"Dentro il libro": I gulag siberiani e la sinfonia di
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"Dentro il libro": I gulag siberiani e la sinfonia di Leningrado: le due facce dell'U.R.S.S. Domenica 21 Luglio 2013 09:40 Il nostro Libro del Mese di Luglio 2013 ("Avevano spento anche la luna" di Ruta Sepetys) è ancora una volta spunto per conoscere più a fondo il periodo in cui è ambientato. Oggi parliamo di musica. 14 giugno 1941. La NKVD irrompe a casa del rettore dell'Università di Kaunas, in Lituania: Lina e la sua famiglia vengono arrestati e iniziano il loro viaggio di deportazione verso oriente, in Siberia. Esattamente un mese dopo, a San Pietroburgo, Dmitrij Šostakovič inizia a comporre la Sinfonia di Leningrado per incoraggiare le truppe sovietiche che avevo il compito di scacciare verso occidente i nazisti. Nell'agosto del 1939 il Ministro degli Esteri sovietico Vjačeslav Molotov e il Ministro degli Esteri tedesco Joachim von Ribbentrop firmarono un trattato di non aggressione tra Germania e URSS. In un'appendice del patto, i due paesi si spartirono l'Est Europa: la Finlandia, l'Estonia, la Lettonia la Lituania vennero occupate dall'Armata Rossa a partire dal giugno 1940. Dopo solo un anno di occupazione, in cui decine di migliaia di persone vennero deportate, gli stessi paesi vennero invasi dalla Germania nazista, che con l'Operazione Barbarossa, iniziò l'invasione dell'Unione Sovietica, venendo meno al patto di non belligeranza. Proprio in quest'ultimo periodo di dominio russo in Lituania, la famiglia di Lina viene arrestata. Allora, i tedeschi venivano erroneamente visti come dei liberatori, ma non appena i nazisti resero evidenti le loro intenzioni, i lituani si resero conto che il loro sogno d'indipendenza era molto lontano e che un'altra terribile occupazione stava iniziando. E' in questo clima che Dmitrij Šostakovič si accinse a comporre la sua settima sinfonia. Era già molto noto tra i contemporanei da quando, con la sua Prima sinfonia del 1926, venne lanciato nel panorama musicale mondiale. Nato a San Pietroburgo nel 1906, Dmitrij fu un bambino prodigio; infatti a soli nove anni iniziò a comporre ed esibirsi. Influenzato soprattutto da Prokof'ev, Rimskij-Korsakov e Hindemith, il suo stile, talvolta aggressivo, con dei tratti grotteschi ed ironici, è molto complesso ed incorpora sia la musica contemporanea europea che i movimenti artistici d'avanguardia. Anche gli eventi politici ebbero un ruolo importante sul suo stile musicale. Šostakovič era fermamente convinto della necessità di lavorare per l'edificazione 1/4 "Dentro il libro": I gulag siberiani e la sinfonia di Leningrado: le due facce dell'U.R.S.S. Domenica 21 Luglio 2013 09:40 della società socialista e spesso si conformò al volere del regime. Nonostante questo ebbe un rapporto difficile con il governo sovietico: intatti subì denunce ufficiali, venne censurato e, proprio per le accuse di polemica nei confronti del governo sovietico, abbandonò per molti anni la musica teatrale, rifugiandosi nella musica strumentale. Tuttavia non smise mai di essere un fervente nazionalista e, dopo la morte di Stalin, venne completamente riabilitato sotto questa accezione positiva. La sua produzione è copiosa e di generi vari: musica sinfonica e corale, musica da camera ed anche musica da film in cui spazia dai temi popolari, al jazz, dalla caricatura della musica borghese del tempo alla ricerca di nuovi linguaggi musicali. La sua vitalità creativa rimane intatta fino agli ultimi anni di vita: infatti, la sedicesima sinfonia venne appena abbozzata prima della morte, avvenuta a Mosca nel 1975, rimanendo incompiuta. Delle quindici sinfonie, la Sinfonia n.7 in do maggiore op.60 è la sua opera più monumentale. Detta anche "Sinfonia di Leningrado" venne composta durante i primi mesi del lungo assedio nazista alla città di San Pietroburgo (ribattezzata Leningrad). Šostakovič si trovava proprio a Leningrado durante il periodo di mobilitazione bellica ma la lasciò presto, allontanandosi dagli scenari di guerra e trasferendosi, insieme ai maggiori personaggi culturali della città, a Kujbyšev in una zona più sicura negli Urali. Il 15 luglio 1941 iniziò, durante un incessante bombardamento, la composizione della