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CRONACHE
il Giornale
Martedì 22 dicembre 2009
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POLEMICHE SUL CARCERE DI TERAMO
BREVI
Denunciò pestaggio in cella: morto
Per i medici lo ha ucciso il cancro
Caso Cucchi
Strane pressioni sul
dottore dei detenuti
La Procura ha aperto un’inchiesta. Grazie al racconto del prigioniero,
un nigeriano di 32 anni, è indagato il capo delle guardie della prigione
Patricia Tagliaferri
Roma L’esito
dell’autopsia
non scioglie i dubbi sulla morte di Uzoma Emeka, il detenutonigerianodi32annideceduto al pronto soccorso dell’ospedale Mazzini di Teramo
venerdìscorso.Emekaerastato testimone del pestaggio di
un detenuto italiano avvenuto il 22 settembre nel carcere
di Castrogno. A rivelarlo è stata la registrazione di una conversazione tra il comandante
delle guardie carcerarie, GiuseppeLuzi,edunsuosottoposto, finita non si sa come nella
redazione di un giornale locale e subito rimbalzata su internet.
«Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto
tutto.Un detenutononsi massacra in sezione, si massacra
sotto...», dice il capo delle
guardie esprimendo il timore
che«ilnegro»avessevistoepotesse parlare. Ora Luzi, a novembre sospeso dall’incarico,
è sotto inchiesta assieme a
quattro agenti di polizia penitenziaria e al detenuto vittima
del pestaggio (perché, secondo gli agenti, sarebbe lui l’aggressore).Ilnigeriano, invece,
che ai magistrati, forse per paura di ritorsioni, non aveva
mai voluto parlare di quanto
accaduto dietro le sbarre, è
mortoincircostanzemisteriose,dimenticatoinun’infermeria dove forse sarebbe potuto
arrivare prima, e non potrà
più raccontare a nessuno
quanto visto. Sulla sua morte
la Procura di Teramo ha aperto un fascicolo. Per chiarire
ogniaspetto.Eperevitarefacili accostamenti al caso Cucchi, il detenuto romano morto
inospedaleunasettimana dopo il suo arresto per droga e,
come sospettano i magistrati,
dopoesserestatopicchiatodagli agenti e non curato in modo adeguato dai medici che si
sono occupati di lui. L’autopsia ha stabilito che Uzoma è
stato ucciso da una formazione maligna al cervello: un’erniacerebraleavrebbeesercitato una compressione fatale.
Morte naturale, dunque. Una
diagnosicheperLuigiManconi,presidente dell’associazione«ABuondiritto»,confermerebbe lo stato di «abbandono
terapeutico nel quale versava
Uzomaenelqualeversal’interosistemapenitenziarioitaliano». Manconi denuncia infat-
ti che 48 ore prima del malore
che lo ha portato al ricovero in
ospedale - dopo oltre cinque
orediattesaincarcere-ildetenuto si era già sentito male:
«Dunque i segnali di una condizioneparticolarmentecom-
steriosi e drammatici perché
si tratta del famoso “negro che
aveva visto tutto”, testimone
di un pestaggio in carcere la
cui registrazione finita su internet aveva fatto scoppiare
un caso che aveva portato alla
sospensione del comandante
delleguardie».Dopoilpestaggio la Bernardini aveva compiuto una visita all’istituto di
detenzione di Teramo, «un
carcere senza direttore - spiega-dovesonostipati 400dete-
SOSPETTI
Uzoma Emeka, il
nigeriano morto venerdì
nel carcere di Teramo
dopo essersi sentito male
in cella
[Foto: Omega]
nuti in spazi che potrebbero
contenerne230,dovegliagenti in servizio sono solo 155 a
fronte di una pianta organica
che ne prevede 203 e dove il 50
per cento dei reclusi è malato». L’associazione per i diritti
dei detenuti Antigone ritiene
che Uzoma andasse trasferito
in un altro istituto. Secondo il
suo presidente, Patrizio Gonnella,lamancanzadiprotezione istituzionale per i testimonidiviolenzeincarceredaparte della polizia «è complice
dellastessaomertàe mancanza di trasparenza cui abbiamo
tristemente assistito nel caso
di Stefano Cucchi».
