RELAZIONE DI PROGETTO - Parrocchia e Commissione Restauri di

Transcript

RELAZIONE DI PROGETTO - Parrocchia e Commissione Restauri di
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
RELAZIONE DI PROGETTO
Progetto di massima
puntuali nell’area presbiteriale potrà dare informazioni preziose a tale proposito. Non si può escludere che
già nel 1938 la quota del pavimento fosse quella attuale ma le modalità di esecuzione fanno pensare che si
1. Cenni storici e prime osservazioni
tratti di una semplice ricarica eseguita tra l’altro in modo abbastanza grossolano. I motivi di questo
innalzamento non sono tuttavia ancora chiari. Inoltre non è ancora sicura una precisa datazione del paliotto
La Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino fa parte di un complesso monumentale che comprende il
sagrato con il suo portale d’ingresso, l’ossario, la croce cimiteriale e il campanile, in un insieme di notevole
contenuto architettonico ed artistico. La configurazione attuale del complesso risale alla seconda metà del
700. L’architettura della Chiesa è di notevole pregio. Di estrema qualità architettonica e singolarità è la
loggia d’ingresso laterale che si affaccia sul sagrato, impostata su colonne binate sulle quali poggiano due
archi a tutto sesto corrispondenti alle due entrate laterali della Chiesa (1733). La Chiesa, di buone
proporzioni, ha una pianta estremamente particolare. La navata, alta e stretta, è strutturata in tre campate
compartite da lesene aggettanti e converge rastremandosi verso il presbiterio. Questo accorgimento
architettonico conferisce notevole importanza alle due cappelle laterali che sembrano voler cercare una
maggiore unità con il presbiterio o comunque garantire una marcata continuità spaziale tra le parti.
La preziosa ed esaustiva ricerca storica effettuata dalla Dottoressa Anastasia Gilardi dimostra come la
struttura, la decorazione a stucco e gran parte dei dipinti e degli armadi tuttora conservati dovrebbero
risalire ad un periodo compreso tra il 1700 ed il 1770, ad eccezione del nuovo coro che risulta essere di
qualche anno precedente (1690-1701). La decorazione pittorica inizia nel 1807 e prosegue, con successivi
interventi, per tutto l’ottocento investendo la quasi totalità della Chiesa. Nel 1919 si rinnova o si completa la
decorazione pittorica della Chiesa (finora il tutto segue un principio di unitarietà e continuità). E’ a partire
dal 1938 che si susseguono una serie di interventi che pongono alcuni interrogativi e sono per certi versi
poco qualificanti. Di quella data è infatti la posa del nuovo pavimento del presbiterio. Questo intervento ha
comportato, a mio avviso, l’innalzamento totale del pavimento di circa 18-20 cm creando alcuni problemi
non adeguatamente risolti. Da un lato il nuovo livello va a schiacciarsi contro la balaustra del presbiterio;
dall’altra parte l’apparato dell’altare maggiore è stato rimaneggiato: il cambiamento di questa quota ha
sicuramente comportato un riordino dei gradini ed un aggiustamento nella mensa. Una serie di sondaggi
marmoreo di stampo ottocentesco che sostituisce altre strutture precedenti (tra queste sicuramente quella in
tela dipinta appesa in sacrestia di misure compatibili). Che la nuova sacrestia, all’interno di questa logica, si
trovasse ad una quota superiore di un gradino rispetto al presbiterio, potrebbe essere una deduzione
plausibile, vista la configurazione rocciosa del sedime a nord della chiesa. Sempre del 1938 è la sostituzione
del pavimento del battistero, le cui piastrelle sono simili a quelle utilizzate nel presbiterio.
Nel 1950 viene invece posato il già allora discusso pavimento nella navata realizzato con piastrelle
cementizie di dimensioni leggermente più grandi rispetto a quelle del presbiterio e contraddistinte da una
superficie dipinta “marmorizzata” (con motivi giallo, ocra, rosso) che sembra un richiamo alle cromie di un
marmo. La quota di posa di questo pavimento dovrebbe corrispondere alla precedente (al massimo variabile
di 3-4 cm). Una quota primitiva di molto diversa metterebbe in discussione rapporti di altezza con le altre
parti (cappelle laterali, presbiterio, battistero e non da ultimo le due soglie d’ingresso).
Il pavimento della sacrestia rivestito con piccole piastrelle rosse tipo klinker è del 1962. Nulla si sa del
pavimento originario. Ancora nel 1962 le notizie storiche riportano la chiusura dell’armadio centrale in
controfacciata, ricavato presumibilmente nella strombatura della vecchia porta d’ingresso.
