Il Myanmar: la nuova frontiera asiatica May 2015

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Il Myanmar: la nuova frontiera asiatica May 2015
Il Myanmar: la nuova frontiera asiatica
42
May 2015
Author:
Luca Garruba
Language:
Italian
Keywords:
Myanmar
Economic and political
development
Democracy
Burma law
ISSN: 2281-8553
© Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie
ABSTRACT
In 2011 the dictatorship of military regime that ruled Myanmar for
almost fifty years has been challenged by the aspirations of a transition
towards democracy. This process could lead to a huge transformation of
political, economic and social system of the country.
For decades the very poor economy of Myanmar was largely controlled
by the State. This situation has created a stagnant economy and an
inevitable economic and political isolation of Myanmar.
The political and economic reforms announced by the new government
are seen as key elements for the transition to democracy and within few
years they could allow to Myanmar to become a power among the
emerging countries.
This paper analyses the changes that are taking place since the civilian
government took power and the current legal and economic situation.
This study aims to deepen the relations of Myanmar with the
international community, particularly with ASEAN, United States,
European Union and WTO, to analyse the major sectors of economic
development in Myanmar and the situation of special economic zones’
expansion.
This analysis is combined with studies of the main branches of
Myanmar’s law, which is partly inspired by the model of neighbouring
China, but which still needs reforms and integrations. In this regard, the
government is moving to reform especially the main laws relating to
commercial law, such as company law and intellectual property law. The
government of Thein Sein has eliminated skepticism and it has launched
several reforms in the economic field in order to exploit Myanmar’s
resources and put them at the service of economic and social
development of the population. Characterized by a very low cost of
labour and the proximity to major economies of Asia, Myanmar is
therefore considered a likely emerging power.
LUCA GARRUBA
Doctor of Law (Roma Tre University) and trainee lawyer.
Specialized in law of Asian markets.
[email protected]
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie
2
Introduzione
La Repubblica dell’Unione del Myanmar1
(Pyidaunzu Thanmăda Myăma Nainngandaw)
è una repubblica semipresidenziale con uno
stretto controllo da parte delle autorità militari
sul governo civile. Confina a Nord-Est con la
Cina, a Est con il Laos, a Sud-Est con la
Tailandia, a Nord-Ovest con il Bangladesh e
l’India; si affaccia sul Mar delle Andamane e
sul Golfo del Bengala. Comprende una
regione montuosa a Ovest, un bassopiano
centrale, l’altopiano degli Shan a Est e il
Tenasserim, una stretta cimosa costiera
fronteggiata dall’arcipelago di Mergui. I fiumi
principali sono l’Irrawaddy e il Salween. Il
clima, prevalentemente monsonico, insieme
alla posizione geografica sono ritenuti
strategici per l’economia birmana poiché le
permettono di possedere numerose terre fertili
e di essere al centro di numerosi traffici di
materie prime provenienti da India e Cina. La
moneta locale è il Kyat. Ha una superficie di
674.577 km² e una popolazione di circa 50
milioni di abitanti. Riguardo alla religione,
l’89% dei birmani è buddista, mentre la
restante percentuale è rappresentata da
cristiani, induisti e musulmani.
Il Myanmar è stato una colonia britannica
fino al 4 gennaio 1948 e pochi mesi dopo, il
19 aprile 1948 è entrato a far parte dell’ONU.
Dal 1962 al 1988, il Paese è stato governato
dalla dittatura militare di stampo socialista del
generale Ne Win. La politica di Ne Win,
denominata la “Via Birmana al Socialismo”2,
passa attraverso l’accentramento del potere in
un partito unico, la nazionalizzazione delle
imprese e la soppressione della stampa
indipendente. Tutto ciò condusse a una
drammatica crisi economica e sociale che ha
provocato numerose rivolte e guerriglie
1
Il Paese era conosciuto con il nome di Birmania fino
al 1989, quando la dittatura militare lo ha sostituito con
il nome Myanmar. Anche la città Rangoon, allora
capitale, è stata rinominata Yangon.
2
Tale programma politico prevedeva l’eliminazione
della libertà di impresa, l’imposizione del regime
autarchico e del principio dell’autosufficienza
nazionale da cui è scaturita la chiusura delle dogane e
del commercio con l’estero.
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indipendentiste ai confini orientali. Nel 1988
scoppiarono le prime proteste popolari delle
opposizioni e delle minoranze, vittime della
politica repressiva del regime. La nuova
giunta militare al potere, riunita nel Consiglio
per la pace e lo sviluppo dello Stato (State
Peace and Development Council, SPDC),
reagì uccidendo e arrestando migliaia di
persone e ricorrendo sistematicamente alla
tortura. A seguito della crescente pressione
internazionale,
i
militari
al
potere
consentirono libere elezioni multipartitiche
nel 1990. L’opposizione ottenne una vittoria
schiacciante, tuttavia la giunta decise di
annullare il voto e riprendere il potere. Ad
Aung San Suu Kyi, leader del principale
partito d’opposizione, Lega Nazionale per la
Democrazia
(National
League
for
Democracy, NLD), premio Nobel per la Pace
nel 1991, vennero imposti gli arresti
domiciliari fino al 1995. Il generale Saw
Maung, impose la legge marziale, incarcerò
tutti gli oppositori politici e intensificò la
persecuzione delle etnie Karen e Shan. Al fine
di combattere tali movimenti indipendentisti
che contendono a Yangon il controllo del
Triangolo d’oro3, la giunta scatenò un vero e
proprio genocidio, con massacri di civili e
deportazioni di massa. Nel 1997 la rinnovata
pressione della Comunità Internazionale
costrinse la giunta militare ad alcune
concessioni. Tuttavia, i cambiamenti promossi
dal generale Than Shwe, succeduto nel 1992 a
Saw Maung, furono solo apparenti.
Il 27 marzo 2006, la giunta militare spostò
la
capitale
da Yangon a
Pyinmana,
ufficialmente rinominata Naypyidaw, sede dei
re. Nel 2008 venne approvata tramite
referendum una nuova Costituzione che
prevede lo scioglimento del Consiglio di Stato
e l’istituzione di un Parlamento composto
dalla Camera delle Nazionalità (168 membri
eletti a suffragio universale e 56 scelti dai
3
Seconda area asiatica per importanza e dimensione
dove si produce oppio, dopo la mezzaluna d’oro situata
in Afghanistan. Tale zona è compresa fra il Myanmar,
il Laos, la Tailandia e il Vietnam.
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3
militari) e dalla Camera dei Rappresentanti
(330 membri eletti e 110 scelti dai militari),
entrambe con mandato di cinque anni. Il 4
febbraio 2011 è stato eletto dal Parlamento il
Capo di Stato attuale, Thein Sein, ex generale
della giunta militare dal 29 aprile 2010,
quando ha rassegnato le dimissioni
dall’esercito.
La Human Rights Watch nel suo report
annuale del 2013 riporta alcuni miglioramenti
nel campo dei diritti civili e politici. Il
governo ha rilasciato, nel corso del 2012,
circa quattrocento prigionieri politici, ha
allentato la censura sui mezzi di
comunicazione, e ha permesso al partito di
opposizione guidato da Aung San Suu Ki, di
ottenere quarantaquattro seggi parlamentari in
occasione delle elezioni suppletive dell’aprile
2012. Tuttavia, le forze governative non sono
riuscite ad arginare completamente la
violenza e gli abusi che hanno come
protagonista l’apparato militare.
1. Il quadro giuridico delle relazioni
internazionali
Dopo decenni di autoritarismo il governo
birmano ha promosso una serie di riforme
politiche ed economiche per superare i
numerosi e violenti conflitti etnici al fine di
costruire un’economia di mercato aperta
all’ingresso di capitali esteri dopo anni di
isolamento. Occorre osservare che il
Myanmar è sempre più al centro
dell’attenzione della Comunità Internazionale,
desiderosa di supportare il Paese nel suo
processo di cambiamento e di apertura.
A seguito di un secolo di stagnazione
economica si avverte una forte ondata di
ottimismo dovuta alla crescita costante del
PIL, favorita, in particolar modo, dalle
politiche di maggiore apertura al mercato
estero. Tra il 1900 e il 1990 l’economia
birmana era cresciuta solo del 3%, mentre
nell’ultimo ventennio ha registrato una
continua crescita economica registrando,
anche in un solo anno, una crescita del 6%.
Gli analisti prevedono che nel 2030 il Paese,
sfruttando il suo potenziale, potrebbe
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quadruplicare la sua dimensione economica4.
A favorire la potenziale crescita economica
gioca un ruolo fondamentale la posizione
strategica fra India e Cina, che rende il
territorio del Myanmar una tra le regioni
economicamente più dinamiche nel contesto
internazionale. Esso si trova nel corridoio EstOvest della Greater Mekong Subregion
(GMS) e nel corridoio Indo-Mekong, che
costituisce una via d’accesso per i vari Paesi
limitrofi che non hanno sbocco sul mare5.
Accanto alla posizione strategica va
considerata la rilevanza dell’ingresso del
Myanmar
nell’ASEAN
e
nell’OMC
(Organizzazione Mondiale del Commercio):
ASEAN – Il Myanmar, è divenuto membro
dell’ASEAN il 23 luglio 19976. L’ammissione
del Myanmar è stata accompagnata da forti
polemiche dovute alla violazione dei diritti
umani perpetrata nel Paese; il governo,
all’epoca, aveva fatto spesso ricorso
all’esercito per sopprimere nel sangue le
proteste popolari contro il regime militare e la
sua politica economica. Le elezioni del
maggio 1990, falsate da un clima di pesante
intimidazione da parte dei militari non
lasciavano indifferenti i membri ASEAN.
Inoltre, le minoranze etniche sono state,
spesso, oggetto di rappresaglie da parte del
regime militare e interi villaggi sono stati
distrutti7. Tuttavia, la volontà di alcuni Paesi
limitrofi, già membri o collaboratori
dell’ASEAN, di stipulare accordi commerciali
con il Myanmar ha favorito in maniera
4
Cfr. MCKINSEY&COMPANY, Myanmar’s moment:
Unique opportunities, major challenges, 2013.
5
Cfr. AGENZIA ICE, Il nuovo Myanmar. Guida per le
imprese italiane, Bangkok, 2013.
6
Protocol for the Accession of the Union of Myanmar
to ASEAN agreements signed by the Minister of
Foreign Affairs of the Union of Myanmar in Subang
Jaya, Malaysia, on 23 July 1997.
7
Le violazioni commesse dal governo militare si sono
scagliate contro le minoranze etniche, con omicidi,
rapimenti, torture e lavori forzati. Numerosi sono stati,
inoltre, gli arresti arbitrari dettati esclusivamente da
motivi politici o religiosi. Interi villaggi sono stati
distrutti, causando la fuga di migliaia di abitanti verso i
Paesi limitrofi come la Tailandia che ha accolto la
maggior parte dei rifugiati.
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4
decisiva
l’ingresso
di
tale
Paese
nell’Associazione. A tal proposito la Cina ha
stretto con il governo birmano, un importante
accordo che assicurerà alla Cina forniture di
gas naturale per i prossimi trent’anni oltre alla
costruzione di un oleodotto e di un gasdotto; il
Laos ha firmato con il Myanmar un accordo
che prevede l’esenzione per i visti e
l’eliminazione della doppia imposta; con
l’India è stato ratificato un accordo che
prevede di raddoppiare lo scambio
commerciale tra il 2014 e il 2017 ed è iniziata
la costruzione di una ferrovia che collegherà
India e Myanmar al fine di migliorare il
trasporto urbano e merceologico; un accordo
fondamentale è quello stretto con uno dei
principali partner commerciali del Myanmar,
la Tailandia, che prevede il potenziamento del
porto della zona economica speciale di Dawei
con la costruzione di una raffineria e un
impianto petrolchimico8. La politica di non
interferenza, adottata dall’ASEAN fra il 1988
e il 1998, con le politiche interne dei Paesi
membri, ha contribuito a sostenere,
implicitamente, anche la dittatura militare
birmana. A partire dal 1998, tale politica è
stata pian piano abbandonata a favore di una
politica volta a risolvere la questione birmana
e tutte le problematiche inerenti alla
promozione della democrazia nei Paesi
membri. In tale nuova politica è stato
fondamentale anche l’intervento dell’ONU,
che ha condannato le numerose violenze
perpetrate in Myanmar contro i dimostranti
democratici. Tutto ciò ha spinto il governo
militare a stipulare accordi di pace con i
ribelli,
accogliendo
diversi
principi
democratici richieste delle minoranze etniche
che avranno uguali diritti senza nessuna
discriminazione religiosa, politica o sociale.
L’ASEAN, nel 2008, ha istituito l’ASEAN
Intergovernmental Commission on Human
Rights (AICHR), una Commissione con il
compito di monitorare il rispetto e la
promozione dei diritti umani, migliorando la
cooperazione fra i Paesi membri, sostenendo
la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
8
Accordo firmato il 22 luglio del 2012.
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L’opera dell’AICHR, in Myanmar, ha
immediatamente avuto effetti importanti, con
la diminuzione delle violazioni dei diritti
umani e con l’apertura dei dialoghi fra il
governo birmano e le minoranze etniche.
L’obiettivo dell’ASEAN era anche quello di
creare un tribunale dei diritti umani che
potesse decidere, in maniera vincolante per gli
stati membri, riguardo alle violazioni
commesse dai vari firmatari della Carta
ASEAN
e
risolvere
ogni
relativa
9
controversia . L’ASEAN ha, tuttavia, evitato
di infliggere sanzioni economiche al Paese,
poiché provocherebbero l’aumento dei traffici
illegali,
già
enormemente
sviluppati,
arrestando definitivamente l’inizio dello
sviluppo economico birmano. Tra il 2012 e il
2013 sono stati effettuati vari incontri fra il
governo e le minoranze anche per risolvere i
problemi esistenti fra le diverse etnie.
In qualità di membro dell’ASEAN, il
Myanmar,
ha
sviluppato
numerose
opportunità economiche con riflessi rilevanti
da punto di vista politico. La partecipazione a
tale organizzazione ha, pertanto, contribuito a
instaurare la pace e la stabilità sul territorio
birmano oltre a renderlo partecipe delle più
ampie politiche asiatiche dopo anni di
isolamento.
