Materiale 4 - Tanti mondi una comunità

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Materiale 4 - Tanti mondi una comunità
La tipologia linguistica
L‟approccio di natura tipologica ordina le lingue in raggruppamenti omogenei sulla base di affinità
sistematiche sul piano strutturale. A differenza dell‟approccio storico-comparativo, questo tipo di approccio
non prende in considerazione né i processi storico-evolutivi che hanno prodotto le lingue, né la famiglia
linguistica a cui esse appartengono. Le lingue sono, dunque, collocate nello stesso raggruppamento se simili
nella struttura.
Compito della tipologia linguistica è quello di studiare le occorrenze sistematiche di specifiche affinità/o
divergenze strutturali tra lingue non imparentate al fine di individuare i diversi tipi linguistici esistenti e di
spiegarne i principi organizzativi sottesi. Ramat 1 definisce un tipo linguistico come “un insieme di proprietà
correlate gerarchicamente e di strategie linguistiche interdipendenti che vengono messe in atto per risolvere
i problemi posti alla lingua dalle necessità della comunicazione”.
Due sono le classificazioni che hanno lasciato una traccia indelebile negli studi tipologici: quella basata sulla
struttura interna della parola e quello incentrata sull’ordine dei costituenti della frase dichiarativa
assertiva, del sintagma nominale e del sintagma adposizionale.
La tipologia morfologica
La tipologia morfologica, che risale all‟inizio dell‟Ottocento, infatti, vennero da più parti avanzate proposte
per una embrionale tipologia morfologica, individua quattro tipi possibili: quello isolante, quello
agglutinante, quello flessivo-fusivo e quello polisintetico (o incorporante).
Le lingue isolanti, come ad esempio il cinese o il vietnamita, non hanno morfologia, cioè non sono
segmentabili in morfemi; ciò vale a dire che ogni parola è monomorfemica, come appare dal seguente
esempio tratto da Comrie2 (1981: 43):
Khi
tôi
quando io
lezione
đến
nhà
venire casa
bạn
tôi,
amico io
chúng tôi
PL
io
bắt
đầu
prendere
làm
bài
testa fare
= cominciare
„Quando giunsi a casa del mio amico, cominciammo a fare la lezione‟
In questa frase si notano alcune delle caratteristiche principali delle lingue di tipo isolante:
a)la conversione3o derivazione zero, per cui un elemento cambia la propria categoria sintattica senza
l‟aggiunta di materiale linguistico;
b) la corrispondenza biunivoca tra parola monomorfemica e funzione semantica per cui ogni morfema
esprime uno ed un solo significato, sia esso lessicale o grammaticale4.
Un esempio di tipo di lingua agglutinante è il turco. In queste lingue generalmente la parola è formata da
più morfemi disposti in sequenza, ciascuno dei quali adempie ad una sola funzione.
Nelle lingue flessive-fusive, come ad esempio il serbo-croato, più categorie semantico-funzionali sono fuse
in un unico morfema, per cui i confini tra un morfema non sono netti, la segmentazione diviene difficoltosa e
1
Ramat 1980: 330
Compie 1981:43
3
Tôi indica sia un pronome sia un aggettivo possessivo
4
Chung (plurale) + Tôi (pronome di prima persona) = noi
2
ci sono molte eccezioni. Si attestano casi in più forme rappresentano una funzione ma anche molti casi
opposti.
Un altro esempio di lingua flessivo-fusive sono quelle a morfologia non concatenata, come l‟arabo, che
costruisce le parole „intrecciando‟ una radice (tri)consonantica, e particolari sequenze vocaliche, collocate tra
le consonanti radicali, cui spetta la mansione di esprimere le indispensabili, ulteriori specificazioni tanto
lessicali, quanto grammaticali. L‟arabo e le altre lingue che usano largamente morfemi discontinui sono
generalmente indicate come esponenti del tipo morfologico introflessivo (sotto-gruppo all‟interno del tipo
flessivo-fusivo).
Lingue polisintetiche o incorporanti formano le parole, concentrando nella stessa unità diversi morfemi,
lessicali o grammaticali, condensando in una sola parola più informazioni.
Le quattro classi di lingua qui presentati devono essere considerati come sono modelli teorici di descrizione,
che, come tali, non si realizzano appieno a livello empirico. Infatti, a livello della struttura morfo-sintattica la
situazione delle lingue storico-naturali è molto più complessa. Infatti, in molte lingue si ritrovano strutture o
strategie che rimandano a più tipi linguistici.
La tipologia sintattica
Nella ricerca tipologica, le classificazioni delle lingue sono compiute anche sulla base dell‟ordine reciproco
in cui gli elementi della frase o di particolari sintagmi vengono disposti.