Di tre anni più tardi, nel 1965, è la realizzazione della predella lignea e dei banchi con la collocazione di
corpi riscaldanti. Sempre nel 1965 vengono rifatti tutti i tetti della Chiesa, sostituendo i coppi precedenti
con nuove tegole brune. Questa nuova copertura, necessaria per l’eliminazione delle precedenti infiltrazioni
d’ acqua, non ha sicuramente le qualità plastiche e le caratteristiche variazioni cromatiche del precedente
tetto in coppi. La complessa e ricca stereometria della chiesa risulta indebolita dalla rigidità e dalla
precisione imposti dal nuovo manto di copertura.
Il tetto dell’ossario e quello del portale d’ingresso, di minore complessità esecutiva e di dimensioni assai
ridotte rispetto al resto del complesso, sono stati rifatti in coppi in modo tradizionale.
2
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
Progetto di massima
Risale al 1971 l’ultima opera di rilievo all’interno del presbiterio. Si tratta della posa di un nuovo altare
La configurazione formale esterna del sagrato, come noi oggi la vediamo, si concretizza con la realizzazione
liturgico realizzato con un basamento in marmo d’arzo ed il piano della mensa in marmo di Carrara. Questo
del portico avvenuta nel 1733. Questo luogo rimane architettonicamente immutato per quasi 260 anni, fino
oggetto, le cui cromie sono probabilmente riprese dal paliotto dell’altare maggiore, è decisamente
alla ristrutturazione della casa parrocchiale del 1992-93 che ne ha parzialmente intaccato l’equilibrio per i
sproporzionato all’interno di un presbiterio di per se già spazialmente esiguo e ne sconvolge gli equilibri
motivi che più avanti avremo modo di riprendere.
esistenti. E’ indubbio che tutta la problematica relativa al rialzo del presbiterio avvenuta nella prima metà
Per quanto riguarda la chiesa si assiste a partire dalla costruzione del nuovo coro (avvenuta tra il 1690 e il
del 900, penalizza ulteriormente il nuovo altare nei rapporti di equilibrio con l’altare retrostante e sopratutto
1701) e durante quasi tutto l’arco del 700, ad un processo continuo che porta alla struttura spaziale attuale.
con le balaustre antistanti. Contemporaneamente all’altare è stato eseguito anche un nuovo ambone che
Ma già nei primi dell’800 (1807), si inizia l’apparato pittorico che continua grossomodo durante tutto il
anche se di dimensioni modeste e indipendentemente da considerazioni di carattere estetico, soffre per la
secolo per giungere poi agli inizi del 900 ( 1919) a rinnovamenti e completamenti della decorazione
problematica irrisolta del presbiterio.
pittorica. Si tratta dunque, per quanto riguarda la chiesa, di un processo quasi continuo che porta ad un
Gli ultimi interventi di una certa rilevanza riguardano l’esterno. Agli inizi degli anni 90,
risultato abbastanza unitario.
contemporaneamente ad una infelice ristrutturazione della casa parrocchiale, anche il sagrato d’ingresso ha
Quale indirizzo generale di restauro per l’esterno, ci sembra plausibile attuare quelle misure che portino, nel
subito alcune modifiche. In particolare si tratta della costruzione di un muretto in calcestruzzo e al posa di
limite del possibile, ad avvalorare l’impianto settecentesco mettendo in pieno risalto la struttura del portico
una siepe allo scopo di dare un giardinetto privato alla casa parrocchiale. Questo intervento, pur con tutte le
della chiesa attraverso un ripensamento del terrazzo-giardino costruito negli anni 90 davanti alla casa
legittimazioni funzionali possibili, ha decisamente compromesso
parrocchiale. Una riflessione dovrà essere fatta anche sul tipo di pavimentazione adottata in quel periodo
la qualità spaziale del sagrato
preesistente.
per il sagrato.
Probabilmente dello stesso periodo, se non di qualche anno precedente, è la costruzione di 25 loculi cinerari
Inoltre, all’esterno, per consolidare la configurazione stereometrica raggiunta alla fine del 700, si dovrebbe
all’interno del cimitero a ridosso della cappella di San Matteo. Piccolo ma infelice manufatto edilizio che
intervenire nel ripristino degli intonaci deteriorati o mancanti e ripensare parallelamente il manto di
comporta tra l’altro problemi di umidità all’interno della cappella.
copertura dei tetti. L’età delle tegole attuali è di quasi 50 anni. In funzione di una loro sostituzione, la scelta
Ultimo intervento avvenuto nel 2002 è stato quello della riparazione del tetto e del cupolino del campanile.
di una tegola rossa più strutturata dovrebbe contribuire ad avvicinare maggiormente la chiesa al suo nucleo
di appartenenza.