L’adesione all’ASEAN, inoltre, ha
espresso i suoi principali effetti in materia di
proprietà intellettuale e diritto tributario,
spingendo il Myanmar ad adeguarsi al regime
tributario degli altri Paesi membri, al fine di
uniformare le tariffe doganali da applicare nei
confronti
degli
Stati
non
membri
dell’ASEAN. A tal proposito, occorre
sottolineare che tutti i Paesi membri applicano
fra loro un tariffario doganale speciale che ha
condotto
alla
creazione
di
un’area
commerciale asiatica, basata sulla libera
concorrenza.
Il Myanmar, da quando è divenuto membro
9
L’istituzione del tribunale permetterebbe anche di
costituire un forum neutrale per interpretare in maniera
uniforme le direttive sui diritti umani stabiliti nella
Carta ASEAN. Cfr. THE GEORGE WASHINGTON
UNIVERSITY, ASEAN ad Burma/Mynamar: Past and
Prologue, Washington, 2012.
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5
ASEAN, ha partecipato a tutte le attività
istituzionali dell’Associazione10 creando vere
e proprie collaborazioni fra i ministeri locali e
quelli degli altri Paesi membri. L’ASEAN ha
fornito un contributo importante nel processo
di democratizzazione e nel suo inserimento
nella politica internazionale. L’organizzazione
asiatica intende continuare a liberare il Paese
dal
controllo
militare
tramite
una
combinazione fra vigilanza, persuasione e
sforzi
diplomatici.
Tale
opera
di
democratizzazione passa anche per la
promozione dei diritti umani e dal sostegno
dato dall’ASEAN allo sviluppo economico
birmano che si è ulteriormente concretizzato
nel 2014 con la presidenza assunta dal
Myanmar nell’ASEAN.
OMC – Il commercio riveste un ruolo
fondamentale da quando il Myanmar ha
deciso, nel 1989, di aprire il proprio mercato
agli scambi internazionali. Il settore è stato da
allora un importante fattore trainante dello
sviluppo e ha coinvolto in maniera attiva e
diretta Paesi confinanti quali Cina, India,
Tailandia, Laos e Bangladesh.
Il Myanmar fu uno dei primi firmatari del
General Agreement on Tariffs and Trade
(GATT) e a partire dal 1° gennaio 1995 è
membro dell’OMC, organismo sostituente il
GATT11. Come ogni membro dell’OMC, il
Myanmar, è obbligato a rispettare e applicare
le disposizioni dell’accordo sul commercio e
deve, inoltre, attenersi alle disposizioni
stabilite nei trattati firmati dall’OMC.
L’ingresso del Myanmar nell’organizzazione
ha facilitato, in maniera evidente, gli scambi
10
Le attività istituzionali svolte dall’ASEAN hanno
l’obiettivo di promuovere la stabilità regionale e di
conseguenza lo sviluppo economico dei Paesi aderenti.
Sono costantemente organizzati incontri fra gli Stati
membri per monitorare costantemente lo sviluppo e la
collaborazione all’interno dell’organizzazione. Tra le
attività istituzionali più rilevanti sono presenti la
risoluzione con mezzi pacifici delle dispute fra i Paesi
membri e la promozione delle attività di cooperazione.
11
La delegazione birmana ha partecipato, guidata dal
Ministro del Commercio, alla Conferenza Ministeriale
dell’OMC del 1996 a Singapore e alla Conferenza di
Ginevra del 1998. In tali occasioni ha mostrato la sua
partecipazione attiva all’interno dell’organizzazione.
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commerciali con numerosi Paesi stranieri, in
particolar modo con quelli geograficamente
molto distanti12. Il Myanmar si è impegnato a
ridurre tariffe e barriere doganali, ad aprire e
mantenere aperto il suo mercato e a garantire
trasparenti
le
politiche
commerciali,
notificando all’OMC le leggi e le misure
adottate. Al Myanmar è impedita ogni forma
di discriminazione fra partner commerciali,
anche se tuttora sussistono importanti
limitazioni per gli investitori stranieri, come
meglio verrà precisato di seguito, ed è
obbligato al rispetto del principio di uguale
trattamento dei prodotti nazionali e stranieri,
evitando qualsiasi forma di favoritismo o
agevolazione. Nel 2001, alla Quarta
Conferenza Ministeriale dell’OMC a Doha, la
delegazione birmana ha consegnato la
dichiarazione dell’Unione del Myanmar dove
veniva sottolineato che i benefici della
costruzione di un mercato internazionale non
erano sentiti in maniera uniforme in tutti i
Paesi partecipanti e che i principi di
reciprocità e di mutuo vantaggio, propri del
sistema dell’OMC, non venivano rispettati
allo stesso modo dai vari Paesi membri13. Per
i Paesi emergenti, l’OMC prevede tempi più
lunghi per adeguarsi agli accordi e più
flessibilità con l’adozione di trattamenti
speciali: da ultimo, ad esempio, in tema di
proprietà intellettuale, il Myanmar ha goduto
della proroga fino al 1° luglio 2013 per
provvedere all’emanazione di una legge sui
diritti
della
proprietà
intellettuale
12
Il governo birmano ha preso impegni per facilitare
l’accesso del turismo e per aprire il suo mercato ai
Paesi esteri, portando avanti ulteriori negoziazioni
anche sul fronte politico e sociale. Cfr. K. THWIN,
Current status of the preparation for the accession to
the Madrid System, 2012.
13
Il problema più urgente da risolvere, secondo il
governo
birmano,
concerneva
la
questione
dell’introduzione sul mercato internazionale dei
prodotti dei Paesi emergenti; secondo l’analisi della
delegazione birmana, tali prodotti incontravano
maggiori ostacoli per entrare nei mercati dei Paesi
sviluppati. Il Myanmar auspicava una maggior
attenzione dei Paesi industrializzati verso i Paesi in via
di sviluppo, affinché potessero anche loro usufruire in
maniera totale dei vantaggi del mercato internazionale.
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6
conformemente agli Agreement on Trade
Related Aspects of Intellectual Property
Rights (TRIPs). Il Paese ha costantemente
cercato di stare al centro delle politiche
commerciali
internazionali,
divenendo
membro oltre che dell’OMC, anche del Fondo
Monetario
Internazionale
(International
Monetary Found – FMI), della Banca
Mondiale (World Bank), dell’Organizzazione
Internazionale
Marittima
(International
Maritime Organization, IMO) e della
Conferenza delle Nazioni Unite sul
Commercio e lo Sviluppo (United Nations
Conference on Trade and Development,
UNCTAD).
Sanzioni USA-UE – Il Myanmar è stato
spesso al centro di indagini riguardanti lo
sfruttamento coatto della forza lavoro di
minorenni, di donne e di anziani. Varie
relazioni di organizzazioni internazionali,
hanno evidenziato come ci siano ancora,
attualmente, gravissime violazioni dei diritti
umani e la soppressione di alcuni principi
democratici fondamentali. La violenza del
regime si è scagliata contro le numerose
minoranze etniche che popolano il Myanmar,
sono stati distrutti numerosi villaggi, si sono
registrate tantissime vittime e sono state
continuamente condotte azioni intimidatorie.
Le donne appartenenti a tali minoranze
etniche sono state spesso oggetto di violenze
sessuali commesse dalle forze armate del
governo militare birmano. I bambini venivano
strappati dalle loro famiglie al fine di essere
impiegati nella costruzione delle armi e,
successivamente,
venivano
inseriti
nell’esercito. Le violazioni commesse negli
ultimi decenni hanno provocato l’intervento
sia dell’Unione Europa sia degli Stati Uniti,
oltre che dell’ONU e dell’OMC.
La posizione assunta, agli inizi del 1990,
dall’UE nei confronti del Myanmar è stata di
condanna. Sono state inflitte varie sanzioni:
l’embargo sulle armi; la condanna del regime
militare; il divieto di visto per i membri del
governo militare; il divieto di inviare aiuti
umanitari; la limitazione negli investimenti
all’estero; il congelamento di numerosi beni
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appartenenti alla giunta militare14. Nel 2012
l’Unione Europea ha deciso di sospendere per
un anno alcune sanzioni al fine di
incoraggiare e intensificare il dialogo con il
Myanmar, sostenendo lo sviluppo economico,
politico e sociale intrapreso dal Paese. Il 23
aprile 2013 i Ministri degli Esteri dei Paesi
membri dell’UE hanno raggiunto un accordo
per rimuovere le sanzioni commerciali,
economiche e individuali in modo
permanente, mantenendo solo l’embargo sulle
armi, in risposta alle numerose riforme
democratiche varate dal 2012 dal nuovo
Governo birmano. Da ultimo, nel novembre
2013, una delegazione dell’UE si è incontrata
con le autorità birmane a Yangon per
delineare le linee guida del processo di
democratizzazione che condurranno il
Myanmar
fuori
dall’isolamento
internazionale, causato dalla dittatura militare.
Inoltre, si auspica che il re-inserimento del
Myanmar nel sistema UE delle preferenze
tariffarie denominato Generalized Scheme of
Preferences nella categoria più privilegiata
Everything but Arms, il cui iter legislativo
ordinario dovrebbe concludersi entro breve
tempo, possa contribuire al sostegno delle
riforme economiche in corso in tale Paese; la
rimozione delle sanzioni UE ha permesso di
delineare un quadro più chiaro sulle
potenzialità del Paese in termini di capacità di
crescita e sviluppo, in base anche al
contributo che le imprese europee potranno
apportare15.
Per quanto concerne gli Stati Uniti, non
rimasero indifferenti ai vari massacri
susseguitisi durante le rivolte popolari e l’8
luglio 1988 hanno inflitto al Myanmar le
prime sanzioni imponendo l’embargo sulle
armi. In seguito, sono stati bloccati vari fondi
diretti al governo birmano e nel 1997 sono
stati proibiti gli investimenti nel territorio
14
Le sanzioni non hanno avuto l’effetto sperato poiché
il Myanmar è riuscito, tuttavia, a trovare nuove fonti
economiche, in particolar modo grazie all’appoggio di
India e Cina, che hanno aumentato i loro investimenti
nel mercato birmano.
15
Cfr. ISPI, Thailandia e Myanmar: nuove opportunità
di business in Asia, Roma, 2013.
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7
birmano da parte di imprenditori e società
statunitensi16. Tali sanzioni includevano
divieti su importazioni, esportazioni e
investimenti, restrizioni in materia di servizi,
il congelamento dei beni governativi, la
limitazione degli aiuti umanitari e il blocco
del turismo statunitense verso il Myanmar. Le
sanzioni inflitte hanno pesantemente reso
difficoltosa la crescita economica e l’ingresso
di investimenti stranieri; inoltre, le restrizioni
sulle esportazioni hanno ridotto notevolmente
il potenziale di vendita birmano. Tutte queste
sanzioni potevano apparire in contrasto con le
disposizioni dell’OMC, la quale promuove il
libero scambio fra i Paesi membri e vieta
l’applicazione di provvedimenti che limitano
il libero commercio internazionale. A tal
proposito, l’art. 11 del GATT vieta che uno
Stato membro dell’OMC possa infliggere
sanzioni commerciali a un altro Stato
membro. Tuttavia, le sanzioni inflitte dall’UE
e dagli Stati Uniti sono state ritenute
compatibili, poiché inflitte non per scopi
commerciali ma per scopi politici e sociali.
L’interesse dichiarato dagli Stati Uniti era
quello di bloccare le atrocità e le violazioni di
diritti umani perpetrate in Myanmar e non di
bloccare il commercio del Paese con
l’estero17. Le sanzioni commerciali sono state
presentate come mezzo necessario per
indebolire il regime militare, poiché solo
eliminando il sostegno finanziario si poteva
arrestare il governo dittatoriale. Inoltre, le
sanzioni furono giustificate facendo ricorso
all’art. 20 del GATT, il quale prevede
espressamente che in casi specifici possano
essere imposte da un Paese membro delle
limitazioni e delle misure restrittive verso un
altro
membro
dell’organizzazione.
16
Nel 2003 fu redatta, dal Congresso americano, una
blacklist contenente i nomi degli esponenti del regime
a cui era stato vietato l’ingresso negli Stati Uniti. In
questa blacklist furono inserite anche le due maggiori
banche del Myanmar, accusate di essere al centro di
traffici illegali di droga.
17
Le sanzioni sono ammesse quando sono necessarie a
proteggere i diritti umani, la salute umana, della flora e
della fauna, il mercato internazionale e la stabilità
politica dei Paesi membri.
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Fondamentale è l’elemento della necessità.
Nella fattispecie in esame, le gravi violazioni
dei diritti umani inflitte dal governo birmano
hanno reso necessarie le limitazioni
commerciali inflitte dagli Stati Uniti e
dall’UE. Un ulteriore elemento fondamentale
è l’adeguatezza delle sanzioni in base allo
scopo da perseguire: l’obiettivo, in tal caso,
era indebolire anche militarmente il regime
birmano e, in particolare, l’embargo sulle
armi è stata considerata una misura idonea. A
tali principi fondamentali se ne accompagna,
un terzo, il quale prevede che le sanzioni
commerciali, prima di essere inflitte, debbano
essere comparate a tutte le potenziali sanzioni
applicabili al caso specifico18, al fine di
infliggere la sanzione più adeguata.
Nel maggio 2012 gli USA hanno sospeso
le sanzioni riguardanti gli investimenti e i
servizi finanziari, favorendo l’ingresso nel
Myanmar di nuovi investimenti stranieri e la
nascita di accordi economici fra USA e
Myanmar. Nell’aprile del 2013 sono state
rimosse ulteriori sanzioni che impedivano ai
membri dell’ex giunta militare, ai loro soci
d’affari e ai loro parenti di ottenere il visto di
ingresso negli Stati Uniti. Diversamente, il 6
agosto 2013 il Presidente Obama ha
mantenuto la proibizione di importare negli
Stati Uniti rubini e giada provenienti dal
Myanmar; suddetto ordine esecutivo subentra
al divieto generalizzato di importazioni di
beni e prodotti dal Myanmar, previsto dal
Jade Act del 2008, peraltro già sospeso nel
novembre 2012, in occasione della visita di
Obama a Yangon. L’apertura degli Stati Uniti
al mercato birmano ha condotto alla
stipulazione di accordi fra i due Paesi nei
settori estrattivi ed energetici: la partnership
con gli Stati Uniti si basa su un comunicato
congiunto sulla buona governance e sulla
trasparenza nel settore dell’energia, firmato in
occasione della visita del Presidente Thein
Sein a Washington nel maggio 2013. Gli Stati
18
Le sanzioni, devono restare vigenti esclusivamente
per il tempo necessario a fermare gli abusi nel Paese
sanzionato. Appena la problematica viene risolta, le
sanzioni devono essere rimosse immediatamente.