Gli studi di J. H. Greenberg, condotti negli anni Sessanta, prendono in considerazione la collocazione
reciproca, nella frase dichiarativa assertiva, di tre costituenti: il soggetto (S), l‟oggetto diretto (O) ed il verbo
(V)5. Le combinazioni logicamente possibili di questi tre elementi base consentono di identificare sei tipi
linguistici, in cui classificare le lingue del mondo:
a) SOV lingue indo-arie, lingue australiane sudorientali, lingue turche, basco, lingue
ugro-finniche (ad eccezione del finnico e dell‟estone), coreano, giapponese,
varie lingue caucasiche, lingue dravidiche.
b) SVO lingue romanze, germaniche, slave e baltiche, albanese, neogreco, finnico ed
estone, tutte le lingue bantu, la maggior parte del gruppo chad della famiglia
camito-semitica, vietnamita, cinese.
c) VSO lingue celtiche, ebraico, aramaico, arabo, berbero, masai, lingue polinesiane,
zapoteco.
d) VOS e) OVS f) OSV
rarissime attestazioni tra le lingue del mondo
Il sintagma nominale e adposizionale
Secondo la ricerca condotta da Greenberg (1966) un tipo linguistico prevede la coesistenza di più tratti
strutturali teoricamente indipendenti, disposti in sequenze ordinate gerarchicamente. Se si conosce quindi
l‟ordine reciproco di soggetto, verbo ed oggetto, si può in prevedere la presenza di preposizioni o
posposizioni:
5
Non tutte le lingue del mondo ci permettono di stabilire in modo chiaro l‟ordine effettivo dei costituenti. Nel russo, per
esempio, tutte le sequenze possibili dei costituenti realizzano stringhe grammaticali.
SINTAGMA VERBALE
VO
OV
ORDINE DEI COSTITUENTI NEL
SINTAGMA ADPOSIZIONALE
Pr
Po
SINTAGMA NOMINALE
NG, NA
GN, AN
La composizione dei costituenti maggiori della frase dichiarativa assertiva (Soggetto, Verbo, Oggetto), la
struttura del sintagma ad posizionale (Preposizioni, Posposizioni), l‟ordine reciproco di nome e genitivo nel
sintagma nominale (NG, GN), l‟ordine reciproco di nome ed aggettivo nel sintagma nominale (NA, AN),
permette di individuare un inventario complesso di tipi linguistici, di cui si riportano i più diffusi:
VSO, Pr, NG, NA
SVO, Pr, NG, NA
SVO, Pr, NG, AN
SVO, Pr, GN, AN
SVO, Po, GN, NA
SOV, Po, GN, AN
SOV, Po, GN, NA
lingue celtiche, ebraico, aramaico, arabo, berbero, masai;
lingue polinesiane e probabilmente altre lingue austronesiane.
lingue romanze, albanese, neogreco, la maggior parte delle lingue del
gruppo benue-congo incluse tutte le lingue bantu; la maggior parte del
gruppo chad della famiglia camito-semitica; vietnamese, le lingue
tailandesi.
una parte delle lingue germaniche (tedesco, olandese, islandese),
lingue slave.
le restanti lingue germaniche (svedese, norvegese, danese).
finnico, estone.
le altre lingue ugro-finniche, le lingue turche, hindi, bengalese e altre
lingue arie dell‟India; armeno moderno, coreano, giapponese, molte
lingue caucasiche; lingue dravidiche;
basco, birmano, tibetano classico; la maggior parte delle lingue
australiane
Apprendimento di una L2 e tipologia della L1
Apprendere una L2 non significa mettere in atto solo un‟operazione formale ma, come si riporta in Giacalone
Ramat (1994:30), “il compito è di natura cognitiva e semantica e comporta una concettualizzazione diversa
dell‟esperienza, una proiezione diversa tra la lingua ed il mondo esterno”. Da ciò si può evincere, dunque,
che la tipologia della L1 determina un ruolo importante nei percorsi didattici in L2.
Si consideri come esempio l‟apprendimento del sistema verbale italiano da parte di apprendenti di lingua
turca e di quelli cinesi. Se sottoposti allo stesso input, gli apprendenti sinofoni, hanno generalmente più
difficoltà nell‟apprendimento di quelli turchi, poiché, in questo caso, la lingua cinese non fornisce ai nostri
apprendenti un background cognitivo adeguato.
La lingua cinese, infatti, è di tipo isolante con una morfologia poverissima. Al contrario, quella turca, di tipo
agglutinante, predispone processi morfologici di natura affissale.