Per quanto riguarda l’interno della chiesa, ci sembra opportuno proporre il mantenimento ed il
2. Concetto generale di restauro
consolidamento dell’apparato pittorico cosi come si è configurato progressivamente a partire dagli inizi
Il complesso monumentale di St.Andrea a Sigirino, come oggi appare nella sua struttura, risale al XVII
dell’800 fino agli inizi del 900; apparato che conferisce all’insieme un deciso carattere di unitarietà.
secolo (casa parrocchiale, ossario, cimitero) mentre l’ampliamento della chiesa ed il campanile risalgono al
Un discorso a parte va invece fatto per gli interventi avvenuti a partire dal 1938. Mi riferisco in particolare
XVIII secolo.
alla pavimentazione del presbiterio (di quell’anno) ed alla pavimentazione in navata e nelle cappelle laterali
avvenuta nel 1950. Il primo intervento, di natura grossolana, ha introdotto uno squilibrio generale in tutta
3
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
Progetto di massima
l’area presbiteriale, ulteriormente rafforzato dalla posa più recente della nuova mensa liturgica. Per il
occasione sarebbe auspicabile scegliere un tipo di tegola più strutturata rispetto all’attuale (ludovici bruna)
secondo intervento ci sembra invece di poter mettere in discussione la qualità del tipo di pavimento scelto.
ed eventualmente di colorazione rossiccia. L’ipotesi di un ritorno ad un tetto in coppi mi sembra
Queste problematiche generali verranno comunque approfondite di volta in volta nei capitoli successivi sia
improponibile per motivi di sicurezza ma anche per la qualità odierna di tali prodotti, ben lontana dalla
nelle riflessioni di natura architettonica sia nelle proposte di restauro effettuate dallo studio ATR.
struttura dei coppi tradizionali. Per quanto riguarda i problemi relativi all’umidità ascensionale è abbastanza
improponibile, per i motivi sopra citati (roccia e tombe), la soluzione di un drenaggio totale. Bisognerà
quindi di volta in volta valutare soluzioni parziali (facciata nord ed ovest) come l’allontanamento della terra
3. Opere prioritarie
dai muri e la posa di materiale drenante. E’ proponibile invece la ricerca di una nuova soluzione per i 25
loculi attualmente addossati alla facciata est della cappella di San Matteo, creando un nuovo corpo di loculi
Come evidenziato dalla ricerca svolta dall’Atelier di Restauro Meregalli per quanto riguarda la chiesa, il
degrado di parti interne è essenzialmente dovuto a due fattori: problemi di infiltrazioni d’acqua precedenti
alla sostituzione del tetto (1965) e problemi dovuti all’umidità ascendente sui muri. In taluni casi, a questi
fattori si aggiunge una possibile infiltrazione di umidità direttamente dai muri esterni, la dove c’è stata una
caduta d’intonaco o semplicemente dove l’intonaco non è mai stato fatto (alcune parti a nord).
Se da un lato la copertura nuova ha fermato le infiltrazioni dall’alto (negli ultimi 40 anni) la problematica
relativa all’umidità ascensionale è ancora irrisolta e per certi versi di non facile soluzione visto che gran
parte della chiesa (parete nord) poggia direttamente sulla roccia, mentre a sud vi è la presenza di tombe.
In un caso particolare, nella cappella di San Matteo, si assiste ad un fenomeno di umidità che porta degrado
alla parete interna di sinistra nella parte più bassa. E’ molto probabile che questo fenomeno sia dovuto
all’infelice accostamento del nuovo corpo dei loculi realizzato negli anni 70. D’altro canto vi sono anche
problemi di umidità ascensionale in corrispondenza del portico di non facile soluzione.
staccato dalla chiesa.
Tutta da valutare invece, con il prosequio del progetto, una soluzione che interressi l’ossario almeno per i
due lati interni rivolti verso il sagrato. Sarebbe opportuno ridurre l’acqua di superficie del sagrato e
prevedere nel limite del possibile un drenaggio perimetrale.
Per quanto riguarda l’interno della chiesa sarà da valutare con alcuni sondaggi, la stratigrafia del pavimento
posato in navata negli anni 50. Comunque, nell’ipotesi di una sostituzione del pavimento legata ad una
eventuale ricerca archeologica, è possibile proporre un dettaglio esecutivo che metta in opera una maggiore
capacità drenante a favore di eventuale umidità di superficie ma anche per umidità di risalita relativa alle
pareti perimetrali.
In ogni caso, con questi metodi, si risolveranno solo in parte i problemi relativi all’umidità ascensionale, per
cui bisognerà convivere con la presenza parziale di questo fenomeno e prevedere regolari interventi di
rinnovo sulle superfici dei muri interessati.
Il corpo dell’ossario soffre degli stessi problemi: la copertura in coppi, anche se sembra in buono stato
necessiterà di un controllo adeguato e di una regolare manutenzione, mentre il problema dell’umidità
Gli intonaci esterni
ascensionale è visibile sui quattro lati dell’edificio.