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8
Uniti
si
impegneranno
a sostenere
politicamente e tecnicamente l’adozione di
best practice internazionali nei settori del gas,
del petrolio e minerario, anche con lo scopo di
attrarvi investimenti. Inoltre, gli Stati Uniti
aiuteranno il Myanmar nel suo percorso di
adesione
all’Extractive
Industries
Transparency Initiative (EITI). Si tratta di un
progetto globale e volontario, volto a far
riconciliare e rendere pubblici quanto le
società dichiarano di pagare al governo e
quanto quest’ultimo dichiara di ricevere; tutto
ciò al fine di accrescere la trasparenza e
rafforzare la responsabilità sulla gestione
degli introiti da risorse naturali.
Accanto alla rimozione delle suddette
sanzioni internazionali, vanno menzionati
importanti riforme in ambito interno con
riflessi diretti in ambito economico: in base al
provvedimento adottato dal Parlamento nel
luglio del 2012, la Banca Centrale del
Myanmar può contare su un ampio spazio
discrezionale che la rende relativamente
autonoma rispetto al governo; la politica
fiscale è volta a garantire i profitti degli
imprenditori per rendere ancora più appetibile
il mercato birmano ed è stata avviata, inoltre,
una politica di decentralizzazione della
politica fiscale volta ad agevolare il
finanziamento autonomo delle regioni. Le
nuove riforme promosse dal governo stanno
tentando di risolvere alcune distorsioni
strutturali che bloccano ancora il pieno
sviluppo. Costituiscono seri impedimenti la
carenza cronica di riserve di valuta pregiata e
le distorsioni provocate dall’applicazione di
un tasso di cambio multiplo che consente di
sussidiare le imprese di Stato, a discapito di
quelle private, ostacolando pesantemente
l’efficienza e la concorrenza del mercato.
Inoltre, rappresentano ulteriori elementi di
preoccupazione il ruolo marginale del settore
privato e le limitazioni imposte dal regime
agli investimenti stranieri in numerosi settori
chiave, utili a sbloccare definitivamente la
crescita economica del Paese.
Infine, la recente politica volta alla
privatizzazione
di
molteplici
settori
economici, dai combustibili al settore
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bancario, non sembra essere diretta a
stimolare la concorrenza, bensì a permettere
ad alcuni esponenti della giunta e agli
imprenditori a essa legati di mantenere il
controllo su alcuni settori fondamentali e
particolarmente remunerativi dell’economia
nazionale. A tal proposito, nel giugno del
2012 sono stati presi provvedimenti volti a
lasciare più spazio al settore privato,
riducendo il ruolo dello Stato in alcuni settori
chiave, tra cui telecomunicazioni, energia
elettrica, istruzione e sanità.
2. I principali ambiti di sviluppo
dell’economia
Il Myanmar presenta ambiti di sviluppo
molto diversificati che permettono di fondare
la crescita su diversi settori commerciali. Il
Paese può, pertanto, scegliere di puntare su
diversi ambiti senza legarsi obbligatoriamente
a uno o due in particolare. A favorire una
rapida crescita giocano un ruolo fondamentale
l’abbondanza di risorse naturali, la posizione
strategica fra Cina e India, il costo basso della
manodopera, l’affacciarsi sul mare e gli estesi
territori dove poter costruire nuovi centri di
produzione o sviluppare l’agricoltura. L’85%
dell’economia birmana è trainato da quattro
settori: agricolo, energetico e minerario,
infrastrutture, manifatturiero. Oltre tali settori
contribuiscono, seppur in maniera minore,
alla crescita anche il turismo e il settore
industriale19. Tali ambiti saranno le maggiori
guide dello sviluppo economico del
Myanmar.
Agricoltura – L’agricoltura è il settore più
sviluppato del Myanmar, costituisce il 36%
del PIL, garantendo lavoro e sussistenza alla
popolazione rurale. Il riso è la coltura
maggiormente coltivata e occupa il 97% della
produzione totale di cereali. Il Paese ha in
totale 12,25 milioni di ettari di terre
coltivabili che, insieme all’abbondanza di
acqua, data dal clima tropicale, permette un
rapido sviluppo di diversi tipi di coltura e una
19
Cfr. MCKINSEY&COMPANY, Myanmar’s
moment: Unique opportunities, major challenges,
2013.
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9
ricca produzione grazie alla fertilità della
terra, in particolar modo, nelle pianure
alluvionali. Sebbene si sia registrato un
miglioramento dei sistemi di irrigazione e un
più estensivo uso di pesticidi e di fertilizzanti,
tale settore si basa ancora su tecniche antiche,
tradizionali e poco meccanicizzate. Il governo
sta promuovendo riforme volte a incrementare
le produzioni agricole, incoraggiando anche
gli investimenti privati e lo sviluppo
dell’agricoltura industriale. Si registra la
volontà di spingere gli investimenti stranieri
in settori specifici dell’agricoltura come: (i)
l’assemblaggio e la produzione di piccole
macchine agricole e investimenti in piccole
fattorie; (ii) la produzione e il supporto
relativo alla vendita dei prodotti; (iii) la
costruzione di industrie di trasformazione di
prodotti agricoli.
Le colture più importanti interessano la
gomma, l’olio di palma e prodotti orticoli
come mango, banana, cocomero e ananas. Il
governo ha previsto, inoltre, importanti
investimenti nella filatura del cotone, sia per
trasformare e ammodernare le fabbriche sia
nella costruzione di nuovi impianti. Grande
importanza ha anche la lavorazione della juta.
La filatura di tale fibra tessile è assai
importante, in particolare modo, nella
produzione di tappeti, tessuti, borse e prodotti
dell’artigianato.
Negli ultimi anni, il Myanmar è diventato
il secondo esportatore mondiale di fagioli e
legumi nel mondo dietro al Canada. Le
esportazioni maggiori vengono effettuate
verso i Paesi limitrofi, in particolare
Tailandia, India e Pakistan. Il Myanmar è
riuscito, in pochi anni, a superare le
concorrenti africane e ha stipulato numerosi
accordi di esportazione a prezzi prefissati;
esso è, inoltre, il più grande esportatore di
legno, proveniente dalle vaste foreste sparse
sul territorio. Tale legno possiede un’alta
qualità dovuta dalla derivazione da alberi rari
e presenti solo in determinate zone del
mondo. Qui sono prodotte grandi quantità di
teak e di bambù, tuttavia, lo sfruttamento
intensivo delle foreste ha costretto il governo
a intervenire annunciando un riordino del
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settore a favore del comparto pubblico,
nonché un massiccio programma di
riforestazione.
Attività
complementare
all’agricoltura è l’allevamento, con l’impiego
di bovini e di bufali nel lavoro dei campi;
sono assai sviluppati gli allevamenti
tradizionali come quelli dei suini e dei volatili
da cortile. Notevoli sforzi sono stati compiuti
per migliorare la qualità del patrimonio
zootecnico: è stato introdotto l’utilizzo
dell’inseminazione artificiale e sono stati
approntati severi programmi di vaccinazione.
Un’ulteriore risorsa fondamentale è la
pesca, assai abbondante anche nelle acque
interne. L’industria ittica presenta forti
potenzialità di sviluppo, in particolar modo da
quando, nel 1994, il governo ha deciso di
sciogliere l’impresa statale che gestiva tale
settore, la Myanmar Fisheries Enterprise, a
favore di collaborazioni con compagnie
private e con cooperative20.
Settore manifatturiero – La grande
disponibilità di mano d’opera a basso costo
sta permettendo al Myanmar una rapida
crescita in settori quali il tessile, la
lavorazione di pellame e la costruzione di
mobili. L’industria dell’abbigliamento gioca
un ruolo fondamentale nello sviluppo del
Paese sia sotto il profilo economico sia sotto
il profilo della crescita del mercato del lavoro.
Si
nota
una
crescita
sensibile
dell’esportazione di capi di abbigliamento in
particolar modo verso il Giappone, l’Europa e
l’America del Sud. Sono presenti numerose
aziende giapponesi già operanti nel territorio
birmano che hanno trasferito il loro know-how
in modo da garantire livelli qualitativi alti a
fronte di costi di produzione molto
competitivi.
Il
miglioramento
delle
infrastrutture del Myanmar faciliterà l’export,
spingendo le aziende ad affinare livelli di
produzione maggiormente qualitativi per
soddisfare la crescente domanda.
Energia e minerali – Il Myanmar è ricco
20
Cfr. MCKINSEY&COMPANY, Myanmar’s
moment: Unique opportunities, major challenges,
2013; AGENZIA ICE, Il nuovo Myanmar. Guida per le
imprese italiane, Bangkok, 2013.
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10
di risorse nel sottosuolo: oro, rame, zinco,
tungsteno, argento, nichel, carbone e grafite.
È assai sviluppata la lavorazione di pietre
preziose come rubini, zaffiri e giade. Il
Myanmar produce il 90% della produzione
totale mondiale di giada. L’estrazione di
zaffiri e rubini è chiusa agli investitori
stranieri, anche a causa di alcune attività
illegali che controllano tale mercato. La
ricchezza del sottosuolo ha spinto il governo a
investire e a far investire nell’esplorazione e
nello sviluppo delle risorse minerarie ancora
poco sfruttate. Un ambito di sviluppo centrale
è sicuramente anche la ricchezza di vasti
giacimenti di gas naturale e di discreti
giacimenti di petrolio. Il gas naturale viene
utilizzato per la produzione del 21%
dell’energia elettrica prodotta in Myanmar.
Tale gas è, inoltre, esportato in Cina e
Tailandia. La Cina ha già costruito vari
stabilimenti per l’estrazione del gas naturale
riducendo, in tal modo, i costi di esportazione.
Oltre al gas anche il petrolio, estratto nelle
isole costiere e nella parte centrale del Paese,
è considerato una discreta risorsa: sono
certificate riserve di petrolio per 2,1 miliardi
di barili e sono in atto numerose ricerche per
trovare nuovi giacimenti disponibili. La
maggior parte delle ricerche e l’attività di
estrazione vengono effettuate in joint venture
(JV) tra compagnie petrolifere straniere e la
compagnia statale Myanmar Oil and Gas
Enterprise (MOGE)21.
Infrastrutture
–
Attualmente,
le
infrastrutture birmane sono assai distanti da
un livello che può ritenersi accettabile per un
Paese emergente. Esse sono carenti in vaste
zone del territorio e sono necessari forti
investimenti sia da parte del Governo sia da
parte di investitori stranieri per migliorare la
situazione. Il Governo ha l’esigenza di
sviluppare strade, corrente elettrica e
acquedotti. Attualmente, la maggior parte
delle strade non sono asfaltate e sono
impraticabili durante i periodi di pioggia;
pertanto, la maggior parte dei trasporti interni
avviene per via fluviale. Il governo sta
portando avanti un’opera di potenziamento
delle strade (circa 28.000 km); la rete stradale
si infittisce a Yangon, che è il vertice di tutto
il sistema delle comunicazioni del Paese e
anche il centro portuale e aereoportuale
principale. Inoltre, alcune società di trasporti
stanno costruendo una vera e propria rete per
coprire tutto il territorio, vista l’importanza
del trasporto per le società che decidono di
produrre i loro prodotti in Myanmar. Solide
infrastrutture
e
trasporti
all’altezza
favorirebbero in maniera decisiva lo sviluppo
economico birmano e quindi anche gli
investimenti da parte di società estere. A tal
proposito, il governo, sta conducendo una
politica di privatizzazione delle infrastrutture,
in particolar modo aeroportuali: attualmente, è
stato siglato un accordo tra la Mitsubishi
Corp. e la JALUX, insieme alla società locale
Yoma Development Group Ltd, con il
Dipartimento
dell’aviazione
civile
(Department Civil Aviation, DCA) per il
rinnovamento, la gestione e il mantenimento
dell’aeroporto internazionale di Mandalay.
Tale accordo avrà durata trentennale ed è
entrato in vigore nel marzo 2015.
Industria – Le industrie, concentrate
principalmente nella capitale, a Mandalay e a
Pegu, producono in particolar modo prodotti
agricoli locali; si hanno, pertanto, numerosi
impianti per la pilatura del riso, oleifici,
zuccherifici, tabacchifici, stabilimenti tessili
diffusi un po’ in tutto il Paese, cui si
aggiungono alcuni cementifici, due raffinerie
di petrolio e qualche fonderia, ubicate in
prossimità
dei
giacimenti
minerari.
Scarsamente sviluppata è l’industria legata
alle discrete risorse minerarie del Paese, che
vengono per lo più esportate grezze e lavorate
fuori confine22.
Turismo – La ricchezza culturale e
paesaggistica del Myanmar lo rende
turisticamente interessante e attraente. Solo
nell’ultimo anno il turismo è cresciuto del
37.5%. Tuttavia, nonostante l’incremento, non
si registra uno sviluppo adeguato di strutture
21
Cfr. AGENZIA ICE, Il nuovo Myanmar. Guida per
le imprese italiane, Bangkok, 2013, spec. 15-16.
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22
Ivi, spec. 14.
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11
alberghiere e di infrastrutture per gli
spostamenti interni dei turisti. Il Ministero del
turismo ha concesso nel 2013 e nel 2014
numerose licenze che hanno permesso la
costruzione di 923 nuovi hotel. Recentemente,
nella capitale, è stato inaugurato il primo
hotel cinque stelle del marchio internazionale
Hilton, il quale si aggiunge alla presenza di un
altro marchio di prestigio del settore
alberghiero come Kempinski.
