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COVER STORY
Ricercatrice
di fama
mondiale.
Senatrice
ai ita. Mogiii
e madre.
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Brava*
«La politica,
come il
laboratorio.
Iia bisogno di
idee libere
echiare»
di Elisabetta Muritti
Foto di Max Cardelli
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La neosenatric
vita Elena Cattaneo,
fotografata nel
Dipartimento!
di Bioscienze
dell'Università
degli Studi di
Milano. Styling
Rachele Bagnato.
COVER STORY
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Le mani della
Professoressa
Cattaneo,
coi guanti blu
"operati
laboratorio.
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Cattolica
non praticante.
difende
il diritto della
ricerca
a liti lizzare le
cellule staminaIi
embrionali
un lunedi mattina di gennaio che più milanese non
si può, nebbia a mezz'asta, umidità, lo sferragliare dei treni alla stazione
di Lambratc, portineria
anonima, ascensore che
funziona solo con la chiave. Che è estratta da una
capace borsa alla Mary
Poppins da Elena Cattaneo, docente ordinaria di
applicazioni biotecnologiche in farmacia, studiosa di
autorevolezza mondiale delle cellule staminali cerebrali,
cofondatrice e direttore del centro di ricerca sulle cellule
staminali dell'Università di Milano, nonché "giovanissima" senatrice a vita, 5 tenne, recentemente nominata
da Giorgio Napolitano. Spinge nel pianerottolo il suo
trolley (in serata partirà per Roma) e sorride, perché il
suo Dipartimento di Bioscienze, diventato così come lo
vediamo solo dal 2008 - prima era uno spazio di 30 mq
dove i ricercatori si davano i turni, domeniche comprese,
per non intralciare uno gli esperimenti dell'altro - per lei
è il posto più bello del mondo. E difatti è un luogo sereno, che odora di scuola pulita, con una ventina di giovani scienziati (soprattutto donne) chini sui loro banconi,
tanti taccuini, i camici bianchi, i guanti gommati blu, ma
anche i jeans e i caffé della macchinetta.
Sì, sereno, nonostante gli echi di guerra che circondano
la senatrice, anzi, la Prof, come la chiamano qui, alle prese col Hack monday del Metodo Stamina, con la protesta
dei movimenti oltranzisti contrari alla sperimentazione
preclinica animale, col suo nuovo dovere di comunicare
correttamente e umanamente una scienza sempre più
ardua e al tempo stesso ideologica e travisata.
«Una sera alcuni ricercatori mi hanno detto che c'erano giù in strada un paio di animalisti ad aspettarmi,
abbiamo chiamato la polizia, ma io non ho paura, l'ho
detto, sono qui pronta a dimostrare che cosa debbano
allo studio sugli animali le nostre ricerche sulla Còrèa
di Huntington, una tremenda malattia genetica neurodegenerativa, sono qui a provare che non testiamo sugli
animali se non è necessario... », dice accalorandosi. «È
una sfida che accetto».
Del resto, la Prof di paura non ne ha inai. Semplicemente perché, da fervente innamorata della
logica, e del dubbio sistematico, non vede motivo di
averne se si dicono le cose come stanno. Non ha avuto
paura, lei giovane laureata in farmacia appena sposata, a
partire da sola per specializzarsi a Boston, al Mit. Né di
incrociare nel giro di pochi mesi la tesi per il dottorato in
biotecnologie applicate alla farmacologia con la nascita
della primogenita. E non ha mai tentennato nel rivendi-
D 19
Nasce a Milano. Dopo
la maturità scientifica si laurea
in farmacia. Pratica sport
agonistico nella squadra
di pallavolo Jolly. Per due anni
è ricercatrice presso
il Dipartimento di farmacologia
irola e poi lavora
all'Mit di Boston
cKay, pioniere dello
studio delle cellule staminali
del cervello. All'Università di
Lund, in Svezia, si specializza
in trapianto intercerebrale
di cellule staminali. Conosce
Nancy Wexler, neuroioga
la cui madre è morta di Corea
Torna a Milano. Consegue
il dottorato in biotecnologie
applicate alla farmacologia.
Lavora in un laboratorio
dove si studiano le basi
biologiche dell'Alzheimer.
Ottiene finanziamenti
per studiare l'Huntington.
Iiventa professore ordinario
presso il Dipartimento
di scienze farmacologiche
dell'Università Statale di Milano.