Per quanto riguarda la copertura della chiesa, che ha ormai 48 anni, anche se in questo periodo non si sono
verificati grossi problemi, ci troviamo ora in un tempo limite e sarebbe quindi opportuno mettere in opera la
creazione di un sottotetto, la sostituzione delle tegole e la posa di nuovi canali di gronda e pluviali. In questa
Nel capitolo riguardante le opere prioritarie mi sembra opportuno includere il tema relativo agli intonaci
esterni che possono essere suddivisi in due tipi. La prima categoria che definirei intonaci normali, riguarda
la quasi totalità esterna della chiesa, la navata, il presbiterio, il coro, le cappelle laterali, la sagrestia, la
4
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
cappella battesimale che possono essere affrontati e riparati da operai qualificati di una impresa edile sotto
Progetto di massima
4. Le proposte di intervento in dettaglio
la guida e la sorveglianza della direzione lavori e con la supervisione dell’ufficio beni culturali ed
eventualmente di specialisti del settore.
Una seconda categoria di intonaci di grado più difficoltoso dovrà essere affrontata da imprese restauratrici
specializzate. Si tratterebbe nel nostro caso del portale d’ingresso al sagrato, dell’ossario, del portico
settecentesco e di altri piccoli settori che godono della presenza di affreschi, di resti di affreschi e di
decorazioni.
Per quanto riguarda la prima categoria di intonaci, l’intenzione è quella di affrontare solo le riparazioni ed i
rifacimenti strettamente necessari. Le parti più deteriorate, come spesso succede in questi casi, sono quelle
nelle superfici di contatto con il terreno e in taluni casi parti di cornici di sottogronda che hanno sofferto in
passato per la presenza di perdite d’acqua nei canali. Gli intonaci più vistosamente deteriorati sono nel
nostro caso quelli sul fronte verso est e sul fronte nord. L’esterno della vecchia sacrestia è quasi totalmente
privo di intonaco che è presente solo in misura limitata nella parte inferiore. Tutte le parti più alte
riguardanti l’intero perimetro della chiesa, sembrano godere di salute migliore. In ogni caso, al momento
attuale, è abbastanza difficile un’analisi più approfondita. Solo la presenza di un ponteggio perimetrale (già
necessario per la copertura) ci permetterà di verificare metro per metro l’effettiva salute dell’intonaco e di
individuare le parti da scrostare e rifare. Nel rifacimento si dovrà dare attenzione particolare al raccordo con
le parti di intonaco rimasto. Allo stato attuale è possibile anche immaginare la stesura finale di un
consolidante a base di silicati su tutte le parti per colmare tutte le piccole fessurazioni capillari del vecchio
intonaco che potrebbero diventare in futuro, in presenza di acqua e gelo, vere e proprie crepe.
E’ possibile affermare che la regola generale sarà sempre quella del ripristino e del rifacimento strettamente
indispensabile, dell’eliminazione di tutti gli intonaci cementizi e dell’uso di intonaci unicamente a base di
calce le cui composizioni saranno definite con l’ausilio di specialisti in accordo con l’ Ufficio Beni Culturali
dopo un esaustivo lavoro di campionatura.
Il sagrato
Il piccolo sagrato chiuso al quale si accede dal portale d’ingresso affrescato con l’ossario e con l’adiacente
cimitero da un lato, la ex casa parrocchiale sul lato opposto ed il bellissimo porticato settecentesco di
ingresso alla chiesa, costituisce uno degli elementi di pregio del complesso architettonico di Sant’Andrea a
Sigirino. L’intera struttura è riferibile grosso modo al XVII secolo mentre la chiesa attuale è del XVIII
secolo. Per quasi tre secoli questo luogo non ha subito trasformazioni di rilievo. Negli anni 60 c’è stata una
prima trasformazione della casa parrocchiale, ma la ristrutturazione più consistente avviene negli anni 199093. La casa unitaria primitiva viene trasformata in tre piccoli appartamenti con accesso non più dal sagrato
ma dalla strada. All’appartamento del piano terreno viene concesso un terrazzo leggermente rialzato per
tutta la lunghezza della casa a ridosso del sagrato e per la privacy interna viene posata una siepe che ha
raggiunto attualmente dimensioni considerevoli. Questa trasformazione ha danneggiato non solo la casa ma
anche il sagrato. Nello stesso periodo viene posato un pavimento in piccoli dadi in granito in sostituzione di
un antico selciato. Non è invece chiara per il momento la datazione precisa della ringhiera metallica tra
sagrato e cimitero. La stessa comunque, ha un’influenza spaziale molto meno negativa rispetto al terrazzo
costruito sul lato opposto.