3. La legge sugli investimenti stranieri
Al fine di promuovere l’ingresso di
investitori e di capitali stranieri nel territorio
birmano, il regime militare emanava, verso la
fine degli anni ’80, una legge in grado di
assicurare lo sviluppo economico e il
miglioramento del tenore di vita della
popolazione favorendo gli investimenti
stranieri sulla base dei principi di uguaglianza
e di reciproco vantaggio. Il 30 novembre 1988
il Consiglio di Stato e di Restaurazione
dell’Ordine (The State Law and Order
Restoration Council) ha emanato la Legge
sugli investimenti stranieri dell’Unione del
Myanmar (The Union of Myanmar Foreign
Investment Law)23. Gli obiettivi dichiarati
nella legge erano favorire lo sfruttamento
delle enormi risorse naturali presenti nel
territorio, creare nuovi posti di lavoro, dare
una formazione tecnica qualitativamente
migliore ai giovani e sviluppare il trasporto e
le infrastrutture. A tal fine, nel 1988, è stata
istituita la Commissione sugli investimenti
stranieri (Union of Myanmar Foreign
Investment Commission, MIC) con il compito
di autorizzare, dopo aver ricevuto l’assenso
della giunta militare, i vari investimenti che
gli stranieri intendessero porre in essere sul
territorio birmano, e indicare al Governo
possibili misure necessarie ad agevolare e
promuovere gli investimenti stranieri. Alla
Commissione è demandato il compito di
valutare la stabilità economica dell’impresa
23
Per il testo completo in lingua inglese cfr. The Union
of Myanmar Foreign Investment Law (1988),
(http://www.burmalibrary.org/docs11/ForeignInvestment-Law-of-Myanmar-1988.pdf).
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straniera e il suo stato di avanzamento
tecnologico, rimettendo, in una fase
successiva, agli uffici regionali e ai comitati
locali,
il
controllo
dell’andamento
dell’investimento e il rispetto dei principi e
delle norme previste dalla legge. Affinché un
investimento straniero sia autorizzato dalla
Commissione è necessario che rispetti alcune
direttive governative quali ad esempio: la
promozione e l’espansione delle esportazioni;
lo sfruttamento delle risorse naturali;
l’utilizzazione di alta tecnologia; la creazione
di opportunità di lavoro; lo sviluppo e
l’applicazione di tecniche che aiutino a ridurre
il consumo energetico. Maggiore era la
produzione dell’impresa maggiori erano le
agevolazioni fiscali concesse quali: riduzione
dei dazi doganali; eliminazione o riduzione
delle tasse sulle importazioni di materie prime
utilizzate nella produzione; eliminazione o
riduzione delle tasse sulle esportazioni dei
beni prodotti.
La Legge del 1988 prevedeva, inoltre,
un’esenzione totale dall’imposta sui ricavi
dell’impresa nel caso in cui la maggior parte
di essi fosse reinvestita nel termine di un anno
sul territorio birmano. Era prevista, inoltre,
un’esenzione del 50% sui profitti maturati sui
beni prodotti dall’industria che venivano
esportati. Al fine di favorire anche la ricerca il
governo prevedeva che tutte le spese relative
all’attività di ricerca e sviluppo potevano
essere dedotte dal reddito imponibile della
società unicamente se ritenute necessarie e se
effettuate sul territorio dello Stato. Agli
investitori stranieri veniva garantito, inoltre, il
diritto a godere di adeguati benefici fiscali e
l’impegno, da parte del Governo, a non
nazionalizzare i settori in cui operavano gli
investitori stranieri. Il Governo si riservava,
tuttavia, la possibilità di eliminare tali
privilegi qualora l’investimento straniero non
fosse più condotto nell’interesse del Myanmar
e del suo popolo.
La Legge, divisa in settori ristretti e settori
incoraggiati, ricalca il modello cinese del
Catalogo degli investimenti stranieri. I settori
ristretti includevano tutte le attività
concernenti l’estrazione di metalli preziosi, i
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12
servizi postali e di telecomunicazione e le
attività
che
generano
inquinamento.
Nell’ambito
dei
settori
incoraggiati
rientravano: l’agricoltura, l’allevamento di
bestiame, la pesca, la silvicoltura, la
produzione e l’utilizzo di energia e di gas,
l’utilizzo dei minerali, l’industria tessile,
l’industria dei trasporti e le infrastrutture.
Tutte le proposte di investimento nei settori
diversi da quelli elencati venivano analizzate
caso per caso dalla Commissione per gli
investimenti stranieri. La Legge del 1988, mai
attuata completamente, è stata sostituita da un
nuovo testo emanato il 2 novembre 2012,
integrato da due regolamenti di dettaglio
pubblicati nel gennaio 201324. Agli obiettivi
indicati nella legge del 1988 si aggiungono,
nella versione odierna, al Capitolo terzo, art.
7, l’incoraggiamento della popolazione a
sostenere la concorrenza degli investitori
stranieri, lo sviluppo della tecnologia in
materia di raccolta dati e lo sviluppo dei
trasporti marittimi e aerei. È evidente, nel
Capitolo secondo della Legge, la nuova
politica economica varata dal governo tesa a
ridurre gli ambiti interdetti agli investimenti
stranieri, al fine di aprire il Myanmar
maggiormente al mercato internazionale.
Restano vietate tutte le attività che
pregiudicano la salute pubblica, i costumi e le
tradizioni culturali birmane, l’ambiente e le
risorse naturali, nonché tutte le attività che
importano materiale tossico e inquinante. È
vietato, inoltre, svolgere attività riguardanti la
sperimentazione medica su pazienti e
introdurre nel Paese prodotti chimici non
regolamentati dagli accordi internazionali.
Diversamente, alcuni settori sono considerati
solamente ristretti poiché possono essere
tuttavia
approvati,
qualora
rispettino
specifiche condizioni e termini stabiliti dal
governo.
I settori in questione riguardano, in
particolare, lo sfruttamento della pesca,
24
Per il testo completo in lingua inglese cfr. Myanmar
Investment
Laws,
(http://www.investinmyanmar.com/myanmarinvestment-laws/).
www.istituto-geopolitica.eu
dell’allevamento, dei terreni agricoli e
l’importazione di tecnologia. Qualora
vengano avviate attività ristrette la
Commissione, su approvazione del governo,
può permettere la continuazione dell’attività
esclusivamente se ciò genera vantaggi e
benefici alla popolazione. La necessità di
sviluppare numerosi settori dell’economia
birmana ha spinto il governo a implementare
la categoria degli investimenti incoraggiati
con l’inserimento di nuovi settori, quali: i
trasporti, la tecnologia, l’energia e le materie
prime. Anche la crescita del settore industriale
è al centro dell’attenzione del governo
birmano che favorisce gli investimenti
nell’industria riguardante la produzione di
generi alimentari, di tessuti, di pellame, di
cellulosa e carta, di materiali da costruzione e
di prodotti chimici e farmaceutici. Si nota
come il governo, prima di sviluppare settori
specifici, voglia espandere, tramite gli
investimenti stranieri, i settori ritenuti
indispensabili
al
fine
di
uscire,
immediatamente, dallo stallo economico; a tal
fine, il governo presta particolare attenzione
all’industria
energetica,
alla
tutela
dell’ambiente, allo sviluppo dell’intelligenza
lavorativa della popolazione, al settore
bancario e ai servizi connessi, insieme allo
sviluppo di moderne agenzie di servizi per il
popolo, senza pregiudicare la sovranità dello
Stato e la sicurezza pubblica.
Al Capitolo quinto vengono disciplinate le
forme di investimento: il modello societario
maggiormente incoraggiato è la joint venture
tra stranieri e cittadini locali o con imprese
economiche statali; sono previsti contratti di
compartecipazione con società statali per
esplorazioni, estrazioni e vendita di petrolio e
gas naturale. Tutte le società o le partnership
devono essere formate in base a quanto
stabilito dalla legge e il rapporto fra capitale
straniero e capitale locale è stabilito
liberamente dalle parti. Agli investitori
stranieri è concesso di possedere il 100% del
pacchetto
azionario
della
società,
diversamente,
per
quanto
concerne
l’investimento minimo, esso è determinato
dalla Commissione per gli investimenti
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13
stranieri in base al tipo di progetto presentato.
Inoltre, gli investitori stranieri hanno la
garanzia che le attività intraprese in Myanmar
non termineranno prima della scadenza
prevista dalla Commissione, salvo giustificato
motivo.
Il Capitolo dodicesimo della legge contiene
la disciplina delle agevolazioni fiscali per gli
investitori stranieri che sono sensibilmente
aumentate rispetto alla normativa precedente.
È prevista, pertanto, l’esenzione fiscale sul
reddito delle società per i primi cinque anni di
attività e nel caso l’investimento si riveli assai
vantaggioso per lo Stato, l’esenzione può
essere prolungata a discrezione del governo.
Per i primi cinque anni di attività è prevista
l’esenzione dai dazi doganali per quanto
concerne l’importazione di macchinari,
attrezzature ed equipaggiamenti utilizzati.
Ulteriori agevolazioni riguardano: l’esenzione
dall’imposizione fiscale sul profitto realizzato
attraverso l’esportazione dei prodotti, la
detrazione dei costi di ricerca e sviluppo;
l’esenzione o la riduzione per tre anni dalla
costituzione
della
società
dei
dazi
d’importazione o altre imposte interne
riguardo a materiali grezzi; l’esenzione o la
riduzione delle imposte relative alle attività
commerciali riguardo ai beni prodotti e
destinati a essere esportati.
I potenziali investitori devono sottoporre la
propria
richiesta
alla
Commissione,
supportata da documentazione riguardante il
profilo della società, la credibilità finanziaria
dell’imprenditore e della società, il supporto
bancario e la solidità dell’azienda. Inoltre,
deve essere presentato un prospetto con
calcoli dettagliati sulla fattibilità economica
del progetto. Per quanto riguarda il terreno, la
Commissione può concedere il terreno in uso
al soggetto investitore per cinquanta anni; la
concessione può essere rinnovata due volte
per un decennio. Attualmente, è in
programma il varo di una riforma della
disciplina delle gare di appalto per diversi
motivi: alcuni vincitori spesso non sono
diligenti
nella
presentazione
della
documentazione necessaria o vengono meno
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al pagamento dei loro debiti, nonostante il
loro business sia nettamente in attivo.
La nuova normativa sarà disponibile a
breve e garantirà maggiore equità nella scelta
dei vincitori, assicurando parità di trattamento
tra soggetti pubblici e privati. È necessaria
una verifica più accurata sui dati della società,
sugli estratti conti bancari, al fine di verificare
la regolarità nei versamenti, e la garanzia
della banca di sottoscrizione. Ciò che emerge
è la volontà del governo di garantire maggiore
trasparenza e maggiori controlli oltre che di
garantire una maggiore equità, evitando che le
società pubbliche possano costituire un
monopolio in determinati settori escludendo
irrimediabilmente gli investitori stranieri.
4 Le zone economiche speciali
Un passo fondamentale nell’apertura del
mercato nazionale agli investitori esteri è stato
fatto il 27 gennaio 2011 con il varo, da parte
del Consiglio di Stato per la Pace e lo
Sviluppo, della Legge sulle zone economiche
speciali del Myanmar25 (The Myanmar
Special Economic Zone Law). La zona
economica speciale (ZES), è definita nel
Capitolo primo della legge come una zona
identificata e stabilita dal governo con lo
scopo di accelerare le dinamiche di sviluppo
economico del paese. Le ZES hanno
l’obiettivo di facilitare l’investimento
straniero concentrando in tali zone lo sviluppo
di alta tecnologia, di infrastrutture e di servizi
da mettere a disposizione dell’intera
popolazione. Esse sono state istituite al fine di
sviluppare, in particolare, i seguenti settori:
agricoltura, allevamento, pesca e sfruttamento
delle risorse minerarie e forestali (Capitolo
terzo, art. 6 lett. a); le attività di servizi quali
vendita al dettaglio, logistica, stoccaggio e
trasporto, costruzione di zone residenziali,
aree verdi, strumenti per la conservazione
dell’acqua potabile e creazione di centri
25
Il testo ufficiale in lingua inglese è disponibile
all’indirizzo: The Myanmar Special Economic Zone
Law,
(http://www.mcpt.gov.mm/sites/default/files/pdf/laws
%20and%20regulation/Miscellaneous/The%20Myanm
ar%20Special%20Economic%20Zone%20Law.pdf).
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14
urbani (Capitolo terzo, art. 6 lett. b); la
costruzione di strade, ponti, centrali elettriche
e aeroporti. Tutte le ZES devono essere
avallate dal governo, devono rispettare
l’ambiente ed essere funzionali alla crescita
economica birmana (Capitolo terzo, art. 7).
Sono previste numerose agevolazioni per chi
intende investire nelle ZES, riguardanti
sempre la riduzione di tasse e imposte, dazi
sull’importazione di materie prime e
macchinari, agevolazioni sugli affitti a lungo
termine e sull’uso dei terreni. In particolare, il
Capitolo quinto della legge prevede:
l’esenzione totale della tassa sui profitti delle
vendite realizzate all’estero per i primi cinque
anni dall’inizio dell’attività; l’esenzione del
50% delle imposte sul reddito della società
per i successivi cinque anni; la restituzione
del 50% delle imposte sul reddito della
società per un terzo periodo di cinque anni nel
caso in cui i profitti delle vendite all’estero
vengano reinvestiti per lo sviluppo e la
ricerca; altre agevolazioni o estensioni del
periodo di agevolazione possono essere
richiesti e concordati con il governo birmano
in zone economicamente sottosviluppate o
con carenza di infrastrutture.
Tale legge, il 24 gennaio 2014, è stata
abrogata dalla nuova Legge sulle zone
economiche speciali26, varata dal Parlamento
birmano al fine di agevolare ulteriormente gli
investimenti stranieri diretti. Le novità
introdotte riguardano, in particolar modo,
l’introduzione di nuove autorità competenti
nella gestione delle ZES, i nuovi incentivi
fiscali e doganali, le nuove direttive in materia
di gestione e assunzione della manodopera e
l’aumento delle attività economiche permesse
agli investitori in tali zone. Il Capitolo
secondo della nuova legge sottolinea che,
tramite le ZES, deve essere promosso lo
sviluppo economico, tecnologico e sociale del
Paese, attraverso l’incoraggiamento e la
promozione degli investimenti locali e
26
Il testo ufficiale in lingua inglese è disponibile
all’indirizzo: Myanmar Special Economic Zones Law,
(http://www.infomercatiesteri.it/public/images/paesi/13
4/files/SEZs%20Law%201_2014%2023_01_2014.pdf).
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stranieri, al fine di creare nuovi posti di lavoro
e uno sviluppo armonioso fra industria,
economia e società.
