Reti di protezione da uccelli e grandine
Transcript
Reti di protezione da uccelli e grandine
50 anni Reti di protezione da uccelli e grandine Evelyn HANNI, Erwin ECCLI, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg L’entità dei danni causati dagli uccelli ai grappoli nei vigneti situati nelle vicinanze di un’area boschiva è consistente e spesso sono significative le perdite in termini di produzione. Inoltre negli ultimi anni i costi per l’assicurazione antigrandine sono aumentati in misura considerevole anche in viticoltura. Bisogna ricordare anche che i grappoli degli impianti allevati a spalliera sono fortemente esposti alle grandinate, mentre la copertura fogliare dei vigneti coltivati a pergola protegge i grappoli fino ad una certa intensità dell’evento grandinoso. P er la protezione dei grappoli sia dalla grandine che dagli uccelli vengono proposte sul mercato alcune reti che, nel caso di allevamento a spalliera, vengono sistemate sulla zona produttiva e su una parte della parete vegetativa immediatamente adiacente. Negli ultimi anni sono state impiegate, per i vigneti, reti estremamente sottili e non particolarmente resistenti. Attualmente sono in fase di sperimentazione reti rinforzate, e quindi più durature, in grado di Foto 1: sistema 1 “Valente” – elementi di testata. proteggere i grappoli dalle “beccate” degli uccelli e dai chicchi di grandine. Nel 2004 si è proceduto a installare, in due impianti a spalliera coltivati con il vitigno Pinot nero e Merlot, tre differenti tipi di reti antigrandine (nera, nera e bianca, nera e verde), utilizzando diverse tecniche di fissaggio, in due ripetizioni. Ne è risultata coperta la zona immediatamente sottostante la zona produttiva fino alla seconda coppia di fili, su entrambi i lati della parete vegetativa. Nel 2005 in altri due impianti a spalliera (Pinot nero) è stato effettuato un ulteriore test: in questo caso il confronto è stato ef- fettuato tra una rete antigrandine nera ed una zona non coperta da rete. Nel 2006 si è proceduto al confronto per il terzo anno delle reti nel vigneto coltivato a Pinot nero. Ad esso è stato aggiunto un campo sperimentale a Sauvignon blanc. L’impiego delle reti antigrandine su ampia superficie provoca, in frutticoltura, leggere modificazioni del microclima e differenze nell’illuminazione. Si è dunque posta la questione se ed in quale misura l’utilizzo di reti a protezione dai danni provocati dagli uccelli e dalla grandine potesse influenzare il processo di maturazione dei grappoli, il loro stato fitosanitario e la qualità del vino. Inoltre sono state poste a confronto le differenti soluzioni tecniche relative al montaggio e al fissaggio, come anche la riduzione dei danni da uccelli. A tal fine è risultato di estrema importanza trovare un sistema poco costoso ed efficiente, ma al contempo non complicato e di rapido montaggio: in fase di vendemmia, infatti, si ha la necessità di poter allontanare velocemente la rete. Foto 3: sistema 3 – la rete viene sistemata, tirata e legata alla testata. 110 Foto 2: sistema 2. Foto 4: sistema 3. 3/2007 Le fotografie 1, 2, 3 e 4 presentano le diverse soluzioni tecniche poste a confronto. Il sistema rappresentato nella foto 1 offre la possibilità di tendere la rete al palo di testata con degli elementi di fissaggio apposita- ne dei danni da uccelli. Nel corso di tutte e tre le annate di sperimentazione, i risultati migliori sono stati forniti dai sistemi “chiusi”. Nel 2004, nelle parcelle di Pinot nero ricoperte dalle reti non sono stati riscontrati problemi per quanto riguarda la salute dei grappoli, mentre nelle parcelle scoperte, consistenti sono stati i danni provocati dal marciume acido. La causa primaria sembra essere il danno causato dagli uccelli. Nel 2005, a motivo dell’andamento meteorologico, il rilievo è risultato più complesso: tendenzialmente, comunque, anche per quell’anno le tesi con maggiori danni da uccelli sono risultate più colpite da Foto 5: placchette. mente concepiti e di distanziatori per ciascun palo intermedio. La rete viene fissata al secondo filo con placchette convenzionali (foto 5). Sotto la zona produttiva la rete rimane aperta. La rete del secondo sistema esaminato (foto 2) viene sistemata nella posizione voluta, tirata manualmente e poi legata (foto 3). Un’ulteriore tensione tramite fissaggio e chiusura sul secondo filo e su quello di base dovrebbe essere praticata con “chiodi fermarete” (foto 7). Per ciascuno spazio interpalo risultano sufficienti un chiodo in posizione superiore ed uno in posizione inferiore. Per quanto riguarda il terzo sistema (foto 4), la rete viene fissata al secondo filo di fissaggio con i cosiddetti clips per il fissaggio di reti (foto 6) o mediante appositi gancetti per unire i fili doppi. La parte inferiore della rete viene tesa e chiusa al filo di base con l’ausilio di chiodi fermarete. CONSEGUITI In tutte le tesi coperte da rete l’entità dei danni da uccelli è risultata sensibilmente contenuta. I sistemi che coprono lateralmente la zona produttiva, ma che nella zona sottostante rimangono aperti, non hanno consentito di risolvere completamente il problema, sebbene abbiano contribuito ad una riduzio- marciume acido. Anche nel 2006 sono state riscontrate le medesime tendenze. Per quanto concerne l’andamento della maturazione (grafico 1 e 2), durante tutti e tre gli anni è stato possibile verificare alcune differenze: in particolare il contenuto zuccherino della tesi “senza rete” e di quella “coperta con reti chiari” era tendenzialmente più elevato, sebbene tali valori non sono stati confermati dalla statistica. Il rilievo della temperatura e dell’umidità relativa non ha fornito differenze di alcun tipo. Nonostante che soprattutto verso mezzogiorno e nel primo pomeriggio la temperatura fosse un po’ superiore nella zona dei grappoli con rete, in nessun caso essa è risultata statisticamente significativa. Alcune differenze visivamente riconoscibili, soprattutto nella consistenza degli acini, sono comunque state rilevate su Pinot nero. Numerosi operatori, indipendentemente gli uni dagli altri, Foto 7: chiodo fermarete. 