Entra nel programma
EuroStemCell. Nel 2005 il suo
laboratorio inizia a usare
le cellule staminali embrionali,
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non deve fin
mentire in colpa
se sei a casa '
alle dieci di
sera»
care, lei cattolica non praticante, il diritto della ricerca a
utilizzare le cellule staminali embrionali, perché sono li,
bellissime, vergini, col loro futuro ancora tutto da plasmare e da seguire.
«Bisogna allenare il pensiero critico, i fatti e le fonti ti
danno la possibilità di sviluppare quei circuiti mentali
che fanno si che tu non resti condizionato». C'è un che
di innocente e di temerario nella sua implacabile intelligenza, nella sua umiltà caricata a molla dall'energia: «Ci
dobbiamo muovere secondo una costruzione logica del
ragionamento. In modo da poter aiutare la politica, che
oggi è totalmente piegata su se stessa, vittima dei suoi
vizi. Credo che ci sia ancora spazio per una politica alta,
e per dei "decisori" mossi dalla logica, capaci di guardare alle competenze del Paese e poi di incorporarle nelle
loro decisioni. Penso che politici e intellettuali, insieme,
possano cambiare la nostra storia».Ti fìssa coi suoi occhi
limpidi, schermati dagli occhiali con la montatura colorata, di cui fa collezione (i preferiti sono quelli azzurri).
Ti depista con la sua gentilezza curiosa degli altri, senza
orpelli e ipocrisie: «Sono una donna normale, che fa una
vita normale, ha una famiglia normale e viene da una
famiglia normale». Dai suoi genitori, un operaio specializzato della Fiat e una ragioniera, dice di aver ereditato
la necessità dell'impegno: «E mondo è prima di tutto degli altri. E noi italiani, che del mondo abbiamo avuto la
parte più bella, dobbiamo riappropriarci del senso della
realtà che abbiamo perso. Oggi sembra che i fatti, qui da
noi, non esistano più. E pensare che la cultura e la scienza l'abbiamo inventata noi... Ma io non mollo, questo
Paese è bellissimo, bellissimo da straziare il cuore».
lena Cattaneo è sposata con
Enzo, con cui ha messo su
casa a Brugherio, lui è un insegnante in una scuola media
(«Sì, i buoni mariti esistono
ancora, per fortuna»), e ha
due figli, Francesca sta studiando medicina («Mi aiuta
tanto, cerca di affrontare lei
in anticipo i miei problemi»),
Marco è ancora al liceo, chissà?, magari sceglierà una facoltà umanistica. Umanistica? Ma come, una scelta oggi così deprezzata, sconsigliata, perdente? Sgrana gli occhi, ha un'espressione quasi
avvilita. «Io non ho mai pensato a separare la scienza dal
pensiero umanistico. E so benissimo che le strategie della scienza arrivano dallafilosofia,dalla storia della scienza. Ogni tanto viene qui in laboratorio una giovane sociologa della scienza che stimo molto, da lei ho imparato
come costruiamo una ricerca, perché lavoriamo così,
perché c'è un metodo che si consolida. Nel laboratorio
che sto creandomi a Roma, in Senato, ci sarà anche un
E
entrando così nel cuore di un
dibattito etico, religioso e legale.
Si schiera per il sì al referendum
su procreazione assistita
e libertà di ricerca. Nel 2006
cofonda e poi dirige UniStem,
Centro interdipartimentale
di ricerche sulle cellule
staminali dell'Università di
Milano. Nel 2008 coordina
NEuroStemCell, progetto
di ricerca internazionale.
E nominata senatrice a vita
da Giorgio Napolitano. Dichiara
la non scientificità del Metodo
Stamina, da lei definito una truffa
ai danni del Sistema sanitario
nazionale, e la necessità
della sperimentazione animale
nella ricerca medica. Quest'anno
è più volte intervenuta
su entrambi i fronti polemici.
D21
COVER STORY
«Il bravo
scienziato
dimentica
il suo ego.
Ascolta
le idee della
In agosto, Napolitano nomina Elena Cattaneo senatore a vita, con
Renzo Piano, Carlo Rubbia, e lo scomparso Claudio Abbado.
fondatore del Dipartimento di farmacologia dell'Università di Milano, quando le affidava un laboratorio le diceva di
farlo rendere. Può la buona scienza generare un buon bubravissimo dottorando in scienze umanisriche».