A questo punto è assolutamente impensabile il ritorno ad una condizione originaria di questo spazio, visto
che sono cambiate le condizioni interne di vita della casa parrocchiale. Una certa privacy al piano terreno
dovrà essere garantita per l’appartamento salvando contemporaneamente la qualità e le necessità dello
spazio religioso del sagrato. A tale scopo il progetto prevede una serie di interventi. Il primo di questi è
demolire il muretto esistente e di arretrarlo di circa 1,7 m (a filo dell’ultimo pilastro angolare del portico) in
modo da lasciare libera la struttura del portico nella sua totalità. Il nuovo terrazzino avrebbe ancora una
misura ragionevole di circa 1,8 m di larghezza. Invece dell’attuale siepe che può raggiungere anche un
metro di profondità, sarebbe auspicabile la posa di una pianta rampicante contenuta (gelsomino).
5
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
Progetto di massima
Per quanto riguarda la pavimentazione, che in origine era in selciato, due sono le opzioni possibili a
La parete interna verso est presenta problemi simili sia nella parte bassa che nella parte alta vicino
dipendenza dei mezzi finanziari di cui si dispone: la soluzione minima è quella di completare il tappeto in
all’imposta della volta. Quest’ultimo problema è da ricondurre ad una probabile perdita esterna dei canali di
dadi attuale, l’opzione ottimale sarebbe quella del rifacimento totale della pavimentazione del sagrato con
gronda. Per lo stesso motivo parti puntuali sono da consolidare anche nel prospetto esterno.
un selciato eseguito con pietrame vecchio, posato unicamente a sabbia in modo da garantire capacità
Il pavimento è in buono stato e si prevede unicamente il sigillamento di alcune fugature e l’allontanamento
drenante.
di alcune incrostazioni di cemento.
La ricerca stratigrafica sul colore metterà in evidenza il colore originario che dovrebbe essere riproposto (si
Il cimitero
veda la ricerca effettuata dai restauratori).
Abbiamo già accennato alla problematica relativa ai loculi addossati alla parete della cappella di S. Matteo.
Il progetto prevede l’allontanamento degli stessi e l’esecuzione di una nuova struttura nel piccolo spazio di
La torre campanaria
cimitero ancora libero ad est del coro in un nuovo corpo staccato dalla facciata. Si prevede la costruzione di
La torre campanaria è strutturalmente in un buono stato di conservazione.
un elemento lineare di circa 30 loculi della profondità di circa 60 cm, formato da tre strati sovrapposti di
Si prevedono unicamente piccole opere di consolidamento della muratura e semplici riparazioni degli
moduli di 40 x 40 cm, per un altezza massima di 1,5 m.
impalcati lignei interni.
I loculi sono orientati verso l’interno. Sul fronte anteriore è prevista una pavimentazione orizzontale in
Il tetto e cupolino del campanile sono stati riparati recentemente .
selciato. In prossimità dell’inizio della sacrestia un muretto basso in pietra e 4 gradini risolvono la
differenza di quota. L’altezza ridotta di questo manufatto libero, è voluta sia per ragioni architettoniche che
La navata
per ragioni funzionali. Da un lato l’impatto volumetrico nei confronti della chiesa è limitato, mentre
Abbiamo già anticipato in precedenza i problemi di umidità ascendente lungo le pareti basse del perimetro
l’accessibilità a ogni singolo loculo è garantita e facilitata. L’indicazione progettuale che ci permettiamo qui
della navata e delle cappelle laterali e di come all’esterno siano possibili solo interventi di drenaggio
di suggerire, dovrà comunque essere sottoposta al Municipio (diretto responsabile del sedime) per
parziale. Con la sostituzione del pavimento attuale (in piastrelle di cemento dipinto) è possibile migliorare
verificarne l’effettiva possibilità di attuazione.
questo problema mettendo in opera un sottofondo adeguato in modo da abbassare il livello di umidità.
Immagino comunque che il problema non possa essere risolto completamente ma solo ridotto in parte e che
Il portico d’ingresso
si debba sempre fare i conti con interventi puntuali futuri.
L’elegante portico d’ingresso necessita di piccoli interventi di rifacimento di intonaco. In particolare
Per gli interventi parziali di rifacimento e consolidamento degli intonaci interni, vista la presenza
internamente sulla facciata d’ingresso in corrispondenza delle panchine, per un’ altezza di ca 60 cm,
dell’apparato decorativo, è auspicabile, come già anticipato precedentemente, l’uso di maestranze più
l’intonaco è leggermente deteriorato. Si prevedono rifacimenti parziali.
qualificate (imprese restauratrici).
Il problema del pavimento della navata è altresì legato alla necessità o meno di effettuare una ricerca
archeologica. Parallelamente dovremmo affrontare due temi che lo riguardano direttamente: il rifacimento
6
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
Progetto di massima
delle predelle dei banchi con la sostituzione del riscaldamento attraverso la posa di nuovi tubolari elettrici e
Cappella della Madonna
in generale tutta la problematica dell’impianto elettrico che è da rifare completamente.