I capitoli dal terzo al quinto disciplinano le
autorità cui è demandata l’amministrazione
delle ZES: l’art. 5 prevede che il governo
deve formare un Organo centrale che a sua
volta
deve
nominare
un
Organo
amministrativo centrale e i Comitati di
gestione. L’Organo centrale deve essere
formato da un Presidente e da soggetti
provenienti dai ministeri e dai dipartimenti
governativi più importanti; esso svolge le
seguenti attività: i) sviluppare progetti e
accordi per la gestione delle ZES, ii)
determinare le categorie di investimento
permesse e l’ammontare dell’investimento;
iii) garantire le esenzioni fiscali; iv)
promuovere i progetti per la costituzione di
nuove zone economiche speciali da sottoporre
al governo; v) promuovere nuove politiche
volte a migliorare l’amministrazione e lo
sviluppo industriale delle zone economiche
speciali.
Il Capitolo quarto stabilisce le funzioni e le
competenze dell’Organo amministrativo
centrale e la sua composizione. Esso è
nominato dal governo ed è composto da
personalità rilevanti provenienti dagli organi
governativi. Tale organo: i) analizza i progetti
di sviluppo delle zone economiche speciali e i
progetti
industriali
presentati
dagli
imprenditori ai Comitati di gestione; ii)
stabilisce
i
settori
da
sviluppare
prioritariamente in base alle risorse della zona
interessata e presenta i risultati di tali settori
all’Organo centrale; iii) esamina tutte le
problematiche relative all’amministrazione,
alla gestione e alla liceità degli investimenti
intrapresi nelle ZES; iv) studia il
funzionamento delle ZES straniere, al fine di
perfezionare e integrare quelle esistenti in
Myanmar. Il Capitolo quinto disciplina i
Comitati di gestione, nominati dall’Organo
centrale e formati dai membri delle autorità
locali principali, che hanno il compito di
rilasciare i permessi di investimento
all’interno delle ZES entro trenta giorni dalla
sottoposizione della proposta completa di
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investimento. Essi si configurano quali punti
di contatto esclusivi tra gli investitori e le
autorità governative, coordinando tutte le
attività
necessarie
per
intraprendere
l’investimento,
quali:
permesso
di
investimento e di costruzione; registrazione
societaria; rilascio visti e permessi di lavoro;
certificati di origine e riscossione delle
imposte. Essi, inoltre, controllano il rispetto
degli standard di tutela ambientale previsti
nelle ZES, stabiliscono nuove agevolazione
fiscali in conformità a quanto stabilito dalla
legge e prescrivono particolari condizioni per
alcuni tipi di investimento, quali l’ammontare
minimo dell’investimento e il numero minimo
di cittadini birmani da assumere. Il Capitolo
sesto stabilisce i passaggi necessari per creare
una nuova ZES: l’Organo centrale promuove
la costituzione di una nuova ZES e, a
differenza della legge precedente dove era
sufficiente esclusivamente l’approvazione del
governo, è necessaria l’approvazione anche
del Parlamento. Sono necessari i seguenti
requisiti per creare una nuova ZES: i) punti di
accesso internazionali quali aeroporti, porti e
infrastrutture adeguate; ii) collocazione in
un’area selezionata dal governo; iii) risorse
elettriche e idriche adeguate; iv) terreni
adattati dove costruire gli stabilimenti
industriali; v) disponibilità di lavoratori
qualificati, semi-qualificati e di lavoratori
apprendisti. Una volta verificati i requisiti,
l’art. 14 prevede che l’Organo centrale
selezioni gli operatori economici che
svilupperanno la zona tramite una gara. È
previsto, inoltre, che dovrà essere data
precedenza agli operatori economici in
possesso già di precedenti esperienze nella
gestione di zone economiche speciali e che
garantiscono benefici allo Stato e al popolo,
promuovendo l’attuazione di tali progetti.
L’art. 15 introduce una novità fondamentale
prevedendo che gli investitori stranieri
possono essere titolari del 100% del business
presente nella ZES o formare joint venture
con imprenditori locali. Il Capitolo settimo
affronta la tematica degli iter doganali di
entrata e di uscita dei beni prodotti nelle ZES:
gli artt. 16-20 stabiliscono che i beni
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provenienti da tali zone sono esentati dai dazi
doganali solo se stabilito dall’autorità
doganale. Inoltre, tale autorità stabilisce quali
beni possono entrare nel mercato nazionale
tramite un’autorizzazione che certifica la
provenienza da una zona speciale.
Di fondamentale importanza è il Capitolo
ottavo che elenca le attività permesse agli
investitori e le esenzioni fiscali previste;
rispetto alla precedente versione della legge,
sono aumentati i settori dove gli investimenti
sono agevolati, come si legge nell’art 29;
sono state inserite le attività di: lavorazione
del petrolio attraverso macchinari tecnologici;
trasporto del carburante prodotto; produzione
di prodotti finiti e trasformati; magazzinaggio;
produzione di materiali di imballaggio. Per
quanto concerne le agevolazioni fiscali, la
nuova legge conferma le previsioni contenute
nella precedente e le integra, all’art. 32,
stabilendo che gli imprenditori che investono
nelle ZES sono esentati dall’imposta sul
reddito per i primi sette anni della loro attività
commerciale, rispetto ai cinque previsti nella
legge del 2011. Gli artt. 35 e 36 stabiliscono
che tutti gli investitori delle zone esentate
devono rispettare le norme e gli standard
contenuti nella Legge sull’ambiente e qualora
intendano trasferire i propri profitti fuori dai
confini del Myanmar, sono obbligati a
informare il comitato di gestione, che
registrerà l’uscita di tali capitali. Qualora
sorgano controversie fra gli investitori
presenti nella ZES, e non si giunga a una
conciliazione amichevole, l’art. 54 prevede
che esse debbano essere risolte mediante la
procedura stabilita dalle leggi esistenti in
materia. Una novità assoluta è contenuta nel
Capitolo tredicesimo riguardante il settore
bancario e assicurativo: gli artt. 57-60, in base
alle disposizioni per cui le banche straniere
non possono aprire filiali e uffici di
rappresentanza all’interno del territorio
birmano, stabiliscono che gli investitori
stranieri possono effettuare e ricevere i
pagamenti nella valuta del Paese di
provenienza, con la possibilità di aprire un
conto presso una qualsiasi banca presente in
Myanmar. Per quanto riguarda le compagnie
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16
assicurative, esse hanno diritto a operare
all’interno delle ZES, in deroga a quanto
previsto dalla legge nazionale in materia che
prevede che esse possano esclusivamente
costituire un ufficio di rappresentanza.
Tuttavia, si è conclusa, il 1° ottobre 2014, la
procedura di selezione, avviata a giugno dalla
Banca Centrale birmana, volta a selezionare
una prima rosa di istituti di credito stranieri
cui concedere per la prima volta una (seppur
vincolata e al momento preliminare, da
confermare entro un anno) licenza bancaria al
fine di operare in tale Paese. A conclusione di
tale procedura, sono stati selezionati nove
gruppi bancari internazionali, tra cui spicca in
particolare la presenza giapponese e
singaporiana. I due capitoli successivi sono
dedicati all’autorità doganale che ha il
compito di ispezionare i beni in entrata e in
uscita al fine di evitare danni alla salute
pubblica e di creare procedure sempre più
snelle per evitare che i beni restino per un
periodo di tempo elevato in dogana. Il
Capitolo sedicesimo regola l’assunzione e la
gestione della manodopera: l’art. 75 prevede
che, nei primi due anni, almeno il 25% degli
impiegati sia birmano, percentuale che deve
salire al 50% nei successivi due anni e al 75%
nel terzo biennio dall’inizio dell’attività;
qualora sorgano controversie fra datori di
lavoro e lavoratori, la risoluzione delle stesse
è demandata al Comitato di gestione, come
stabilito dall’art. 76. Infine, un’ulteriore
novità
è
contenuta
nel
Capitolo
diciassettesimo che disciplina l’affitto del
terreno su cui verranno costruiti gli
stabilimenti necessari per iniziare l’attività di
produzione: l’art. 79 prevede una durata della
concessione pari a cinquanta anni, con la
possibilità di un unico rinnovo di venticinque
anni. L’investitore al quale viene concesso
tale diritto non potrà modificare o alterare
l’assetto geologico e topografico della zona, a
meno che non venga autorizzato dal Comitato
di gestione; qualora l’investitore termini
anticipatamente
l’attività
economica
instaurata, l’autorizzazione a utilizzare quel
determinato terreno viene revocata e, se
necessario,
le
costruzioni
edificate
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dall’utilizzatore del terreno vengono demolite.
La nuova legge sulle ZES risponde
all’esigenza di attirare maggiormente gli
investimenti stranieri in tali zone, favorendo
lo sviluppo di determinati settori, ritenuti
trainanti dello sviluppo economico del
Myanmar. Essa, inoltre, ha chiarito alcuni
aspetti considerati fattori frenanti degli
investimenti, in particolar modo stranieri,
dimostrando una maggiore maturità giuridica
frutto dello studio serrato dei modelli adottati
nei Paesi asiatici limitrofi, come la Cina. La
nuova legge troverà subito un’applicazione
pratica poiché le nuove disposizioni si
applicheranno per lo sviluppo della zona
economica speciale di Kyaukphyu, che avrà,
come stabilito dal bando di gara recentemente
conclusosi, quale leader dello sviluppo una
società di Singapore coadiuvata da alcune
società giapponesi.
5 La Costituzione
Il processo democratico che sta
caratterizzando il Myanmar negli ultimi anni
ha certamente come punto di riferimento la
nuova Costituzione emanata nel 2008. Tale
Costituzione è la terza in ordine di tempo: la
prima è stata emanata nel 1948 dopo
l’indipendenza dalla Gran Bretagna, mentre,
la seconda, varata nel 1974, di chiaro stampo
socialista, è stata sospesa nel 1988 con
l’avvento del regime militare.
La Costituzione del 2008 è articolata in
quindici capitoli e 457 articoli27. Il Capitolo
primo “Principi fondamentali dell’Unione del
Myanmar” indica i principi cardine del
sistema: l’art. 1 dichiara che il Myanmar è
una nazione indipendente e sovrana, il cui
potere deriva direttamente dal popolo;
centrale è l’art. 7 che dichiara i principi
fondamentali della Costituzione quali: la non
disintegrazione del Paese e la solidarietà
nazionale, lo sviluppo di un sistema
democratico multipartitico e la valorizzazione
27
Il testo completo in lingua inglese è disponibile
all’indirizzo: Constitution of the Republic of the Union
of
Myanmar
(2008),
(http://www.burmalibrary.org/docs5/Myanmar_Constit
ution-2008-en.pdf).
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dei principi di eterna giustizia, di libertà, di
uguaglianza e dello stato di diritto; l’art. 11
lett. a afferma il principio della separazione
dei poteri; pertanto, il potere legislativo,
esecutivo e giudiziario sono separati ed
esercitano fra loro un controllo reciproco; il
potere legislativo è condiviso fra il
Pyidaungsu Hluttaw (Parlamento), l’Hluttaw
regionale e l’Hluttaw statale: il Pyidaungsu
Hluttaw è formato da due Hluttaw elette dal
popolo e dai rappresentanti delle Regioni e
degli Stati etnici (art. 12). Il capo
dell’esecutivo è il Presidente dell’Unione (art.
16), mentre, il potere giudiziario è diviso tra
la Corte Suprema dell’Unione, le Corti alte
delle regioni, le Corti alte degli Stati e le Corti
locali (art. 17). Più nello specifico, l’art. 19
enuncia i principi che il sistema giudiziario
deve rispettare: i) amministrare la giustizia in
modo indipendente; ii) garantire l’udienza
pubblica per tutti i processi se non
diversamente previsto dalla legge; iii)
garantire il diritto di difesa e il diritto di poter
instaurare il giudizio. Nell’art. 21 vengono
enunciati alcuni diritti dei cittadini come il
diritto di uguaglianza, di giustizia e di libertà
e il divieto di porre il cittadino in stato di
detenzione per più di ventiquattro ore senza
l’autorizzazione del tribunale; a tali diritti si
affianca la responsabilità di ogni cittadino
nella pace pubblica, nell’ordine e nel
riconoscimento del potere dello Stato. Gli artt.
22-34 affermano i numerosi doveri: i)
sviluppare la cultura birmana, l’istruzione, la
sanità, l’economia, i trasporti e le
comunicazioni, promuovendo la solidarietà,
l’amicizia e il rispetto reciproco (art. 22); ii)
promuovere leggi in favore dei lavoratori, in
particolar modo verso i contadini al fine di
ottenere un valore equo per i loro prodotti
agricoli, e tutela per le professioni intellettuali
(artt. 23-25); iii) garantire un sistema di
istruzione gratuito e moderno che permetterà
lo sviluppo del Paese (art. 28); iv) favorire le
importazioni di tecnologia, macchinari e
materie prime e l’ingresso di capitali stranieri
al fine di ridurre il fenomeno della
disoccupazione (artt. 29-31); v) tutelare e
garantire a ogni cittadino il diritto alla libertà
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di coscienza e di professare liberamente il
proprio credo religioso. Gli artt. 32-34
statuiscono l’obbligo per il governo di
costruire un sistema previdenziale per
assistere disabili, orfani e anziani.
Centrali gli artt. 35-38 che trattano il
sistema economico dell’Unione: l’art. 35
afferma l’adozione del sistema dell’economia
di mercato e quindi permettere a tutte le forme
societarie di partecipare allo sviluppo
dell’economia
nazionale,
garantire
la
concorrenza, tutelare l’iniziativa economica
privata e sviluppare gli investimenti senza
nazionalizzare le imprese (art. 36). Tutti i
terreni restano di proprietà dello Stato che,
tuttavia, li può affittare ai privati per un
periodo massimo di cinquanta anni
rinnovabile per massimo altri venti anni (art.
37). L’art. 41 illustra la posizione
internazionale del Myanmar finalizzata al
mantenimento della pace nel proprio Paese e
nel mondo, mediante la stipulazione di
accordi con altri Paesi e l’accettazione del
principio di non aggressione. Gli artt. 43 e 44
concernono il diritto penale e più nello
specifico l’irretroattività delle leggi penali e il
divieto di prescrizione di ogni reato che violi
la dignità umana.
Il Capitolo secondo apre con la disciplina
delle suddivisioni territoriali amministrative:
l’art. 49 afferma che il territorio birmano è
costituito da sette Regioni e sette Stati, la
capitale è Naypyidaw ed è sotto il diretto
controllo del Presidente del Myanmar (art.