ESAMI Secondo i
risultati dell’autopsia si
tratterebbe comunque
di un decesso naturale
promessadiun soggettotossicodipendente e depresso erano già tutti riconoscibili. Ma il
carcere di Teramo è sotto tutti
i profili un autentico disastro.
Mi auguro che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano,
che da settimane non risponde alle interrogazioni del deputatoRitaBernardini,trovifinalmente il tempo per fornire
qualche spiegazione». Chiarimenti che ha chiesto in un’altrainterrogazionealGuardasigilli anche il senatore Francesco Ferrante, del Pd. «La morte di Uzoma - osserva Ferrante
- assume toni ancora più mi-
Giallo di Perugia
Rudy va in Appello
I legali: è innocente
«Hachiesto l’assoluzione di Rudy Guede dall’accusa di avere
ucciso Meredith Kercher il pool
difensivo, nell’arringa davanti
alla Corte d’assise d’appello di
Perugia. Secondo il legale, comunque, il suo assistito «merita le attenuanti generiche».
GentilehasottolineatocheGuede «è incensurato, è giovane,
non ha calunniato nessuno e
non ha ucciso». «Non è un bugiardo - ha aggiunto uno dei legali-ed èl’unicocheha collaborato, dicendo tra l’altro di avere
visto Amanda Knox nella casa
del delitto». Guede ha sempre
riferito di avere visto in casa di
Meredith una figura maschile
ma di non averla riconosciuta.
Oggi, alla luce della sentenza
che c’è stata, possiamo dire che
quella figura era Sollecito».
Coppia di italiani sequestrata in Mauritania
Rapiti dai predoni e venduti ad Al Qaida
Fausto Biloslavo
Il tragitto che hanno scelto era il
piùcorto,malacoppiadiitalianirapita fra Mali e Mauritania avrebbe fatto
bene a prendere una strada diversa.
Più lunga e sicura, attraverso il Senegal. Sergio Cicala e la sua consorte,
Philomen Kabouree, originaria del
BurkinaFaso, potrebberoessere stati
presi da una banda che agisce in subappaltoevendegliostaggiadAlQaidanelMaghreb.Perarrivarenellebasi dei terroristi nel nord del Mali, da
dove è avvenuto il rapimento, ci vogliono dai tre ai 5 giorni di fuoristrada
attraverso deserto e montagne. Secondo un quotidiano nord africano i
due nostri connazionali sarebbero
prigionieri di Abdul Hamid Abu
Zeid, importante capo dell’OrganizzazionediAlQaidanellaterradelMaghreb.
«L'instabilità, dettata da due colpi
di stato, ha lasciato spazio al radicalismo. Quest'anno ci sono state le elezioni e il nuovo presidente, Abdel
Aziz, ha dichiarato guerra ai gruppi
Nuovispuntidiindagineperl’inchiesta sulla morte di Stefano
Cucchi, il geometra di 31 anni
mortoil22ottobrescorsonelreparto penitenziario dell’ospedale Sandro Pertini di Roma.
Cucchi,secondol’accusa,sarebbe morto a causa di un pestaggio. Comunque l’inchiesta vede
indagate a vario titolo 9 persone. A fornire al magistrato nuovi elementi è stato ieri il presidente della commissione d’inchiesta sul servizio sanitario
nazionale Ignazio Marino, del
Pd,chesiè incontratocon ilprocuratore Giovanni Ferrara e i
pm Barba e Loi fornendo loro i
risultati dell’indagine fatta dalla sua commissione. Marino
avrebbe riferito che il medico di
Regina Coeli il quale il 16 ottobre scorso visitò Cucchi al suo
rientro dal Tribunale avrebbe
subitopressioniperché siautosospendesse dal suo incarico.
diAlQaida.Purtroppoinunpaesepovero come la Mauritania c'è sempre
margine per il proselitismo dei terroristi».ParoladiGianAndreaRolla,veterano dell'Africa, che per la costola
italiana dell'Ong Terre des hommes
segue un progetto di riabilitazione
dei minori mauritani finiti in galera.
