Le chiacchiere infinite in classe Come fare zapping con la tv

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Le chiacchiere infinite in classe Come fare zapping con la tv
2 febbraio 2012, p. 29
SCUOLA LA PROF FRANCESE DI UN LICEO APRE IL DIBATTITO CON UN LIBRO. «NESSUNO
STA IN SILENZIO, È LO SPECCHIO DI UNA SOCIETÀ CAMBIATA»
Le chiacchiere infinite in classe
Come fare zapping con la tv
Se i ragazzi sono incapaci di distinguere pensieri
e parole Messaggi senza sosta Conversando e
spedendo sms o tweet senza sosta si nasconde un
vuoto
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI - Nei film francesi, in classe si sta zitti. Dai
Quattrocento colpi di François Truffaut a La schivata di Abdellatif Kechiche a La classe di
Laurent Cantet, le epoche, i quartieri e la severità cambiano, ma i bambini e i ragazzi stanno in
silenzio, e prima di parlare alzano la mano. È il mito della scuola repubblicana, a sua volta vanto
dello Stato centralista. Nelle classi francesi, in realtà, si chiacchiera moltissimo, probabilmente
quanto in qualsiasi altro Paese europeo, ma una professoressa di filosofia in un liceo vicino a
Bordeaux ha deciso di non accettare più la situazione con rassegnazione e di porre il problema.
«Quando i miei allievi si annoiano, chiacchierano - dice Florence Ehnuel, 45 anni -. Quando sono
interessati e coinvolti, chiacchierano. Il risultato è che chiacchierano sempre, in ogni momento, e
non sono più in grado di distinguere tra pensare e parlare». Alle chiacchiere scolastiche la Ehnuel
ha dedicato un libro, Le bavardage - Parlons-en enfin ( Il chiacchierìo, parliamone finalmente ),
edito da Fayard, interessante perché descrive gli adolescenti non come una impenetrabile specie
distinta dagli altri umani ma, al contrario, come la più perfetta e conseguente espressione della
società attuale. Il filone è in parte quello inaugurato ormai tre anni e mezzo fa da Nicholas Carr
con la celebre copertina dell' Atlantic e la domanda «Google ci rende stupidi?», ovvero
un'indagine sui cambiamenti cognitivi prodotti dalle nuove (ormai non così tanto) tecnologie. In
quest' ottica, le chiacchiere scolastiche non sono più - o non solamente - l' arma spuntata dei
ragazzini brillanti per corteggiare compagne attratte da compagni più grandi, ma la tentazione
pervasiva dello zapping anche all' interno delle mura scolastiche. «Anche trenta o quarant' anni fa
in classe c' erano dei chiacchieroni, naturalmente, ma erano in minoranza e facilmente
identificabili. Ci potevano essere poi dei momenti di caos vero e proprio, ma il loro carattere
esplosivo dimostrava proprio che si trattava di un' eccezione e che la disciplina era la regola. Oggi
accade il contrario: nessuna rissa, ma un' indisciplina di bassa intensità, costante e banalizzata.
Secondo me è la società a essere cambiata». Viviamo nell' era dell' appagamento istantaneo delle
curiosità e della voglia di esprimere la propria opinione, meglio se breve e fulminea,
necessariamente frutto di scarsa riflessione. Accade nei talk-show televisivi, dove ci si interrompe
continuamente a vicenda e il tentativo di sviluppare un' argomentazione leggermente più
articolata è visto come la peste, su Twitter regno del commento rapido (140 battute) e immediato,
su Facebook con i suoi tasti «mi piace» o «non mi piace». Florence Ehnuel è per fortuna lontana
dall' atteggiamento «signora mia dove andremo a finire», ma mostra di essersi a lungo
interrogata sulla perenne carenza di concentrazione profonda dei ragazzi (l' ipotesi più facile,
«sono un' insegnante noiosa», è stata scartata dopo il confronto con decine di colleghi, tutti nelle
stesse condizioni). «Lo psichiatra Philippe Lacadée - dice l' autrice - si è dedicato al problema
distinguendo tra "soddisfazione immediata" e "desiderio". La prima rappresenta un piacere facile
e vano, che non colma davvero il nostro bisogno, ma riesce a mascherarlo. Chiacchierando, non
rinunciando mai alla battuta o al parere immediato del compagno, l' allievo spegne in lui il
desiderio di sapere e di volgere davvero l' attenzione verso qualcosa di nuovo». In classe, ma
anche sul tram o in treno, non c' è mai il tempo di sviluppare il «desiderio» di conoscenza:
chiacchierando, mandando sms o tweet o facendo continue microricerche su Google sugli
argomenti più disparati, ci si riempie di parole capaci di nascondere un vuoto che giustificherebbe
l' ascolto e la partecipazione alla lezione, o la lettura di un libro. «Il chiacchierìo, anche quello
interessato e non aggressivo, dà una sensazione di pienezza - scrive la Ehnuel -, è una specie di
indigestione che occupa la mente e rende anoressici rispetto al sapere». Chiacchiere scolastiche,
sms, tweet: stessa battaglia? «Una volta un mio allievo appena rimproverato mi ha detto
"d'accordo, professoressa, non posso parlare con il vicino, ma possiamo almeno mandarci degli
sms senza disturbare nessuno?"».
Stefano Montefiori twitter @Stef_Montefiori
Il libro: Florence Ehnuel, Le bavardage - Parlons-en enfin. Pour une classe à l'écoute,
Paris, Fayard, 2012.
L' autrice: L' insegnante Florence Ehnuel, 45 anni, insegna filosofia in un liceo vicino a
Bordeaux. Ha scritto il libro (Il chiacchiericcio, parliamone finalmente), edito da Fayard,
stufa del continuo chiacchiericcio dei suoi studenti.
Il contenuto: L' insegnante descrive gli adolescenti come la più perfetta e conseguente
espressione della società attuale
Al cinema:
Zero in condotta (1933) - Ragia di Jean Vigo. Un collegio rigidissimo e un mondo giovanile
che si ribella. Il film fu censurato in Francia fino al 1946.
I quattrocento colpi (1959) - Nel film di Truffaut il dodicenne Antoine Doinel alle prese con
un'istruzione rigidissima.
La classe (2008) - Diretto da Laurent Cantet, racconta di un prof alle prese con una classe
difficile.
Confessions (2010) - Il regista Nakashima in un noir con una classe alquanto turbolenta.
Stefano Montefiori
Corriere della Sera - 2 febbraio 2012, pagina 29.
<http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/02/chiacchiere_infinite_classe_Come_fare_co_8_120202033.shtml>