le cellule staminali
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le cellule staminali
LE CELLULE STAMINALI CHE COSA SONO APPLICAZIONI TERAPEUTICHE LE NUOVE FRONTIERE DELLA RICERCA LE CELLULE STAMINALI E IL CASO VANNONI OPINIONI E DIALETTICA CHE COSA SONO Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo denominato differenziamento cellulare. Sono oggetto di studio da parte dei ricercatori per curare determinate malattie. Le cellule staminali vengono prelevate da diverse fonti come il cordone ombelicale, il sacco amniotico, il sangue, il midollo osseo, la placenta, i tessuti adiposi. Le cellule staminali sono classificate sulla base della capacità di specializzarsi nelle cellule che compongono uno o più tessuti dell'organismo. Sono chiamate totipotenti quelle in grado di dare luogo a qualsiasi tessuto dell'organismo; solo le staminali embrionali hanno questa capacità. Sono pluripotenti le cellule in grado di specializzarsi in tutti i tessuti derivati da uno dei tre strati germinali che compongono l'embrione. Per comprendere ciò è necessario sapere che, a partire dalla prima cellula fecondata, le cellule si dividono a formare tre strati, ognuno dei quali darà origine solo a un certo tipo di tessuto: l'endoderma (cioè il rivestimento degli organi interni), il mesoderma (da cui si formano i muscoli, le ossa, il sangue e il tratto urogenitale) e l'ectoderma (che dà origine all'epidermide e al tessuto nervoso). Si definiscono multipotenti le staminali che danno origine solo a un numero limitato di tessuti. È il caso delle staminali del sangue, che possono produrre globuli rossi o globuli bianchi, ma non altri tipi di cellule. Le staminali oligopotenti possono dare origine a più tessuti ma appartenenti allo stesso organo: è il caso delle staminali vascolari che formano la parete muscolare dei vasi sanguigni oppure dell'endotelio, cioè la struttura di rivestimento interno al vaso. Infine le staminali unipotenti sono le meno versatili: ricreano solo un tipo di tessuto. L'esempio classico è quello degli epatociti, le cellule del fegato, in grado di ricostruire parte dell'organo se questa viene asportata, ma non di formare altri tessuti. Se si prelevano nelle fasi precocissime dello sviluppo, le cellule staminali embrionali sono totipotenti, altrimenti sono pluripotenti. Esse si classificano secondo la provenienza, come adulte o embrionali. Le cellule staminali adulte sono cellule non specializzate reperibili tra cellule specializzate di un tessuto specifico e sono in grado di dare origine solo ad alcuni tipi di cellule. Queste sono tuttora già utilizzate in cure per oltre cento malattie e patologie. Sono dette più propriamente somatiche, perché non provengono necessariamente da adulti ma anche da bambini o cordoni ombelicali. Le cellule staminali embrionali sono ottenute a mezzo di coltura, ricavate dalle cellule interne di una blastocisti che è l’embrione nei primissimi stadi di sviluppo. La ricerca sulle cellule staminali embrionali è ancora ai primi stadi: fare ricerca con cellule umane di questo tipo è una questione controversa: l’utilizzo di cellule staminali embrionali ha sollevato un grosso dibattito di carattere etico. Difatti per poter ottenere una linea cellulare di queste cellule si rende necessaria la distruzione di una blastocisti, un embrione non ancora cresciuto sopra le 150 cellule. APPLICAZIONI TERAPEUTICHE Le cellule staminali sono usate nella ricerca medica nella cosiddetta medicina rigenerativa, che spera di riuscire a ottenere tessuti o addirittura organi interi per sostituire quelli mal funzionanti. Le cellule staminali embrionali sono usate soprattutto nella ricerca sul sistema nervoso centrale, per rigenerare strutture danneggiate da malattie degenerative come il Parkinson, o sul sistema nervoso periferico per riparare il midollo spinale in caso di lesione irreversibile. Ci sono ancora degli aspetti da risolvere prima che le terapie con le cellule staminali diventino una pratica comune, in particolare riguardo la loro sicurezza: infatti le cellule staminali potrebbero potenzialmente generare tumori, o innescare reazioni immunitarie. Ciò nonostante, è presumibile che le cellule staminali trasformino la medicina moderna, e probabilmente in un