Alcuni dei problemi relativi ad umidità ascensionale e ad umidità per perdite dal tetto, sono riscontrabili
Con il riordino delle predelle, mantenendo i banchi attuali (che sono in rovere e di non cattiva fattura), si
all’interno della cappella, in generale un pò su tutto il perimetro ma in modo particolarmente vistoso sul lato
ipotizza la costruzione di quattro tappeti lignei, lasciando il passaggio a croce esistente impostato sull’asse
destro della stessa. Il lato sinistro soffre sicuramente meno vista l’adiacenza della vecchia sacrestia. Per le
della chiesa e sull’asse corrispondente al confessionale. In uno di questi quattro gruppi (possibilmente nella
parti alte bisognerà prestare una cura particolare alle converse esterne nel tetto che per la loro complessità
parte posteriore) potrebbe trovare spazio l’organo, attualmente schiacciato nel centro della controfacciata.
possono generare infiltrazioni.
Non da ultimo, a sostegno di una rimozione del pavimento, intervengono fattori di natura estetica. Invece
Per i problemi relativi all’umidità ascensionale, a parte gli accorgimenti prima elencati nel capitolo “opere
del surrogato cementizio attuale è auspicabile l’uso della pietra naturale con una modalità che interessi tutta
prioritarie”, si dovrà aver cura di allontanare tutto il materiale esterno addossato alla cappella ed
la Chiesa.
eventualmente intervenire sull’intonaco esterno deteriorato.
Con il previsto riordino dei banchi è ipotizzabile il mantenimento di un’unica bussola d’ingresso e la
Il pavimento della cappella è della stessa natura di quello posato in navata negli anni 50.
soppressione della bussola gemella vicino alla controfacciata lasciando semplicemente il portone attuale.
A tale proposito valgono quindi le stesse osservazioni fatte precedentemente.
Un altro elemento che a nostro avviso dovrebbe essere eliminato (essenzialmente per motivi estetici), è il
Anche per quanto attiene all’apparato pittorico e decorativo rinviamo l’attenzione alla ricerca svolta dallo
gruppo della Sacra Famiglia collocato sopra il confessionale, là dove una volta c’era il pulpito con accesso
studio di restauro ATR.
dalla vecchia sacrestia. Una discussione ancora tutta da fare è quella sulle tele presenti in navata e nel
presbiterio (tra queste anche il paliotto in contro facciata).
Sacrestia vecchia
Queste opere necessitano tutte di un adeguato restauro in funzione anche di una nuova ricollocazione e
La sacrestia vecchia è l’unico corpo edilizio di tutto il complesso il cui esterno è quasi totalmente privo di
disposizione.
intonaco ed è l’unico che presenta una copertura in tegole rosse (marsigliesi).
Infine per quanto riguarda tutto il restauro dell’apparato pittorico è chiara la volontà di mantenere le
Per quanto riguarda il tetto e il drenaggio valgono le osservazioni già esposte.
decorazioni dell’800-900. Sarà da verificare invece il colore delle parete ridipinte in una seconda fase
All’interno, la povertà e la semplicità dello spazio, richiedono unicamente opere di ripristino degli intonaci,
successiva al decoro. Discorso che vale naturalmente anche per le cappelle laterali.
la sigillatura di eventuali crepe e una sistemazione del pavimento.
Valgono a questo proposito le osservazioni e le proposte fornite dallo studio preliminare svolto dal
Se adeguatamente pulito e liberato da infiltrazioni, lo spazio può essere comodamente adibito a deposito. La
restauratore Sig. Meregalli che dovranno essere vagliate in un confronto continuo con l’Ufficio Beni
porta di ingresso è di fattura abbastanza scadente e dovrebbe essere sostituita. Una sua possibilità di
Culturali.
integrazione nel contesto pittorico cosi come avvenuto negli armadi delle nicchie laterali nella cappella di
San Matteo mi sembra alquanto discutibile.
7
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
Progetto di massima
Cappella di San Matteo
è auspicabile. Per gli approfondimenti di dettaglio rinviamo alle osservazioni ed agli indirizzi previsti nella
Anche in questo spazio sono riscontrabili i problemi di umidità ascensionale e di infiltrazione dall’alto come
ricerca dello studio di restauro ATR.
nella cappella della Madonna, malgrado l’orientamento esterno della cappella ad est ed a sud e malgrado la
differenza di quota tra esterno ed interno sia in questo luogo più marcata.
