È ingiuria dire “Terrone” a chi non è del Sud
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È ingiuria dire “Terrone” a chi non è del Sud
Voci dal Sud 29 w w w . s o s e d .eu Pianeta Giustizia Anno VII° nr. 12 Dicembre 2011 ( poco comprensibile!) È ingiuria dire “Terrone” a chi non è del Sud Lo stabilisce un discutibile pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione Parrebbe che l’ epitoto “Terrone” sia una offesa che non può essere tollerata da un cittadino del Nord, mentre è costretto a subirla uno del Sud Da oggi ci si dovrebbe quindi informare della professione della madre prima di apostrofare qualcuno con il titolo di ... “figlio di put..na” per non commettere reato! Gazzetta del Sud ROMA Dare del “terrone” a chi non ha origini meridionali è comunque offensivo perchè «odiosamente razzista». Lo sottolinea la Cassazione che ha confermato la condanna – la cui entità non è precisata ma che comprende anche un risarcimento danni morali – nei confronti di Vittorio G., un piemontese che durante una lite con il vicino di casa, In fin dei conti ci sembra che la Suprema a Novara, pur sapendo che Andrea C., non Corte di Cassazione ritiene il meridionale era meridionale, gli aveva detto «lei per me un essere inferiore per cui attribuire ad può andare solo a fanculo, terrone di meressere superiore quale è un nordico da». l’epitoto di “Terrone” deve considerarsi «Con la medesima tecnica dell’assimilaziouna offesa che produce una condanna nei ne denigratoria – spiega la Suprema Corte – confronti di chi ha pronunciato la frase e il vicino è stato paragonato, non solo a un genera addirittura un risarcimento danni rifiuto organico, ma anche a un individuo morali per chi l’ha subìta! che, per la sua origine, è evidentemente A nostro povero parere si tratta di aver ritenuto obiettivamente inferiore (si insancito da parte del più alto vertice della tende: da Vittorio G., che, in un sol colpo, Magistratura un principio altamente ha offeso Andrea C. e gli italiani del Sud)». discriminatorio e razzista Così i Supremi Giudici hanno replicato al ricorso con il quale l’imputato, dotato anche di laurea, pretendeva l’assoluzione dicendo che ormai la società è abituata alle «espressioni poco corrette». E poi, insomma, il vicino – ha insistito Vittorio G. – non aveva nemmeno motivo di offendersi non essendo meridionale. «È pur vero che la recente giurisprudenza – ha proseguito la Cassazione, sentenza 42933 – ha mostrato alcune aperture verso un linguaggio più diretto e disinvolto, ma è altrettanto vero che talune espressioni hanno un carattere obiettivamente insultante». «Certamente – dice la Suprema Corte – sono obiettivamente ingiuriose quelle espressioni con le quali si “disumanizza” la vittima, assimilandola a cose, animali o concetti comunemente ritenuti ripugnanti, osceni, disgustosi». Pertanto, «paragonare un uomo a un escremento (“terrone di merda”) è certamente locuzione che, per quanto possa essersi degradato il codice comunicativo, conserva intatta la sua valenza ingiuriosa». Voci dal Sud 30 AnnoVII° nr. 12 Dicembre 2011 w w w . s o s e d .eu Pianeta Giustizia Ancora misteri nell’omicidio di Elisa Claps Chi aiutò Danilo Restivo ad uccidere ed occultare Elisa Claps? Aperta inchiesta su esame del Dna si indaga anche su leggerezze e falle nell’inchiesta svolta all’epoca a Potenza Gazzetta del Sud NAPOLIIl processo a carico del presunto assassino, Accertamenti che furono, questa volta, affidati a due Danilo Restivo, è in corso: martedì la prima udienza, oggi la ufficiali dei Carabinieri, uno del Ris di Parma, l’altro del Ris seconda ed ultima, venerdì forse la sentenza. di Roma. Ma intanto trapela un passaggio fondamentale per un’alI due “superperiti” individuarono, «oltre ogni ragionetra parte della storia di vole dubbio», la cosiddetta Elisa Claps: quella non le“prova regina”: tracce di La sentenza è stata emessa ed ha gata alla sua morte, ma agli sangue sulla maglia di Elisa, condannato Restivo a 30 anni di errori commessi nelle indain tre punti, che contenevacarcere che, sommato all’ergastolo gini, ai depistaggi, agli aiuti no il Dna di Danilo Restivo. che Restivo avrebbe riceQuella stessa maglia bianavuto in Inghilterra, fanno di Restivo vuto, ripetutamenti denunca che Elisa indossava al un morto vivente. ciati dalla famiglia della ramomento della morte, che gazza uccisa. era ancora su quel che reAdesso si spera non ci si fermi e si Uno stralcio dell’inchiedi lei e che Pascali non indaghi su omissioni per leggerezza o stava sta sul quale la Procura di ha mai esaminato, ritenendo voluti e che hanno tutto il sapore di Salerno sta lavorando da che non fosse utile per i suoi tempo. accertamenti. depistaggi e favoritismi. E che oggi mette sotto Lo stesso Pascali, lo scorE’ in gioco l’onore della accusa una perizia, quella so mese di aprile, nel corso di Vincenzo Pascali, che delle udienze dell’incidente Magistratura, delle Forze poteva “salvare” Restivo, probatorio bis, ammise gli erdell’Ordine e, sopratutto, è quanto visto che accertò che il suo rori: quella maglia bianca, dobbiamo ad Dna non c’era su nessuno raccontò, la diede a colleghi dei reperti ritrovati nel periti che gli davano fretta. Elisa Claps sottotetto della chiesa delE poi disse che le valutala SS. Trinità di Potenza dove zioni sulla rilevabilità della tracfu trovato il cadavere di Elisa, il 17 marzo dello scorso anno. cia furono un errore. Una perizia che non analizzò la maglia di Elisa, lì dove il Non solo, Pascali aggiunse anche: «Vi pare che protegDna di Restivo è stato, poi, trovato nel corso di una secon- go i preti? Io sono una persona onesta». da perizia genetica svolta da due ufficiali dei carabinieri del Toccherà ora agli inquirenti fare luce. Ris. Restivo che da anni viene indicato come colpevole, come La perizia di Pascali, ordinario di medicina legale all’Uni- colui che materialmente ha ucciso Elisa, tra poche ore poversità Cattolica del Sacro Cuore, è stata sin da subito al trebbe essere condannato. centro di serrate polemiche. Ma la storia sembra iniziare proprio ora, diciotto anni Su incarico del gip Attilio Franco Orio, la perizia, era il dopo la scomparsa della ragazzina di Potenza. luglio 2010, individuò due diversi Dna maschili ma nessuPerché è ora che potrebbe venire fuori tutto il resto, che no, accertò, era di Danilo Restivo. è poi è la parte centrale di questa lunga e brutta storia: chi Pochi mesi dopo, ad ottobre, il pg di Salerno, Lucio Di ha aiutato Danilo, e perché. Pietro, avanzò la richiesta di un altro incidente probatorio. E finalmente, come chiede la famiglia Claps da sempre, e La perizia non convinse i pm salernitani Rosa Volpe e come ha fatto anche martedì Filomena, l’instancabile mamLuigi D’Alessio che la ritennero, sulla base di rilievi formu- ma di Elisa con gli occhi pieni zeppa di lacrime, qualcun lati dal consulente dell’accusa Patrizia Stefanoni, della po- altro potrebbe arrivare sul banco degli imputati. lizia scientifica di Roma, «incompleta e insufficiente» e E sarà solo allora che Elisa avrà giustizia, per davvero. chiesero altri accertamenti. Voci dal Sud 31 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 12 Dicembre 2011 Pianeta Giustizia Riaperto “il caso”della morte sospetta di Nathalie Wood Nicoletta Tamberlich - Gazzetta del Sud ROMA - Per molti anni sono circolate voci e indiscrezioni sulla morte in mare durante una gita in barca, mai chiarita