paio di decenni molti di noi conosceranno qualcuno che ha ricevuto (o avranno loro stessi ricevuto) un trapianto di cellule staminali. Le cellule staminali potrebbero essere alla base della terapia di molte delle più comuni malattie odierne, incluso il cancro, la sclerosi multipla, il Parkinson, l’infarto, i danni spinali, la malattia di Huntington e molte altre. Al momento ci sono solo pochi tipi di trapianti di cellule staminali che sono stati dimostrati sia efficaci che totalmente sicuri. Il miglior esempio è il trapianto di midollo osseo. Dai primi trapianti di midollo osseo (1957) è stato trattato un numero sempre crescente di pazienti e oggi in Europa vengono effettuati oltre 20 mila procedure di trapianto ogni anno. Per i pazienti che necessitano un trapianto, la ricerca del donatore di midollo osseo viene effettuata prioritariamente all’interno della famiglia, ma solo un quarto dei pazienti riesce a reperire un donatore compatibile all’interno del nucleo familiare (generalmente un fratello o una sorella); per tutti gli altri è necessario individuare un donatore nel registro internazionale dei donatori di midollo osseo. Più recentemente, si è individuata la possibilità di utilizzare il sangue prelevato dal cordone ombelicale come fonte di staminali emopoietiche alternativa al midollo osseo. Il primo trapianto di cellule staminali cordonali risale al 1988: da allora, ne hanno usufruito oltre 20 mila pazienti nel mondo. Per consentire questo tipo di terapia sono oggi disponibili circa 500 mila unità di sangue placentare, conservate in oltre 100 banche pubbliche. Le cellule staminali ricavate dal cordone ombelicale, cellule staminali di tipo adulto, non pongono problemi di natura bioetica. LE NUOVE FRONTIERE DELLA RICERCA La ricerca sulle cellule staminali e sul loro utilizzo è in continua evoluzione, recente è la scoperta di come ottenere cellule staminali embrionali senza distruggere l’embrione e farle crescere in maniera rapida. La tecnica, descritta sulla rivista su Nature Communications, è stata messa a punto dal gruppo di ricerca internazionale guidato dall’istituto svedese Karolinska e permette di prelevare una sola cellula da un embrione di otto cellule senza comprometterne lo sviluppo e di farla moltiplicare in modo consistente in tempi ‘ragionevoli’. “Sappiamo che un embrione può sopravvivere dopo la rimozione di una singola cellula staminale. E questo fa una grande differenza a livello etico” dice il ricercatore Karl Tryggvason. La cellula viene successivamente coltivata su un ‘letto’ composto da una proteina umana chiamata laminina Ln-521, normalmente associata con le cellule staminali pluripotenti dell’embrione. Ciò consente alla cellula staminale di duplicarsi e di moltiplicarsi senza essere contaminata. In precedenza, invece, la coltivazione di staminali avveniva con proteine animali o cellule umane, cosa che contaminava le staminali. Ora, “possiamo coltivare le staminali in un ambiente chimicamente definito e di qualità clinica. Ciò significa che è possibile produrre cellule staminali embrionali su larga scala, con la precisione richiesta per la produzione farmaceutica – assicura Tryggvason -Grazie a questa tecnologia la fornitura di staminali embrionali umane non sarà più un problema. Sarà possibile creare una banca dove le cellule staminali possono essere abbinate per tipo di tessuto, per evitare ad esempio il rigetto nei trapianti”. “Il lavoro fatto dai ricercatori svedesi supera questa difficoltà”, ha spiegato il genetista Edoardo Boncinelli, dell’università Vita e Salute di Milano. “Una volta ottenuta una singola cellula, infatti, ci vuole molto tempo, troppo, prima di averne un numero sufficiente per poterle utilizzare. Il nuovo lavoro – prosegue l’esperto – ha sviluppato una sorta di ‘letto’ che accelera la crescita delle cellule e permette alla singola cellula di moltiplicarsi in tempo ragionevole”. LE CELLULE STAMINALI E IL CASO VANNONI Vannoni nel 2009 apre il suo studio medico e nello stesso anno costituisce una fondazione ONLUS la “Stamina Foundation” che, stando al suo sito, “si pone come obiettivo principale quello di riunire ricercatori di differenti paesi altamente specializzati nell’ambito delle cellule staminali adulte”. Vannoni