50). Le figure del Presidente e dei Vicepresidenti sono disciplinate dal Capitolo
terzo: essi devono essere cittadini del
Myanmar e avere genitori birmani, devono
avere almeno 45 anni di età, conoscere le
vicende dell’Unione come la politica,
l’economia e la pubblica amministrazione e
devono aver vissuto per almeno venti anni in
Myanmar. Il Presidente viene eletto dal
Collegio elettorale presidenziale formato dai
gruppi rappresentanti delle Regioni, degli
Stati e dei militari; ogni gruppo elegge un
Vice-presidente che coadiuverà il Presidente
eletto nelle sue mansioni. Il loro mandato ha
una durata quinquennale, può essere
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rinnovato una sola volta e dopo la scadenza di
tale termine essi continuano a svolgere le
funzioni di ordinaria amministrazione fino a
quando non vengono eletti i successori;
qualora un Presidente non possa portare a
termine il suo mandato il subentrante
terminerà il mandato originale del Presidente
sostituito (art. 61). L’art. 71 prevede i casi in
cui il Presidente e i Vice-presidenti possono
essere messi sotto accusa: i) alto tradimento;
ii) violazione della Costituzione; iii) cattiva
condotta; iv) mancato svolgimento delle
proprie funzioni. Il Capitolo quarto è dedicato
al Parlamento (Pyithu Hluttaw): esso è
formato da 440 rappresentanti tra cui viene
eletto il Presidente (art. 109); il Parlamento è
formato da vari comitati che si occupano di
diversi ambiti della politica nazionale; il
mandato del Parlamento è quinquennale e i
suoi membri, per essere eletti, devono avere
determinati requisiti: i) età minima di 25 anni;
ii) cittadinanza birmana anche dei genitori; iii)
residenza sul territorio birmano per almeno
dieci anni consecutivi; iv) possesso delle
qualifiche previste dalla legge elettorale.
L’art. 127 elenca le funzioni del Parlamento
tra cui la discussione dei disegni di legge, la
presentazione di nuove proposte legislative, la
discussione e la risoluzione dei problemi
all’ordine del giorno. Il Capitolo quinto
disciplina il potere esecutivo e si apre con
l’art. 199: «Il Capo dell’esecutivo è il
Presidente dell’Unione». Il governo è formato
dal Presidente, dai Vice-presidenti, dai
Ministri dell’Unione e dal Procuratore
Generale dell’Unione (art. 200): il Presidente
è a capo della Difesa Nazionale e del
Consiglio di Sicurezza e, con l’approvazione
del Parlamento, designa i ministri,
indicandone il numero che può essere
diminuito o aumentato in base alle esigenze
(art. 202); egli può concedere la grazia,
l’amnistia, può conferire e revocare titoli
onorifici e privilegi, e può interrompere
relazioni diplomatiche con altri Paesi (artt.
204-206). Il Presidente del Myanmar ha,
inoltre, il potere di adottare le opportune
azioni militari in caso di aggressione e può
dichiarare guerra o stipulare un accordo di
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pace solo con l’approvazione del Parlamento.
L’art. 233 prevede la possibilità di porre sotto
accusa i ministri solamente nei medesimi casi
previsti per il Presidente. Il Capitolo sesto è
dedicato al sistema giudiziario birmano: l’art.
293 apre il capitolo elencando le corti a cui è
demandata la competenza di amministrare il
potere giudiziario: i) la Suprema Corte
dell’Unione; ii) le Alti Corti della Regione;
iii) le Alti Corti dello Stato; iv) le Corti delle
divisioni amministrative autonome; v) le Corti
dei distretti; vi) le Corti delle città; vii) la
Corte
Marziale;
viii)
il
Tribunale
costituzionale dell’Unione. La Suprema Corte
è l’organo giudiziario apicale, è competente in
materia di trattati internazionali ma non in
materia costituzionale. Le sentenze della
Suprema Corte sono definitive e non è
prevista la possibilità di ricorso (art. 295 lett.
c), diversamente, essa può decidere sui ricorsi
delle sentenze emesse dalle Corti di grado
inferiore. L’art. 320 apre la disciplina del
Tribunale costituzionale dell’Unione: «Il
Tribunale costituzionale dell’Unione è
formato da 9 membri compreso il
Presidente». Di grande rilevanza è l’art. 322
che elenca le funzioni di tale autorità: i)
interpretare le disposizioni della Costituzione;
ii) controllare la legittimità costituzionale
delle leggi emanante dal Parlamento e dal
Governo; iii) decidere sulle controversie fra
Stati, Regioni e territori amministrativi
autonomi. I membri di tale Tribunale hanno
un mandato quinquennale, come il
Parlamento, secondo quanto previsto dall’art.
335. Il Capitolo settimo è dedicato al servizio
di difesa militare che ha il compito di
salvaguardare l’Unione contro ogni pericolo
interno ed esterno e durante le calamità
naturali (art. 339). Fondamentale il Capitolo
ottavo che disciplina i diritti e i doveri dei
cittadini: l’art. 349 stabilisce che tutti i
cittadini devono godere di pari opportunità
nello svolgimento delle funzioni di pubblico
impiego, nell’occupazione, nel commercio,
nello sviluppo della scienza e della
tecnologia; l’art. 350 afferma che gli uomini e
le donne hanno gli stessi diritti lavorativi;
l’art. 354 garantisce la libertà di espressione,
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di associazione e di culto. Il Governo tutela il
diritto alla privacy e il diritto di proprietà (art.
357), riconosce tutte le religioni presenti sul
territorio e tutela la loro libertà di espressione.
L’art. 366 dichiara che ogni cittadino ha
diritto all’istruzione, a sviluppare il pensiero
scientifico e la cultura birmana in generale.
Ogni cittadino può svolgere attività di
commercio per sviluppare l’economia
nazionale e il governo si impegna a tutelare il
diritto di marchio e di brevetto (artt. 370-372).
Inoltre, la Costituzione prevede che il popolo
debba rispettare la pace e l’ordine pubblico e
lavorare per rendere il Paese sempre più
sviluppato
e
moderno
(art.
388),
diversamente, l’art. 389 prevede l’obbligo
tributario e quindi ogni cittadino è obbligato a
pagare le imposte previste dalla legge. Il
capitolo si chiude con la previsione dell’art.
390 che inserisce fra i doveri del cittadino il
rispetto dell’ambiente e lo sviluppo delle
risorse umane. Al Capitolo nono si trova la
disciplina del sistema elettorale con
l’affermazione del diritto al voto: ogni
cittadino che abbia compiuto il diciottesimo
anno di età e che non abbia precedenti penali
ha il diritto di votare; può essere espresso un
solo voto per il Parlamento e lo scrutinio dei
voti deve essere segreto; l’art. 392 prevede
alcune categorie di persone che non hanno
diritto di voto: persone non in grado di
intendere e di volere, con precedenti penali,
membri di ordini religiosi e i soggetti esclusi
dalla legge elettorale. Il capitolo sul sistema
elettorale è seguito dalla disciplina dei partiti
politici: l’art. 404 stabilisce che ogni partito
politico non deve sovvertire l’ordine statale e
deve essere leale verso lo Stato, deve
rispettare il sistema multipartitico, la
Costituzione e le leggi vigenti (art. 405). Tutti
i partiti devono registrarsi in base a quanto
stabilito dalla legge e hanno pari diritti di
partecipazione e competizione (art. 406).
Negli ultimi cinque capitoli desta interesse
il Capitolo dodicesimo che tratta il
procedimento di modifica degli articoli della
Costituzione: l’art. 433 prevede che ogni
proposta di emendamento della Costituzione,
per essere valutata dal Parlamento, deve
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essere proposta da almeno il 20% dei
rappresentanti parlamentari; l’art. 436 lett. a
elenca gli articoli che per essere emendati
devono avere l’approvazione di oltre il 75%
del Parlamento, oltre ad avere l’approvazione
di oltre la metà dei cittadini birmani con
diritto di voto espresso in un referendum. La
lett. b del presente articolo, diversamente,
prevede che per l’emendamento degli altri
articoli è meramente necessario oltre il 75%
dei voti dei parlamentari.
Il processo democratico intrapreso dal
Myanmar necessita ancora di tempo per
raggiungere l’auspicato stato di diritto,
tuttavia, la Costituzione del 2008 dimostra la
volontà del governo di procedere su tale
percorso; andranno necessariamente eliminate
le varie lacune inerenti la garanzia di alcuni
diritti umani e andrà eliminata, come auspica
Aung San Suu Kyi, la restante presenza
militare in Parlamento che attualmente occupa
il 25% dei posti. In tale direzione si stanno
muovendo le commissioni parlamentari che
stanno
preparando
la
bozza
degli
emendamenti alla Costituzione del 2008:
l’obiettivo principale è riformare il sistema
elettorale, eliminando la previsione per cui un
cittadino birmano che abbia coniuge o figli
stranieri non possa essere eletto. Tale
previsione era stata inserita dai militari al fine
di escludere dalla lotta politica Aung San Suu
Kyi, i cui due figli sono di nazionalità inglese.
In tal senso, l’attuale Presidente del Myanmar,
Thein Sein ha spiegato che la volontà del
governo è indirizzata a eliminare ogni
restrizione volta a limitare la possibilità di
ogni cittadino a diventare leader del Paese.
6. La proprietà intellettuale
La disciplina della proprietà intellettuale
risulta essere piuttosto scarna poiché non è
stata mai affrontata con leggi e provvedimenti
all’altezza della difficoltà della materia. A
differenza di altri Paesi in via di sviluppo, il
Myanmar, ha incontrato numerose difficoltà
nel costruire una valida disciplina a tutela
della proprietà intellettuale, che risulta, ancora
oggi, completamente carente di mezzi idonei
a prevenire le violazioni. Una normativa
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adeguata è, attualmente, quanto mai
necessaria al fine di permettere all’economia
birmana di favorire lo scambio di merci e
servizi, garantendo la protezione di marchi e
brevetti, tramite anche la previsione di
sanzioni severe.
La prima disciplina della proprietà
intellettuale adottata dal Myanmar era
contenuta nel codice indiano, denominato Act
No. 45 ed entrò in vigore sul territorio
birmano il 1° maggio 1861 fornendo le
definizioni di “marchio” e di “marchio di
proprietà” nel Capitolo diciottesimo agli artt.
478-489. Il “marchio” viene definito all’art.
478 come il segno distintivo della merce e dei
prodotti di una determinata persona,
diversamente, l’art. 479 definisce il “marchio
di proprietà” come il marchio utilizzato per
distinguere i beni di proprietà di una
determinata persona. L’importanza di tale
prima disciplina è nell’attenzione posta, negli
artt. 480 e 481, alla tutela del diritto di
utilizzo esclusivo del marchio e alla
possibilità di vendita di esso, ritenendolo un
bene appartenente all’impresa. Gli artt. 482489 elencano, inoltre, i casi di violazione del
diritto di marchio comprendendo i casi di
contraffazione, di utilizzo non autorizzato e di
registrazione di marchi simili. Le pene
previste per le citate violazioni spaziavano da
una semplice ammenda fino ad arrivare alla
reclusione fino a un massimo di tre anni28.
Mancando una disciplina specifica sulla
registrazione del marchio, esso veniva
registrato secondo le modalità previste dalla
Sezione diciottesima della Legge sulla
Registrazione indiana che prevedeva il
deposito di una dichiarazione contenente: il
nome della società, individuo o azienda
rappresentata; le generalità del richiedente; il
marchio da registrare contenente una o più
parole inventate; la firma del richiedente. La
registrazione veniva respinta qualora il
marchio fosse stato contrario alla morale, alla
legge o in grado di ferire la suscettibilità
28
Cfr.
The
Indian
Penal
Code,
(http://www.oecd.org/site/adboecdanticorruptioninitiative/46814358.pdf).
www.istituto-geopolitica.eu
1860,
religiosa del popolo birmano. Inoltre, era
vietata la registrazione qualora il marchio
fosse utilizzato quale strumento di frode o per
ingannare altri soggetti.
Nel 1889 entrava in vigore, prima in India
e successivamente in Myanmar, la Legge sui
marchi commerciali (Burma Merchandise
Marcks Act) che introduceva una novità
fondamentale autorizzando i tribunali a
confiscare tutti i beni e gli strumenti utilizzati
nella violazione del diritto di marchio. La
Sezione nona della Legge prevedeva che
chiunque utilizzasse un marchio falso,
producesse e commerciasse beni con un
marchio contraffatto, descrivesse in maniera
falsa le caratteristiche dei beni venduti o non
applicasse l’indicazione del luogo di origine,
secondo quanto stabilito dalla Sezione
dodicesima lett. a della presente legge, era
condannato al risarcimento oltre che a
un’ammenda e alla distruzione di tutti i beni
utilizzati per commettere la violazione. A tali
violazioni si affianca una disciplina
complementare contenuta nella Legge sulle
dogane del mare (Sea Custom Act) del 1878
che prevedeva, all’art. 18 lett. c, che tutte le
merci con un marchio contraffatto o con una
falsa descrizione delle caratteristiche del
prodotto, secondo quanto stabilito dalla Legge
sui marchi commerciali, non potevano entrare
nel mercato birmano e dovevano essere
distrutte alla dogana. I rimedi giudiziari,
previsti in caso di lesione, sono disciplinati
dal Codice di procedura civile indiano del
1908 (Code of Civil Procedure India Act V)
che nella Sezione nona prevede che le Corti
sono autorizzate a decidere su ogni
controversia concernente i diritti sui marchi.
Per quanto interessa la disciplina dei
brevetti e del design, essa è contenuta nella
Legge sui brevetti e sui disegni industriali del
1939 (Burma Patents and Designs Act),
emendata nel 1945. Tale legge non è, tuttavia,
attualmente vigente, poiché il regime militare
birmano nel 1993 ha deciso di abrogarla
eliminando ogni tipo di tutela per chi volesse
proteggere la sua invenzione o il suo disegno
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21
industriale29, poiché tutte le invenzioni
dovevano appartenere al popolo e non al
singolo. Dal 1993 si è assistito a un periodo di
transizione, per cui è stata prevista la
registrazione temporanea dei brevetti e dei
disegni
industriali
in
attesa
della
promulgazione della nuova legge, elaborata
insieme all’organizzazione mondiale della
proprietà intellettuale (World International
Property
Organization,
WIPO).
