programma la mostra INCA

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programma la mostra INCA
“Inca. Origine e Misteri delle civiltà dell’oro”
BRESCIA, MUSEO DI SANTA GIULIA - 4 DICEMBRE 2009 - 27 GIUGNO 2010
- LUNEDI’ 08 FEBBRAIO 2010 -
Al Museo di Santa Giulia, fino al 27 giugno 2010, è in programma la mostra INCA. Origine e misteri delle
civiltà dell’oro.
Promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione CAB, prodotta e organizzata da Fondazione Brescia
Musei e da Artematica, in collaborazione con la Regione Lombardia e con il patrocinio della Provincia di
Brescia, la mostra INCA. Origine e misteri delle civiltà dell’oro è la prima parte di un percorso espositivo –
voluto come “Omaggio alla civiltà dell’America Latina e dei Caraibi” – che si conclude con la mostra PLUS
ULTRA. Oltre il Barocco, dedicata invece all’arte dell’epoca post-colombiana, allestita in contemporanea nel
medesimo monastero-museo di Santa Giulia.
I pezzi esposti provengono dai maggiori musei peruviani: il Museo Nacional de Arqueología, Antropología
e Historia del Perú, il Museo Arqueológico Rafael Larco Herrera, il Museo “Oro del Perú”-“Armas del Mundo” –
Fundación Miguel Mujica Gallo, il Museo Nacional Sicán, il Museo Arqueológico Nacional Brüning, il Museo
Tumbas Reales de Sipán e altri ancora.
Si tratta del primo grande evento in Italia interamente dedicato alle civiltà dell’oro. In particolare, sono
presentati oggetti in oro, terrecotte, sculture in pietra e in legno. Le opere in oro, argento, bronzo e rame, oltre
a rappresentare il più numeroso complesso di reperti in metalli preziosi mai esposto al mondo, consentono di
scoprire quei tesori che abbagliarono i conquistadores e che per secoli hanno fatto del Perù il simbolo stesso
della ricchezza.
L’iniziativa è organizzata in stretta collaborazione col governo peruviano che ha concesso, per questo
appuntamento, tesori finora mai esposti al di fuori dei confini nazionali e gode del sostegno delle istituzioni
peruviane presenti in Italia.
La curatrice della mostra è Paloma Carcedo de Mufarech, studiosa esperta d’arte precolombiana della
Pontificia Universidad Católica del Perú di Lima; i co-curatori sono Antonio Aimi, dell’Università degli Studi di
Milano, e Giuseppe Orefici, direttore del Centro Italiano Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane.
La mostra, articolata in dieci sezioni – Cronologia, Le Tecniche di trasformazione del metallo, La
Cosmovisione, Le Linee di Nasca, I Costumi, Le Libagioni, La Musica, La Guerra, La Morte, I Preziosi – si
snoda lungo l’intera storia delle civiltà dell’oro e offre una ricca panoramica delle culture precolombiane che
sono fiorite in Perù dal 1500 a.C. fino all’arrivo degli Spagnoli nel 1532.
Un viaggio attraverso gli aspetti inconsueti e meno conosciuti di questi popoli, con la ricostruzione
dell’ambiente, dei miti e dei riti alla base del contesto socio-culturale che ha consentito di creare alcuni dei
capolavori assoluti dell’arte di tutte le epoche.
Il percorso espositivo presenta i vestiti interamente ricoperti d’oro dei sovrani dell’antico Perù, i paraphernalia
(coltelli sacrificali, diademi, strumenti musicali, ecc.) utilizzati nei rituali che garantivano l’equilibrio del cosmo e
la crescita dei raccolti, gli ornamenti (corone, orecchini, narigueras, collane, pettorali, raffigurazioni di uomini e
animali e divinità, ecc.) sempre in oro, che visibilmente mostravano la condizione semidivina dei re, i reperti
del corredo funerario (maschere in oro, sculture in terracotta e legno, ecc. ), che accompagnavano i morti nel
loro viaggio nell’Inframondo. In questo contesto si trova anche una mummia, concessa in prestito in via del
tutto eccezionale.Grazie alla maestosità e alla straordinaria bellezza dei reperti esposti, il pubblico ha
un’occasione unica per scoprire la spiritualità dei popoli dell’antico Perù, fondata su religioni che permeavano
ogni aspetto della vita quotidiana e che garantivano un continuo rapporto con le divinità del Cielo, della Terra e
dell’Inframondo e coi mondi “altri” che custodivano gli “alter ego” di tutte le cose animate e inanimate e la
conoscenza del passato e del futuro.
- LUNEDI’ 08 FEBBRAIO 2010 Brescia dedica una mostra alla civiltà Inca
Brescia ci invita a conoscere la misteriosa civiltà Incas, che per circa tre millenni abitò il Perù. Il Perù,
prima di essere interessato dalla colonizzazione spagnola, avutasi a partire dal 1532, fu occupato da
popolazioni oggi ancora in parte sconosciute e troppo spesso dimenticate. In particolare gli Inca, a
partire dal XIII secolo e fino al XVI, popolarono l’ altopiano delle Ande, riuscendo a realizzare un
notevole impero. Tra i siti più noti ed interessanti da essi dominati, va certamente menzionato Cuzco,
dove sono state condotte diverse ricerche archeologiche, le quali però non hanno ancora chiarito se
gli Inca fossero un popolo autoctono, quindi originario di quelle zone, oppure se provenissero da un
luogo diverso. La loro società era fortemente gerarchizzata, essendo suddivisa in diverse classi. A
capo di questa civiltà vi era un signore assoluto, chiamato Qhapac inca, che godeva di totale potere
decisionale. Essi parlavano un idioma a molti sconosciuto, fino al punto di indurre molti studiosi a
credere che gli Inca utilizzassero una lingua segreta. Proprio per permettere la riscoperta e un
avvicinamento ad una delle civiltà più affascinanti, a Brescia, a partire dal 4 dicembre 2009, è stata
allestita una mirabile mostra dedicata alla civiltà precolombiana degli Inca: la rassegna ha infatti per
titolo “Inca. Origine e misteri delle civiltà dell’oro”.