111 L RISULTATI Foto 6: clips per il fissaggio. hanno verificato una certa presenza di acini leggermente grinzosi nelle tesi non coperte, invece nelle altre tesi con reti gli acini apparivano più sodi. È possibile che in tutto ciò il vento abbia un ruolo importante: esso viene respinto dalla rete (foto 8 e 9) ed in tal modo il disseccamento dei grappoli è inferiore. Nel 2004 sono state vinificate le tesi scoperte e quelle coperte con la rete nera. Nel 2005 invece tutte le tesi di Pinot nero sono state vinificate, mentre nel caso del Merlot, soltanto la tesi non coperta e quella con rete nera. I vini dell’annata 2006 (Pinot nero e Sauvignon blanc) sono ancora da degustare. La situazione in campo si riflette anche in cantina. Sia per quanto concerne Pinot nero che Merlot non si rilevano carenze qualitative: la rete non ha dunque alcuna influenza sulla qualità del vino. Le scarse differenze individuate sono per lo più di poco peso e non sempre statisticamente significative: i giovani vini di Pinot nero ottenuti da vigneti coperti con rete sembrano avere dei sentori di frutta a bacca più accentuati, la nota di confettura sembra attenuata ed appaiono dunque anche più “puliti” e più tipici. Relativamente ai parametri gustativi (es. quantità e qualità dei tannini, pienezza ecc.) ed ai valori di laboratorio (analisi del mosto e del vino) non sono risultate differenze rilevabili. Sembra quindi, dai risultati fino ad oggi acquisiti, che l’influenza della colorazione delle reti di copertura sia decisamente trascurabile. Per la varietà Merlot l’influsso della rete sulla qualità del vino è ancora minore. Per esso non è stato possibile individuare nessuna differenza significativa, se non per il contenuto zuccherino. 50 anni L Grafico 1: andamento di maturazione su Pinot nero Grafico 2: andamento di maturazione su Merlot a Caldaro (San Giuseppe al Lago) 2004. a Cortaccia 2005. nera verde-nera bianca-nera senza nera Foto 8: acini sodi nella tesi con rete. Immediatamente alcune differenze nella praticità d’uso dei singoli sistemi di fissaggio e nell’impegno lavorativo delle fasi di montaggio e smontaggio sono risultate evidenti. Le diverse reti sono più o meno facili da tendere a causa delle differenti soluzioni tecniche. La durata delle reti antigrandine è soddisfacente. Il loro utilizzo per lunghi periodi deve comunque ancora essere sperimentato nella pratica. Svantaggiosi risultano l’impedimento ad effettuare operazioni manuali e meccaniche dopo la sistemazione delle reti, la diminuzione del 30% di copertura dei fitosanitari (Weissenbach 2003, Wädenswil) e l’impegno lavorativo in pre-vendemmia per aprire le reti e raggiungere i grappoli. L’investimento si aggira sui 3.000 - 7.000 Euro/ha: in caso di gravi danni da uccelli esso è subito ammortizzato e corrisponde all’incirca al costo dell’assicurazione antigrandine. Relativamente all’impatto visivo sul panorama, la rete laterale che copre solo parzialmente la vegetazione, a protezione, sia dai danni da uccelli che dalla grandine, non desta preoccupazioni poiché non interviene una copertura dell’intera superficie. INDICAZIONI PER LA PRATICA Foto 9: acini raggrinziti nella tesi senza rete. 112 Per i vigneti allevati a spalliera è consigliabile impiegare le reti normali rinforzate lateralmente e con una larghezza di 1 - 1,1 m. Si tratta delle medesime reti impiegate in frutticoltura per la copertura laterale dell’impianto. Le reti dovrebbero verde-nera bianca-nera senza essere sistemate quanto più precocemente ciò si renda necessario e tanto più tardivamente quanto possibile. Fondamentale è che esse siano il più possibile in tensione per poter svolgere, in caso di necessità, anche la funzione di protezione dalla grandine. Dai risultati ottenuti da due anni di prove si può concludere che le reti a colorazione chiara ben si addicono all’utilizzo durante il periodo della maturazione. Non sono disponibili i dati relativi all’uso di reti bianche (che in frutticoltura offre un impatto visivo molto forte). Dovendo fare i conti, normalmente, soltanto con i danni da uccelli, è opportuno chiudere le reti prima dell’inizio della maturazione. La chiusura dovrebbe essere attuata dopo la sfogliatura della zona del grappolo e dopo il trattamento antibotritico. È importante ricordare che una volta chiuse le reti, qualunque ulteriore operazione da praticare sulla parete vegetativa (diradamento, secondo passaggio di sfogliatura, trattamenti fitosanitari, cimatura meccanica ecc.) risulterà di estrema difficoltà se non addirittura impossibile. Poco prima della vendemmia le reti verranno aperte (è sufficiente anche un’apertura laterale). In un secondo momento la rete verrà fissata all’altezza del tubo di irrigazione con appositi materiali di legatura (es. Black Pull) o con la legatrice Max-Tapener. Essa rimarrà in quella posizione durante la stagione invernale. Per condurre lo smontaggio e la legatura della rete si prevedono tra le 20 e le 35 ore/ha/anno. Tradotto dall’Autore