non è un medico: è laureato in lettere e insegna Psicologia generale presso l’Università di Udine. Non ha mai pubblicato ricerche scientifiche sul proprio “metodo” e sugli effetti sui pazienti, nella cura di particolari malattie. Dopo poco tempo per continuare le iniezioni ai suoi parenti è costretto a recarsi nelle Repubblica di San Marino per sviare ai problemi legati alla giustizia e al Ministero della Salute. Vannoni però successivamente viene accusato dal Tribunale di Torino di ''somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi e di tentata truffa poiché egli per ogni iniezione chiedeva dai 27.000 ai 30.000 euro. Molte sono le persone che hanno denunciato Vannoni come ad esempio Carmine Vona che dopo aver effettuato la seconda iniezione di cellule staminali perse conoscenza. In questo caso Vannoni affermò che ciò che era accaduto era legato strettamente alla malattia del paziente e non era dovuta alle staminali; successivamente chiese a Carmine Vona di firmare un documento con il quale Vannoni stesso sarebbe stato esonerato da qualsiasi cosa. Il caso eclatante è avvenuto quando il Ministero della Salute scopre che Davide Vannoni insieme al dott. Andolina operavano all'interno dell'ospedale pubblico di Trieste, le operazioni furono sospese, al dott. Andolina viene rievocato l'incarico medico però con il consenso del giudice alcuni pazienti tra cui bambini continuarono le iniezioni nell'ospedale di Brescia riconoscendo il metodo stamina come un metodo compassionevole. Un'altra vicenda eclatante è il caso aperto dal Ministero della Salute dove all'interno di un fascicolo affermava che non era possibile in alcun modo possibile stabilire la natura delle cellule staminali e che esse contenevano da 3 a 5 volte in più cellule dell'immunità, valori che il nostro organismo non può tollerare. Elena Gattaneo biologa ultra premiata definisce il caso Vannoni come l' ''anti-scienza '' e penalizza in modo assoluto il così detto ''brevetto'' che non poggia in alcun modo su basi solide. Inoltre la biologa afferma che l nessun esperimento scientifico afferma che le cellule mesenchimali e cioè adulte si possano trasformare in neuroni. Paolo Bianco anche biologo considera le cellule staminali utilizzate da Vannoni come ''olio di serpente'' rifacendosi a degli avvenimenti accaduti più di due secoli fa dove un mercante spacciava come olio di serpente alcuni intrugli che non contenevano alcune sostanze appartenenti al serpente. Anche Piero Angela il giornalista scientifico, fondatore del Cicap, organizzazione che promuove un’indagine scientifica e critica sul paranormale e le pseudoscienze, si esprime sul caso Vannoni: «Quali sono i tratti principali di questi personaggi? Non appartengono alla comunità scientifica, ma ne sono ai margini o, a volte, fuori del tutto; dicono di avere una cura miracolosa ma non presentano mai le loro ricerche secondo le regole della scienza; invece di rivolgersi a riviste specializzate si rivolgono a stampa e tv; accusano la comunità scientifica e i baroni di avere paura della loro scoperta e di ostacolarla per i loro interessi personali; mobilitano i parenti dei malati; non rivelano in cosa consiste la cura miracolosa; minacciano di andare all’estero perché il loro Paese non li sostiene; infine, trovano nella stampa e nella televisione persone che li aiutano, di solito giornalisti che non hanno competenze in campo scientifico». OPINIONI E DIALETTICA Per quanto riguarda il dibattito sull’utilizzo delle cellule staminali;le parti in causa sono i ricercatori (favorevoli) e le autorità religiose (contrarie). I favorevoli in Italia sono gli scienziati che si dividono in due parti: i primi affermano che la sperimentazione sulle cellule staminali adulte potrebbe dare risultati simili a quelle embrionali mentre altri scienziati ritengono che per essere sicuri bisognerebbe fare ancora dei test sulle embrionali. Obama in America ha attualmente sbloccato i fondi federali per le organizzazioni non governative che si occupano di aborto e staminali, precedentemente bloccati da Bush. Gli scienziati italiani, dopo l’intervento di Obama, hanno intensificato le richieste al governo per i fondi alla ricerca sulle cellule staminali per non rimanere indietro rispetto