I vari reperti, circa trecento, sono stati gentilmente concessi da musei del Perù e coprono l’ arco
temporale in cui gli Inca hanno abitato il Sud America, vale a dire ben tremila anni. Grandi opere in
ceramica, raffinate lavorazioni in oro, turchese, legno, nonché tessuti con applicazioni di penne, in
una straordinaria varietà di espressioni artistiche. Di notevole interesse sono indubbiamente le
raffinate oreficerie, le sculture lignee e litiche, parure femminili composte da bracciali, anelli, collane –
sono per citarne alcune -, splendide ceramiche. Molti di questi oggetti, tra cui anche il vestiario anch’ esso visibile all’interno della mostra – furono poi riutilizzati dai conquistatori spagnoli.
È un percorso ricco e articolato, un viaggio alla scoperta della visione sacra del mondo che
caratterizzò le culture dell'antico Perù. La mostra evoca la magia e il mistero che ancora avvolge
queste civiltà, svelando i riti e le celebrazioni che ne hanno ritmato la vita.
Scopriamo il profondo rapporto che legava i popoli preispanici alla natura che li circondava e che essi
osservavano, rispettavano e veneravano. Emerge la spiritualità quale elemento portante di queste
civiltà intimamente legate alle forze che controllavano l'ordine dell'universo e che garantivano la
stessa sopravvivenza dell'uomo. Di tutto questo la mostra è un racconto per immagini. Un'occasione
unica per vedere riuniti insieme tumi (coltelli) sacrificali, maschere funerarie, narigueras, orecchini,
collari, diademi e vestiti ricoperti di placche dorate. I reperti esposti richiamano le celebrazioni, i riti, le
musiche e le danze che accompagnavano i momenti salienti della vita di questi popoli. Tra le sale
espositive risuona un senso del sacro irriducibilmente "altro" ma, al contempo, sorprendentemente
vicino, in un dispiegarsi di materiali di rara bellezza. Così le civiltà dell'oro si svelano in tutto il loro
splendore: un tripudio di espressioni, forme, stilemi, simboli per sempre capaci di affascinare.
Le sezioni
Sono dieci le sezioni attraverso cui si snoda la mostra: Cronologia, Le Tecniche di trasformazione del
metallo, La Cosmovisione, Le Linee di Nasca, L'abbigliamento, Le Libagioni, La Musica, La Guerra,
La Morte, I Preziosi e mettono in luce gli elementi salienti delle civiltà precolombiane dell'antico Perú.
Si parte con uno zoom sulla regione per indagare gli aspetti cruciali di un'area che presenta un
complesso di ecosistemi unico al mondo. Importantissima è la Linea del tempo, ovvero la cronologia
delle civiltà susseguitesi in Perù dal secondo millennio a. C. fino all'arrivo degli Spagnoli nel 1532,
che consente di distinguere i popoli e le culture fiorite nella regione. Saranno così chiari sia gli
elementi di continuità e di rottura che le hanno caratterizzate nel corso dei secoli, sia la loro
straordinaria ricchezza culturale. La mostra svela lo splendore dei loro reperti in oro, argento e in
leghe diverse e l'abilità delle raffinatissime lavorazioni a cui questi popoli sono giunti. Si indaga,
attraverso mirabili esempi, l'elevata qualità tecnica e l'utilizzo di materiali diversi.
Oggetti preziosi, opere in legno, terrecotte, tessuti dipinti e una corona di penne sono espressione di
una particolarissima visione del cosmo. La forza dei simboli raffigurati sui reperti esposti permette di
scorgere il rapporto che queste popolazioni avevano con la natura, gli dei, il sole, la luna e gli enigmi
della vita e della morte in una spiritualità profondamente radicata. L'oro è al centro dei rapporti tra
l'uomo e le divinità, insieme agli altri materiali preziosi. L'evocazione dei rituali assume in mostra un
ruolo di grande rilievo. La musica, gli indumenti, gli ornamenti e gli oggetti cerimoniali consentono di
rivivere, nelle sale espositive, il fascino di quei momenti per noi così lontani nello spazio e nel tempo.
Il rapporto con la morte e le cerimonie, tuttora avvolte da un'aura misteriosa, prendono forma grazie
ad un allestimento evocativo e spettacolare.
I metalli come oggetti sacrali e il simbolismo ad essi connesso vengono sviscerati attraverso una
significativa carrellata di reperti provenienti da tutti i più importanti musei del Perú. Sono opere
splendide, anche di grandi dimensioni, ricche di minute lavorazioni. Gli arcani simboli e le singolari
raffigurazioni solleciteranno il nostro sguardo aprendoci nuovi incantati mondi.