La
registrazione provvisoria viene effettuata
mediante una dichiarazione che permette, ai
richiedenti del diritto di brevetto, di avere una
protezione temporanea fino a che non sarà
varata una legge che disciplini la
registrazione.
Il diritto d’autore è, diversamente,
disciplinato da una legge specifica
denominata Myanmar Copyright Act del
1914.
La
disciplina
si
incentra
prevalentemente sulle sanzioni penali da
comminare a chi viola il copyright. Il
Capitolo terzo della Legge stabilisce che si ha
violazione quando sono presenti la
volontarietà e la consapevolezza da parte del
trasgressore. La legge vieta: la vendita, la
locazione o il noleggio di copie illecite di un
lavoro protetto dal diritto d’autore; la
distribuzione di copie illecite sia a fini
commerciali sia a fini meramente diffamatori
per l’autore; l’esposizione al pubblico, per
mezzo di mostre commerciali, di qualsiasi
copia illecita di tale lavoro; l’importazione di
ogni tipo di copia illecita di un lavoro;
pubblicizzare e vendere copie del lavoro
dell’autore, con l’obiettivo di un profitto
privato, senza la sua autorizzazione. Le
disposizioni contenute in tale legge sembrano
non essere sufficienti, attualmente, a tutelare
in maniera completa il titolare del diritto di
autore.
Egli
potrà,
tuttavia,
agire
giudizialmente, secondo quanto previsto dal
The Specific Relief Act, con la possibilità di
chiedere al giudice il sequestro di tutte le
29
Cfr. ASEAN INTELLECTUAL PROPERTY
ASSOCIATION, IP Guides in Myanmar, disponibile
all’indirizzo:
(http://www.aseanipa.org/index.php/members/thailand
1/560-ip-guides-for-myanmar?limitstart=0).
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copie presunte illecite in possesso del
possibile trasgressore. Nel momento della
condanna tutte le copie illecite rinvenute
verranno distrutte o consegnate al titolare del
diritto d’autore.
La Legge sull’Informatica, diversamente,
tutela i software e le banche dati, ponendosi
come obiettivi lo sviluppo tecnologico del
Paese attraverso l’informatica, l’agevolazione
dei giovani nello studio di essa e la sua
applicazione ai vari settori lavorativi. Un
ulteriore obiettivo è affermato alla lett. f
dell’art. 3 che prevede il controllo
dell’importazione e dell’esportazione di
software e banche dati. Sono previste sanzioni
severe per chi copia e vende sistemi
informatici
senza
autorizzazione
dell’inventore e per chi è in possesso o
utilizza qualsiasi tipo di computer senza
l’approvazione
del
Ministero
delle
Comunicazioni, delle Poste e dei Telegrafi. La
pena prevista è la reclusione da sette a
quindici anni più un’eventuale ammenda.
Gli ingressi nel 1995 nell’OMC e nel 2001
nella WIPO hanno inciso positivamente
nell’evoluzione della normativa sulla
proprietà intellettuale: il Myanmar sta
compiendo numerosi sforzi per formulare una
legge sui marchi che sia adeguata alle
esigenze dello sviluppo economico del Paese.
Le due organizzazioni mondiali hanno
evidenziato come la carenza legislativa
favorisca numerosi traffici di merci
contraffatte, provenienti da Cina e India, che
vengono poi commercializzate nelle maggiori
città birmane. Il quadro offerto dall’OMC e
dalla WIPO agli imprenditori è assai incerto a
causa di leggi spesso vaghe e imprecise. Un
apporto fondamentale allo sviluppo della
tutela della proprietà intellettuale in Myanmar
lo sta fornendo il Progetto ASEAN sulla
proprietà intellettuale (ASEAN Project on the
Protection of Intellectual Property Rights,
ECAP). L’ECAP, finora, ha conosciuto tre
fasi: l’ECAP I (1993-1997) si è focalizzato sui
diritti della proprietà industriale e sul
rafforzamento
dei
sistemi
nazionali
disciplinanti la proprietà intellettuale; l’ECAP
II (2000-2007) ha continuato nell’opera di
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22
rafforzamento della proprietà intellettuale
inserendo disposizioni specifiche su marchi,
brevetti e diritti di autore nelle rispettive leggi
nazionali. L’ultima fase, ECAP III (20102013), ha avuto come obiettivo l’integrazione
e il rafforzamento della normativa sulla
proprietà intellettuale dei Paesi membri
dell’ASEAN per favorire la crescita
economica cercando di armonizzare le varie
normative e sviluppando vere e proprie reti di
cooperazione giuridica. Tale fase ha come
base un accordo di finanziamento30 con la
Commissione Europea e un accordo di
contributo31 firmato dalla Commissione
Europea e l’Ufficio brevetti europeo
(European Patent Office, EPO). I primi sei
mesi dell’ECAP III sono serviti alla stesura
del piano di lavoro con l’istituzione di
commissioni e comitati, e all’inserimento di
ulteriori obiettivi, quali: il miglioramento del
contesto giuridico e dell’amministrazione dei
diritti della proprietà intellettuale32; il
miglioramento della disciplina in materia,
quale strumento di sviluppo economico e
integrazione; la creazione di istituti per la
ricerca, l’educazione e lo sviluppo nella
disciplina dei diritti della proprietà
intellettuale; la creazione di strumenti per
monitorare e armonizzare le normative dei
membri dell’ASEAN. I risultati di tale terza
fase si sono riscontrati, in particolar modo,
nell’ambito della cooperazione giuridica per
l’armonizzazione
delle
procedure
di
registrazione di marchi e brevetti. L’ASEAN
attraverso le sue commissioni sta conducendo,
inoltre, un’opera di studio e di ricerca in
Europa per sviluppare delle normative
adeguate
in
materia,
collaborando
continuamente con le commissioni dei vertici
dell’Unione Europea33.
7 Il diritto societario
La costituzione delle società è disciplinata
da tre leggi fondamentali: La Legge sulle
società del 1914 (Myanmar Companies Act,
MCA)34, le Disposizioni sulle società del
1940 (Myanmar Companies Rules, MRC) e la
Legge speciale sulla società del 1950 (Special
Company Act, SPA). La disciplina contenuta
in tali leggi, a seguito di una riformulazione, è
stata inserita nella Legge sugli investimenti
stranieri del 2012 (Union of Myanmar
Foreign Investment Law, MFIL) e nelle
Disposizioni sugli investimenti stranieri del
2013 (Foreign Investment Rules, FIR)35.
È permesso costituire: una società a
responsabilità limitata; un ufficio di
rappresentanza di una società con sede
all’estero; un contratto di compartecipazione;
una joint venture; una società o una
cooperativa tra imprese straniere e imprese
locali anche pubbliche (Art. 17 FIR). Per
quanto concerne le società a responsabilità
limitata, esse possono essere formate al 100%
con capitale straniero in tutti quei settori
incoraggiati dal governo birmano (Cap. III
art. 17 lett. a e Cap. V art. 9 MFIL),
diversamente, nei settori ristretti o vietati la
costituzione della società è valutata caso per
caso dal governo (Cap. II, art. 5). Le s.r.l.
straniere, per completare la procedura di
costituzione, devono avere almeno due
azionisti, il numero dei membri deve essere
limitato a cinquanta e, secondo quanto
previsto dall’art. 27, devono ottenere il
permesso dal governo del Myanmar. Gli
investitori stranieri possono registrare le
società seguendo le discipline contenute nella
Legge sulle società (MCA) e quella contenuta
nella Legge sugli investimenti stranieri
(MFIL). La disciplina della registrazione
contenuta nella MCA prevede, all’art. 7, che
30
Accordo firmato il 21 ottobre 2009.
Accordo firmato il 18 dicembre 2010.
32
L’obiettivo è l’istituzione di uffici informativi per chi
avesse bisogno di assistenza nelle procedure di
registrazione.
33
Cfr. ECAP III, EU-ASEAN Project on the Protection
of Intellectual Property Rights, (http://www.ecapproject.org/).
31
www.istituto-geopolitica.eu
34
Il testo completo in lingua inglese è disponibile
all’indirizzo: The Burma Companies Act [India Act
VII,
1913]
(1st
April,
1914),
http://www.dica.gov.mm/includes/The%20Burma%20
Companies%20Act.pdf.
35
Cfr. il testo completo in lingua inglese, Myanmar
Investment Laws, cit.
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23
la s.r.l. debba presentare un atto costitutivo36
contenente i seguenti elementi: i) il nome
della società indicando il termine “limited”
alla fine del nome; ii) l’indicazione della sede
legale; iii) l’oggetto della società; iv)
l’indicazione della responsabilità limitata dei
soci e l’indicazione dei loro conferimenti; v)
il numero di azioni possedute da ogni singolo
socio. Per le attività di produzione o di
fornitura di servizi la MCA prevede un
capitale minimo per registrare la società pari a
US$ 150.000 e US$ 50.000 per la fornitura di
servizi37.
Le Disposizioni sugli investimenti stranieri
(FIR), inoltre, prevedono la necessaria
autorizzazione da parte della Commissione
per gli investimenti in Myanmar38 (Myanmar
Investment Commission, MIC) e la successiva
accettazione da parte della Direzione per gli
investimenti e per l’amministrazione delle
società (Directorate of Investment and
Company Administration, DICA), che può
rilasciare un permesso temporaneo per
permettere l’inizio dell’investimento (Cap. IV
FIR). Il capitolo V della FIR elenca gli
elementi che devono essere contenuti nella
richiesta di autorizzazione tra cui i nomi di
almeno due soci e di almeno due
amministratori
nominati,
l’obiettivo
dell’investimento, i piani di produzione per
gli
anni
successivi,
l’ammontare
dell’investimento e la politica a favore
dell’ambiente che verrà adottata. La
Commissione ha novanta giorni di tempo per
rispondere alla richiesta, secondo quanto
36
L’art. 9 stabilisce che l’atto costitutivo deve essere
scritto in lingua inglese e birmana, diviso in paragrafi
numerati e consecutivi e firmato da tutti i soci.
37
PWC, Myanmar Business Guide, 2012.
38
Secondo quanto stabilito dalla FIR, la Commissione
è formata da un numero di membri dispari (art. 22). È
guidata da un Presidente, un Vice-presidente insieme
ad alcuni membri dei ministeri e del governo birmano.
Il mandato dei componenti è di tre anni, sebbene può
rimanere in carica per un periodo di tempo maggiore
ogni qualvolta il governo lo ritenga necessario (art. 23).
La Commissione deve riunirsi almeno due volte al
mese (art. 25) e l’incontro si ritiene valido
esclusivamente quando la partecipazione è superiore al
50% (art. 27).
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stabilito dall’art. 20 della MFIL.
La MFIL prevede che le s.r.l. che investono
sui settori della produzione e della fornitura di
servizi debbano possedere un capitale
minimo: per i settori della produzione è
necessario un capitale minimo pari a
US$ 500.000, diversamente, per i settori che
forniscono servizi è necessario un capitale
minimo pari a US$ 300.000.
La disciplina societaria prevede la
possibilità, per una società straniera di
costituire un ufficio di rappresentanza: è
necessario, secondo quanto stabilito dalla
MCA,
presentare
una
richiesta
di
autorizzazione al Governo al fine di ottenere
il permesso dal MIC. La MFIL, inoltre,
prevede il pagamento di una tassa di
registrazione pari a US$ 2.500. Le funzioni
principali svolte dall’ufficio di rappresentanza
sono: i) instaurare contatti con la popolazione
locale; ii) raccogliere informazioni utili sul
mercato; iii) mantenere i contatti con la sede
principale della società. Come in altre
giurisdizioni, non è consentito all’ufficio di
rappresentanza il commercio o lo svolgimento
di attività generatrici di reddito.
Una delle forme societarie più diffuse in
Myanmar è la joint venture (JV), disciplinata
dalla Legge sugli investimenti stranieri, che
permette di creare una società tra imprenditori
stranieri e imprenditori locali o tra investitori
stranieri e società statali (art. 9 lett. b, MFIL).
Secondo l’art. 10 il rapporto fra il capitale
straniero e quello locale deve essere stabilito
dalle parti che costituiscono la JV,
diversamente, qualora la JV venga formata
per svolgere attività in settori considerati
ristretti da tale medesima legge il capitale
straniero deve essere obbligatoriamente
inferiore all’80%; tuttavia, quest’ultima
disposizione può essere superata nel caso in
cui il governo lo permetta. Ciascuna società
costituita deve indicare nel proprio statuto il
capitale minimo richiesto, gli azionisti con
diritto di voto speciale e le tutele per gli
azionisti di minoranza. Le società che
ottengono l’autorizzazione devono depositare,
presso la Banca del commercio straniero del
Myanmar o la Banca del commercio e degli
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24
investimenti39, il 50% del capitale minimo
previsto per costituire la società e il restante
50% deve essere versato entro un anno. Tale
ultimo 50% non necessariamente deve essere
versato in denaro: il pagamento può essere
effettuato sotto forma di: importazione di
macchinari, di strumenti e di attrezzature
necessarie per l’impresa; di profitti maturati
da attività precedenti dell’impresa al di fuori
del Myanmar; di diritti di marchio e brevetto
e di licenze suscettibili di valutazione
economica.
Per quanto concerne le cooperative e i
contratti di compartecipazione, essi seguono
la medesima disciplina e in particolare questi
ultimi, generalmente, vengono stipulati con
società pubbliche del settore minerario e
petrolifero. Tutti gli investitori stranieri, una
volta ottenuta l’autorizzazione dal MIC,
devono completare le operazioni di
completamento della costituzione della
società entro un periodo di tempo stabilito
dalla Commissione stessa. Qualora sia
necessario un periodo di tempo maggiore va
presentata una richiesta di proroga al MIC
almeno sessanta giorni prima della scadenza
del periodo originariamente stabilito. Al
ricevimento della richiesta, la Commissione
procederà al controllo delle motivazioni alla
base della richiesta e proseguirà con la
proroga che non può essere superiore alla
metà del tempo stabilito per il periodo
originario (art. 58 FIR). L’art. 59 della FIR
prevede che la proroga non può essere
concessa più di una volta a meno che non si
verifichino casi eccezionali come catastrofi
naturali, guerre, emergenze di Stato e
sommosse. Inoltre, la legge prevede che
devono passare centottanta e novanta giorni,
dal momento in cui termina il periodo di
completamento della costituzione della
società, rispettivamente per esportare e per
vendere al dettaglio i propri prodotti.