«Conosco bene il Burkina Faso, dove
era diretta la coppia sparita - spiega
Rolla -. Io avrei fatto un giro più largo
passando dal Senegal. Anche se non
c'erano allarmi specifici».
IlministrodegliEsteri,FrancoFrattini, ha assicurato che «nessun elemento o contatto viene trascurato
per reperire informazioni utili e per
le azioni occorrenti la loro liberazione». Il responsabile della Farnesina
ha parlato al telefono con la collega
mauritana Naha Mint Mouknass. Poi
si è sentito con il ministro degli Esteri
spagnolo, Miguel Angel Moratinos,
che ha garantito il sostegno delle ambasciate di Madrid in Mali e Mauritania,dovenon abbiamosedidiplomatiche.
Loscorsonovembresonostatirapi-
ti in Mauritania tre cooperanti spagnoli. Nei prossimi giorni i servizi di
Madrid si attendono l'arrivo di un video di rivendicazione del sequestro
da parte di Al Qaida del Maghreb. Gli
ostaggi sarebbero stati portati nel
nord del Mali dove i terroristi hanno
basi sicure nell'area di Tanezrouft. Il
presidentedelMali,AmadouToumani Touré, è disposto a mediare per la
FRATTINI La diplomazia
italiana al lavoro per la loro
liberazione. I due sarebbero
tenuti prigionieri in Mali
liberazione di Albert Vilalta, Roque
PascaleAliciaGamez. Uno deipiù famosicomandantidiAlQaidanellazona è l'algerino Mokhtar Belmokhtar,
che negli anniNovanta ha combattuto in Afghanistan. Coinvolto in quasi
tutti i rapimenti di stranieri nell'area
sahariana non chiede solo soldi, ma
scambidi prigionieri.Duediplomatici canadesi dell'Onu, rapiti in Niger,
sono stati rilasciati in aprile. In cambio Belmokhtar avrebbe ottenuto 5
milioni di euro e il rilascio di alcuni
militanti,compresoOussamael-Merdaci, un veterano dell'Afghanistan
catturatoinMali. Sisospettacheilcapo dei terroristi mantenga contatti
con personalità politiche e militari di
alto rango a Bamako, la capitale.
Le offerte di amnistia del governo
algerinoaBelmokhtarhacreatodissidi nel fronte sud di Al Qaida nel Maghreb.YahiaDjouadi,emiro diquest'
area, la famigerata «zona 9», è succedutoproprioaBelmokhtar.Lasuatattica è decapitare i militari che vengono fatti prigionieri. Djouadi è nella listanera dei terroristi dell'Onu e ama i
video con gli ostaggi circondati da tagliagole armati.
Il terzo comandante di spicco del
crocevia maledetto fra Mauritania,
Mali ed Algeria si chiama Abdelhamid Abou Zaid Essoufi. Lo accusano
di aver «giustiziato» lo scorso maggio
l'ostaggio inglese Edwin Dyer.
www.faustobiloslavo.eu
I commercialisti
Appello a Maroni:
«Rischiamo la vita»
Una lettera aperta al ministro
dell’Interno per richiamare l’attenzione delle istituzioni sui rischicui vannoincontro i professionistinello svolgimentodegli
incarichi ricevuti per conto dei
Tribunali. Dopo l’omicidio di LiberatoPassarelli,ilcommercialistapresidentedell’Ordinedella categoria di Castrovillari, ucciso nello svolgimento delle
sue funzioni di curatore fallimentareClaudioSiciliotti,presidente dei commercialisti, si rivolge direttamente a Maroni
chiedendo aiuto. «Serve un osservatorio sulle intimidazioni»,
un ente congiunto tra il Viminale e l’Ordine «per monitorare e
recepire le segnalazioni di intimidazione nei confronti di liberi professionisti che svolgono
incarichi per i tribunali.
Il ricordo Addio al genio buono che inventò la cultura del benessere
di Renato Farina
Havolutomoltobene,Christina
Newburgh,nellasuavitaavventurosa.Sièspentaieria83anniinNapoli,
lesueceneriverrannosparseinmare e un pugno di esse sarà deposto a
Capriaccantoalmarito.VittorioFeltri la definì «genio benefico». È stata
un’amicasenzaincertezzedellebattaglie da lui condotte prima a Libero
e ora al Giornale.
