale cliente si connetta ai loro siti. Secondo la Polizia Postale è
possibile tuttavia cautelarsi facendo qualche piccola attenzione. Generalmente queste e-mail non sono personalizzate e contengono un
messaggio generico di richiesta di informazioni personali per motivi non ben specificati (es. scadenza, smarrimento, problemi tecnici).
Inoltre spesso fa uso di toni intimidatori, ad esempio minacciando la sospensione dell'account in caso di mancata risposta e non
riportano una data di scadenza per l'invio delle informazioni. Insomma, Internet è un po' come il mondo reale. Così come non si
darebbe mai a uno sconosciuto il codice PIN del nostro Bancomat, allo stesso modo occorre essere estremamente diffidenti nel
consegnare i propri dati personali senza essere sicuri dell'identità di chi li sta chiedendo.
Sebastiano Di Mauro
02/04/2008
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