Infine, la FIR stabilisce che il MIC possa
formare al suo interno dei gruppi di indagine
formati da almeno tre persone compreso il
responsabile del gruppo, che coordina il
gruppo al fine di monitorare e sanzionare
eventuali violazioni da parte delle società
straniere. Il gruppo di indagine è composto da
esperti, provenienti maggiormente da
dipartimenti governativi, che vengono
autorizzati dal governo a esaminare
documenti appartenenti alla società su cui si
indaga. L’art. 166 prevede che la società
venga avvisata, entro ventuno giorni
dall’apertura delle indagini, dello svolgimento
di indagini sul proprio operato. Una volta
concluse le attività investigative la
Commissione convoca un incontro, dove può
parteciparvi anche l’imprenditore straniero
coinvolto, al fine di decidere se infliggere le
sanzioni previste che avranno effetto a partire
dal giorno successivo alla decisione (art. 168).
8 Il diritto del lavoro
La forza lavoro è uno dei punti di forza su
cui il Myanmar intende fondare lo sviluppo,
la modernizzazione e l’industrializzazione. Il
Paese può contare su una forza lavoro giovane
e abbondante40, ben educata che parla la
lingua inglese, anche se solo a livello base,
con un costo salariale tra i più bassi della zona
asiatica che sta contribuendo ad attirare
investitori stranieri. Il diritto del lavoro non è
disciplinato da un’unica normativa ma da
diverse leggi e regolamenti che disciplinano
diversi aspetti del rapporto di lavoro
subordinato.
La Legge sulla sicurezza sociale (Social
Security Act) del 1954, riformulata nel 2012
dall’Assemblea dell’Unione del Myanmar,
regola l’assistenza sanitaria e la sicurezza sul
posto di lavoro. L’art. 3 della Legge afferma
l’importanza di tali aspetti nel miglioramento
delle condizioni lavorative dei dipendenti,
considerati parte fondamentale dello sviluppo
della
produttività.
Tale
Legge
sta
contribuendo a migliorare il sistema sanitario
nazionale, garantendo sempre a più lavoratori
l’assistenza medica e creando un sistema
39
Myanmar Foreign Trade Bank e Myanmar
Investment and Commercial Bank; hanno sede
entrambe a Yangon.
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40
Sono stati calcolati circa 13 milioni di lavoratori
nella fascia d’età compresa fra i 15 e i 28 anni.
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25
pensionistico mediante il pagamento dei
contributi da parte dei datori di lavoro. Al fine
di migliorare la previdenza sociale è stato
istituito il Consiglio nazionale della sicurezza
sociale (Social Security Board), disciplinato
dall’art. 4 e formato da rappresentati del
Ministero del Lavoro, del Governo e delle
organizzazioni lavorative, che ha tra le
funzioni principali quella di supervisionare e
attuare le normative in materia di previdenza
sociale, sviluppare programmi, piani di
sviluppo della materia e mantenere
costantemente il coordinamento con il
Ministero della Salute per concretizzare
programmi di promozione dell’assistenza
sanitaria e della salute. Tale legge ha fornito
diversi strumenti in grado di garantire
l’assistenza sanitaria al lavoratore in caso di
malattia, lesioni accidentali e impedimenti
non prevedibili che non gli permettono di
svolgere la propria mansione41.
Per quanto concerne la disciplina dei salari,
l’Assemblea Nazionale del Myanmar ha
varato il 22 marzo 2012 la Legge sui minimi
salariali (Myanmar Minimum Wage Law)42,
con entrata in vigore il 4 luglio del medesimo
anno, che stabilisce il quadro generale per la
determinazione del salario minimo43 in una
vasta gamma di settori industriali; tale
determinazione viene effettuata da un
comitato designato dal governo. Il Capitolo
sesto della Legge prevede che ogni comitato
designato fisserà i salari minimi per ogni
settore lavorativo e tali salari dovranno essere
rispettati anche nelle zone economiche
speciali. Il Capitolo settimo prevede,
diversamente, che il datore di lavoro dovrà
informare il lavoratore delle retribuzioni
minime vigenti e, in caso di violazione di tali
41
Cfr. PWC, Myanmar Business Guide, 2012.
Per il testo completo in inglese cfr. Myanmar
Minimum
Wage
Law,
(http://www.commerce.gov.mm/sites/default/files/docu
ments/2013/07/exhibit%20eminimum%20wage%20law,%202012%20draft.pdf).
43
L’importo che verrà stabilito è il risultato di
un’indagine che tiene in considerazione molteplici
elementi tra cui le necessità del lavoratore e della sua
famiglia, il costo della vita e l’andamento
dell’economia statale.
42
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disposizioni, al datore di lavoro verranno
inflitte multe che vanno dalla mera ammenda
ai sei mesi di reclusione. Tale legge verrà
applicata sia nei confronti degli imprenditori
locali sia nei confronti degli imprenditori
stranieri che hanno tra i loro dipendenti
cittadini birmani. Attualmente, il salario
minimo di un lavoratore in una zona
industriale è di circa 56.700 kyat al mese,
diversamente, il salario minimo di un
dipendente pubblico è di 20.000 kyat al mese.
Anche per l’orario di lavoro sono previsti
dei limiti di ore che dipendono dalle mansioni
del lavoratore: per gli operai delle fabbriche,
delle miniere e degli stabilimenti petroliferi o
di produzione di gas il limite orario è fissato
in 44 ore a settimana, con un massimo di 8
ore al giorno; per gli impiegati in
organizzazioni, società di comunicazione,
negozi o uffici il limite è stabilito in 48 ore
alla settimana, con un massimo di 8 ore al
giorno.
La disciplina degli infortuni sul lavoro è
ancora
lasciata
alla
Legge
sulla
compensazione del 1923 (Compensation Act)
e prevede che in caso di infortuni sul lavoro,
il datore di lavoro dovrà corrispondere al
dipendente una compensazione qualora si
verifichino contemporaneamente le seguenti
condizioni: l’infortunio è accidentale, si
verifica in cantiere e durante l’orario
lavorativo.
Durante
la
guarigione
dall’infortunio ogni lavoratore ha diritto a
percepire due terzi dello stipendio mensile che
gli spetta e qualora resti invalido in modo
permanente ha diritto a ricevere mensilmente
il 25% dello stipendio percepito. Qualora il
lavoratore necessiti di una protesi per
risolvere l’infortunio, il datore di lavoro dovrà
coprire
tutte
le
spese
necessarie.
Diversamente, nel caso in cui il lavoratore
muoia sul posto di lavoro, la famiglia ha
diritto a un indennizzo pari a trentasei volte lo
stipendio mensile che percepiva. Il Governo
birmano sta compiendo numerosi sforzi per
migliorare la condizione dei lavoratori
garantendo numerosi diritti e vietando lo
sfruttamento minorile e delle donne in
gravidanza.
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26
Nel momento in cui il rapporto di lavoro
termina, il lavoratore ha diritto al trattamento
di fine rapporto (TFR) il cui importo varia in
base alla durata del periodo lavorativo:
qualora il periodo lavorativo sia inferiore ai
tre mesi, l’importo del TFR è pari alla
retribuzione di un mese; qualora il periodo
lavorativo sia compreso fra tre mesi e un
anno, l’importo è pari alla retribuzione di due
mensilità; qualora il periodo lavorativo sia
compreso tra uno e tre anni, l’importo è pari
alla retribuzione di tre mensilità; qualora il
periodo lavorativo è superiore a tre anni,
l’importo è pari alla retribuzione di cinque
mesi. È stabilito, altresì, che qualora il
dipendente chiuda volontariamente il rapporto
di lavoro, egli non ha diritto ad alcuna
buonuscita e non gli spetterà alcuna indennità,
qualora l’azienda dimostri che il lavoratore ha
recato danno alla reputazione della società.
Il governo si è soffermato con particolare
attenzione alla disciplina delle organizzazioni
dei lavoratori, contenuta nella Legge
sull’organizzazione del lavoro (The Labour
Organization Law)44, varata l’11 ottobre 2011
in accordo con l’art. 24 della Costituzione del
2008, il quale afferma la protezione dei diritti
dei lavoratori, la tutela dei rapporti fra datori
di lavoro e lavoratori e la disciplina delle
forme di lavoro indipendente. Il Capitolo
secondo della Legge prevede che ogni
lavoratore abbia il diritto di aderire
liberamente
come
membro
a
un’organizzazione lavorativa, in base
all’attività lavorativa da esso svolta (art. 3).
Ogni organizzazione deve avere almeno trenta
membri e qualora non si raggiunga tale
numero, è prevista la possibilità per tale
organizzazione
di
unirsi
ad
altre
organizzazioni appartenenti alla stessa
categoria lavorativa. Esistono vari livelli di
organizzazioni del lavoro: le organizzazioni
base per essere formate devono avere almeno
il consenso del 10% del totale dei lavoratori
44
Per il testo completo in inglese cfr. The Labour
Organization
Law
(11th
October,
2011),
(http://www.icnl.org/research/library/files/Myanmar/la
bout.pdf).
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totali appartenenti al medesimo settore; le
organizzazioni delle città si formano,
diversamente, con il consenso di almeno 10%
delle organizzazioni base della relativa città;
le organizzazioni regionali si formano con il
consenso di almeno il 10% delle
organizzazioni delle città facenti parte della
regione; la Federazione del lavoro si forma
con il consenso di almeno il 10% delle
organizzazioni regionali e infine la
Confederazione del lavoro birmana si forma
con il consenso di almeno il 20% delle
diverse Federazioni del lavoro. L’art. 5
riconosce a ogni organizzazione il diritto di
stare in giudizio e l’obbligo di formare al loro
interno un Comitato esecutivo. La struttura di
tale Comitato esecutivo è diversa in base al
livello di organizzazione di cui fa parte. L’art.
7 prevede che le organizzazioni base devono
essere formate da almeno cinque membri o
eventualmente da un numero dispari
superiore, mentre, le organizzazioni regionali
e la Federazione del lavoro da un numero
minimo di sette membri a un massimo di
quindici. Il Comitato esecutivo della
Confederazione del lavoro, diversamente,
deve essere formato da un numero di membri
dispari compreso fra quindici e trentacinque. I
Comitati
esecutivi
delle
diverse
organizzazioni hanno le seguenti funzioni (art.
16): i) amministrare i fondi della propria
organizzazione, redigendo annualmente una
dichiarazione sull’esercizio finanziario di quel
dato periodo; ii) rappresentare i lavoratori; iii)
svolgere attività a favore della tutela dei
lavoratori; iv) sviluppare conoscenze sui
diritti e i doveri dei lavoratori; v) promuovere
corsi di formazione al fine di sviluppare le
capacità di ogni lavoratore per sviluppare la
produttività; vi) intraprendere ogni attività
volta a beneficiare l’organizzazione e i suoi
membri come cooperative, servizi di
assistenza sociale e benefici simili. Il Capitolo
quinto della Legge indica una serie di diritti
spettanti alle organizzazione: l’art. 17 prevede
che ogni organizzazione ha il diritto di
redigere un proprio statuto ed eleggere i
propri rappresentanti; prescrive, inoltre, che
esse possano negoziare e risolvere i contratti
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27
fra datori di lavoro e lavoratori appartenenti
alla categoria dell’organizzazione. L’art. 18
stabilisce
che
l’organizzazione
possa
intervenire qualora il lavoratore è licenziato
ingiustamente45, diversamente, gli artt. 19 e
20 affermano il diritto delle organizzazioni di
inviare propri rappresentanti per risolvere le
controversie fra datori di lavoro e lavoratori o
per discutere insieme al Governo nuove leggi
o regolamenti in materia. Il Capitolo settimo
prevede, diversamente, dei doveri in capo ai
datori di lavoro nei confronti delle
organizzazioni del lavoro: gli artt. 29-31
determinano, infatti, che ogni datore di lavoro
deve riconoscere le organizzazioni a cui ogni
suo dipendente fa parte e deve collaborare con
esse nell’interesse del lavoratore.
Le indagini svolte dall’ILO negli anni ’90
avevano evidenziato una situazione molto
critica per le condizioni igienico-sanitarie e
per gli orari di lavoro, definiti disumani, a cui
erano sottoposte numerose categorie di
lavoratori che sempre più frequentemente
emigravano nei paesi limitrofi, come la
Tailandia. Nel 1999 e nel 2000, sulla base
dell’art. 33 della Costituzione dell’ILO,
l’organizzazione ha imposto al Myanmar
alcune restrizioni, rimosse solamente nel 2012
con la risoluzione adottata durante la 102ima
Conferenza dell’ILO che ha riconosciuto i
progressi raggiunti dal Paese per quanto
concerne il lavoro forzato.
miniera d’oro. Per le imprese straniere quasi
nessun settore è precluso all’investimento, in
particolar modo il turismo, le infrastrutture, le
telecomunicazioni e il settore energetico
offrono le maggiori opportunità di business.
Finora, meno del 10% dei birmani possiede
un cellulare e le potenzialità di sviluppo del
settore hanno attratto anche player come
Mastercard e Visa interessati a organizzare
trasferimenti di denaro via mobile.
Il Myanmar potrebbe più che quadruplicare
la propria economia e arrivare a un PIL da
200 miliardi di dollari entro il 2030. A ciò si
aggiunga la prossima apertura, a fine 2015,
della Borsa valori che avverrà non appena
saranno terminati i lavori sui regolamenti.
Infine,
il
supporto
della
comunità
internazionale
giocherà
un
ruolo
fondamentale nella crescita culturale,
giuridica e sociale del Paese che ha necessità
di perfezionare il proprio ordinamento
giuridico.
9 Conclusioni
Il Myanmar si sta ritagliando uno spazio
economico-politico fondamentale. In pochi
anni il governo di Thei Sein ha varato
numerose riforme in campo economico al fine
di sfruttare in modo razionale le proprie
risorse e di porle al servizio dello sviluppo
economico e sociale della popolazione.
Caratterizzato da un bassissimo costo della
mano d’opera e dalla vicinanza alle principali
economie dell’Asia, la Birmania, oggi
Myanmar, è considerata una potenziale
45
La legge intende i casi in cui i motivi di
licenziamento non sono conformi a quanto stabilito dal
legislatore.
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