Guai a dire alla Prof che è una donna fortunata. A siness? Si ritrae quasi addolorata: «I finanziamenti devono
lei la parola fortuna non piace, pensa di essersi solo andare di pari passo con obiettivi e risultati. Essere redditizi
data molto da fare, di aver colto al volo le occasioni che significa costruire una squadra forte. Che collegialmente
dovevano essere colte al volo e di aver cercato di non de- verifichi delle idee, non è importante sapere chi le abbia
ludere le aspettative via via riposte in lei. Già, ma il tempo avute per primo. Il vero professionista lavora con l'ego sotto
per la femminilità? E la fatica che incontrano a farsi largo le scarpe, dà quasi più peso agli altri che a sé, cerca le sodnell'eccellenza scientìfica le giovani donne, spesso brillanti disfazioni della squadra. Quanto a me, non mi interessa far
negli studi, ma poi azzoppate sulla strada di una profes- qualcosa solo a mio vantaggio, se lo facessi mi sentirei una
sione dura, poco retribuita, che richiede troppe rinunce fallita. Pensiamo a questo laboratorio, a ciò che la scienza
alla vita privata? In America, dopo quella del "soffitto di ha il dovere di comunicare oggi: viviamo momenti difficili
cristallo", hanno infatti coniato la discriminazione della ma non irrimediabili, dobbiamo cogliere tutte le occasioni
leaky pipeline, la "provetta sbeccata". Sorride, se lo aspetta- di fiducia e farle fruttare, abbiamo il dovere di non darci
va. Chiede conferma che per le foto va bene vestita com'è, per vinti. Non c'è alcun bottone da schiacciare, ci sono solo
riconoscibile e in sostanza come al solito, giacca scura, pan- questi venti giovani che lavorano con me, non hanno alcun
taloni, camicia bianca fresca di bucato. E una silhouette orizzonte davanti a loro ma sono qui. Un laboratorio prominuta sempre in movimento. «Non ho mai rinunciato al ficuo è una questione di talenti: ti danno il 50%?, bene, tu
mio essere una donna, certo, sono quei pochi attimi, de- devi restituire il triplo. Fai muovere le idee, in modo che le
dicati a sentirmi ordinata, coerente, naturale. Non amo le persone sfruttino ogni opportunità. Con la sola forza delle
esasperazioni, ovvio, ma mi piacciono molto le collane, le loro idee, appunto».
6 ore consecutive di shopping una volta all'anno...Tutti i
on sarà facile trovare la squalunedi e tutti i giovedì, dalle 7 alle 8.20 del mattino, vado in
dra del cuore... La Prof sorpiscina, faccio 120 vasche».
ride, ha un metodo, inossiE poi contìnua, con quel buonsenso che è spesso rivoluzionario: «Ogni donna deve inventarsi la sua strategia, creare
le sue complicità, anche se oggi, direi, ciò vale anche per i
maschi: io mi sono portata i figli ai congressi, con noi c'era
spesso mia suocera, hanno studiato qui con me in laboratorio la domenica pomeriggio, mi sono fatta aiutare dai
miei genitori, Enzo, quando poteva, veniva lui a trovarmi
in America. La prima grande complicità deve nascere in
famiglia, indipendentemente che tu sia una scienziata o
no, un marito non deve farti sentire in colpa se sei tornata
a casa alle 10 di sera, deve semmai cooperare a una vita
di coppia che esca fuori dalle solite cornici, e rompiamole
'ste cornici!, deve sviluppare una sua consapevolezza. Una
donna che sta impegnandosi a dare 0 meglio impari a vivere la famiglia che ha voluto in modo naturale, a farla entrare
nel lavoro e viceversa. Lo so, è difficile, è unpanorama tutto
da costruire, si può fallire, e spesso ciò significa torturarsi in
due invece che da sola».
Le ricordiamo che Rodolfo Paoletri, suo preside di facoltà,
tutor della sua laurea col massimo dei voti e la lode, nonché
dabile perché semplice: «Io
per prima do la mia fiducia,
a scatola chiusa. Mi fido per
natura, ritengo che il mio sia
un procedimento produttivo, se ti fidi guadagni tempo.
Se vengo tradita non offro
una seconda possibilità. Non
cerco vendetta, sono io ad andarmene. Poi magari mi giro
un attimo e non vedo più nessuno, spariti tutti quelli che
hanno malamente beneficiato della mia vicinanza. Pazienza. Però non dimentico, ricordo perfettamente i tre casi in
cui mi sono sentita pugnalata alle spalle... Solo che non rimugino, e contìnuo a trovare attraente il senso di fiducia: il
ricordo mi serve per essere più risoluta». Altrettanto rigorosi
saranno i criteri che governano i suoi momenti di relax, no?
«Relax? Quando sono in Senato mi rilasso pensando al laboratorio, quando sono in laboratorio mi rilasso pensando
al Senato. Non sono ancora uscita da una porta e già non
vedo l'ora di riaprirla per entrare».