del tutto, e avvenuta a soli 43 anni di una delle attrici più affascinanti di Hollywood, Natalie Wood. C’è chi parlò all’epoca di un litigio per un presunto «triangolo» amoroso con il marito, l’attore Robert Wagner e un altro divo, del cinema Christopher Walken. A 30 anni dal misterioso annegamento della protagonista di “Gioventù Bruciata”, “West Side Story” e “Splendore nell’Erba” la polizia americana ha annunciato la riapertura dell’inchiesta. Nel comunicato diffuso dalle autorità di Los Angeles, la polizia motiva la decisione con nuove informazioni raccolte sul decesso, all’epoca archiviato come incidente. Natalie Wood venne ritrovata annegata il 29 novembre 1981 durante una gita al largo della California. Stando a quanto si legge nel comunicato, «gli investigatori della squadra omicidi sono stati contattati da diverse persone che affermano di avere ulteriori informazioni sulle circostanze dell’annegamento dell’attrice che portano l’ufficio dello sceriffo a riaprire il caso». Secondo il Los Angeles Times, la polizia sarebbe particolarmente interessata alle nuove dichiarazioni del capitano della barca. La coppia era partita per trascorrere il fine settimana del Thanksgiving a bordo della loro yacht “Splendour” in compagnia dell’attore Christopher Walken. Entrambi gli attori dichiararono all’epoca che Natalie era caduta in acqua per un banale incidente. La donna ritrovata il mare il giorno dopo la sua scomparsa vicino a un canotto di salvataggio. Ma chi era Natalie Wood? Nasce a San Francisco in California, il 20 luglio del 1938, il suo vero nome era Natalia Nikolaevna Gurdin. Figlia di un architetto russo ed una ballerina francese, esordisce a 4 anni con una particina nel film Happy Land del 1943. Di rara e splendida bellezza (nel 1955 il celebre magazine Life, la definì “la teenager più bella del mondo”), ma dal carattere difficile, con problemi d’inquietudine derivati da forme nevrotiche altalenanti, è stata tra le attrici adolescenti più note degli anni ’50. Con Gioventù bruciata (1955), probabilmente sua migliore interpretazione, diviene, insieme all’alter ego James Dean, modello rivoluzionario del periodo e, specialmente verso la fine del decennio, simbolo della “ri- bellione” giovanile di allora. È stata l’attrice che inaugurò sugli schermi il famoso e passionale «bacio alla francese». Avvenne nel 1961 in “Splendore sull’erba”; il partner maschile era Warren Betty. Nel 1968 si allontana dal set per dedicarsi alla famiglia. Sposata due volte con l’attore Robert Wagner; prima unione nel 1957 e dopo il divorzio del 1962 (causato dal marito che la voleva a casa impedendole così il proseguo della carriera), sposa lo sceneggiatore Richard Gregson (una figlia, Natasha, attrice), dal quale divorzia nel 1971. Nel 1972, nuovo matrimonio con Wagner (una figlia, Courtney), unione che dura fino alla morte di lei. Dopo aver provato la televisione in vari tv-series anni ’50 (“The Pride of the Family”), l’abbandona ma ritorna nel Settanta dove vi lavora con grande intensità, special modo in “From Here to Eternity”, miniseries di grande ascolto, prima del ritorno sul grande schermo, per l’ultima volta, in “Brainstorm - Generazione elettronica”. La sua vita finisce, l’anno dopo, quella notte di novembre, annegando nelle calde onde californiane. Riposa a Los Angeles. Sulla sua morte ci sono fiumi d’inchiostro: si è arrivati a pensare è stata frutto di una maledizione che colpì i protagonisti di “Gioventù bruciata”. I quattro attori principali morirono in sequenza. James Dean, durante le riprese de “Il gigante” si sfracellò con la sua Porsche, Nick Adams morì di overdose a 37 anni e Sal Mineo, compiuti i 34, fu assassinato da un balordo a coltellate.