Presbiterio e coro
Sono da mettere sicuramente in atto anche in questo caso gli interventi previsti nel capitolo “opere
Rispetto ad altri spazi della chiesa, in quest’area sono meno marcati i problemi di umidità ascendente.
prioritarie”, sottolineando ancora una volta che i loculi addossati alla parete est sono un vero problema che
Questa situazione può essere dovuta al fatto che il coro, rispetto al terreno esterno, è leggermente più
potrà essere risolto efficacemente solo con il loro allontanamento.
sopraelevato e che la sacrestia fa da cuscinetto contro la parte retrostante. Abbastanza analoghi invece sono
Anche in questo caso la ri-pavimentazione della cappella è avvenuta con le medesime piastrelle della navata
i problemi dovuti a precedenti infiltrazioni di acqua dal tetto.
negli anni 50 e si prevede ora la posa di un nuovo pavimento in granito.
In ogni caso il capitolo relativo al presbiterio, per diversi motivi che saranno qui di seguito esposti, riveste
L’esecuzione della balaustra differisce già di molto rispetto a quella coeva nella cappella della Madonna al
un’importanza notevole all’interno del restauro complessivo della chiesa.
momento della sua posa avvenuta nel 1747, e definita “rustica”.
Da un lato perché in questo luogo sono avvenute con il tempo più trasformazioni e sovrapposizioni,
Per quanto attiene all’apparato pittorico si rimanda anche in questo caso l’attenzione alla ricerca ed alle
dall’altro perché si vuole cercare una nuova sistemazione liturgica, possibilmente più proporzionata
proposte di intervento fatte dallo studio di restauro ATR.
dell’attuale.
La ricerca storica parla della costruzione del nuovo coro tra il 1690 e il 1701. Nel 1719 si cita il pavimento
Battistero
in laterizio elevato di un gradino rispetto alla navata (fatto ancora attualmente visibile), mentre all’altare si
Il corpo del battistero è incluso esternamente in un unico volume con la vecchia sacrestia ed è integrato con
sale di due gradini. L’ultima trasformazione strutturale è del 1938 dove si posa il nuovo pavimento nel coro
la stessa copertura. I problemi di umidità ascensionale e quelli dovuti ad infiltrazioni di acqua dall’alto
(l’intervento è contemporaneo a quello del pavimento del battistero).
dovrebbero essere in buona parte risolti con i provvedimenti intrapresi nel capitolo “opere prioritarie” e con
Il dettaglio esecutivo di quest’ultimo che va a schiacciarsi contro la balaustra e una serie di aggiustamenti
il previsto intonaco esterno.
effettuati sull’altare, fa pensare che si trattasse di una vera e propria ricarica.
L’interno del battistero è pavimentato con le medesime piastrelle cementizie posate nel presbiterio (1938).
A meno che, cosa improponibile, questa fosse già avvenuta in precedenza e si sia trattato solo di una
La soglia d’ingresso è in granito. Non è possibile affermare con certezza (come per il presbiterio) che il
sostituzione delle piastrelle.
pavimento originale fosse in cotto. Comunque, nell’ipotesi di una sostituzione generale del pavimento in
Non è cosi certa la data della posa del nuovo paliotto (agli inizi del 900) ma è però evidente che la mensa
navata e nel presbiterio, l’idea di mantenere un’unita è più che ragionevole. Si prevede come per il resto
precedente doveva avere un’altezza superiore (si confronti con il paliotto in sacrestia che ha la stessa
della chiesa, il restauro integrale dell’apparato pittorico ed il mantenimento del fonte battesimale in marmo
larghezza ma è di maggiore altezza). Nulla si sa invece del secondo gradino del presbiterio che non sembra
d’Arzo con tempietto ligneo dipinto e la cancellata d’ingresso in ferro battuto. L’apparato decorativo interno
essere coevo al primo (si vedano i resti di pavimento in cotto che si infilano sotto il secondo gradino) e che
ed il dipinto murale del 1910 sono stati ampiamente rifatti e ritoccati. Un ripristino della situazione originale
potrebbe essere stato posato con le balaustre verso la fine del 700.
8
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
Progetto di massima
Non è dato sapere il perché del terzo livello nel presbiterio, ma una cosa è certa, il tutto sembra essere
Per quanto attiene al restauro di tutto l’apparato pittorico decorativo, al restauro degli stucchi ed al restauro
compresso e le proporzioni originarie sono state sconvolte.
ligneo, si rinvia alla ricerca effettuata dallo studio di restauro ATR.
