casa ad appartamenti ghiringhelli

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casa ad appartamenti ghiringhelli
MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO
CASA AD APPARTAMENTI
GHIRINGHELLI
Piazzale Lagosta, 2, Milano, 1933
Giuseppe Terragni (con P. Lingeri)
OPERA
In una lettera scritta da Giuseppe Terragni a Bardi nel 1932, compare per la prima volta la volontà da parte dei fratelli Ghiringhelli di
costruire una casa d'affitto a Milano. Il progetto redatto dagli architetti Terragni e Lingeri prenderà forma nel piazzale Lagosta. La casa
Ghiringhelli si inserisce nel quartiere Isola, dove altre due iniziative progettuali degli architetti stanno prendendo posto: la Casa Toninello e
la Casa Rustici-Comolli (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 429).
"La 'Ghiringhelli' a dispetto delle difficoltà mantiene molte delle promesse della casa Rustici, nei ritmi spezzati, nelle ampie inserzioni del
vetrocemento in facciata, nelle partizioni indipendenti, e sviluppa, nei toni consentiti e circoscritti dell'inserimento urbano, gli aggressivi
fonemi del transatlantico comasco" (Marcianò, 120). Alcuni dei temi trattati all'interno dei progetti per il Novocomum e per la Casa del
Fascio infatti verranno ripresi all'interno del progetto degli appartamenti.
La Casa Ghiringhelli, progettata a funzioni miste, prevedeva: al piano terreno quattro negozi, ai piani superiori ventiquattro appartamenti da
pigione composti dai due ai cinque locali, e all'ultimo piano un appartamento da sette locali, riservato al proprietario Gino Ghiringhelli,
noto pittore che collocò lì anche il suo atelier. L'edificio presentava un affaccio su piazzale Lagosta e due laterali su via Volturno e via
Garigliano: da Regolamento Edilizio gli affacci imponevano altezze differenti: un'altezza di 30 metri massima era prevista per l'affaccio su
piazzale Lagosta, mentre per le due vie laterali era prevista un'altezza massima di 18 metri. Terragni e Lingeri deciserò così di affrontare la
progettazione basandosi sull'altezza minore, che successivamente determinò l'altezza dell'intero piazzale, per avere una visione omogenea
della composizione (definita dal Comune). Gli architetti Terragni e Lingeri sottolinearono comunque una differenza tra il fronte principale e
quelli laterali operata tramite la disaggregazione dei fronti (visibile anche in Casa Rustici) (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G.
Terragni, 429).
L'edificio esternamente intonacato con color avana chiaro, una volta realizzato si presentava come un grande blocco lavorato, dai profili
taglienti, poggiato alla base del piano terra, arrotondato sugli angoli, rivestito in pietra serpentina nera e arretrato rispetto al blocco
superiore, di cui esaltava l'aggetto. Le superfici, espressione di una ricerca formale di pieni e vuoti, erano alternate da aperture (con ampio
utilizzo del vetrocemento) con sbalzi superficiali e dall'inserimento di balconi sottolineati da sottili rientranze. Il trattamento dell'ultimo piano
era lasciato alla libertà espressiva degli architetti, con l'arretramento e la creazione di un giardino pensile per il pittore (Zevi, 93).
Ada Francesco Marcianò, nella sua pubblicazione descrive così l'aspetto formale della casa per i Ghiringhelli: "I risvolti sui fianchi
difformemente trattati, i risalti taglienti e fuori centro, gli spigoli che si innestano sugli angoli stondati, i cilindri scalari nel cortile, ammorsati
dai balconcini interni, e le secche sporgenze dei balconi su strada, espulsi dalle fonde rientranze, discorrono di un tentativo coraggioso ed
efficace volto a dinamizzare un intervento edilizio fortemente ipotecato dai vincoli, figurativamente disarticolato e ricomposto in sede
urbanistica. Terragni interpreta i regolamenti sino al limite della legittimità: organizza, così, un basamento incurvato in pietra serpentina
verde-nero che segue il perimetro del lotto, su cui sbalzano, però, le segmentate muraglie dei piani superiori, di cui l'ultimo si libera,
reiterando, in modi bruschi ed abbreviati, l'apparecchiatura della Rustici: studi per artisti e appartamenti come ville con giardini pensili"
(Marcianò, 120).
La strutturazione degli spazi interni, studiata secondo i principi distributivi dell'architettura moderna razionalista degli anni Trenta,
determina nuove soluzioni tecnologiche e un nuovo comfort ambientale per l'abitazione in linea.
A proposito della sala da pranzo arredata dai due architetti, per l'artista Ghiringhelli, Ciucci scrive: "un particolare interesse pone la lettura
dei soli interni cui Terragni e Lingeri poterono applicare il loro impegno di allestitori di reali spazi abitativi: l'atelier di Virginio Ghiringhelli,
cioè, e la sala da pranzo a esso contigua nell'appartamento all'ultimo piano, la cui icasticità ricorda l'analogo valore dimostrativo assunto
nell'impresa comasca del Novocomum dall'appartamento d'angolo all'ultimo piano. "Il cliché del Tipo d'Artista che deve vivere e
comportarsi in modo 'costantemente' diverso da quello dì tutti gli altri uomini, è disusato [...] La casa di un artista è la casa di un uomo
intelligente, moderno e di gusto che vive e lavora liberamente e semplicemente": riduzione in realistica scala domestica di quel vero e
proprio manifesto costituito dalla Casa sul lago per l'artista (1933) alla V Triennale di Milano, lo studio del pittore Ghiringhelli ne ripropone,
sottodimensionandolo, il rapporto tra l'ambiente di lavoro racchiuso da piani in muratura e la vasta superficie vetrata del quarto lato, che
risolve unitariamente il tema della parete e dei serramenti, introducendo il tema della trasparenza totale come fondamento del fare
artistico. La sua rappresentazione iconografica traspare letteralmente nella raffigurazione fotografica dell'ambiente, ritratto di scorcio,
secondo un'angolazione che mette in relazione l'esterno praticabile - la loggia individuata dalla 'conversation piece' delle due figure in piedi
la parete 'virtuale' e la stanza da lavoro. Unici arredi - oltre al cavalletto in funzione di stemma araldico del pittore - un tavolino basso e uno
sgabello, in legno e struttura metallica, già ricorrente nell'atelier della casa-studio della Triennale" (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi
G. Terragni, 431).
Scritto redatto sulla base di:
BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro
internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
FOSSO, Mario, MANTERO, Enrico, Giuseppe Terragni 1904-1943, Como: Cesare Nani, 1982
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987
ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980
Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l'opera: atti della Giornata di studio: Triennale di Milano, lunedì 28 novembre 1994, Milano:
Arti grafiche G.M.C., 2005
GALLERY
Casa as appartamenti Ghiringhelli a Milano Credits foto http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00040/
Casa as appartamenti Ghiringhelli a Milano Credits foto http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00040/
Casa as appartamenti Ghiringhelli a Milano Credits foto http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00040/
Casa as appartamenti Ghiringhelli a Milano Credits foto http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00040/
Casa as appartamenti Ghiringhelli a Milano Credits foto http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00040/
GEOLOCALIZZAZIONE
http://maps.google.com/maps?q=Piazzale+Lagosta%2C+2%2C+Milano