5 giugno 2006: Errani, Testamento biologico
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5 giugno 2006: Errani, Testamento biologico
5 giugno 2006 Gli oneri occulti della lastra di Sara Todaro S i fa presto a dire « Fatti una lastra » . I costi " occulti" che i cittadini debbono sostenere anche quando si sottopongono a una semplice radiografia del torace sfuggono in genere ad ogni quantificazione. Si ragiona sui 20 euro di ticket pretesi dal Ssn e sui 44 versati in media nel privato e si conclude che il primo " conviene". Ma la realtà è diversa. In attesa. Il tempo speso per procurarsi l'esame ha un costo sociale che va dai 59 euro, se la radiografia serve a un apprendista del centro Italia, agli oltre 300, se a doversi curare è un dirigente. E se quest'ultimo vive in un centro di medie dimensioni, la prestazione costa nove volte di più ( 404 euro) dei 44 spesi privatamente. A fare chiarezza sui costi globali connessi a uno degli esami diagnostici più di routine nella pratica clinica ci ha pensato uno studio realizzato dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia e con la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Roma « La Sapienza » . Attenzione, però: nessuna lancia spezzata a favore del privato. Piuttosto, la voglia di individuare le carenze infrastrutturali e organizzative che si traducono in costi sociali inaccettabili. L'indagine è stata realizzata nell'ambito del progetto « Cittadini che contano » — cofinanziato dal ministero delle Attività produttive e sostenuto da UniCredit Banca nel biennio 2005 2005 — con l'obiettivo di dar vita alla rilevazione civica dei prezzi e tariffe dei servizi di pubblica utilità. Sotto la lente, in particolare, trasporti pubblici locali, servizio idrico, scuola e sanità appunto. La rilevazione in questione ha coinvolto le Asl di 16 comuni ( 44% al Nord, 19% al Centro, 37% al Sud), di cui 6 piccoli ( Ortona, Nuoro, Spoleto, Pordenone, Chioggia, Campobasso), 6 medi ( Alessandria, Lecce, Catanzaro, Trento, Latina e Parma) e quattro di grandi dimensioni ( Genova, Napoli, Milano, Roma). Differenze. Il questionario a risposte chiuse somministrato dai rilevatori civici nel settembre 2005 conferma che a cavarsela peggio è chi vive in un centro di medie dimensioni: per procurarsi la ricetta, ad esempio, si impiegano in media 85 minuti, contro i 63 dei piccoli centri e i 45 dei grandi. Le differenze sono anche geografiche: al Nord servono 62 minuti, contro i 59 del Centro e i 78 del Sud. Anche prenotare, del resto, non è facilissimo. L'uso della mail è sconosciuto e in quattro delle Asl esaminate ci vogliono 48 minuti per contattare l'operatore telefonico. Così nel 62,5% dei centri considerati il cittadino preferisce recarsi a prenotare in sede, mettendoci in media 66 minuti ( 42' al Nord, 49' al Centro, 45' al Sud). Ma ce ne vogliono 175' a Lecce e 23' a Spoleto. Stessa solfa per l'esecuzione dell'esame: al Sud per una Rx del torace si aspetta in media 24 giorni, tre volte più che al Nord ( 7), metà che al Centro ( 49). L'escalation in sala d'attesa segna invece 62 minuti al Nord, 65' al Centro, 95' al Sud. Sui referti infine si viaggia all'impronta: l'attesa media è di 4 giorni; a Parma, Alessandria, Nuoro e Ortona vengono consegnati in giornata; a Catanzaro e Campobasso li si ritira dopo 10 giorni. In sintesi: al Nord si spendono 4 ore di vita per fare tutto il percorso che va dalla ricetta al risultato dell'esame; al Sud possono servirne quasi 7. I costi esplodono. In termini di costo opportunità, ovvero di tempo che si sarebbe potuto impegnare meglio, si va dai 32 euro per un apprendista del Centro ( 28 se la prenotazione è telefonica), ai 366 ( 266 telefonicamente) per un dirigente del Sud Italia. I costi globali oscillano tra 51 ( apprendista, grande centro urbano) e 400 euro ( dirigente, centro medio). Ma allora conviene il privato? « No » , replica Giustino Trincia, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva. « La ricerca dimostra però che c'è molto da fare per rendere più efficiente l'Ssn, migliorare la vita dei cittadini, risparmiarne il portafogli » . La cura suggerita dai ricercatori è quella di sempre: eliminare tempi morti e burocrazia canaglia, facilitare l'accesso alle prestazioni, concentrare gli sforzi al Sud, dove il deficit organizzativo è più drammatico. E, perchè no, scoprire telefono e le mail possono facilitare la vita. E magari anche la salute.