gli altri paesi su questo argomento. In Italia, a causa della legge n. 40 del 2004, non è permesso distruggere embrioni a fini di ricerca ma la legge non norma le importazioni dall’estero. Infatti, in Italia, vi sono una decina di gruppi di ricerca impegnati nello studio di queste cellule che ricevono le embrionali tramite collaborazioni estere, come quello dell’università di Milano. In Gran Bretagna, invece è perfettamente legale ma gli embrioni che vengono utilizzati non possono superare i quattordici giorni di età, cioè quando sono ancora un insieme di cellule non più grandi di 0,2cm. I problemi etici sono nati dalla affermazione della Chiesa “è un soggetto umano con una ben definita identità” e come tale “ha diritto alla sua propria vita” riferito all’embrione che viene distrutto a causa dell’asportazione della massa cellulare interna alla blastocisti. Come affermato da Mons. Elio Sgreccia, bisogna dire di no alle staminali embrionali e si alle staminali adulte perché, si va dimostrando che le cellule embrionali possono provocare dei teratomi (tumori embrionali). Questo succede perché la cellula embrionale è in grado di trasformarsi in altri tessuti essendo più instabile, quindi il Mons. spera che i soldi di queste ricerche vadano per altri scopi come le ricerche sulle cellule embrionali adulte. Nelle fila dei contrari, si trovano anche alcuni biologi, come Oreste Arrigoni, che affermano come si è visto in varie ricerche, il danno che possono provocare le cellule staminali embrionali sugli organi del nostro organismo. Vi sono inoltre anche altri Stati che, come l’Italia e la Germania, hanno vietato all’interno del loro territorio la creazione delle cellule staminali embrionali. In Italia lo studio delle cellule staminali è finanziato dal Governo che fornisce i finanziamenti solo ai ricercatori che rispettano le leggi imposte dal Governo. Per finanziare questo studio, è stato firmato un documento che impegna il Governo a stanziare i fondi per le ricerche che non implicano la distruzione di embrioni, valorizzando la ricerca sulle cellule staminali adulte, comprese le cordonali. In Italia, quindi, non è possibile prelevare le cellule staminali embrionali, poiché comporterebbe la distruzione del feto. Però, sempre in Italia, è possibile per i centri di ricerca comprare gli embrioni all’estero e utilizzarli qui in Italia, perché la legge non vieta di comprarli dall’estero. Negli altri paesi, la legislazione è diversa, come per la Germania dove l’estrazione di cellule staminali da embrione umano è vietata, a differenza della Gran Bretagna dove è perfettamente legale, ma le leggi sono molto rigide perché non è possibile utilizzare embrioni fecondati dopo le due settimane. Anche per le cellule staminali del cordone ombelicale, la legge italiana, pone dei divieti. La legge, infatti, vieta la creazione di banche private per la conservazione, ad uso privato, delle staminali del cordone su tutto il territorio italiano. Sono invece ammesse le banche pubbliche, dove si può donare il cordone del proprio figlio, per usi futuri in ambito delle malattie del sangue, per persone affette da queste malattie. A causa di queste leggi, in Italia, i ricercatori temono che negli altri paesi, dove la ricerca può procedere senza troppi problemi, lo sviluppo nel campo delle cellule staminali sia tale, da lasciare i ricercatori italiani indietro con i tempi rispetto a quelli dei paesi esteri. Effettivamente, in Italia, non sono mai stati elargiti molti fondi dal Governo sia per le cellule staminali sia per le altre ricerche. È anche vero che molte persone, sull’utilizzo di queste cellule, sono ancora molto scettiche, a causa di alcuni risultati della ricerca che ha scoperto alcune cellule staminali adulte in grado di modificarsi e creare dei tumori. Per i ricercatori, aver scoperto tutto questo è già un passo avanti nel loro utilizzo sugli esseri umani, perché all’estero sono state utilizzate le cellule staminali su molte malattie come il Parkinson dove sono stati ottenuti degli ottimi risultati. Per ottenere queste cellule staminali sono stati fatti molti esperimenti che hanno permesso agli scienziati di ottenerle da feti abortiti, fecondazione in vitro, e tessuti di vario genere come il sangue.