sinfonia. Il 16 settembre, in una trasmissione radiofonica di Leningrado, affermò di avere terminato il secondo movimento: << Un'ora fa ho terminato la partitura della seconda parte di una mia nuova grande composizione sinfonica. Se mi riuscirà di concluderla bene, se riuscirò a ultimare la terza e la quarta parte, allora quest'opera potrà chiamarsi Settima sinfonia. Due parti sono già scritte. Ci lavoro dal luglio del 1941. Nonostante la guerra, nonostante il pericolo che minaccia Leningrado, ho composto queste due parti relativamente in fretta. Perché vi dico questo? Vi dico questo perché i leningradesi che adesso mi stanno ascoltando sappiano che la vita nella nostra città procede normalmente. Tutti noi portiamo il nostro fardello di lotta. E gli operatori della cultura compiono il proprio dovere con lo stessa onestà e la stessa dedizione di tutti gli altri cittadini di Leningrado, di tutti gli altri cittadini della nostra immensa Patria. [...] Musicisti sovietici, miei cari e molteplici compagni d’arme, amici miei! Ricordate che la nostra arte è seriamente minacciata. Ma noi difenderemo la nostra musica, continueremo con la stessa onestà e con la stessa dedizione a lavorare. La musica che ci è tanto cara, alla cui creazione dedichiamo il meglio di noi, deve continuare a crescere e a perfezionarsi, come è stato sempre. Dobbiamo ricordare che ogni 2/4 "Dentro il libro": I gulag siberiani e la sinfonia di Leningrado: le due facce dell'U.R.S.S. Domenica 21 Luglio 2013 09:40 nota che esce dalla nostra penna è un progressivo investimento nella possente edificazione della cultura. E tanto migliore, tanto più meravigliosa sarà la nostra arte, tanto più crescerà la nostra certezza che nessuno mai sarà in grado di distruggerla. [...] >> Il 29 Novembre completò anche il terzo movimento e un mese dopo, il 27 dicembre, con la stesura dell'ultimo movimento la sinfonia venne completata. Ci vollero solo sei mesi, tanto che Slonimskij la definì una "Blitzsymphonie" di risposta al Blitzkrieg nazista. L'opera venne eseguita per la prima volta il 5 marzo del 1942 nella Casa della Cultura di Kujbyšev (attuale Samara) dall'Orchestra del Teatro Bol'soj diretta da Samuil Abramovič Samosud. I quattro movimenti - che, inizialmente, avevano ciascuno un titolo, poi eliminato: "Guerra", "Ri membranza ", " Le immense pianure della nostra terra "e" Vittoria " - sono dilatati per dar spazio al carattere patriottico dell'opera. Il primo tempo ("Allegretto") culmina con un tema patriottico che cede il posto a una leggera melodia che rappresenta la quiete prima dell'invasione nazista, rappresentato da un ritmo di marcia ossessivo in crescendo. Dopo un secondo tempo ("Moderato") di breve durata e dal carattere drammatico, si apre il terzo tempo (" Adagio") che vuol rappresentare, attraverso suoni lunghi, la desolazione e la distruzione causate dalla guerra. L'ultimo tempo ("Allegro ma non troppo") vuol rappresentare la vittoria sovietica sui nazisti attraverso un dispiegamento di massa dell'orchestra, che culmina nel tema iniziale della sinfonia in stile trionfale. Il 9 Agosto 1942 la Settima Sinfonia venne ripetuta finalmente anche a Leningrado dall'Orchestra della Radio, i cui musicisti vennero richiamati dal fronte per l'occasione e furono diretti da Karl Eliasberg sotto il fuoco incessante dei bombardamenti. In tutta risposta l'esecuzione venne trasmessa con degli altoparlanti rivolti verso i soldati tedeschi alla periferia della città, per dimostrare che la vita di Leningrado continuava a trascorrere normalmente come 3/4 "Dentro il libro": I gulag siberiani e la sinfonia di Leningrado: le due facce dell'U.R.S.S. Domenica 21 Luglio 2013 09:40 se nulla fosse. La sinfonia ebbe un successo strepitoso su scala mondiale e la sua partitura, da simbolo della resistenza sovietica, divenne emblema generale della resistenza dei popoli alla guerra e della loro lotta ai regimi. ASCOLTA LA SINFONIA NUMERO 7 "In guerra, qualunque parte possa vantarsi di aver vinto, non ci sono vincitori, tutti sono perdenti " Neville Chamberlain. (articolo a cura di Sergio Gelsomino) Se vuoi collaborare con la Rubrica Letteraria del Club del Libro, segnalarci iniziative interessanti o semplicemente comunicare con noi, scrivici a: 4/4