Con la posa del nuovo altare liturgico (anni 70) tutto lo spazio risulta ulteriormente schiacciato. Lo stesso,
anche se di semplice fattura, riprende le cromie del paliotto dell’altare maggiore (con un marmo di Carrara
Sacrestia nuova
che nell’uno e nell’altro caso sono fuori luogo). Il nuovo altare in sè ha dimensioni abbastanza normali, ma i
La sacrestia nuova è probabilmente coeva al presbiterio (1690 – 1701).
rapporti cromatici errati e il suo essere cosi sopraelevato, lo fa sembrare fuori scala. Sempre per questo
Si tratta di uno spazio allungato strutturato con due volte a vela accostate pressoché identiche per forma e
fatto, il rapporto con le balaustre diventa di un’effettiva e schiacciante prevaricazione.
dimensioni. Anche questo locale presenta tracce perimetrali di umidità ascendente con relativo
Una semplice sostituzione della nuova mensa con una di dimensioni più ridotte e di disegno più appropriato
deterioramento dell’intonaco. Problemi di precedente infiltrazione di acqua dal tetto sono chiaramente
non basterebbe però a mio avviso a risolvere il problema che è fondamentalmente dovuto alla quota.
visibili. Le volte presentano alcune crepe facilmente riparabili e che non sembrano porre particolari
Il progetto propone pertanto il ritorno alla quota presbiteriale antecedente agli anni 30 eliminando così il
problemi di natura statica. Con la posa futura di alcuni sigilli esse possono essere tenute sotto controllo.
conflitto con le balaustre che saranno comunque mantenute nella posizione attuale. Più in dettaglio sarà da
La sacrestia è completamente intonacata ed imbiancata. Il pavimento è tuttora quello posato nel 1962 in
studiare l’adattamento dei gradini dell’altare maggiore. E’ ipotizzabile uno ricomposizione dei due gradini
piastrelle di klinker rosso di piccolo formato.
aumentando l’altezza della mensa.
Gli accorgimenti esterni previsti nel capitolo “opere prioritarie “, ed in particolare le opere di drenaggio,
La domanda in questo caso, è se si vuole tenere il paliotto novecentesco (con le sue problematiche cromie) o
sono in questo caso abbastanza limitati vista la diretta adiacenza alla torre campanaria. Comunque una serie
se si vuole riutilizzare il vecchio paliotto su tela presente in sacrestia (che già doveva appartenere ad una
di sondaggi per valutare la stratigrafia del pavimento ci darà indicazioni più appropriate sulla sua natura. E’
mensa precedente più alta). La nuova mensa celebrativa, in sostituzione a quella degli anni 70, dovrebbe
possibile che questi sondaggi rivelino la presenza immediata di roccia, il che giustificherebbe la differenza
essere di dimensioni più ridotte, ed esprimere una maggiore leggerezza e trasparenza riprendendo tra l’altro
di quota con il presbiterio.
la cromia strutturante l’altare maggiore (nero Varenna o nero Marquina in sostituzione dello stesso). Anche
Il rifacimento del pavimento attuale con uno in pietra mi sembra comunque auspicabile.
gli stalli lignei presenti, che attualmente sbordano dal parapetto della finestra, attraverso il ribassamento
Anche per questo spazio è ipotizzabile il rifacimento di parti parziali di intonaco deteriorato, la sigillatura
previsto si troverebbero in posizione più adeguata.
delle crepe ed un semplice ritinteggio.
Con l’altare sarà da prevedere anche un nuovo ambone che, per l’esiguità dello spazio e per i rapporti
La sacrestia è ricca di pregevoli armadi in legno di differente datazione, per il cui restauro rinviamo allo
desiderati, dovrà necessariamente essere di fattura più leggera (ad esempio ferro e legno).
studio preliminare dell’atelier di restauro ATR.
Per quanto riguarda il coro è ipotizzabile il mantenimento della quota attuale creando uno scalino in
corrispondenza delle porticine laterali.
Come pavimentazione per il presbiterio ed il coro è ipotizzabile anche qui l’uso di una pietra naturale.
Scelta che è comunque dipendente dalle decisioni che si vogliono prendere per la navata.
9
Chiesa Parrocchiale di St. Andrea a Sigirino
Progetto di massima
Installazioni tecniche
La Chiesa è provvista attualmente di un impianto elettrico fatiscente e fuori normativa che dovrà essere
completamente sostituito. Infatti l’illuminazione attuale degli spazi è carente e risolta con cavi in parte
esterni e in parte incassati a muro con un principio di generale precarietà.
I due temi principali che dovranno essere affrontati sono quindi quelli relativi all’impianto di riscaldamento
e dell’illuminazione sia dell’interno sia dell’esterno della Chiesa.
Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento è prevista la ricollocazione di nuovi tubolari riscaldanti
posti sotto i banchi la cui alimentazione dovrebbe avvenire come oggi da cavi di distribuzione posati
all’interno delle predelle lignee. Per tale posa si dovranno effettuare minimi accorgimenti e modifiche sui
banchi stessi.
Di ben altra natura e difficoltà esecutiva è invece l’illuminazione dello spazio interno che dovrà favorire una
ricca ed equilibrata lettura dell’apparato decorativo e permettere parallelamente uno svolgimento
appropriato della liturgia.
In assenza di un cornicione perimetrale si dovrà trovare una serie di soluzioni che intacchino il meno
possibile la struttura muraria.
10