Questa donna ha avuto un destino straordinario, il suo dono è stato
di saperlo comunicare agli altri, trasfondendo in chiunque incontrava
ogni sua stilla di energia buona.
Ebrea, nata in Ungheria, ha dovuto
lottare contro i nazisti sfuggendo
con i suoi capelli biondo grano alla
lorotenaglia. Poisièbattutacontroi
comunisti. Ha portato tutta la vita
nelsuoanimolestimmatediquesta
lotta.Eravotataalla difesadiIsraele,
in Italia erano suoi ospiti presidenti
eministridiGerusalemme.Ingegnosissima,hainventatolei-anchesele
enciclopedie non lo scrivono - il beauty case nella Budapest del primo
dopoguerra. Lo produceva in una
fabbrica clandestina. È stata la don-
ICONA Morta Christina
Newburgh. Sua la prima
Spa italiana. In migliaia si
sono rigenerati grazie a lei
na più bella dell’Est Europa, emigrando in Italia incontrò un ebreo
lettone, Steven, anch’esso geniale,
dicuihapresoilnomeesel’ètenuto
stretto.
Il marito piantava pali negli oceani,leiloseguiva.PoitornavanoaNapoli. In Messico lei ha cominciato a
intraprenderelasuamissioneparticolare: dare bellezza e pace a uomini e donne. È stata la precorritrice
dei«centribenessere»lacuiarteella
apprese nei primi anni ’60 in Messico. Fu la prima a concedersi un lif-
ting,aottant’anni-giovanissima-girava in jeans nella sua mitica
Spa’Deus a Chianciano, dove si sono ritemprati a migliaia.
Procuravaimiglioricuochicapaci
difar dimagrire, i più bravi pianisti e
massaggiatori e preparatori atletici,
ma anche filosofi. Tutto purché noi
si riflettesse sul senso della vita sen-
GURU DELLE DIETE
Cristina Newburgh è
morta a Napoli: era
considerata la
guru delle diete,
promotrice di un
modello di vita attento
al benessere e alla
salute fisica
zamacerazionimanellaricercadellabellezza.Percertiversi,aChianciano, aveva ricreato senza cupezze il
climadiconversazioneediprofondità depositato nelle pagine della
«Montagna incantata» di Thomas
Mann. Là c’era un albergo sanatorio,quiunhotelrisanatore,mac’era
molto in comune nell’atmosfera di
riposo, di dialogo e di belle signore.
L’elenco degli ospiti dice molto ma
non tutto: Tara, la nipote di Gandhi;
EliWieseleRitaLeviMontalcini,premi Nobel; Carlo d’Inghilterra; la famiglia Rabin al completo; Cristina e
Riccardo Muti; Barbra Streisand;
Franco Zeffirelli; Carla Fracci; Ray
Charles; gli astronauti che andaronosullaLuna.Poic’eranoleragazze
eiragazzisenzatitoliostatus:i«grassoni». Gli ultimi anni aveva affinato
infatti una nuova missione, in cui
avevaversatogenerosamentemolte
risorse:lacuradei ragazziobesi,che
spesso gratuitamente ospitava e facevarifiorireconunsuometodo.Lei
diceva così, per spiegarlo agli scettici: «Lei sa cos’è l’amore?».
Poi, improvvisa la malattia, che
l’ha ricondotta a Napoli, assistita
amorevolmente dal figlio ingegner
Peter,dallasuasposaLucyedallanipote Christina come lei. Chi l’ha conosciuta se la ricorderà sempre, ma
anche di più: si aspetta si dia da fare
ancorae ci tiri su. Lei era così: si rendeva presente offrendo appoggio
neimomentibui,quandopercepiva
unadifficoltànelprossimo.Feltriha
scrittodileiedellasuaopera:«Tutto
questoèfruttodiunamissioneangelica, anche se sto parlando di una
donna:odolosbatteredellealiquando la sento al telefono».